martedì 27 maggio 2008

La frittata

La frittata, così è stato definito stasera dal TG3 lo scivolone del nuovo governo che è stato battuto in giornata su uno degli emendamenti votati, un emendamento del governo inserito nel dl, che riguarda però «la tutela della fauna selvatica».
Alla Camera continua lo scontro tra maggioranza e opposizione sul decreto per «adempimenti di obblighi comunitari» al cui interno sono inserite delle norme sull’emittenza televisiva (ribattezzate "Salva Rete4" dall’opposizione), sulle quali si è concentrato un duro confronto politico.
Per il sottosegretario Paolo Romani si è trattato di un «incidente» assolutamente «non legato» alla vicenda tv.
Pare che i tanti nuovi deputati appena eletti e poco pratici della Camera fossero andati tutti al bar !
Un incidente «singolare» invece per il capogruppo del Pd, Antonello Soro, per una maggioranza che «costringe la Camera ad un braccio di ferro forzando l’abituale consenso delle fasi iniziali della legislatura, e poi si rivela così debole».
Comunque sia andata e qualunque sia stato il motivo, si sta creando forse lo stesso clima dei mesi passati, quando le parti erano invertite ? Ma la bagarre era all'oridne del giorno ....

domenica 25 maggio 2008

Ultime notizie

Facendo zapping tra le ultime notizie italiane e quelle estere ne ho scelte 4
Senza dubbio significative
" Continua a Chiaiano il presidio "anti-discariche", ma dopo gli scontri di ieri la notte è trascorsa tranquilla. Intanto, dopo il corteo organizzato ieri sera e al quale hanno partecipato migliaia di persone, gli abitanti di Chiaiano, Marano e Mugnano sperano nell'incontro dei sindaci con il sottosegretario Guido Bertolaso fissato per questo pomeriggio in Prefettura a Napoli "
Ancora una volta abbiamo dovuto vedere i manganelli delle forze dell'ordine picchiare la gente comune. Come in Val di Susa per la Tav, ora per le discariche che nessuno vuole
Ma perchè non si è fatta la raccolta differenziata come qui dove vivo io? da anni ormai il VCO è una delle province più riciclone d'Italia e siamo talmente abituati a dividere le immondizie che dividiamo persino le lattine dalle bottiglie di plastica e i cartoni dalla carta normale senza che nessuno ce lo abbia ancora chiesto !
Abbiamo persino un camion speciale che passa insieme con i camion raccoglitori delle immondizie per lavare i grossi bidoni della spazzatura dei condomini e delle case popolari nel momento in cui vengono vuotati . Efficienza e pulizia, ordine e riutilizzo dei materiali. Risparmio e comodità per tutti, noi e gli amministratori locali
* " Christian Floris, 24 anni, conduttore di punta del portale DeeGay.it, è stato aggredito la scorsa notte a Roma mentre rincasava. Due persone gli hanno sbattuto la testa contro il muro..."
** " Non ci sarebbe nessun movente politico dietro al raid avvenuto ieri sera al Pigneto a Roma dove è stato picchiato un barista del Bangladesh. Secondo quanto emerge dalla ricostruzione della Questura il raid è avvenuto dopo uno strano episodio verificatosi ieri mattina nel negozio di alimentari di un indiano regolarmente in Italia, prima vittima degli aggressori.
«Qualsiasi sia stata la motivazione di questa aggressione va condannata con fermezza ed i responsabili devono essere assicurati alla giustizia», ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Per contrastare queste situazioni l’unica strada è quella di continuare sul versante della sicurezza, della legalità e del controllo dei flussi migratori, proprio per scongiurare all’origine e isolare qualsiasi forma di xenofobia e intolleranza»".
Chi semina raccoglie, diceva la mia nonna. Ma è solo a Roma che sono iniziati i pestaggi, l'intolleranza, la xenofobia, e diciamolo pure, l'ignoranza ed il fanatismo violento, uscito dagli stadi e sparpagliatosi in giro per la città ??? o presto il fenomeno si allargherà a macchia d'olio anche altrove ? e con quali conseguenze ? bulli, delinquenti, balordi ... o qualcosa di peggio e di strisciante ?
E per finire in bellezza, perchè come si sa tutto il mondo è paese, un ultimo fatterello non italiano veramente edificante :
" Quindici donne accusate di stregoneria sono state bruciate vive ieri sera in un villaggio nell’ovest del Kenya da una folla inferocita.
Un centinaio di persone inferocite hanno fatto irruzione nelle case nel villaggio di Nyakeo, 300 chilometri a ovest della capitale keniana Nairobi, alla caccia delle streghe, legando le vittime prima di bruciarle, ha riferito un responsabile locale e alcuni residenti . «È inaccettabile. La gente non può farsi giustizia da sola perchè hanno dei sospetti», ha dichiarato il responsabile locale del distretto"
E meno male che l'uomo è dotato di un'intelligenza superiore ed è già stato sulla Luna
Buona settimana a tutti e tutte voi che passerete di qui
erica
AD (anno domini ) 2008 XXI ° secolo

Salvare l'energia

In questi giorni si è tornati a parlare di nucleare, chi a favore come i nuovi ministri del governo Berlusconi o la nuova presidente di Confindustria Marcegaglia, chi contro come Mercedes Bresso,la presidente della regione Piemonte, dove ci sono ancora problemi a smaltire le scorie di Saluggia e difficoltà per la centrale di Trino Vercellese, il sindaco di Torino Chiamparino o l'onorevole Di Pietro che in una interessante intervista al quotidiano La Stampa ha dichiarato :
«Sono contrario, e mi spiego. A quale nucleare pensa Claudio Scajola? Siamo arrivati alla terza generazione, molto sicura rispetto ai tempi del referendum, tuttavia ancora inquinante.
Ma esiste un programma internazionale di ricerca, a cui l’Italia partecipa, per la quarta generazione, che dovrebbe essere assolutamente sicuro e di nessuno o bassissimo impatto ambientale...
è bene sapere che ci vogliono quindici anni perché si possa passare dalla fase della ricerca a quella dell’applicazione. Ovviamente non avrebbe nessun senso buttarsi a capofitto in una tecnologia nucleare che è vecchia già ora, figuriamoci tra cinque anni...
... se abbiamo difficoltà ora a trovare un sito per lo stoccaggio dei rifiuti speciali e portiamo le scorie del vecchio nucleare in Francia, figuriamoci cosa comporterebbe individuare nuovi luoghi per le centrali e per le scorie
La mia proposta, per l’immediato, è di valorizzare le tecnologie già esistenti e già sperimentate per la produzione di energia da fonti alternative e rinnovabili
Poi, a medio termine, credo che occorra continuare la ricerca sul nucleare di quarta generazione. Solo dopo potremo prendere una decisione».
Io sono sempre stata contraria all'energia nucleare. Ho votato contro il nucleare nel referendum in cui l'Italia ha visto un alto numero di consensi come il mio che hanno permesso di chiudere le centrali nucleari italiane
Nel corso degli anni in casa abbiamo cercato di apportare delle migliorie per un evitare un maggiore consumo energetico. Abbiamo messo i vetri doppi alle finestre e nel porticato, creando una bella serra invernale luminosa ed accogliente dove vivono bene orchidee, agrumi ed altri fiori estivi, e le mie gatte nere, naturalmente
Per risparmiare energia elettrica, io spengo sempre i computer e le televisioni. Niente stand by e lucine rosse accese degli apparecchi digitali sopra alla tele, niente radiosveglia sul comodino e quando esco da una stanza spengo sempre le luci ...
e spero anche, magari in tempi abbastanza brevi, di riuscire a mettere i pannelli solari per un riscaldamento naturale non inquinante !
Oggi, viaggiando in internet, ho trovato un nuovo blog nel sito del quotidiano La Stampa. E' un blog di un giornalista e parla di energia. E' sicuramente interessante e penso che tornerò sovente a leggerlo per, come dice il suo primo post, Unire le energie e trovare soluzioni comuni e sensate ad un problema sempre più grave e preoccupante

venerdì 23 maggio 2008

Giovanni Falcone

23 maggio 1992 Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta, morirono in un attentato a Capaci
Oggi oltre duemila giovani si sono assiepati nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo per ricordare il magistrato simbolo dell’antimafia. La sorelladi Falcone, Maria, è andata ad aspettarli stamattina quando sono arrivati con la nave della legalità e nel pomeriggio li ha guidati nella marcia che li ha portati davanti alla casa dove il giudice viveva con la moglie
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio mandato a Maria Falcone, invita a non abbassare la guardia, sottolineando a 16 anni da Capaci che
«le immagini della strage restano incancellabili nella memoria degli italiani e rinnovano l’angoscia e l’allarme di quel giorno, in cui la mafia colpì un magistrato di eccezionale talento e coraggio, che aveva saputo contrastarla anche individuando nuovi e più efficaci strumenti in grado di combatterla». L’impegno e la partecipazione di allora - ammonisce il presidente della Repubblica - non possono subire flessioni»
Ricordo le prime immagini della strage di quel giorno lontano di 16 anni fa, l'auto saltata in aria in autostrada, lo sgomento il dolore e la rabbia per quell'uomo ucciso così barbaramente insieme con la sua compagna di vita e con gli uomini che lo proteggevano.
Un magistrato di valore ammazzato in un paese " civile" perchè indagava sulla mafia !
Che cosa è cambiato da allora ? A che cosa è servito il suo sacrificio e quello del suo amico Paolo Borsellino?

Google Analytics

Stamattina è venerdì ed è l'unico giorno della settimana in cui entro a scuola più tardi. Ho quindi aperto internet perchè ieri sera stavo leggendo e non ho controllato la posta online come faccio di solito. Sono anche passata nel blog di Tommy per lasciargli un messaggio al suo commento di ieri qui da me. E proprio lì ho letto di un blog che stava per essere chiuso. Ho fatto un giro in quel blog, decisamente interessante, ed ho scoperto che esiste anche Google Analytics
Ho visitato la pagine e mi sono iscritta al controllo visite del mio sito. Molto facile, basta seguire le istruzioni. poi ho aggiornato il modello htlm del blog.
Con questo servizio google si hanno informazioni più dettagliate sulla provenienza dei visitatori del blog e sul modo in cui interagiscono con esso.
Molto utile e molto interessante e tanto simile al servizio statistiche che da anni accompagna il mio sito personale, che mi permette di controllare la provenienza dei visitatori, anche quelli che in alcuni casi sarebbe preferibile non avere perchè prendono idee e progetti miei personali, che poi copiano nei loro siti o portali senza nominarmi !
Il free e l'open è senz'altro bello ma impossessarsi di lavori altrui è sempre e comunque un furto, anche online...
un saluto e buon fine settimana erica

mercoledì 21 maggio 2008

x gli Anonimi

Pregherei cortesemente chi commenta i post ed usa la voce anonimo di apporre anche il proprio nome
E' una forma di correttezza nei confronti di chi scrive e di tutte le altre persone che leggono, e sono molte, e commentano...
Se in futuro riceverò altri commenti anonimi, di un certo tipo, li cancellerò
Grazie erica
Un saluto a chi mi legge e passa sempre qui da me

martedì 20 maggio 2008

La follia di un mondo violento

" Almeno 12 immigrati, per lo più provenienti dal vicino Zimbabwe, sono rimasti uccisi in un'ondata di violenza xenofoba esplosa durante il fine settimana nella città sudafricana di Johannesburg."
L'hanno chiamata la guerra dei poveri , tra i poveri immigranti provenienti da uno stato dittattoriale ed i poveri di uno stato che dovrebbe ormai essere democratico
Le immagini pubblicate sui quotidiani sono sconvolgenti e anche oggi nel TG3 del pomeriggio sono state trasmesse scene di una ferocia inaudita
Mi sono chiesta dove fossero i poliziotti e perchè nessuno intervenisse a salvare quei poveri esseri neri linciati , picchiati, bastonati, bruciati da altri neri impazziti e violenti
La follia di una violenza improvvisa ed inconcepibile non ha colore, non ha razza, non ha nazione, non ha etnia
Come a Ponticelli, Napoli, sono stati brutalmente scacciati i rom così nella civile nazione sudafricana ci sono i pogrom omicidi nei confronti di persone venute da fuori
Questo è il mondo del nuovo millenio
Un mondo assurdo che invece di progredire regredisce e torna indietro nei tempi e nei modi
Non vi è più rispetto per la vita umana, uccidere è ormai tanto facile e spesso l'impunità di atti barbari è l'unica soluzione ...
Se questo è il progresso, se questo è il futuro , io dico no, io dico basta !!!
Mai più immagini simili, mai più orrori simili
Non leggerò più, non guarderò più, non voglio più sapere, non voglio più vedere, noi siamo essere intelligenti, non bruti , non assassini, non esseri rozzi ed incivili , non bestie senza scrupoli e senza leggi ...
Ne ho la nausea di tutte queste nefandezze !
Datemi un'isola deserta, lontano dalla civiltà, lontano da tutto e da tutti, please

lunedì 19 maggio 2008

Don Ciotti e la cacciata dei Rom


Commento di Don Luigi Ciotti alla foto pubblicata sullo sgombero dei rom di Ponticelli.
* Articolo apparso sull' Unità del 16 maggio 2008*

Cara signora, ho visto questa mattina, sulle prime pagine di molti quotidiani, una foto che La ritrae. Accovacciata su un furgoncino aperto, scassato, uno scialle attorno alla testa. Dietro di Lei si intravedono due bambine, una più grande, con gli occhi sbarrati, spaventati, e l'altra, piccola, che ha invece gli occhi chiusi: immagino le sue due figlie. Accanto a Lei la figura di un uomo, di spalle: suo marito, presumo. Nel suo volto, signora, si legge un'espressione di imbarazzo misto a rassegnazione. Vi stanno portando via da Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove il campo in cui abitavate è stato incendiato. Sul retro di quel furgoncino male in arnese – reti da materasso a fare da sponda – una scritta: "ferrovecchi".
Le scrivo, cara signora, per chiederLe scusa.
Conosco il suo popolo, le sue storie.
Proprio di recente, nei dintorni di Torino, ho incontrato una vostra comunità: quanta sofferenza, ma anche quanta umanità e dignità in quei volti.
Nel nostro paese si parla tanto, da anni ormai, di sicurezza.
E' un'esigenza sacrosanta, la sicurezza.
Il bisogno di sicurezza ce lo abbiamo tutti, è trasversale, appartiene a ogni essere umano, a ogni comunità, a ogni popolo.E' il bisogno di sentirci rispettati, protetti, amati. Il bisogno di vivere in pace, di incontrare disponibilità e collaborazione nel nostro prossimo.
Per tutelare questo bisogno ogni comunità, anche la vostra, ha deciso di dotarsi di una serie di regole. Ha stabilito dei patti di convivenza, deciso quello che era lecito fare e quello che non era lecito, perché danneggiava questo bene comune nel quale ognuno poteva riconoscersi.
Chi trasgrediva la regola veniva punito, a volte con la perdita della libertà. Ma anche quella punizione, la peggiore per un uomo – essendo la libertà il bene più prezioso, e voi da popolo nomade lo sapete bene – doveva servire per reintegrare nella comunità, per riaccogliere.
Il segno della civiltà è anche quello di una giustizia che punisce il trasgressore non per vendicarsi ma per accompagnarlo, attraverso la pena, a un cambiamento, a una crescita, a una presa di coscienza.
Da molto tempo questa concezione della sicurezza sta franando.
Sta franando di fronte alle paure della gente.
Paure provocate dall'insicurezza economica che riguarda un numero sempre maggiore di persone – e dalla presenza nelle nostre città di volti e storie che l'insicurezza economica la vivono già tragicamente come povertà e sradicamento, e che hanno dovuto lasciare i loro paesi proprio nella speranza di una vita migliore.
Cercherò, cara signora, di spiegarmi con un'immagine.
E' come se ci sentissimo tutti su una nave in balia delle onde, e sapendo che il numero delle scialuppe è limitato, il rischio di affondare ci fa percepire il nostro prossimo come un concorrente, uno che potrebbe salvarsi al nostro posto.
La reazione è allora di scacciare dalla nave quelli considerati "di troppo", e pazienza se sono quasi sempre i più vulnerabili.
La logica del capro espiatorio – alimentata anche da un uso irresponsabile di parole e immagini, da un'informazione a volte pronta a fomentare odi e paure – funziona così.
Ci si accanisce su chi sta sotto di noi, su chi è più indifeso, senza capire che questa è una logica suicida che potrebbe trasformare noi stessi un giorno in vittime.
Vivo con grande preoccupazione questo stato di cose.

La storia ci ha insegnato che dalla legittima persecuzione del reato si può facilmente passare, se viene meno la giustizia e la razionalità, alla criminalizzazione del popolo, della condizione esistenziale, dell'idea: ebrei, omosessuali, nomadi, dissidenti politici l'hanno provato sulla loro pelle.
Lo ripeto, non si tratta di "giustificare" il crimine, ma di avere il coraggio di riconoscere che chi vive ai margini, senza opportunità, è più incline a commettere reati rispetto a chi invece è integrato.
E di non dimenticare quelle forme molto diffuse d'illegalità che non suscitano uguale allarme sociale perché "depenalizzate" nelle coscienze di chi le pratica, frutto di un individualismo insofferente ormai a regole e limiti di sorta.
Infine di fare attenzione a tutti gli interessi in gioco: la lotta al crimine, quando scivola nella demagogia e nella semplificazione, in certi territori può trovare sostenitori perfino in esponenti della criminalità organizzata, che distolgono così l'attenzione delle forze dell'ordine e continuano più indisturbati nei loro affari. Vorrei però anche darLe un segno di speranza.
Mi creda, sono tante le persone che ogni giorno, nel "sociale", nella politica, nella amministrazione delle città, si sporcano le mani. Tanti i gruppi e le associazioni che con fatica e determinazione cercano di dimostrare che un'altra sicurezza è possibile.
Che dove si costruisce accoglienza, dove le persone si sentono riconosciute, per ciò stesso vogliono assumersi doveri e responsabilità, vogliono partecipare da cittadini alla vita comune.
La legalità, che è necessaria, deve fondarsi sulla prossimità e sulla giustizia sociale.
Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi.
E il ventilato proposito di istituire un "reato d'immigrazione clandestina" nasce proprio da questo mix di cinismo e ipocrisia: invece di limitare la clandestinità la aumenterà, aumentando di conseguenza sofferenza, tendenza a delinquere, paure.
Un'ultima cosa vorrei dirLe, cara signora.
Mi auguro che questa foto che La ritrae insieme ai Suoi cari possa scuotere almeno un po' le nostre coscienze.
Servire a guardarci dentro e chiederci se davvero questa è la direzione in cui vogliamo andare. Stimolare quei sentimenti di attenzione, sollecitudine, immedesimazione, che molti italiani, mi creda – anche per essere stati figli e nipoti di migranti – continuano a nutrire.
La abbraccio, dovunque Lei sia in questo momento, con Suo marito e le Sue bambine.
E mi permetto di dirLe che lo faccio anche a nome dei tanti che credono e s'impegnano per un mondo più giusto e più umano.
Luigi Ciotti presidente del Gruppo Abele e di Libera.

domenica 18 maggio 2008

I mali dell'Informazione

La scorsa settimana ho dovuto preparare le relazioni di fine anno, lunghe da scrivere e da sistemare con tutte le fasce di apprendimento dei singoli alunni. Poi sono andata dall'oculista e quindi ho evitato per alcuni giorni di leggere e di scrivere in internet per non affaticare ulteriormente la vista. Ho visto anche ben poca Tv ma ho seguito le vicende di Travaglio e degli attacchi a lui perpetrati per essere stato ospite prima di Fazio e poi di Anno Zero.
Non mi piace molto Travaglio ma trovo che sia un giornalista che fa il suo lavoro. E che non cambia bandiera a seconda di come va il vento.
Stamattina la giornalista Barbara Spinelli ha scritto un articolo che parla proprio di informazione e dei mali che colpiscono l'informazione italiana. Ha espresso in modo chiaro e preciso ciò che avrei detto anch'io, ma non di certo bene come lei
Ecco quindi i suoi pensieri, veramente significativi:
" Si è parlato molto, negli ultimi anni, della casta politica e delle sue cecità, dei suoi privilegi. Si è parlato della distanza che la separa dal cittadino, dal suo quotidiano tribolare. Si è parlato assai meno della malattia, vasta, che affligge l’informazione e il compito che essa ha nelle democrazie. Compito di chiamare i poteri a render conto, tra un voto e l’altro. Compito d’abituare l’opinione pubblica non a inferocirsi, ma a capire le complicazioni, a esplorarne le radici, a scommettere con razionalità su rimedi non subito spettacolari. Compito di formare quest’opinione, cosa che spetta all’informazione in quanto «mezzo che mette il cittadino a contatto con l’ambiente che sta al di fuori del suo campo visuale»: lo scriveva Walter Lippmann nei primi Anni 20, e la missione è sempre quella. La malattia non è solo italiana, sono tante le democrazie alle prese con un’informazione che fallisce la prova, che al cittadino non rende visibile l’invisibile, che dal potere politico si fa dettare l’agenda, le inquietudini, gli interessi prioritari. Che è vicina più ai potenti o alle lobby che ai lettori. Che alimenta il clima singolare che regna oggi nelle democrazie: come se vivessero un permanente stato di necessità - di guerra - dove per conformismo si sospendono autonomie, libertà di dire.
La grande stampa Usa si è fatta dettare l’agenda da Bush, per anni. La stampa francese per anni s’è dedicata ai temi prediletti da Sarkozy. Quel che ci rende originali non è dunque la malattia. È il fallire del sistema immunitario, che altrove generalmente funziona. Non sappiamo liberarci dalle patologie, dalle loro cellule.
Siamo immersi in esse con compiacimento, con il senso di potenza che dà l’ebbro sentirsi in branco: lo straordinario conformismo che disvelò Jean-François Revel (Pour l’Italie, 1958) non è scemato.
In Italia c’è poca auto-stima ma anche poca analisi di sé. .... Quanto all’informazione, nulla che somigli alle autocritiche dei giornalisti Usa sull’Iraq, emerse quando Katrina travolse New Orleans.
L’informazione italiana non produce anticorpi atti a ristabilire un contatto con la società. Il risultato è palese, oggi, e lo storico Adriano Prosperi lo descrive con nitidezza: nel Palazzo «un venticello dolce di mutuo rispetto tra maggioranza e opposizione, un gusto della correttezza (...) un’aria di intesa e di pace».
Fuori, intanto: una guerra tra poveri, e pogrom moltiplicati contro rom e diversi (la Repubblica, 16-5). Il guaio è che anche la stampa è Palazzo: incensa serenità politiche ritrovate e scopre, d’improvviso, una società inferocita da tempo, ormai indomabile dalla destra che l’ha sobillata.
L’enorme polemica suscitata da alcune affermazioni televisive del giornalista Marco Travaglio è sintomo di questa malattia, assieme alla violenza, impressionante, con cui alcuni si scagliano contro di lui ....
Il Paese traversa tifoni, e i giornalisti trovano il tempo di scannarsi a vicenda come fossero nell’ottocentesca Zattera della Medusa. Chi ha visto il quadro di Géricault, al Louvre, ricorderà la cupa zattera, dove pochi naufraghi pensarono di salvarsi a spese di altri. Su simile zattera sono oggi i giornalisti, mangiandosi vivi. L’istinto della muta è forte in tempi di necessità, di Ultimi Giorni dell’Umanità.
Ignoranza e mancanza di memoria sono tra i mali che impediscono di smettere il cannibalismo tra giornalisti e di suscitare un’opinione pubblica informata.
Si ignora quel che succede nel Paese, e da quanto tempo. Il pogrom di Ponticelli non è un evento nuovo. Violenze di mute cittadine contro il capro espiatorio già sono avvenute il 2 novembre 2007, quando squadracce picchiarono i romeni dopo l’assassinio di Giovanna Reggiani. Già il 21-22 dicembre 2006 presidi cittadini incendiarono un campo nomadi a Opera presso Milano, approvati da un consigliere comunale leghista, ..., ora sindaco. E non erano violenze nate da niente, avevano anch’esse album di famiglia che chi ha memoria conosce: la tortura di manifestanti no-global a Genova nel 2001; gli sgomberi dei campi Rom attuati brutalmente dal Comune di Milano nel giugno 2005; le parole del presidente del Senato Pera contro i meticci nell’agosto 2005; le complicità del governo Berlusconi nel rapimento di Abu Omar e nella sua consegna ai torturatori egiziani.

Erano pogrom anche quelli del 2006-2007, e gli oppositori di allora non sapevano che a forza di aizzarli avrebbero suscitato i mostri che adesso, grazie all’allarme europeo, devono condannare.
La perdita di memoria è stupefacente, ramificandosi s’espande.
D’un tratto Berlusconi è «un’altra persona», al pari di suoi amici come Dell’Utri, Schifani. Non hanno dovuto fare ammenda: sono altre persone perché il conformismo fa letteralmente magie.
Non si ricorda quel che è stato Berlusconi ancora ieri: come quotidianamente ha delegittimato Prodi, trascinando dietro di sé l’informazione. Di conflitto d’interesse non si parla più. Non si ricordano i trascorsi dei suoi uomini. I rapporti con la mafia o il vivere vicino a essa sono pur sempre una loro macchia.
Travaglio ha avuto il cattivo gusto di non uniformarsi, di dirlo a Fabio Fazio su Rai3. Sta pagando per questo.

Fa parte del conformismo giornalistico il fascino per il potere
(il vizio infantile descritto nel libro di Scalfari: non solo i buoni vincono ma chi vince è buono).
E anche se il fascino esiste altrove, in Italia è diverso: proprio perché lo Stato è debole, la massima irriverenza verso le cariche repubblicane si mescola non di rado a riverenze esagerate (verso il presidente del Senato, anche verso il Capo dello Stato). L’usanza non esiste in regimi presidenziali come America e Francia.
Travaglio è un professionista che ha molto investigato, ma ve ne sono altri: Abbate che ha indagato su mafia e politica, o Peter Gomez, Gian Antonio Stella, Elio Veltri, Carlo Bonini, Francesco La Licata. Anche D’Avanzo è fra essi, e per il lettore non è chiaro perché si sia tanto accanito contro Travaglio, il cui carattere non è più spigoloso di altri astri giornalistici.
Travaglio si è chiesto come mai un politico dal passato non specchiato sia presidente del Senato. Non è illegittimo. Ha violato il sacro della carica, ma la prossimità di Schifani alla mafia è già stata descritta da Lirio Abbate e Peter Gomez ne I Complici - in libreria dal marzo 2007 - senza che mai sia stata sporta querela.
Berlusconi s’avvia aesser osannato allo stesso modo, metamorfizzandosi in tabù.
L’antiberlusconismo non è più una normale presa di posizione politica; sta divenendo un insulto che disonora oppositori e giornalisti.
Qui è l’altra originalità italiana. Nessuno si sognerebbe in America di accusare il New York Times o i democratici di anti-bushismo, nessuno in Francia denuncerebbe l’anti-sarkozismo di Libération o dei socialisti. Da noi lo spirito dell’orda è tale che ieri era indecente difendere Prodi, oggi è indecente attaccare Berlusconi.
Le precipitose scuse di Fabio Fazio non erano necessarie. Più appropriato è quello che ha detto dopo, su La Stampa del 13 maggio: «L’idea che si immagini sempre il complotto, la trama, fa pensare che non possa esistere la normalità; è come se non si riuscisse a concepire che in Italia c’è chi lavora autonomamente.
Noi giornalisti non siamo dipendenti della politica. Semmai questo è un atteggiamento proprietario che ha la politica nei confronti dei cittadini».
Che cos’è la normalità, per il giornalista? È non farsi intimidire, non lasciarsi manipolare dalla violenza con cui il presidente della Camera Fini giustifica, in aula, gli attacchi a Di Pietro («dipende da quel che dici»). È lavorare solo per i lettori: via maestra per fabbricarsi gli anticorpi che mancano. "

La Privacy dei Pidocchi

Stamattina leggendo come al solito il quotidiano La Stampa mi sono soffermata a riflettere su un breve articolo di Lorenzo Mondo, uno degli opinionisti che mi piacciono di più, anche quando non condivido completamente le sue idee
Il titolo dell'articolo era I pidocchi dell'ultima frontiera ed affrontava un argomento non proprio piacevole, ma sicuramente un problema dei nostri giorni, quello dei pidocchi a scuola !
Alcuni periodi dell'articolo non posso non condividerli perchè è un problema che si è più volte presentato a scuola in questi ultimi tempi e che con la cosidetta legge della privacy ha creato situazioni, non solo igieniche, imbarazzanti ed assurde, se non preoccupanti .
" L’ultima frontiera della privacy è rappresentata dai pidocchi. ...Sembravano ricordi di altri tempi, di stagioni più povere e meno igieniche. Invece sembrano rispuntare ciclicamente, attentano alle chiome spesso fluenti dei bambini e mettono in apprensione le mamme. E se non vengono individuati per tempo, possono trasferire le loro repellenti covate su qualche compagno della scuola materna o elementare.
Ma qui sta il punto, chi lancerà il segnale del pericolo? Alle maestre è rigorosamente impedito accertare il vero insinuando le dita tra i capelli dei bambini. Devono basarsi su una vista da lince per scoprire le uova bianche dell’insetto o arguire la loro presenza dalle insistenti grattatine di un alunno. Allora potranno informare con grande riserbo (che non lo sappiano i compagni, per carità) i genitori interessati. Questi reagiscono a volte in modo sgradevole: o negano - figuriamoci - che una «famiglia come la nostra» allevi pidocchi o imputano alla scuola di non avere vigilato sul primo portatore del flagello. Salvo provvedere in gran segreto alla disinfestazione.
Lascia intanto di stucco la difesa in punta di capello di una privatezza che viene disattesa ampiamente, fino all’indecenza, in casi di assoluta gravità. Ma si sa, sono le raffinate insensatezze dei nostri legulei. Ben più preoccupante è la vergogna provata da persone adulte, il silenzio che si vuole mantenere su un banale infortunio, la protezione di un bambino da chissà quale trauma. Come si educherà il figlio al rispetto di un disabile, di un infelice, di un compagno meno avvantaggiato negli studi, se è portato a temere e a irridere una così sopportabile molestia? E non si coglie nell’esagerata solerzia protettiva delle madri il possibile indizio che difenderanno a oltranza un futuro scavezzacollo e ribaldo?
In altri tempi, la testa rasata di un amichetto suscitava curiosità, magari mista a cautela, non dileggio o paura. Non lo esponeva minimamente alla gogna. Vero è che non è tanto da temere l’invasione dei pidocchi quanto l’estensione dell’umana inadeguatezza e stupidità "
In nome della privacy si sta creando un mondo a dir poco inadeguato e squallido, perfino. Stanno scomparendo quei sentimenti tanto importanti di rispetto per gli altri, di solidarietà e di aiuto reciproco. Non si possono più fare i controlli a scuola sull'igiene personale, ma i ragazzi possono tranquillamente fotografare e mettere su you tube o nei loro telefonini video sgradevoli, disgustosi e violenti, dove le vittime sono compagni innocenti e perseguitati od insegnanti ignari, che sono stati ripresi senza permesso alcuno. Si infrangono tranquillamente le leggi stabilite, tipo il divieto assoluto di usare cellulari o altri aggeggi che registrano le lezioni in classe, e a nessun genitore mai viene in mente di punire il rampollo che lo ha fatto con tracotanza e prepotenza.
Si arriva al punto di uccidere una giovanissima compagna e di chiedere se si può andare a casa, tranquilli come se fosse una cosa di ordinaria amministrazione!
Si chiede alla scuola di risolvere problemi sociali che dall'esterno vengono portati ogni giorno in classe, con atteggiamenti disturbati, con prepotenze, con violenze di ogni tipo, ma chi protegge gli insegnanti ed i compagni normali che vogliono studiare e lavorare con impegno ?
Una volta passavano i medici delle Asl a fare un controllo sui pidocchi, ora spetta a noi insegnanti avere occhi di falco per accorgersene e poi sussurrare alle famiglie di provvedere a debellarli... e se la famiglia non lo fa? se non lo fa ce li becchiamo tutti quanti e poi arrivano le circolari del capo di istituto che avvisano di prestare attenzione all'epidemia di pediculosi !!!!
Grazie Lorenzo Mondo per essersi preoccupato di uno dei tanti nuovi ,e seri, problemi che affligono questa società malata di protagonismo esibizionista, che non sa più risolvere neppure la guerra contro i lendini in nome di diritti alquanto discutibili, a volte!!!

giovedì 15 maggio 2008

In Parlamento c'è un clima nuovo...

In Parlamento c'è un clima nuovo...
Infatti il Presidente del Consiglio scrive bigliettini alle sue deputate o senatrici esattamente nello stesso modo dei miei alunni ed alunne di 12/13 anni circa.Chissà se tra un po' verranno lanciati anche i cartini, quelli che poi i faccio raccogliere perchè sporcano ?
Tutto il nuovo buonismo del capo del Pdl mi puzza tanto di zolfo, quello del diavolo quando sta preparando una trappola a qualche babbeo da prendere all'amo
Ed in questo caso Veltroni ed il Pd! che farebbero molto meglio a prestare minor attenzione alle sirene del Pdl e del suo Capo e a seguire di più le tracce dell'ex magistrato Antonio Di Pietro che ha detto:
«Credo che ci sia un pò di ipocrisia da tutte le parti. In realtà Veltroni e il Pd dovranno fare opposizione quando si discuterà, a breve, della Rai, del conflitto d’interesse, dei provvedimenti da prendere in materia di giustizia di e redistribuzione delle risorse». «Al di là di queste prime battute, alla fine l’opposizione che andiamo a fare non può che essere una. Veltroni lo fa in modo cortese io lo faccio da latino, senza politichese».
I governi ombra saranno anche utili ma se si resta nell'ombra, non si tornerà mai vincitori e la gente se ne andrà ... all'ombra di qualche altro partito, molto più deciso e veloce a dire che le cose non vanno per nulla bene !
Eh sì perchè Di Pietro è stato attaccato in Parlamento ma ha avuto il coraggio di dire quello che molti di noi stanno dicendo in questi giorni ...
Un augurio a Di Pietro e che almeno lui tenga duro , neh?

mercoledì 14 maggio 2008

Amici on Line

Ciao

La felicità ti rende gentile.
Le prove ti rendono forte.
I dolori ti rendono umano.
I fallimenti ti rendono umile.
Ma solo la tua volontà ti fa andare avanti.
Tu sei speciale!

Oggi è il giorno degli "amici on line"

Buona Giornata dell'Amicizia

martedì 13 maggio 2008

Pubblico ...

Questo è il post 333 e per festeggiare pubblico il discorso ufficiale tenuto il 25 aprile 2008 a Gravellona Toce, Vb, da Luca Beltrami, figlio del Capitano Beltrami, ucciso dai nazifascisti a Megolo, Val d'Ossola. Se cercate nel tag Storia Locale del menù qui a fianco troverete il post in cui ricordo questo tragico avvenimento della nostra guerra partigiana. Per questo prezioso documento ringrazio invece molto sentitamente Michele Beltrami, che me lo ha inviato e mi ha permesso di pubblicarlo nel blog. Non ho apportato tagli o modifiche al discorso . Grazie a chi vorra leggerlo interamente e magari offrire un commento o una riflessione erica
GRAVELLONA TOCE - 25 APRILE 2008
Cari amici di Gavellona Toce,
voglio prima di tutto ringraziare il sindaco Anna Di Titta che mi ha invitato a celebrare qui con voi il sessantatreesimo anniversario della liberazione e voglio ringraziare anche tutti voi per essere qui a ricordare il 25 aprile 1945.
Sono io poi contento di essere qui a celebrare questa data in un luogotanto vicino a Megolo, dove morì mio padre, e tanto lontano dalle grandicittà.
Si lontano dalle grandi città dove questa nostra festa è oggetto di contestazionie di strumentalizzazioni, dove alcuni sindaci colgono quest’occasione per prendere le distanze dalla Resistenza. Non mi rasserenano le dichiarazioni di chi in questa occasione dice di considerare questa una festa di tutti e poi siede negli stessi banchi di chi addirittura vorrebbe cancellarla dal calendario.
Dopo sessantatre anni di libertà ritrovata c’è ancora qualcuno che vuol riscrivere questa storia e non ci sarebbe da stupirsi se a volerla riscrivere fossero solo gli ultimi eredi del fascismo in cerca di una assurda rivincita morale, quello che indigna è che a volerla riscrivere sia una forza politica nata da pochi anni che con il fascismo non ha avuto nulla a che fare per la semplice ragione che dalla morte del fascismo alla sua nascita di anni ne sono passati quaranta.
Allora perché tanto odio verso la Resistenza e l’antifascismo?
Perché tanti, troppi e tra loro anche chi si proclama sincero antifascista, sono caduti nella trappola dell’anticomunismo e non si perdona ai comunistidi essersi “appropriati” della memoria della Resistenza e di considerarla un patrimonio del Partito Comunista Italiano e di quella parte politica che ne è l’erede.
Come tutti sappiamo non ci fu soltanto il PC a fare la Resistenza e non tutti i partigiani erano comunisti. Furono in maggioranza, questo è certo,perché l’organizzazione clandestina del PC era la più strutturata, aveva una organizzazione clandestina di vecchia data e per molti antifascisti la via alla Resistenza attraverso il PC era l’unica possibile. Comunque per la maggior parte di noi questo aspetto della Resistenza non è un problema anche se non siamo comunisti od ex comunisti.
Il problema è un altro.
Si contesta alla sinistra di essere l’erede principe dei valori della Resistenza. Si vuole che la storia assegni questa eredità non solo alla sinistra,magari lasciando addirittura fuori la sinistra.Insomma sembra che questa eredità sia contesa.
Ma che cosa è questa eredità? Sono la libertà, l’eguaglianza, la giustizia sociale e la democrazia.I valori travolti dal fascismo e dal nazismo e ritrovati il 25 aprile.
Allora è questo che si vuol togliere alla sinistra ed a tutti quelli che si sentono eredi della Resistenza.
Non ce n’è bisogno: la libertà, l’uguaglianza, la giustizia sociale e la democrazia sono infinite, inutile accapigliarsi, sono alla portata di tutti.
Basta volerle.
E’ invece altra la verità: questa gente non vuole questa eredità, vuole distruggerla,vuole distruggere tutti i valori della Resistenza e dunque la libertà,l’eguaglianza, la giustizia sociale e la democrazia.
Di queste parole si riempiono sola la bocca perchè tra quel che loro intendono per libertà, eguaglianza, giustizia sociale e democrazia e quello che avevano in mente gli uomini e le donne che sono andati su queste montagne e quelli che hanno lottato in città c’è un abisso. Non sono la stessa cosa.
Certo oggi non ci sono più il confino, le leggi razziali, l’iscrizione obbligatoria ad un partito per poter essere pubblici dipendenti, non ci sono più carri bestiame piombati che viaggiano verso campi di sterminio, ma non c’è ancora la libertà dal bisogno, la libertà di stampa è minacciata,l’indipendenza della magistratura è messa in discussione.
Insomma il cammino verso i valori della Resistenza, perché questi valori e non altri abbiano diritto di cittadinanza da noi, questo cammino si è progressivamente rallentato e oggi si è fermato.
Ė libero un Paese il cui meridione è stabilmente occupato da mafia ecamorra?Ė libero un Paese dove il futuro presidente del consiglio considera un eroe il suo cosiddetto stalliere condannato per mafia?Ė libero un Paese dove i piccoli risparmiatori sono lasciati alla mercè dei peggiori speculatori finanziari che distruggono risparmio familiare e posti di lavoro?Ė libero un Paese dove i giovani sono spinti dalla pubblicità televisiva ai consumi più dissennati pur di farli consumare?L’elenco delle “non libertà” è infinito come l’elenco delle non eguaglianze,delle ingiustizie sociali e della non democrazia.
Questa gente che vuole riscrivere la storia a suo uso e consumo, che vuole cancellare con un colpo di spugna morti e vittime, non vuol solo cancellarli perché testimoni di una tragedia mondiale, ma perché vuole far piazza pulita dei valori per i quali hanno sofferto e sono morti.C’è poi una parte di questi “riscrittori” che, subdolamente, vengono a dirci:dobbiamo riscrive la storia perché questa scrittura di oggi divide il Paese.
Oggi dobbiamo pacificare e perdonare.
I ragazzi di Salò e i giovani morti partigiani sono uguali.
Ci sarebbe molto da dire sull’uguaglianza di giovani, perché le lettere dei giovani condannati a morte da fascisti e nazisti sono lettere di chi sapeva che la morte poteva essere un prezzo altissimo da pagare, la loro scelta non era quella di intrupparsi in squadracce per manganellare gli indifesi.
Ci si mostri qualche lettera di giovani della Repubblica di Salò!
In nome della concordia nazionale, che altri in questi giorni stanno minando,noi dovremmo perdonare?Noi dovremmo perdonare mentre altri pubbilcano su Internet l’elenco deiprofessori universitari di origine ebraica e li indicano come consorteria dedita all’autodifesa ed alla reciproca promozione a danno altrui: insomma un rivoltante rigurgito di antisemitismo?
Noi dovremmo perdonare mentre altri mettono in discussione la laicità dello Stato?
Noi dovremmo dimenticare mentre la destra a Milano, culla dell’antifascismo e Medaglia d’Oro della Resistenza, sfratta l’ANPI,l’associazione partigiana, all’ANED, quella dei deportati, e fa uscire il Comune dalla associazione che gestisce il Giardino dei Giusti?
Perché chi si oppone, chi alza la voce è accusato di non volere la “riconciliazione”,e chi tace dice di farlo per non comprometterla.
Riconciliarsi poi con chi? Perché?
Si dice da più parti che non può esserci vera riconciliazione se non vi è perdono e allora per alcuni non vi sarà mai vera riconciliazione perché non vi è perdono.
Né vi sarà.
Chi ha perso una persona amata per mano dei fascisti, dei nazisti o perodio razziale o fanatismo ideologico perché “deve” perdonare?
La dottrina cattolica dice perdona perché Cristo in croce disse: “Perdona loro, o Signore, perché essi non sanno quel che si fanno.”.
La dottrina cattolica fa del perdono uno dei suoi cardini morali ma forse per i laici non è così.
Grandi Filosofi come Voltaire prima, Freud dopo, e non sono i soli, hanno parole poco tenere per il perdono ed oggi noi forse ci troviamo in condizioni sociali e politiche ancora più complesse domandandoci: si possono “perdonare” le idee?
Si possono perdonare gli uomini che ne furono portatori?
Si possono separare gli uomini dalle loro idee?
Si possono perdonare le idee, gli ideali in nome dei quali sei stato perseguitato e ucciso tu o uno dei tuoi?
No.
Forse si possono perdonare gli uomini separandoli dalle loro idee.
Ma quando qualcuno, come da qualche tempo, alberga nuovamente in sé quelle stesse idee e quegli stessi ideali, si fa inesorabilmente carico di un rinnovato “non perdono” che corre indietro nel tempo e diventa oggi erede di un sentimento inevitabilmente ostile: non c’è pacificazione né riconciliazione.
Questo è ben diverso dall’odio e non ha nulla a che vedere con lo spirito di vendetta, comunque disapprovabile.
Oggi il perdono sembra diventato attrezzo della politica del consenso, cinicamente strumentale a fini elettorali.
Ma se dobbiamo proprio perdonare allora meglio credere, come ci spiega la moderna psichiatria, che esista una benefica scienza del perdono, o come dice un altro luminare,che il “perdono” abbassa la tensione arteriosa, insomma fa bene alla salute.
Io preferisco fare mie le parole di un altro grande filosofo, Schopenhauer:
”Perdonare e dimenticare vuol dire gettare dalla finestra una preziosa esperienza già fatta”.
Oggi il futuro che ci aspetta è drammatico, finalmente chi governa il mondo si è reso conto che la fame non diminuisce, anzi aumenta, che l’acqua tanto abbondante in queste valli altrove scarseggia, che la natura sta per soccombere sotto le devastazioni e l’inquinamento, che l’intolleranza razziale mette l’uomo contro l’uomo, che la società tecnogica ha liberato l’uomo dal lavoro ma lo ha anche privato del reddito e dunque dalla sua dignità.
Certo chi combattè e morì per la libertà tra queste montagne mai avrebbe immaginato il nostro affanno di oggi per questi problemi, mai avrebbe pensato che ci fosse un restringimento della libertà così sottile e così perverso da sembrare quasi naturale.
Allora noi, pensando a loro, dobbiamo ritrovare in chiave attuale i valori per i quali sono morti e hanno sofferto.
Dobbiamo ricominciare a ragionare tra di noi da uomo e uomo, da donna a donna, da ragazzo a ragazzo.
Dobbiamo riscoprire il valore dei rapporti reciproci, della solidarietà umana,della tolleranza, della comunità senza lasciarci travolgere dalle emozioni dell’ipocrita buonismo televisivo, dove la gente fa finta di ritrovarsi per commuoverci a poco prezzo.
Noi oggi ci siamo ritrovati, come tutti gli anni, per rinsaldare un vincolo di amicizia e per prometterci di nutrire sempre nei nostri figli e nipoti il ricordo di quello che è successo in queste valli e perché.
Questo è il debito che noi abbiamo verso chi ci ha permesso di ritrovarci anche oggi a festeggiare la libertà, quella che ci hanno donato loro.
Chiediamo ai nostri figli e nipoti di gridare ancora con noi Viva la Guerra di Liberazione, viva i nostri caduti.

lunedì 12 maggio 2008

I meritevoli

Questa sera ho ricevuto la newsletter dell'Indire e tra le varie notizie quella che mi ha interessata di più è stata quella sugli Alunni Meritevoli
Eccovi qui sotto l'articolo intero :
Nella scuola un’eccellente inversione di tendenza: l’albo dei meritevoli
Un'iniziativa per promuovere l’innalzamento dei livelli di apprendimento e garantire pari opportunità di sviluppo agli studenti.
di Roberto Antonucci
Lo svantaggio sociale che determina abbandoni e dispersione è stato affrontato dalla nostra scuola tramite molteplici tecniche di intervento. Con un notevole successo e con convinta adesione alla Costituzione che intende offrire a tutti gli alunni il potenziamento delle opportunità formative. Da qualche tempo la scuola italiana sta anche avvertendo l’esigenza di volgere in alto il suo sguardo e di occuparsi di più degli studenti che la frequentano con responsabile senso del dovere e che la intendono come luogo di acquisizione di conoscenze disciplinari.Premessa quest’ultima riflessione, si comprende e si apprezza l’iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione che ha voluto premiare, e in maniera tangibile, sia gli studenti che hanno conseguito il massimo dei voti e la lode nell’esame di Stato 2006/2007 sia quelli del triennio della scuola di secondo grado che si sono distinti in competizioni culturali nazionali ed internazionali. L’iniziativa, avviata dalla competente Direzione Generale su sollecitazione del Ministro Fioroni, è stata concretizzata dall’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex-Indire) che ha messo a punto l’Albo nazionale delle eccellenze, visibile all’indirizzo www.indire.it/eccellenze, e riportante i nominativi dei diplomati con 100 e lode e quelli degli studenti che hanno partecipato con successo a molteplici competizioni culturali. L’incrocio fra le funzioni di ricerca di cui l’Albo dispone offre taluni elementi di riflessione e di comparazione concernenti la ripartizione regionale dei diplomati con lode, la loro appartenenza all’una e all’altra tipologia di studio. Risulta notevole anche l’elenco degli Enti e delle associazioni che hanno organizzato competizioni, ma è ancora più interessante il numero degli alunni che nelle gare si sono cimentati con profitto.Molti segnali attestano lo stato di crisi dell’istruzione secondaria. La valorizzazione delle eccellenze, pubblicizzata in maniera adeguata, può costituire la premessa per quel salto in avanti della scuola superiore che tutti auspichiamo.
Se i giornali e le Tv pubblicassero e parlassero anche degli alunni meritevoli, di quelli che amano studiare, prendere dei bei voti, essere normali, educati e rispettosi, invece dei soliti bulli, scansafatiche, idioti ecc ecc che fanno solo cretinate che finiscono su You Tube, forse si comincerebbe ad avere un salto di qualità ed un ritorno ad una scuola italiana migliore, più competitiva, più di qualità di cultura e di intelligenza, che permetterebbe a tanti giovani di avviarsi verso un futuro di successo
E allora ben vengano queste iniziative e che tutti possano leggerle perchè nella scuola c'è anche tanto di positivo, e non solo i soliti alunni scriteriati da sbattere in prima pagina !

venerdì 9 maggio 2008

Bossi - Gheddafi , sfida all'Ok Corral !!!

Dopo le polemiche dei giorni scorsi quando uno dei figli del Colonnello libico Gheddafi chiese espressamente di non nominare di nuovo ministro del nuovo governo il leghista Calderoli, che con l'esibizione in Tv, due anni fa, di una maglietta antiislam, con la caricatura del Profeta Maometto, provocò gravi disordini in territorio libico e ben 11 morti tra la popolazione, oggi si sono riaccesi i fuochi e le fiamme di un bel venticello di guai e di liti tra l'onorevole padano Bossi ed il Colonnello in persona...
Infatti ieri nel giorno del giuramento del nuovo governo di Silvio Berlusconi la Libia ha fatto sapere di non voler più collaborare nella protezione delle coste italiane dall’ondata di immigrati illegali dall’Africa, «poichè - ha detto Tripoli - Roma e altri paesi dell’Unione europea non hanno messo in atto l’appoggio promesso».
La presa di posizione del regime libico è giunta poco dopo l’insediamento ufficiale del nuovo governo di centrodestra di Berlusconi, che vede la presenza di Roberto Calderoli come ministro senza portafoglio per la semplificazione legislativa.
Nei giorni scorsi il figlio del leader libico Muammar Gheddafi aveva avvertito che le relazioni tra Tripoli e Roma sarebbero peggiorate sensibilmente nel caso Calderoli avesse fatto parte del nuovo governo.
«La lingua di Gheddafi è sempre stata lunga...» così si è espresso Umberto Bossi, in Transatlantico, con i cronisti che gli chiedevano di commentare la posizione della Libia che rifiuta la collaborazione con l’Italia nel contrasto all’immigrazione clandestina.
Il leader della Lega ha pure aggiunto: «Sono loro che ci mandano i clandestini, perchè per la Costituzione libica tutti gli africani hanno diritto ad avere la cittadinanza della Libia, ma non possono tenerli tutti e quindi li caricano sulle barche e ce li mandano».
Per Bossi «bisognerebbe rimandarli tutti indietro utilizzando i dati dei satelliti, e tutti si devono fare carico del problema».

Berlusconi è invece «fiducioso» sulla possibilità di relazioni normali con la Libia. Il presidente del Consiglio ha detto : «Avremo modo di chiarire con le autorità libiche e tranquillizzare la situazione».
Anche noi cittadini siamo fiduciosi, molto fiduciosi, e confidiamo vivamente nella speranza che le sue, quelle del Cavaliere, tanto per essere precisi, non siano solo promesse da marinaio. Perchè non sarebbe piacevole se scoppiasse una bella guerretta proclandestini nel Mediterraneo
Sicuramente vincerebbe la Libia e chissà che belle risate si farebbe il caro Colonnello, che ancora aspetta i danni di guerra per l'invasione di casa sua ai tempi del fascismo !!!

Giornata della memoria per le vittime del terrorismo.

Il 9 maggio 1978, 30 anni fa, veniva ucciso dalle Brigate Rosse lo statista democristiano Aldo Moro.
Oggi il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha deposto una corona in via Caetani, dove i terroristi fecero ritrovare il suo cadavere nel portabagagli di una Renault rossa.
Molto significative le parole del suo discorso :
«Lo Stato democratico, il suo sistema penale e penitenziario si è mostrato in tutti i casi generoso: ma dei benefici ottenuti, gli ex terroristi non avrebbero dovuto avvalersi per cercare tribune da cui esibirsi, dare le loro versioni dei fatti, tentare ancora subdole giustificazioni».
«Mi ha colpito, indignato, leggere giorni fa l’intervista di un ex brigatista, lo stesso che un anno fa ha raccontato con agghiacciante freddezza come aveva ammazzato Carlo Casalegno e che ora ha detto di provare rammarico per i familiari delle vittime delle Br, ma aggiungendo di aver dato per scontato che, quando si fanno azioni di un certo tipo, accade di dare dei dispiaceri ad altri. No, non dovrebbero avere tribune per simili figuri».
«Stiamo vedendo segni di reviviscenza addirittura di un ideologismo e simbolismo neonazista, dobbiamo saper cogliere il dato che accomuna fenomeni pur diversi ed opposti: il dato della intolleranza e della violenza politica, dell’esercizio arbitrario della forza, del ricorso all’azione criminale per colpire il nemico e non meno brutalmente il diverso: per sfidare lo stato democratico».
«Lo Stato repubblicano non può abbassare la guardia, dopo aver fatto fronte allo stragismo e avere sconfitto il terrorismo dilagante degli scorsi decenni».
«Lo Stato deve restare vicino ai familiari delle vittime e a tutti i colpiti dallo stragismo e dal terrorismo, anche garantendo l’attuazione di leggi come quella del 2004».
Ricordo bene quel 9 maggio e l'orrore, lo sgomento ed il silenzio profondo sceso su noi tutti, - io allora ero a Torino all'Università di Palazzo Nuovo- quando vedemmo le prime immagini in TV . Dopo la strage degli uomini della scorta ed il rapimento dello statista politico, si era arrivati all'omicidio di Stato ed al punto di non ritorno di una follia che tanto sangue sparse in quegli anni, il sangue di tante vittime innocenti ed inermi !

mercoledì 7 maggio 2008

Ma non se ne salva uno !!!

" La Procura e il Gip di Palermo hanno avviato le procedure per l’intervento del tribunale dei minorenni, nella vicenda del cardiochirurgo Carlo Marcelletti, agli arresti domiciliari da ieri con le accuse di truffa, peculato, concussione e detenzione di materiale pedopornografico. I magistrati minorili stanno adesso valutando il comportamento dei genitori della tredicenne con cui Marcelletti avrebbe avuto rapporti: il tribunale potrebbe anche decidere che la ragazzina, appartenente alla "Palermo-bene", venga tolta alla famiglia e affidata a un istituto. La decisione è attesa nei prossimi giorni. Intanto, secondo quanto si è appreso, sarebbero decine e decine, se non proprio centinaia, gli sms che sarebbero stati scambiati da Marcelletti con la ragazzina, figlia di un’amica del chirurgo pediatrico. Gli sms erano stati inviati a commento di altri messaggi-video, gli mms, spediti e letti in precedenza, e dal contenuto che in ambienti investigativi viene definito "inequivocabile". Gli inquirenti avevano messo il cellulare del medico sotto controllo per le vicende riguardanti gli appalti e le operazioni effettuate in regime ’intra moenià e si sono imbattuti in messaggi di ben altro tipo. ...Sempre in ambienti investigativi è emerso che Marcelletti si sarebbe fatto passare per il proprio figlio e alla ragazzina avrebbe fatto credere di essere molto più giovane, quasi suo coetaneo, per poi rivelare la propria reale identità..." da La Stampa Torino
Incredibile. Veramente incredibile. Non sembra neppure possibile, leggendo questo articolo di oggi, che un personaggio così famoso e così conosciuto, che ha operato bambini ed ha fatto miracoli nel salvare tanti piccoli per tanti anni, sia la stessa persona descritta qui sopra
Ma possibile che non ce n'è uno che non si faccia coinvolgere dalla pedopornografia ???
Io che passo tanto tempo con dei giovanissimi, mi accorgo che più passa il tempo e più divento poco tollerante al loro modo di essere, tanto, troppo spesso non educato, non riflessivo, non maturo e ancor meno sensibile e disponibile nei confronti degli altri.
Sarà l'età che avanza, sarà chissà cosa, ma sinceramente amo sempre meno le nuove generazioni e trovo veramente complicato ormai riuscire ad avere un buon dialogo con loro, maschi o femmine che siano, anche con quelli che ancora hanno voglia di studiare
Ogni tanto quando esco da certe classi ho le crisi di rigetto e mi sogno la pensione e la pace e la tranquillità lontane dal lavoro e dagli studenti
Figuriamoci pensare poi di essere attirata da un giovanissimo, che il Cielo me ne scampi e liberi !
E quindi mi chiedo come una persona adulta, che tutti noi conoscevamo per le sue imprese mediche eccezionali e che stimavamo così tanto, possa essere invece così, un uomo di così bassi istinti che si fa passare per un ragazzetto e carpisce la fiducia di una minorenne per avere delle foto porno di lei ...
O tempora o mores, ma accidenti che tempi malsani !!! e non se ne salva proprio più neppure uno, di maschi senza voglie proibite e squallide ?????????

domenica 4 maggio 2008

Non era un caso !

Ieri quando ho letto il giornale - il 2 non era uscito - ho lasciato a metà un articolo perchè mi sono arrabbiata, e molto ... Parlava del giovane disegnatore industriale di 29 anni di Negrar, Nicola Tommasoli, pestato la sera del primo maggio per futili motivi e ricoverato in coma all’ospedale di Verona.
Come al solito si tiravano in ballo i soliti " balordi" e si trovava la scusante che, in una città come Verona, con un sindaco leghista che, sin dall'inizio del suo mandato lo scorso anno, si è fatto conoscere per certe sue scelte dure contro l'illegalità ma anche contro il turismo di massa, quell'episodio di brutale ed inaudita violenza non poteva non essere che un " caso" limite e fortuito
Io non credo più nei cosidetti balordi come credo ancor meno nei casi fortuiti
La violenza, quella di un certo tipo, è sempre voluta e chi la pratica è un delinquente ben consapevole di ciò che fa
E questa sera mentre cenavo ed ascoltavo il TG delle 19 ne ho avuta la conferma
I 5 balordi non sono dei poveracci a quanto pare e non sono extracomunitari. Sono italianissimi e sono di Verona !
" Ragazzo picchiato a Verona, un fermo Il giovane si è costituito alla Digos della Questura
Il ventenne confessa l'aggressione:è un ultras vicino all'estrema destra "
" E' un giovane vicino al Fronte Veneto Skinheads, già indagato per aggressioni e violenze negli stadi. Fa parte di gruppi responsabili di raid contro immigrati, meridionali, altri giovani. Altri due ricercati all'estero. Disperate le condizioni di Nicola Tommasoli, il giovane massacratoE' stato proprio indagando su "ambienti politicizzati" della città scaligera che la polizia è arrivata a identificare gli aggressori. Il ragazzo fermato era infatti già noto alle forze dell'ordine: come ultrà del Verona, per violenza negli stadi nello scorso febbraio era stato sottoposto a Daspo. In precedenza, nel 2007 era stato indagato dalla Digos insieme ad altre 16 persone per associazione a delinquere finalizzata a discriminazione razziale per alcune aggressioni avvenute a Verona analoghe a quella del primo maggio."
( da La Stampa e La Repubblica )
Mi sembra di essere tornata indietro agli anni settanta, a quando all'università a Torino c'erano le liti, le botte ed i pestaggi tra destra e sinistra e ci si andava di mezzo noi, che eravamo lì solo per studiare, per seguire le lezioni e poi per tornare a casa, dove si lavorava già !
Brutti tempi quelli, ma ancora più brutti questi, dove si predica l'odio politico verso gli avversari e dove le squadre hanno gli ultras inquadrati in un credo di violenza e di delirio contro gli altri, i diversi, i bravi ragazzi che studiano e che lavorano e che non sono mai stati i figli di papà, quelli ricchi che si possono anche permettere di andare in giro a pestare e ad aggredire
Una società che coltiva queste idee è una società pericolosa, come lo sono le ronde dei cittadini, come lo è il difendere il concetto del farsi giustizia da soli, come l'odio verso tutti gli altri, come il proteggere e il difendere le mele marce che vivono in mezzo a noi, a cui viene permesso di essere marce e ben fiere di esserlo, purtroppo

Le isole Borromee

Mercoledì 23 aprile era una bellissima giornata di sole, calda e luminosa, dopo parecchi giorni di piogge intense ed una splendida nevicata sulle nostre montagne. Io sono andata in gita alle isole Borromee con le mie due seconde ed ho avuto la possibilità di fare delle bellissime foto. Abbiamo preso l'autobus di linea che collega Omegna a Verbania e a Pallanza alle 9 e 30 siamo saliti su uno dei traghetti di linea che collegano le isole del Lago Maggiore.
Dopo una sosta di due ore all' isola Madre, con la visita al Palazzo, e la passeggiata nei giardini, purtroppo non più così splendidi e rigogliosi di piante esotiche e pregiate perchè una tromba d'aria nel giugno 2006 ha provocato danni enormi e la distruzione di tanti alberi e cespugli fioriti, siamo arrivati all' isola Pescatori, dove abbiamo mangiato al sacco vicino al molo e sulla spiaggetta. Era pieno di turisti italiani e stranieri e di altre gite scolastiche e sembrava di essere in estate, quando il sole ed il caldo attirano tantissimi gitanti sul lago

Alle due, siamo entrati nel Palazzo dell' isola Bella, bellissimo e sontuoso, e la guida ci ha accompagnato nella visita di rito alle stanze ed ai saloni del primo piano dove sono passati nei secoli scorsi tanti personaggi celebri, in particolare Napoleone. Dalle finestre aperte di alcune stanze abbiamo ammirato gli splendidi giardini con i viburni i rododendri e le azalee in fiore. Il palazzo è ancora abitato dalla famiglia Borromeo che occupa il secondo ed il terzo piano dell'imponente edificio. Nel parco c'erano i famosi pavoni bianchi che hanno fatto la ruota per la gioia di tutti noi che li stavamo ammirando. Qui potete vederne uno che si gusta il paesaggio e le acque blu del lago sullo sfondo - le altre immagini sono in PupazziePensieri, sezione Lavori - grafica 2 - . Al ritorno sul battello abbiamo ammirato Stresa e Baveno e poi Pallanza e le montagne innevate con il sole che tramontava. Una vera meraviglia. Sono arrivata a casa alle 5 e 30 passate stanca ma veramente soddisfatta perchè le nostre isole sono sempre uno spettacolo unico al mondo !!!


6 cose che mi piace fare...

Mi sono presa una piccola vacanza da internet e dal blog ma non mi sono dimenticata per nulla della promessa che avevo fatto ad Ortensia quando mi ha coinvolta nella catena del gioco 6 cose che mi piace fare. Avevo già partecipato alla stessa catena nell'altro mio blog Non solo Libri! su invito di un'altra giovane blogger e come là farò anche qui la stessa cosa: risponderò ma non indicherò nessun altro per continuare la catena. Invito infatti tutti i miei lettori e lettrici, che sono sempre tanti, a riprendere il gioco se vogliono e a nominarmi e a linkarmi, se gli va, come ho fatto io.
Non amo dover scegliere e preferisco pensare che chi passa qui da me sia libero di decidere da solo se accettare o no di rispondere a questo gioco con 6 scelte tutte personali !
Ed ora ecco cosa mi piace fare : 1 mi piace stare a chiacchierare con mia mamma quando siamo a tavola o in un momento di relax nei giorni di vacanza 2 mi piace uscire a piedi e parlare con le persone che incontro e che conosco 3 mi piace stare a leggere su una sdraio sotto all'amelanchier quando in estate fa caldo 4 mi piace prendere in braccio la mia gattaccia nera e farle le coccole 5 mi piace mangiare tranquilla e mangiare le cose buone che preparo io o che prepara mia mamma 6 mi piace andare in giro per il mondo per ampliare le mie idee le mie conoscenze e la mia raccolta di immagini digitali !!!
Un saluto a tutti e 1 kiss erica
ringrazio anche GiulionelCanada x avermi scelta tra i 6 blogger amici per fare lo stesso gioco di qui sopra