giovedì 23 dicembre 2010

AUGURI

I più cari Auguri
di
Buon Natale
a tutti i viaggiatori del web
ed
agli amici ed amiche che passeranno di qui ...

Riflessioni del Presidente ANPI

" Roma, 20 dicembre 2010
Care compagne e cari compagni, ritengo sia doveroso, in queste ultime settimane di dicembre 2010, compiere con voi una valutazione in ordine alle novità che sono intervenute sulla scena della politica italiana, sulle prospettive e sulle alternative che in ordine ad essa stanno maturando. Sul ruolo che la Nostra Associazione, l' ANPI, è chiamata a svolgere in nome dei valori, dei principi e degli impegni che caratterizzano la nostra stessa ragion d'essere. Il presente messaggio non è peraltro indirizzato soltanto ai militanti della NostraAssociazione e delle altre associazioni che intendono mantenere viva la memoria della Resistenza e di tutto ciò che essa ha rappresentato e tuttora rappresenta nella storia d'Italia. È diretto anche e soprattutto alle forze politiche cui spetta il compito di garantire quanto più possibile, in una fase di profonda crisi globale, il progresso e il benessere della nostra comunità nazionale. Inoltre questo messaggio deve essere valutato da parte di ogni componente della nostra comunità, a cominciare dalle generazioni più giovani; e ciò al fine di contribuire a quel risveglio delle coscienze oggi più che mai indispensabile. Non credo sia necessario enumerare in dettaglio tutti i comportamenti personali e quelli relativi alla gestione politica instaurati dal premier e dai suoi sodali. Tutte le insufficienze, le deviazioni da un trasparente rispetto dei principi e delle regole sanciti dalla nostra Costituzione, le arbitrarietà anche interpretative che si collocano del tutto al di fuori della nostra Carta fondamentale e le illusioni sull'oggettiva realtà dei problemi che travagliano il nostro Paese. L'uso di aggressioni mediatiche nei confronti di chi non si attiene o si ribella a quelle illusioni. Il tentativo di stravolgere la Costituzione realizzato a livello parlamentare da una maggioranza ottenuta dal premier con gli strumenti di un populismo mediatico e fortunatamente bocciato da una larga maggioranza del popolo con il referendum del giugno 2006. L'attacco martellante nei confronti delle istituzioni di garanzia previste dalla Costituzione, a cominciare dalla Magistratura, un attacco alcuna volta esteso al Presidente della Repubblica che oggi può definirsi il più solido baluardo contro una minacciata deriva autoritaria. La tolleranza da parte del premier di attività contrarie alle leggi vigenti. L'ossessiva volontà di ricorrere a leggi “ad personam” per fronteggiare i propri guai giudiziari, senza curarsi (vedi la legge sul cosiddetto processo breve) degli effetti di cancellazione di migliaia di processi in corso. Ossessione affiancata da una pretesa riforma della giustizia indirizzata ad aggredire il requisito di autonomia e indipendenza della Magistratura e a sottrarre ad essa strumenti indispensabili per l'accertamento di reati, anche molto gravi, come quelli concernenti la criminalità organizzata. Il complesso delle attività sopra citate è stato tale da suscitare il dissenso e la reazione di una parte stessa della destra, quella che fa capo al Presidente della Camera Gianfranco Fini il quale, nel suo intervento programmatico di Perugia, ha chiaramente enunciato la necessità di una destra che nel suo agire politico si muova in conformità ai principi e alle regole disegnati dalla Costituzione. Non è un caso che la Legge Fondamentale sia stata elaborata tra la metà del 1946 e fine 1947 in modo da elaborare un testo condiviso e approvato a larghissima maggioranza, fra tutte le forze politiche democratiche in campo, dai comunisti ai democristiani, agli azionisti ai liberali. Oggi ci troviamo di fronte ad un'emergenza che non vede tanto una contrapposizione tra destra e sinistra quanto un conflitto tra chi intende muoversi nel solco della Costituzione e chi invece da essa vuole divorziare, onde conseguire un potere assoluto che pur non presentandosi con gli stessi attributi esplicitamente dittatoriali del fascismo intende instaurare un nuovo potere autoritario. Questo è il vero e concreto obiettivo del berlusconismo. In sostanza, il populismo è lo strumento di chi oggi governa l'Italia, l'autoritarismo è il risultato cui vuole pervenire. Martedì 14 dicembre il premier Berlusconi ha evitato la sfiducia per soli tre voti, dopo un'indecente attività di mercato. Ed ora si ripropone espressamente di operare, al fine di rafforzare la sua maggioranza, in modo da continuare questa sua deprecabile attività. La prospettiva è preoccupante, considerando la spregiudicatezza dei suoi comportamenti. Per sconfiggere questa deriva che consegnerebbe il nostro Paese ad un ulteriore degrado dal quale sarebbe enormemente difficile risollevarsi, l'unica risposta non può che essere un'alleanza di tutte le forze d'opposizione che a questo disegno si oppongono in modo concreto e operante, senza alcuna esclusione. È necessaria la realizzazione di una sorta di CLN dettato dall'emergenza, capace di ricreare le condizioni fondamentali affinché la normale dialettica politica possa ricostituirsi su basi nuove nell'ambito delle forme e dei limiti della nostra Carta Fondamentale. È un progetto verso il quale occorre muoversi, con una piena disponibilità di quelle forze che furono un tempo capaci dell'approvazione della nostra Legge fondamentale.
Nel concludere questo mio messaggio ritengo necessario soffermarmi sul disagio profondo che pervade studenti e giovani privati di una prospettiva futura, disagio latente da tempo,che negli ultimi giorni ha portato ad una reazione fondamentalmente giusta. Noi tutti però dobbiamo evitare che la violenza venga ritenuta l'ultima risorsa di chi è disperato. Per questo ai giovani in particolare,desidero dire che la degenerazione della protesta in atti violenti porta come conseguenza il dare involontariamente ragione ai responsabili dell'attuale degrado. D’altro canto, le proposte di arresto preventivo – che riecheggiano leggi fasciste – e le altre iniziative volte a rafforzare la repressione dimostrano chiaramente l’intenzione dell’attuale governo di ridurre a questione di ordine pubblico il profondo anelito di giustizia e progresso che costituisce l’essenza delle proteste di studenti e precari. Per modificare le cose bisogna isolare le frange violente, di qualunque tipo esse siano e impegnare le migliori energie, a cominciare dalle nuove generazioni, nello sforzo comune per il cambiamento, forti del fatto che la coscienza del Paese è dalla parte delle legittime aspirazioni dei suoi giovani.
Con un fraterno augurio a tutti voi, per il prossimo Natale e per il nuovo anno, rendiamo sempre più operante il nostro impegno per il Bene della nostra Italia
Raimondo Ricci
Presidente nazionale ANPI "
Con  gli auguri online ho ricevuto da due amici, Michele e Daniela, anche gli auguri e le riflessioni di  Raimondo Ricci il Presidente nazionale dell' ANPI. Visto quello che sta succedendo in questi ultimi giorni, compresa la seduta odierna al Senato, dove alla rappresentante del Pd Anna Finocchiaro è stato impedito di portare a termine il suo intervento prima delle votazioni per la discussa legge che cambierà le Università italiane, non posso che condividere i pensieri  del Presidente Anpi e preoccuparmi ancora di più
Perchè ogni nuovo giorno che passa, sentendo e leggendo quello che succede nelle stanze della politica, provo un'ansia  sempre più profonda ed angosciante. La democrazia si sta allontanando velocemente ...
Povera Italia e poveri noi Italiani ! Chissà che fine faremo nel 2011 ?

martedì 7 dicembre 2010

Le cariche della polizia

Negli ultimi anni degli ormai lontani anni 70, quei bruttissimi anni di piombo in cui l'Italia si ritrovò il terrorismo in casa, e tanti troppi morti tra coloro che servivano lo Stato, giudici magistrati poliziotti carabinieri sindacalisti e vittime innocenti, spesso l'università che frequentavo e le strade intorno furono teatro di lotte e di scioperi degli studenti E più di una volta non riuscii ad andare a lezione perchè l'ateneo di Palazzo Nuovo era stato occupato o perchè la polizia aveva caricato ed erano iniziati pestaggi e botte
In questi ultimi mesi ho troppo spesso visto immagini tanto simili, dalle botte date ai pastori sardi perchè chiedevano giustizia per i prezzi iniqui con cui vengono pagati i loro prodotti alle cariche ed alle manganellate contro gli studenti che che stanno difendendo in tutti i modi il diritto ad uno studio equo e giusto per tutti
Mi sono spesso chiesta allora, quando ero giovane e con tante speranze in un futuro migliore, come potessero quegli uomini in divisa usare quei brutti metodi violenti per difendere uno Stato che troppo spesso andava contro la propria gioventà con leggi inique ed ingiuste
Continuo a chiedermi, oggi che giovane non lo sono più, con ben poche speranze in un futuro democratico equo e giusto, come possano ancora mandare quei poliziotti, con i loro caschi ed i loro manganelli, ed i lacrimogeni e le cariche improvvise e le violenze, quelle violenze incredibili, a pestare persone disperate, italiani, extracomunitari,, pastori, lavoratori, studenti, padri di famiglia che difendono la salute dei loro figli contro le discariche napoletane, che protestano contro le ingiustizie di uno Stato assurdo e di un branco di politici scalcinati che blaterano blaterano ma non combinano mai nulla e qundo fanno, fanno solo leggi che non stanno nè in cielo nè in terra, come si suol dire...
Non avrei mai messo una divisa, piuttosto avrei fatto la barbona se non avessi trovato un lavoro gratificante, ma non sono mai riuscita a concepire come riescano quegli uomini, e probabilmente anche quelle donne, ormai, ad obbedire a simili ordini e a caricare i propri simili, soprattutto quelli che manifestano civilmente, senza violenza
Genova e la Diaz sono state un vero orrore, ma chi può dire che non si ripeterà più ?
Le cariche di oggi pomeriggio a Milano e a Roma sono state pesanti come lo sono state quelle della Sardegna o quelle della periferia di Napoli
Quanti sono stati feriti per difendere i loro diritti ?  Quanti hanno rischiato in quesi pestaggi brutali ?

domenica 28 novembre 2010

WikiLeaks

Questa sera WikiLeaks, il sito di Julian Assange era sotto attacco "DoS" (denial of service) da parte di hacker non meglio identificati. Ho letto la notizia nella home page del quotidiano La Stampa, che ha comunque pubblicato un articolo molto interessante tradotto da un giornale online americano.
Una nuova ondata di pubblicazioni di documenti confidenziali della diplomazia americana, per lo più degli ultimi tre anni, " un quantitativo gigantesco del traffico quotidiano fra il dipartimento di Stato Usa e circa 270 ambasciate e consolati, un resoconto segreto delle relazioni Usa con il mondo che forniscono una visione senza precendenti alle negoziazioni dietro le quinte tra le ambasciate di tutto il mondo, con i punti di vista candidi e brutali dei leader stranieri e valutazioni franche delle minacce nucleari e terroristiche, hanno creato lo scompiglio negli USA ed in altre parti del mondo.
In Italia il ministro degli esteri Frattini ha parlato di complotto. Forse la verità circa i rapporti del nostro Presidente del Consiglio con Putin, Gheddafi e altri personaggi simili sarà un complotto per chi ci governa, ma sapere cosa fa chi è a capo del governo non è certo un male per noi cittadini....

Io non ci sto

Se entrerà in vigore la nuova "Legge per la stabilità" che limita il 5 per 1000, tutte le organizzazioni del terzo settore subiranno un taglio dei fondi del 75%.
Emergency e numerose altre associazioni hanno promosso un appello al Parlamento, chiedendo di eliminare, nel testo della "legge per la stabilità" di prossima discussione, il tetto di 100 milioni di euro da destinare al 5 per 1000 per l'anno 2011.
Io ho sottoscritto l'appello su www.iononcisto.org  Sono stata la firma 142384 .

I funerali di Baldoni

Sono stati celebrati ieri nella chiesa di Santa Maria della Pieta' di Preci (Perugia) i funerali di Enzo Baldoni, il giornalista italiano rapito ed ucciso in Iraq nel 2004. ''Un esempio per le giovani generazioni, per la comunita' umbra: Enzo Baldoni sara' ricordato da tutti per la dedizione, la passione e competenza con cui esercitava il lavoro di cronista libero, determinato nel raccontare la verita''', ha detto il Presidente della Provincia di Perugia. ''Un giornalista che credeva fortemente nei valori della solidarieta', del volontariato e pacifismo, valori e ideali che ha custodito fino alla tragica scomparsa. La Provincia di Perugia rinnova la propria vicinanza e cordoglio ai familiari del reporter nella convinzione che il suo esempio possa rappresentare per tutti noi un punto di riferimento per una informazione libera e fratellanza fra i popoli''. C'erano la famiglia e tutto il paese di Preci nella piccola chiesa  dove si è svolto il funerale di Enzo, il pubblicitario giornalista free lance di 56 anni rapito e ucciso in Iraq nel 2004 dagli uomini di Al Qaida.Il feretro è arrivato a Preci poco prima dell'inizio del rito direttamente dall'istituto di medicina legale di Roma dove i resti del giornalista, riportati dall'Iraq, si trovavano dall' aprile scorso. Sulla bara di legno chiaro c'era un cuscino di fiori.La vedova di Enzo ha preso la parola dopo la cerimonia, ringraziando la sua famiglia «allargata per avermi dato la forza di andare avanti. Devo confessarvi che quando ho avuto la conferma che si trattava effettivamente di Enzo mi era venuta voglia di una funzione privata ma ora sono contenta che ci sia tanta gente. Vorrei ringraziarvi uno per uno».

Ho letto questa notizia stamattina sul quotidiano e sono rimasta profondamente commossa. Mi piaceva molto leggere Baldoni ed il suo blog e seguii con angoscia e profondo dispiacere il suo rapimento e la sua morte così orribile in quel paese tanto lontano e tanto brutale e sfortunato. Ora finalmente è tornato a casa, all'affetto della sua famiglia e delle tante persone che lo hanno amato ed apprezzato, e riposa in pace, quella pace in cui lui credeva e per la quale è morto in un paese di guerra

martedì 28 settembre 2010

Montezemolo vs Lega

" Sabato Bossi , riferendosi al discorso di Emma Marcegaglia alla politica e al governo, ha detto che «è facile parlare, molti parlano e pochi sanno cosa fare» Il sito di Italia Futura, fondato dal presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, domenica ha attaccato il leader della Lega con un intervento di Carlo Calenda e Andrea Romano, sostenendo che è proprio lui a fare quel tipo di chiacchiere delle quali gli italiani «hanno piene le tasche»
«Ha ragione Bossi  È facile parlare e più difficile agire. Bisogna ascoltarlo quando discetta sul valore dei proclami perché si tratta di un vero esperto in materia. Negli ultimi sedici anni ha costruito il successo della Lega sul lavoro di organizzazione del partito ma anche sulle provocazioni (e ultimamente su qualche gesto). Di fatti invece se ne sono visti ben pochi. Se non la corresponsabilità della Lega in questi sedici anni di non scelte che hanno portato il Paese ad impoverirsi materialmente e civilmente». Non solo un attacco alla Lega  , ma anche un bilancio negativo di tutta la seconda repubblica. Alla quale la fondazione di Montezemolo contrappone   il mondo di Confindustria; gli italiani «che lavorano e producono  Quegli italiani che, a differenza di Bossi, «tengono in piedi il Paese con i fatti e non con le parole».dalla stampa online
Non avrei mai pensato che un bel giorno avrei letto una notizia simile e avrei dovuto dare ragione a Montezemolo, un ricco industriale imparentato con gli Agnelli. La Roma ladrona di Bossi e dei leghisti, uno dei loro cavalli di battaglia preferiti, è ladrona solo quando fa comodo loro perchè, come possiamo constatare ogni giorno ormai, a Roma loro ci sono sempre in Parlamento Ed abbiamo visto anche che per restare su quel famoso cadreghino della politica e degli interessi di parte anche i leghisti hanno votato compatti per difendere Cosentino, accusato di mafia...
Alla faccia dell'onestà e della legalità, naturalmente ! Io mi chiedo come possano essere così creduloni tutti quegli Italiani che si bevono ancora  le parole di certi politici e che pensano che riusciranno ad avere il federalismo e quant'altro viene loro propinato da chi predica bene ma razzola male E sguazza nel fango di una democrazia declinante dove non brillano neppure più le famose perle da dare agli altrettanto  famosi porci di veneranda memoria!!!

martedì 21 settembre 2010

Gli oni !

Non ci bastavano Fini, Berlusconi, il Pdl e le loro liti  intestine che ci hanno rotto per tutta l'estate E poi Bossi, la Lega e la loro scuola di Adro con tutti quegli assurdi simboli ovunque, dai banchi al tetto. Dovevano arrivare anche gli...oni
Ne sentivamo veramente la mancanza di Veltroni, Fioroni, Gentiloni, i 3 oni !!!,  che con Parisi ecc ecc hanno pensato (pensato??? ) di fare una bella mozione di critica al segretario del partito Bersani , firmata da 75 parlamentari PD, che ha creato scompiglio e confusione anche nel centrosinistra
E non contento del casino sollevato, Veltroni ha pure richiesto  una mozione di sfiducia contro Berlusconi !!!
Ma non voleva andare in Africa, Veltroni ??? Si sarebbe fatto una gran bella vacanza, avrebbe preso un bel sole e noi non ne avremmo più sentito parlare, finalmente...
Io mi chiedo sempre più spesso se questi politici ad oltranza, che non lasciano il posto ai giovani, non hanno proprio nulla da fare, visto che a turno, ogni giorno, estraggono dal cappello a cilindro una boiata pazzesca che riempie pagine e pagine di quotidiani che potrebbero invece usare i loro spazi per ben altro
Non sono solo lontani da noi cittadini che lavoriamo per arrivare dignitosamente alla fine del mese, ma  sono proprio avulsi dalle nostre vite di tutti i giorni e non si rendono conto che a noi non interessa un bel niente delle loro proposte pazzasche che quotidianemente ci obbligano a subire, delle loro liti, dei loro egoismi egocentrici e di tutte le scemenze varie che si inventano
Basta con gli oni, gli ini, gli uni e gli altri ...
Basta ! Che non se ne può proprio, ma proprio piùùùù !!!!

martedì 31 agosto 2010

Ritiro dall'Iraq

7 anni di guerra in Iraq Oggi Obama ne ha annunciato il ritiro definitivo delle truppe americane
Saddam era un dittatore
Ma che fine ha fatto l'Iraq in questi 7 anni ???
Ne valeva la pena ??
Ed ora, cosa succederà ?

Il Processo breve

Oggi il settimanale cattolico dei Paolini "Famiglia Cristiana" è intervenuto riguardo al processo breve, uno dei cavalli di battaglia del PDL per il ritorno  politico di settembre,  con una dichiarazione che condivido pienamente : il processo breve "Non è la priorità" ! Nell’editoriale del settimanale diretto da don Sciortino di questa settimana si legge infatti :
«Adesso che le elezioni anticipate appaiono scongiurate  il Governo s’appresta a portare in Parlamento un’agenda di cinque punti su cui chiedere la fiducia. Il piatto forte, naturalmente, è la giustizia. O meglio, il "processo breve" che, per renderlo meno indigesto all’opinione pubblica, si chiamerà "processo in tempi ragionevoli". E che avrà una corsia preferenziale, grazie a risorse e investimenti straordinari. Da reperire, a ogni costo, sia pure in tempi di ristrettezze. Ma a settembre, con la ripresa scolastica, le famiglie avranno altre priorità: lavoro e lotta alla povertà, innanzitutto».  ( questo testo è pubblicato in un articolo de La Stampa online di oggi )
«Le fabbriche  riaprono i cancelli, ma circa cinquecentomila posti sono a rischio. E qualche azienda, da subito, non aprirà nemmeno i cancelli. Al ministero dello Sviluppo, dove da mesi si è in attesa di un nuovo ministro, più di duecento tavoli di crisi sono aperti. E non se ne vede la soluzione». Così come, finora, la famiglia è rimasta nel dimenticaio del Governo. «Dopo tante promesse e qualche timida apertura sul quoziente familiare  tutto s’è arenato. Per i politici il benessere della famiglia non è bene prioritario, ma merce di scambio, in una logica mercantile che mira a interessi di parte e non al bene comune. A ricordarci questo disinteresse, che ha radici lontane e riguarda tutti i partiti, è il ministero dell’Economia. L’Italia è la cenerentola d’Europa, fanalino di coda nel sostegno alle famiglie». 
Meno male che ci sia ancora qualcuno che non è indifferente ai nostri problemi quotidiani e che denunci ... Ma forse le denunce non bastano , vero ?

Lo spettacolo Gheddafi

Ho volutamente scelto di stare lontana il più possibile dal Pc a luglio e ad agosto ed ho passato molto del mio tempo di vacanza all'aperto, in giardino soprattutto. Aria pura e tranquillità, senza stress eccessivi, sono stati il mix migliore per rilassarmi . Ho però continuato anche a leggere il quotidiano e ad ascoltare qualcheTg . Sono stati 2 mesi di polemiche politiche, di ritornelli ripetuti e ripetitivi di destra e di sinistra, di scontri tra  i PdL finiani  e berluscones,  Fini e Berlusconi in primis, con i soliti " Andiamo a votare perchè..." " Non andiamo a votare perchè... ", tutte, tante, troppe parole che sinceramente mi hanno stufata fino alla nausea perchè per l'ennesima volta, in nome del popolo italiano,  si sono preoccupati solo ed esclusivamente dei loro interessi personali e dei loro cadreghini traballanti  e litigiosi!!!
E oggi, nel  leggere sul quotidiano La Stampa la lettera inviata da Maurizio Lupi e Mario Mauro, rispettivamente vicepresidente della Camera e capogruppo Pdl all'Europarlamento, sul nuovo triste spettacolo del leader libico Gheddafi, tornato a Roma per celebrare il secondo anniversario del Trattato di amicizia italo-libico, mi sono chiesta a cosa possono servire le preoccupazioni di questi due parlamentari visto che chi ha accolto a braccia aperte il raiss africano e gli ha organizzato una bella festa con cena tricolore  è stato proprio Berlusconi, il loro capo di partito e di governo !!!!
La lettera di Lupi e Mauro è senza ogni dubbio bellissima e molto intensa e vale la pena leggerla tutta perchè analizza il pericolo Gheddafi, che non è solo un clown con un "circo" di cavalieri beduini a disposizione, ma è un ricco dittatore africano che predica l'islamizzazione a casa nostra, regalando Corani ad un branco di scollacciate ragazzotte bellocce,  pagate naturalmente, e poi ci ricatta con il suo petrolio,  con i suoi lavori in Libia, con  lo spettro dell'invio di nuove massicce immigrazioni dall’Africa di migliaia di quei poveri cristi  da lui sfruttati  senza ritegno e senza dignità alcuna
Trovo piuttosto ipocrita denunciare l'indegno spettacolo di Gheddafi  in nome del popolo che vuole essere libero dal potere proprio quando è il potere italiano, quello politico attuale che ci governa e quello economico-industriale-bancario, che era schierato alla cena di ieri sera per l'ingordigia di nuovi guadagni miliardari in terra libica, quello che si è umiliato ed ha leccato i piedi al satrapo africano ! La linda ed ordinata Svizzera è uscita da poco da un increscioso impasse con Gheddafi padre e figlio Chissà se un bel giorno faremo anche noi la stessa fine e poi piangeremo sul latte versato perchè il caro Gheddafi del paese del Bengodì ci ha fatto uno dei suoi bidoni colossali  e crudeli ???
" Dopo due giorni di Gheddafi-show verrebbe voglia di gridare ai quattro venti il celebre motto dell’imperatore Cesare Augusto: «Signori e signori, lo spettacolo è finito».
Perché le amazzoni, i cavalli berberi, la tenda beduina, i vestiti appariscenti, le hostess a pagamento sembrano annebbiarci la vista. Siamo così abituati alle folkloristiche esagerazioni che il leader libico si concede quando viene qui che tutto il resto passa in secondo piano. Avvolto da un manto di preoccupante indifferenza. Ma le parole pronunciate da Gheddafi davanti alle 500 adepte accuratamente selezionate non possono lasciarci indifferenti. Quel richiamo alla necessità che l’Islam diventi la religione dell’Europa ha una portata dirompente. E non possiamo rimanere fermi a guardare anche perché, come scriveva Paul Bourget alla fine di un suo celebre romanzo, «l'uomo o agisce come pensa o finisce per pensare come agisce».
Per questo ci permettiamo di sollevare una questione: è ancora opportuno offrire il nostro Paese come palcoscenico per gli spettacoli del rais? Certo, è fondamentale per noi sviluppare relazioni diplomatiche privilegiate con la Libia, ma come mai scene e appelli come quello di domenica non si vedono mai in Germania o nel resto d’Europa? Ormai nessuno sembra più essere cosciente del reale pericolo che rappresentano quelle parole. Non perché contengano una particolare carica fondamentalista, ma perché il contesto di relativismo che le accoglie ne stravolge completamente rilevanza e senso. È come se ogni cosa avesse lo stesso valore. Le frasi di Gheddafi sono un pericolo proprio per il fatto che non ne avvertiamo la gravità.
Tra l'altro non possiamo nasconderci che quello che è avvenuto domenica non potrebbe mai verificarsi in molti Paesi musulmani. Cosa accadrebbe se, non un politico cristiano, ma un qualsiasi cristiano facesse certe affermazioni? Verrebbe perseguito dalla legge per aver utilizzato espressioni o comportamenti non idonei alla religione locale.
La provocazione di Gheddafi serve quindi a ricordarci ciò che siamo e cosa significa essere cristiani. Hrant Dink, il giornalista turco-armeno assassinato nel 2007 nel quartiere di Istanbul davanti al suo giornale, ricordava: «Ascoltando le 5 preghiere islamiche mi ricordo di essere cristiano; la convivenza fa crescere la consapevolezza e alimenta la conoscenza». Ed è proprio facendo riferimento alla Turchia e al suo ingresso nella Ue che Gheddafi si è provocatoriamente augurato l’islamizzazione dell’Europa. Ma il rais dimentica che ciò che blocca questo processo è l’assenza, in quel Paese, di alcuni requisiti di libertà e democrazia, che sono testimonianza concreta dell’incidenza della tradizione cristiana nel processo di formazione dell’Europa.
Infatti la consapevolezza di essere cristiani è anche la consapevolezza dell’incidenza di quel processo che ha avuto tra i suoi frutti maturi la democrazia e la libertà, il vero problema del popolo è infatti essere libero dal potere e un Dio che non rappresenti per l’uomo la possibilità di compiere il proprio desiderio di infinito è solo l’origine di una nuova schiavitù. Se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell’importanza sociale del fatto religioso. Per questo è incredibile un’Europa che non si apra alla dimensione pubblica della religione. Perché proprio un’Europa che cerca di confinare nel privato la rilevanza sociale del cristianesimo diventa fragile rispetto a esibizioni come quelle di Gheddafi.
Non dobbiamo mettere in atto una crociata identitaria. Quello che è realmente importante è l’amore per il destino del popolo che ha bisogno di essere libero dal potere."

lunedì 2 agosto 2010

Emergency di nuovo a Lashkar-gah

" Oggi, giovedì 29 luglio, il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah ha riaperto i battenti.
Un team composto da un chirurgo, due infermieri e un logista internazionali e da 140 afgani, tra personale medico, amministrativo e ausiliario ha ripreso possesso della struttura, ancora sigillata dopo la chiusura avvenuta lo scorso 10 aprile.
Sulla decisione hanno influito le continue sollecitazioni della società civile afgana. Da quando il Centro di Emergency a Lashkar-gah era stato chiuso, la popolazione locale aveva perso un luogo di cura fondamentale: l'ospedale era infatti l'unica struttura in grado di offrire assistenza chirurgica gratuita e di elevata qualità in tutta la provincia di Helmand.
Emergency festeggerà la riapertura dell'ospedale al concerto che Patti Smith le ha voluto dedicare, domenica 1 agosto, in Piazza San Marco a Venezia. " dalla newsletter di Emergency
Una bella notizia di un fine luglio che ha visto crisi politiche, squallidi ritorni di cricche, P2 , P3, corruzioni e quanto altro, che ha visto troppe donne uccise da uomini impazziti , incapaci di gestire le loro gelosie, il loro essere stati abbandonati e la loro violenza abnorme. Un luglio veramente da dimenticare !

mercoledì 14 luglio 2010

La Rainbow Warrior

 25 anni fa  gli agenti dei servizi segreti francesi affondarono la nave di Greenpeace Rainbow Warrior. Il 10 luglio del 1985, quando mancavano dieci minuti alla mezzanotte, due esplosioni squarciarono lo scafo della nave ormeggiata nel porto di Auckland, in attesa di fare rotta per Moruroa. La "Rainbow Warrior" affondò e il fotografo Fernando Pereira rimase ucciso.
Mi ricordo bene l'episodio perchè ero in vacanza in Francia ed ho seguito per giorni e giorni sui giornali ed alle tv locali le polemiche e il caos che scoppiarono oltralpe. Un episodio di violenza leggittimato da uno stato democratico che sconvolse notevolmente l'opinione pubblica francese ma soprattutto internazionale.
Per commemorare quel tragico evento, Greenpeace ha avviato la costruzione della Rainbow Warrior III, posando la sua chiglia nel corso di una cerimonia presso il cantiere navale di Maritim a Danzica. La nuova Rainbow svolgerà un ruolo fondamentale nella campagna per evitare gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici.

Progettata per essere all’avanguardia, soddisferà i più elevati standard ambientali. Navigherà principalmente a vela, ma in condizioni climatiche sfavorevoli potrà usare un motore a propulsione diesel-elettrica, riducendo in modo significativo l’uso del carburante. Il telaio e il posizionamento delle vele sono stati ottimizzati per migliorare l’efficienza, mentre il calore creato dal generatore verrà riutilizzato per riscaldare l’acqua a bordo. Trasporterà anche un elicottero e sarà dotata di una piattaforma di atterraggio. La Rainbow Warrior III  25 anni dopo le bombe sulla Rainbow Warrior -per inviare un messaggio chiaro: " non si può affondare un arcobaleno!"
( le parti in corsivo sono tratte dalla newsletter di Greenpeace)

mercoledì 7 luglio 2010

Roma,una giornata da dimenticare

«L’Aquila è un malato grave, voi staccate l’ossigeno». È  sfilata lungo le vie del centro di Roma la rabbia del "Popolo delle carriole": è necessario «arrivare ai palazzi in cui si decide il futuro», era  intenzione dei cinquemila aquilani  fermarsi prima a Montecitorio, poi in piazza Navona, a due passi dal Senato.
Sono tornati indietro, dopo aver fronteggiato un gran schieramento di forze dell’ordine, con due feriti e tanta frustrazione per aver ottenuto «botte e solo un contentino», come hanno commentato alcuni. In serata il governo ha comunicato l’accordo sulla dilazione delle tasse: «il recupero dei tributi e dei contributi non versati per effetto della sospensione disposta a causa del terremoto che ha colpito la provincia dell’Aquila nell’aprile 2009, sarà effettuato in 120 rate mensili a decorrere dal gennaio 2011».
«Questo è il governo dell’odio e del manganello», ha commentato Antonio Di Pietro, leader dell’Idv. " da La Stampa online To

" Alla Camera sulle norme che istituiscono le comunità giovanili scatta la rissa, e Franco Barbato (Idv) rimedia da un corpulento deputato del Pdl un colpo in faccia per il quale i medici gli diagnosticano 15 giorni di prognosi. Fatti per i quali il presidente della Camera Gianfranco Fini ha chiesto una istruttoria ai deputati questori.
Tutto succede durante l’esame del ddl Meloni. Il testo è duramente contestato dall’opposizione ma anche da alcuni deputati del Pdl che, a cominciare da Alessandra Mussolini, sono spine nel fianco per il giovane ministro della Gioventù, che evidenzia un «problema politico». Si è lì lì per decidere il rinvio (poi avvenuto) del testo in commissione quando Franco Barbato, non nuovo a baruffe in Aula a Montecitorio, parte in una provocazione nei confronti della Meloni e del Pdl. «Lei è un ministro molto giovane solo apparentemente, perchè in questo provvedimento lei rappresenta una politica molto vecchia e stantia. Ho l’impressione - dice - che lei voglia finanziare la sua corrente, la corrente di Alemanno, del suo assessore regionale Lollobrigida che gestirà questi fondi, il suo parente».
Ma Barbara Saltamartini (ex An) non ci sta: parte dritta come un treno verso Barbato e, a malapena frenata dai commessi, comincia ad urlargli improperi, da questi ricambiati a tono. In un attimo le danno man forte diversi altri deputati ex An: anche loro hanno come obiettivo Barbato, cui Maurizio Bianconi urla a squarciagola «pezzo di merda». E scatta la colluttazione.
Fabio Rampelli cerca di «acchiappare» Barbato ma non ce la fa; Giovanni Dima prende al collo Pierfelice Zazzera (Idv), "colpevole" di trovarsi accanto al "bersaglio" e volano parolacce. La vicepresidente Rosy Bindi sospende la seduta per i disordini: è in questa fase che Barbato viene colpito al volto. Testimoni della scena riferiscono che Carlo Nola, abbastanza corpulento ed anche lui del Pdl, riesce a superare la barriera dei commessi ed a mollare da dietro un sonoro ceffone in faccia a Barbato. " da La Stampa online To
Oggi è stata una giornata molto calda e le immagini viste in Tv, dal Tg3 al tg de La 7 a quello serale della Svizzera italiana, non sono certo state edificanti. Dalle botte e dalle manganellate delle forze dell'ordine ai disperati cittadini aquilani, che non sanno più dove sbattere la testa perchè oltre ad avere ancora una città distrutta con quintali di macerie non tolte devono pure tornare a pagare le tasse , alla rissa in Parlamento, tutto è vergognoso, incredibilmente, profondamente, ignominiosamente, vergognosamente d-i-s-g-u-s-t-o-s-o
Da tempo provo una profonda inquietudine per tutto quello che sta succedendo a livello politico e sociale ma episodi come quelli di oggi a Roma mi convincono sempre più che il nostro paese stia correndo seri pericoli e che la libertà e la democrazia se ne stiano andando a passi sempre più lunghi, rapidi e veloci ...nella più completa indiffernza della maggior parte degli Italiani, purtroppo !

sabato 26 giugno 2010

Ustica 30 anni di ombre

" Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all'amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili. La tenace dedizione e l'anelito di verità e giustizia con i quali l'Associazione da lei presieduta perpetua il ricordo di quel 27 giugno 1980 trovano la nostra piena comprensione  Occorre il contributo di tutte le Istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente e veritiera di quanto accaduto, che rimuova le ambiguità e dipani le ombre e i dubbi accumulati in questi anni. Nel sempre doloroso ricordo delle 81 vittime, esprimo a lei e ai famigliari dei caduti la partecipe vicinanza mia e della intera Nazione "  il Capo dello Stato  al Presidente della Associazione familiari vittime della strage di Ustica , Daria Bonfietti
Per non dimenticare e per rivedere l'ampia documentazione riguardante il DC9 Itavia caduto in mare 30 anni fa, raccolta meticolosamente da due giornalisti,  sono tornata nel sito stragi80 
Ricordo ancora il profondo senso di sgomento che provai allora quando seppi la notizia e l'angoscia successiva quando si iniziò a sapere che non era stata una tragedia aerea ma un " segreto di stato" da depistare e nascondere ... E dopo neanche due mesi, il 2 agosto 1980, di nuovo Bologna fu colpita da un'altra immane tragedia, l'attentato alla stazione Anni lontani ma sempre presenti nonostante sia passato tanto tempo e lo stesso dolore e la stessa rabbia di allora !

"Una sentenza depositata il 14 giugno 2010 a Palermo ha definitivamente accertato che «circa le due opzioni formulate per individuare le cause della caduta dell'aereo, e cioè l'abbattimento ad opera di un missile, o l'esplosione interna, la Corte ritiene accertata, nel rispetto degli standard  di prova sopra specificati, la prima» cioè il «missile».
«La sentenza della Corte di Appello di Palermo, prima sezione, a mezzo del proprio Presidente Relatore Dr.Alfredo Laurino, ha chiuso ogni porta alle ulteriori fantasiose, infondate e depistatorie ipotesi di deflagrazione di una bomba all'interno del DC9, definitivamente accertando, in punto di fatto, le cause della deflagrazione per opera di un missile. La Corte, sul punto, ha vagliato le numerose perizie versate al fascicolo dibattimentale valorizzando ogni aspetto ed elemento di prova ed escludendo che una bomba potesse aver lasciato quei segni ritrovati sul relitto». «Il fatto accertato dalla Corte non potrà essere oggetto di alcuna riforma, essendo definitivo poichè l'eventuale ricorso in Cassazione potrebbe vertere su mere questioni di puro diritto. Tale fatto, quindi, è oramai giudizialmente appurato dalla magistratura Italiana e non più revocabile in dubbio». Adesso «nessuno può più mettere in discussione che quella sera del 27 giugno del 1980 l'aereo dove viaggiavano 81 Italiani sia stato abbattuto da un missile. Ora il passo successivo sarà quello di verificare di quale nazionalità era il missile»" comunicato di due avvocati che hanno seguito la vicenda, Vanessa Fallica e Daniele Osnato.

martedì 22 giugno 2010

Referendum a Pomigliano

" Sono stati 4.637 i votanti al referendum che si è svolto dalle 8 alle 21 di questa sera presso lo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. Gli aventi diritto al voto erano 4.881.  Si è raggiunto una percentuale del 95% ..." da La Stampa online To
Questa sera ho letto un bellissimo articolo di  di Luigi De Magistris, ( luigidemagistris.it ) nel sito online di  Micro Mega . Le sue parole sono un pensiero personale che non posso che condividere perchè ritengo che ciò che la Fiat sta proponendo ai lavoratori di Pomigliano è un ricatto a cui non possono dire no perchè hanno bisogno di lavorare e per quel lavoro devono accettare anche i ricatti di una grande industria, dicendo no a leggi costituzionali di salvaguardia del lavoro e degli stessi lavoratori.  Un ritorno ad un passato e a tempi bui che sarebbe stato molto meglio non dover mai più ritrovare e rivedere !
Qui sotto pubblico l'analisi acuta , precisa, importante di de Magistris, che meglio di così non poteva spiegare cosa sta succedendo a Pomigliano in questi giorni:
" La nuova schiavitù di Pomigliano   Il ministro del Lavoro Sacconi parla di “svolta storica” nelle relazioni industriali e sindacali italiane, il collega dell’Economia Tremonti lo definisce esempio dell’avvento di una “economia sociale di mercato”, mentre per Cisl, Uil e l’ad Fiat Marchionne è l’unica soluzione possibile. Per i lavoratori dello stabilimento si tratta invece di un ricatto: continuare a lavorare si, ma in un regime di schiavitù  formalizzato dalle parti sociali.
L’accordo sul destino di Pomigliano d’Arco, che vede l’opposizione della sola Fiom Cgil pronta già allo sciopero, rappresenta il primo importante passo verso la controriforma del mondo del lavoro che questo Governo sta cercando di realizzare da mesi, sfruttando come paravento di copertura la crisi economica. Una sorta di spartiacque, non solo simbolico, fra due ‘epoche’ contraddistinte.
Un prima in cui l’occupazione e i diritti, almeno sul piano ufficiale, dovevano coesistere senza conflitto e un dopo - che è il nostro presente e il nostro futuro e che comincia proprio a Pomigliano - in cui il lavoro diviene spudoratamente e formalmente il far west delle leggi e dei diritti, per aprirsi ad un’economia “senza lacci e lacciuoli” come piace a quella Confindustria del profitto privo di regole, alla politica rampante del “mercato liberosulle spalle dei più deboli, al sindacato che confonde modernizzazione con rinuncia dei diritti e delle regole. Pomigliano rappresenta una partita di più vasto significato in cui si giocano due modelli socio-economici inconciliabili: quello del lavoratore e quello del nuovo schiavo. Si comprende allora la virulenza della concertazione e del conflitto sorti intorno allo stabilimento campano, non solo fabbrica di occupazione ma anche di legalità in una terra nella quale il lavoro è un presidio di contrasto alla montante camorra, che tutto cerca di infiltrare e di gestire adesso che ha assunto la fisionomia del business e si è accomodata nei Cda.
700 milioni investiti per garantire lo stabilimento in cambio della deroga al Contratto nazionale di lavoro e alla Costituzione, che la Fiom non si piega ad accettare, evidenziandone anche i profili di inefficacia e di non validità proprio perché in contrasto con la Carta e con le norme del contratto nazionale. Disponibili ad accettare l’intensificarsi dei ritmi produttivi (18 turni con 40 ore di straordinario comandato, flessibilità necessaria, riduzione della pausa), i lavoratori e la Fiom non possono però piegarsi alla sospensione dei diritti costituzionali e al rispetto dei contratti in essere.
La Fiat infatti si impegna ad investire a Pomigliano, soltanto se viene riconosciuta la possibilità di licenziare quei lavoratori in sciopero che in qualsiasi modo mettano in discussione l’accordo. Tradotto: la fine dell’articolo 40 della Costituzione, quello che dopo il Fascismo fu voluto dai padri costituenti per garantire ciò che la dittatura aveva cancellato, cioè il diritto di chi lavora a difendersi con l’astensione dall’occupazione. Un diritto costituzionale individuale rispetto a cui nessuna organizzazione può sottoscrivere la rinuncia. Punizione dei sindacati che proclamano questo tipo di lotta e che si vedranno privati del versamento dei contributi e sospensione dei permessi sindacali previsti dallo Statuto dei lavoratori.
Semplificato: il ritorno al passato, ad una condizione antecedente al 1970, quando lo Statuto fu approvato segnando un traguardo importante. Cessazione del pagamento della malattia di fronte ai picchi di assenteismo e cancellazione dei permessi elettorali: tutto in violazione della legge e dei contratti attuali. Pomigliano è dunque il palcoscenico delle prove generali di una “recita” pericolosa: quella che vuole uccidere la forza del sindacato; distruggere il Contratto nazionale di lavoro per la contrattazione locale o aziendale, che rende il lavoratore solo e quindi debole; restringere lo spettro dei diritti, dissenso compreso, violando la Costituzione e la legge. Perciò accettare questo ricatto non è possibile. Per Pomigliano e per il Paese, per il futuro dei lavoratori.  (15 giugno 2010) "

“La libertà è partecipazione informata”

" La maggioranza cerca di imporre la Legge sulle intercettazioni telefoniche che scardinerebbe aspetti essenziali del sistema costituzionale. Sono a rischio la libertà di manifestazione del pensiero ed il diritto dei cittadini ad essere informati. Non  tutti i reati possono essere indagati attraverso le intercettazioni e viene sostanzialmente impedita la pubblicazione delle intercettazioni svolte. Una pesante censura cadrebbe sull’informazione. Anche su quella amatoriale e dei blog (Art.29). Se quella legge fosse stata in vigore, non avremmo avuto alcuna notizia dei buoni affari immobiliari del Ministro Scajola e di quelli bancari di Consorte.
Se la legge verrà approvata, la magistratura non potrà più intervenire efficacemente su illegalità e scandali come quelli svelati nella sanità e nella finanza, non potrà seguire reati gravissimi.
Si dice di voler tutelare la Privacy: un obiettivo legittimo, che tuttavia può essere raggiunto senza violare principi e diritti.
Si vuole, in realtà, imporre un pericoloso regime di opacità e segreto.
Le libertà costituzionali non sono disponibili per nessuna maggioranza.
Stefano Rodotà    Fiorello Cortiana    Juan Carlos De Martin   Arturo Di Corinto   Carlo Formenti   Guido Scorza    Alessandro Gilioli    Enzo Di Frenna
http://nobavaglio.adds.it/   "  da  Micro Mega

236395 persone hanno firmato questo appello... Io ho firmato questo appello questa sera

Il lavoro in queste ultime settimane è stato più faticoso del solito ed il tempo libero molto ridotto. Non ho più scritto nel blog anche per questi motivi ma soprattutto per una profonda riflessione su ciò che sta succedendo attualmente in Italia, sulle nuove, future leggi volute da una maggioranza che sta limitando sempre più la libertà di parola e di pensiero di ognuno di noi
Avrei anche potuto non ricominciare più a scrivere questo blog, avrei anche potuto cominciare a subire quella censura che impedirà ogni libera manifestazione di pensiero, avrei anche potuto diventare indifferente, passiva, intruppata in quella grande massa di cittadini senza idee, senza pensieri, senza riflessioni personali,  senza nulla da dire  da fare  da proporre  da contestare ...
Avrei, certo, ma ho preferito firmare quell'appello e ricominciare a scrivere , fosse anche solo per me stessa, per conservare nel web, per un futuro che spero molto migliore di questo presente così inquietante,  i miei pensieri , in libertà
Perchè la libertà è anche partecipazione informata e l'informazione non si può imbavagliare ...

lunedì 31 maggio 2010

Word No Tobacco Day

" Si celebra oggi la giornata mondiale contro il fumo. Il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è "Gender and tobacco with an emphasis on marketing to women", - le strategie di marketing del tabacco rivolte alle donne- Secondo l'OMS  il tabacco uccide 5 milioni di persone l'anno e tra queste 1,5 milioni di donne.
L'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) conferma questi dati  soprattutto il particolare che, nei decessi a causa di melanoma al polmone, siano proprio le donne ad aver fatto registrare un aumento del 1,5%, rispetto ad una diminuzione del 2% da parte dei maschi. La Giornata Mondiale senza Tabacco 2010 richiama l’attenzione sugli effetti nocivi del marketing del tabacco rivolto alle donne e in particolare alle ragazze giovani.
 Infatti un dato preoccupante riguarda, in modo particolare, le ragazze giovanissime, che fumano come e forse più dei maschi. Per gli uomini diminuiranno in futuro  le malattie causate dal fumo, come il tumore ai polmoni, mentre per le donne ci sarà  un incremento. I giovanissimi non pensano ai rischi derivanti dal tabacco, ma è importante che siano informati circa le elevate possibilità di contrarre il tumore in un'età sempre più giovane, compresa tra i 40 e i 45 anni.
Purtoppo in assenza di un'azione urgente per contrastare le attuali tendenze, il consumo di tabacco potrebbe uccidere fino a 8 milioni di persone entro il 2030, tra le quali 2,5 milioni di donne.
L'OMS riferisce anche un altro dato preoccupante, circa i paesi in via di sviluppo, nei quali si registrerà un'epidemia, senza virus, di malattie legate al fumo nella maggioranza della popolazione, giovane e adulta, considerando che il 60% di essa fuma.
Controllare la diffusione epidemica del tabacco tra le donne è una parte importante di una strategia globale di controllo del tabacco. Questa giornata vuole essere un importante momento di riflessione circa l'impatto nocivo del fumo sulla salute, che è la prima causa di morte e malattie nella nostra società."
Sono da sempre allergica al fumo e per anni, sul posto di lavoro, ho sofferto degli effetti nocivi delle sigarette fumate dai colleghi e colleghe. Con la legge antifumo finalmente noi allergici abbiamo ripreso a vivere bene
Ma ogni giorno, soprattutto al mattino, quando incontro le giovanissime mie ex alunne che vanno a scuola con una sigaretta in mano, mi chiedo perchè nelle loro famiglie non impediscono loro di fumare . Si rovinano la salute solo per sembrare grandi e quel loro vizio tanto di moda le accompagnerà a lungo nel corso della loro vita e non sempre senza conseguenze
Sarebbe veramente importante che si  proibisse ai tabaccai  di vendere ai minori, maschi o femmine che siano, le sigarette perchè sicuramente sono una importante fonte di guadagno e di lucro ma anche un grave danno per tanti ragazzi e ragazze che non sanno dire no al fumo!

Dove è andato Israele !

" È finito in una strage, con almeno 19 morti, l’assalto condotto stanotte dalle forze israeliane contro la flottiglia multinazionale di attivisti filo-palestinesi in navigazione verso la Striscia di Gaza. L’azione - ripetutamente minacciata da Israele nel caso in cui gli attivisti avessero cercato di forzare il blocco imposto attorno alla Striscia fin dall’avvento al potere degli islamico radicali di Hamas, nel 2007 - è avvenuta di notte in acque internazionali, a qualche decina di miglia dalla costa. L’epicentro degli scontri - che hanno provocato un’immediata crisi diplomatica fra Israele e Turchia, in prima fila nel sostegno alla flottiglia - è stata la nave di una ong turca che guidava la spedizione, promossa dal movimento "Free Gaza" con la partecipazione di circa 700 persone (tra cui almeno cinque attivisti italiani) e l’intenzione dichiarata di portare un carico di aiuti a Gaza sfidando il blocco. I commando israeliani saliti a bordo da imbarcazioni ed elicotteri, hanno aperto a un certo punto il fuoco Ventisei attivisti sono rimasti feriti (uno è in fin di vita). Fra questi, anche un leader radicale degli arabi di Israele, lo sceicco Raed Sallah L’alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani, Navi Pillay, si è detta «scioccata» per l’assalto. La Lega araba ha convocato per domani al Cairo una riunione urgente dei suoi ministri degli Esteri. Turchia, Grecia, Spagna, Svezia, Danimarca e Irlanda hanno convocato i rispettivi ambasciatori di Israele, l’Unione europea ha chiesto allo stato ebraico di aprire un’inchiesta. Pesanti critiche sono venute dai governi di Francia e Germania e il ministro degli esteri italiano Franco Frattini parlando di un «fatto assolutamente grave», ha «deplorato» l’uccisione di civili." da La Stampa online

In un vecchio post di Pensieri in Libertà mi chiedevo dove stava andando Israele perchè da troppo tempo lo stato ebraico stava opprimendo il popolo palestinese con muri di contenimento, attacchi militari e metodi antidemocratici che troppo spesso mi hanno fatto venire i brividi perchè la maggior parte delle vittime erano donne bambini ed anziani
Purtroppo l'odio e la violenza di Israele hanno toccato l'apice questa notte con l'attacco alle  navi di pacifisti che già erano state fermate a Cipro
Quello che accadeva alla fine della seconda guerra mondiale alle navi, come l'Exodus, che portavano gli ebrei superstiti dei campi di sterminio verso la Palestina e la terra promessa, quando gli Inglesi impedivano loro di attraccare, ora si ripete con un'unica differenza: che gli assassini sono i soldati di Israele
Come può una nazione che tra le sue genti ha avuto ed ha ancora tante vittime della Shoah e dell'orrore nazista essere così feroce e crudele verso le genti di Palestina e verso tutti coloro che stanno cercando di autarli portando viveri medicine e tutto ciò che occorre loro ?
L' odio non porta da nessuna parte e questo bagno di sangue indegno e vergognoso di una nazione democratica non farà certo amare di più lo Stato di Israele, neppure a chi fino ad ora è stato indifferente ai problemi di quella regione così tormentata E tutte le nazioni civili dovrebbero prendere seri provvedimenti contro Israele, non solo limitarsi a tiepide deplorazioni per l'uccisione di civili !!!

domenica 9 maggio 2010

Earth Day ?

" Lo scorso 20 aprile nel Golfo del Messico, è esplosa e poi affondata la piattaforma Deepwater Horizon. L’incidente, oltre a uccidere undici persone, ha rilasciato in mare una quantità imprecisata di petrolio, causando in pochi giorni una catastrofe ambientale. Grossi pericoli corrono le sei specie di balene presenti nell'area, il tonno rosso e le quattro specie di tartarughe marine che in questo periodo si riproducono nel Golfo del Messico." dalla stampa online
Un'altra catastrofe provocata dall'uomo e dalla sua avventatezza si è abbattuta sulla natura in una delle parti più belle al mondo.Le trivelle dell’uomo, che eruttavano petrolio, violando il bellissimo mare messicano, si sono spezzate ed ora l'oro nero con la sua untuosa marea sta seminando inquinamento, distruzione e morte lungo le coste americane, in quel meraviglioso paradiso naturale che è il delta del Mississippi.
Stanno morendo i delfini, i pellicani, gli alligatori, le tartarughe, e le genti che vivono lungo la sua riva sono state private delle loro risorse ittiche e turistiche e si disperano per questa nuova immane catastrofe che la mano  dell’uomo, per avidità incoscienza e presunzione tecnologica, ha provocato, facendo danni oltre ogni limite.
E che dire dell'ultima dichiarazione dei proprietari della piattaforma, i signori del petrolio, che hanno " promesso" di pagare i danni del disastro, qualunque cifra essa sia ?
Basterà mai un mucchio di soldi sporchi di olio nero e puzzolente a porre rimedio al danno ecologico fatto a quelle terre ed alla morte di tutte quelle povere bestie, una ferita insanabile a cui non si potrà mai porre rimedio ? e che non è ancora terminata perchè la stupidità umana ha fatto un altro disastro, a quanto pare, mettendo un copricapo ai pozzi, un copricapo che non solo non ha fermato la fuoriuscita del petrolio ma che probabilmente creerà altri problemi notevoli per levarlo da dove è stato buttato ...
Perchè invece di dedicare un giorno alla Terra, non proviamo tutti quanti assieme a salvare veramente questo nostro mondo ormai inquinato e calpestato dall'ingordigia dalla stoltaggine e dall' ignoranza degli uomini?
Perchè non proviamo tutti quanti a fermare questo scempio che , se continua così, lascerà ben poco di bello e di pulito alle nostre generazioni future ?
Nel ventiquattresimo anniversario del disastro di Cernobyl, assisitiamo impotenti ad un altrettanto grave disastro Ma quando finirà mai tutto ciò?

Anniversari

Oggi è la festa della mamma Un augurio a tutte le mamme, quei meravigliosi esseri umani che per 9 lunghi mesi ci hanno tenuto nel loro ventre e poi ci hanno dato la vita. Quelle mamme pazienti che, per tutta la  vita,  si sono sempre preoccupate di noi, figli o figlie, che sempre hanno desiderato vederci felici e realizzati e sempre ci  sono state vicine, nei momenti migliori come in quelli difficili... 
Oggi , 9 maggio, è anche una giornata di anniversari
Stamattina, in Tv, sul canale Russia Today, ho visto alcune immagini della parata per la Victory Day sulla Piazza Rossa  E' infatti il 65°anniversario della vittoria  nella Seconda Guerra Mondiale, o Grande Guerra Patriottica come dicono i russi, contro il nazifascismo .
Per la prima volta nella storia di Mosca, il presidente russo Medvedev ha invitato a sfilare accanto ai soldati russi i militari americani, francesi e britannici, in ricordo dell’alleanza anti-Hitler. Sono stati invitati anche Obama, Brown, Sarkozy e Berlusconi, che non hanno potuto esserci a causa di improrogabili impegni, ma  il presidente polacco ad interim Komorowski è stato ricevuto al Cremlino dove Medvedev gli ha consegnato i file segreti sulla strage di Katyn promessi alcuni giorni fa, durante le cerimonie  avenute in terra russa. Un'altra grande importante novità è stato  anche il «niet» deciso del governo sovietico al progetto del comune di tappezzare Mosca di ritratti di Stalin per questo importante anniversario storico.
Le immagini della Tv russa hanno mostrato il presente, con i pochi reduci superstiti, carichi di medaglie, in ricordo del loro coraggio di valorosi combattenti, ed i monumenti agli eroi ed alle vittime civili morti nella più sanguinosa e distruttiva guerra del XX° secolo, ma anche immagini di repertorio di grande importanza storica, come la la battaglia di Stalingrado (attualmente Volgograd, una bellissima città interamente ricostruita) -  una delle battaglie più cruente della storia, che nella missione di Hitler battezzata Barbarossa vide morire due milioni tra soldati e civili - e  la battaglia di Leningrado (ora San Pietroburgo), che vide la città circondata dall’esercito nazista per 29 mesi, durante i quali morirono quasi un milione di persone tra stenti e violenze, attacchi via terra e bombardamenti aerei del nemico, ma che eroicamente resistette e ricevette l’appellativo di gorod geroj, Città Eroina.
Impressionanti sono state anche le immagini dell’Armata Rossa, comandata dal generale Georgij Zukhov, noto con l’appellativo di spasitel, il salvatore, che  nel 1945  liberò le città della Russia e proseguì fino all'assedio della Germania e di Berlino, una città completamente fatta a pezzi  dai bombardamenti dove la disfatta del Terzo Reich vide il suicidio di Hitler e dei suoi fedelissimi nel Bunker segreto. Quei soldati russi che mettono la bandiera della loro patria sulle rovine dell'ultima residenza del dittatore nazista sono il simbolo della fine della seconda Guerra Mondiale e di quell' incubo che portò la rovina e la morte di milioni di persone in tutta Europa.
Un altro vento di follia e di fanatismo colpì l' Italia  alle soglie degli anni '80. Oggi è infatti l'anniversario della morte di Aldo Moro, lo statista democristiano rapito ed ucciso dalle BR. Sono passati 32 anni dal quel maledetto 9 maggio 1978, quando il corpo dello statista venne ritrovato nel baule posteriore di una Renault 4 rossa a Roma, in via Caetani, ma il ricordo resta indelebile nella memoria. Era stato rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo, dopo uno scontro a fuoco in cui furono barbaramente uccisi gli uomini della sua scorta,  e restò per 55 giorni in una  prigione delle Brigate rosse. Cinque volte presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana, sarà oggi ricordato, in tutta Italia, in occasione della ''Giornata della Memoria per le Vittime del Terrorismo e delle Stragi''.
Ricordando al Quirinale le vittime del terrorismo italiano negli anni ’70 ed ’80, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato che : " di fronte alla crisi economica «è necessario tenere sempre alta la guardia contro il riattizzarsi di nuove possibili tentazioni di ricorso alla protesta violenza e di focolai, non spenti una volta per tutte, di fanatismo politico ed ideologico» Occorre attenzione «specie guardando ai problemi da affrontare anche in Italia sul terreno economico e sociale», «in una fase che è stata e rimane critica per tutta l’Europa».
Dopo aver ascoltato le testimonianze dei parenti delle vittime degli Anni di piombo,  il presidente Napolitano ha detto «No alla violenza e alla rottura della legalità»;«si tratta di un imperativo da non trascurare in nessun momento, in funzione della lotta che si combatte anche con importanti successi contro la criminalità organizzata, ma più in generale in funzione di uno sviluppo economico politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo dell’Italia».
Il Presidente ha ricordato che ai tempi del terrorismo «l’Italia corse rischi estremi», ma «sapemmo uscirne nettamente, pur pagando quei duri prezzi che oggi ricordiamo, e avemmo così la prova di quanto profonde fossero tra gli italiani le riserve di attaccamento alla libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza democratica sui cui poter contare».
Oggi, «quelle riserve vanno accuratamente preservate, ravvivate, messe in campo nella situazione attuale del paese e del mondo che ci circonda». Le aree di conflitto internazionali sono «meno lontane dall’Europa di quanto magari non dica la carta geografica», e «giungono fino a noi gli echi del più cupo fondamentalismo», da cui «anche il nostro paese non è immune».
Il capo dello Stato ha poi aggiunto che nella strage di Ustica oltre ad «intrecci eversivi, ci furono anche intrighi internazionali che non possiamo oggi non richiamare, insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, ad inefficienze di apparati e di interventi deputati all’accertamento della verità».
Parole decisamente importanti per non dimenticare, come invece è stato, purtroppo, fatto troppo spesso in passato, quegli oscuri episodi e quegli oscuri tempi che tutti noi che eravamo giovani o giovanissimi negli anni '70 e '80 non abbiamo mai dimenticato. Anni di piombo, anni di morti innocenti, troppi!, assassinati per portare avanti una eversione assurda ed inconcepibile, di destra e di sinistra, che nulla aveva a che fare con la libertà e la democrazia e di cui non è mai stata fatta completa giustizia, perchè  non sono mai stati arrestati tutti i veri colpevoli ed i mandanti di quegli attentati e di quegli omicidi, gambizzazioni e stragi senza senso, che lasciarono un segno profondo in chi come me è sempre stata contraria alla violenza ed al caos  ...

lunedì 3 maggio 2010

Giornata internazionale libertà di informazione

Oggi 3 maggio, come ogni anno, l'Onu ha celebrato la giornata internazionale dedicata alla libertà di informazione.E' stata l'occasione per un bilancio pubblico di un bene prezioso ma in bilico in molte parti del nostro pianeta dove questo diritto fondamentale è stato leso e ne sono  seguiti un aumento della corruzione, della violenza, delle prevaricazioni con la conseguente riduzione dei più elementari diritti civili, politici e sociali.
Anche in Italia  non si possono dimenticare quanti ancora aspettano giustizia per i loro figli o figlie che sono morti mentre svolgevano il loro lavoro di giornalisti:  dalla famiglia di Ilaria Alpi a quella di Enzo Cirielli, ammazzato in Palestina dall'esercito israeliano, e a quella di Roberto Russo, ammazzato in Cecenia mentre cercava di documentare quella sporchissima guerra fortemente voluta da Putin.
Il tre maggio è anche la giornata nella quale Reporters sans frontiers presenta il suo tradizionale rapporto sugli  stati predatori delle libertà.
Vi è anche una paginetta dedicata alla Italia che ci assegna la maglia nera in Europa, purtroppo...

domenica 25 aprile 2010

A reti unificate

Oggi Berlusconi , in un discorso sulle tre reti della Rai, ha detto : "Dopo 65 anni la nostra missione è ora di andare oltre quel compromesso del padri costituenti e costruire l'Italia del futuro".


Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro della commissione di Vigilanza Rai, ha dichiarato: "E' del tutto insolito che il presidente del Consiglio utilizzi un messaggio, di fatto a reti unificate, per parlare ai cittadini . E' come se fosse già avvenuta una modifica della Costituzione, attribuendo al Capo del governo un ruolo che non ha. E la Costituzione è un valore supremo che non può essere aggirato nè nella forma nè nel contenuto".

"Oggi è una celebrazione troppo importante per credere al canto delle sirene di Berlusconi" ha affermato  Antonio Di Pietro, presidente dell'Italia dei Valori . "Il 25 aprile  ha un valore storico fondamentale per la nostra democrazia e non possiamo permettere che Berlusconi faccia carta straccia di un tesoro che hanno costruito i padri costituenti. Come possiamo fidarci di un capo del Governo che in due anni ha portato in Parlamento solo leggi ad personam? Come possiamo fidarci di un capo del Governo che attacca, a giorni alterni e non solo con le parole, la magistratura e la libera stampa?" dai quotidiani online La Stampa e Repubblica

Non mi è piaciuto accendere la tele e vedere il presidente del consiglio seduto lì di fronte a me, mentre parlava a reti unificate, come di solito succede quando parla il Presidente della Repubbblica, e ascoltare i suoi progetti di un futuro che non condivido e non approvo
Ritengo che la nostra Costituzione sia ancora valida e soprattutto che sia fondamentale il ruolo del Capo dello Stato  per mantenere un equilibrio più democratico e rispettoso di quei valori lasciatici proprio da quei padri fondatori lungimiranti e saggi, che si preoccuparono di ricostruire l'Italia per gli Italiani e non per gli interessi personali di un solo uomo che si preoccupa più di se stesso che non dei problemi del nostro paese e di noi cittadini

domenica 18 aprile 2010

Liberati !!!

"Sono stati rilasciati Marco Garatti, Matteo dall'Aira e Matteo Pagani, i tre operatori di Emergency arrestati l'11 aprile scorso a Lashkar Gah, nel sud dell'Afghanistan, dalle forze di sicurezza afgane, con l'accusa di aver partecipato a un complotto per compiere un attentato contro il governatore della provincia di Helmand. Lo rende noto un comunicato della Farnesina. I tre operatori, secondo quanto rende noto Emergency, si stanno dirigendo verso l'ambasciata italiana a Kabul. " da La Repubblica
Una bellissima notizia , finalmente !

sentenza n. 13897 Sì a Epiteti e Rimproveri in famiglia

"La sesta sezione penale di Cassazione con la sentenza n. 13897 ha accolto il ricorso di un padre sulle misure cautelari e, disponendo un nuovo esame sul punto davanti al Tribunale di Bologna, ha evidenziato che anche in base alle testimonianze offerte da un vicino di casa si attesta soltanto che i bambini in casa venissero sgridati e rimproverati, secondo atteggiamenti sicuramente poco apprezzabili come strumento educativo ma tuttavia generalmente ricorrenti nei rapporti famigliari."
" Non è un atteggiamento educativo, ma può accadere nei rapporti famigliari che un genitore appelli con qualche insulto o parolaccia il proprio figlio a causa della sua intemperanza. In questo caso la misura cautelare del divieto di dimora nella casa famigliare nei confronti del genitore appare davvero esagerata.

Sulla base di queste premesse i giudici ermellini hanno annullato la misura inflitta ad un papà romagnolo 49enne dal Tribunale di Bologna per aver dato spesso dei “deficienti” ai propri bambini. In effetti sembra che il padre talvolta prendesse a parolacce i figli perchè «incoercibili» e iperattivi, disturbo questo peraltro confermato. "da La Stampa To
Non so se sarà una sentenza che farà discutere ma di certo è una sentenza che ha interessato la stampa, che l'ha pubblicata. Molti ragazzi sono attualmente troppo «incoercibili» ed iperattivi anche a scuola e non è mai facile riuscire a gestirli e ad avere un normale rapporto di civile convivenza con loro.
Mi chiedo sovente quali possano essere stati i motivi o le cause che hanno provocato simili comportamenti
Mi chiedo ancora più sovente come si potrebbe o si può fare a "conquistare" questi ragazzi e ragazze fino ad ottenere da loro altri modi di comportamento, più tranquilli, più civili, più rispettosi nei confronti degli altri, che li aiutino anche in quel lungo periodo di costruzione di se stessi che è la preadolescenza e la adolescenza stessa e li rendano più sicuri, più felici e più responsabili
Quando però non ottengo nulla o quasi nulla da loro, o ben poco dai loro genitori, perchè non tutti si interessano dei loro figli, e lo si nota purtroppo, mi sembra veramente di essere un don chisciotte che sta combattendo con i mulini a vento
Una misura cautelare del divieto di dimora nella casa famigliare nei confronti del genitore sarà stata sicuramente esagerata ma in alcuni casi bisognerebbe proprio obbligare dei genitori, o troppo buonisti e permissivi o esageratamente restrittivi e punitivi,  a seguire dei corsi educativi che insegnino loro a dare una buona e giusta educazione ai propri figli !

Eyjafjallajkull ci ha messi in ginocchio !

" Gli effetti delle ceneri del vulcano islandese Eyjafjallajkull, dopo aver chiuso i cieli d'Europa, si fanno sentire anche in Italia dove numerosi sono stati i disagi che hanno colpito migliaia di viaggiatori. L'Enac ha infatti disposto di estendere l'interdizione al volo in tutto il Nord fino alle otto di lunedì mattina. Insieme agli scali chiusi, o trasformati in bivacco, nell'occhio del ciclone anche le stazioni delle principali città italiane, dove i treni sono stati presi d'assalto. Una situazione che ha fatto lanciare un grido d'allarme al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: mettersi in viaggio   solo per effettive necessità." da La Stampa To
Nel mondo della globalizzazione e della super tecnologia dove tutto e tutti  si muovono in modo frenetico e convulso, senza un attimo di tregua, sembra quasi incredibile che l'eruzione improvvisa di questo bellissimo  vulcano dal nome impronunciabile, nella lontana ed affascinante terra dei ghiacci d'Islanda, abbia sparso in pochi giorni per l'intera Europa una massa di nuvole e ceneri che hanno messo in ginocchio l'Europa intera
Grazie a questo sconvolgimento di madre natura, quella natura che noi non consideriamo mai, ma che esiste e che, ogni tanto, capricciosa e biricchina o crudele e malefica, si fa sentire forte e (pre)potente nelle nostre vite, ieri sono stati bloccati ben " 17.000 voli sui 22.000" che al sabato attraversano abitualmente i cieli d'Europa. La quota di cancellazioni è  al 73% ormai ma non si sa  ancora come finirà perchè nessuno è a conoscenza di quando quel magnifico vulcano incandescente terminerà di eruttare ingenti masse di ceneri e di sostanze nocive. Sono notevoli anche i disagi sulle rotte transatlantiche e nelle tratte verso l'Asia
Senza aerei  si stanno fermando non solo i viaggi vacanzieri dei fine settimana, ma anche attività politiche - Berlusconi domani non andrà in Germania per un incontro con la Merkel ed Obama oggi non parteciperà ai funerali del presidente polacco morto nel disastro aereo in Russia per esempio -, del  lavoro e del quotidiano passaggio di merci da un paese all'altro. Ho letto che sono già stati segnalati possibili problemi nell'approvvigionamento di alimenti deperibili in Inghilterra, dove molta  frutta e  verdura fresca viene importata per via aerea,   ma penso che ci saranno sicuramente anche altri paesi  che si troveranno nelle stesse difficoltà e, se il disagio attuale continuerà, potrebbero esserci conseguenze ancora più gravi

Questa crisi improvvisa probabilmente ha permesso ai cieli d'Europa di disinquinarsi per qualche giorno dai gas tossici dei troppi aerei che li attraversano, ma cosa succederà se quelle ceneri scenderanno giù, portate a terra da venti o piogge locali,?
Su tutti i giornali e nei Tg hanno detto che non sono pericolose per la salute e che le Alpi hanno bloccato in parte la loro intensità, ma sarà vero? O faremo la stessa fine di Cernobil ?
Mi è rimasto impresso, indelebile, nella memoria quel 26 aprile 1986 quando scoppiò il reattore nella centrale nucleare di Cernobil con la drammatica fuoriuscita di sostanze radioattive. In Italia nessuno disse nulla per alcuni giorni e poi anche quando la notizia fece il giro del mondo si cercò di minimizzarne la pericolosità dicendo che tutto, o quasi, andava bene; bastava prendere qualche precauzione, tipo non mangiare verdure fresche o bere latte appena munto!
In effetti  inizialmente i venti da Sud-Est avevano portato la maggior parte dei radionuclidi verso la Scandinavia, ma poi una rotazione delle correnti da Nord-Est spinse la pericolosa nube fin sul Nord Italia, dove giunse il 1° maggio. E le Alpi non fermarono un bel nulla...

Troppo spesso viviamo in funzione di noi stessi e del nostro ego individualista, pensando a soddisfare i nostri piaceri ed i notri interessi, senza preoccuparci minimamente del domani ... Eyjafjallajkull non  ha solo messo in ginocchio l'economia dei voli charter e tutti gli europei in giro per il caro Vecchio continente, ma potrebbe anche mettere in pericolo la nostra salute e le nostre stesse vite e ci tiene in pugno, tutti quanti, con la sua imprevedibile pericolosità  Eyjafjallajkull ha veramente rimesso in gioco tutte le nostre sicurezze di uomini del XXI° secolo, impareggiabili padroni- consumatori - sfruttatori impietosi del pianeta che ci ospita e senza paura, silente e solitario, continua a farsi gli affari suoi, come ogni vulcano eruttivo che si rispetti !
Altro che Bin Laden o Al Quaeda e tutti gli altri terroristucoli o dittatorelli del mondo, che ad ogni piè spinto ricattano il resto dell'umanità con minacce ed attentati strabilianti e spettacolari da far rizzare i capelli, con stragi e morti a go-go, qua e là, nei luoghi più imprevedibili e lontani o famosi e conosciuti ...

Emergency a Piazza San Giovanni

Si è svolta ieri pomeriggio a Piazza san Giovanni a Roma la manifestazione di Emergency  in solidarietà e a sostegno dei tre volontari operatori della ong arrestati in Afghanistan.
Hanno partecipato più di 50 mila persone - veramente tanta gente per una manifestazione organizzata in soli tre giorni, solo da Emergency, senza l’apporto di partiti politici o sindacati - al grido di " Librateli".
Gino Strada ha dichiarato che  : "La guerra è nemica di tutti" ed ha reso noto che "  l’organizzazione umanitaria sta lavorando «in stretta collaborazione con le Nazioni Unite per risolvere questo brutto pasticcio» grazie all’interessamento particolare dell’inviato dell’Onu in Afghanistan, Staffan De Mistura."
Riguardo al ruolo del governo italiano, Strada ha detto: «Loro fanno il loro lavoro, che non giudico anche perchè non so esattamente quale sia. Noi stiamo facendo il nostro. Sono due cose diverse». Emergency spera solo di avere notizie positive dei suoi tre operatori. «Ma se non saranno liberi entro sabato prossimo ci ritroveremo di nuovo in piazza» ha annunciato la presidente  Cecilia Strada, figlia di Gino, salutando tutti dal palco.

Intanto agli avvocati, che Emergency aveva nominato giorni fa,  è stato impedito di vedere i 3 membri dello staff  arrestati.
Le firme dell'appello nel sito di Emergency sono ormai più di 350 mila e vi sono state anche 11.000 firme di cittadini afghani della valle del Panshir, che  confermano la "reputazione" della ong presso le popolazioni locali.

Un'altra testimonianza molto interessante di ciò che è successo  a Lashkargah la si può leggere per intero qui
Una delle infermiere italiane di Emergency rientrate lo scorso martedì mattina a Kabul da Lashkargah ha raccontato a PeaceReporter i fatti degli ultimi giorni :
"Noi stiamo bene, ma siamo molto preoccupati per la sorte dei nostri colleghi, di cui non sappiamo più nulla" "Non li vediamo da sabato mattina e non sappiamo più niente di loro da quando l'ambasciatore ha potuto incontrarli, domenica. Da allora buio assoluto. Lunedì non hanno concesso all'ambasciatore italiano di rivederli e ad oggi non sappiamo dove siano detenuti. Ci pare allucinante che il nostro governo, che mette tanti soldi e soldati in questo paese, non abbia nemmeno la possibilità di chiedere dove sono rinchiusi tre suoi cittadini! Tutta questa storia è una macchinazione vergognosa, e anche stupida".
"Sabato mattina Marco Garatti doveva partire per Kabul, ma il suo volo è stato cancellato. Dopo pranzo l'amministratore del nostro ospedale ha fatto evacuare tutti noi internazionali dall'ospedale dicendo che c'era un allarme-bomba. Quindi siamo tornati tutti a casa. Dopo un po' l'amministratore ci ha detto che l'allarme era rientrato e che potevano tornare tutti al lavoro. Ma proprio in quel momento ci ha chiamato l'infermiere afgano del pronto soccorso, dicendoci che dei militari erano entrati all'ospedale armi in pugno. Allora sono andati solo Marco, Matteo e Matteo per vedere cosa stava succedendo, e noi cinque siamo rimasti a casa, in attesa di notizie.
A un certo punto ci siamo accorti che sul tetto di casa c'era un poliziotto armato: ci siamo spaventati e ci siamo messi in corridoio, la zona più protetta della casa, e abbiamo cercato di contattare gli altri in ospedale, ma non rispondeva nessuno al telefono. La polizia avevano circondato la casa. Abbiamo chiamato i nostri a Kabul e a Milano per capire cosa stesse accadendo e dopo un quarto d'ora agenti afgani armati, in divisa e in tuta mimetica, sono entrati in casa. Hanno perquisito tutte le nostre stanze, hanno preso radio, computer e hard disc esterni e li hanno messi tutti in una delle camere, che poi hanno chiuso e sigillato con il nastro adesivo, dicendoci di non aprirla: sarebbero tornati l'indomani per controllare il contenuto dei computer. Non ci hanno dato nessuna spiegazione".
".... Intanto l'ambasciatore era arrivato a Lashkargah, ma non è venuto a casa nostra perché a quanto pare non era autorizzato. Un afgano ci ha detto che c'erano delle persone in città che 'manifestavano contro Emergency'. Lo staff locale ci ha informati che l'ospedale era rimasto sotto il controllo della polizia armata afgana che ha chiesto loro di proseguire le attività mediche di routine. Ma non sappiamo se abbiano continuato ad ammettere pazienti. Eravamo sempre più tesi e preoccupati".
" ... Questa mattina, scortati dalla polizia, abbiamo raggiunto l'aeroporto dove ci hanno perquisito come mai era successo, svuotando tutti i nostri bagagli e facendoci anche brutti commenti sui nostri indumenti. E ora siamo qui a Kabul, senza i nostri passaporti, che - a quanto ne sappiamo - sono ancora in mano alle autorità afgane che li hanno prelevati dagli uffici dell'ospedale. Tutto questo è surreale!

martedì 13 aprile 2010

"Io sto con Emergency"

IO STO CON EMERGENCY
Ho firmato l' Appello “Io sto con Emergency”  sul sito http://www.emergency.it/   per sollecitare l'attenzione al caso e la solidarietà nei confronti dei volontari  prelevati dall’ospedale di Emergency a Lashkar-gah in Afganistan.
Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.
Per dare più forza a questo appello, chiediamo a tutti i nostri sostenitori, simpatizzanti, a tutti gli italiani che hanno a cuore le sorti dei nostri connazionali, di partecipare al presidio che si terrà a Roma sabato 17 aprile alle 14.30, in piazza Navona


Milano, 10 aprile.
Oggi pomeriggio uomini della polizia e dei servizi segreti afgani hanno fatto irruzione nel Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah, nella provincia meridionale di Helmand. Tre dei nostri operatori, cittadini italiani, sono stati prelevati attorno alle 16.30, ora afgana.
Non siamo finora riusciti ad avere un contatto telefonico con loro. Nell’unico contatto avuto con uno dei cellulari in uso ai nostri operatori ha risposto una persona che si è qualificata come ufficiale delle forze armate britanniche e che ha detto che gli italiani stavano bene ma che - al momento - non si poteva parlare con loro.
Altri cinque dei nostri operatori, tra cui quattro italiani e un indiano, sono al momento nell’abitazione dello staff internazionale e sono in costante contatto telefonico con il nostro staff a Milano.
Né le autorità afgane né rappresentanti della coalizione internazionale si sono messe in contatto con noi per spiegarci le ragioni di questo prelevamento.
Abbiamo appreso da un lancio di agenzia dell’Associated Press che alcune persone, tra cui cittadini afgani e “due medici italiani”, sarebbero state arrestate con l’accusa di avere complottato per uccidere il governatore della provincia di Helmand.
L’accusa ci sembra francamente ridicola e siamo assolutamente certi che la verità verrà presto accertata.
Fermo restante la libertà del governo afgano, delle forze di polizia afgane e dei servizi di sicurezza di svolgere tutte le indagini del caso, chiediamo l’assoluto rispetto dei diritti dei nostri operatori, locali e internazionali. Si tratta di persone che da anni lavorano, per assicurare cure alla popolazione afgana. Chiediamo pertanto di rispettare i loro diritti, per primo il diritto di comunicare con noi e farci sapere dove si trovano e come stanno. 
www.emergency.it

Emergency è presente in Afganistan dal 1999 con tre centri chirurgici, un centro di maternità, una rete di 28 centri sanitari. Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani 
A Lashkar-gah, Emergency è presente dal 2004 con un centro chirurgico per vittime di guerra, che in questi anni ha curato oltre 66mila persone.

Secondo alcune dichiarazioni delle autorità afgane, riportate da CNN, i tre fermati italiani sarebbero responsabili dell’uccisione di Ajmal Naqshbandi, interprete del giornalista afgano Daniele Mastrogiacomo, nell’aprile 2007: in quel periodo, come Emergency può dimostrare, Marco Garatti era in Sierra Leone, impegnato come chirurgo presso un ospedale di Emergency; Matteo Dell’Aira era in Sudan, impegnato in missione con Emergency presso il Centro Salam di cardiochirurgia di Khartoum e Matteo Pagani non si trovava in Afganistan. La notizia è stata oggi smentita sul quotidiano Repubblica dallo stesso Mastrogiacomo.
L’unica fonte citata dai quotidiani e dalle televisioni, per nome e cognome, è il portavoce del governatore di Helmand, che però non parla a nome della polizia, né dei servizi segreti che trattengono i nostri colleghi
Emergency è un'associazione italiana indipendente e neutrale.
Emergency offre assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualità alle vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Emergency promuove una cultura di solidarietà, di pace e di rispetto dei diritti umani.

Sul sito  http://it.peacereporter.net/  si può ascoltare il video di Gino Strada


Testimonianza di una strage
dal sito www.emergency.it
afganistan: 31 marzo

Alle 11.00 di questa mattina, abbiamo iniziato a ricevere i feriti di un’esplosione avvenuta nel villaggio di Babaji, a mezz’ora di macchina da Lashkar-gah.
Era giorno di Mellà, il mercato tradizionale che si sposta ogni giorno in un villaggio diverso.
La gente lavora sodo tutta la settimana per portare i propri prodotti da vendere al mercato. Si trova veramente di tutto, dall’artigianato, agli animali, ai vestiti, agli alimentari.
Improvvisamente, in mezzo alla folla, c’è stata una violentissima esplosione e poi urla, grida e sangue dappertutto.
La prima ambulanza ha portato all’ospedale di Emergency 6 bambini, feriti e terrorizzati. Gambe, braccia, mani, visi pieni di sangue e bende. Non uno che piangesse.
Abbiamo perso il conto delle ambulanze che sono entrate dal nostro cancello.
L’ultima ha trasportato Noor Ali, sette anni, due ferite sulla natica e sulla coscia destra.
Era alla fiera anche lui con suo padre, per comprare delle pecore.
All’improvviso c’è stata l’esplosione: tra la gente che scappava urlando, ha visto l’asino con cui erano arrivati a terra, morto.
Noor Ali era inconsolabile, ma non per il dolore delle ferite: nell’esplosione avevano perso il bene più importante per il sostentamento della sua famiglia.
In tutta la giornata, abbiamo ricevuto 29 pazienti: 20 sono stati operati, 9 sono stati medicati e torneranno fra due giorni per la visita di controllo.
Matteo, Lashkar-gah

Questa è una delle testimonianze di uno dei volontari di Emergency in Afganistn che si può leggere nel sito di Gino Strada E' per impedire che raccontino queste atroci verità, di  una guerra  combattuta anche dai nostri soldati, che sono stati  arrestati  i 3 volontari italiani dell'ospedale di Emergency ???
A chi ha pestato i piedi l'organizzazione di Gino Strada ???
Io non sarò a Roma sabato prossimo ma spero che tantissime altre persone firmino l'appello come ho fatto io
Io ho sempre sostenuto Emergency e questi volontari e mi auguro che i 3 Italiani vengano liberati il più presto possibile 
E mi auguro che non succeda anche a loro quello che successe al giornalista Baldoni in Iran... I personaggi scomodi, prima o poi, chissà perchè, muoiono ammazzati !!!