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mercoledì 18 marzo 2015

"Chi ha deciso di dare una medaglia a un ufficiale fascista?"

"Chi ha deciso di dare una medaglia a un ufficiale fascista?": dichiarazione del Presidente Nazionale ANPI

Ho appreso dalla stampa la notizia della consegna di una medaglia, in una sala della Camera dei deputati, dove si trovavano anche il Presidente della Repubblica e la Presidente della Camera, ad un fascista della Repubblica di Salò: Paride Mori. La notizia appariva così incredibile (e grave) che sono stato lieto di apprendere, da una dichiarazione emanata dalla Presidenza della Camera, che la Presidente Boldrini non aveva dato alcun premio, né aveva in alcun modo concorso ad individuare il nome del “premiato” tra quelli meritevoli di onorificenza (sono parole pressoché testuali del comunicato della Presidenza della Camera).
Altrettanto credo sia accaduto per il Presidente Mattarella, ma non è possibile anticipare nulla al riguardo, finché non ci sarà qualche comunicazione da parte del Quirinale.

Di certo, un’onorificenza è stata consegnata dal Sottosegretario Del Rio e dunque a nome della Presidenza del Consiglio. Anche il Sottosegretario ignorava tutto? Sembrerebbe impossibile; comunque, chi ha proposto e deciso quella onorificenza proprio nell’anno del 70° anniversario della Resistenza? A quali criteri ha obbedito la speciale Commissione che valuta per la Presidenza del Consiglio le onorificenze? È veramente difficile accontentarsi della prospettazione di un “errore”, a fronte di situazioni che imporrebbero una vera sensibilità democratica.

Pensiamo che su questo debba essere fatta chiarezza assoluta ed al più presto. Altrimenti dovremmo pensare che la Presidenza del Consiglio, che si propone di celebrare il 25 aprile e il 70° è disponibile, al tempo stesso, a riconoscere “i meriti” di chi militò dalla parte della dittatura, del fascismo, della persecuzione degli ebrei, degli antifascisti e dei “diversi”. Davvero, tutto questo appare inconcepibile; l’ANPI attende, comunque, chiarimenti precisi e definitivi e, soprattutto, che ognuno si assuma le responsabilità che gli competono. Dopo di che, prenderemo – a ragion veduta – le nostre posizioni di antifascisti e di combattenti per la libertà, che non conoscono né tentennamenti né ambiguità, ma si riconoscono nella vera storia del nostro Paese e nella Costituzione che lo regola e pretendono che altrettanto facciano le istituzioni
CARLO SMURAGLIA
Presidente Nazionale ANPI
Roma, 16 marzo 2015

Ho letto anch'io la notizia sul quotidiano e sono rimasta attonita 
Che anche questo governo stia iniziando a fare cose strane è da un po' che lo penso, ma arrivare a dare una medaglia ad un fascista è grave 
Mio padre , IMI per due anni nei campi di sterminio di Hitler, non c'è più, ma mia mamma che tra due settimane compirà 91 anni, ricorda ancora , e molto bene, cosa hanno fatto i fascisti che erano negli uffici sequestrati della Ferriera Cobianchi a Omegna, dove lei era impiegata, e tutto quello che ha visto quando andava di notte con le suore in ospedale a curare i feriti, i partigiani nascosti. 
 Questo episodio mi fa rabbrividire per la leggerezza con cui si è deciso di dare una medaglia a chi non era di certo dalla giusta parte 
Non si può dimenticare cosa era il fascismo e cosa hanno subito i nostri genitori che fascisti non lo erano. Hanno rischiato la vita e le conseguenze di quel terribile periodo li ha accompagnati per tutta la vita, ed ancora li accompagna
Vergogna che il governo non abbia pensato alle conseguenze Vergogna e profonda delusione per noi figli delle vittime del fascismo

domenica 27 aprile 2014

Manifestazione nazionale ANPI

L'ANPI Nazionale ha organizzato per martedì' 29 aprile 2014 alle ore 16.30 presso il Teatro Eliseo, Corso Nazionale (vicino a piazza Esedra) Roma, una importante Manifestazione pubblica sul progetto di riforma costituzionale ed elettorale all'esame del Parlamento.

Interverranno:CARLO SMURAGLIA, LORENZA CARLASSARE, STEFANO RODOTA’, GIANNI FERRARA  

L'iniziativa vuole lanciare l'allarme contro un progetto che, unendosi alla legge elettorale come quella che è' stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe in una ulteriore e grave riduzione degli spazi di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, l'ANPI considera intangibili, alla luce dei principi e dei valori costituzionali

“Riforme, rappresentanza, coerenza costituzionale nel cambiamento: una questione democratica”
Antifascisti e democratici insieme per lanciare l’allarme contro un progetto che, unendosi ad una legge elettorale come quella che è stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe (oltretutto) in una ulteriore e grave riduzione degli spazi di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, l’ANPI considera intangibili, alla luce dei princìpi e dei valori costituzionali.
Troviamoci insieme con la voce delle radici, di quell’antifascismo e di quella Resistenza da cui la democrazia ha preso le mosse e da cui non è possibile prescindere.  www.anpi.it

Il Comitato nazionale dell’ANPI rileva che:
- l’indirizzo che si sta assumendo nella politica governativa in tema di riforme e di politica istituzionale non appare corrispondente a quella che dovrebbe essere la normalità democratica;
- si sta privilegiando il tema della governabilità (pur rilevante) rispetto a quello della rappresentanza (che è di fondamentale e imprescindibile importanza)
- si continua nel cammino - anomalo - già intrapreso da tempo, per cui è il Governo che assume l’iniziativa in tema di riforme costituzionali e pretende di dettare indirizzi e tempi al Parlamento;
- un rinnovamento della politica e delle istituzioni è essenziale per il nostro Paese, come già rilevato nel documento dell’ANPI del 12 marzo 2014;
- sono certamente necessari aggiustamenti anche del sistema parlamentare, così come definito dalla Costituzione, rispettando peraltro non solo la linea fondamentale perseguita dal legislatore costituente, ma anche le esigenze di centralità del Parlamento, della rappresentanza dei cittadini, del controllo sull’attività dell’Esecutivo, delle aziende e degli enti pubblici, in ogni loro forma e manifestazione;
- in questo contesto, è giusto superare innanzitutto il cosiddetto bicameralismo “perfetto”, fondato su un identico lavoro delle due Camere e quindi, alla lunga, foriero anche di lungaggini e difficoltà del procedimento legislativo; ma occorre farlo mantenendo appieno la sovranità popolare, così come espressa fin dall’art. 1 della Costituzione e garantendo una rappresentanza vera ed effettiva dei cittadini, nelle forme più dirette;
- il Senato, dunque, non va “abolito”, così come non va eliminata l’elezione da parte dei cittadini della parte maggiore dei suoi componenti; possono essere individuate anche forme di rappresentanza di altri interessi, nel Senato, come quelli delle autonomie locali, della cultura, dei saperi, della scienza; ma in forme tali da non alterare il delicato equilibrio delle funzioni e della rappresentanza;
- la maggior parte dell’attività legislativa può ben essere assegnata alla Camera, così come il voto di fiducia al Governo; ma individuando nel contempo forme di partecipazione e tipi di intervento da parte del Senato, così come previsto in molti dei modelli già esistenti in altri Paesi;
- in nessun modo il Senato può essere escluso da alcune leggi di carattere istituzionale, nonché dalla partecipazione alla formazione del bilancio, che è lo strumento fondamentale e politico dell’azione istituzionale e dei suoi indirizzi anche con riferimento alle attività di Autonomia e Regioni;
- tutto questo può essere realizzato agevolmente, anche con una consistente riduzione di spese, non solo unificando la gran parte dei servizi delle due Camere, ma anche riducendo il numero dei parlamentari, sia della Camera che del Senato, vista l’opportunità offerta dalla differenziazione delle funzioni;
- bisogna anche dire che concentrare tutti i poteri su una sola Camera, per di più composta anche col premio di maggioranza, lasciando altri compiti minori ad un organismo non elettivo, con una composizione spuria e fortemente discutibile ed obiettivi e funzioni altrettanto oscure, non appare rispondente affatto al disegno costituzionale, dotato di una sua intima coerenza proprio perché fatto di poteri e contropoteri e di equilibri estremamente delicati; un disegno che in qualche aspetto può – e deve – essere aggiornato, ma non fino al punto di stravolgere quello originario.

Queste sembrano, all’ANPI, le linee fondamentali di un cambiamento democratico delle istituzioni, che esalti il ruolo del Parlamento, rafforzi la rappresentanza dei cittadini in tutte le sue espressioni, ed assegni ad ognuna di esse il ruolo che le compete secondo gli orientamenti generali della Carta Costituzionale e le esigenze della democrazia, da perseguire con economicità di spesa ed efficienza dei risultati.
Appare, altresì, pacifico che deve essere riformato il titolo V della Costituzione, procedendo ad una più razionale ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, che elimini ragioni di conflitto e consenta agli organi centrali dello Stato di esprimere una legislazione di pieno indirizzo su materie fondamentali per tutto il territorio; definisca compiutamente e definitivamente il ruolo delle Regioni, a loro volta bisognose di riforme sulla base dell’esperienza realizzata dal 1970 ad oggi, che spesso le ha viste diventare altri organismi di centralizzazione dei poteri e le riconduca a funzioni di indirizzo e controllo e non di gestione; nonché precisi in modo conclusivo tutta la materia delle Province e degli enti intermedi, finora risolta con provvedimenti parziali che non sembrano corrispondere ad esigenze di effettiva razionalità e di contenimento delle spese.
Tutto questo richiederà tempi più adeguati, escluderà la fretta, rispondente, piuttosto che ad esigenze razionali, ad altro tipo di logiche; ma dovrà essere affrontato senza tergiversazioni e senza inopinati stravolgimenti dei metodi e degli stessi contenuti. Se è giusto porre rimedio ad alcune incongruenze strutturali rivelate dall’esperienza, l’obiettivo deve essere quello di farlo con saggezza e ponderazione, ed anche con le competenze necessarie, sempre preferibili alla improvvisazione ed all’incoerenza di una fretta dettata da ragioni molto lontane dal rispetto con cui si devono affrontare serie riforme costituzionali.
Ci sono, sul tappeto, diverse proposte; altre sono fornite dall’esperienza giuridica e politica di altri Paesi; le si esamini senza pregiudizi e insofferenze ed ascoltando pareri e proposte che possono contribuire al miglior esito delle riforme.
E si approfitti dell’occasione per un ripensamento della legge elettorale, che così come approvata da un ramo del Parlamento, non risponde alle esigenze di una vera rappresentanza e di democrazia e soprattutto contraddice, oltre alle attese di gran parte dei cittadini, le stesse indicazioni della Corte Costituzionale.
Infine, l’occasione non appare idonea per raccogliere l’antica esigenza, manifestata da altri Governi e sempre respinta, di un rafforzamento
A.N.P.I.
A S S O C I A Z I O N E N A Z I O N A L E P A R T I G I A N I D ’ I T A L I A
COMITATO NAZIONALE

... Quando si tratta di difendere valori che si richiamano alla Costituzione ed alla democrazia, oltreché ai diritti di fondo in cui si esprime la sovranità popolare, l’ANPI non può che essere in campo, non per conservare, ma per innovare, restando però sempre ancorata ai valori ed ai princìpi della Costituzione.
Questa non è l’ora della obbedienza ai diktat, ma è quella della mobilitazione, a cui chiamiamo tutti i cittadini, per fare ciò che occorre con la dovuta ponderazione e col rispetto e la salvaguardia degli interessi fondamentali dei cittadini, che certo aspirano ad un rinnovamento, ma in un contesto equilibrato e democratico, corrispondente alle linee coerenti e chiaramente definite dalla Costituzione repubblicana.
IL COMITATO NAZIONALE DELL’ANPI
aprile 2014

mercoledì 12 febbraio 2014

Polverone Friedman

E' scoppiato l’ennesimo polverone, grazie alla pubblicazione di un libro del giornalista americano Alan Friedman, sul Presidente della Repubblica
Ci mancava solo lui per completare il quadro...
E' per caso nata  anche una nuova alleanza tra  berlusconiani e grillini per sostenere l’impeachment del Presidente Napolitano  ?
Ma si rendono conto, questi così beneducati signori, di cosa vuol dire la messa in stato d’accusa di un Presidente della Repubblica ?
Secondo l’art. 90 della Costituzione, si parla di “alto tradimento o attentato alla Costituzione”? Accuse gravissime, eccezionali, che nulla hanno a che fare con le critiche che si possono formulare, con la dovuta correttezza e anche con rispetto, nei confronti di chiunque.
E se nell’estate 2011 eravamo tutti molto preoccupati, sicuramente lo era anche il Presidente della Repubblica, che avrà di certo pensato a come evitare il disastro che stava precipitando sul Paese e ipotizzato soluzioni accettabili e coerenti
Di certo, questo non eccede dai suoi poteri e il problema non si pone finché non si traduce in azioni
Tutto qui.
Costruire un “caso” su così poco, in questa fase particolarmente delicata della vita nazionale, sembra davvero incomprensibile.
A meno che non ci poniamo alcune domande scomode
 Chi sta giocando allo sfascio? e perché ?
 Quali interessi sono in gioco?
 Alla fin fine, tutto questo a chi giova ?
 

mercoledì 29 gennaio 2014

Vergogna Vergogna

" Il deputato del Movimento 5 Stelle Giorgio Sorial è indagato dalla procura di Roma per vilipendio nei confronti del presidente della repubblica Giorgio Napolitano. 
 Il  M5s continua ad attaccare il Colle. Prima con un sondaggio online. Poi comunicando che presenterà domani la richiesta per avviare la procedura di messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica.  " da La Stampa To
Ieri e oggi nel pomeriggio sono stata a scuola per gli scrutini e non ho avuto molto tempo per leggere il giornale o ascoltare la tele, ma ho trovato vergognoso che un deputato del Parlamento si sia permesso di dare del " boia " al capo dello Stato
Abbiamo dovuto assistere in passato alle pagliacciate dei legisti con il cappio e la mortadella ecc ecc ma ora credo proprio che si sia toccato il fondo
A me piace molto il nostro Presidente e  ritengo che dovrebbe essere rispettato da tutti non solo perché è il Capo dello Stato italiano ma anche e soprattutto perché è un uomo anziano
Si è sacrificato ed ha accettato un secondo mandato per salvare la dignità di un Parlamento sempre più degradato e questi continui attacchi al suo ruolo ed alla sua persona sono disgustosi
Un disgusto profondo, veramente profondo !!!
 

domenica 19 gennaio 2014

Addio PD

Il giorno dopo l’incontro con Silvio Berlusconi, Renzi dichiara: “Accordo alla luce del sole”
«Di fronte a Silvio Berlusconi nella sede del Pd da dirigente mi sono un po’ vergognato».
Durissime le parole di Stefano Fassina, il viceministro all’Economia dimissionario, intervistato da Maria Latella a “L’intervista” su Sky Tg24.
 Il colloquio con il Cavaliere del segretario Matteo Renzi «è stato un errore che non andava fatto. Il Senato ha votato dopo una sentenza passata in giudicato per l’interdizione politica. Difficile spiegare perché lo abbiamo votato poi lo ribattezziamo per la terza volta a padre costituente».
 «Da ieri pomeriggio le legge è un po’ meno uguale per tutti», ha proseguito, oppure all’epoca del voto in Senato «Renzi doveva dire, per real politik, che siccome è stato votato da milioni di italiani la legge per lui non vale».
Fassina ha poi lanciato la proposta di interpellare la base del partito: «Renzi non ha la maggioranza dei voti degli iscritti del partito e quindi, come prevede lo statuto, sarebbe possibile consultare la base, gli iscritti, anche per via telematica, rapidamente, per sapere cosa pensi della legge elettorale. Si può fare».
 L’ex viceministro ha poi chiarito: «Non farò alcuna scissione. Resto e credo nel partito come sempre. Lavoreremo perché certe posizioni possano farsi sentire ed esprimere la loro forza nel Pd».
da La Stampa To
Io non sono una iscritta del PD, anche se ho votato per il PD in questi ultimi anni, anche di malavoglia in qualche caso
Ma a questo punto dico proprio Addio, PD !!!
Le trovate di Renzi non mi sono mai piaciute ma questo suo incontro con Berlusconi non è una pagliacciata
E' invece un grave atto di non responsabilità del segretario del PD che ha incontrato una persona condannata dalla magistratura e giudicata dal Parlamento che ha votato la sua decadenza da senatore
Se il PD continua su questa strada permettendo ad un incosciente di prendere simili decisioni , non finiremo certo bene
E l' Italia non ha di certo bisogno di un altro buffone
Bastano quelli che c'erano ...

mercoledì 15 gennaio 2014

Qui Quo Qua

Stamattina sul quotidiano La Stampa ho letto l'inizio della lettera che Renzi, il nuovo segretario del Pd , ha scritto al giornale  Lo si può trovare anche online cliccando qui
Non mi è mai piaciuto Renzi e ultimamente mi irrita notevolmente vederlo e sentirlo parlare
Parla troppo , ed esibisce con presunzione le sue trovate e pensate varie
Anche in questa sua lettera non si può far a meno di notare quanto si prende sul serio e quanto si crede un genio
Ma il giornalista Ricolfi è stato fantastico quando ha paragonato  la segreteria Renzi ai nipotini di Paperino, Qui Quo e Qua
I tre piccoli paperi sono tre pesti che fanno impazzire lo zio Paperino ed anche lo zio Paperone
Speriamo che qualcuno blocchi Renzi perché con le sue trovate e il suo logorroico parlare in continuazione sta provocando disastri e malumori vari sia all'interno del suo partito sia nei partiti della coalizione al governo
Letta è una persona piacevole ma con questo ciclone  alla Pierino la Peste dovrebbe stare attento perché i pierini scombussolano e sconvolgono e distruggono , ma sapranno mai costruire qualcosa ?

lunedì 9 dicembre 2013

Vitaly Klitschko

" Un milione di persone sono scese in piazza a Kiev ieri, in una nuova sfida  a Viktor Yanukovich. Scaduti i due giorni di ultimatum che l’opposizione ucraina aveva lasciato al potere per indire nuove elezioni, il Maidan Nezalezhnosti ieri si è riempito, ed anche espanso: i manifestanti stanno accerchiando con barricate il quartiere governativo di fronte alla piazza, promettendo un assedio a oltranza. 
Un gruppo nazionalista ha compiuto il gesto simbolico di rovesciare e fare a pezzi la statua di Lenin sul boulevard Shevchenko. E la figlia di Yulia Timoshenko, Evghenia, ha letto dal palco il piano d’azione proposto da sua madre dal carcere: «Restare in piazza fino alle dimissioni di Yanukovich, un accordo di associazione con l’Ue con lui non è possibile». La residenza del capo di Stato fuori dalla capitale ieri è stata circondata dalla polizia, dopo che i manifestanti hanno promesso di portare l’assedio anche laggiù, se non verrà licenziato il governo e arrestato il ministro dell’Interno, responsabile del violento sgombero di 10 giorni fa. 
L’iniziativa sembra ormai passata alla piazza, visitata in questi giorni  dalle star del rock agli emissari delle diplomazie europee   all’ex presidente georgiano Mikhail Saakashvili che ha commosso la folla parlando, memore degli studi a Kiev, in ucraino. 
Yanukovich sta cercando un compromesso difficile. Due giorni fa ha avuto un incontro-lampo con Vladimir Putin, e ieri, dopo un’ennesima telefonata con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, Bruxelles ha annunciato l’invio a Kiev dell’Alta rappresentante per la politica estera dei 28, Catherine Ashton, per una mediazione. Barroso ha ripetuto che l’Ue è pronta a firmare l’accordo di associazione con Kiev, ma uno dei mediatori europei, l’ex presidente polacco Alexandr Kwasniewski, ieri ha criticato Bruxelles per aver sottovalutato l’aggressività di Putin e non essere venuta incontro a Yanukovich. Intanto Yanukovich ha promesso a Barroso che la soluzione va cercata «solo nel dialogo». Ormai è evidente che la piazza non si svuoterà, anche perché i suoi leader si rendono conto che è lì che si decide il loro futuro.
Soprattutto quello di Vitaly Klitschko, che ieri ha piantato i paletti della tendopoli sul Maidan. Timoshenko è in carcere e il leader della sua Batkivshina Arseny Yatseniuk in carisma non può competere con il campione mondiale dei pesi massimi che con i suoi 2,01 metri e la faccia da supereroe affronta le teste di cuoio. A 42 anni Klitschko, insieme al fratello Vladimir, è la gloria nazionale: 45 vittorie su 47 incontri di cui 41 con ko.  " da La Stampa To
   Klitschko ha ottenuto il 14% del Parlamento con il suo Udar (Movimento democratico ucraino per le riforme e nel triumvirato dei leader del Maidan si pone al centro, più sociale di Batkivshina e più moderato dei nazionalisti di Svoboda. Attualmente ha uno stabile 20% e  gode di consensi anche nell’Est ucraino, il feudo di Yanukovich tradizionalmente filorusso.
Il pugile non è un nazionalista, ma la storia della sua famiglia riassume tutte le tragedie ucraine: il nonno paterno fu mandato al confino, la nonna ebrea si è salvata nascondendosi per anni nella cantina di casa, gli altri familiari sono morti nell’Olocausto, nell’Holodomor, la carestia degli Anni 30 organizzata da Stalin, e nelle repressioni dei contadini degli Anni 20.  Risiede da anni in Germania e in Ucraina fa soltanto tanta beneficenza per aiutare asili e scuole. e campagne contro la corruzione   

venerdì 6 dicembre 2013

Il mestiere più vecchio del mondo

Gli antichi Romani dicevano O Tempore O Mores !
Non solo allora ma fin dai tempi antichi il meretricio era già di moda ed era motivo di discussioni di denuncia e di condanna, anche se poi molto spesso i moralisti del momento usavano andare, pure loro, a pagamento, con le " donnine allegre "
In Italia negli anni cinquanta del '900 la senatrice Merlin fece chiudere con una legge parlamentare le case chiuse, e fu così che noi che eravamo nati / nate  nel frattempo passammo il resto della vita a vedere quelle povere sfortunate donne di strada fare il loro mestiere lungo i bordi delle vie, al freddo, ma con un fuocherello acceso lì accanto, di notte e di giorno !
Povere disgraziate, abbiamo sempre pensato
Sfruttate maltrattate e usate fino allo sfinimento da protettori senza scrupoli e senza pietà, specialmente le africane e le giovanissime dell'Est Europa
Ma il mercato non ha mai sofferto nessuna crisi, grazie a tutti quegli  uomini che sono sempre stati, e sempre saranno, disponibili a passare del tempo a pagamento in loro compagnia ... e ne abusano senza mai porsi problema alcuno Pure loro
 
La riforma sanitaria del presidente Obama invece, che negli Usa ha trovato  un gruppo di entusiaste sostenitrici ,le prostitute legali delle case di tolleranza  del Nevada, ha scatenato subito la   propaganda feroce dei Repubblicani contro la legge  
Ma le opinioni delle prostitute, raccolte dalla televisione Cbs, che è andata a sentirle nel famoso  Moonlight Bunny Ranch, uno dei più noti bordelli legali del Nevada, sono motivo di riflessione seria
Taylor Lee ha spiegato che «facendo questa professione, non ci offrono esattamente le polizze sanitarie di gruppo».   In effetti le compagnie assicurative si tengono ben alla larga dal settore. Il problema, però, è che anche le prostitute sono esseri umani, con corpi che si ammalano: «E’ dura - ha denunciato Taylor - perché io ho una patologia preesistente, e quindi tutti mi rifiutano. Perciò sostengo davvero Obamacare, e sono molto contenta che sia in vigore». 

In Francia c'è stato il Primo sì del Parlamento  d'Oltralpe al disegno di legge sulla prostituzione: le proteste di piazza delle lucciole e l’opposizione di una parte dell’opinione pubblica, a destra come a sinistra, di uomini e di donne, senza distinzioni , non hanno convinto i deputati che, 268 contro 138, hanno approvato il testo che vuole sradicare il fenomeno del sesso a pagamento, penalizzando i clienti con multe a partire da 1.500 euro.  La bozza di legge, promossa dal partito socialista con il sostegno convinto del ministro per i Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, passerà all’esame del Senato ad inizio 2014.
Alla Camera tutti i partiti hanno lasciato libertà di voto ai propri deputati: i socialisti e il Fronte di sinistra hanno votato in maggioranza a favore, contro si sono schierati soprattutto radicali e Verdi, mentre il fronte del centro-destra con l’Ump (Unione per un movimento popolare) e Udi (Unione dei democratici e indipendenti) sono risultati divisi.
Oltre alle multe per i clienti, il disegno di legge prevede l’istituzione di un fondo per proteggere le vittime della prostituzione. Una parte importante della legge è  quella dedicata alle prostitute straniere che si impegnano ad abbandonare l’attività in cambio di un permesso di soggiorno di sei mesi.   Fino ad ora in Francia il sesso a pagamento era legale ma ne era vietato lo sfruttamento e la prostituzione minorile, così come l' "adescamento passivo "  ( legge di Nicolas Sarkozy - 2003 ). In caso di approvazione anche da parte del Senato, Parigi si allineerà alla Svezia e alla Norvegia, paesi all’avanguardia nella lotta alla prostituzione.
Ma questa  proposta di legge ha innescato un acceso dibattito in Francia  e le prostitute sono scese sul piede di guerra per la paura di perdere  clienti, dopo  il provvedimento, ed hanno puntato  il dito anche contro l’ulteriore precarizzazione delle loro condizioni di lavoro. «Siamo unanimi nel ritenere che la criminalizzazione dei clienti non farà sparire la prostituzione ma accentuerà l’insicurezza delle prostitute costringendole ulteriormente alla clandestinità», ha commentato un collettivo di associazioni contrarie alla normativa.
A fianco delle lucciole si sono schierati i firmatari del manifesto dei «343 bastardi» che, contro la penalizzazione dei clienti, all’inizio di novembre avevano rivendicano il diritto al sesso a pagamento tra adulti consenzienti.
Tra  loro vi sono pure esponenti del mondo della cultura e dei media, come il giornalista Frederic Beigbeder, il regista teatrale Nicolas Bedos e Richard Malka, avvocato di Dominique Strauss-Kahn. La petizione richiamava alla memoria il «manifesto delle 343 puttane» pubblicato nel 1971 sul Nouvel Observateur, con il quale le firmatarie ammettevano di aver avuto un aborto, esponendosi così alle conseguenze penali.
Quella presa di posizione contribuì notevolmente all’apertura di un dibattito pubblico sull’aborto, allora illegale, che si concretizzò nella legge Simone Veil del 1974, che rese possibile l’interruzione di gravidanza.
E' altrettanto forte invece il sostegno alla legge da parte delle femministe, come Anne Zelensky che a novembre  si era scagliata contro il nuovo manifesto dei bastardi, puntando il dito contro «il perverso gioco di prestigio dove la libertà è messa al servizio della difesa di una schiavitù di fatto».
 Con l’approvazione alla Camera, le associazioni contro il sesso a pagamento hanno salutato la «svolta storica», auspicando un’identica presa di posizione contro la «violenza prostituzionale» anche da parte del Senato.

E noi, che facciamo in Italia ? Continueremo ancora, nei secoli dei secoli a venire , a vedere quelle povere disgraziate lungo i bordi delle strade a contrattare il prezzo di una prestazione con i clienti delle auto ? 
Il Parlamento italiano è impegolato in ben altre beghe in questo periodo , dal Porcellum al Mattarellum, dalla disoccupazione in eccesso alle tasse sulla prima casa - la paghiamo, non la paghiamo, la pagheremo o non la pagheremo , questo è il dilemma - , da Renzi Berlusconi e Grillo che piantano casino ad oltranza a .... vattelapesca !
Ma i Parlamentariattuali  hanno pensato mai al mestiere più antico del mondo e alla difesa e protezione delle donne che lo praticano ? Creeranno pure loro prima o poi una nuova legge che colpisca i clienti e li induca a ridurre il mercato del sesso a pagamento ?

Nelson Rolihlahla Mandela

Nelson Rolihlahla Mandela 
 Madiba  nome all'interno del clan di appartenenza,  etnia Xhosa
Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013
premio Nobel per la pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk
 
"Il Sudafrica  e il mondo intero piangono Mandela,  un’icona del Novecento per la sua lotta contro l’apartheid. I funerali solenni si celebreranno domenica 15 dicembre a Qunu, il villaggio della sua famiglia. Il 10 è fissata la commemorazione nazionale nello stadio di calcio di Johannesburg.
I familiari si sono già riuniti per la prima cerimonia tradizionale, chiamata “chiusura degli occhi”, durante la quale hanno “parlato” con Mandela, così come con i suoi antenati, per spiegare loro cosa avviene in ogni fase di passaggio dalla vita all’aldilà. Dopo questa cerimonia, il corpo dell’ex presidente sudafricano è stato trasferito nell’obitorio di un ospedale militare di Pretoria. 
Tra il sesto e l’ottavo giorno dopo la sua morte, il corpo di Mandela sarà esposto per tre giorni nella sede del governo a Pretoria, lo stesso dove il 10 maggio  1994 giurò da primo presidente del Sudafrica del post-apartheid. Il primo giorno potranno rendergli omaggio leader e personalità, mentre nei due giorni successivi si metteranno in fila i comuni cittadini. Nel nono giorno dopo la sua morte, venerdì prossimo, un aereo militare con a bordo la salma di Mandela decollerà alla volta di Mthatha, città principale della Provincia orientale del Capo, dove si trova Qunu, il villaggio in cui Madiba nacque  e dove trascorse gli anni della sua infanzia. È qui che i militari passeranno alla sua famiglia la responsabilità dei resti dell’ex presidente sudafricano ed è qui che, al tramonto, i leader dell’African national congress (Anc) ed i parenti si riuniranno per una veglia di preghiera privata. Infine, sabato prossimo i funerali di Stato - cui sono attesi decine di leader stranieri, tra cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama - che si svolgeranno sotto un’enorme tenda allestita sulle colline dove Mandela giocava da bambino, e la sepoltura, a mezzogiorno, in un’area appositamente predisposta per lui e dove sono già sepolti alcuni suoi famigliari.  " da La Stampa online
Anch'io piango quest'uomo di cui ogni anno parlo ai miei alunni di terza perché è stato un grande uomo: un uomo che, dopo 27 anni passati nelle prigioni del regime segregazionista sudafricano bianco,  non ha mai pronunciato una volta la parola vendetta.
I suoi ultimi mesi lo hanno visto per ben quattro volte ricoverato in ospedale  a causa di infezioni polmonari, conseguenze della tubercolosi contratta nei lunghi anni di prigione a Robben Island, e intorno a lui si sono scatenate le liti sconcertanti dei suoi familiari
Ma il suo sorriso resterà sempre nei nostri cuori  Ha sconfitto l' apartheid di Botha, l’ultimo razzista bianco in Sudafrica ma ha sempre rifiutato di essere un’icona:   ’Mi si considera un santo: io non lo sono, non lo sono mai stato anche se si fa riferimento alla definizione più concreta secondo cui un santo è un peccatore che cerca di rendersi migliore…’’.
E' stato un figlio di capi che portava, a piedi scalzi le pecore al pascolo , l’avvocato senza paura che sfidava i signori dell’apartheid e diventava militante dell' ANC nel 1942 e due anni dopo il fondatore dell'associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu e Oliver Tambo ; il murato vivo di Robben Island, matricola 46664, nella tomba per i condannati all'ergastolo da cui non c’era scampo.  Mandela ha conosciuto la solitudine del prigioniero e la solitudine dell’uomo di successo , ma ha saputo perdonare ed ha insegnato a perdonare
E' stato il primo Presidente del Sudafrica  dopo l' apartheid  ma si è ritirato a vita privata dopo il primo mandato
Un Grande Grande Grande Uomo ....
 

sabato 30 novembre 2013

Artic 30 Cristian D’Alessandro libero

Nei giorni scorsi il Presidente della Russia Vladimir Putin è stato in Italia, prima a Roma dove ha incontrato il Santo Padre Papa Bergoglio e il Presidente della Repubblica Napolitano, e a Trieste per scambi economici con l'Italia
Pochi giorni prima uno dei 30 attivisti di Greenpeace, arrestati dai Russi ed imprigionati, prima per terrorismo e poi per vandalismo, l'italiano Cristian D’Alessandro era stato liberato su cauzione, con l'obbligo di non lasciare il suolo russo
A settembre io avevo firmato nel sito di Greenpeace per il suo arresto ingiusto in acque internazionali
 
Ecco la lettera che sua madre ha inviato a tutti noi che abbiamo sostenuto suo figlio :
" ... anche mio figlio, Cristian D’Alessandro, è stato rilasciato su cauzione dal centro di detenzione SIZO1 a San Pietroburgo. La libertà su cauzione è stata concessa dietro il pagamento di una cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro. La cauzione è stata pagata con i fondi di Greenpeace International.
Come madre questo è di grande conforto per me, e rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini per cui lui e i suoi compagni sono accusati. Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un’immagine di speranza che tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi, anche se non sappiamo ancora quando tornerà a casa.
Ringrazio il Ministero degli Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per il loro prezioso aiuto. Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso l’australiano Colin a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano dal carcere. Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di vandalismo, crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse ingiuste e anche l’ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria famiglia.
Io e mio marito non vediamo l’ora di poter parlare con nostro figlio. "
 
Sicuramente sono importanti anche gli interessi commerciali e Putin è il perno per far cessare quella sanguinosa e devastante guerra civile in Siria, in quanto è sostenitore di Assad ( e come non poteva non esserlo ! ) , ma io spero che Papa Francesco ed i nostri governanti non dimentichino che Putin non è certo un democratico e che in Russia i diritti civili di tutti, gay compresi, non esistono !
Una delle Pussy Riot condannata è "sparita" in  un carcere della Siberia , tanto per fare un esempio ....

mercoledì 27 novembre 2013

17 e 43

"  Silvio Berlusconi non è più senatore della Repubblica. Ma alle 17 .43, mentre il Senato vota la sua decadenza tra donne di Forza Italia in nero come segno di lutto e grillini in festa, il Cavaliere da via del Plebiscito mette in chiaro che lui no, non esce di scena. «Resterò in campo», assicura ai fedelissimi (pochi)che in piazza sfidano la tramontana. «Mi batterò anche fuori dal Parlamento come altri leader. Come Grillo e Renzi...», spiega.  " da La Stampa TO
Oggi pomeriggio mentre stavo correggendo delle verifiche ho acceso la Tv ed ho fatto zapping tra diversi canali  . Ovunque c'erano speciali dal Parlamento o dalla piazza dove Berlusconi parlava dal palco
L'apoteosi di una farsa che continua da mesi e che, secondo me, non finirà  tanto presto
Purtroppo !
E se non bastasse Berlusconi, ecco che anche Renzi apre bocca ogni due secondi e Grillo non è da meno....
Ma non hanno null'altro da fare ???
Il Finish di Renzi dovremmo  dirlo noi A loro E magari aggiungerci anche un bel Sciò .... che non ne possiamo più di questi affabulatori, urlatori , venditori di fumo che gridano gridano ma pensano solo ed esclusivamente a loro ed ai loro interessi ...

mercoledì 2 ottobre 2013

La democrazia del M5 Stelle

Oggi ho seguito una parte del lungo dibattito a palazzo Madama dove i senatori hanno espresso il loro consenso o dissenso al Governo Letta Alcune ed alcuni di loro si sono espressi con toni alterati e con parole pesanti non certo opportuni ed adeguati ad uno dei luoghi istituzionali che rappresentano il parlamento italiano
Non ho però assistito in diretta al triste spettacolo del gruppo 5 Stelle di Grillo che ha minacciato ed insultato una dei loro dissidenti che si è dichiarata favorevole a sostenere il Governo Letta
«Mentre dichiaravo il mio voto di fiducia a Letta, pur con tutte le mie riserve, ho sentito un gran vociare e ho visto il senatore Castaldi venire verso di me e puntarmi il dito contro. Poi non ho capito più niente...». Paola De Pin, ex Movimento 5 Stelle passata al Gruppo misto ha tremato tenendo tra le mani il foglio del suo discorso, ha pianto, ha ricevuto insulti dai suoi ex colleghi pentastellati («Venduta», «Sei come Scilipoti», «Hai preferito il Palazzo al Movimento»). Ma, più di tutto, si è sfogata. «Mi sono liberata dopo mesi di violenze verbali nei miei confronti. E anche oggi ho avuto la dimostrazione che il Movimento ha fallito, non ammette il dissenso». «Contro chi la pensa diversamente usa il “metodo Boffo” alla stregua degli altri partiti».
«Andare per la quarta volta al voto con l’attuale sistema sarebbe una irresponsabilità senza precedenti», ha detto la De Pin nel suo intervento in Aula, contestando “i vertici” del movimento di Grillo che «con la scusa della fedeltà a un pezzo di carta hanno tradito gli elettori che chiedevano un cambiamento». Subito è stata bagarre. «Non esci di qui – le avrebbe gridato il senatore grillino Gianluca Castaldi – ti devi dimettere». E lei è esplosa a piangere. In sua difesa si sono schierati i vicini senatori del Pd e poi lo stesso Letta le ha espresso parole di «vicinanza». Il presidente dell’Aula Grasso valuterà eventuali provvedimenti. 
«Sono contenta della solidarietà, ma ribadisco che il mio è stato un voto travagliato. È quello che mi chiedeva la gente al supermercato: nessuno voleva tornare al voto già a novembre», racconta la De Pin raggiunta telefonicamente, dopo una riunione pomeridiana della commissione straordinaria per la promozione dei diritti umani di cui è segretaria. «Continuo nel mio lavoro da senatrice - spiega ancora -. Sono contro alla linea dello scontro totale professata da Grillo da quando è entrato in Parlamento. Perché non ha ottenuto niente». Ed è proprio dai giorni delle consultazioni che, secondo la De Pin, è cambiato tutto. «Il principio per cui uno vale uno è saltato. Bisogna seguire la linea dettata dai leader. Ma io l’ho contestata e sono stata oggetto di minacce da parte di David Borrelli, il braccio destro di Grillo in Veneto, che ho querelato». 
 «Appena ho espresso i miei parerei contrari alla linea sono stata oggetto di insulti, mail, telefonate che minacciavano me e i miei famigliari», dice la 49enne madre di due bimbi. Poi la rottura. Datata giugno e in solidarietà ad Adele Gambaro, la senatrice espulsa con rigoroso voto on line. E via di polemiche sulla diaria: «Ho già versato 6 mila euro in beneficenza. E così continuerò a fare con tutti i soldi che non spendo per ragioni di servizio», racconta. Ma aggiunge: «Certo, ora vivo a Roma e ho due collaboratori..». Il suo futuro politico? «Non lo so, per ora ho fondato un’associazione di promozione sociale anche con altri fuoriusciti dal Movimento». Il nome è  : “Stelle Cadenti”.  da La Stampa To
Se questa è la democrazia dei  5Stelle , alla larga ...

La crisi del PDL

" Silvio Berlusconi si arrende ai numeri e alla fine è costretto in extremis e “obtorto collo” a votare la fiducia al governo Letta che incassa quasi il pieno di voti (235), se si escludono gli assenti e qualche senatore che ha annunciato il suo no (70). Nel Pdl non c’è solo una fronda, ma una spaccatura profonda che lo avrebbe portato a certificare una sconfitta politica fino a qualche giorno fa inimmaginabile. E che potrebbe decretare il definitivo passaggio del testimone nel centrodestra a favore di Angelino Alfano." da La Stampa To
Oggi è stata una giornata lunghissima per la politica italiana , prima al Senato e poi alla Camera : la crisi voluta sabato scorso da Berlusconi, dopo mesi di ricatti e minacce , si è conclusa con una crisi profonda nel partito del centrodestra
Sarà interessante vedere nei prossimi giorni cosa succederà e se si creerà un nuovo partito con la fronda dei politici che hanno avuto il coraggio di opporsi per la prima volta al loro capo e padrone
 
Ieri sera, dopo aver visto Criminal minds su Rai 2, sono passata sul terzo per vedere cosa stava succedendo a Ballarò e sono rimasta letteralmente allibita : Fabrizio Cicchitto, una delle colombe del Pdl, stava clamorosamente bisticciando con Sallusti, il giornalista pro Berlusconi per eccellenza
In questo video     vi è la parte iniziale della lite tra i due ma anche le battute finali erano eccezionali
Sallusti continuava ad interrompere Cicchitto che gli ha dato del maleducato e del " picchiatore "...
Mai avrei immaginato di assistere ad un simile spettacolo
Sono i tempi che cambiano ? o era solo una bolla di sapone temporanea e poi tutto tornerà come prima ?

martedì 25 giugno 2013

Dove vanno gli USA ?

" Decisione storica della Corte Suprema Usa sul diritto di voto alle minoranze. Il tribunale americano ha infatti votato, 5 voti contro 4, l’incostituzionalità della sezione 4 del Voting Rights Act del 1965 e ha chiesto al Congresso di ridefinire quali stati dovranno ottenere l’approvazione del governo federale per cambiare la propria legge elettorale. La norma  preparava il terreno per l’articolo 5, ai tempi promosso da Martin Luther King e siglato dall’allora presidente Lyndon B. Johnson per evitare che in Alabama e in altri otto stati del sud degli Usa fossero discriminate le minoranze razziali nel voto. L’articolo 5 non è stato al momento toccato ma di fatto viene reso nullo dall’abolizione dell’articolo precedente. «Sono profondamente deluso dalla decisione presa dalla Corte Suprema» ha detto Barack Obama, che ha chiesto al Congresso di varare una nuova legge sul diritto di voto che assicuri un accesso uguale per tutti alle urne. "
Per anni, ed anche quest'anno naturalmente, ho spiegato ai miei alunni di terza media chi era Martin L. King e perché è stato così importante non solo per gli USA ma per il mondo intero. Il leader della non violenza e dei diritti umani, premio Nobel per la pace,  riuscì ad ottenere quei diritti di uguaglianza fondamentali per tutte le minoranze che vivevano negli Stati razzisti del sud
E ora la Corte Suprema colpisce la storica legge sul voto togliendo  la norma che tutela le minoranze
Speriamo che almeno  il Congresso riesca ad assicurare i diritti  costituzionali  di tutti
Ma a questo punto ci si deve chiedere dove sta andando l'America e se invece di progredire non stia invece tornando indietro agli anni bui del secondo dopoguerra del secolo scorso
 

lunedì 10 giugno 2013

Adesso potrebbero Tacere !

Beppe Grillo, dopo essersi chiesto se il Parlamento ha ancora un senso e averlo definito una «tomba maleodorante», assicura di non volerlo abolire. Ma lancia bordate contro Laura Boldrini, `rea´ di aver criticato le sue parole come «scomposte e offensive, dannose per il Paese».  Forse «non è in grado di capirle»,  «Studi la Costituzione, cara Boldrini». La presidente della Camera preferisce non replicare. Ma parla Sel, che insorge contro chi «sa solo insultare e offendere, senza rispetto né per le persone né per le istituzioni».
 Nelle dichiarazioni dell’ex comico c’è «un’incoerenza», ha osservato  il presidente del Senato Pietro Grasso: «Molti parlamentari M5S hanno votato alcuni provvedimenti».  
Mentre fuori infuria la bufera, però, le acque restano agitate in casa M5S. Dopo il passaggio al gruppo Misto dei deputati Vincenza Labriola e Alessandro Furnari, che potrebbero essere seguiti da altri parlamentari, c’è ancora chi si dissocia dai duri toni usati dal gruppo di comunicazione per stigmatizzare la loro scelta. «Mi dissocio», dice il parlamentare Cosimo Petraroli. Mentre i due `transfughi´ affermano di sentirsi vittime di una «gogna mediatica» da parte del gruppo e lamentano la mancata presa di distanze dei colleghi, che ha contribuito a far piovere su di loro «insulti e minacce fisiche». Entrambi ribadiscono di non aver lasciato il Movimento per tenere la diaria, come li hanno accusati di fare, e assicurano che restituiranno una parte « al territorio».
Intanto, anche Emma Bonino segna la distanza rispetto al M5S: «Noi radicali   abbiamo sempre rispettato le istituzioni».  da La Stampa To
Ho letto con interesse questo articolo e mi sono chiesta se dovremo assistere ancora per molto ai comportamenti  aggressivi e maleducati dell'ex comico genovese, che ogni giorno dal suo blog insulta qualcuno, persino Rodotà, la Gabanelli, ed ora la Boldrini, che hanno osato opporsi a lui e alle sue farneticanti opinioni quotidiane
Tra lui  e Renzi , l'altro blateratore di professione, che ogni due per tre deve illuminarci con le sue scemenze quotidiane su questo, su quello, su quell'altro, del PD e non, abbiamo veramente toccato il fondo ...
Non potrebbero tacere per almeno un mesetto o giù di lì ?
I nostri cervelli riposerebbero, le nostre orecchie avrebbero un po' di pace e la nostra vista godrebbe di  altro, più piacevole, più gradevole, più riposante
Speriamo che con l'arrivo dell'estate se ne vadano in vacanza, entrambi,  a riposarsi, per lasciar riposare pure noi, però, che non ne possiamo proprio più ...
E' vergognoso poi che due persone che hanno deciso di lasciare l' M5S vengano minacciati così pesantemente. Dove sono finite la libertà  e la democrazia ?

Il successo di Marino

Nel ballottaggio delle elezioni comunali  tutti gli 11 capoluoghi sono  andati al centrosinistra e Ignazio Marino è il nuovo sindaco di Roma con quasi il 64% dei voti .
Il medico del PD  ha dichiarato : " Emozionato per la responsabilità Spero che Roma sia orgogliosa di me "
 L'astensionismo è stato ancora molto elevato
Forse sarebbe opportuno che i politici riflettessero sul perché troppi Italiani non vanno più alle urne né per le politiche né per le Comunali
Non sarebbe meglio se si votasse una sola volta senza dover ricorrere al ballottaggio dopo 15 giorni ? e non sarebbe ancora meglio se si votasse solo di domenica, come nel resto d'Europa, risparmiando soldi e tempo oltretutto ?

Nelson Mandela è grave

Nelson Mandela  è stato di nuovo ricoverato in ospedale a Pretoria  tre giorni fa per il riacutizzarsi di un' infezione polmonare 
In Sudafrica in tutte le chiese e negli uffici si è pregato per la  salute del  Premio Nobel per la Pace
Dal 2004, quando ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla vita pubblica per dedicare il suo tempo alla famiglia, il simbolo della lotta anti-apartheid è comparso  molto più raramente in pubblico ed è apparso sempre più fragile e provato, come in occasione della fugace apparizione, nel gelo invernale di Johannesburg, alla finale dei Mondiali di calcio allo stadio Soccer City nel luglio  2010.
Negli ultimi anni Mandela è stato spesso colpito da infezioni polmonari,  causate degli strascichi lasciati dalla tubercolosi contratta durante la sua permanenza nel carcere di Robben Island, dove ha trascorso diciotto dei 27 anni in cui è stato privato della libertà, passati a spaccare rocce e a ridurle in  polvere:  Polvere che ha danneggiato irreparabilmente i suoi polmoni.
 
 

domenica 28 aprile 2013

Attentato a Palazzo Chigi

Stamattina stavo seguendo in diretta su Rainews24 il giuramento dei ministri del nuovo governo Letta al Quirinale quando sono improvvisamente state fatte passare le prime immagini  / qui e qui /di una sparatoria appena avvenuta nella piazza davanti a Palazzo Chigi, sede del Governo
Immagini drammatiche con i corpi di due carabinieri stesi a terra
Un uomo di 49 anni arrestato subito dopo ha sparato contro gli uomini dell'Arma in servizio un intero caricatore, ferendo anche di striscio una passante incinta
Uno dei due carabinieri, il brigadiere Giuseppe Giangrande, 50 anni, è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco al collo e le sue condizioni appaiono serie. Ha subito un lungo intervento. L’altro militare, l’appuntato Francesco Negri, 30 anni, è rimasto ferito a una gamba e le sue condizioni, pur se gravi, sarebbero meno preoccupanti. Entrambi sono effettivi al Battaglione Toscana.
Spero che i due servitori dello Stato superino le conseguenze gravi del ferimento e possano guarire I politici dovrebbero proporre una medaglia per questi due militari ma anche per l'altro militare dell'Arma che ieri è intervenuto durante una rapina ed è stato barbaramente ucciso dai quattro banditi 
 

domenica 21 aprile 2013

La marcia su Roma di Grillo

Se la decisione di Napolitano di accettare un nuovo mandato è stata vista con sollievo all'estero, in particolare negli Usa, perché, anche se non è  un nuovo punto di partenza che prima o poi l’Italia dovrà tentare, è almeno un argine al collasso e una base per rimettersi in moto verso il futuro, in Italia
la reazione di Beppe Grillo è stata a dir poco furiosa e decisamente pericolosa , visto che a mobilitarsi al suo richiamo sono stati Forza Nuova, Rifondazione Comunista e Casa Pound, che si riversati in piazza davanti a Montecitorio:
«È in atto un colpo di Stato. È necessaria una mobilitazione popolare davanti a Montecitorio. Dobbiamo essere milioni». 
Le sue parole in merito alla marcia su Roma e all'adunata davanti a Montecitorio hanno costretto i presidenti delle Camere e persino Vendola, che con Sel aveva votato il candidato proposto dai 5 Stelle, a prendere una  posizione immediata di critica e Stefano Rodotà, candidato alla presidenza del M5S e motivo della indignazione dei grillini, ha subito smentito l'ex comico genovese: «Sono contrario a qualsiasi marcia su Roma».
Il professore non voleva di certo passare per il leader di una rivolta dalle conseguenze imprevedibili.
I presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, hanno invece scritto in una nota congiunta: «Napolitano è il presidente di tutti  Parlare di golpe è infamante». 
Dario Franceschini del PD ha sottolineato che : «Questa Marcia su Roma è una cosa che non va sottovalutata È una cosa preparata».
Silvio Berlusconi, che aveva passato il pomeriggio in Parlamento a raccontare barzellette ai suoi parlamentari, ha invece usato l’ironia: «Adesso anche la comica marcia su Roma di Grillo e del suo fascismo buffo».
 
Nessuno di noi è contento di vedere i politici continuare a litigare come bambini viziati , in particolare quelli del PD che con le loro assurdità e le loro correnti egoistiche hanno affondato persone come Marini e Prodi, del tutto incapaci di giungere ad un accordo concreto per superare le difficoltà del momento, ma  Grillo sta esagerando con le sue urla e le sue parole di provocazione sobillatrice
E non è con le adunate di lontana memoria, quelle tanto care ai fascisti ( la storia ci ha insegnato che le adunate sono molto pericolose e vanno a finire male di solito, vedi Hitler e Mussolini tanto per non dimenticare ! ), che si deve esprimere il proprio dissenso urlante
Ci sono altri modi per sconfiggere la casta, in Parlamento soprattutto. E non ritengo che Rodotà, anche se è una persona seria e preparata , avrebbe potuto essere il presidente di tutti
Chissà quanti sono stati poi effettivamente i voti  raccolti in rete da Rodotà , visto che Grillo non ha mai pubblicato i dati delle sue quirinarie continuamente sbandierate ad ogni piè spinto?
Io per esempio avrei decisamente preferito Gustavo Zagrebelsky a lui
Nuove riforme come l'elezione del presidente fatta dai cittadini avrebbero sicuramente evitato tutto questo caos e non avremmo dovuto assistere alle pagliacciate di troppi politici, nani ballerine pescivendole lavandaie nostalgici franchi tiratori traditori e chi più ne ha più ne metta....

Napolitano Bis

Ieri pomeriggio, alla sesta votazione, dopo quasi tre giorni di insuccessi e caos politico, è stato rieletto presidente della Repubblica italiana, con 738 voti, Giorgio Napolitano 
Le sue prime parole dopo l'elezione sono state:  «Auspico fortemente  che tutti sappiano onorare i propri doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni repubblicane: Dobbiamo guardare tutti, come io ho cercato di fare in queste ore, alla situazione difficile del paese, ai problemi dell’Italia e degli italiani, al ruolo internazionale del nostro Paese».  
Ha dichiarato anche di non potersi «sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la Nazione», ma al contempo ha ammonito: «Confido che corrisponda un’analoga collettiva assunzione di responsabilità».
Lunedì giurerà e pronuncerà il discorso di insediamento di fronte al Parlamento in seduta comune.
 
«Ammiro la sua decisione di servire di nuovo il popolo italiano come presidente» ha detto Barack Obama in una nota. Negli ultimi sette anni  il Quirinale è stato il vero punto di riferimento della Casa Bianca,  non solo per la corrispondenza protocollare delle cariche. Napolitano disponeva della certezza di un mandato settennale, a differenza dei capi del governo che andavano e venivano e dava garanzie di responsabilità, interna ed internazionale, con la sua propensione per la serietà fiscale, le riforme, l’Europa e l’ancoraggio atlantico del paese. Nelle ultime settimane l’Italia è stata sull’orlo del baratro ma ora fa un passo indietro dalla catastrofe completa e totale.
La Cei, alla rielezione di Giorgio Napolitano, si è espressa così : « Nel farLe sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della responsabilità che l'incarico conferitoLe porta con sé, specialmente in quest'ora della storia. Le esprimiamo di cuore le nostre felicitazioni nel momento in cui Lei, avendo dato la Sua esemplare disponibilità da molti richiesta, è stato confermato Capo dello Stato»
«Nel farLe sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della responsabilità che l'incarico conferitoLe porta con sé, specialmente in quest'ora della storia. Sono, infatti, molteplici gli elementi che sembrano oggi indebolire il riconoscimento del senso della comune appartenenza», prosegue.
Nel messaggio si ricorda che «la gente e le famiglie vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una crisi più profonda e generale; essa tocca le radici stesse dell'uomo. È crisi sociale ed è crisi politica, che emerge in contrapposizioni radicali, nella scarsa partecipazione e nella fatica a raggiungere consenso». «Tutto ciò fa di questo un tempo di scelte impegnative, che richiedono la consapevolezza e la capacità di cogliere le risorse e le reali opportunità per sviluppare una rapida e incisiva ripresa  Del resto, la misura dell'autentica politica si riconosce nella sua capacità di interpretare la società e di ragionare in termini di sviluppo storico e non all'insegna della contingenza, restituendo priorità alla riflessione pacata, al confronto, alla mediazione alta; nell'affrontare seriamente quanto ha a che fare con la vita quotidiana della nostra gente». La risposta migliore «alla stanchezza e alla disillusione passa dal rispetto della democrazia e, quindi, dalla fedeltà ai principi della Costituzione, che ha il suo cardine nella centralità della persona e impegna a garantire a tutti lavoro, speranza e dignità».
La Cei ricorda anche che «l'esperienza cristiana ha sempre avuto una dimensione e una valenza pubblica», e che all'uomo «è diretto il servizio della Chiesa come quello dello Stato, nella piena distinzione e autonomia, nonché nella reciproca e leale collaborazione per il bene dell'intero Paese».
« Il nostro cordiale augurio è che, sotto la Sua rinnovata Presidenza, il Paese possa crescere nell'autentico progresso, in una stagione di effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo quello di servire il bene comune». «Le siamo vicini con la nostra preghiera  confermando il leale e generoso contributo della Chiesa che vive nell'amata Italia».
L'Osservatore Romano il quotidiano della Santa Sede ha accolto l'accordo sulla rielezione di Napolitano così : «È ancora una volta Giorgio Napolitano la vera risorsa della Repubblica, quella necessaria per tirare fuori l'Italia da una crisi politica e istituzionale senza precedenti che ora dopo ora si stava sempre più complicando».  
«Il nodo che è apparso a un tratto quasi irrisolvibile sembra dunque finalmente sciolto soltanto grazie alla disponibilità di Napolitano, il quale ha accettato di tornare sulla sua decisione di non ricandidarsi dopo la richiesta quasi unanime delle forze politiche» . «Ma a dimostrazione del clima difficile che sta caratterizzando la vita politica italiana basti tener conto della notizia, fatta trapelare dal Pd, secondo la quale, al fine di evitare il ripetersi del sabotaggio da parte dei franchi tiratori, i voti espressi dal partito al sesto scrutinio  saranno riconoscibili». «Sarebbe infatti catastrofico per la credibilità anche delle stesse istituzioni, come del resto la nota del Quirinale fa capire, se, dopo aver richiamato in campo l'attuale capo dello Stato, le forze politiche ne bocciassero la candidatura nel segreto dell'urna».