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venerdì 6 dicembre 2013

Il mestiere più vecchio del mondo

Gli antichi Romani dicevano O Tempore O Mores !
Non solo allora ma fin dai tempi antichi il meretricio era già di moda ed era motivo di discussioni di denuncia e di condanna, anche se poi molto spesso i moralisti del momento usavano andare, pure loro, a pagamento, con le " donnine allegre "
In Italia negli anni cinquanta del '900 la senatrice Merlin fece chiudere con una legge parlamentare le case chiuse, e fu così che noi che eravamo nati / nate  nel frattempo passammo il resto della vita a vedere quelle povere sfortunate donne di strada fare il loro mestiere lungo i bordi delle vie, al freddo, ma con un fuocherello acceso lì accanto, di notte e di giorno !
Povere disgraziate, abbiamo sempre pensato
Sfruttate maltrattate e usate fino allo sfinimento da protettori senza scrupoli e senza pietà, specialmente le africane e le giovanissime dell'Est Europa
Ma il mercato non ha mai sofferto nessuna crisi, grazie a tutti quegli  uomini che sono sempre stati, e sempre saranno, disponibili a passare del tempo a pagamento in loro compagnia ... e ne abusano senza mai porsi problema alcuno Pure loro
 
La riforma sanitaria del presidente Obama invece, che negli Usa ha trovato  un gruppo di entusiaste sostenitrici ,le prostitute legali delle case di tolleranza  del Nevada, ha scatenato subito la   propaganda feroce dei Repubblicani contro la legge  
Ma le opinioni delle prostitute, raccolte dalla televisione Cbs, che è andata a sentirle nel famoso  Moonlight Bunny Ranch, uno dei più noti bordelli legali del Nevada, sono motivo di riflessione seria
Taylor Lee ha spiegato che «facendo questa professione, non ci offrono esattamente le polizze sanitarie di gruppo».   In effetti le compagnie assicurative si tengono ben alla larga dal settore. Il problema, però, è che anche le prostitute sono esseri umani, con corpi che si ammalano: «E’ dura - ha denunciato Taylor - perché io ho una patologia preesistente, e quindi tutti mi rifiutano. Perciò sostengo davvero Obamacare, e sono molto contenta che sia in vigore». 

In Francia c'è stato il Primo sì del Parlamento  d'Oltralpe al disegno di legge sulla prostituzione: le proteste di piazza delle lucciole e l’opposizione di una parte dell’opinione pubblica, a destra come a sinistra, di uomini e di donne, senza distinzioni , non hanno convinto i deputati che, 268 contro 138, hanno approvato il testo che vuole sradicare il fenomeno del sesso a pagamento, penalizzando i clienti con multe a partire da 1.500 euro.  La bozza di legge, promossa dal partito socialista con il sostegno convinto del ministro per i Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, passerà all’esame del Senato ad inizio 2014.
Alla Camera tutti i partiti hanno lasciato libertà di voto ai propri deputati: i socialisti e il Fronte di sinistra hanno votato in maggioranza a favore, contro si sono schierati soprattutto radicali e Verdi, mentre il fronte del centro-destra con l’Ump (Unione per un movimento popolare) e Udi (Unione dei democratici e indipendenti) sono risultati divisi.
Oltre alle multe per i clienti, il disegno di legge prevede l’istituzione di un fondo per proteggere le vittime della prostituzione. Una parte importante della legge è  quella dedicata alle prostitute straniere che si impegnano ad abbandonare l’attività in cambio di un permesso di soggiorno di sei mesi.   Fino ad ora in Francia il sesso a pagamento era legale ma ne era vietato lo sfruttamento e la prostituzione minorile, così come l' "adescamento passivo "  ( legge di Nicolas Sarkozy - 2003 ). In caso di approvazione anche da parte del Senato, Parigi si allineerà alla Svezia e alla Norvegia, paesi all’avanguardia nella lotta alla prostituzione.
Ma questa  proposta di legge ha innescato un acceso dibattito in Francia  e le prostitute sono scese sul piede di guerra per la paura di perdere  clienti, dopo  il provvedimento, ed hanno puntato  il dito anche contro l’ulteriore precarizzazione delle loro condizioni di lavoro. «Siamo unanimi nel ritenere che la criminalizzazione dei clienti non farà sparire la prostituzione ma accentuerà l’insicurezza delle prostitute costringendole ulteriormente alla clandestinità», ha commentato un collettivo di associazioni contrarie alla normativa.
A fianco delle lucciole si sono schierati i firmatari del manifesto dei «343 bastardi» che, contro la penalizzazione dei clienti, all’inizio di novembre avevano rivendicano il diritto al sesso a pagamento tra adulti consenzienti.
Tra  loro vi sono pure esponenti del mondo della cultura e dei media, come il giornalista Frederic Beigbeder, il regista teatrale Nicolas Bedos e Richard Malka, avvocato di Dominique Strauss-Kahn. La petizione richiamava alla memoria il «manifesto delle 343 puttane» pubblicato nel 1971 sul Nouvel Observateur, con il quale le firmatarie ammettevano di aver avuto un aborto, esponendosi così alle conseguenze penali.
Quella presa di posizione contribuì notevolmente all’apertura di un dibattito pubblico sull’aborto, allora illegale, che si concretizzò nella legge Simone Veil del 1974, che rese possibile l’interruzione di gravidanza.
E' altrettanto forte invece il sostegno alla legge da parte delle femministe, come Anne Zelensky che a novembre  si era scagliata contro il nuovo manifesto dei bastardi, puntando il dito contro «il perverso gioco di prestigio dove la libertà è messa al servizio della difesa di una schiavitù di fatto».
 Con l’approvazione alla Camera, le associazioni contro il sesso a pagamento hanno salutato la «svolta storica», auspicando un’identica presa di posizione contro la «violenza prostituzionale» anche da parte del Senato.

E noi, che facciamo in Italia ? Continueremo ancora, nei secoli dei secoli a venire , a vedere quelle povere disgraziate lungo i bordi delle strade a contrattare il prezzo di una prestazione con i clienti delle auto ? 
Il Parlamento italiano è impegolato in ben altre beghe in questo periodo , dal Porcellum al Mattarellum, dalla disoccupazione in eccesso alle tasse sulla prima casa - la paghiamo, non la paghiamo, la pagheremo o non la pagheremo , questo è il dilemma - , da Renzi Berlusconi e Grillo che piantano casino ad oltranza a .... vattelapesca !
Ma i Parlamentariattuali  hanno pensato mai al mestiere più antico del mondo e alla difesa e protezione delle donne che lo praticano ? Creeranno pure loro prima o poi una nuova legge che colpisca i clienti e li induca a ridurre il mercato del sesso a pagamento ?

giovedì 28 marzo 2013

Obama, la Shell e l' Artico

" La Shell ha abbandonato i suoi piani di trivellazione nelle acque artiche dell'Alaska anche per il 2013
La .Shell aveva promesso di applicare i migliori standard di sicurezza per queste trivellazioni ma il fallimento della scorsa estate e una lunga lista di incidenti e di quasi-disastri, sono una chiara indicazione che anche le "migliori" compagnie non possono trivellare offshore, nell'Artico e altrove, in sicurezza.
 Il Presidente Obama e la sua amministrazione hanno dato alle trivellazioni nell'Artico una possibilità e Shell ha dimostrato che queste attività non sono possibili. Cercare di estrarre fino all'ultima goccia di petrolio è insensato: è tempo di abbandonare la nostra dipendenza dalle fonti fossili, di promuovere efficienza energetica ed energie rinnovabili e di occuparci concretamente del riscaldamento globale.
È ora che il Presidente Obama decida di abbandonare completamente l'idea di trivellare nell’Artico e di dichiarare la zona 'off limits' all'industria del petrolio.
Entra in azione anche tu ora e unisciti alla  campagna Greenpeace per proteggere l'Artico. Chiedi al Presidente Obama di vietare le trivellazioni nell'Artico. Per sempre.
Dear President Obama
Shell just announced that it is abandoning its plans to drill in Arctic waters off the coast of Alaska this year.
Shell was supposed to be the best of the best, but the long list of mishaps and near-disasters from the company’s failed attempt to drill in the Arctic last summer is a clear indication even the ‘best’ companies can’t succeed in Arctic drilling.
Mr. President, now is the time for leadership. Arctic drilling got its chance. It’s time we kick our addiction to fossil fuels and invest in clean energy sources like wind and solar.
I am urging you to take the first step toward a clean energy future and declare Arctic drilling ‘off limits’ forever. " 
dal sito di Greenpeace Italia

sabato 1 dicembre 2012

Bullismo

"Bullying" è la parole inglese che  indica sia un insieme di comportamenti   ripetuti da qualcuno  che fa o dice cose per avere potere su   un'altra persona o per  dominarla, il "persecutore", sia i comportamenti della "vittima", ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
Il bullismo è un fenomeno sempre più vasto e grave ed è diffuso in tutto il mondo ma ancora sottovalutato
Troppo spesso il bullismo non viene infatti riconosciuto  come tale perché è confuso con i normali conflitti fra coetanei o coetanee.
In tanti anni di insegnamento mi è più volte capitato di avere in classe dei bulli e, in qualche caso, delle bulle, e di vedere quali conseguenze hanno avuto  i comportamenti di questi " carnefici" sulle vittime
Quando un bambino/a o un ragazzo/a è oggetto di prepotenze da parte di un altro bambino/a o ragazzo/a o da un gruppo di coetane/e o di ragazzi più grandi, che dicono e fanno cose spiacevoli, prepotenze volute intenzionali e ripetute, che impediscono alla vittima di difendersi, si deve parlare di bullismo.
Le vittime inizialmente vengono prese in giro con cattiveria, ricevono brutte parole e insulti o colpi, spintoni, calci, pugni, minacce; spesso ricevono anche bigliettini con parolacce. Il bullo le isola e racconta storie non vere su di loro in modo che anche gli altri compagni o compagne non rivolgano più la parola al o alla " colpevole". Spesso alle vittime vengono fatti " Scherzi" ( così li definiscono i bulli) molto pesanti, come il danneggiamento dei loro abiti o dei loro materiali scolastici, o il furto delle loro proprietà, o vengono   obbligati a fare cose che non vogliono fare. E la persecuzione  raggiunge il suo culmine quando viene richiesto loro del denaro o prestazioni sessuali. Le molestie sessuali sono forse le peggiori ma tutte le prepotenze sono deleterie per la vittima di bullismo.
I momenti peggiori in cui la vittima del bullo subisce le sue umiliazioni e le sue prepotenze verbali o fisiche a scuola sono in genere il cambio dell'ora, l'intervallo, la mensa, gli spostamenti in corridoio, le uscite ai servizi, le ore di fisica in palestra, ma vi possono essere dei seri problemi anche davanti a scuola o sullo scuolabus.
Quando succede fuori da scuola, al di fuori del controllo dell'insegnante, le vittime sono maggiormente in balia del bullo o dei bulli.
Se la vittima non trova il coraggio di parlarne con un adulto, o se gli altri compagni e compagne non capiscono la gravità di ciò che sta succedendo e anch'essi stanno zitti, la persecuzione si aggrava sempre di più
Spesso i bambini ma anche gli adolescenti non ne parlano perchè si vergognano, perchè sono stati minacciati ed hanno paura, perchè temono di non essere creduti o capiti o perchè non sono stati ascoltati e sono convinti che non serve a niente dirlo
E' estremamente importante che, alle richieste di aiuto di una vittima, gli adulti non rispondano mai nei seguenti  modi perchè accrescono e aggravano  la solitudine e il senso di impotenza di chi subisce prepotenze e umiliazioni varie : arraggiati!; è una faccenda che devi risolvere da solo perchè sei grande; succede a tutti e non si può fare niente; ribellati e fai il prepotente anche tu; se ti è successo è colpa tua e te lo sei meritato / te le sei andate a cercare; sono solo ragazzate senza importanza !
E' molto importante parlarne in classe e far sì che i compagni e le compagne spettatori di atti di bullismo ne parlino e non si schierino dalla parte dei bulli. I loro silenzi, la loro indifferenza  o la loro omertà complice fanno perdurare il fenomeno, mentre la loro riprovazione e le loro azioni di denuncia fanno modificare in modo rilevante gli atteggiamenti negativi e coercitivi dei prepotenti sulla debolezza della vittima
Bisogna sempre osservare con estrema attenzione le dinamiche  che intercorrono all'interno del gruppo classe ed intervenire subito quando si notano atteggiamenti prevaricatori da parte di alunni o alunne su compagni in difficoltà, insicuri o fragili o con disabilità o diversi per cultura e religione ...
E bisogna sempre prestare la massima attenzione a non confondere la vittima, che da passiva è finalmente riuscita a reagire per difendersi, con il persecutore o la persecutrice
Il bullismo dunque non è un problema solo per la vittima ma coinvolge anche quanti sanno che questi comportamenti avvengono (nella scuola o in altri contesti come lo spogliatoio di un campo di calcio, di basket, di volley o l'oratorio ...) e coloro che vi assistono, soprattutto per il clima di tensione e di insicurezza che si instaura.
Se i comportamenti prepotenti non vengono sminuiti o impediti possono avere un effetto devastante sulla vittima.
Se i bambini compiono atti di bullismo senza essere ostacolati attraverso un processo educativo è molto probabile che cresceranno abituandosi a compiere prepotenze e da grandi potrebbero anche picchiare il partner ed i propri figli.
Con il crescere dell'etá si ha di solito una diminuzione della frequenza degli atti di bullismo, ma quando questi persistono sono un chiaro indice di  disagio individuale stabile da parte del molestatore, che potrebbe a sua volta subire violenze da  adulti con cui vive o frequenta.
 I bulli persistenti sono a rischio di problematiche antisociali e devianti, mentre  le vittime rischiano quadri patologici di depressione  e di disistima .acute, che li possono spingere alla disperazione estrema e ad atti di autolesionismo gravi

giovedì 17 marzo 2011

Gli Hibakusa di Hiroshima

Gli ultimi Hibakusa, i superstiti della Bomba atomica giapponese dell'agosto 1945, hanno chiesto la rinuncia al nucleare perchè «E' un'energia disumana»
In un bell'articolo della Stampa di Torino di stamattina ho letto le testimonianze degli ultimi sopravissuti di Hiroshima :
" Hiroshima conosce la forza del nucleare. Prima città al mondo ad essere bombardata con l’atomica, il 6 agosto del 1945, è da allora diventata il simbolo del potere distruttivo di quest’arma. Le fotografie aeree di quei giorni la mostrano appiattita, una manciata di edifici soltanto rimasti ancora in piedi in un vasto, desolato paesaggio di macerie minute come fiammiferi, che si estende da tutti i lati. Ancora oggi, 66 anni dopo, quelle foto così famose lasciano increduli: un solo ordigno, e una devastazione tanto capillare. Da allora, Hiroshima ha saputo ricostruirsi davvero dal nulla, diventando oggi una città molto piacevole, vivace e prospera, con abitanti che uniscono alla proverbiale gentilezza giapponese un fare amichevole, aperto e disponibile.
Certo, avendone avuta la scelta avrebbe volentieri fatto a meno di essere divenuta il simbolo del potere distruttivo della bomba atomica, ma l’Hiroshima odierna sembra aver accettato con grazia la missione che si è data, di adoperarsi per promuovere la pace in ogni modo possibile. Toshiko Tanaka, una bella signora di 73 anni piena di energia e di sorrisi, annuncia subito, appena la si incontra, di essere una hibakusha, una vittima della bomba nucleare. «Avevo 6 anni e dieci mesi. Mi trovavo a 2 chilometri dalla Hall per la promozione industriale (uno dei pochi edifici parzialmente rimasti in piedi, divenuto il famoso Duomo della Bomba-A), e fino a pochi giorni prima abitavo proprio lì vicino. Come molti altri ero stata evacuata. Era una bellissima giornata di sole, e ricordo di aver visto l’aereo passare in cielo. L’ho visto. E ho visto le fiamme scoppiare nella città: poi in un secondo, tutti i miei capelli erano spariti, e avevo le braccia e la schiena ustionate», dice, seria ma con una strana serenità.
«Per noi hibakusha quello che sta succedendo a Fukushima è assolutamente terribile!», esclama: «Dopo la tragedia del terremoto, nessuno poteva immaginare che si sarebbe aggiunto qualcosa di così spaventoso e terribile. Io non sono mai stata per l’energia nucleare, perché è evidente che si tratta di qualcosa di molto, molto pericoloso, e questo che vediamo ora ogni giorno in televisione è un incubo tremendo, davvero tremendo». Scuote la testa, allargando gli occhi, e poi respinge le lacrime dicendo: «Penso alle persone che sono lì vicino, esposte al pericolo delle radiazioni, e ho una paura tremenda per loro». Per Haruko Moritaki, direttrice dell’Alleanza di Hiroshima per l’abolizione delle armi atomiche, la questione è molto semplice: «Dalla nostra umile esperienza di Hiroshima, è ovvio che gli esseri umani non possono convivere con la potenza nucleare», dice.
Anche lei era appena una bambina quando la bomba scoppiò, ma era stata evacuata in campagna, e non riportò nessun danno fisico: «Mio padre, però, Ichiro Moritaki, da molti è stato chiamato il padre del movimento anti-nucleare. Era un insegnante, e insieme ai suoi studenti era stato messo a fare lavoro manuale per l’esercito. Venne colpito in pieno viso da una massa di vetri che si spaccarono appena esplose la bomba, e oltre a molte gravi ferite, perse un occhio. Passò sei mesi in ospedale, poi cominciò a dedicarsi agli altri sopravvissuti, in particolare i tanti bambini che chiamiamo gli ‘’orfani della bomba’’. Sono cresciuta con non so nemmeno io quanti altri bambini! Dopo un po' di titubanza iniziale, quando le forze di occupazione americane cercavano di proporre l’energia nucleare come qualcosa di positivo, di scindere energia nucleare da arma nucleare, mio padre decise di no: questa è una forza troppo pericolosa, non possiamo illuderci di controllarla. Così, noi da Hiroshima chiediamo che non si utilizzi assolutamente nessuna energia nucleare: né armi nucleari, né armi all'uranio impoverito (depleted uranium o du), né energia nucleare», dice Moritaki, trafelata per aver appena finito di scrivere un comunicato stampa su Fukushima, di corsa da un incontro all’altro.
«Quando ho visto quello che stava succedendo ho provato un'ansia terribile, anche perché ci sono così tante centrali nucleari in Giappone! Il mio Paese esporta tecnologia nucleare, da molti anni propone il nucleare come un’energia pulita, ecologica perfino. E’ una follia totale, guarda che incubo si è scatenato, bisogna opporsi in modo molto netto», dice.
E gli attivisti di Hiroshima lo fanno: ieri mercoledì una piccola manifestazione davanti agli uffici della Chugoku Electric City Company, proprio a pochi passi dal Museo del Memoriale della pace e dal Duomo sopravvissuto all’esplosione, chiedeva la sospensione della costruzione di due centrali nucleari nei pressi della città. Organizzata dalla Hiroshima Great Action, composta da alcuni hibakusha, alcuni giovani ecologisti appassionati, e i loro sostenitori, che con un altoparlante si apprestano a un sit-in davanti alla Chugoku cercando di consegnare una lettera. «Lunedì si sono rifiutati di prenderla», spiega Kyoko Taniguchi, «così riproviamo. È lo stesso atteggiamento della Tepco (l’azienda che gestisce la centrale di Fukushima), arroganza totale, non gliene importa nulla. Ma il nucleare non è sicuro, punto e basta, Fukushima ne è la prova.
Certo, il Giappone ha poche fonti di energia: non abbiamo carbone o petrolio, e l’energia nucleare è producibile su spazi relativamente ridotti. Ma quest’incubo, quest’orrore a Fukushima, che non sappiamo nemmeno come proseguirà, ci insegna quali sono i costi del nucleare! Noi siamo di Hiroshima: abbiamo il dovere di essere in prima linea su questo tema, che è semplice: se non siamo in grado di garantire la sicurezza di quello che facciamo, dobbiamo cambiare strada, non possiamo permetterci altro». Tutti a Hiroshima ripetono la stessa cosa: il nucleare, tutto il nucleare, è troppo pericoloso e l’esperienza lo dimostra."

venerdì 5 settembre 2008

Dislessia e sensibilità

La dislessia a scuola è spesso un problema per alunni ed insegnanti
Si potrebbe fare molto di più per gli alunni dislessici.
A scuola i docenti dovrebbero avere maggiore attenzione per quei bambini che spesso vengono etichettati come svogliati perché faticano più di altri a leggere, a scrivere o a studiare.
A livello nazionale l'Associazione italiana dislessia ha presentato un esposto alla magistratura ed al commissario europeo per i diritti umani Thomas Hammarberg per denunciare che a migliaia di bambini dislessici in Italia non viene garantito il diritto all'istruzione.
La dislessia non è una malattia, i bambini dislessici non sono malati.
Non è necessario cambiare i contenuti dell'insegnamento, ma solo la metodologia.
La dislessia è un po' come andare in bicicletta senza un pedale: la bicicletta può funzionare lo stesso, ma in un modo diverso dal solito.
Ad esempio se se si ha la possibilità di usare il computer, di avere più tempo nei compiti scritti, di essere esentati dal copiare dalla lavagna o di leggere a voce alta.
Queste misure compensative, previste in diverse circolari ministeriali, vengono regolarmente disattese.
Nella mia provincia, il VCO - Verbano Cusio Ossola -, è stato inaugurato nel dicembre 2007 il Centro nuove tecnologie e disabilità per offrire consulenze gratuite a tutte le scuole, alle famiglie e agli enti riguardo agli strumenti tecnologici di supporto.
E fondamentale per i miei alunni dislessici è sempre stata l'associazione onlus Centri VCO di Gravellona Toce, nata nel 1972 dalle esigenze di un gruppo di genitori che chiedeva cure ed assistenza per i figli portatori di handicap e cresciuta espandendo la sua attività nel campo della prevenzione e della riabilitazione di disagi relazionali, psicomotori e cognitivi anche transitori, con una équipe di logopedisti, neuropsichiatri infantili e personale altamente specializzato.
Essere dislessico e star bene a scuola è molto importante . Io spero che tanti altri colleghi come me si siano sensibilizzati al problema ed abbiano recepito le normative per rendere migliore e proficuo il permanere di questi ragazzi e ragazze in un banco di scuola. Senza traumi e senza indifferenza l loro problema

lunedì 24 dicembre 2007

Gli inverni del cuore

Siamo alla vigilia di un altro natale ed un nuovo anno è alle porte ormai
Tutti ci auguriamo nuove gioie nuove meravigliose ed imprevedibili sorprese tanta salute e felicità
Come sempre !
Ci prepariamo a festeggiare , a brindare con amici e parenti , a scambiarci i regali e a dimenticare per un po' il lavoro gli impegni le tasse i politici e tutto quello che ci ha stressato e affaticato e rotto a volontà fino a ieri
Ma se noi abbiamo una casa una famiglia degli affetti e degli amici e ce ne stiamo al caldo a mangiare a riposare a divertirci a stare bene , quanti sono invece quelli che bene non stanno bene x nulla?
In queste ultime settimane ho avuto poco tempo x me e x chi mi è vicino e x le persone con cui sono amica ma con il pensiero sono sempre stata vicina ad una persona che conosco solo virtualmente da alcuni anni e che in questo periodo non sta bene
So cosa sta passando perchè io ho passato alcuni anni, pochi anni fa, a vedere la salute di mio papà andarsene a poco a poco e le sue sofferenze sono state le nostre per tre lunghi anni con le feste passate in ospedale o a casa a star male per lui e con lui
Anni difficili che non ho dimenticato ma che spero non si ripetano più
Io mi auguro che la mia amica possa riprendersi presto e che torneremo di nuovo a comunicare via internet con tutto l'affetto e la simpatia che ci accomuna
Purtroppo le malattie arrivano improvvise e quando uno meno se lo aspetta lasciando attoniti e senza difese
Il nostro cuore che gioiva ed era felice all'improvviso è sopraffatto e si ritrova perso nella gelida tormenta dell'inverno; la malattia lo seppellisce in una fredda coltre che gli toglie serenità e sicurezza...
In questi giorni di riflessioni prenatalizie ( non ho mai amato granch'è il natale : troppe luci troppi auguri spesso insinceri, regali non voluti o fatti x dovere ma senza il cuore che li accompagna, troppi soldi spesi per feste esagerate, un eccesso di tutto per ricordare un uomo nato in una mangiatoia e morto su una croce con due ladri a fianco ...) ho pensato che gli inverni del cuore, come il vento gelido che arriva improvviso e porta neve ghiaccio e tanto freddo a ricoprire la natura, non sono solo le malattie, ma anche il male che troppo spesso fanno gli uomini e le donne senza neppure pensare alle conseguenze
Dei giovani che potevano avere tutto nella vita sono indagati da mesi per due delitti assurdi, x due giovani donne uccise, a Garlasco e a Perugia, con motivazioni insensate che stanno affiorando a poco a poco
E quel gelo che attanaglia i loro cuori li rende insensibili e crudeli ed incapaci di penstirsi e di dire la verità
Un inverno polare è sceso ormai su di loro e nei loro cuori non si legge dolore non si legge pietà per le le vittima non si legge un filo di vergogna o di disperazione x quello che possono o potrebbero aver fatto
Freddi insensibili bugiardi esibizionisti ...
Che tristezza vedere la gioventù, il nostro futuro, perdere sempre più il senso del giusto del bene dell'amore e della sensibilità verso gli altri, perdere i freni inibitori ed uccidere senza pietà, senza pudore, senza paura e senza vergogna e raccontare bugie su bugie, menzogne e mezze verità , parole futili e leggere a nascondere i gelidi inverni dei loro cuori ...
Ma domani è un altro giorno e poi un altro Natale arriverà
e saremo x un giorno tutti più buoni nella speranza che il Bambinello ritorni con tante sorprese a riscaldare i nostri cuori e a renderli di nuovi puri ed innocenti
I miei più cari AUGURI a voi tutti e tutte che sempre mi leggete e commentate
un abbraccio erica

venerdì 7 dicembre 2007

Non si muore per amore ...

Cominciava così una celebre canzone di Mogol Battisti : "Non si muore per amore ... "
Ho invece letto questa sera un curioso articolo dove si parla invece di cuori spezzati per amore
"Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista The Lancet e curata da ricercatori dell'università di Utrecht, in Olanda, sembra che il cuore spezzato aumenti il rischio di morire di ben cinque volte.
Una notizia sconvolgente ma che i poeti hanno sostenuto da sempre, in effetti. A fornire la prova scientifica è uno studio condotto dall'equipe della dottoressa Margaret Stroebe, dedicato proprio ai pericoli del mal d'amore.
Sarebbe lo stress psicologico provocato dal distacco, insieme con stili di vita insani per distogliere la mente dalla sofferenza, il più pericoloso.
Il ricorso all'alcol, al fumo e alla droga sono sicuramente i sintomi di una sofferenza difficile da placare. Stordirsi è generalmente il rifugio più immediato, seducente e molto pericoloso per la salute.
I problemi maggiori li incontra chi rimane vedovo: secondo gli esperti olandesi, gli uomini che perdono la moglie corrono un rischio di morte più alto del 21 per cento, mentre le donne del 17.
Il periodo più delicato è quello immediatamente successivo alla tragedia, quando la mente è frastornata e il corpo debilitato, tanto da trascurare le più elementari regole di sopravvivenza. Malnutrizione, ricorso all'alcol e comportamenti al limite dell'autolesionismo, come la tendenza a guidare in modo spericolato, sono l'anticamera di rischi ben più gravi.
Con il passare del tempo i rischi si fanno più sopportabili ma solo a distanza di anni si può parlare di scampato pericolo.
Al di là dei problemi legati allo stile di vita e all'alimentazione, comunque, il problema più grave è il suicidio.
Per ragioni ancora tutte da sondare, i vedovi sono molto più esposti a pensieri di questo tipo rispetto alle donne, che generalmente hanno meno difficoltà a rifarsi una vita.
Ma se è possibile ripartire da zero dopo la morte o la perdita della persona amata, questo non è pensabile a seguito della perdita di un figlio.
Uno studio danese del 2003 dimostra infatti come i genitori di piccoli deceduti siano i soggetti più a rischio. Più piccolo è il bambino e più frequente e logorante è il desiderio di darsi la morte, specie durante i primi trenta giorni di lutto."
Di certo l'articolo è molto interessante ma non è per nulla allegro E allora sono passata a leggere altrove ed ho trovato che :
" gli Italiani tradiscono in pausa pranzo ed i pentimenti sono pochi, appena l’11%
Galeotto fu il panino. O l’insalata mista. Almeno un adulterio su tre avviene infatti fra le 12.30 e le 14.30.
Ma solo i più fortunati hanno due ore di tempo per tornare a casa o trovare un hotel a portata di mano.
Gli altri? Si arrangiano come possono, alla svelta, in macchina, approfittando degli uffici che si svuotano o addirittura nei bagni dei ristoranti.
I colleghi affollano le fantasie sessuali degli italiani, e ben 8 su 10 hanno la tentazione di metterle in pratica.
Ma se tradire fa ancora paura, chi rinuncia finisce per pentirsi rodersi per non aver colto l’occasione.
E tra i fedifraghi? Solo 1 su 10 si sente in colpa.
Una ricerca della rivista Riza Psicosomatica, in edicola in questi giorni, condotta su circa 1.000 italiani, uomini e donne, di età compresa fra i 20 e i 60 anni, ha dato questa sensazionale rivelazione.
Il primo dato significativo della ricerca riguarda le tentazioni: ne saremmo vittime, in diversa misura, praticamente tutti: chi spesso (29%), chi abbastanza di frequente (43%), chi ogni tanto (17%) o raramente (9%).
Capita tutte le volte che si incontra qualcuno di attraente (32%), dopo un litigio col partner (24%), tutte le volte che ci si sente particolarmente in forma (17%) o quando ci si trova, per lavoro o per vacanza, lontano da casa (8%).
Le persone che inducono maggiormente in tentazione sono, nell’ordine, colleghi di lavoro (29%), semplici sconosciuti (26%) o il classico migliore amico (o migliore amica ) del partner (18%).
Ma se un italiano su due afferma di aver resistito tenacemente c’è un buon 36% che confessa di aver tradito in questo ultimo anno.
Pentimenti? Pochi, appena l’11%. E a parte un 10% di incerti, gli altri (79%) sembrano ben felici della loro condizione di adulteri.
Quanto al momento per consumare il tradimento, il 29% approfitta della pausa pranzo, mentre un italiano su quattro non si fa problemi per una scappatella durate l’orario di lavoro (26%).
Il 16% lo fa prima di tornare a casa la sera, mentre l’11% preferisce farlo lontano da occhi indiscreti, quando si trova in viaggio, sia esso di lavoro o per vacanza, mentre per il 13% è la serata da single a fare da carburante.
L’ufficio, quindi, si conferma il luogo a più alto ’rischio-corna (31%). Più ancora della casa (27%), dell’automobile (15%) o del motel (10%).
Meno frequentate le palestre (8%) e i bagni dei ristoranti (5%).
Tuttavia, il tradimento fa ancora paura a quasi la metà degli italiani (48%). I motivi? Le conseguenze nella vita quotidiana (28%), il senso di colpa (24%), ma anche la paura di intraprendere nuova relazione (15%), più ancora che di essere scoperti (13%).
Solo il 6% però rinuncia solo per rimanere fedele. E infatti, ben il 52% si dice pentito per non aver colto l’occasione quando gli è capitata "
Ogni commento sarebbe superfluo
E allora buona notte e sogni d'oro, possibilmente senza corna .... perchè il mal d'amore fa male alla salute!!!
un kiss erica

mercoledì 26 settembre 2007

Amare se stessi

In questi giorni, oltre al tormentone di tutta un'estate, l'omicidio della giovane donna di Garlasco, le liti a Miss Italia tra la Goggi e Bongiorno ed il ritorno dell' Isola dei Famosi hanno tenuto banco nella top ten dei gossip di giornali e tv
Io come sempre ho girato pagina o cambiato canale, quando non ho spento. Odio questo tipo di TV!
Ma Miss Italia ha lasciato anche un altro strascico di polemiche, forse e sicuramente molto più importanti dei capricci dei due presentatori non più giovincelli ...
E' stata eletta infatti una ragazza alta 1 metro e 80, che pesa solo 51 chili scarsi
E’ troppo magra, dunque, la nuova miss Italia e qualcuno ha fatto notare che è anoressica e quindi è un'immagine negativa perchè proprio in quest'ultimo periodo si sta cercando, anche nel campo della moda, soprattutto, di combattere l'anoressia e di presentare un nuovo modello di donna
Una donna non più taglia 38, un grissino pelle e ossa da imitare a discapito della propria salute
E anche Oliviero Toscani, il famoso fotografo di moda, spesso nell'occhio del ciclone per le sue immagini choccanti, ha ripreso una giovane modella anoressica, Isabelle Caro, magrissima e completamente nuda, e ben conscia della sua condizione di malata, in una foto, già definita da «pugno nello stomaco», che è apparsa sui giornali e sui manifesti affissi nelle maggiori città italiane.
Questo corpo, di soli 31 chili, è stato scelto come testimonial per la campagna pubblicitaria, accompagnata dallo slogan «No anoressia», della casa di moda Nolita, del gruppo Flash&Partners.
La donna, completamente nuda, ha deciso di accettare di mostrarsi «perchè la gente sappia e veda davvero, a che cosa può portare l’anoressia».
La campagna pubblicitaria, «da brivido», ha creato molte polemiche ed è ritenuta «inutile e dannosa perchè non aiuta le persone alle prese con l’anoressia, ma ferisce soltanto le famiglie costrette a fare i conti con la malattia che, in assoluto, uccide di più tra quelle psichiche. E addirittura rischia di scatenare, nelle persone malate, una sorta di competizione verso la magrezza estrema», da
Fabiola De Clercq, ex ragazza anoressica e oggi presidente e fondatrice dell’Aba, Associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia, l’obesità e i disordini alimentari.
In Italia vi sono oltre 2 milioni di anoressici o bulimici
Non è solo la pubblicità continua e ripetuta che mostra immagini di donne e uomini bellissimi e di successo che influenza i giovani e li rende vittime dell'anoressia
Di certo chi è fragile e non si ama o non si vede bello o bella è molto più facilemente una probabile vittima dell'anoressia, ma io credo che tali problemi nascano dal fatto che ci siano difficoltà in famiglia o con gli adulti con cui si vive
Quando si è giovani è quasi normale non vedersi belli anche se lo si è e non amare il proprio corpo in crescita, ma è un grande vantaggio se si hanno insieme degli adulti che aiutano a superare le ansie e le insicurezze, che danno tranquillità e la certezza che si può essere al meglio anche se si pesa qualche chilo in più, anche se si mangia e si mangia bene ed in modo salutare
Ricordo sempre e con ancora una buona dose di fastidio il fatto che sono stata per tantissimi anni parecchio magra, anche se mangiavo magari 5 o 6 volte al giorno, con una dieta equilibrata e controllata, e troppe volte qualcuno mi chiedeva con insistenza se mangiavo abbastanza!!!
Ero così di costituzione e bruciavo in fretta ciò che mangiavo con gusto
In questi ultimi 4 anni sono passata dai 48 chili abituali ai 56-58 per 1 m 63 di altezza
Mangio forse meno di prima ma come sempre non sto mai ferma
Con l'età si cambia ma da una parte preferivo molto di più i miei agili 48 chili di una vita ed un guardaroba che si è assottigliato man mano che in pochissimi mesi ingrassavo
Ho comunque accettato con filosofia il cambiamento di peso, ho rifatto acquisti e sono passata dalla 42 alla 44- 46 senza rimpianti, se non x qualche lacrima per il portafoglio vuoto !
Mantengo la mia dieta sana ed equilibrata e mi muovo tutto il giorno
L'aspetto fisico è importante ma per me non è mai stato il più importante
Ho sempre ritenuto molto più importante l'intelligenza, la sensibilità e la capacità di capire ed ascoltare gli altri
Solo così si può vivere bene e stare bene con se stessi e con gli altri
L'amore ed il rispetto per se stessi sono fondamentali
Se tutti imparassero a conoscersi meglio e ad amare il proprio corpo e le proprie potenzialità ed abilità non ci sarebbe di certo bisogno di una foto choc di Toscani per scuotere il mondo degli anoressici!!!
PS: tanto spesso, ora che ho 10 chili in più, chi mi conosce mi fa i complimenti perchè, mi dicono, "adesso stai proprio bene e sembri più giovane di parecchi anni " !
un vantaggio quindi e la certezza che con meno ossicini e un po' di polpa in più, si è decisamente molto più affascinanti e belle, anche se gli anni passano, implacabili, senza fermarsi ....

venerdì 10 agosto 2007

Novartis

Oggi nella posta ho trovato questa mail :
"Carissimo sostenitore,
Da parte di tutto lo staff di Medici Senza Frontiere vogliamo ringraziarti personalmente di aver aderito alla petizione di Medici Senza Frontiere per chiedere a Novartis di rinunciare alla causa intentata contro il Governo Indiano.
Come forse avrai già saputo, lunedì 6 agosto, la Corte Indiana ha respinto il ricorso della multinazionale svizzera.
La Novartis aveva trascinato in giudizio il Governo Indiano per forzarlo a modificare la legge indiana sui brevetti in modo da ottenere una più facile e più ampia protezione della proprietà intellettuale per i suoi prodotti. Novartis affermava che la legge indiana – che consente entro certi limiti la produzione di versioni generiche di alcuni medicinali essenziali - non rispetta le regole fissate dall'Organizzazione Mondiale del Commercio. Ma queste lamentale lamentele sono state giudicate prime prive di fondamento dall'Alta Corte di Chennay.
La sentenza della Corte indiana è un grande sollievo per tutti i medici e i pazienti che nei Paesi in via di sviluppo dipendono dagli equivalenti generici e di qualità d e i farmaci salva-vita prodotti n India a prezzi accessibili per i Paesi più poveri.

Questa decisione avrà un impatto diretto su molte medicine che sono essenziali nei nostri progetti. Per esempio, l'India potrà evitare di riconoscere i brevetti su alcuni farmaci di nuova generazione cruciali per la terapia dell'HIV: in questo modo le industrie indiane potranno avviare la produzione di equivalenti generici e la concorrenza contribuirà ad abbassare i prezzi.
Abbiamo appreso con piacere che Novartis non intende opporsi alla sentenza e chiediamo alla multinazionale di astenersi da ogni ulteriore tentativo di far dichiarare illegittima la legge indiana.
Non ci illudiamo che questa sentenza possa risolvere il problema dell'accesso ai farmaci: c'è ancora molto da fare per abbassare i prezzi dei farmaci salvavita esistenti e per stimolare lo sviluppo di nuove medicine e test diagnostici disperatamente necessari. Ma la tua firma e quelle delle altre 420mila persone che hanno aderito hanno creato un movimento globale che ha aiutato l'India a mantenere il suo ruolo di "farmacia dei Paesi poveri".
Grazie di cuore per il sostegno!
Tido von Schoen-Angerer ,Direttore della Campagna per l'accesso ai farmaci essenziali, Médecins Sans Frontières
Christophe Fournier ,Presidente Internazionale di Médecins Sans Frontières
Raffaella Ravinetto , Presidente di Medici Senza Frontiere Italia
P.S. Per maggiori informazioni sulla causa e per alter notizie consulti il nostro sito
www.medicisenzafrontiere.it o www.accessmed-msf.org
Questa è una gran bella notizia
Grazie di cuore a Medicisenzafrontiere che ha permessso a me e ad altri 80 mila Italiani di firmare una petizione salvavita!
"Medici Senza Frontiere tratta oltre 100mila malati di HIV in tutto il mondo e ben l'84% dei farmaci antiretrovirali che prescrve, pre-qualificati dall'Organizzazione Mondiale della salute, proviene dall'India . Molti Governi di Paesi in via di sviluppo e altre agenzie internazionali come l'Unicef e, la Clinton Foundation ed anche il Pepfar, dipendono dai produttori indiani di generici per l'approvvigionamento di farmaci contro l'Aids. Dobbiamo permettere all'India di continuare a essere la Farmacia dei Paesi Poveri".

mercoledì 9 maggio 2007

Deposito nucleare

La scorsa settimana nella cronaca locale de La Stampa sono comparsi due trafiletti con una notizia che, x noi che viviamo a due passi dalla Svizzera, ci ha fatto debitamente storcere il naso. Si riparla di nuovo di un progetto x lo stoccaggio di scorie radioattive al Piz Pian Grand e questa volta il Comune svizzero di Mesocco, in val Mesoncina, ha chiesto aiuto anche all'Italia, soprattutto a noi cittadini ed alle nostre istituzioni che abitiamo nel bacino italiano del Lago Maggiore.
Già nel 1980 era stata ingaggiata una battaglia contro l'idea di creare un deposito di materiale radioattivo proveniente dalle centrali nucleari svizzere quando le autorità elvetiche avevano individuato come possibile sede proprio il Piz Pian Grand non lontano dal Passo del San Bernardino.
Nel 1993 a seguito di una dura opposizione delle popolazioni locali l'idea fu accantonata ma ora purtroppo è ritornata, come il coniglio bianco estratto dal magico cappello a cilindro di un mago ...
La richiesta di aiuto è importante xchè le acque che scendono dalla Valle Mesolcina arrivano al Lago Maggiore ed al Ticino e lo stoccaggio di scorie anche solo debolmente radioattive fa temere a tutti quanti noi l'inquinamento della falda freatica che alimenta la vasta area abitata del Verbano
Mesocco è pronto quindi a costituire un comitato che coinvolga anche le due sponde, lombarda e piemontese, del lago ed il braccio di ferro contro l'ufficio federale elvetico dell'energia, che è il promotore di questo nuovo progetto, poco sensato, è cominciato !

venerdì 13 aprile 2007

Il killer dei giovani

La provincia di Verbania è in linea con i valori regionali del Piemonte x quanto riguarda la mortalità x incidenti stradali, ma è purtroppo al terzo posto dopo Cuneo e Vercelli se si prende in considerazione la fascia d'età sotto i 29 anni. Un dato preoccupante e un grave rischio x le stragi del venerdì e del sabato sera.
Un recente sondaggio dell'ASL 14 fuori dai locali in orari notturni ha coinvolto 329 persone,262 maschi e 63 femmine, di cui il 65 % in età tra i 20 e i 30 anni, 7 su 10 lavoratori, il 30 % studenti. E' risultato che il 60 % dei giovani esaminati aveva un tasso alcolico oltre il limite consentito x poter mettersi alla guida. Il 58 % di questi aveva intenzione di mettersi a guidare.
Martedì è stato presentato a Omegna nella sede della Azienda Sanitaria un progetto che si chiama " Si'cura' la notte", con la collaborazione del Servizio x le tossicodipendenze e l'alcolismo, il Settore educazione alla salute, l'associazione Contorno Viola e la Croce Verde. Erano presenti il direttore generale dell'Asl, che ha chiesto di prevenire andando nelle scuole a fare educazione sanitaria, e il prefetto, che ha ribadito che è necessario anche reprimere e sanzionare. I vari interventi dei responsabili del sondaggio e del progetto hanno fatto conoscere situazioni allarmanti in quanto nell'età giovanile la prima causa di morte sono proprio gli incidenti stradali e troppo spesso i ragazzi abusano di sostanze alcoliche. senza rendersi conto della nocività di ciò che bevono.Gli operatori del sondaggio si sono accorti, chiacchierando con i giovani, che consumare alcolici è un'abitudine radicata e che non vi è la percezione dei rischi che si corrono. L'unico timore x i controlli delle forze dell'ordine con l' etilometro non è temuto più di tanto xchè c'è la convinzione che le verifiche siano sporadiche!
Il problema alcool è un problema serio e grave di cui si parla solo quando ci sono le stragi ma ben pochi si preoccupano di prevenire o di bloccare il fenomeno.Sono molti i giovani che si ammazzano in auto nei fine settimana, ma molti di più subiscono lesioni gravi ed invalidanti x il resto della loro vita. Alcuni di loro hanno preso coscienza del problema e si recano nelle discoteche sulle loro sedie a rotelle x cercare di sensibilizzare la popolazione giovane che le frequenta a non mettere in gioco le loro vite e quelle di chi è con loro, parlando delle loro stesse esperienze e di ciò che hanno dovuto passare. Ma ben pochi li ascoltano, ahimé.
Io non bevo e generalmente non sono in giro tra l'una e le tre di notte dei weekend, le ore più pericolose, ma più di una volta nel corso degli anni ho aperto una pagina di un quotidiano e mi sono ritrovata le foto ed i nomi di miei ex alunni, vittime o autori delle stragi di un fine settimana di alcool e droghe.E' sempre un dispiacere profondo x noi adulti che li abbiamo avuti in classe da preadolescenti, spesso intelligenti e brillanti e ricchi di potenzialità notevoli, venire a sapere così che x loro non ci sarà avvenire, non ci sarà futuro, solo una vita stroncata e niente altro.
Mi chiedo sovente se non sarebbe meglio tornare alla patente a 21 anni, o x lo meno ad un controllo delle auto ed alla proibizione di quelle di grossa cilindrata o molto potenti, date tanto spesso con incoscienza a neopatentati giovanissimi dai loro stessi genitori, ma soprattutto se si obbligassero i locali notturni ad una chiusura limitata all'una di notte al massimo. 30 anni fa noi uscivamo alle 9 di sera e dovevamo rientrare a mezzanotte. Altri tempi, certo, ma i tempi di allora non sono poi così lontani ed un ritorno a quel passato e a un minimo di regole in più non farebbero poi così male alla salute!
Forse quelli che non ci sono proprio più sono comunque i genitori di allora che aspettavano alzati e se si arrivava in ritardo a casa davano una bella lavata di capo subito, lì, sulla porta, senza neppure aspettare l'indomani .... Loro sono diventati nonni e i loro figli o figlie hanno perso lo smalto e la grinta e lasciano correre, correre troppo, bevuti e fatti, x poi piangere e disperarsi quando i loro ragazzi non tornano a casa...mai più .