lunedì 31 dicembre 2012

La Signora della Scienza italiana se ne è andata ...

“Il livello a cui è tenuta la donna è il barometro della civiltà: più alte sono le potenzialità aperte alle donne , più alto sarà il grado di civiltà”
Ieri domenica 30 dicembre 2012  è morta a Roma la scienziata italiana, premio Nobel, Rita Levi Montalcini.  Aveva 103 anni ed ha lavorato e studiato fino alla fine.  I funerali si svolgeranno a Torino in forma privata nel cimitero ebraico
Ho amato profondamente questa piccola grande donna che sempre seppe affrontare la vita con grande coraggio e grande umiltà
 
Di lei ho trovato una bellissima intervista del 1988, due anni dopo il premio Nobel per la Medicina, assegnatole nel 1986, pubblicata da La Stampa, dove  parla non la ricercatrice, ma la donna che difende i valori civili e morali.
 
"   Professoressa, che cosa significa oggi essere antifascisti
«Significa mantenere vivi quei valori che si stanno perdendo da parte dei revisionisti. Oggi non c’è da opporsi a una persecuzione, a una privazione della libertà come avveniva sotto il fascismo. Antifascisti dovremmo esserlo tutti. Purtroppo non è così. Il fascismo è stato la distruzione di tutti i valori morali. Un revisionista per esempio è lo storico Renzo De Felice. Per lui siamo stati tutti uguali, tutta brava gente, tanto vale passare una spugna su tutto. Un momento: io dico no, ci sono i bravi e i cattivi. Primo Levi è stato formidabile nel denunciare il revisionismo. Le cose vanno ancora peggio in Francia. De Felice afferma che l’Italia è fuori dall’ombra dell’olocausto. Non è affatto vero. Sono amareggiata da queste affermazioni. Oggi, nel 1988, antifascismo è avere dei principi etici».  Teme ancora il razzismo? 
«Il razzismo è sempre in agguato. In molte parti del mondo si assiste a persecuzioni non diverse da quelle che abbiamo avuto in Europa mezzo secolo fa. Ci sono ritorni di antisemitismo, persino in Italia. Tutto ciò denota un basso livello di valori etici. I razzisti sono persone frustrate, che pensano di rivalersi perseguitando persone che ritengono inferiori. Questi rigurgiti del passato non mi toccano, ma mi addolorano». 
Da giovane per dedicarsi alla ricerca scientifica ha dovuto lottare. Come giudica i movimenti femministi fioriti dagli Anni 70 in qua? 
«Non ho simpatia per quel tipo di propaganda che si esprime negli slogan femministi tipo “Il corpo è mio e lo gestisco io”. Neppure mi piacciono le chiacchiere sull’emarginazione e sulle sofferenze delle donne. Ho invece enorme simpatia per le donne impegnate. Penso che nel futuro il ruolo della donna sarà decisivo. Più volte mi è capitato di dire che il livello a cui è tenuta la donna è il barometro della civiltà: più alte sono le potenzialità aperte alle donne, più alto sarà il grado della civiltà. La donna è stata repressa in tutte le epoche passate, e lei stessa ha accettato questa situazione, come sempre fanno le vittime: pensi agli ebrei. Da bambina cercavo modelli di donna con grandi capacità intellettuali, da Gaspara Stampa a Vittoria Colonna a Saffo: erano le mie tre eroine. L’8 marzo, Festa della Donna, quando Nilde Jotti mi ha invitata, sono andata alla Camera a tenere un discorso. Ma non ho mai amato gli schiamazzi femministi. I diritti ci sono, vanno difesi, le donne devono impegnarsi nel difenderli. Tuttavia occorre riconoscere le differenze: il cervello femminile dal lato ormonale differisce da quello maschile. Tra uomini e donne c’è parità di capacità: ciò non significa che non esistano differenze biologiche». Quale ruolo possono avere gli scienziati nel difendere la pace? 
«Sono diventata contraria alle piccole manifestazioni alle quali prendevo parte in passato, alle firme sui manifesti. Piccoli rimedi non servono per grandi mali come la guerra. Il ruolo degli scienziati per la pace consiste innanzi tutto nel non collaborare a progetti bellici, come invece succede, per esempio, al Livermore Laboratory, negli Stati Uniti. Ma a parte i fisici, che possono essere implicati direttamente in armi totali, il ruolo degli altri scienziati non differisce da quello di tutti i cittadini. Bisogna individuare i punti deboli del potere e riuscire ad avere una voce. Per questo, ad esempio, sono andata all’incontro tra Mitterrand e 70 premi Nobel. C’erano anche Willy Brandt, Henry Kissinger. Disgraziatamente gli scienziati e i cittadini hanno contro le industrie che fanno miliardi fabbricando armi».
Che cosa pensa da un lato dell’eutanasia e dall’altro lato dell’accanimento terapeutico con cui spesso si difende a oltranza la vita del malato anche al di là di ogni speranza?  
«Sono stata molto attaccata per essermi espressa a favore dell’eutanasia. Personalmente penso che ognuno di noi ha il diritto di decidere della propria vita. C’è chi distingue tra eutanasia attiva ed eutanasia passiva. La passiva si limita a non eccedere nei rimedi terapeutici. Io sono per l’eutanasia attiva».
Vede dei rischi nell’ingegneria genetica? 
«No. A tutt’oggi ha portato soltanto dei vantaggi all’umanità. Invece è immenso il pericolo della manipolazione culturale. Basta pensare ai mass media, all’influsso della televisione sui bambini. Mentre va aumentando in maniera smisurata il pericolo della manipolazione culturale, mi sembra assurdo preoccuparsi della manipolazione genetica».
La ricerca della verità scientifica è un grande valore. Ma è un valore assoluto o deve sottostare a valori gerarchicamente superiori? 
«Sono per la libertà della ricerca. Non si può mettere un lucchetto al cervello umano. Naturalmente deve essere una ricerca fatta bene, onestamente. Ma in libertà. I valori etici, ma anche i valori politici e sociali, devono invece ispirare le applicazioni dei risultati della ricerca. Non tutto ciò che tecnicamente può essere fatto deve necessariamente essere fatto». "

sabato 1 dicembre 2012

Bullismo

"Bullying" è la parole inglese che  indica sia un insieme di comportamenti   ripetuti da qualcuno  che fa o dice cose per avere potere su   un'altra persona o per  dominarla, il "persecutore", sia i comportamenti della "vittima", ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
Il bullismo è un fenomeno sempre più vasto e grave ed è diffuso in tutto il mondo ma ancora sottovalutato
Troppo spesso il bullismo non viene infatti riconosciuto  come tale perché è confuso con i normali conflitti fra coetanei o coetanee.
In tanti anni di insegnamento mi è più volte capitato di avere in classe dei bulli e, in qualche caso, delle bulle, e di vedere quali conseguenze hanno avuto  i comportamenti di questi " carnefici" sulle vittime
Quando un bambino/a o un ragazzo/a è oggetto di prepotenze da parte di un altro bambino/a o ragazzo/a o da un gruppo di coetane/e o di ragazzi più grandi, che dicono e fanno cose spiacevoli, prepotenze volute intenzionali e ripetute, che impediscono alla vittima di difendersi, si deve parlare di bullismo.
Le vittime inizialmente vengono prese in giro con cattiveria, ricevono brutte parole e insulti o colpi, spintoni, calci, pugni, minacce; spesso ricevono anche bigliettini con parolacce. Il bullo le isola e racconta storie non vere su di loro in modo che anche gli altri compagni o compagne non rivolgano più la parola al o alla " colpevole". Spesso alle vittime vengono fatti " Scherzi" ( così li definiscono i bulli) molto pesanti, come il danneggiamento dei loro abiti o dei loro materiali scolastici, o il furto delle loro proprietà, o vengono   obbligati a fare cose che non vogliono fare. E la persecuzione  raggiunge il suo culmine quando viene richiesto loro del denaro o prestazioni sessuali. Le molestie sessuali sono forse le peggiori ma tutte le prepotenze sono deleterie per la vittima di bullismo.
I momenti peggiori in cui la vittima del bullo subisce le sue umiliazioni e le sue prepotenze verbali o fisiche a scuola sono in genere il cambio dell'ora, l'intervallo, la mensa, gli spostamenti in corridoio, le uscite ai servizi, le ore di fisica in palestra, ma vi possono essere dei seri problemi anche davanti a scuola o sullo scuolabus.
Quando succede fuori da scuola, al di fuori del controllo dell'insegnante, le vittime sono maggiormente in balia del bullo o dei bulli.
Se la vittima non trova il coraggio di parlarne con un adulto, o se gli altri compagni e compagne non capiscono la gravità di ciò che sta succedendo e anch'essi stanno zitti, la persecuzione si aggrava sempre di più
Spesso i bambini ma anche gli adolescenti non ne parlano perchè si vergognano, perchè sono stati minacciati ed hanno paura, perchè temono di non essere creduti o capiti o perchè non sono stati ascoltati e sono convinti che non serve a niente dirlo
E' estremamente importante che, alle richieste di aiuto di una vittima, gli adulti non rispondano mai nei seguenti  modi perchè accrescono e aggravano  la solitudine e il senso di impotenza di chi subisce prepotenze e umiliazioni varie : arraggiati!; è una faccenda che devi risolvere da solo perchè sei grande; succede a tutti e non si può fare niente; ribellati e fai il prepotente anche tu; se ti è successo è colpa tua e te lo sei meritato / te le sei andate a cercare; sono solo ragazzate senza importanza !
E' molto importante parlarne in classe e far sì che i compagni e le compagne spettatori di atti di bullismo ne parlino e non si schierino dalla parte dei bulli. I loro silenzi, la loro indifferenza  o la loro omertà complice fanno perdurare il fenomeno, mentre la loro riprovazione e le loro azioni di denuncia fanno modificare in modo rilevante gli atteggiamenti negativi e coercitivi dei prepotenti sulla debolezza della vittima
Bisogna sempre osservare con estrema attenzione le dinamiche  che intercorrono all'interno del gruppo classe ed intervenire subito quando si notano atteggiamenti prevaricatori da parte di alunni o alunne su compagni in difficoltà, insicuri o fragili o con disabilità o diversi per cultura e religione ...
E bisogna sempre prestare la massima attenzione a non confondere la vittima, che da passiva è finalmente riuscita a reagire per difendersi, con il persecutore o la persecutrice
Il bullismo dunque non è un problema solo per la vittima ma coinvolge anche quanti sanno che questi comportamenti avvengono (nella scuola o in altri contesti come lo spogliatoio di un campo di calcio, di basket, di volley o l'oratorio ...) e coloro che vi assistono, soprattutto per il clima di tensione e di insicurezza che si instaura.
Se i comportamenti prepotenti non vengono sminuiti o impediti possono avere un effetto devastante sulla vittima.
Se i bambini compiono atti di bullismo senza essere ostacolati attraverso un processo educativo è molto probabile che cresceranno abituandosi a compiere prepotenze e da grandi potrebbero anche picchiare il partner ed i propri figli.
Con il crescere dell'etá si ha di solito una diminuzione della frequenza degli atti di bullismo, ma quando questi persistono sono un chiaro indice di  disagio individuale stabile da parte del molestatore, che potrebbe a sua volta subire violenze da  adulti con cui vive o frequenta.
 I bulli persistenti sono a rischio di problematiche antisociali e devianti, mentre  le vittime rischiano quadri patologici di depressione  e di disistima .acute, che li possono spingere alla disperazione estrema e ad atti di autolesionismo gravi

Cyber bullismo

" Il bullismo è un fenomeno sociale complesso in continua evoluzione.
Negli ultimi anni, in seguito allo sviluppo delle tecnologie, ha assunto nuove forme e oggi si parla di cyberbullismo, inteso come forma di prevaricazione perpetrata attraverso i nuovi mezzi di comunicazione
In particolare telefonate o invio di SMS e MMS con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra persona, anche pubblicando filmati e foto su Internet; calunnie diffuse tramite mail, chat o blog.
Questa tipologia emergente di bullismo implica l’assenza di una relazione e di un contatto diretto tra la vittima e il bullo, che in molti casi riesce a mantenere l’anonimato. Per la vittima, inoltre, è più difficile sottrarsi alla prepotenza, anche perchè a volte non sa di essere “presa di mira” Infatti proprio il minore controllo, la possibilitá di attuare le prepotenze in qualsiasi momento del giorno e della notte, colpendo più persone in meno tempo e usufruendo di “diverse identitá”, rende questo problema molto complesso da affrontare e per alcuni aspetti affine ad altre problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie. "

Il cyberbullo agisce con crudeltá utilizzando Internet o il telefono cellulare.
Sono diverse le condotte del cyberbullo
Può inviare messaggi violenti e volgari per provocare vere e proprie ”battaglie” verbali online o inviare ripetutamente messaggi offensivi e volgari   o messaggi di minaccia (cyberstalking)
Spesso parla male di qualcuno online o invia o pubblica maldicenze per compromettere le amicizie o la reputazione di qualcuno
 E' molto grave quando si sostituisce a qualcuno online, clonandone l’account o utilizzandone il nickname ed invia messaggi che danneggiano la reputazione o espongono a pericolo la vittima ; o riesce a far escludere la vittima da una comunitá online - blog, chat, gaming, lista di amici –  fino a carpire segreti o informazioni della vittima e a divulgarli online 
 
Il computer è entrato a far parte delle vite dei bambini e dei ragazzi giovani e giovanissimi con una facilità che, solo pochi anni fa, non era neppure concepibile perché Internet è affascinante, ricco di colori, immagini, suoni e animazioni. Internet con Facebook e altri Social Network è per loro il mondo vero, uno specchio della realtà attraverso la quale si può vivere una vita interessante, fare amicizie, comunicare. senza problemi di timidezza, di insicurezza di non stima di sé ecc, che sono tipici dell'età e che emergono nei rapporti a tu per tu, ma Internet nasconde tante insidie e tanti pericoli.
E' pertanto importante che le famiglie non lascino mai soli i loro figli davanti ad un computer, per ore e ore spesso, senza spiegare loro, prima di quei viaggi online, quali possano essere i rischi a cui potrebbero andare in onda
Da vecchia blogger con parecchi anni di esperienza in Internet ho imparato ad essere cauta . Non amo facebook e non lo uso mai; preferisco scrivere i blog, ma comunicare online solo con i blogger conosciuti da tempo, sicuri e affidabili E non accetto più i commentatori sconosciuti ineducati o provocatori che offendono me o chi mi ha inviato commenti personali . Il rispetto è fondamentale
Gli adolescenti dovrebbero sapere che può essere molto pericoloso dare informazioni personali a degli sconosciuti, così come è altrettanto pericoloso inviare foto  di se stessi o accettare incontri se non si è sicuri dell'interlocutore
In internet è facile non dire la verità ed inventarsi e le persone possono facilmente non essere quelle che sono
Se si hanno dei dubbi su strane email o su strani incontri in internet è sempre meglio parlare con degli adulti sicuri, famiglia o insegnanti o  le forze dell'ordine, come i simpatici poliziotti che abbiamo conosciuto a scuola
Meglio diffidare ma non incorrere in qualche guaio serio rende migliore la frequentazione di  Internet 

Morire a 15 anni per cyberbullismo

" Deriso su Facebook si uccide a 15 anni  ; la Procura di Roma apre un’inchiesta
 Su Facebook era apparsa una pagina che derideva il ragazzo, che si è tolto la vita ieri a Roma
Additato come gay, tra le ipotesi dei pm c’è l’istigazione al suicidio
In rete l’ira e il dolore degli amici: «L’ha ammazzato l’ignoranza» "
Questa è una di quelle notizie che lasciano l'amarezza nel cuore e la rabbia addosso perchè la vita è sempre importante a qualunque età, ma a quindici è un dono bellissimo che dovrebbere essere vissuta con gioia e serenità senza ansie, angosce o problemi
Purtroppo invece a questo mondo ci sono degli idioti che non hanno nulla da fare se non rovinare la vita agli altri o perseguitarli fino a spingerli al suicidio
Questo ragazzo non ha retto al peso delle offese e delle molestie di esseri disgustosi e senza scrupoli che in  rete lo avevano preso di mira, ma sono tanti i giovanissimi che subiscono i soprusi e le persecuzioni di coetanei, e coetanee, bulli o cyberbulli, ignoranti, violenti, cattivi, senza vergogna e senza scrupoli   
Quando Su La Stampa online ho letto i titoli dell'articolo sopracitato mi sono chiesta perchè in un mondo evoluto e apparentemente civile ci siano ancora persone simili che si divertono torturando gli altri con provocazioni  spinte all'eccesso, per fare del male a chi non ha i mezzi per difendersi

Una recente ricerca commissionata da Microsoft e svolta in 25 paesi in tutto il mondo ha presentato  lo spaccato del cyber bullismo dal punto di vista dei ragazzi intervistati, di età compresa tra gli 8 e i 17 anni.
Per quanto riguarda l’Italia, il 28% dei ragazzi è stato vittima di atti di bullismo online, il 9% in meno dalle media registrata dagli altri paesi, grazie anche al supporto della famiglia, che parla dei rischi a cui Internet espone e insegna i corretti comportamenti da tenere online. Nel nostro paese, è alta la media di conoscenza del fenomeno (69% contro il 57% del resto del mondo) e di preoccupazione (62% contro il 54%) che ha come risultato una minore percentuale di vittime (28%) e responsabili di bullismo (16% rispetto al 24% mondiale).
 Questi dati possono rassicurare, sicuramente, ma sono ancora troppi i persecutori e ancora di più lo sono le vittime, quasi il doppio dei cyberbulli, in Italia

ANPI e Casa Pound

Diversi anni fa,  pubblicai anche in un post del blog  le vicissitudini di mio padre nei due lunghi anni passati nei campi di concentramento nazisti Ne avevo parlato in una pagina dei Pensieri del mio sito e non era stato facile: avevo raccolto i  documenti in suo possesso, avevo svolto una ricerca in internet sui lager dove era stato ed avevo accennato ad una parte di quelle sue vicende personali di cui aveva sempre parlato poco e con tanta fatica perchè dimenticare era impossibile, ma era necessario per poter vivere, per rinchiudere gli orrori e gli incubi nell' angolo più  nascosto della mente  e dimenticarli il più a lungo. Qualche tempo dopo ricevetti una email da una persona che mi chiese di poter raccontare nel blog anche le vicende che suo padre aveva messo per iscritto prima di morire. Anche lui era un IMI, un internato militare italiano nei lager nazisti Sono stati mgliaia i soldati internati e tanti sono morti per fame stenti botte violenze di cui per anni nessuno parlò o volle scriverne Loro avevano detto sempre NO al fascismo ed alla Repubblica di Salò e non avevano mai firmato ed erano rimasti a soffrire nei lager. Ogni IMI sopravissuto aveva una storia diversa da raccontare, una testimonianza importante da raccontare, ma al loro ritorno nessuno volle ascoltarli e troppo spesso furono anche considerati dei traditori che erano stati in Germania, e allora non parlarono più, per molti anni
Quella persona si chiamava Daniela ed io le pubblicai subito la storia di suo padre
Da allora Daniela ed io siamo rimaste in contatto e ogni tanto lei mi invia delle mail. Sempre interessanti e sempre importanti per me, che pur non essendo iscritta a nessuna associazione, porto sempre nelle pagine dei due miei blog il ricordo di chi è stato vittima del Fascismo e del Nazismo
Perchè non si può dimenticare
Daniela invece è diventata la Presidente della Sezione ANPI di Trezzano sul Naviglio, Milano, intitolata alla partigiana Vera Nardini, ed è molto attiva
Grazie a Lei molto spesso io metto a disposizione dei lettori dei miei blog notizie che non hanno avuto visibilità nei quotidiani nazionali Un Grazie molto sentito a Daniela
 
L' ANPI  / associazione nazionale partigiani di Italia / ha una rivista periodica che si può trovare anche in internet  nel sito www.anpi.it  Ma l’ANPI è anche su www.anpi.it/facebookwww.anpi.it/twitter , per chi volesse saperne di più
Nell' ultima uscita, il n. 55 – 27 novembre/4 dicembre 2012, un articolo mi ha molto interessata perchè anch'io mi sono posta le stesse domande e riflessioni dopo aver visto le immagini inquietanti nei TG
" Il corteo di Casa Pound a Roma: come si può definire una “vittoria della democrazia” veder sfilare per Roma coloro che si richiamano ad un passato che non può essere motivo di esaltazione ed anzi deve considerarsi estraneo ai valori conclamati dalla nostra Costituzione?
Sabato scorso ci sono state, a Roma, diverse manifestazioni di studenti, di docenti, di antifascisti; e c’è stato anche un corteo (autorizzato, con limitazioni di percorso) di Casa Pound.
Tutto si è svolto senza incidenti; e grande è stata la soddisfazione di tutti noi, così come grandi erano state le preoccupazioni della vigilia, giustificate da recenti episodi.
Ma ciò che mi colpisce particolarmente è la dichiarazione del Ministro degli interni, “Oggi ha vinto la democrazia”. Io capisco la soddisfazione, ma che sia stata una vittoria della democrazia, c’è da dubitarne.
E’ vero che le manifestazioni e i cortei per la scuola, cui hanno partecipato studenti, professori, sindacati ed altri movimenti, sono andate bene, forse anche perché la polizia si è mostrata meno pronta ad intervenire con la forza, anche quando non era necessaria e quando, soprattutto, non avrebbe dovuto trovare spazio una ingiustificata violenza. E’ vero che il presidio antifascista organizzato dall’ANPI di Roma e da altre associazioni, per protestare contro le manifestazioni di Casa Pound, si è svolto serenamente e senza incidenti.
Ma è vero anche che abbiamo dovuto subire la sfilata per Roma (per fortuna, solo fino a Ponte Milvio) di Casa Pound, di cui sono ben note le “esibizioni” di forza recenti. Ed è vero ancora che costoro si definiscono “i fascisti del terzo millennio” e che un loro capo, intervistato dai giornali, ha detto di richiamarsi alla “filosofia di Mussolini”. Quale sia stata, questa filosofia, lo sappiamo bene; così come ne conosciamo i dolorosissimi, tragici, effetti.
E’ dunque, davvero, una “vittoria della democrazia” veder sfilare per Roma coloro che si richiamano ad un passato che non può essere motivo di esaltazione ed anzi deve considerarsi estraneo ai valori conclamati dalla nostra Costituzione?
Ed è conciliabile con la democrazia il fatto che si autorizzino cortei del genere, con quei richiami e quelle caratteristiche, mentre l’organo supremo della nostra giustizia, la Corte di Cassazione, considera reato il fatto di esporre simboli fascisti e di fare il saluto romano? Io credo di no ed anzi penso che ci sia una contraddizione stridente, che in uno Stato democratico non dovrebbe verificarsi.
Ci dicono che anche in Grecia ci sono state e ci sono manifestazioni del genere e che un gruppo manifestamente fascista (Alba Dorata) è riuscito ad entrare addirittura in Parlamento (col voto di una parte di cittadini, è vero, ma anche col “passo dell’oca”, di infausta memoria). A prescindere dal fatto che un Paese libero e democratico non dovrebbe ispirarsi alle esperienze peggiori di altri Paesi, il fatto è che la Grecia è un Paese allo sbando, per tante ragioni, ma soprattutto per la gravissima crisi economica che lo colpisce e l’inutile rigore di una parte dell’Europa, chiaramente cieca di fronte agli insegnamenti della storia.
Come sempre, gli estremisti di destra escono allo scoperto, in periodi di crisi; e questo è accaduto anche in Grecia, ma non si tratta di un nobile esempio da imitare. Semmai, dobbiamo esser vicini ad un popolo che soffre una crisi che non ha determinato e non essere troppo comprensivi con aperte manifestazioni fasciste di chi vuole approfittare della crisi.
Ancora una volta, la richiesta che rivolgiamo a questo Governo e che rivolgeremo al Governo che gli succederà, è di chiarire da che parte sta, se da quella dei valori costituzionali, antifascisti e democratici, o da quella degli indifferenti, che non conoscono quanto male può nascere da questi rigurgiti del passato e non sanno ragionare se non in termini di ordine pubblico. E’ possibile che un Governo democratico si limiti a rallegrarsi perché non è successo niente, non considerando la
contraddizione di cui ho parlato e la necessità di uscirne? In fondo, a Roma, cosa si è fatto?
Si è limitato il percorso del corteo per evitare incidenti e scontri; cioè ci si è preoccupati dell’ordine pubblico. Ma davvero l’ordine costituzionale è un valore di secondo livello, di cui non c’è motivo di preoccuparsi? Davvero il valore dell’antifascismo è separabile da quello della democrazia?Sono questi silenzi o, peggio, queste cattive interpretazioni della realtà che ci preoccupano e ci inducono ad impegnarci di più; perché è chiaro che non riusciremo ad aver quel successo definitivo, in questa materia, che un Paese nato dalla Resistenza merita e rivendica a buon diritto, fino a quando non saremo riusciti ad ottenere che le strutture dello Stato (tutte, al centro e in periferia) si adeguino convintamente al dovere di rispetto e di attuazione piena di tutti i valori costituzionali, compresi quelli che si identificano in un antifascismo non di maniera, ma aderente alla nostra storia ed alla nostra Costituzione.
   "

43 anni fa la strage di Piazza Fontana

43° anniversario della strage di Piazza Fontana 12 Dicembre 1969 – 12 dicembre 2012
  12 dicembre 2012   piazza Fontana  Milano
Ore 16,30 appuntamento con i Gonfaloni dei Comuni, e le bandiere delle Associazioni Partigiane.
Ore 16,37 deposizione delle corone alla presenza delle Autorità;
Ore 17,00 proiezione di un documentario sulla strategia della tensione
Ore 17,30 interventi di: Carlo Arnoldi, Pres. Associazione Vittime di Piazza Fontana; Onorio Rosati, Segretario Gen.le Camera del Lavoro di Milano; Prof. Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ANPI    Presenta: Roberto Cenati Presidente ANPI Provinciale di Milano
 sala Orlando del Palazzo Castiglioni dell’Unione Commercianti Corso Venezia 47
ore 19,30   concerto dedicato al 43° anniversario della strage di Piazza Fontana
 ingresso libero fino ad esaurimento posti. 
   13 dicembre 2012 ore 20,30 Teatro dell’Arte viale Alemagna 6 - Milano
 Spettacolo teatrale SEGRETO DI STATO di Silvio Da Rù e Fortunato Zinni ,  liberamente tratto dal libro “Piazza Fontana: nessuno è Stato” di Fortunato Zinni regia Silvio Da Rù

Il 12 dicembre 1969 una bomba ad alto potenziale esplose nella Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano provocando 17 morti e 84 feriti.
    L'attentato, di chiara matrice neofascista, ful'inizio della strategia della tensione e il preludio a quella terribile stagione del terrorismo e dell'eversione in Italia. Nonostante i numerosi processi e le diverse sentenze, nonostantesiano stati chiaramente individuati i colpevoli,  per questa strage nessu-no ha pagato.
A 43 anni da quel vile gesto, il Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo e per la difesa dell'ordine repubblicano, d'intesa con i Familiari delle Vittime, promuoverà una serie di iniziative " non solo per rendere il doveroso tributo di memoria ai caduti, ai feriti ed ai familiari, ma anche per riflettere su una vicenda che presenta ancora troppi lati oscuri, anche per ciò che attiene al ruolo svolto da apparati deviati dello Stato".
Dopo tanti anni è fondamentale avere verità e giustizia, è necessario che si aprano tutti gli armadi e si svelino tutti i segreti,  per far sì che queste tragiche vicende non possano verificarsi mai più.
Avevo 14 anni quando ci fu l'attentato e stavo frequentando il primo anno delle Superiori
 Restai sconvolta ed attonita da tanta violenza che non riuscivo a capire
Perchè far saltare una banca e uccidere cittadini inermi?
Purtroppo negli anni successivi tale violenza si allargò come una macchia d'olio fino a sfociare negli ultimi anni 70 in quegli eccessi brigatisti che versarono il sangue di tante persone inutilmente, per una causa forse inizialmente anche buona, ma diventata inconcepibile e assurda per le scelte fatte ed i modi orribili in cui fu portata avanti, con omicidi e morti e rapimenti ed uccisioni continue . Ricordo gli anni passati all'Università a Torino e le morti di poliziotti giornalisti e giovani che avevano la sola colpa di voler essere dalla parte dello Stato e dei cittadini onesti  o che si erano trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato
Loro hanno dato la vita per una democrazia libera e giusta
E' giusto ricordare quelle vittime  per non dimenticare
Ma è necessario che lo Stato non dimentichi e non nasconda e tolga una volta per tutte quel maledetto segreto di Stato, che non fa di certo onore e giustizia ad un paese democratico e alle vittime di un buio periodo di attentati, stragi e omicidi di Stato !!!