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lunedì 8 dicembre 2014

Petizione per Michael Brown


Pass the Michael Brown, Jr. Law to begin equipping police with body cameras
Michael Brown Sr. and Lesley McSpadden

When our unarmed son Michael Brown, Jr. was killed by a Ferguson police officer, our lives were forever changed. We are devastated and profoundly disappointed that the killer of our child will not face the consequence of his actions. 
Many questions remain about what happened leading up to the moment when our son was shot. But had Officer Darren Wilson been wearing a body camera, which are being worn by more and more police departments around the country, there would be no questions.
President Obama recently announced a plan to provide $263 million in federal funding for body cameras and training for local police departments. And if Congress approves this program, it would provide enough money to buy around 50,000 cameras for police officers. We understand that this plan wouldn't equip all police officers, but it is one proposed solution that can help end police brutality in our communities.
We want to work to make a difference and prevent what happened to Michael from happening to others. We're asking Congress to pass the Michael Brown, Jr. Law by approving this plan.
Police departments are already using on-body cameras with amazing success. In the first year after the Rialto Police Department in California adopted the cameras in 2012, the number of complaints filed against officers fell by 88 percent compared with the last year. More importantly, the use of force by officers fell by almost 60 percent.
This is a plan that we believe is a positive step for our country to begin to heal. It's a common sense measure that will save lives, and protect both civilians and police. Join with us in our campaign to ensure that every police officer working the streets in this country wears a body camera.
Let's come together to help move our country forward. Let's make a difference

Per firmare la petizione andate qui 

Lettera a
U.S. House of Representatives
U.S. Senate

Police brutality is not a Democrat or Republican issue, it’s not ‘black’ or ‘white’ issue, it’s a wrong and right issue. With claims of police brutality and excessive force at an all-time high, we must have the capability to monitor the activity of law enforcement. Equipping police officers with body cameras is a common sense measure that will save lives, and protect both civilians and police. It has been shown that the presence of body cameras on police helps reduce claims of excessive force and brutality, lowering the need for costly litigation. We join with Lesley McSpadden and Michael Brown, Sr. in asking that you pass the Michael Brown, Jr. Law to begin equipping law enforcement with body cameras.

domenica 4 maggio 2014

Petizione al Ministro Alfano

" Federico Aldrovandi è morto il 25 settembre 2005, a soli 18 anni. Quel giorno il corpo di Federico è rimasto sulla strada dalle 6 di mattina alle 11, quando la polizia avvisò i genitori. Federico era sfigurato dalle percosse e sui suoi vestiti si aprivano larghe macchie di sangue. I poliziotti, poi condannati in via definitiva per eccesso colposo in omicidio colposo tentarono di depistare, dicendo che Federico si era ferito da solo sbattendo la testa contro i pali della luce. Eppure adesso sono tornati in servizio, dopo aver provocato ben 54 lesioni sul corpo di Federico portandolo alla morte.
I medici hanno dichiarato che Federico aveva lo scroto schiacciato, una ferita lacero-contusa alla testa e numerosi segni di percosse in tutto il corpo.
Hanno ucciso a mani nude e con i manganelli un ragazzo di 18 anni. Hanno aspettato 6 ore per avvisare la famiglia. Hanno disinformato, omesso, mentito. A causa dei depistaggi hanno avuto una condanna per un omicidio che di colposo non ha niente. La sicurezza dei cittadini non può essere affidata a chi si è reso responsabile di questo orrore.
Chiediamo pertanto che quei poliziotti non siano mai più nella posizione di poter fare ancora ciò che già hanno fatto.
Non hanno mai chiesto scusa, non si sono mai mostrati addolorati per aver tolto la vita a Federico. Ora possono tornare, armati, a svolgere un servizio istituzionale delicato come quello della gestione dell’ordine pubblico. Ciò è ingiusto.
Dobbiamo continuare a pensare che un'altra polizia è possibile. Dobbiamo continuare a pensare che mai più un cittadino possa subire un controllo di polizia così brutale da esserne ucciso e possa entrare in contatto con apparati così reticenti e omertosi da depistare e insabbiare le indagini. 
Chiediamo di sapere quale sia stato l’esito del procedimento disciplinare a carico dei quattro poliziotti. Chiediamo che vengano disarmati e messi nelle condizioni di non nuocere più ad alcuno. Chiediamo che sia loro impedito di svolgere funzioni di ordine pubblico e di sicurezza e chiediamo che siano applicati esclusivamente a funzioni amministrative e che svolgano un servizio che non preveda, né ora né mai, alcun contatto con il pubblico.
Luigi Manconi via Change.org " Membro della 4ª Commissione permanente (Difesa) del Senato
Presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani

È importante. Puoi firmarla anche tu? Qui c'è il link 

venerdì 14 marzo 2014

No al Segreto di Stato su Ilaria Alpi


"I giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono stati uccisi a Mogadiscio il 20 marzo del 1994. Erano in Somalia per indagare su un traffico internazionale di armi e di rifiuti tossici illegali. Ed è per questa ragione che sono stati assassinati. Ma a venti anni di distanza siamo ancora in attesa di conoscere tutta la verità su quella vicenda. 

Questa verità potrebbe essere contenuta nella pila di carta (ottomila documenti) che i servizi di sicurezza militare, l’ex Sismi, oggi Aise hanno accumulato su fatti che attengono all’esecuzione dei due giornalisti.

Carte messe sotto chiave negli archivi della Camera a cui sembra essere stato negato l'accesso dall’Agenzia Aise - come rivela un'inchiesta de "Il Manifesto" firmata dai giornalisti Andrea Palladino e Andrea Tornago - che pare "abbia negato l’autorizzazione a un ufficio di Montecitorio che chiedeva la declassificazione dei documenti riservati acquisiti dalla Commissione parlamentare sui rifiuti presieduta da Gaetano Pecorella".

"E’ fondamentale che queste carte siano rese pubbliche e che ai cittadini sia data la possibilità di sapere" ha affermato sul sito di Articolo21 Domenico D'Amati, legale della famiglia Alpi. "C’è molto da fare e speriamo che tutti gli organi dello Stato collaborino. In primo luogo la Camera dei deputati che deve desecretare questi documenti fondamentali sui traffici dei rifiuti tossici". 

Per questo, facciamo appello al Presidente della Camera Laura Boldrini, di cui conosciamo e apprezziamo la sensibilità umana e civile, affinché si possa consentire l'accesso ai dossier, per squarciare "il muro di gomma" dei poteri che hanno ostacolato la ricerca della verità."

lunedì 13 gennaio 2014

La memoria di Sciesopoli di Selvino (BG)

La scorsa settimana ho avuto un blackout alla connessione internet a causa del router che non funzionava più Oggi è però passato il tecnico e finalmente ho potuto riaprire la posta elettronica e tornare a scrivere nel blog
Ho ricevuto una mail con una petizione che sono andata subito a firmare data la richiesta particolare
Si tratta della salvaguardia della   Memoria degli anni 1945-1948 di Sciesopoli di Selvino (BG): non fatti cruenti, ma ritorno alla vita per 800 bambini orfani reduci dai campi di sterminio di mezza Europa.
E' una pagina di bella storia di persone civili che si sono adoperate per ridare vita a bambini spiritualmente e fisicamente devastati. E questo avvenne grazie alla voglia di riprendere le proprie vite sotto il segno della solidarietà: ex partigiani, ebrei, soldati della compagnia Solel Boneh dell'esercito britannico, la popolazione civile di Selvino e dei dintorni, CLN, brigata ebraica, autorità milanesi, comunità ebraica e molti altri ancora di buona volontà, hanno collaborato intessendo sforzi comuni e progetti per dare speranza a quegli 800 bambini ebrei, che lì furono ospitati, curati ed educati.
Ce l'hanno fatta, e se oggi molti di quei bambini non sono più in vita è per cause anagrafiche, non per la violenza disumana che li aveva perseguitati.
Quel luogo delle Prealpi bergamasche, la Sciesopoli di Selvino, oggi in totale abbandono, corre il rischio di scomparire senza lasciare traccia di un passato degno di Memoria collettiva.Per evitarne la cancellazione, ci siamo resi promotore di una petizione popolare che prepari al Giorno della Memoria 2014.
Trovate allegati il testo della petizione 
Se troverete, come spero, la petizione meritevole della vostra firma, andate  in internet e firmate all'indirizzo
 
 
Petizione
PERCHÉ DURI LA MEMORIA
di
"Sciesopoli" di Selvino (BG), la sua Memoria e lo storico edificio
Al Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni
Al Presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano
Al Sindaco della Città di Selvino, Carmelo Ghilardi
Gentili Signori,
il Comitato Promotore e i Firmatari di questa Petizione Vi chiedono di intervenire per salvare la Memoria di "Sciesopoli" ebraica (1945-1948) e prevenirne la distruzione. L'importante e architettonicamente significativo complesso di "Sciesopoli" è stato, dopo la Seconda Guerra Mondiale, rifugio e centro di riabilitazione ed educativo per 800 bambini ebrei orfani provenienti da ogni parte d'Europa, sopravvissuti ai campi di sterminio e alla Shoah.
Conseguentemente al ruolo svolto dopo la Seconda Guerra Mondiale e in considerazione della importanza, anche architettonica, del complesso, si ritiene che "Sciesopoli" debba divenire il
Memoriale dei Bambini di Selvino
che ricordi gli 800 giovanissimi orfani sopravvissuti alla Shoah, onori il generoso popolo selvinese e delle contrade limitrofe che, tra il 1945 e il 1948, ha sostenuto e aiutato l'opera di accoglienza, cura e istruzione di quei bambini, le organizzazioni ebraiche italiane e internazionali che li hanno soccorsi ridando loro una vita normale, insieme alle organizzazioni partigiane e ai militari ebrei che avevano
combattuto, spesso insieme, per la Liberazione d'Italia dall'occupazione nazista e fascista.
Gentili Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, Presidente della Provincia di Bergamo, Ettore Pirovano, Sindaco della Città di Selvino, Carmelo Ghilardi, il Comitato Promotore e i Firmatari di questa Petizione Vi chiedono di assumere il ruolo di sostenitori di questo obiettivo e di collaborare, insieme a una rappresentanza del Comitato Promotore di questa Petizione, a individuare ed elaborare un progetto significativo capace di preservare e promuovere efficacemente la Memoria di "Sciesopoli", adesso a rischio di distruzione.
Riteniamo che tale intervento di salvaguardia della Memoria possa valere da esempio per le future generazioni su come sia possibile riprendere positivamente la vita, anche quando si è stati vittime di
disumane crudeltà.
Salvare "Sciesopoli" può anche essere un modo per contribuire al futuro di Selvino e delle sue valli. Tutelare e valorizzare la sua storia sarà un'occasione vitale per la crescita spirituale e morale della popolazione giovanile, oggi ignara di tanto passato. Permettendo, al contrario, la cancellazione e la dispersione di quella eroica pagina della storia dell'Umanità, si rischia di trasmettere pericolosi disvalori.
23 dicembre 2013
Il Comitato Promotore
Miriam Bisk (USA), figlia di Lola e Salek Najman, operatori di Sciesopoli ebraica
Carlo Spartaco Capogrego (IT), Presidente della Fondazione Ferramonti
Massimo Castoldi (IT), Fondazione Memoria della Deportazione - ONLUS, Biblioteca Archivio Pina e Aldo Ravelli
Marco Cavallarin (IT), ricercatore storico indipendente
Grazia Di Veroli (IT), ricercatrice, Associanzione Nazionale ex Deportati (ANED)
Walker Meghnagi (IT), Presidente della Comunità Ebraica Milanese
Valerio Onida (IT), Presidente dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI)
Patrizia Ottolenghi (IT), professoressa
Giorgio Sacerdoti (IT), Presidente del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC)
Venegoni Dario (IT), V. Presidente Associazione Nazionale ex Deportati (ANED)
"Bambini di Selvino" e loro Discendenti
Miriam Levin (IL)
Afraid Nelly (IL)
Alex (Olek) Sarel (IL), bambino di Selvino
Umberto Schoeps (USA)
Cornelia Sternau (IL)
Rafael Sternau (IL)
Yehishua Sidney Zoltak (Can), bambino di Selvino
Avner Zeiri (IL), figlio del Direttore di Sciesopoli ebraica, Moshe Ze'iri
Nitza Zeiri Sarner (GB), figlia del Direttore di Sciesopoli ebraica,Moshe Ze'iri
Tali Amitai Zeiri (IL), figlia del Direttore di Sciesopoli ebraica, Moshe Ze'iri
I primi sostenitori della Petizione
Luciano Belli Paci (IT), avv., figlio di deportati, Milano
Adrienne Butvinik (USA)
Roberto Cenati (IT), Pres. dell'Anpi Prov.le, Milano
Phyllis Chudnik (USA)
Elaine Givertz (Can)
Marv Givertz (Can)
Yehoshua Gold (USA)
Barbara Heffernan (USA)
Lori Kaplan (USA), Presidente Beth Shalom Jewish Community, Milano
Allen Levine (USA), public accountant
Sandra Levine (USA), insegnante
Giovanni Scirocco (IT), docente univ. Storia Contemporanea, Bergamo
Steven Sholk H. (USA)
Leila Verman (USA)
Marvin Verman (USA)
--
prof. G. Marco Cavallarin
sciesopoli@gmail.com

sabato 30 novembre 2013

Coiln Russel libero!

"I miei diritti umani sono stati violati in modo ingiusto. Non ho fatto niente di male. Non capisco le ragioni per cui sono stato arrestato. Ho trascorso due mesi difficili in carcere, senza motivo. Non ho commesso nessun crimine. Ringrazio il mondo intero che si sta battendo per la nostra causa. Siete delle belle persone" - Colin Russell
 
Colin Russel  è uno degli Artic 30, i 30 attivisti di Greenpeace arrestati a settembre in Russia per aver protestato contro le piattaforme petrolifere russe nell'Artico A differenza degli altri attivisti è ancora in carcere senza motivazioni specifiche
Ecco il messaggio di sua moglie a chi, come me, aveva firmato per la loro liberazione a settembre :
" "Sono passati 71 giorni di preoccupazione e ansia per me e per nostra figlia Maddie. Tutto questo solo perché Colin e altre 29 persone sono state così coraggiose da dire alle compagnie petrolifere come Shell e Gazprom di fermare la distruzione dell'Artico."
Queste sono le parole di Chrissie, la moglie di Colin Russell: l'unico degli Arctic30 a dover affrontare altri tre mesi in una prigione russa. A 29 dei 30 attivisti coinvolti è stata concessa la libertà su cauzione dopo due lunghi mesi di carcere, ma non a Colin. E ancora non è stata fornita una motivazione ufficiale "


Io ho firmato una nuova petizione  di Greenpeace al Ministro Australiano
Se volete   firmate anche voi  l’appello, chiedendo al Primo Ministro Australiano di intervenire per liberare Colin 
Basta cliccare qui

e se volete saperne di più sugli Artic 30 e sullo sfruttamento e la distruzione delle risorse nell'Artico da parte delle multinazionale andate a vedere l'ultimissimo video di Greenpeace  qui

martedì 25 giugno 2013

Help GreenPeace

Ho ricevuto due newsletter di Greenpeace con la richiesta urgente di firmare due messaggi importanti Io ho firmato subito perché la natura deve essere aiutata a sopravvivere a noi uomini che la stiamo distruggendo
 
" Pochi giorni fa in Friuli è stato seminato mais OGM della Monsanto in due campi. L'autore di questo atto irresponsabile ora sta minacciando di ripetere l'operazione in altre Regioni. C'è solo un modo per fermarlo: chiedere al Ministro della Salute Lorenzin di adottare misure di emergenza in grado di vietare ogni forma di coltivazione di OGM a tutela degli ecosistemi e della nostra agricoltura.
 Se lasciamo che altro mais OGM venga seminato e che le piante crescano, in poco tempo fioriranno e il loro polline si disseminerà sui campi vicini e su un'area ben più vasta, trasportato dal vento e dagli insetti. Stiamo rischiando una forte contaminazione OGM in Italia.
 I Ministri dell'Agricoltura e dell' Ambiente si sono già espressi a favore del blocco di queste coltivazioni. Cosa aspetta il Ministro della Salute?
Entra in azione. Manda subito un messaggio al Ministro Beatrice Lorenzin  "

" Perdono l'orientamento, non hanno più memoria olfattiva, crescono con malformazioni e MUOIONO. Sempre più minacciate dai pesticidi chimici utilizzati nell'agricoltura industriale, le API stanno scomparendo. Queste sostanze chimiche altamente nocive attaccano il loro sistema nervoso centrale attraverso il nettare e il polline delle piante trattate coi pesticidi. È una tragedia che non possiamo permetterci.
 Pomodori, mele, fragole, mandorle e molte altre colture – circa l'84% delle 264 specie coltivate in Europa - sono il frutto dell'impollinazione di insetti come api, bombi e farfalle. Senza impollinatori anche il cibo che mangi scomparirebbe o costerebbe molto più caro per agricoltori e consumatori! È stato stimato che il servizio di impollinazione naturale vale ogni anno circa 265 miliardi di euro.
 Oggi la moria delle api ha raggiunto un livello impressionante: negli ultimi inverni in alcuni Paesi europei è arrivata a colpire il 53% delle colonie.
 I pesticidi più pericolosi sono sette. Si tratta di neonicotinoidi e altre sostanze di proprietà di colossi come Bayer, Syngenta, BASF e altre aziende chimiche. Se vogliamo salvare le api, il primo passo è chiedere e ottenere l'eliminazione di questi pesticidi killer. Prima che sia troppo tardi. Scrivi al Ministro dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo."

domenica 17 marzo 2013

Papa Francesco e Pietro Orlandi

Sono solo quattro giorni che il cardinale Jorge Mario Bergoglio è diventato sua Santità papa Francesco ma è già riuscito a sconvolgere completamente il Vaticano, e non solo per la semplicità e la spontaneità con cui si rivolge agli altri
Ieri ha incontrato la stampa internazionale ed è riuscito ad essere simpatico persino parlando con i giornalisti. Bellissima la foto che lo ritrae con uno di loro, non vedente, e con il suo cane guida, che accarezza gentilmente
Stamattina invece ho seguito la diretta su RaiNews24 dalla chiesa di Sant'Anna in Vaticano, dove al termine della messa papa Bergoglio ha salutato ad uno ad uno i fedeli, ha stretto loro le mani,  ha  conversato e li ha esortati a pregare per lui. Ha anche accarezzato i bambini e si è dimostrato molto comunicativo  con la folla che lo aspettava dietro alle transenne
Papa Francesco ha abbracciato anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela Orlandi, .con cui c’è stato uno scambio di battute 
 
La madre della ragazza scomparsa 30 anni fa abita in Vaticano ed è parrocchiana di Sant’Anna. Nella cripta della chiesa è sepolto il padre di Emanuela, il messo pontificio Ercole. I familiari hanno riposto nel nuovo Pontefice le speranze di avere un aiuto nella soluzione del loro caso. 
 Il 24 febbraio, alla vigilia dell’ultimo Angelus di Benedetto XVI,  tre persone sono state sentite dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, tra cui un ex allievo della scuola di musica frequentata dalla ragazza.
 Potrebbe esserci finalmente una possibile novità nell’indagine sulla figlia del commesso della Prefettura Pontificia sparita il 23 giugno  1983, quasi sicuramente rapita, e mai più ricomparsa. L’inchiesta era  ripartita negli ultimi mesi con  l’apertura della tomba nella Basilica di Sant’Apollinare del defunto boss della Banda della Magliana Enrico “Renatino” De Pedis, che secondo la testimonianza di persone a lui allora molto vicine sarebbe stato coinvolto nel sequestro.
 I resti del criminale sono stati traslati e dall’estate scorsa si stanno svolgendo al Laboratorio di antropologia e odontologia forense  di Milano lunghe e approfondite analisi su delle ossa sconosciute ritrovate nella cripta. I risultati dovrebbero arrivare tra due mesi perchè  l’anatomopatologa Cristina Cattaneo ha  chiesto ancora altro tempo ai pubblici ministeri romani.
Dall’ottobre 2012 il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, ha fatto una petizione, che ha superato ormai le 100mila firme,  da inviare al segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, per chiedere che si faccia luce sulla scomparsa della sorella.
Secondo Pietro, infatti, in Vaticano c’è chi conosce la verità.
Speriamo che Pietro, spesso ospite della trasmissione di Rai3 Chi l'ha visto?, possa avere un aiuto concreto dal nuovo papa e che si possa far luce su una delle pagine più misteriose della recente storia vaticana. 

martedì 7 luglio 2009

Una firma contro le leggi razziali

Questa sera sto scrivendo dal PC fisso perchè il mio adorato e comodissimo portatile è andato a farsi un ...lifting estivo
Sono entrata nella rivista online di MicroMega pochi minuti fa a leggere questa petizione scritta da illustri personaggi italiani:
"Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono
Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state però conosciute in tempo. In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio "

Sono tantissime le persone comuni che hanno firmato questo importante documento di denuncia. Ho sottoscritto anch'io e spero che lo facciate anche voi che mi state leggendo...


mercoledì 20 maggio 2009

FONDAZIONE CEFALONIA

Ricevo dall'amico Michele questa comunicazione che pubblico volentieri, per essere conosciuta anche da altre persone
Si è costituita presso il notaio in Milano il 13 maggio 2009 la "Fondazione Europea Memoria e Futuro Cefalonia-Corfù settembre 1943" O.N.L.U.S. - Fondazione di partecipazione, al cui Comitato promotore il nostro Istituto ha aderito con delibera del C.d.A. Ne è Presidente l'avv. Costantino Ruscigno, figlio di Nicola, barese, ufficiale della Divisione "Acqui" combattente a Cefalonia, autore del memoriale I ragazzi del '21 tra sangue e vita. Per notizie si acceda al sito della Fondazione www.cefaloniacorfu1943.net, dove è consultabile lo Statuto con le finalità, mentre l'indirizzi di posta elettronica è fondazioneuropea@cefaloniacorfù1943.net.
I soci "possono essere Istituzioni pubbliche a tutti i livelli territoriali, Istituzioni scolastiche ed Universitarie, enti pubblici e/o privati, associazioni, fondazioni, soggetti economici pubblici e privati, soggetti profit e no profit, singoli cittadini" anche non italiani.
L'adesione non comporta l'obbligo di contribuzioni.
Il primo nucleo di adesioni al Comitato promotore vede la Provincia di Cefalonia, l'Associazione Italo-Greca Mediterraneo, il Museo di Stia Contemporanea di Milano, il nostro Istituto, il Centro Studi ALSPES di Milano, la Provincia di Milano, il Comune di Milano, il Comune di Sesto San Giovanni, il Comune di Verbania, il Comune di Ghemme, il Comune di Rezzato, l'Istituto scolastico Benini di Melegnano, il Liceo Carlo Alberto di Novara, l'Associazione Divisione Acqui sezioni di Milano e Novara con tutti i propri associati.
Invitiamo caldamente ad aderire .
Istituto Storico Resistenza "Piero Fornara" - NOVARA
Chi ha studiato il nazismo ed il fascismo avrà sicuramente sentito parlare di Cefalonia e del massacro dei soldati italiani, il primo tragico episodio ed il primo eroico sacrificio di coloro che iniziarono ad opporsi alla dittatura

martedì 9 dicembre 2008

Free Blog

Sono rimasta a scuola fino alle 7 questa sera perchè ho avuto i colloqui con i genitori. Erano l'ultimo impegno pomeridiano, prima delle vacanze di Natale, lungo ed impegnativo. Il freddo non invoglia di certo ad uscire da casa ma gli impegni di lavoro sono un obbligo! Mi mancano ancora alcune verifiche da correggere e poi avrò un pochino di tempo per dedicarmi agli ultimi lavori prenatalizi, finalmente, ma anche a scrivere di più nei miei blog ...
Negli ultimi giorni ho solo sfogliato i quotidiani, un po' per mancanza di tempo , un po' perchè le notizie italiane mi stanno lasciando sempre più il disgusto più completo, a partire da quelle che legano la magistratura alla politica, e viceversa
C'è però una notizia che ho seguito con interesse perchè riguarda noi blogger liberi ed indipendenti
Già in passato si era cercato di creare una legge per Internet per imbrigliare il pensiero libero della rete
Ora a novembre ci hanno riprovato
Sono sorti comitati di blogger e in tantissimi blog se ne è discusso raccogliendo firme e petizioni al riguardo
Per capire meglio e saperne di più vi copio qui sotto la pagina scritta da Antonio Di Pietro nel suo blog :
" La Rete è l’ultimo media libero rimasto in Italia. La politica lo sa e non rinuncia a sferrare il suo attacco dopo aver occupato giornali e televisioni.
Mi ero dissociato a suo tempo dal disegno di legge Levi-Prodi che prevedeva per i blogger di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) e l’estensione dei reati a mezzo stampa.
I contenuti del disegno di legge Levi relativi alla Rete erano degni di una dittatura.
Per fortuna il disegno di legge nel 2007 non passò e tutto sembrava rimanesse come prima. Senonché il 6 novembre scorso nel silenzio più assoluto questa proposta con un nuovo testo (C-1269) è stata assegnata, in sede referente, alla VII Commissione Cultura della Camera.
I contenuti e gli attacchi alla libertà di informazione non sono cambiati, eccetto qualche distinguo inutile, operato dallo stesso Levi, presente in questa seconda versione.
Su questo disegno di legge non ci sarà nessun margine di discussione né con il centrodestra né con il centrosinistra. Qualora dovesse passare potrebbe dare come unico risultato la disobbedienza civile.
Riporto alcuni passi del disegno evidenziati da Punto Informatico :
Art. 2.(Definizione di prodotto editoriale).
1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.
Qualsiasi blog rientra in questa definizione.
Art. 8.(Attività editoriale sulla rete internet).
1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.”

E’ chiaro che la legge è stata fatta e modificata da chi non conosce la Rete oppure da chi la conosce troppo bene e proprio per questo la teme poiché la stragrande maggioranza dei blog contiene banner pubblicitari, ad esempio di Google Ads.
Questi blogger sarebbero dunque per l’Agenzia delle Entrate assimilabili ad “attività di impresa”, dovrebbero iscriversi quindi al ROC rischiando di intercorrere in reati di stampa o , se non lo facessero in quelli di stampa clandestina.

L’Italia dei Valori offrirà tutta l’assistenza legale a chi verrà perseguito per la sua violazione. Le regole vanno rispettate, ma non quelle che mettano a rischio la democrazia e siano palesemente anticostituzionali, e questo perché non sono regole ma abusi e soprusi Questo disegno di legge è pura censura. L’Italia dei Valori si attiverà da subito con una serie di iniziative contro questo disegno di legge liberticida facendo appello anche alle istituzioni internazionali e i media esteri. "

mercoledì 3 dicembre 2008

SMS a Medici senza Frontiere x il Darfur

Invia un SMS al 48583
Dal 1 al 15 dicembre
invia un SMS
al numero 48583.
Da tutti i cellulari TIM, VODAFONE, WIND e 3,
puoi donare 1€ a Medici Senza Frontiere
per l'assistenza sanitaria
di 500mila sfollati in Darfur.
Chiamando lo stesso numero da rete fissa Telecom Italia
potrai donare 2€.

mercoledì 22 ottobre 2008

Petizione di Greenpeace

Questa è la lettera che ho ricevuto da Greenpeace
Cari amici,
i cambiamenti climatici sono la più grave minaccia ambientale, economica e umanitaria che l'uomo si trova ad affrontare. Per evitare una crisi climatica irreversibile occorre fermare la crescita delle emissioni di gas serra entro il 2015, e dimezzarle al 2050.
Per ridurre le emissioni di CO2 è necessaria una rivoluzione energetica basata sulla progressiva riduzione dell'uso dei combustibili fossili, a partire dal carbone, e dallo sviluppo delle alternative veramente pulite: efficienza e fonti rinnovabili.
Per questo chiediamo al Governo di:
1. introdurre una moratoria per nuove centrali a carboneIl carbone è alla base della crisi climatica in quanto è la prima singola fonte del riscaldamento globale: circa un terzo delle emissioni mondiali di CO2 si devono alla sua combustione.
2. abbandonare l'idea di un ritorno al nucleare in Italia
Il nucleare è una tecnologia costosa e rischiosa, che non ha risolto nessuno dei suoi problemi: dai rischi di incidente grave alla gestione delle scorie, dalla proliferazione nucleare alla limitatezza della risorsa Uranio.
3.favorire l'efficienza energetica con l'obiettivo del 20 per cento al 2020In Italia è possibile tagliare i consumi elettrici per 100 miliardi di kWh al 2020 (circa un terzo degli attuali consumi) con benefici economici pari a 65 miliardi di euro. L'efficienza è la fonte energetica più economica, pulita e abbondante.
4. favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili come richiesto dall'Europa
Nel settore elettrico le rinnovabili possono fornire 50 miliardi di kWh al 2020. Questo permetterà di tagliare le emissioni di CO2 per 25 milioni di tonnellate, e di risparmiare circa 10 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti all'anno.

PARTECIPA ANCHE TU ALLA PETIZIONE PER UNA RIVOLUZIONE ENERGETICA PULITA IN ITALIA.
SCRIVI SUBITO A BERLUSCONI E AL MINISTRO SCAJOLA.

P.S. Inoltra questo messaggio ai tuoi amici e a chi è interessato a combattere i cambiamenti climatici, causati dai combustibili fossili e altre atività umane.

Francesco Tedesco Responsabile Campagna Clima ed Energia GREENPEACE Italia
Se non lo hai già fatto, firma la petizione di Greenpeace per chiedere al governo una moratoria sulle centrali a carbone e una rivoluzione energetica pulita

lunedì 11 agosto 2008

Un premio per...



L'altro giorno, a sorpresa, e con molto piacere, ho ricevuto da Dragonfly questo premio per il mio sito PupazziePensieri

Io di solito non continuo le catene , ma questa volta voglia anch'io assegnare il premio Brillante Weblog -premio per siti e blog che risaltano per la loro brillantezza nei temi e nel design con lo scopo di promuovere tra tutti ancora una volta la blogsfera nel mondo. -

a due blogger amici che leggo sempre con tanto piacere e tanta gioia :

Ernesta de Il pozzodeimieipensieri

e

Paolo di Paolo'sblog

Un affettuoso saluto ad entrambi ed un grazie anche a Dragonfly erica

mercoledì 6 agosto 2008

Non Abbandonarli

Ho trovato nel blog dell'amico Fabio questo messaggio :
Se vedi un animale abbandonato invia un SMS al 334.105.10.30
E’ un' iniziativa di Autogrill e Polizia Stradale.http://www.prontofido.net/
Copia questo testo e postalo nel tuo blog
Copia questo testo ed invialo via sms e via mail ai tuoi amici e
Se VEDI UN CANE ABBANDONATO,
anche se non sei in autostrada,
telefona al 112 o ai vigili del comune di competenza.
Forse non sai ancora che la legge 281 obbliga ogni comune a prelevare i cani abbandonati e a curarli vietandone la soppressione.
E se sei testimone di un abbandono prendi subito il numero di targa e fai la denuncia.

La Lega Nazionale per la Difesa del Cane appoggerà la denuncia (tel. 010 7456122).

Ricordati che dal 15/01/2003 l'abbandono é un reato punito con la reclusione fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 Euro.
Non abbandonateli!
grazie
Purtroppo vengono abbandonati anche i GATTi e se non hanno la fortuna di trovare persone amiche che li adottano, muiono di fame di malattie o peggio di botte e sevizie
I miei mici randagi sanno cosa vuol dire essere stati abbandonati ...
Ho anche trovato questa informazione molto interessante:
L’anagrafe canina regionale, il registro dei cani identificati con microchip o tatuaggio in Piemonte, è online, all’indirizzo www.arvetpiemonte.it, ma accessibile anche dal sito www.regione.piemonte.it/sanita.
Obiettivo del servizio, ad accesso libero, è quello di fornire i riferimenti utili per rintracciare il luogo di custodia di un cane e il suo legittimo proprietario, nel rispetto della tutela della privacy del cittadino, attraverso l’inserimento del codice a 15 cifre del tatuaggio o del microchip.
È possibile effettuare la lettura del codice presso i servizi veterinari delle Asl e gli ambulatori privati muniti dell’apposito strumento.
L’aggiornamento del numero dei cani censiti avviene in tempo reale e corrisponde alle registrazioni effettuate nell’anagrafe regionale informatizzata, avviata nella seconda metà 2004. Pertanto, risultano registrati i cani identificati con microchip a partire da quella data, mentre quelli identificati con tatuaggio nel periodo precedente sono comunque registrati in archivi detenuti presso i servizi veterinari e i Comuni. Dall' indirizzo online, inoltre, è possibile visionare l’elenco di tutti i servizi veterinari delle Asl, con i recapiti telefonici e gli indirizzi e accedere al sito dell’anagrafe canina nazionale

lunedì 7 luglio 2008

Le vittime dei cani pericolosi

Stasera sono andata a fare un giro online su La Stampa ed ho trovato un interessante articolo su La zampa.it dove si parla del dibattito in corso interno al Governo sulle razze di cani pericolose e sul fatto che non si ricordano mai le vittime degli animali
Decisamente interessante la proposta del senatore Andrea Fluttero (Pdl) per creare un punto di incontro «di persone aggredite da cani pericolosi e dei loro familiari che metta in rete le esperienze di persone vittime di comportamenti aggressivi e che possa far conoscere e sensibilizzare l’opinione pubblica sul loro dramma»
Questo intervento è nato dopo il dibattito emerso nei giorni scorsi sull’esigenza di normare la presenza di razze canine pericolose. Un dibattito, come ha affermato sempre il senatore Fluttero «dove purtroppo è mancata la voce di chi direttamente o indirettamente è stato vittima di aggressioni da parte di un cane».
«L’opinione pubblica, subito dopo la lettura dei giornali, tende a dimenticare i casi di mutilazioni o ferite permanenti a causa dei morsi di cani e spesso nell’affrontare questo tema preferisce avere una posizione emotiva, legata soprattutto alla generalizzazione del comprensibile affetto verso il proprio cane».
Fluttero ha aperto il dibattito proponendo un disegno di legge che prevede il divieto di allevamento, produzione, importazione, vendita e acquisto di razze canine considerate come pericolose e anche l’obbligo per chi possiede già queste razze di sterilizzare l’animale e chiedere autorizzazione per la sua detenzione alla questura.

Di opinione completamente opposta rispetto al ddl il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini che, in merito all’ordinanza sui cani pericolosi in scadenza a gennaio 2009, ha detto che «nessuna lista di cani pericolosi sarà più attiva nel nostro Paese», puntando sull’educazione e la formazione.
D’accordo con questa impostazione è anche la senatrice Donatella Poretti (Pd) che invierà al sottosegretario e al gruppo di lavoro ministeriale domani 8 luglio la risoluzione approvata la scorsa legislatura, che metteva al centro la responsabilità del proprietario.

Le razze di cani pericolose, per le quali sono previste particolari norme di sicurezza, sono attualmente 17 : pitbull, pitbull mastiff, pitbull terrier, american bulldog, cane da pastore di Charplanina, cane da pastore dell’Anatolia, cane da pastore dell’Asia centrale, cane da pastore del Caucaso, cane da Serra da Estreilla, dogo argentino, fila brazileiro, perro da canapo majoero, perro da presa canario, perro da presa Mallorquin, rafeiro do alentejo, rottweiler, tosa inu.
Io sono nata con un cane in casa e per tanti anni ho avuto dei cani non agressivi e non pericolosi.
Purtroppo in questi ultimi anni parecchi vicini di casa hanno tenuto, e tengono, cani di razze pericolose ed io o i mei genitori abbiamo subito aggressioni, perchè i cani erano stati lasciati in giro per strada
Non siamo mai stati morsicati, ma uno dei miei cani sì, e ci siamo presi degli spaventi notevoli e traumatizzanti, comunque
I proprietari di questi animali sono stati dei veri irresponsabili e non si sono neppure resi conto della pericolosità dei loro animali e dei loro comportamenti incivili
Io non credo che, x chi ha un animale pericoloso, basti l'educazione; ci vogliono leggi precise e serie, e severe, che vengano applicate ed obblighino i proprietari di cani feroci, spesso mal tenuti e resi cattivi, a schedarli e a pagare multe salatissime quando non rispettano le regole stabilite
Solo così si eviteranno incidenti e guai e tante vittime rovinate dai morsi dei cani !!!

martedì 24 giugno 2008

Comunicato del centro di ricerca Schiavi di Hitler

Ieri sera ho ricevuto questa email che per noi figli degli Imi è senz'altro importante
" 21 giugno 2008. Comunicato del centro di ricerca Schiavi di Hitler sulle dichiarazioni del ministro Frattini alla stampa tedesca.
Le dichiarazioni sugli schiavi di Hitler, rilasciate alla stampa tedesca il 20 giugno dal Ministro degli esteri Frattini nel corso della sua visita a Berlino, sono particolarmente gravi e richiedono una presa di posizione immediata.
Di fronte alle sentenze della Cassazione del 2004 e del 29 maggio 2008, risultato dell’ostinata volontà delle vittime di perseguire la certezza del diritto e il riconoscimento della scelta di una Resistenza pagata col lager, le dichiarazioni di Frattini mostrano un’allarmante continuità con la politica di rimozione operata da tutti i governi del dopoguerra.
Come avviene da oltre sessant’anni la vicenda è ostaggio della Real Politik, è merce di scambio negli accordi diplomatici fra stati, è condotta a spese dello spirito e della dignità di oltre 800 mila italiani deportati e costretti a lavorare senza contratto, senza salario, senza tutele, a prezzo della salute se non della vita per Aeg, Siemens, Krupp, Daimler Benz, Auto Union, Claas e mille altre imprese impegnate a produrre armamenti ed a sostenere la guerra nazista.
Nel corso dell’intervista Frattini sostiene che il governo intende “riunire un gruppo di esperti italo-tedesco” “che dovrà valutare un gesto nei confronti degli ex deportati costretti al lavoro”, aggiungendo: “Queste persone hanno sofferto. Dargli ora 3.000 euro non è quello di cui hanno bisogno”.
Quanto afferma il nostro ministro degli esteri è inaccettabile perché asseconda pienamente la posizione della Germania e delle sue imprese nei confronti degli oltre 130 mila deportati che hanno presentato nel 2001 esplicita domanda di indennizzo alla fondazione “Memoria, responsabilità futuro”, ne banalizza le richieste, e risulta inopportuna nel linguaggio, evocando una logica liquidatoria.
Egualmente preoccupante appaiono le affermazioni del ministro relativamente all’ordinanza della Cassazione del 29 maggio definita “pericolosa” per l’immunità degli Stati.
La dichiarazione costituisce un inequivocabile appoggio alla posizione tedesca, sia nelle cause giudiziarie sollecitate da ex deportati in varie parti d’Italia, sia in quelle nascoste nell’armadio della vergogna inerenti le stragi naziste, cause che trovano mille impedimenti nel concludere il loro iter giudiziario.
La ridefinizione del diritto internazionale e la sua ulteriore stretta nel senso di un’accresciuta immunità concessa agli stati è questione delicata e riguarda tutti i cittadini. Si tratta di un orizzonte complesso e in divenire, una costruzione imperfetta e sottoposta a spinte opposte che da una parte guardano al diritto umanitario e delle genti e dall’altra all’interesse delle nazioni e dei più forti.
La preoccupazione che un vulnus all’immunità degli stati possa provocare richieste da parte di cittadini libici, etiopici, balcanici verso l’Italia per le nostre responsabilità nelle guerre d’aggressione e di dominio mostra la debolezza del nostro senso storico, la difficoltà del Paese a fare i conti con la sua storia, con quell’immagine degli “italiani brava gente”che le diverse culture del dopoguerra, attraverso la scuola e i mass media hanno assecondato in vario modo.
Tutto questo mostra la fragilità del diritto internazionale e la necessità di promuoverne e difenderne quanto di denunciarne le contraddizioni, operazione che sollecita i cittadini ad un esercizio di democrazia e costituisce una bussola preziosa in questi tempi di tesa e pesante definizione di un’identità nazionale.
Le vittime sopravvissute all’abuso e al tempo, i loro familiari, le associazioni, chiunque abbia compreso il senso profondo della storia degli schiavi di Hitler deve prendere atto del paradosso di una situazione che scarica sulla generazione, che ha pagato col lager e con l’isolamento in Patria il suo NO alla guerra totalitaria, i costi e le responsabilità mai risolte del fascismo, delle classi dirigenti, degli apparati militari e burocratici nella storia italiana.
Una situazione di questo genere non mina solo la dignità degli individui, offende le vittime e la storia, ne occulta le verità profonde, ma costituisce un insormontabile ostacolo sul terreno di una politica della memoria che voglia essere strumento di crescita civile quanto di monito, che sia in grado di riconoscere l’orrore e la drammaticità di Kahla, del lavoro in miniera e nelle fabbriche d’armi, lo squallore e la violenza del lager.
La frequentazione personale per quasi dieci anni delle vittime ci autorizza, senza tema di smentite, a riportare il desiderio comune di una soluzione che comprenda delle scuse formali, il riconoscimento degli abusi e una quota simbolica di indennizzo economico che alla retorica sostituisca fatti.
Le ditte tedesche dovrebbero essere portate a partecipare al rifinanziamento, come previsto dalla stessa legge tedesca, alla raccolta dei fondi per le oggettive responsabilità e in considerazione dei costi ben maggiori legati all’immagine che questa vicenda proietta sui loro brand.
E’ da ricordare, per chi vorrà fare la ricostruzione della vicenda del risarcimento che solo le cause intentate dagli ebrei americani alla fine degli anni Novanta hanno costretto la repubblica Federale ad una legge per l’indennizzo del lavoro forzato.
Non va anche dimenticato che per escludere gli italiani dall’indennizzo è stata commissionata al professor Tomuschat, consulente di diritto internazionale, una perizia (senza possibilità di contradditorio), che ha indignato gli stessi storici tedeschi.
Questa è anche l’occasione per l’Italia di riconoscere le sue responsabilità in questa vicenda. Quelle di carattere di storico connesse agli eventi e quelle successive relative all’isolamento dei reduci, ai ritardi, alle omissioni, alla mancata ricerca storiografica e statistica.
Al di là della concessione di medaglie, a seguito di una legge che non ha fornito strumenti adeguati e che dopo un anno è in grado di consegnarne solo 800 – si potrebbe concludere l’iter di un disegno di legge che la scorsa legislatura ha approvato in un solo ramo del Parlamento e che destina una cifra simbolica agli schiavi di Hitler.
La soluzione per gli schiavi di Hitler è a portata di mano.
Richiede gesti di coraggio e volontà di chiudere una vicenda senza abbandonarla alla retorica delle celebrazioni.
Crediamo che solo trovando un punto di equilibrio su questa richiesta sia possibile iniziare a lavorare su progetti comuni di carattere istituzionale relativi alla memoria ed alla costruzione di un comune senso europeo. Anche da questo punto di vista la vicenda si offre ad essere strumento per un dibattito importante.
Da parte nostra, come per tutto il corso di questi anni, siamo pronti a portare il nostro contributo diretto in tutte le sedi istituzionali a cui saremo chiamati a partecipare ad un confronto rispettoso della storia e degli individui."
Prof. Valter Merazzi, direttore Istituto di storia Contemporanea di Como, responsabile centro di ricerca Schiavi di Hitler/Fondo Imi Claudio Sommaruga, delegato del Coordinamento degli enti e associazioni per il risarcimento del lavoro coatto presso l’Oim di Ginevra
.
CENTRO DI RICERCA “SCHIAVI DI HITLER” FONDO I.M.I. CLAUDIO SOMMARUGA22012 Cernobbio (CO) - via Regina, 5 - Sezione dell'Istituto di Storia Contemporanea "P.A. Perretta" tel. 031/306970 - e.mail: info@schiavidihitler.it - www.schiavidihitler.it
Io personalmente non desidero ricevere soldi. Sarebbero ancora lordi del sangue di tutte le vittime dei lager, compresi i commilitoni di mio papà che non riuscirono ad avere la fortuna di tornare a casa come lui. Però è giusto che la Germania riconosca agli Imi italiani di essere stati vittime di quei lager dove tanto hanno sofferto
Per non imenticare e per avere giustizia, anche se tanti ormai, come mio papà, non ci sono più !!!

martedì 18 marzo 2008

Sport e Boicottaggio

Beatrice Adelizzi ha conquistato nei giorni scorsi la medaglia di bronzo nel singolo di nuoto sincronizzato agli Europei di Eindhoven ed Alessia Filippi ha vinto la medaglia d’oro nei 400 misti femminili ai campionati Europei di nuoto iniziati oggi, sempre, ad Eindhoven, in Olanda
I nostri sportivi, campioni e campionesse, che stanno vincendo medaglie pesanti, parteciperanno presto ai Giochi Olimpici di Pechino in Cina
E' giusto che lo sport continui o sarebbe più opportuno il boicottaggio di questo paese, che con crudeltà e ferocia sta imponendo la propria forza in Tibet, con massacri e violenze continue?
In una intervista alla pagina sportiva de La Stampa Massimiliano Rosolino, il più famoso e conosciuto tra i nostri campioni di nuoto attuali, ha detto che non boicotterà i Giochi in Cina
Ecco le sue parole precise :
" «La politica sportiva non m’interessa».
* Non è preoccupato per i diritti umani, non si sente coinvolto da quanto succede?
«Certo che sì. Il punto è un altro: la soluzione è non andare alle Olimpiadi? Io vorrei sapere perché hanno scelto la Cina, i problemi erano tutti sul tavolo al momento della decisione però andava bene così. Grandi impianti, tanti soldi e tutto a posto. Ha deciso la politica e perché ora ci devono mettere la faccia gli atleti?».
* Cosa risponde a chi suggerisce il boicottaggio?
«Che si boicotta in un altro modo. Se il punto è interrompere le relazioni allora basta fare affari con la Cina, fine dell’import export, degli accordi internazionali. Quello è un discorso serio, il resto solo un po’ di rumore. La storia ha già dimostrato che i boicottaggi olimpici non servono».
* Si è parlato molto di libertà di parola degli atleti, lei userà la sua a favore di qualche causa?
«Non saprei dire. Rischiamo di essere molto superficiali. Certo è facile guardare ora e capire che le cose non funzionano, ma che ne so io del loro sistema? In realtà ragioniamo per quel che vediamo in tv e non abbiamo idea di come sono i cinesi, che valori hanno e come funziona la società. Io non mi permetto di fare critiche facili e penso che lo sport serva per l’opposto. Per riunire...non esiste un altro momento come le Olimpiadi per condividere, per mischiare. Sì, stiamo lì, diamoci la mano, stiamo insieme, facciamo le cose più banali del mondo. Questo serve».».

Io non sono una sportiva di professione, non ho medaglie da vincere, ho sempre odiato l'agonismo anche quando sciavo e non sono un campione famoso. Quindi boicotterò le Olimpiadi, non vedrò i nostri atleti di nessuno sport che vi parteciperà

E boicotterò, come ho fatto in questi ultimi tempi, il più possibile i prodotti cinesi che spuntano come funghi ovunque qui da noi. Controllo sempre tutte le etichette dei cibi, degli abiti, dei prodotti vari, dalle matite ai giocattoli ecc, e quando trovo scritto Made in China o, ancora meglio, il nome di una ditta italiana ed il sottotitolo, in piccolo di solito, fabbricato in Cina, io NON acquisto

Che i nostri industriali riaprano le loro fabbriche in Italia invece di far costruire e creare tutti i loro prodotti in Cina, spesso di qualità dubbia o scadente, ma da noi pagati a caro prezzo. E' comodo sfruttare la manodopera cinese, sottopagata, come quella rumena o ungherese o indiana, e poi immetterne i manufatti sui nostri mercati, supermercati o negozi vari a prezzi " italiani" esagerati, da furto legalizzato!

A differenza del giovane sportivo, io critico e sono critica verso un sistema economico globalizzato che se ne infischia dei diritti umani e della vita di persone che in Birmania prima ed in Tibet ora stanno lottando per salvare se stessi, la loro cultura ed il loro mondo da dittature e da violenze inconcepibili. Quello che mi indigna di più comunque sono l'ipocrisia di certi politici, uomini di chiesa e personalità importanti dello sport italiano che tentennano o stanno zitti o intervengono solo per pura demagogia. Così come la solita Russia dichiara che sono fatti interni ( lo erano anche quelli della Serbia negli anni '90 !!! ) e gli USA intervengono con la consolidata ambiguità di Bush e della Rice

Se tutti noi boicottiamo i prodotti cinesi, anche a costo di rinunciare ad un bel po' di cose, visto che oramai è tutto cinese qui in Italia, o quasi, forse allora si potrà sentirsi in pace con le nostre coscienze di cittadini del mondo liberi e solidali ....


giovedì 14 febbraio 2008

M' Illumino di Meno

15 febbraio, M'ILLUMINO DI MENO 2008, giornata internazionale del risparmio energetico. L'iniziativa, promossa dalla trasmissione di Radio2 "Caterpillar", è volta a dimostrare «come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta».
Domani non sprecherò energia, terrò chiuso il pc, l'apparecchio televisivo e accenderò le luci di casa solo quando sarà buio
E x tutto il resto dell'anno risparmierò il più possibile energia xchè una sola giornata non basta
Fatelo anche voi e il mondo sarà migliore, anche se meno luccicante !

mercoledì 13 febbraio 2008

Irruzione anti Aborto

Oggi ho letto con sconcerto la notizia riportata dai quotidiani dell' irruzione della polizia al Policlinico di Napoli, dopo una telefonata anonima che denunciava un "feticidio", mentre in effetti si trattava di un aborto regolare
A denunciare l’accaduto è stata l’ UDI, Unione Donne in Italia, che in una nota ha spiegato che: «nel reparto di Ivg del II Policlinico di Napoli, nella serata di ieri alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno fatto irruzione, senza alcun mandato, motivando di aver notizia di reato di "feticidio". Si trattava di un aborto terapeutico alla IV settimana regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subito l’intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto».
«I medici, di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti hanno poi intimidito la vicina di letto della donna esortandola a testimoniare in quel momento altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice. Denunciamo il clima che sta montando contro le donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso».
Tutte le donne, l’Unione Donne in Italia, l’Assemblea permanente delle donne di Napoli, si danno appuntamento giovedì 14 febbraio a Napoli piazza Vanvitelli alle ore 17. La mobilitazione partirà da Napoli e diventerà vigilanza e presidio permanente in ogni piazza d’Italia. «Autodenciamoci tutte per aver deciso nella nostra vita», esorta l’Udi.
Molti anni fa ho seguito un corso specifico al consultorio della mia città, con dei medici, uno psicologo ed altro personale specialistico, creato apposta x noi insegnanti e per altre donne che lavoravano a contatto di donne e di ragazze giovani che avrebbero potuto avere bisogno di aiuto, di consigli o di altro nel caso in cui fossero rimaste incinte e avessero deciso di abortire
Non è mai facile per una donna fare una simile scelta, ma in alcuni casi, soprattutto quando vi sarebbero seri problemi di salute per la madre e/o per il feto, è necessario prendere una simile decisione
Il grave atto intimidatorio accaduto a Napoli è x me inconcepibile e dimostra il clima di caccia alle streghe che è iniziato alcuni mesi fa in Italia. Sinistri personaggi di sesso maschile, ma anche femminile, come i " teocon ", stanno facendo una campagna spietata contro la legge 194 e contro l'aborto, senza neppure rendersi conto del danno che stanno provocando alla nostra società
Dobbiamo ritornare per caso al ferro da calza delle mammane? o a fatti incivili e squallidi come quel tristissimo episodio della scorsa settimana, dove un neonato è stato buttato nell'immondizia, ed è finito negli ingranaggi di un macchinario che raccoglieva i cartoni ? Dobbiamo tornare ai tempi in cui le donne mettevano al mondo anche 12/ 13/ 14 figli e più e rischiavano ogni volta di morire, di parto, di setticemia, di infezioni ... ???
Barbarie, pura barbarie, come è stato barbaro andare con la forza di una divisa a imporre un metodo non democratico e civile a delle donne già provate in un letto d'ospedale!!!!
Ribelliamoci, donne, altro che San Valentino ed il consumismo imperante e stolido dei regalini, dei messaggini e di scemenzuole varie. Ribelliamoci ad un ritorno all'oscurantismo, in nome e nel diritto della libertà e di una libera scelta sensata, senza costrizioni, maschili, bigotte, clericali, assurde ed inconcepibili!!!!

mercoledì 23 gennaio 2008

Petizione Solidarietà Docenti Sapienza

Stasera sono passata nel blog di Marina dove ho trovato un invito a firmare una petizione online di solidarietà ai famosi vituperati 67 docenti della Sapienza.

Ecco dove

La mia firma è stata la 17060.

Non poche, no?

Spero vogliate passare anche voi a lasciare la vostra firma

erica