Nel giugno 1989, l’esercito cinese aprì il fuoco sui dimostranti, facendo un numero ancora imprecisato di vittime, un bagno di sangue spaventoso, durante le proteste di piazza Tienanmen, a Pechino.
Ricordo ancora bene le sconvolgenti immagini di violenza trasmesse dai telegiornali dell'epoca, in particolare il coraggio del giovane uomo che a braccia aperte sfidava il carro armato che gli stava andando contro...
Più nessuno ormai ricorda piazza Tienanmen, più nessuno ne parla; la Cina è diventata la grande potenza che domina l'economia mondiale e in Cina tante industrie italiane hanno trasferito le loro fabbriche, sacrificando i lavoratori italiani, perchè là si paga meno la manodopera, perchè là non ci sono gli stessi diritti sindacali che proteggono i lavoratori ( anche se attualmente l'ad della Fiat Marchionne sta imponendo anche qui a sindacati e lavoratori dell'auto regole nuove, modello Pomigliano !...)
E dalla Cina si acquistano prodotti di tutti i tipi, a volte perfino pericolosi per le sostanze inquinanti con cui sono fabbricati. Una cino-dipendenza economica veramente eccessiva a volte, soprattutto se si dimentica quanto siano limitati i diritti umani dei cittadini che vivono in quel paese.
Ma che cos'è attualmente piazza Tienanmen per i Cinesi ?
In Cina " è il tabù più grande che esista, una data che non può essere menzionata sul Web, che viene pronunciata a proprio rischio e pericolo, che porta, ogni anno, la capitale e il Paese intero ad uno stato di allerta casomai qualcuno volesse dire a voce alta che Pechino non dimentica. Così, le più audaci forme di protesta sono talmente oscure ed intricate da essere rebus per iniziati, un linguaggio in codice comprensibile solo ad alcuni dissidenti e accaniti «netizen» su Internet, e alle forze dell’ordine." ( da La Stampa online To)
Solo Hong Kong, l’ex-colonia britannica tornata nel 1997 sotto la sovranità cinese ma che, grazie alla formula «Un Paese Due Sistemi» continua a godere di significative libertà politiche, ricorda ancora piazza Tienanmen.
" Qui, dove un milione di persone scesero nel giugno 1989 al Parco Vittoria per denunciare la decisione di sparare contro la folla, ogni anno viene tenuta una commovente veglia a lume di candela, durante la quale vengono cantate le canzoni di ventidue anni fa, ricordati i morti, e chiesta giustizia e democrazia in nome loro e di tutti quelli che si battono per le riforme politiche in Cina. Fra i più famosi il premio Nobel Liu Xiaobo, incarcerato, e l’artista Ai Weiwei, scomparso dopo l’arresto.
Quest’anno, le Madri di Tienanmen, un gruppo di familiari delle vittime del 4 giugno 1989, in una lettera aperta hanno rivelato al mondo di essere state contattate da alcuni agenti che volevano sondare la possibilità di offrire loro un pagamento, in cambio della sospensione del loro movimento per la memoria dei loro cari. Gli agenti hanno ricevuto un rifiuto oltraggiato, e le madri hanno anche specificato che, quest’anno, dopo che Pechino si è lasciata spaventare dai richiami online per organizzare delle «proteste dei gelsomini» come quelle che scuotono il Medio Oriente, e mentre si intensifica nel Partito comunista l’appostarsi strategico in preparazione delle nomine alle massime cariche politiche nell’ottobre del prossimo anno, «la situazione è la peggiore dal 4 giugno 1989. Il silenzio regna in tutto il Paese». "
Un silenzio assordante anche nel resto del mondo perché, in nome del Dio denaro, è più importante fare affari economici con la Cina e dimenticare quanto sia dispotico il regime "comunista" che la governa ....
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