venerdì 27 giugno 2008

MSF e l'Africa

Questa sera ho ricevuto l' ultima newsletter di Medici senza Frontiere
MSF INFORMA
Somalia, la situazione della popolazione è catastroficaDa un anno i tassi di malnutrizione hanno superato la soglia di emergenza, ma gli aiuti continuano a diminuire

Etiopia, emergenza malnutrizione L'intervento nutrizionale di MSF

Giornata Mondiale del Rifugiato MSF esprime tutta la sua preoccupazione di fronte alla situazione dei migranti che scappano da guerre e povertà

Sempre più donne, minori e potenziali richiedenti asilo sbarcano a Lampedusa

MSF denuncia
le violenze subite da migliaia di somali ed etiopi che fuggono verso lo Yemen

Kenya
, continuano le violenze sul Monte ElgonIntervista a Simon Burroughs, Coordinatore di Progetto di MSF


E' un bollettino catastrofico che riguarda principalmente l'Africa, un continente che è sempre più preda di fame, carestie, guerre, violenze, dittature incredibili, come quella di Mugabe tanto per fare un esempio, visto che è l'ultimo ma non il solo
Qui in Italia oggi si discute se schedare anche i bambini Rom o non schedarli. Abbiamo toccato decisamente il fondo, anche se non è per nulla giusto che i bambini zingari vengano usati per chiedere l'elemosina, laceri sporchi e sfruttati dagli adulti, che spesso li obbligano a rubare ed a vivere in condizioni disumane in accampamenti lerci e miserevoli
Della news di MSF ho letto solo questo articolo, una testimonianza che fa riflettere e meditare sulle condizioni catastrofiche di un mondo a noi vicino ma così lontano perchè nessun telegiornale ne parla mai, visto che sono tutti occupati a riempirci le orecchie ed il cervello con le storie dei nostri politici esibizionisti ed egocentrici :
" Somalia, la situazione della popolazione è catastrofica Da un anno i tassi di malnutrizione hanno superato la soglia di emergenza, ma gli aiuti continuano a diminuire
La popolazione somala sta affrontando una gravissima crisi umanitaria senza che vi sia un’adeguata risposta ai loro bisogni critici.
Nel solo mese di maggio, le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) che lavorano a Mogadiscio nei sobborghi di Hawa Abdi e Afgoye hanno curato oltre 2500 bambini colpiti da malnutrizione acuta, e il numero dei bambini ricoverati nei programmi nutrizionali di MSF è raddoppiato in aprile e poi ancora in maggio. Da un anno i tassi di malnutrizione hanno superato la soglia d’emergenza. Il numero di nuovi casi sta aumentando drasticamente, mentre l’assistenza esterna continua a diminuire sia in quantità che in qualità a causa dell’elevato livello di insicurezza e dell’aumento degli attacchi agli operatori umanitari. I somali che tentano di fuggire dalla violenza hanno poche opzioni di fuga, poiché i principali punti di passaggio alla frontiera verso il Kenya e l’Etiopia sono chiusi.
“La Somalia non è più sull’orlo della catastrofe. La catastrofe sta accadendo in questo momento”, afferma Bruno Jochum, responsabile delle operazioni di MSF. “Solamente la settimana scorsa, abbiamo ammesso oltre 500 bambini gravemente malnutriti nel nostro programma nutrizionale. Di questi, uno su sei ha dovuto essere ricoverato a causa di complicazioni mediche. Se questa tendenza dovesse continuare, la malnutrizione potrebbe colpire una popolazione ancora più vasta, come i bambini sopra i cinque anni e gli adulti vulnerabili. La situazione è tragica, e non siamo in grado di fornire gli aiuti necessari per prevenire un ulteriore peggioramento della situazione”.
Tra Mogadiscio e Afgoye, oltre 250mila persone vivono in condizioni di sovraffollamento estremo e il loro numero continua ad aumentare stabilmente a causa della fuga dalla violenza che colpisce la capitale. Ogni persona ha a disposizione meno di 10 litri di acqua potabile al giorno, e la maggior parte delle famiglie vivono in ripari improvvisati che forniscono poca o nessuna protezione. I prezzi degli alimenti di base come il riso e il grano sono triplicati dall’inizio dell’anno e molti sfollati sopravvivono unicamente grazie all’assistenza esterna.
La violenza quotidiana continua a Mogadiscio e nelle zone circostanti, colpendo pesantemente la popolazione civile. Il reparto di chirurgia di MSF a Dayniile, alla periferia di Mogadiscio, ha curato oltre 2100 persone con ferite provocate da traumi dall’inizio dell’anno. La metà di loro sono donne e bambini sotto i 14 anni. Il 56% dei nostri pazienti sono curati per ferite legate alla violenza, come colpi di arma da fuoco o bombe.
L’estrema insicurezza previene qualunque evoluzione significativa nel livello e nella qualità dell’assistenza. Gli operatori umanitari sono regolarmente presi di mira e nessun’organizzazione, inclusa MSF, riesce a lavorare in maniera regolare coi propri operatori umanitari internazionali.
“Due anni dopo che alcuni membri della comunità internazionale sono intervenuti politicamente e militarmente nel nome del ristabilimento della pace e della lotta al terrorismo, la situazione per la popolazione somala è semplicemente catastrofica”, dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. “Il conflitto è aumentato, la violenza nei confronti della popolazione civile da parte di tutte le parti in conflitto non fa che contribuire all’attuale disastro umanitario. MSF chiede che sia garantita l’indipendenza dell’azione umanitaria rispetto all’agenda politica e all’azione di peacekeeping, e lancia un appello a tutti i belligeranti affinché garantiscano un accesso sicuro e non ostacolato agli operatori umanitari”.
MSF lavora ininterrottamente in Somalia da più di 17 anni ed è attualmente il più importante fornitore di cure mediche nel centro e nel sud del paese. Nel corso del 2007, le equipe mediche hanno eseguito più di 2500 interventi chirurgici, 520mila consultazioni ambulatoriali e circa 23mila ricoveri. In questo momento, l’insicurezza impedisce a MSF di avere una presenza permanente dei suoi operatori internazionali sul terreno. Nonostante la dedizione degli operatori somali di MSF che continuano a gestire programmi e a fornire cure mediche salvavita nelle regioni di Bakool, Banadir, Bay, Galgaduud, Hiraan, Lower and Middle Juba, Mudug, e Lower and Middle Shabell, tutto ciò è molto meno di quanto sarebbe oggi necessario nel paese "

mercoledì 25 giugno 2008

Lavanda

Stamattina sono scesa per raccogliere la lavanda che è già fiorita ma ho dovuto rinunciare perchè le piante erano invase dalle api, laboriose ed indaffarate a succhiare il nettare dei fiori, ma aggressive quando mi sono avvicinata
La lavanda ha sempre un profumo molto forte, anche quella dello scorso anno, che ho conservato nei vasi di vetro ed ho adoperato per creare dei sacchetti profumati da appendere
Ne potete vedere uno nella foto qui sopra: ha la forma di un abito da ballo, molto elegante !
Un lavoro di un paio di giorni, abbastanza facile, e tutto cucito a mano ....

martedì 24 giugno 2008

Il tempo


La scorsa settimana ero ancora bloccata con un piede fuori uso e il mal di schiena, perchè con la caduta di tre lunedì fa ero andata a picchiare la schiena contro il bordo di marmo dello scalino, e visto che non potevo fare nulla di quello che avevo programmato di fare, in giardino soprattutto, ho risistemato con Photoshop delle foto che avevo lì da un bel po' e che non ero mai più riuscita a prendere in mano
Il tempo è per me sempre molto limitato e di solito divido la mia giornata in tante parti
Alcune volte non riesco a fare tutto quello che vorrei perchè non ho abbastanza tempo, ma visto che un imprevisto non voluto mi ha condizionato 15 giorni, e anche un pochino di più perchè anche adesso che va meglio ho comunque il piede che ancora fa male e si gonfia prima di sera - col tempo passerà, perchè solo il tempo guarisce, ma che pazienza ci vuole! - ho comunque trovato il modo per non annoiarmi e stare con le mani in mano
Ho anche trovato in una vecchia raccolta sulla Pittura, della De Agostini, diventata album rilegato, delle bellissime immagini di disegni e di dipinti che ho fotografato e poi trasformato in quadri con varie lavorazioni di Photoshop
Eccone uno qui sotto, che spero piaccia anche a voi


Oggi sono tornata a scuola invece e nel pomeriggio, nel fresco di casa, ho cucito. Ma quella sarà la sorpresa di domani !!!
buona notte erica

Comunicato del centro di ricerca Schiavi di Hitler

Ieri sera ho ricevuto questa email che per noi figli degli Imi è senz'altro importante
" 21 giugno 2008. Comunicato del centro di ricerca Schiavi di Hitler sulle dichiarazioni del ministro Frattini alla stampa tedesca.
Le dichiarazioni sugli schiavi di Hitler, rilasciate alla stampa tedesca il 20 giugno dal Ministro degli esteri Frattini nel corso della sua visita a Berlino, sono particolarmente gravi e richiedono una presa di posizione immediata.
Di fronte alle sentenze della Cassazione del 2004 e del 29 maggio 2008, risultato dell’ostinata volontà delle vittime di perseguire la certezza del diritto e il riconoscimento della scelta di una Resistenza pagata col lager, le dichiarazioni di Frattini mostrano un’allarmante continuità con la politica di rimozione operata da tutti i governi del dopoguerra.
Come avviene da oltre sessant’anni la vicenda è ostaggio della Real Politik, è merce di scambio negli accordi diplomatici fra stati, è condotta a spese dello spirito e della dignità di oltre 800 mila italiani deportati e costretti a lavorare senza contratto, senza salario, senza tutele, a prezzo della salute se non della vita per Aeg, Siemens, Krupp, Daimler Benz, Auto Union, Claas e mille altre imprese impegnate a produrre armamenti ed a sostenere la guerra nazista.
Nel corso dell’intervista Frattini sostiene che il governo intende “riunire un gruppo di esperti italo-tedesco” “che dovrà valutare un gesto nei confronti degli ex deportati costretti al lavoro”, aggiungendo: “Queste persone hanno sofferto. Dargli ora 3.000 euro non è quello di cui hanno bisogno”.
Quanto afferma il nostro ministro degli esteri è inaccettabile perché asseconda pienamente la posizione della Germania e delle sue imprese nei confronti degli oltre 130 mila deportati che hanno presentato nel 2001 esplicita domanda di indennizzo alla fondazione “Memoria, responsabilità futuro”, ne banalizza le richieste, e risulta inopportuna nel linguaggio, evocando una logica liquidatoria.
Egualmente preoccupante appaiono le affermazioni del ministro relativamente all’ordinanza della Cassazione del 29 maggio definita “pericolosa” per l’immunità degli Stati.
La dichiarazione costituisce un inequivocabile appoggio alla posizione tedesca, sia nelle cause giudiziarie sollecitate da ex deportati in varie parti d’Italia, sia in quelle nascoste nell’armadio della vergogna inerenti le stragi naziste, cause che trovano mille impedimenti nel concludere il loro iter giudiziario.
La ridefinizione del diritto internazionale e la sua ulteriore stretta nel senso di un’accresciuta immunità concessa agli stati è questione delicata e riguarda tutti i cittadini. Si tratta di un orizzonte complesso e in divenire, una costruzione imperfetta e sottoposta a spinte opposte che da una parte guardano al diritto umanitario e delle genti e dall’altra all’interesse delle nazioni e dei più forti.
La preoccupazione che un vulnus all’immunità degli stati possa provocare richieste da parte di cittadini libici, etiopici, balcanici verso l’Italia per le nostre responsabilità nelle guerre d’aggressione e di dominio mostra la debolezza del nostro senso storico, la difficoltà del Paese a fare i conti con la sua storia, con quell’immagine degli “italiani brava gente”che le diverse culture del dopoguerra, attraverso la scuola e i mass media hanno assecondato in vario modo.
Tutto questo mostra la fragilità del diritto internazionale e la necessità di promuoverne e difenderne quanto di denunciarne le contraddizioni, operazione che sollecita i cittadini ad un esercizio di democrazia e costituisce una bussola preziosa in questi tempi di tesa e pesante definizione di un’identità nazionale.
Le vittime sopravvissute all’abuso e al tempo, i loro familiari, le associazioni, chiunque abbia compreso il senso profondo della storia degli schiavi di Hitler deve prendere atto del paradosso di una situazione che scarica sulla generazione, che ha pagato col lager e con l’isolamento in Patria il suo NO alla guerra totalitaria, i costi e le responsabilità mai risolte del fascismo, delle classi dirigenti, degli apparati militari e burocratici nella storia italiana.
Una situazione di questo genere non mina solo la dignità degli individui, offende le vittime e la storia, ne occulta le verità profonde, ma costituisce un insormontabile ostacolo sul terreno di una politica della memoria che voglia essere strumento di crescita civile quanto di monito, che sia in grado di riconoscere l’orrore e la drammaticità di Kahla, del lavoro in miniera e nelle fabbriche d’armi, lo squallore e la violenza del lager.
La frequentazione personale per quasi dieci anni delle vittime ci autorizza, senza tema di smentite, a riportare il desiderio comune di una soluzione che comprenda delle scuse formali, il riconoscimento degli abusi e una quota simbolica di indennizzo economico che alla retorica sostituisca fatti.
Le ditte tedesche dovrebbero essere portate a partecipare al rifinanziamento, come previsto dalla stessa legge tedesca, alla raccolta dei fondi per le oggettive responsabilità e in considerazione dei costi ben maggiori legati all’immagine che questa vicenda proietta sui loro brand.
E’ da ricordare, per chi vorrà fare la ricostruzione della vicenda del risarcimento che solo le cause intentate dagli ebrei americani alla fine degli anni Novanta hanno costretto la repubblica Federale ad una legge per l’indennizzo del lavoro forzato.
Non va anche dimenticato che per escludere gli italiani dall’indennizzo è stata commissionata al professor Tomuschat, consulente di diritto internazionale, una perizia (senza possibilità di contradditorio), che ha indignato gli stessi storici tedeschi.
Questa è anche l’occasione per l’Italia di riconoscere le sue responsabilità in questa vicenda. Quelle di carattere di storico connesse agli eventi e quelle successive relative all’isolamento dei reduci, ai ritardi, alle omissioni, alla mancata ricerca storiografica e statistica.
Al di là della concessione di medaglie, a seguito di una legge che non ha fornito strumenti adeguati e che dopo un anno è in grado di consegnarne solo 800 – si potrebbe concludere l’iter di un disegno di legge che la scorsa legislatura ha approvato in un solo ramo del Parlamento e che destina una cifra simbolica agli schiavi di Hitler.
La soluzione per gli schiavi di Hitler è a portata di mano.
Richiede gesti di coraggio e volontà di chiudere una vicenda senza abbandonarla alla retorica delle celebrazioni.
Crediamo che solo trovando un punto di equilibrio su questa richiesta sia possibile iniziare a lavorare su progetti comuni di carattere istituzionale relativi alla memoria ed alla costruzione di un comune senso europeo. Anche da questo punto di vista la vicenda si offre ad essere strumento per un dibattito importante.
Da parte nostra, come per tutto il corso di questi anni, siamo pronti a portare il nostro contributo diretto in tutte le sedi istituzionali a cui saremo chiamati a partecipare ad un confronto rispettoso della storia e degli individui."
Prof. Valter Merazzi, direttore Istituto di storia Contemporanea di Como, responsabile centro di ricerca Schiavi di Hitler/Fondo Imi Claudio Sommaruga, delegato del Coordinamento degli enti e associazioni per il risarcimento del lavoro coatto presso l’Oim di Ginevra
.
CENTRO DI RICERCA “SCHIAVI DI HITLER” FONDO I.M.I. CLAUDIO SOMMARUGA22012 Cernobbio (CO) - via Regina, 5 - Sezione dell'Istituto di Storia Contemporanea "P.A. Perretta" tel. 031/306970 - e.mail: info@schiavidihitler.it - www.schiavidihitler.it
Io personalmente non desidero ricevere soldi. Sarebbero ancora lordi del sangue di tutte le vittime dei lager, compresi i commilitoni di mio papà che non riuscirono ad avere la fortuna di tornare a casa come lui. Però è giusto che la Germania riconosca agli Imi italiani di essere stati vittime di quei lager dove tanto hanno sofferto
Per non imenticare e per avere giustizia, anche se tanti ormai, come mio papà, non ci sono più !!!

sabato 21 giugno 2008

Stupro come arma di guerra

All’unanimità il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che classifica lo stupro come un’arma di guerra.
L’Onu lo ha definito uno strumento utilizzato «per umiliare, dominare, instillare paura, cacciare e/o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico» ed ha così ufficialmente indicato nella violenza sessuale contro le donne, realizzata all’interno di un contesto bellico, non solo un reato contro la persona, ma anche una violazione delle norme internazionali, inserendola nell’elenco delle pratiche proibite accanto all'uso di armi vietate, terrorismo, torture sui prigionieri...
«Scoprire» oggi che lo stupro è un’arma può sembrare quasi irridente se si pensa a quella che è stata la storia. Tutta intera la modernità delle guerre che hanno affollato la nostra epoca è segnata infatti da questo tipo di violenza: ovunque nel mondo, per gli eserciti vittoriosi gli stupri sono stati l’occasione per l’esercizio di un potere assoluto, totale, in grado di espropriare gli sconfitti non solo della loro dimensione pubblica, privandoli del loro Stato, del loro territorio nazionale, ma anche di quella privata, penetrando nelle loro case, squarciandone l’intimità, distruggendo le famiglie. Gli stupri di massa, la brutalizzazione dei corpi femminili, persino dei corpi gravidi, la mutilazione dei genitali - punto focale simbolico della continuità della vita - sono state le prove ultime e definitive dell’«inumanità della guerra»

Lavori in Corso...

Due sabati fa, prima di cadere e restare bloccata, avevo finito di assemblare l'abitino di Arabella, una bell'orsetta di peluche con una macchia chiara sul muso. Era da mesi che non riuscivo più a trovare il tempo per cucire e creare il vestitino perchè avevo sempre qualcos'altro da fare

Questa settimana invece ho ripreso a muovermi per casa, ma senza poter tornare in giardino, e quindi ne ho approfittato per finire una bambola in panno lenci che avevo iniziato lo scorso anno e che era rimasta in un sacchetto in attesa, Milly. Mancano solo la collana, gli orecchini ed il braccialetto e poi sarà pronta per fare compagnia alle orsette che ho conservato in passato

Buona Domenica erica

venerdì 20 giugno 2008

Solstizio d'estate

La primavera è finita; qui al Nord erano 50 anni che non pioveva più così tanto !


Domani è il solstizio d'estate. I metereologi hanno previsto ... temporali al nord. Comincia l'estate, finalmente !

Ho ricevuto un premio !

Ho ricevuto il premio "Meme (r)evolution" da Fabio di Metamorphosis, che ringrazio molto sentitamente per il gentile pensiero e per la sua amicizia e la sua bravura nel gestire uno dei blog che mi piacciono di più e che leggo sempre con attenzione ed interesse

Indico qui di seguito le regole del Premio:

-bisogna linkare il blog che vi ha dato il meme;

- bisogna linkare altri 6 blog (cifra flessibile) che meritano un premio e, se possibile, spiegare il perchè.

Un blog può ricevere il premio innumerevoli volte!

Chi riceverà il meme potra mettere il banner con la coppa in home page sul lato in modo da far vedere il premio ricevuto a tutti i visitatori!
Per prelevare la coppa cliccare questo link.

A mia volta nomino, per l'amicizia dimostratami e per il loro affetto sempre costante: Artemisia di Message in The Bottle, B.C. , Duccio di Duccio Blog, Marina di Ineziessenziali, Paolo di paolo's blog, Osvaldo C. di Artidee , Salvatore di Doxaliber, Tommaso di Internazionale, Jacques di Eontos, Max di How am I driving e Fabio di Metamorphosis
Grazie a tutti Voi ma anche a tutti i miei lettori e lettrici erica

mercoledì 18 giugno 2008

Il lupo perde il pelo...

Si potrebbe proprio dire che " Il lupo perde il pelo ma non il vizio"
Oggi infatti al Senato è passato l'emendamento blocca-processi che vede lo stop al dibattimento Berlusconi-Mills
Ieri Veltroni avvertiva il Cavaliere: "Dialogo a rischio"
Ma quale dialogo, Veltroni ???
Essere creduloni va bene, credere all'onestà di chi è ritornato al governo e si proclama disponibile a comunicare anche con i "comunisti" perdenti per fare giuste leggi per i poveri Italiani va bene, stare a cincischiarsi nel PD tra una corrente e l'altra e con discussioni interne asfittiche e vacue va bene, dar retta al Presidente della Repubblica che vuole il dialogo ad ogni cosro tra maggioranza e minoranza va bene, lasciar fare l'opposizione seria a Di Pietro ed alla Bonino va anche bene, ma ...
... ma non va bene per nulla accorgersi all'ultimo minuto che come al solito Lui ha fregato tutti e si è fatto una Norma per salvare la "collettività" ... di uno solo, Lui!!!
E' un po' tardi ormai gridare Al Lupo! Al lupo! quando tutti i buoi sono ormai fuori dalla stalla e la maggioranza compatta ha votato una nuova legge "salvapremier", che non aiuterà di certo i poveri tapini, i cittadini comuni, i poveri cristi che pagano le tasse e tirano il collo per arrivare a fine mese!!!
Vergogna, una grande immensa vergogna per i politici, quelli che pensano solo a se stessi e anche quelli che se ne sono stati con le mani in mano a cincischiarsi ed a crogiolarsi all'opposizione, credendo alla bella favoletta del bravo lupetto tanto carino e disponibile
I lupi sono lupi, caro Veltroni, ed i caimani prima ti mangiano tutto intero e poi piangono tante belle lacrimucce da coccodrillo perchè sei finito ...
Ed è ora di dire basta, ma sul serio, e di mettersi a fare qualcosa di utile e di efficace invece di andare in giro a spasso con i governi ombra a far ridere i polli
...e quelli della destra, che si stanno sbellicando dalle risa perchè hanno fregato tutti quanti come al solito !!!
( E i asu a vulan, neh munsù....)
Povera Povara italia e poveri noi , come sempre , d'altronde !

martedì 17 giugno 2008

Statistiche e Visite

Ho inserito solo alla fine di marzo il bannerino di Histats. com per "scoprire" le visite al blog perchè non ero mai stata particolarmente curiosa di sapere quanto era seguito Pensieri in libertà. Poi, per motivi personali, ho collegato PinL anche a google analithics il 29 maggio
Stasera sono andata a controllare e ho visto che sono ben 35 i paesi del mondo da dove ci si è collegati al mio blog
1. Italy 1.826 viste 2. Switzerland 24 visite 3. Germany 11 viste 4. France 9 visite 5. United States 8 visite 6. United Kingdom 6 visite 7. Sweden 4 visite 8. Spain 4 v. 9. San Marino 2 visite 10. Lithuania 2 v. 11. Russia 2 v. 12. Albania 2 v. 13. Austria 2 v. 14. Canada 2 v. 15. Poland 2 v. 16. Iran 1 visita 17. Macedonia 1 v 18. Peru 1 v 19. Monaco 1v 20. Romania 1 v 21. Vietnam 1 v 22. South Korea 1 v 23. Japan 1 v 24. India 1 v 25. Venezuela 1 v 26. French Guiana 1 v 27. Bulgaria 1 v 28. Chile 1 v 29. Australia 1 v 30. Slovenia 1 v 31. Denmark 1 v 32. Reunion 1 v 33. Slovakia 1 v 34. Netherlands 1 v 35. Estonia 1 v
Quando si scrive un blog o si ha un sito con le statistiche vi è sempre un pizzico di curiosità verso i visitatori che passano a leggere e a visitare
Qui nel blog, alcuni di voi che commentate sono anche mie conoscenze non solo virtuali, mentre altri ed altre sono ormai amici ed amiche di lunga data, ma a me piacerebbe molto anche "conoscere" tutte quelle persone che passano, anche da molto lontano, come dall'isola della Réunion per esempio o dalla Guiana francese, dall'Australia, dal Vietnam...
Spero di avere dei commenti anche da questi "sconosciuti" lettori, o lettrici, e di poterli un giorno unire agli altri amici ed amiche online
grazie e buona notte, o buon giorno, per chi vive nell'altro emisfero !
ericablogger

Lumix


Ieri ho passato il pomeriggio a risistemare delle foto che avevo scattato con la mia ultima digitale, una Panasonic Lumix, modello DMC FX33, con stabilizzatore ottico, che mi permette di scattare delle immagini molto belle. E' piccola, leggera, piatta ed è una vera meraviglia
Oggi ho ripreso a camminare anche con il piede destro: è ancora di parecchie sfumature ma non fa quasi più male. Ne ho approfittato per stare in piedi e farmi un po' di maquillage al viso. Con questa eterna stagione delle piogge che cadono imperterrite da due mesi ed una settimana passata in casa, ho perso quell'inizio di abbronzatura che avevo quando ho iniziato a lavorare nel giardino a marzo ed aprile

Ho anche provato a fotografarmi nello specchio, un'attività per nulla facile . Ed ecco i risultati in queste 3 foto. Le mani di ericablogger con la macchina fotografica digitale, gli occhi e gli occhiali e le labbra con un bel contorno di lentiggini sulla pelle chiara. Quelle lentiggini, ereditate da mia nonna, che con il sole si scuriscono e si allargano abbondantemente !



Un saluto Con affetto a tutti i lettori e le lettrici, sempre numerosi, che passano di qui

Un bonjour à tous

Hi ! See you soon erica

sabato 14 giugno 2008

Televisione e Calcio

Ecco un altro pensiero interessante del politologo Giovanni Sartori :
« La televisione crea cattivi cittadini. Non tanto per una questione di suoi contenuti. L’Homo videns è incapace di astrazione, sa solo di quello che vede alla tv. Ma lo Stato, la giustizia, la libertà, i diritti sono concetti astratti: come faccio a rappresentarli in immagini? Pertanto, se perdiamo la capacità di astrazione, perdiamo la capacità di capire la città liberaldemocratica nella quale viviamo. Alla fine dell’Ottocento la classe operaia leggeva i giornali, si ritrovava nei circoli di partito e discuteva appassionatamente di politica. Oggi si parla soltanto di calcio. Perché? Perché il calcio è visibile, e le sue regole sono facili da capire. Mentre la politica richiede un “pensare per concetti” al quale non siamo più addestrati, e che ci annoia».
Ieri sera ho acceso la piccola Tv qui da parte al letto sul canale Rai che trasmetteva la partita degli Europei a Zurigo Italia-Romania. Dopo aver ascoltato per due secondi il telecronista, ho spento!
Mi piace vedere lo sci, l'atletica, il nuoto, il rugby, la scherma, la danza ritmica ma non sopporto il calcio.
Ogni giorno trovo 4-5 pagine del quotidiano dedicate al calcio, pagine su pagine dove si parla di vendite e di acquisti di giocatori, di cifre stratosferiche per questo o per quello, italiano o straniero, che è un grande campione ma ... che è in crisi, che vuole cambiare squadra, che non vuole cambiare squadra, che fa qui, che fa là ecc ecc ecc
E poi c'è il capitano, e poi c'è l'allenatore, è poi c'è il presidente, eppoi... che barba e che noia!!!!
Guadagnano barche di soldi da far schifo, soldi che permettono loro di vivere da nababbi, pieni di vizi e di vizietti, e riescono anche a perdere, a non segnare, a....
Ma perchè non li mandano a piantar patate, che così almeno farebbero qualcosa di utile ???
Io naturalmente sono tornata a leggermi un bel libro interessante ed ho risparmiato corrente elettrica...Meglio i concetti del facile e del visibile di massa!

Giovanni Sartori

L'altro giorno ho letto un interessante articolo sul quotidiano con un'intervista a Giovanni Sartori
Sartori è un simpatico anziano signore nato a Firenze 84 anni fa. Esperto di politica comparata, tra i maggiori politologi a livello internazionale, ha insegnato a Firenze e alla Columbia University.
Ecco il suo pensiero su vecchi e nuovi dittatori :
" In passato il dittatore rovesciava la democrazia, il passaggio all’autocrazia era manifesto, rivoluzionario. Oggi questo processo avviene senza alcuna rivoluzione, senza neppure bisogno di riforme. Il caso più patente è la Russia di Putin: formalmente resta un sistema semipresidenziale, ma di fatto un uomo solo si è impadronito del potere e di tutti i contropoteri previsti per contrastarlo. Potrebbe succedere anche in Italia, no? "
Potrebbe succedere anche in Italia ?
Gli ottimisti sicuramente diranno di no, ma io che sono molto poco ottimista penso che potrebbe di certo, se non sta già succedendo ...
Sono tanti i problemi dell'Italia attualmente, ma a quanto pare la priorità viene data alla nuova legge sulle intercettazioni telefoniche che imbriglia la magistratura ed alla costruzione del ponte di Messina!
Mah ...

mercoledì 11 giugno 2008

Riposo forzato

Buona serata a chi mi legge... Era da sabato scorso che non aprivo più il portatile ed Internet e cominciavo a sentirne la mancanza. Purtroppo lunedì mattina, scendendo le scale di casa, ho messo male il piede destro sullo zerbino sotto all'ultimo scalino e sono caduta. Oltre al piede, che è ancora bello gonfio e tutto pesto, ho la schiena e una spalla che fanno male pure loro, perchè cadendo all'indietro sono andata a sbattere contro lo scalino.
Un maledetto incidente di percorso che mi ha bloccata e chi mi obbligherà ad un riposo forzato per parecchi giorni.
Niente esami, purtroppo, e niente giardino per un bel po'. Mi tengono compagnia i libri, il ricamo e le telefonate delle mie colleghe, che mi hanno chiamata in questi 3 giorni e con cui ho potuto parlare dal telefono fisso in corridoio perchè ho recuperato la sedia a rotelle da passeggio di mio papà, piccola maneggevole e molto comoda da usare in casa, che mi ha permesso di spostarmi facilmente.
E da sola, senza dover chiedere a mia mamma di aiutarmi ogni volta che ho bisogno. L'indipendenza anche quando sono impedita ad usare entrambi i piedi è fondamentale per me!
Ci risentiremo domani sera e preparerò dei nuovi post freschi freschi
un caro saluto erica

sabato 7 giugno 2008

La scuola è finita

La scuola è finita ieri, un altro anno passato in classe che sfuma verso gli esami e poi le vacanze...
Lo scorso anno insegnavo solo in 3 classi, ma avevo entrambe le due lingue, inglese e francese; quest'anno invece le classi sono state 4 e solo la prima lingua, inglese. Ho avuto anche nuove colleghe giovani e precarie di francese e di inglese.
Non ho legato molto con loro, non avevo neppure molto tempo, ma l'amicizia che nasce sul lavoro è forse una questione di feeling immediato o, al contrario, in altri casi, di lungo tempo passato assieme e di vecchie conoscenze
Ho sentito molto la mancanza della collega di francese dello scorso anno, che veniva da un'altra provincia ed aveva l'anno di prova: una persona simpatica semplice intelligente e tanto gentile con cui comunicavo tutti i giorni e di cui sono stata il tutor.
Avevamo legato subito e abbiamo lavorato insieme per tutto l'anno, cosa non tanto comune di solito perchè spesso si tende ad essere individualisti ed anche un po' gelosi del proprio lavoro, della propria bravura e del saper essere in gamba con i propri alunni, anche meglio di altri colleghi della propria disciplina
Io non ho mai amato le competizioni e preferisco starmene in disparte quando mi imbatto nelle cosidette primedonne, e non amo neppure chi si mette in mostra ad ogni costo, pur avendo capacità non superiori agli altri
Lo scorso anno con la mia collega sono stata veramente bene e mi è spiaciuto molto che sia tornata " a casa", in una scuola vicina a dove abita
Ogni tanto ci siamo sentite via email ma il lavoro e gli impegni sono stati tanti ed il tempo molto limitato e così ho perso un po' quel bel contatto stretto che avevo con lei lo scorso anno
Ieri sera ho ricevuto una sua email, di cui vi pubblico una parte ( con il permesso di L., la mia collega)
" Ciao Erica,è già passato quasi un anno e non ci credo ancora che sia finita.Devo dire che mi sei mancata e molto, il nuovo ambiente è carino ma,finito il primo periodo, la "luna di miele",vengono fuori realtà che ti disilludono subito.
Ad es. la collega di inglese, che mi ha ignorata tutto l'anno, adesso si accorge che esisto e per martedi' vuol vedere i giudizi per le classi terze.
E altre cose, piccole cose, che mi mettono di malumore, in quei momenti penso a quanto sarebbe stato bello se tu fossi stata qui, anche solo per dirgliene quattro come si deve...comunque anche quest'anno è passato. ... La collega mi ha elogiato per la relazione finale( quella che ho copiato da te l'anno scorso e che ho adattato alle classi attuali) e ha detto che era perfetta.
Erica, ti ringrazierò sempre per tutto quello che hai fatto per me, non solo come tutor,ma come amica, una persona sulla quale si può contare,con cui puoi parlare di tutto...Ti abbraccio e ti faccio il mio "in bocca al lupo" per gli esami "
Queste belle parole mi hanno fatto veramente piacere soprattutto perchè anche quest'anno avevo fotocopiato la mia relazione finale di terza per le nuove colleghe giovani e... e sinceramente non tutte mi avevano detto grazie!
Sarà il balzo generazionale tra me e loro ma mi era proprio sorto il dubbio che le giovani leve non sapevano che farsene di una relazione di 5 pagine proprio perfetta e tanto utile !!!!
Grazie L. perchè non tutte sono come te purtroppo ... e buone vacanze, dopo gli esami di terza media
Un abbraccio erica

venerdì 6 giugno 2008

Incredibile ma vero!

E' notizia di ieri di un potenziale rischio radioattivo dovuto ad una perdita in una centrale nucleare slovena.
Cose che possono succedere ovunque e già sono accadute in passato, senza arrivare ai gravissimi espisodi tristemente famosi come Tchernobil, per esempio. E che prima o poi risuccederanno ancora da qualche altra parte, naturalmente
Ma quello che mi ha lasciata attonita e molto perplessa e che mi ha fatto proprio dire : " Sembra incredibile ma è proprio vero! " sono state le parole dell’uomo che gestisce la centrale di Krsko, in Slovenia appunto
Nella notte, poco dopo l'inizio dello spegnimento dell'impianto, questo signore ha indirizzato una nota informativa a alcuni operatori europei per raccontare la sua versione dei fatti e scusarsi per il caos sollevato intorno a ciò che i tecnici hanno definito un «evento insolito», ovvero un caso che non richiedeva misure straordinarie per gli uomini e l'ambiente.
Nel testo che avrebbe dovuto restare riservato si leggeva che «l'ampia diffusione della notizia nell'opinione pubblica è stata provocata dal messaggio dell'autorità slovena per l’energia . Scusateci...».
Dunque secondo lui comunicare la notizia è stato un errore.
Ma perchè ?
L'Ente sloveno per la sicurezza nucleare ha ammesso che nel sistema di allerta sul guasto qualcuno ha sbagliato e «non ha informato in modo corretto» le autorità austriache.
E' una scusa parziale il fatto che il meccanismo «Ecurie», la struttura d’allarme dell'Unione nucleare, non era mai entrato in zona operativa.
Il direttore dell'Autorità di Lubiana ha infatti ammesso che «in un primo momento è stato usato il modulo per le esercitazioni, ma l'errore è stato corretto».
«Alle 15.56 l'evento insolito è stato dichiarato. La riduzione di potenza è cominciata alle 16.50. L'impianto è stato disconnesso alle 19.31. L'impianto era stabilizzato dopo 3 ore e 3 minuti. Non c'è stato alcun malfunzionamento aggiuntivo. Non c'è stato bisogno di rendere operativi i sistemi di sicurezza».
In un altro documento riservato, scritto probabilmente intorno alle nove di mercoledì, è stato sottolineato comunque che il solo spegnimento del reattore comportava la comunicazione all'Agenzia dell'energia atomica, a «Ecurie» e ai Paesi confinanti.
La Commissione europea ha agito di conseguenza, forse con troppo impeto, non di certo eccessivo . La notizia doveva comunque venire diffusa Ma non forse per il gestore della centrale coinvolta in una perdita, il quale probabilmente ne avrebbe fatto volentieri a meno.
E a questo punto mi chiedo : " Quanti altri episodi simili e in chissà quanti altri paesi europei e non europei sono avvenuti nel più assoluto silenzio, senza che nessuno pensasse minimamente di avvisare le autorità competenti che dovrebbero controllare e prevenire disastri nucleari ???? "
Da farsi venire la pelle d'oca , visto quanti sono i siti nucleari solo oltralpe,senza andare troppo lontano ....

La Fao e la fame ....

E' finito ieri sera a Roma il summit della Fao. Tante parole ma ben pochi fatti per aiutare la fame nel mondo. A quanto pare è mancata la " coesione".
Dopo diverse ore di ritardo, alle nove di sera è finalmente giunta in extremis, la dichiarazione finale del vertice della Fao sull’emergenza alimentare: «Ribadiamo che il cibo non può essere usato come strumento di pressione politica ed economica».
Il dibattito era stato molto acceso e spesso anche polemico, con il solco sempre più profondo che divide i vari Paesi. Nel corso del comitato plenario che ha preceduto le dichiarazioni finali , sono tornati alla ribalta i rilievi del blocco latino-americano.
L’Argentina ha messo in evidenza che voleva « solo dichiarare le nostre obiezioni su tutta la dichiarazione, non ci opponiamo che gli altri membri approvino la dichiarazione, ci rammarichiamo che, pur condividendo molti passaggi delle dichiarazioni di Venezuela e Cuba, molte delegazioni presenti abbiano cancellato con un solo colpo di spugna ciò che in tutta la settimana era stato dichiarato su come risolvere i problemi della fame».
Cuba ha ribadito che «la politica ostile e di aggressione degli Stati Uniti nei confronti di Cuba non ha rinunciato all’uso della fame come strumento politico. Speriamo che questa conferenza sia servita almeno a creare una coscienza sulla situazione in cui si trovano i Paesi dell’emisfero sud» e «non abbiamo trovato una soluzione al problema della fame. I ricchi e i potenti continuano ad impedirlo». Anche l’Ecuador ha sostenuto «Venezuela, Argentina e Cuba non sono soli. Siamo tanti Paesi a non essere d’accordo».
Nonostante dunque le buone premesse tutto si è risolto in modo deludente e per nulla coeso ed unanime
Ma se si va a fare una breve ricerca nel passato Fao, si può notare che ben poco è cambiato nel corso degli anni. Il summit precedente del 1996 si era proposto un obiettivo chiaro: dimezzare entro il 2015 il numero degli affamati, che erano allora 800 milioni.
Ora dodici anni dopo, a patire la fame sono ben 862 milioni, e con l' impennata dei prezzi degli ultimissimi anni, alla cifra precedente si devono aggiungere più o meno altri 100 milioni di indigenti, che fanno sfiorare il miliardo.
Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e grande sostenitore di una agricoltura connessa con il territorio spiega che « la Fao è una agenzia che può dare al massimo buoni consigli. Quando sono buoni, perché a volte non dà neppur quelli».
In effetti il passaggio tra l’idea e la sua applicazione non viene condotto dalla Fao stessa, ma da una «task force».
Luca Colombo, ricercatore presso la Fondazione per i diritti genetici spiega che «di questa task force fanno parte, tra l’altro, il Fondo monetario, la Banca mondiale, il Wto e, mentre alla casa madre Onu si vota per Stati, in questi organismi si vota secondo il peso specifico che si ha nell’economia mondiale, per cui gli Usa contano mille volte il Niger, e quali istanze potranno proporre, in sede operativa Fao, se non quelle che convengono alla propria economia?».
Ecco perchè dunque i progetti fin qui finanziati vadano tutti a sostegno di un criterio di liberalizzazione spinta dal mercato che promuove le grandi multinazionali dell’agricoltura industriale, emarginando i piccoli produttori.
Petrini aggiunge anche che «è dimostrato da una letteratura sterminata che l’unica ricetta possibile per portare il cibo capillarmente a tutti è la coltura di prossimità, quella che fanno i piccoli contadini in linea con un sapere antico e con una vasta biodiversità. Il che significa che si produce per consumare sul territorio e si coltiva una pluralità di prodotti perché se uno scarseggia l’altro possa sopperire. A questa pratica non si deve guardare come ad una esperienza bucolica ma fragile, perché è, al contrario, l’unica in grado di aumentare la produttività e di rispondere ad un bisogno. Si tratta, semmai, di arricchire questa agricoltura con un serio apporto tecnologico».

L’istanza proposta dagli organismi internazionali, invece, resta quella delle grandi monocolture e della liberalizzazione spinta «il cui risultato - come dice anche Colombo - è quello di emarginare la piccola produzione e di ridurre i contadini alla fame. Altro che risolvere il problema della denutrizione».
Le grandi monocolture oltretutto sono le più esposte alla speculazione finanziaria dei futures, che ha generato l’impennata dei prezzi del grano, del riso e del mais.

A questo punto si può dunque sostenere che la Fao è sostanzialmente succube degli interessi del grande capitalismo occidentale? Probabilmente sì !
Giampiero Maracchi, direttore dell’istituto di Biometereologia del Cnr, a tale riguardo, dice: «Soprattutto una Fao molto autoreferenziale e utilizzata come agenzia diplomatica, essendo una agenzia, priva di un proprio potere politico, non può fare altro che produrre idee e progetti, che poi gli Stati membri gestiscono come “fattori di stabilità” internazionale, seguendo logiche politiche più che obiettivi strategici».

Il problema però non è solo il vertice sulla fame.
Nel marzo 2007, per esempio, 119 paesi hanno partecipato a un vertice per sconfiggere la pesca illegale.
A un anno di distanza non c’è ancora un accordo e, mentre a Bruxelles i pescatori protestano, alla Fao si sta ancora lavorando ad un testo che vedrà la luce... nel 2009. Testo che sarà solo una «bozza».
Sembra veramente incredibile ciò che ho letto e che vi ho riportato qui sopra, ma purtroppo è tutto vero. Anche la Fao è vittima di quella grave malattia che si chiama burocrazia elefantiaca, quella che blocca tutto, insieme con la politica, in modo assurdo , impedendo in effetti di provvedere subito e con ogni mezzo a salvare tanta gente che in così tante parti del mondo stanno morendo di fame

lunedì 2 giugno 2008

Ahmadinejad e il vertice Fao di Roma

Dal 3 al 5 giugno, arriveranno a Roma, a Palazzo Chigi, sede della Fao, 191 capi di Stato per il biennale vertice sulla «Sicurezza alimentare». Tra questi vi sarà il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad
Nei giorni scorsi si era ipotizzato addirittura di una sua visita in Vaticano e di incontri con il nostro governo, ma proprio alla vigilia della sua partecipazione al vertice Fao di Roma, Ahmadinejad è tornato a sostenere che Israele verrà presto cancellato dalle carte geografiche e che il «potere satanico» americano rischia la distruzione.
Parlando infatti ad una platea di dignitari stranieri riuniti a Teheran per il diciannovesimo anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini, avvenuta nel 1989, il leader ultranazionalista iraniano ha dichiarato:
«Dovreste sapere che il regime criminale e terrorista sionista che ha all’attivo 60 anni di furti, aggressioni e crimini è arrivato alla fine e presto scomparirà dalle mappe», ( fonte agenzia ufficiale Irna).
Soltanto ieri, Ahmadinejad aveva usato toni concilianti in due messaggi inviati al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in occasione della Festa della Repubblica, con la speranza che «le relazioni tra Teheran e Roma ricevano un ulteriore impulso sulla base delle posizioni storiche comuni tra le due capitali».
Questo richiamo alla tradizione di buone relazioni fra Italia e Iran era stato ripreso anche dal portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Mohammad Ali Hosseini, che sempre ieri aveva annunciato la disponibilità del suo presidente ad incontri bilaterali, se le autorità di governo italiano lo avessero richiesto.
Ma subito dopo, il ministro degli Esteri Manucher Mottaki aveva frapposto un ostacolo insormontabile a qualsiasi riunione italo-iraniana a margine del summit sull’Alimentazione, ricordando che «se ogni musulmano versasse un bicchiere d’acqua, Israele scomparirebbe annegato» e riprendendo la vecchia definizione di Khomeini del «regime sionista nemico dell’umanità».
Sembra quindi ormai del tutto da escludere un meeting di Berlusconi con il capo della repubblica islamica e molto improbabile un faccia a faccia fra i responsabili delle diplomazie, dopo che il Vaticano ha fatto sapere, che «il Santo Padre non riceverà nessun capo di Stato straniero» nei giorni del vertice e, di conseguenza, neppure il leader iraniano.
Sugli Usa, oggi Ahmadinejad ha previsto anche che l’era del declino e della distruzione del suo «potere satanico» sia ormai avviata e che: «La campanella del conto alla rovescia sulla distruzione dell’impero del potere e della ricchezza ha iniziato a suonare».
Nel frattempo la Germania ha detto un bel no all’ingresso dell’Italia nel "5+1", il gruppo di Paesi incaricato dei negoziati con l’Iran sul suo dossier nucleare.
La posizione del governo tedesco è stata spiegata da un portavoce del ministero degli Esteri di Berlino: «Il governo tedesco non vede alcuna necessità di fare dei cambiamenti nel formato negoziale», ed il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha sottolineato che «i negoziati con Teheran si svolgono in stretto coordinamento con gli altri Paesi dell’Unione Europea».
Del "5+1" fanno parte Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Cina e Francia, i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, più la Germania.

Visto come la pensano gli altri stati europei, Francia e Germania, soprattutto, sarebbe veramente molto importante che questa visita a Roma del leader fondamentalista Ahmadinejad diventasse l'occasione per chiarire qual è il ruolo della politica estera italiana sul tema dei diritti umani
La capacità di unire la politica degli interessi nazionali con una pressione realistica per l’allargamento degli spazi di diritto e di libertà, dove arriva il raggio della propria influenza, sarebbe il metodo giusto da usare anche in Italia, a partire proprio dal caso iraniano.
Perché la prima visita di Ahmadinejad in un paese europeo è la visita del personaggio più lugubre del fondamentalismo diventato regime.
Il regime della repressione violenta e sistematica dei diritti civili, politici, sessuali e sindacali.
Il regime della negazione della Shoah e del diritto all’esistenza di Israele e dell’ingerenza a tutto campo nei fragili equilibri mediorientali, dal Libano alla Palestina all’Afghanistan.
Il regime di una minaccia militare nucleare camuffata dietro il velo di un programma civile che rifiuta i vincoli della trasparenza e nel quale ancora pochi giorni fa le Nazioni Unite hanno riconosciuto i segni di una «intenzionale assenza di cooperazione» con la comunità internazionale.
Negli ultimi anni l’Italia ha fatto attenuare la pressione internazionale sull’Iran, rallentando l’adozione di sanzioni nel timore che potesse esserne danneggiato il nostro interscambio commerciale con Teheran. Ma altri Paesi europei che intrattengono con l’Iran rapporti economici non meno rilevanti dei nostri, come la Germania, per esempio, non hanno mostrato le stesse cautele.
Al contrario, proprio l’entità degli interessi economici è stata fatta pesare sul piatto delle trattative con il regime di Ahmadinejad, distinguendo l’obiettivo dell’integrazione commerciale iraniana da quello della vigilanza sul tema dei diritti umani e del potenziale di minaccia globale che quel regime continua ad accumulare.
Impariamo quindi dai Tedeschi ma anche dai Francesi a mettere qualche bel puntino sulle i, come si suol dire, e a puntare di più i piedi per far capire a questo signore, ma non solo a lui, che i diritti umani sono fondamentali in una democrazia
E se non ci sono, allora la democrazia si può benissimo chiamare regime dittatoriale!

Saluggia e l'alluvione

Ha piovuto per giorni e giorni, per ben 3 settimane di fila, e le previsioni danno brutto tempo anche per questa settimana. L'alluvione ha provocato danni alle colture, frane mortali e straripamenti di fiumi ovunque in Piemonte, ma soprattutto nelle Valli intorno a Torino.
Stamattina sono riuscita a trapiantare le piantine di pomodori e a dare un'occhiatina all'orto, che è incondizioni pietose, tutto fradicio d'acqua, con l'erba che è ricresciuta a dismisura, ed è invaso dalle limacce, che mi stanno mangiando zucche, insalate, fagioli. Ogni tanto si metteva a piovigginare e con il sole che spuntava tra le nuvole c'era un caldo umido fastidioso
Una stagione veramente balorda e una situazione molto preoccupante
Grande è ancora la preoccupazione dei sindaci e della Protezione civile.
In Piemonte l’86,6% dei Comuni è classificato ad alto rischio idrogeologico, mentre la Protezione civile può contare su 26 effettivi rispetto ai 100 dell’Emilia Romagna e ai 90 del Friuli. In Campania invece sono 400, 600 in Sicilia !!!
E non bisogna dimenticare che è cresciuta anche la paura per i veleni, Plutonio e Uranio, che la piena della Dora Baltea, che minaccia il sito delle scorie nucleari a Saluggia, nel Vercellese, potrebbe portare via e spargere, inquinando il suolo coltivato e le falde acquifere
Una paura simile a quella del 2000, quando la Dora, dall`andamento torrentizio, piombò nel deposito nucleare Eurex e rischiò di portarsi via alcuni dei contenitori metallici interrati, in cui sono custodite le scorie liquide più pericolose d`Europa: un temibile cocktail dì prodotti di fissione, plutonio e uranio, che sarebbero potuti finire dalla Dora nel Po, con un danno irreparabile per la Pianura Padana.

Carlo Rubbia disse che si era sfiorata una «catastrofe planetaria».
E la scorsa settimana, con la Dora salita quasi agli stessi livelli del 2000, sono stati in molti a ricordare quelle raggelanti parole del Nobel.
Sogin, la Spa del ministero del Tesoro che gestisce il post-nucleare in Italia, dopo quell'alluvione, ha fatto costruire un muro di cemento armato di oltre 20 metri, di cui 15 sotto terra, che mette totalmente al riparo il sito Eurex dal rischio alluvione.
Quando è stato progettato, si sono messe in campo le ipotesi teoriche più catastrofiche: esondazione totale della Dora e crollo delle dighe in Valle d`Aosta.
Ma la giunta comunale, guidata dal sindaco Marco Pasteris, ha vegliato per tutta la notte del 29 maggio, in stretto contatto con la prefettura e la Protezione Civile.
Gli ambientalisti hanno preso atto delle parole di Sogin, ma uno degli esponenti dei movimenti nel Vercellese, il leader di Legambiente Godio, si dice rassicurato solo a metà:
«Bisogna dare atto a Sogin di aver costruito questo super-muro, ma vorrei far notare che quando, nel 2000, si rischiò l`irreparabile, tutti i dipendenti dell`Eurex videro che l`acqua entrava non scavalcando l`allora inadeguata protezione, ma dal sottosuolo, salendo dai tombini. In quel punto, la falda è più alta del sito Eurex e, in caso di piena, sgorga dai cosiddetti "fontanazzi"».
Godio ammette che il supermuro è una garanzia contro la piena
«Ci mancherebbe, con quel che è costato»,
ma sottolinea che i rischi non sono annullati:
«Saremo tranquilli solo quando le scorie saranno portate in un sito nazionale, alla larga da zone alluvionabili».

230 metri cubi di scorie nucleari ad alta, media e bassa attività sono ancora presenti, a pochi metri dalla Dora.
Si tratta dei residui dei «riprocessamenti», che avvenivano a Saluggia, nell`impianto Eurex, delle barre irraggiate nelle centrali italiane: venivano sciolte nell`acido nitrico per recuperare soprattutto plutonio e uranio e la «poltiglia» finiva nei contenitori, poi interrati, dove si trova tuttora.
Adesso si pensa a sistemare una parte di queste scorie in appositi «cask», stoccandoli in un nuovo deposito, in attesa dell`auspicato sistema di solidifazione.
Ma Godio osserva che « la cementazione è ancora sulla carta. Quelle scorie, oggi, sono nei vecchi contenitori metallici interrati in un area in cui l`acqua entra da tutte le parti».
E ieri la Dora ha messo a dura prova i nervi dei volontari della Protezione Civile, dislocati soprattutto lungo il fiume che, irrompendo a 850 metri cubi al secondo, ha rotto gli argini in due tratti, nella frazione Benne di Saluggia e a Moncrivello.
Ed anche in prossimità del comprensorio nucleare, il fiume, come otto anni fa, faceva paura.
Auguriamoci che anche questa volta si sia solo «sfiorata una catastrofe planetaria» perchè talvolta l`assedio dell`acqua è insidioso e provoca guai anche dopo giorni
La distanza del fiume rispetto alla piscina ed al deposito dove sono stoccati due tonnellate di biossido di uranio ed altri i liquidi radioattivi è ben poca cosa ...