venerdì 30 novembre 2007

Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?

Dopo alcuni giorni passati a letto con la febbre e tutti gli annessi e connessi tipici di una brutta influenza allo stato brado, stasera ho riaperto internet ed i blog amici per leggere i loro pensieri.
Nel blog di Artemisia Message in the bottle c'erano le sue risposte sul perchè ha iniziato a scrivere un blog.
Aveva deciso di rispondere alle domande poste da un altro blogger ed invitava anche noi blogger suoi amici ad accogliere il suo invito, se volevamo
Io ho deciso che questo piccolo quiz non era la solita stupida catena di Sant'Antonio e quindi ...ecco le mie risposte
Chi o cosa ti ha spinto a creare un blog?
ho deciso di scrivere questo blog lo scorso anno a settembre. Stavo scrivendo da un paio d'anni un altro blog, molto interessante conosciuto da molti, ma non era legato al mio sito PupazziPensieri. Volevo avere un blog veramente personale con lo stesso server del mio sito dove avrei potuto scrivere tutto quello che volevo ma anche scegliere da sola il template e tutto quanto il resto
Un desiderio di libertà, insomma anche per il blog, come per il resto della mia vita privata
Il tuo primo post?
il post che annunciava la nascita di questo nuovo blog, il mio secondo blog, tutto e solo mio
Il post di cui ti vergogni di più?
non ho nessun post di cui vergognarmi
amo scrivere e scrivo ciò che amo
se non fosse così a che servirebbe scrivere allora? scrivere per vergognarsene in futuro non avrebbe alcun senso e se scrivo qualcosa che poi non mi piace , lo elimino subito, comunque
io scrivo per me stessa, ma un blog è pubblico e viene letto da tutti , bisogna anche saper scrivere in un certo modo quindi
Il post di cui sei più fiero?
mi piacciono tutti ma alcuni di più, soprattutto quelli di storia e quelli delle categorie Impuniti Gli anni di Piombo e Gatti, perchè adoro i gatti e amo profondamente le mie tre gatte nere ed i randagi che ho (avuto) La sezione Gatti è anche collegata con la sezione Erica del mio sito , dove la parola gatte riporta ad un'altra pagina specifica con tutte le foto delle mie pesti nere
Per quanto pensi che continuerai a scrivere sul tuo blog?
fin che morte non mi separi dal mio amato PC portatile .... e fino a quando la piattaforma blogspot avrà lo spazio sufficiente per ospitarmi !!!
poi allora dovrò iniziare un terzo blog ...
Quello che non mi piace di questi quiz-intervista è chiamare in causa gli altri.
Quindi non lo passerò a nessuno, però chi vorrà, senza alcun impegno, si potrà divertire a fare la sua intervista personale
E se avrà altrettanta voglia, potrà lasciare un avviso nei commenti qui sotto , così lo/la andrò a leggere
un saluto erica

Contrasti

Due grandi dello spettacolo, Celentano e Benigni, sono passati questa settimana dagli schermi di Rai1
Mi sono piaciuti entrambi, anche se lo spumeggiante Roberto, che ha battuto se stesso con la sua esilarante comicità satirica, mi ha veramente fatto ridere fino alle lacrime. Non mi succedeva di ridere così da parecchio tempo perchè in effetti solo lui riesce a dire quello che dice in quel modo e con quella verve che rende leggere anche quelle battute che sono o che potrebbero anche essere pesanti.
Benigni però non ha solo preso in giro i politici e gli aspetti negativi della nostra attuale società, tanto spesso incredibile ed assurda, ma ha ricordato l'importanza dell'Italia, "quest posto piccino" che nel passato ha dato al mondo uomini famosi, artisti pittori scienziati architetti, il rinascimento, la musica e la religione, la Summa Teologale e San Tommaso, ed il sonetto.
Ed ora è ritornata grande con la moratoria internazionale contro la pena di morte.
Ben pochi hanno parlato di questa notizia importante quando è stata pubblicata sui giornali. Forse siamo talmente abituati a leggere e a scivolare via su tutto ciò che abbiamo trovato scritto, come se tutto fosse gossip e nulla più, che non riusciamo più a discernere il banale dal fondamentale e dall' importante.
Io avevo letto più volte nei mesi scorsi dei trafiletti che parlavano di questo argomento ed ho conservato l'articolo della Stampa che dava la notizia delle votazioni all'Onu perchè per me era molto importante. Sono da sempre contraria alla pena di morte e non ho mai trovato giusto che anche certi stati considerati civili debbano applicare una simile barbarie incivile
" Con 99 voti a favore, 52 contrari e 33 astensioni la terza commissione delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione sulla moratoria della pena di morte fortemente voluta dall’Italia.
La risoluzione L29, che era stata presentata da Nuova Zelanda e Brasile, era stata depositata presso la Terza Commissione il 1 novembre. Il testo, che passerà all’assemblea generale, dove dovrebbe essere votata entro la metà di dicembre, ha ottenuto due voti in più della maggioranza richiesta dei 97 necessari per ottenere la maggioranza assoluta.
L’Italia conduceva la battaglia per la moratoria sulla pena di morte da 13 anni e i tre precedenti tentativi, nel 1994, nel 1999 e nel 2003, erano falliti.
Il Vice presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, ha accolto con viva soddisfazione l’approvazione della risoluzione per la moratoria della pena capitale. Secondo D’Alema «il voto della Terza Commissione costituisce un passo decisivo verso l’adozione definitiva della risoluzione da parte della plenaria dell’Assemblea Generale, che dovrebbe avvenire nel mese di dicembre». «L’Italia conferma di essere in prima linea nel mondo in materia di tutela dei diritti umani - prosegue il ministro - la lotta contro la pena di morte a livello internazionale è uno dei temi prioritari di politica estera, che vede impegnati Governo, Istituzioni, forze politico-parlamentari e organizzazioni non governative in una campagna corale, convinta e tenace che ha prodotto un primo, rilevante risultato».
«La votazione di oggi - ha confermato una nota della Farnesina- nella Terza Commissione sulla risoluzione presentata dall’Italia e dall’UE lascia ben sperare per l’esame da parte dell’Assemblea Generale. Il voto di oggi è avvenuto infatti nel quadro di un’alleanza transregionale tra Paesi di tutti i continenti e, pertanto, pone le premesse affinchè l’organo più rappresentativo della comunità internazionale possa lanciare un importante segnale politico, di valore universale. Nell’esprimere apprezzamento per l’ampia ed efficace azione diplomatica della Farnesina e della rete all’estero - ed in particolare per l’impegno profuso dalla nostra Rappresentanza a New York - per acquisire i consensi del maggior numero di Paesi, e per le incisive iniziative ad ampio raggio condotte dai Vice-Ministri e dai Sottosegretari, il Ministro D’Alema ha tenuto a ricordare il ruolo fondamentale svolto dalla società civile italiana, che ha ispirato e sostenuto questa campagna, contribuendo a mantenere elevata, in questi mesi, l’attenzione internazionale sulla questione della pena di morte e di una moratoria universale delle esecuzioni».
Dunque un grande merito per il nostro paese, che si sarebbe meritato un grandissimo applauso, molto più grande di quello che ha avuto, sicuramente.
Ma notevole è stato il mio sconcerto nel leggere la scorsa settimana, pochissimi giorni dopo il successo internazionale, le notizie discordanti in merito all'annuncio che il sindaco di Torino, Chiamparino, ha invitato il Dalai Lama.
Polemiche ed imbarazzo del governo perchè la Cina ha fatto pressioni, polemiche e discussioni ed imbarazzo perchè il Dalai Lama, il capo spirituale del Tibet, in esilio da anni, dopo che la Cina invase le terre e distrusse tutti i templi tibetani, perseguitando i monaci, non è stato considerato personaggio gradito dai nostri governanti romani
Lui di certo non ha in tasca dei contratti commerciali come i Cinesi, ma sono più importanti i diritti umani da salvaguardare e gli uomini perseguitati di un prodotto cinese,magari inquinato e a rischio, vero? o no???
No alla pena di morte nel mondo, ma no al Dalai Lama in Italia per paura di irritare la Cina delle non libertà di pensiero, di parola e di religione e di ingiustizie gravi: due pesi e due misure, allora?
Chissà cosa direbbe Benigni ...

sabato 24 novembre 2007

Giustizia, solo giustizia

Mi è stato segnalato un interessante articolo di " quotidiano.net" che interessa gli IMI ed i loro familiari
" “Giustizia, solo giustizia”. E' questa la richiesta fatta a gran voce, nell'ottobre scorso, da sessanta ex internati militari italiani aderenti all'A.N.R.P., Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, prima associazione a citare in tribunale la Cancelliera Angela Merkel, in rappresentanza della Repubblica Federale tedesca, per rispondere di danno morale e materiale inflitto agli 'schiavi di Hitler'. Saranno tutti lì, il 17 dicembre presso la Corte di Mantova, a rivendicare un indennizzo, promesso e mai ottenuto, per le pene, il dolore e l'umiliazione subiti nei campi di concentramento.
Una vicenda, quella dei lager, che a più di 60 anni non sembra né meno orribile, né meno vera. Né, tanto meno, dimenticata. Le torture, le sevizie e le barbarie sono impresse nella mente di chi le ha vissute e di chi, più fortunato, ne ha solo udito il racconto mentre si cullava teneramente sulle ginocchia del nonno, o del bisnonno. Storie di persone comuni che hanno abbandonato le loro vite per finire, palla al piede e un numero marchiato a fuoco sul polso, ai lavori forzati nelle fabbriche tedesche o cavie di terribili esperimenti medici o, peggio ancora, cadaveri in una camera a gas.

E ora, a mezzo secolo di distanza, un popolo intero, il 'popolo dei sopravvissuti' è in fila a invocare un risarcimento. Una pretesa non così assurda se si pensa che su espressa volontà di Shroeder è nata, con legge varata il 2 agosto del 2000, la Fondazione 'Memoria, responsabilità e futuro', organismo che doveva occuparsi di elargire indennizzi per i reduci dai lager. Milioni, i marchi stanziati e approvati dal Parlamento tedesco per sanare tante nazionalità che hanno subito i crimini nazisti. Un assegno, non superiore ai 15 milioni di vecchie lire che, seppur irrisorio, avrebbe dovuto essere il sintomo di una 'riconciliazione storica' e insieme un riconoscimento onorario per le fatiche e le ingiustizie subite. Ma ad oggi in molti si chiedono: che fine ha fatto quel 'tesoretto'?

A farsi portavoce delle perplessità di quei 'molti' è Spartaco Gamba, 87 anni ma la grinta di allora, ex-vice-sindaco di Mantova e ora presidente della sezione provinciale dell'A.N.R.P. “E' amaro e umiliante come chiedere l'elemosina, invece sono qua a chiedere solo giustizia. Come uomo, come ex combattente, e come politico, convinto che le autorità debbano fare di tutto per lenire, solo lenire, ferite che non si possono rimarginare”, racconta. La voce decisa, le parole pesanti e la convinzione di chi vuole riappropriarsi di qualcosa che gli spetta. La dignità. “Su 120mila domande, ne hanno soddisfatte 2mila. Noi? Siamo considerati come turisti in Germania”. Silenzio.

Difficile a credersi, ma è la realtà. Per loro, per gli internati militari che furono deportati in Germania dopo l'armistizio del '43 e impiegati a forza nell'industria di guerra del Reich, non c'è nessun assegno, nessuna ricompensa. Quelli che, ai tempi del conflitto furono etichettati dal Regime come IMI e privati pertanto delle garanzie previste dalla Convenzione di Ginevra (1929) e dall'assistenza della croce rossa, sono ora considerati alla pari dei prigionieri di guerra per i quali non è previsto, specifica lo statuto della Fondazione, alcun tipo di risarcimento.

Un capitolo di storia, quello dei crimini nazisti, sempre aperto. Mentre ricorre il 64esimo anniversario delle stragi di Cefalonia e Corfù (8 settembre 1943), primo atto della resistenza per una Italia libera dal fascismo, vengono alla ribalta nuovi e sconcertanti fatti. Ultimo episodio, “un processo chiuso di nascosto”, (La Stampa, 19 agosto 2007). Si tratta della vicenda Dortmund. A denunciarlo è Marcella de Negri, figlia di uno dei caduti della Divisione Acqui. Ma la conferma arriva anche dal procuratore tedesco, Ulrich Maass: “Non abbiamo trovato elementi sufficienti per l'accusa di omicidio aggravato”. E così un altro eccidio finisce nel 'dimenticatoio'. A fargli compagnia un'inchiesta sulla fucilazione di 137 ufficiali italiani alla Casa Rossa: stesso procuratore, stesse conclusioni: “Elementi insufficienti” e il caso cade inevitabilmente in prescrizione.

Alla luce dei fatti, il passato non fa ben sperare ma c'è davvero bisogno di credere che il 17 dicembre 2007 sia il gran giorno, il giorno della verità, della vergogna, dell'ammissione di colpa e del riscatto morale. Perché in un mondo lacunoso e incerto ritrovare se stessi è la miglior strada per la pace dell'anima.
di Valeria Selmi quotidiano.net "
Io spero che gli IMI vengano riconosciuti. Non per ricevere dei soldi, perchè quei soldi grondano sangue, il sangue dei nostri militari e dei milioni di vittime dei campi di concentramento e di sterminio, ma perchè ai nostri padri siano riconosciuti quei due terribili anni passati negli orrori dei lager, schiavi senza diritti e per tanti, troppi anni dimenticati anche qui da noi !

Contro la violenza

Dopo una settimana abbastanza faticosa ed un raffreddore di inizio inverno, mischiato all'allergia, arrivata insieme con i - 3 gradi dei giorni scorsi !!!, oggi volevo ricordare la manifestazione del pomeriggio a Roma contro la violenza alle donne, ma una notizia dall'Afganistan ha portato il dolore per la morte improvvisa e violenta di un maresciallo dell'esercito, il sottoufficiale Daniele Paladini, di 35 anni, padre di una bimba di 5 anni.
L'obiettivo del kamikaze era un gruppo di soldati italiani, che dovevano inaugurare un ponte da loro costruito nella zona intorno a Kabul. I soldati lo hanno bloccato ma il talebano è riuscito a farsi saltare in aria. Con il nostro militare sono rimasti uccisi anche quattro bimbi e 5 adulti afgani.
La violenza ha tante forme e spesso è silenziosa e strisciante e colpisce improvvisa lasciando nella disperazione e nell'angoscia chi ne subisce i suoi strali.
Oggi è l'Afganistan, ieri era l' Iraq o la Bosnia o il Libano o un altro paese in guerra, dove uomini di pace hanno subito attentati e sono stati uccisi o gravemente feriti
Mi chiedo sempre perchè ancora e sempre vi siano paesi dove la gente soffre e subisce angherie, torture, soprusi e violenze di ogni tipo per la follia di chi gestisce il potere o non accetta le più elementari regole della democrazia
E mi chiedo anche perchè ancora e sempre sono i bambini e le donne le vittime della violenza
Quella degli uomini, siano essi sconosciuti o familiari, che è ancor peggio, quella fisica, pesante e distruttiva, ma anche quella psichica, subdola e dannosa, che distorce e sfianca e stronca la mente ed il corpo e si impone alla vittima facendola sentire colpevole, quando colpevole non è !
Io ho avuto la fortuna di vivere in una famiglia dove il rispetto era reciproco e dove l'amore era più forte di ogni altra cosa, senza liti, senza discussioni, senza brutalità o imposizioni
La prima volta in cui ho assistito ad un episodio aggressivo, quando la mamma di una bambina, che abitava qui vicino a casa mia, e veniva a giocare con me e con gli altri bambinii e bambine con cui sono cresciuta, e venuta a cercarla infuriata e l'ha presa per i capelli, l'ha strattonata e poi le ha dato degli schiaffi sul viso e sulla testa, solo perchè non era rientrata all'ora da lei stabilita, sono rimasta sconvolta
Ho aspettato con ansia che mia mamma tornasse dall'ufficio, la sera, per chiederle il perchè di un simile comportamento
Lei mi ha risposto che quella mamma aveva dei problemi e che non stava bene, ma io da allora ho sempre provato un notevole disagio quando dovevo andare nel cortile dei vicini e dovevo incontrare anche quella mamma, che era la loro inquilina...
Crescendo poi ho imparato a rapportarmi in modo diverso con lei, che spesso attraversava crisi di depressione e di infelicità e diventava violenta, ma ho sempre provato una grande tristezza per la vita poco felice della mia compagna di giochi, che troppo spesso subiva l'umiliazione di essere maltrattata per un nonnulla anche davanti a noi
Le nostre vite si sono separate nell'adolescenza, quando i suoi genitori hanno cambiato casa e si sono separati, ma ogni volta che sento parlare di maltrattamenti in famiglia penso sempre a quella prima lontana violenza improvvisa ed imprevista così sconvolgente per il mio pacifico mondo dove nessuno mi aveva mai picchiata o insultata !
La Giornata contro la violenza alle donne è un momento importante ed io spero che mai nessun uomo usi violenza ad una donna
Né per strada né tra le mura domestiche
Come io spero che ogni donna od ogni ragazza che ha subito le violenze di un uomo abbia il coraggio di denunciare ciò che le è successo
Solo così riusciremo a cambiare una situazione ancora troppo pesante, ad impedire che i maschi violenti se la cavino sempre e si sentano in diritto di essere i padroni assoluti.

lunedì 19 novembre 2007

Gente di Mare 2

Guardo sempre meno la TV e di solito seguo lo sport sul digitale di Raisportsat o trasmissioni culturali come quelle di Augias su Rai3 prima delle 13 e Geo e Geo dopo le 17, ma, dal 17 settembre, su RAI uno tutti i martedì, ho seguito con estremo interesse la seconda serie di “Gente di mare”. Dodici puntate che termineranno domani sera, avvincenti ed incalzanti con le avventure degli uomini del CircoMare di Tropea impegnati nella lotta contro la sempre più incalzante azione della ‘ndrangheta per ottenere il controllo del traffico della droga nel Mediterraneo.
Dalla prima puntata con i preparativi per il matrimonio del comandante Angelo Sammarco interpretato da Lorenzo Crespi, decisamente bello ed affascinante, con Margherita Scanò (Vanessa Gravina). alla dodicesima ed ultima puntata , con tutti i personaggi che lo hanno aiutato nella lotta al crimine: Melluso , Lo Foco , Rebecchi , il maresciallo dei carabinieri Paolo Zannoni (Alessandro Lucente), Marzia Meniconi, l'amico Salvatore, che prende il suo posto, e Davide Ruggeri, arrivato apposta per portare avanti le indagini sempre più complesse e difficili
La scoperta di un battello naufragato apre un’indagine che porta gli uomini della Guardia Costiera a individuare inaspettate collusioni tra la società armatrice e una serie di traffici illegali e occulti. Tanti episodi e tante vicende con la trama principale che unisce gli uomini del circo mare alla famiglia Amitrano, al vecchio capocosca Carmine, al figlio Toni, diventato un killer spietato ed alla bellissima figlia che li abbandona per amore
Una storia molto bella e una fiction che merita un plauso perchè è veramente ben fatta
Spero che presto potremo rivedere anche un Gente di mare 3 altrettanto piacevole !
La sera c'è sempre poco da vedere in effetti e i programmi migliori vengono trasmessi alle ... 22 e 40, quando io vado a dormire
perchè al mattino mi alzo presto e mi aspetta una giornata faticosa
Ma chissà perchè la cultura deve sempre essere relegata agli orari più impossibili ???
E allora che almeno ci siano delle fiction o dei film interessanti che non facciano venire la voglia di spegnere la TV per di andare a leggere un buon libro o passare la serata nei blog di internet ...

domenica 18 novembre 2007

Frammenti di Memoria: Dino Roman

La scorsa settimana ho ricevuto una mail da Daniela, che mi comunicava che anche lei era figlia di un IMI. Daniela mi ha inviato la storia di suo padre e mi ha dato il permesso di pubblicarla. Un grazie ed un abbraccio a Daniela
" Mi chiamo Daniela Roman e sono la seconda figlia di Dino Roman.Mio padre nacque a Crescenzago il 17 Settembre 1923 in una casa sita in Via Padova al numero 336.A quel tempo Crescenzago era un comune a sé stante, mentre successivamente é stato conglobato nella cittá di Milano.
Purtroppo il mio carissimo padre mi ha lasciata il 12 Novembre 2003.
Mio padre era stato molto colpito dagli eventi bellici, dalla sua lunga prigionia, dalla perdita di tanti amici falciati dalla morte nel fiore degli anni.Tuttavia parlava della sua esperienza, non senza emozionarsi e sovente, nonostante fossero trascorsi tanti anni, quando evocava i ricordi e le esperienze piú dolorose piangeva e doveva interrompere i suoi racconti.
Alcuni anni fa io e lui avevamo stilato insieme un promemoria della sua esperienza di quel periodo compreso tra il 1942 e il 1945.
Mio padre riteneva che “quel vissuto” dovesse essere divulgato e condiviso con tutti gli uomini e le donne di buona volontá, affinché il valore dei grandi e dolorosi sacrifici subiti da una bella fetta dell´umanitá in quegli anni oscuri non andasse perduto.
Ecco la sua storia e le sue esperienze di quel tempo :
Artigliere Roman Dino, Matricola 64397, 1. Artiglieri Contr. e Sbarco, arruolato presso il Distretto Militare di Milano il 04 Maggio 1942 e destinato alla Caserma di Casale Monferrato (AL).
Presso la caserma di Casale Monferrato, cosí come altri, subisco un affronto da un graduato : ero seduto a terra e mi stavo cibando di quel poco che l´esercito passava, il graduato sopra menzionato sferra sprezzante un calcio alla mia gavetta e rovescia irrimediabilmente il povero contenuto. Mi alzo e lo colpisco con un manrovescio. Risultato : sono richiamato dai superiori, mi viene detto che lasceró la caserma di Casale con la prima partenza prevista. Sono cosí destinato in Grecia, a Rodi nel Dodecaneso.
Il 23 Marzo 1943, dopo un viaggio in treno durato 18 giorni, giungo al Pireo.Il mese successivo, in data 24 Aprile 1943 (é Pasqua!) arrivo all´Isola di Rodi e raggiungo la mia postazione situata sul Monte Filerimos a quota 244 mt.
La calda estate greca trascorre con momenti anche gioiosi, nel tempo libero mi ritrovo con i miei amici e commilitoni, si canta : ho con me il mio banjo, si scrive a casa, si pensa alla fidanzata in Patria, ci sono anche momenti di malinconia, ma siamo giovani, crediamo di avere il mondo in mano e, quando possibile, riusciamo a fare lunghe nuotate.
Rammento che dormivamo sotto una tenda, il nostro giaciglio era costituito da paglia : inevitabilmente, un po´a turno, venivamo assaliti tutti quanti dai pidocchi; alla fine ho preferito eliminare anche la paglia!
In quel tempo a Rodi si conviveva con la presenza di reparti tedeschi che erano ubicati sulla parte centrale dell´isola con la divisione motorizzata Rhodos. Mi ricordo di un ufficiale medico tedesco che mi tolse tre denti. Diverse volte sono stato invitato a suonare con il mio banjo struggenti musiche che i tedeschi apprezzavano e gradivano.
Giunge il fatidico 8 Settembre 1943, gli eventi nottetempo prendono un´altra piega : viene annunciato l`Armistizio ma mancano informazioni precise e certe, quel poco che si viene a sapere è frammentario, contraddittorio, i superiori impartiscono ordini che vengono poi smentiti.
Illusioni, speranze, stupore, la maggior parte dei commilitoni pensa che la guerra stia volgendo al termine, ci sono momenti di giubilo…Pochi hanno compreso che in realtà il peggio deve ancora avvenire!
La mia postazione di Artigliere è sul Monte Filerimos : il compito assegnatoci è la difesa del campo di aviazione.Nel frattempo il perimetro dell´Aeroporto militare di Maritsa era stato occupato dai reparti corazzati tedeschi.
Già dalla mattina del 9 Settembre 1943 si apre il fronte di guerra, una guerra cruenta; l´esercito italiano, benché di gran lunga superiore per numero di militari impegnati sul fronte delle battaglie porta avanti guerra impari : ci rendiamo conto di essere svantaggiati rispetto all´esercito tedesco che invece è bene organizzato e riceve ordini precisi.La battaglia infuria, Rodi è bombardata dagli Stukas tedeschi, i carri armati germanici sferragliano sulle strade di Pastida.
Riusciamo a riconquistare la base aerea di Maritsa.Gli eventi si evolvono a nostro favore quando, inaspettatamente, l´11 Settembre 1943 giunge la notizia assurda della capitolazione : ci siamo arresi ai tedeschi !
Tra la confusione generale, ordini e contro-ordini, la battaglia infuria, ne consegue una carneficina, i militi sono allo sbando; c´è chi vuole passare sotto i tedeschi, chi impaurito vuole raggiungere a nuoto le coste della Turchia, apparentemente vicine.Quanti commilitoni che hanno attuato questa scelta, ritenendola una via fuga, sono stati invece inghiottiti dalle acque del Mare Egeo, in pieno mare aperto!
Il nostro superiore rifiuta di consegnare le armi ai tedeschi, ci sprona alla battaglia e minaccia di fare saltare il cervello a coloro che hanno intenzione di “passare dall´altra parte”, a ingrossare le file dei tedeschi.
Lui stesso è il buon esempio e noi, per usare il titolo di un film, combattiamo davvero come “Giovani Leoni”, ma purtroppo abbiamo la peggio e ci dobbiamo arrendere!
Gli Ufficiali dell´Esercito sono catturati immediatamente e non si hanno piú notizie di loro, mentre la truppa viene imprigionata.Come tanti altri militari italiani anch´io sono catturato dai tedeschi; veniamo offesi, oltraggiati. I viveri, giá razionati al minimo, sono rapidamente esauriti.
Ci viene avanzata la proposta di aderire alle loro file, di entrare nella R.S.I.La mia morale non mi consente di tradire il mio credo, la mia ideologia, i miei principi e passare quindi “dall´altra parte” per divenire un loro strumento e contribuire a disseminare il terrore, le torture, la morte…
Prigioniero dei tedeschi sbarco al Pireo il 9 Gennaio 1944, successivamente, un po´a piedi, un po´in treno sono trasferito in Serbia, dapprima a Nîs, poi a Paracin, e indi nel Lager di Bagrdan.Noi Internati Militari subiamo successivamente ulteriori trasferimenti, a Belgrado e siamo quindi trasferiti al Lager Senjak (Zecnik ?) sino al´Ottobre 1944.
I lavori forzati ai quali venivo adibito erano finalizzati al rafforzamento della linea ferroviaria tra Atene e Belgrado.
Il lavoro era duro e comportava la spalatura di terra dalla montagna, il relativo carico della stessa su cassonetti (vagoncini) con spinta a uomo degli stessi e svuotamento del carico (terra).In inverno ci venivano affidate ulteriori incombenze, come la spalatura della neve presso le stazioni ferroviarie (nei Balcani l´inverno dura a lungo ed è assai freddo!) e il carico e lo scarico del carbone per alimentare le locomotive.
Durante l´intero periodo della prigionia eravamo sottoposti a strettissimo controllo della TOTD, che collaborava con le SS e la Gestapo, truppe tristemente note per la loro estrema brutalità, durezza e il comportamento assolutamente disumano nei confronti dei lavoratori forzati e dei prigionieri.
Dovevamo lavorare sotto il controllo armato di quei criminali che impiegavano anche feroci cani da guardia che non esitavano ad azzannare i prigionieri.
Il vestiario fornitoci era totalmente inadeguato a garantire un minimo di riparo dalle intemperie. Calzavamo zoccoli di legno che, soprattutto in inverno, non garantivano presa alcuna sul terreno ghiacciato.
La sveglia avveniva con colpi di rivoltella sparati nelle camerate; non c´era il tempo di uscire dalla porta, dovevamo saltare fuori dalle finestre!La tensione di quei momenti non mi ha piú abbandonato nel corso degli anni… se avverto il rumore di colpi improvvisi, è piú forte di me, non riesco a non trasalire.
Nelle camerate non erano disponibili giacigli, dormivamo direttamente a terra, senza paglia, per evitare quanto meno i pidocchi. Chi era piú fortunato riusciva a procurarsi qualche foglio di giornale e improvvisava un cuscino.Non esistevano coperte, neppure durante il freddo inverno balcanico!
La camerata era stipata da un numero inimmaginabile di prigionieri. Per i nostri bisogni fisiologici avevamo a disposizione un bidone. Chi di notte aveva necessitá di servirsene, a causa del disturbo che arrecava, richiamava inevitabilmente su di sé l´ira degli altri prigionieri. In assenza totale di illuminazione si finiva per calpestare gli altri prigionieri a terra e si perdeva il senso dell´orientamento.Per limitare il disturbo agli altri prigionieri, io e il mio caro amico Attilio V, ci eravamo accordati che, chi dei due aveva la necessitá di alzarsi, al ritorno veniva afferrato ai piedi dall´altro, in modo tale da riprendere il proprio posto a terra (…come cani!).
Anche Attilio V. fu catturato dai tedeschi a Rodi; lui era nella Fanteria, Divisione Regina e la sua postazione era a Jannadi, ma noi ci siamo incontrati a Bagradan e con altri commilitoni siamo divenuti grandi amici, condividendo lo stesso destino.La squadra dei miei amici era cosí composta : Cesare B. di Cascina Meda – Milano, classe 1922, Erminio R.di Cernusco sul Naviglio – Milano classe 1910, Paolo M.di Vignate, classe 1912, R. di Vimodrone, classe 1923.
Ricordo con tanto affetto e malinconia anche i seguenti cari amici, che purtroppo non hanno avuto la fortuna di sopravvive a quegli eventi : Pierino C., Fante, classe 1923 di Vimodrone, Angelo M.,Fante, classe 1923 di Vimodrone, R.,Fante, classe 1923 di Biella.
Per quanto riguardava l´alimentazione (per usare un eufemismo) che veniva distribuita nel Lager, questa era subordinata alla presentazione di un buono che ci veniva consegnato al rientro nel Lager a ultimazione dei lavori forzati sopra descritti.
Le razioni distribuite, ovviamente del tutto insufficienti, sia in termini quantitativi che qualitativi, comprendevano una forma di pane nero (tipo pane in cassetta) del peso di 1 Kg. da distribuire a 6 persone e 250 grammi di margarina da suddividere tra 19 persone!!!Nessuno voleva condividere quel poco che c´era e anche le briciole (poche) erano all´origine della discordia (tanta).
Io ero stato scelto dal mio gruppo per il taglio e la distribuzione del pane e della margarina. Cercavo e dovevo essere il piú equo possibile; non avevo a disposizione il bilancino del farmacista, è il caso di dire, e la responsabilità che mi competeva era gravosa.
L´unica bevanda calda disponibile era un surrogato di un qualche cosa, di non meglio specificato, imbevibile, ma aveva il vantaggio di scaldare un po´lo stomaco.
Ci veniva distribuita anche una brodaglia contenente barbabietole oppure patate, o carote.
Quando siamo stati fatti prigionieri a Rodi eravamo stati spogliati di tutto : non avevamo piú a disposizione il nostro zaino, neppure le nostre gavette, non avevamo posate, non disponevamo di cambio per l´abbigliamento, non avevamo coperte.Per ricevere la nostra minestra avevamo dovuto munirci di barattoli che fortunosamente trovavamo e custodivamo gelosamente.
Una volta rammento che, non avendo a disposizione altri recipienti, abbiamo ricevuto la minestra nel bidone destinato ai bisogni fisiologici, non era stato neppure possibile lavare e disinfettare il recipiente! Chi poteva permettersi di essere schizzinoso ?
Ovviamente nessuno di noi internati e/o prigionieri, che dire si voglia, percepiva denaro per il lavoro prestato.
Per chi si ammalava la situazione diventava ancora piú critica, nessuno riceveva assistenza medica.Le sofferenze morali, fisiche, e psichiche erano pesanti. Era duro assistere alla morte, all´uccisione degli amici o di chi ci stava accanto; inevitabilmente ciascuno di noi aveva sviluppato la consapevolezza che, per un nulla, poteva essere annientato.
Tanti sono i ricordi che mi sovvengono : chi voleva sopravvivere, doveva aguzzare l´ingegno, rischiare soprattutto in prima persona … la pelle.Rammento una volta mentre ero impegnato in lavori presso una stazione; c´era un treno merci in sosta che trasportava noccioline; siamo riusciti a rubare le noccioline e l´abbiamo scampata!
Un´altra volta il mio amico Attilio V. aveva trovato “ un acquirente” per il suo pullover; in cambio avrebbe ottenuto una manciata di farina. In realtà una volta ceduto il suo pullover la manciata di farina gli venne poi negata. Si ingaggió una lotta, venne infranto il vetro di una vetrina. Me ne accorsi in tempo, raggiunsi il mio amico : non avevo paura a venire alle mani. Afferrai il disonesto per il colletto della camicia e Attilio ebbe la sua manciata di farina!
Nella giornata di Venerdì rammento che avveniva regolarmente una certa Processione, alla quale partecipavano anche i nostri aguzzini, chi se la sentiva cercava quindi di fuggire dal Lager per andare alla ricerca di un po´di cibo.
Talvolta nel corso di queste nostre fughe si attraversavano piccoli villaggi, abitati solamente da vecchi, donne e bambini. I loro uomini erano anch´essi in guerra; se si presentava l´occasione in inverno cercavo di rendermi utile con i miei amici spalando la neve davanti alle case. Riuscivamo cosí ad ottenere un po´di prezioso filo per cucire i poveri stracci che malamente ci ricoprivano.La ricompensa altre volte consisteva in qualche patata o rapa, un po´di pane secco, che le donne del posto, povere anch´esse, riuscivano a mettere insieme.
Quando andava proprio male ricordo che piú di una volta sono andato a “rubare” bucce di patate e cibo ai maiali. La situazione era estremamente pericolosa in quanto la fuga e il furto erano puniti con la fucilazione, ma la fame era tanta e chi se la sentiva rischiava.Una volta ricordo che una scrofa era particolarmente nervosa, con i suoi forti grugniti avremmo corso il rischio di non riuscire a farla franca. Un mio compagno doveva quindi cercare di distrarre l´animale, in modo tale che io potessi portare a compimento il mio lavoro.
Altre volte con i miei amici piú fidati si andava “a caccia”. Riuscivamo a rimediare lumache, rane, pesci, animali selvatici e allora era festa in grande, si mangiava!
Ero riuscito a catturare qualche coniglio selvatico che poi mangiavamo in compagnia. Nulla veniva gettato via : ho preso le pelli dei conigli, le ho conciate in qualche modo con la terra, le ho stese su assi di legno, ed ecco pronta una pelliccetta che mi ricopriva un po´le spalle e il petto nei periodi piú freddi.
Di Bagrdan serbo un altro tristissimo ricordo.
Noi prigionieri attraversavamo in colonna il paese, le nostre guardie/carnefici erano ungheresi arruolati nella TODT, nella Gestapo o nelle SS. Lungo la nostra marcia incontriamo dei passanti, un ragazzo italiano del nostro gruppo tende un fazzoletto e implora una donna, lí di passaggio, di dargli qualche cosa da mangiare; il carnefice ungherese lo aggredisce, lo colpisce e lo fredda sul colpo.Abbiamo sollevato in braccio la povera vittima e lo abbiamo portato al cimitero locale.
Nel 1986 mia figlia Daniela ha intrapreso un viaggio e si è recata anche a Bagrdan, con l´intenzione di cercare la tomba di quel poveretto.Ancora oggi Bagrdan è una piccola località e la presenza di stranieri non passa inosservata. Una persona di passaggio chiede a mia figlia se puó rendersi utile, Daniela risponde che sta cercando il cimitero locale e spiega brevemente il motivo.Nel frattempo giunge un altro signore che viene interpellato dal serbo che sta parlando con mia figlia.Incredibile ma vero, quella persona rammenta l´accaduto, era stata testimone oculare di quell´omicidio : a quel tempo lui era un bambino di circa 9 anni, racconta quel tragico evento e mia figlia viene accompagnata al cimitero di Bagrdan, e le viene indicato il punto di sepoltura di quel ragazzo.Le viene sconsigliato di addentrarsi nel cimitero, il terreno è incolto, le erbacce sono alte e infestate da serpenti.
Non c´é una lapide, una croce o un qualsiasi simbolo a ricordo di quel povero giovane. Daniela ha raccolto dell´erba e qualche fiore selvatico che cresceva in quel cimitero e me l´ha portata come ricordo.
Noi prigionieri subiamo un altro trasferimento, la nuova destinazione è Belgrado presso il Lager Senjak (Zecznik ?). Anche qui noi prigionieri siamo impiegati nei lavori di rafforzamento della linea ferroviaria.Siamo nel Settembre – Ottobre 1944 in piena guerra; la gente del posto ci informa che gli eventi prenderanno presto un´altra piega, l´Armata Rossa si sta avvicinando.
Il 12 Ottobre 1944 le Armate Sovietiche si trovano al confine ungherese e stanno convergendo sulla capitale yugoslava. Piú a Sud, a Nîs, i tedeschi sono costretti ad evacuare la cittá.Il 16 Ottobre 1944 si combatte per le strade di Belgrado, porto in braccio un bambino ferito, suo padre mi accompagna, vogliamo raggiungere l´ospedale che è ubicato sopra una collina.Durante la nostra corsa verso l´ospedale notiamo una ragazza con lunghi capelli raccolti in una treccia; improvvisamente la giovane é dilaniata dallo scoppio di una bomba davanti ai nostri occhi e vediamo con orrore che la sua lunga treccia ha aderito alle pareti della roccia!
Belgrado sta per essere conquistata dall´Armata Rossa e dai combattenti di Tito.
Subiamo quindi un ulteriore trasferimento e nel Novembre 1944, attraversando la Croazia, entriamo nella regione della Bassa Austria, a Petzenkirchen, dove giungiamo nel Natale del 1944.A mano a mano che le truppe sovietiche avanzano ci aspettano altri spostamenti, Wiener Neustadt, Baden bei Wien e Vienna, dove giungiamo il 23 Gennaio 1945.
Il 31 Marzo l´Armata Rossa avanza verso Wiener Neustadt; il 06 Aprile inizia la battaglia a Vienna, gli attacchi sovietici sono continui e le SS intendono fermare l´ulteriore avanzata dell`Armata Rossa in territorio austriaco. I combattimenti sono aspri, selvaggi.
Nel corso di quegli ultimi 5 mesi, per sfuggire all´avanzata delle truppe russe, le SS in fuga ci trascinavano nelle colline nei pressi di Vienna e intendevano terrorizzarci con lo spettro della venuta delle truppe russe.Non se ne poteva piú di fuggire, di essere minacciati, eravamo sfiniti.
Finalmente, il 14 Aprile 1945, a Sainkt Pölten siamo liberati dai Russi che ci rifocillano di cibo, ci forniscono qualche capo di abbigliamento e qualche sigaretta.
In treno giungiamo a Budapest, successivamente siamo trasferiti a Veszprem dove, in data 7 Maggio 1945 apprendiamo che, finalmente, la folle guerra è terminata!
In Ungheria lavoravamo con i Russi nella puszta ungherese, io e miei amici effettuavamo il trasporto di materiali con carri trainati da cavalli; io stesso ne avevo due, uno dei quali nero con una stella bianca in fronte.
Giungiamo al Lago di Balaton dove è prevista una sosta di otto giorno, prima di proseguire per la nostra destinazione situata a 90 Km. da Mosca.
A fine Luglio 1945, in treno in viaggio verso l´Est, arriviamo alla stazione ferroviaria di Sopron.
Io e gli altri 5 miei amici non ci pensiamo due volte, lasciamo il treno. Dieci minuti dopo saliamo su un altro treno che viaggia nel senso opposto, verso Graz.
Al confine russo-americano siamo consegnati agli Americani presso un centro di smistamento.Dopo 40 giorni rientriamo con mezzi americani (camion) in Italia via Innsbruck, Pescantina, Verona, Stazione Centrale di Milano. È il 28 Agosto 1945 sono le ore 17.00 circa.
Ricoperti con i nostri poveri stracci saliamo su un tram; nessuno di noi ha denaro ma il tranviere insiste per avere il pagamento della corsa.Cerchiamo di spiegargli la situazione, non vuole capire, lui vuole i soldi.
Da un posto a sedere si alza una Signora, è lei che paga i biglietti per noi! Che emozione, c´è ancora umanitá!
Devo raggiungere il Via Padova, dove abita la mia famiglia : mio padre è ricoverato all´Ospedale di Garbagnate, dove morirá l'8 Gennaio 1946 a 48 anni, a causa della silicosi, ho un fratello, Osvaldo di 8 – 9 anni e una sorellina, Irma di 5 – 6 anni.
Qualcuno del mio rione mi ha visto e corre ad avvisare mia mamma.La incontro piangente sul ponte in Via Padova che corre scalza per venirmi incontro.
È TUTTO FINITO, FINALMENTE SONO A CASA!DEDICO UN PENSIERO E UN RICORDO A CHI NON È POTUTO RIENTRARE ED È RIMASTO IN TERRA STRANIERA. RINGRAZIO CHI HA SALVATO ONORE E DIGNITÁ; AFFERMANDO “NO AL NAZI-FASCISMO”
Dino Roman – deceduto a Milano il 12 Novembre 2003
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giovedì 15 novembre 2007

La Giornata del Gatto Nero

Come avrete sicuramente capito adoro le mie tre splendide gatte nere ma i due post precedenti avevano lo scopo di introdurre questo post molto speciale.
Sabato 17 novembre l'Associazione italiana difesa animali e ambiente promuove la Giornata per la Tutela e dignità dei gatti neri.

In Italia ogni anno almeno 60000 mici neri vengono rapiti ed ammazzati, vittime della superstizione.
Superstizione nata nei secoli passati; antico retaggio di quando si pensava che i gatti neri, invisibili di notte, fossero pericolosi per i cavalieri. Al buio non si vedevano ed i cavalli che se li trovavano davanti all'improvviso si spaventavano e disarcionavano gli uomini che li cavalcavano.
E poi naturalmente non si può non pensare al medioevo ed alla caccia alle streghe senza associarli ai gatti neri, che venivano bruciati insieme con le fanciulle e le donne in odore di inferno.
In nome della fede cristiana, per proteggersi dal demonio milioni di gatti neri andarono al rogo e la peste poi si diffuse tanto facilmente perchè nessun gatto li cacciava e li uccideva più.
Cacciati e maltrattati o uccisi, i gatti neri sono attualmente oltre la metà dei randagi delle nostre città e riescono a sopravvivere un po' meglio per la loro intelligenza ed astuzia
Ma all'estero, in Inghilterra soprattutto, i gatti neri portano fortuna e sono amati e rispettati
Fin dall'antico Egitto il gatto nero era considerato sacro e era un ottimo derattizzatore
Ricordo benissimo in una mia visita dello scorso anno al Museo Egizio di Torino il piccolo bellissimo sarcofago di un gatto e la statuetta del micio nero, uguale identico alla mia Teddy, una delle due micie nere gemelle
Loro sono nate qui 11 anni fa, ma la loro mamma, nera bellissima, dolce affettuosa e coccolona, e molto aggressiva con gli estranei, era una randagina arrivata l'anno prima in condizioni disastrate
E per non dimenticare quanto sono importanti i gatti neri all'estero, non si possono tralasciare il Black Cat di Edgar Allan Poe, il più celebre racconto fantastico con protagonista un micio nero, e Le Chat Noir, il celebre cabaret parigino di Montmarte che a fine '800 era il simbolo della Bohème con pittori scrittori e poeti che si divertivano e bevevano l'assenzio
Impariamo anche noi ad amare i mici neri e a rispettarli e quando li incontriamo, facciamo come gli inglesi
Loro sorridono perchè a loro portano fortuna e la loro giornata sarà radiosa quando un micio nero attraversa loro la strada...

lunedì 12 novembre 2007

Meditano, le sfingi

...meditano, i nobili atteggiamenti delle grandi sfingi allungate in fondo a solitudini che sembrano addormentarsi in un sogno senza fine Ch.Baudelaire
Esistono due modi per sfuggire alle miserie della vita: la musica e i gatti A.Schweitzer

domenica 11 novembre 2007

Vieni sul mio cuore...

Vieni sul mio cuore innamorato, mio bel gatto : trattieni gli artigli e lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli, misti d'agata e metallo Ch. Baudelaire

Gabbo

Tutti i telegiornali serali hanno trasmesso le immagini delle violenze negli stadi italiani tra tifosi e forze dell'ordine per l'uccisione di un tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, morto nei pressi di un Autogrill vicino ad Arezzo, dopo un diverbio con dei tifosi juventini, a causa un colpo di pistola esploso da un agente intervenuto sul luogo a sedare la rissa.
E' commovente leggere i messaggi lasciati dagli amici di Gabriele, che era un dj, sul suo blog www.myspace.com/gabbodj
La violenza provoca sempre violenza e la morte di una persona, chiunque essa sia, tifoso, poliziotto o dirigente di una squadra o altro, non dovrebbe mai essere strumento di altra violenza, di inciviltà, di guerriglie urbane . Il dolore per una giovane vita spezzata non può e non deve tramutarsi in odio e in vendette che tutto distruggono e tutto travolgono in un impeto di follia devastante
Le immagini degli scontri e delle lotte ultrà negli stadi oggi pomeriggio avremmo preferito non vederle ...

venerdì 9 novembre 2007

Aggiornamento

Stamattina sono andata alla riunione sindacale della nostra scuola perchè si stanno concludendo i contratti tra il Capo d'istituto e l'RSU e quindi mi interessavano gli argomenti trattati. Eravamo in pochi ed eravamo per lo più tutti di ruolo, gli "anziani" che ormai siamo lì da tanto tempo, quelli che si conoscono e che sanno bene come funziona la nostra scuola
Poi sono andata a mangiare al bar con una collega perchè nel pomeriggio iniziava un corso di aggiornamento sulle Difficoltà di apprendimento tenuto dalla psicologa che da tre anni lavora con i ragazzi allo Sportello di ascolto.
Un progetto decisamente utile e molto valido che aiuta i ragazzi in difficoltà o con problemi che vogliono servirsi del contributo di una specialista esperta ed esterna
La psicologa è molto simpatica ma anche molto preparata ed oggi ci ha parlato delle difficoltà che si incontrano nel riconoscere quando un bambino ha difficoltà di apprendimento e quali sono in effetti queste difficoltà
Se si facessero alcuni test fin da quando i bambini sono alla scuola materna, si potrebbe intervenire con maggiore facilità nell'aiutarli a superare le diverse difficoltà che possono incontrare nel momento dell'apprendimento
Invece spesso sia nelle materne che nelle elementari le insegnanti non riescono a capire che un alunno ha difficoltà e non lo segnalano, rendendo poi difficile il riconoscimento della o delle difficoltà a noi insegnanti delle medie ed agli esperti che lavorano con noi
La difficoltà di apprendere nasce da diverse motivazioni e spesso il problema è che il ragazzo non ha conoscenza del suo conoscere. Un gioco di parole che significa semplicemente conoscenza di sè
Soprattutto quando il ragazzo incontra degli insuccessi e non ha una conoscenza di sè e delle sue capacità e del saper trovare strategie e soluzioni differenti approfondita e consapevole, se si lascia prendere dall'ansia e non viene capito ed aiutato dagli adulti può facilmente iniziare ad avere difficoltà
E può cominciare a non avere più fiducia in sè, a non avere più voglia di fare, a demoralizzarsi e a rinunciare
Ci possono essere anche altri motivi naturalmente.
Quando i genitori pretendono troppo dal ragazzo, che non riesce a mantenere gli standard prefissati in famiglia e quindi reagisce nel modo non voluto e viene ripreso e punito e reso ancora più insicuro, o passivo o ribelle e menefreghista ....
Oppure quando il ragazzo ( ma anche le ragazze naturalmente) vive una situazione familiare deteriorata instabile o estremamente negativa ha sempre o quasi sempre delle difficoltà scolastiche e degli insuccessi notevoli, con bocciature e abbandoni
Il ragazzo abusato o senza guide subirà di certo il disagio esterno ed interno e a scuola andrà incontro a problemi perchè sarà passivo, " lazzarone", indifferente ad ogni attività proposta
La psicologa si è poi soffermata sui vari tipi di apprendimento, da quello visivo a quello riflessivo
Cose queste che già sapevo da lungo tempo perchè ho studiato psicologia ai tempi delle superiori e con la pratica ormai so che ci sono modi diversi di apprendere
Io per esempio ho la memoria visiva e quando studiavo dovevo preparare tabelle e mappe concettuali per tenere a mente pagine e pagine di storia o geografia ma ho anche la memoria intuitiva o, come dicevo quando ero alle superiori e studiavo materie difficili, arrivavo alle soluzioni per sprazzi di ...genialità !
Ci ha anche presentato un giochino semplice per vedere se avevamo un apprendimento globale o no
F
F F
F F
F F F F F F F
F F
Quando ha terminato questo disegno ci ha chiesto cosa vedevamo . Io ho visto la A grande, non le F e quindi ho una visione globale!
Poi ci siamo chieste come mai sono sempre troppi i ragazzi demotivati in classe che non hanno voglia di studiare e non fanno nulla
La psicologa ha detto che sempre più la famiglia non insegna al ragazzo a superare le difficoltà e gli insuccessi nel giusto modo, trovando le cause e le soluzioni nel ragazzo stesso e nel suo modo di studiare, ma dando la colpa agli altri, agli insegnanti stessi, alla scuola, ai compagni che ....
I ragazzi di adesso sono fragili e non sanno affrontare le difficoltà della vita
Al primo ostacolo crollano
Una constatazione spiacevole ma molto reale
Non sanno esprimere i loro sentimenti e si nascondono, dietro alle parolacce, agli atteggiamenti aggressivi, al gruppo non responsabile ...
La psicologa ci ha fatto l'esempio del ragazzo che a San Valentino ha inviato un sms con scritto Ti Amo! a tutte le ragazze della sua rubrica ma che in effetti non amava nessuna
O quello che manda un sms alla ragzza con cui sta con scritto TVTB o Ti Amo , sempre a San Valentino, ma poi la lascia una settimana dopo perchè ne ha incontrata una più carina e tanto lui non era innamorato di lei !
E le adulte che chattano per solitudine e dopo una settimana vanno a conoscere lo sconosciuto della chat perchè si sono innamorate di lui che è così gentile e premuroso, ma che in effetti non conoscono assolutamente e che potrebbe essere completamente diverso nella vita reale
Una generazione che vuole tutto e subito, che non ha tempo di aspettare ma che non sa quali sono i veri sentimenti, la comunicazione verbale ed emotiva con gli altri, che non ha la maturità metacognitiva di sè e non capisce quando sbaglia e se sbaglia, come può rimediare agli errori e risolverli o trovare altre soluzioni valide che permettano loro di uscire dalle difficoltà
Non solo di apprendimento !
Due ore di corso decisamente utili anche per noi
Perchè anche noi adulti troppo spesso non ci rendiamo conto di come siamo, dei nostri limiti , dei nostri meriti, delle nostre paure , dei nostri errori, della nostra mancanza di riflessione, del nostro egocentrismo ed egoismo o esibizionismo imperante
Basta aprire una pagina di politica per esempio e ... è tutto un ismo ai massimi livelli da parte di certi nostri rappresentanti, di minoranza e di maggioranza qualsivoglia
Buona notte e buon fine settimana erica

martedì 6 novembre 2007

Grazie Enzo

Grazie Enzo che ci hai insegnato che la libertà ed il coraggio morale delle proprie convinzioni e delle proprie idee personali sono più forti della politica e dei compromessi
Oggi Enzo Biagi se ne è andato lasciando un grande vuoto perchè era un uomo forte ed un giornalista sincero e spontaneo
Un abbraccio a lui , alla sua grande semplicità ed intelligenza ed al suo essere coerente con se stesso sempre e comunque , anche nei momenti più difficili !

lunedì 5 novembre 2007

Il punto G

Nei 4 giorni di vacanza dei Santi mi sono presa una pausa di riflessione anche dal mio amatissimo portatile che non ho aperto mai, anche se ero a casa. Ho passato il tempo a leggere, a poltrire un po' e a risistemare il giardino piccolo davanti a casa, tagliando le piante di mahonia ammalate e mettendo in terra i nuovi bulbi primaverili
Di solito lo faccio a fine settembre ma quest'anno il clima è ancora mite e il sole caldo permette di lavorare la terra anche ai primi di novembre, un'estate di San Martino che spero duri ancora un pochino, anche se talvolta al mattino la nebbia sporca offusca l'azzurro del cielo per qualche ora
Ho riflettuto sull'aggressività dei nostri ragazzi, che non riescono più a comunicare tra loro in modo tollerante, maturo e responsabile; sempre più spesso a scuola o fuori da scuola usano le mani per risolvere i loro problemi e le loro liti, maschi e femmine indistintamente.
Sono i nostri ragazzi che troppo spesso si picchiano o si insultano e non i ragazzi stranieri che frequentano con loro le nostre lezioni
Io riesco ancora e abbastanza bene a gestire le ore di lezione ma spesso devo imporre dei limiti ed impormi con una certa forza per avere la tranquillità necessaria ed il rispetto delle regole e di una convivenza civile necessaria e fondamentale
Preferirei non dover usare le note o i richiami scritti ma non vi è altra via per far capire che se si superano le linee fondamentali della buona educazione e della socializzazione positiva con compagni od insegnante, si finisce nell'anarchia e nel cattivo gusto o nella mancanza più completa del senso della misura
Solo così si evitano quelle spiacevoli situazioni di disagio e di malessere e di disordine che si creerebbero in classe se si permettesse agli alunni di fare caos
Ci vuole polso, costanza e coraggio per essere fermi e per sapersi imporre senza esagerare, e talvolta è una vera fatica perchè i ragazzi , e le ragazze, giovani sono sempre più abituati a vivere in un certo modo e con un eccesso di libertà "anarchica" dominante che non riconosce l'autorità dell'adulto e si ritengono pertanto in diritto di poter fare tutto ciò che vogliono
Questo è un fenomeno che si sta allargando a macchia d'olio ormai ma i media ne parlano solo quando vi è l'ennesimo episodio di bullismo sventolato su tutti i giornali o in Tv per l'ennesimo scoop del momento e il più delle volte scrivono ipotesi e soluzioni veramente inutili o dannose
Così come nei giorni scorsi sono stati scritti fiumi di inchiostro sulla signora romana aggredita a Roma da un cittadino romeno e la cui morte ha scatenato una grande bagarre ed una caccia ai Rom indiscriminata e politicamente di parte, con la solita triste e pietosa divisione tra destra e sinistra, tra sinistra moderata e sinistra radicale, ed un mare di parole sprecate inutilmente da tutte le parti e in tutte le trasmissioni TV
Gli stranieri anche comunitari che delinquono sono tanti ma quanti sono gli Italiani che commettono gli stessi reati?
Quante sono le donne italiane che ogni giorno subiscono violenza fisica o psicologica tra le pareti di casa?
Quanti sono gli Italiani che abusano delle prostitute straniere, schiave di uomini senza scrupoli e violenti, che vivono dei loro guadagni e le sfruttano senza pietà?
Sulla Stampa locale di ieri l'articolo più importante della prima pagina metteva in evidenza una maxi operazione della polizia di Verbania, denominata " Tantra Connection " , che ha scoperto un vasto giro di ragazze squillo cinesi tenute in schiavitù dalla mafia cinese.
In 12 case d'appuntamento della nostra zona, a Intra, Fondotoce, Pallanza, Baveno, Omegna - a Cireggio e a Crusinallo ! - Stresa, Ornavasso, Gravellona Toce ed Arona, si prostituivano giovani donne cinesi clandestine, tra i 20 ed i 45 anni, introdotte in Italia con mezzi di fortuna e provenienti da una zona industrializzata all'estremo nord-est della Cina
Sono quasi tutte madri di famiglia in condizioni disperate, attratte dalla promessa di un lavoro onesto, che si sono indebitate pesantemente per pagarsi il viaggio con l'organizzazione, gestita da una top manager cinese con sede operativa a Milano in zona via Paolo Sarpi, che già lo scorso anno era stata indagata perchè introduceva giovani clandestini cinesi e li avviava al lavoro irregolare nei cantieri del VCO.
Le malcapitate non hanno potuto fare altro che prostituirsi per saldare i debiti e mandare qualche soldo a casa
Grazie a complici cinesi regolari venivano affittati locali ed appartamenti dove le giovani esercitavano la professione con tariffe tra 30 e 100 euro - 6 mila euro settimanali per un introito annuo di oltre 300 mila euro !!! - e si pubblicavano inserzioni sui quotidiani locali, con il controllo totale di tutto il traffico delle prostitute
L'operazione è ancora in corso e si è estesa a molte altre città d'Italia
Io mi sono chiesta per l'ennesima volta: " Chi erano i clienti ? "
Come quelli che in passato facevano, e attualemnte fanno, la coda sui bordi delle nostre strade locali, anche in pieno giorno, per andare con le prostitute di colore africane, che arrivano in treno da Novara o da Torino, altri saranno regolarmente andati con quelle povere donne , vittime della mafia cinese, ma chi sono ???
Padri di famiglia ? bravi cattolici che la domenica vanno a messa? timorati uomini che invocano la pena di morte e la cacciata dei clandestini extracomunitari ? fidanzati , mariti , nonni ? e poi, chi altro ???
Tanti bravi Italiani ipocriti che parlavano e urlano e gridano Al Lupo Al lupo e poi...
e poi usano delle povere disgraziate giovani donne schiave del racket per i loro sporchi vizietti da 30 , 100, 300 miserabili euro e non si rendono neppure conto che in questo modo alimentano uno squallido mercato di carne umana straniera !!!
E la scorsa settimana, mentre la vittima dell'ennesima brutale aggressione romana stava morendo in ospedale e già si scatenava la bagarre dei media, il Signor B., a Verona alla Fiera dell'Anquariato, durante il suo discorso, diceva che il punto G delle donne è la lettera finale della parola shopping.
Un insulto alle donne, l'ennesimo, da parte di un 70enne con le idee da caserma, la peggiore, naturalmente , che esterna pubblicamente tutto fiero ed orgoglioso in ogni occasione pubblica !!!!
Povera Italia, e povere donne ...