martedì 8 gennaio 2013

Empatia e life skills

Per migliorare la competenza emotiva bisogna prima di tutto sviluppare la capacità empatica, la capacità cioè di riconoscere correttamente le emozioni, sulla base delle espressioni del viso e della gestualità degli altri, ma anche la capacità di assumere la prospettiva e il ruolo di un'altra persona, di mettersi in parole semplici nei suoi panni, e quindi anche la capacità di condividere le sue emozioni
Un aspetto particolare del potenziamento delle competenze sociali ed emotive riguarda le life skills, quelle competenze che sono state definite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come vitali perchè indispensabili per il benessere e per un buon  adattamento individuale e sociale
Oltre all'empatia, per combattere il bullismo con più successo, occorre anche sviluppare
-la capacità di comunicare in modo efficace
- il senso di autoefficacia
- la gestione delle emozioni e dello stress
- la capacità di risoluzione dei problemi e dei conflitti
- il pensiero critico e creativo, in particolare nelle situazioni di conflitto
 Non è un percorso breve quello che permette di arrivare al completo sviluppo delle competenze sopradescritte
Spesso ci vogliono anni  ma se si inizia da piccoli, con l'aiuto degli adulti, in particolare dei propri insegnanti, i risultati saranno veramente soddisfacenti ...
E quel contratto iniziale  fatto in classe con il rispetto di tutte regole stabilte porterà molto lontano !

Regole ed educazione morale

Il bullismo rimanda all'educazione morale e alla definizione delle regole che devono governare la vita a scuola e in classe.
 In una società democratica, queste regole devono essere tali da consentire ad ognuno la massima espressione di sè senza prevaricare gli altri, come invece avviene in maniera sistematica negli atti di bullismo. Alla base di esse ci deve essere sempre un atteggiamento di rispetto per gli altri, che va costantemente educato e corretto, se necessario.
Gli interventi di prevenzione del bullismo devono sempre trovare la loro collocazione all'interno dell'educazione morale.
E' molto importante che vengano sempre concordate e stabilite delle regole di convivenza in classe e a scuola, che impegnino tutti al rispetto.
Queste regole devono essere autorevoli, non autoritarie e non permissive: devono riguardare gli aspetti essenziali della convivenza e devono essere fatte rispettare. Sempre.
Poche regole sensate che se vengono violate fanno subire delle sanzioni previste e conosciute da tutti, che aiutano a responsabilizzare e a rendere consapevoli della propria condotta e, di conseguenza, a riparare il danno inflitto, mettendo in atto successivamente dei comportamenti attivi e responsabili che dimostrino che si vuole cambiare
Le autoassoluzioni e il non riconoscere i propri atteggiamenti molesti e ripetuti sono  gravi meccanismi di disimpegno morale
Ma anche il non rispettare costantemente le regole fondamentali stabilite in classe sono un sintomo iniziale già grave di  mancanza di rispetto
Quando sono in classe faccio sempre notare che alcune regole stabilite devono essere sempre rispettate e che  se ciò non avviene, dopo alcuni richiami, si può essere sanzionati.
Non è importante solo avere sempre il materiale necessario, i compiti svolti ed aver studiato bene la mia materia; è altrettanto fondamentale imparare a rispettare i compagni e l'insegnante.
Gli alunni di prima media, ma anche quelli di seconda e terza, devono imparare a non interrompere un compagno o l'insegnante quando sta parlando, non devono fare commenti negativi o cattivi sugli altri che sono in classe con loro. Non tollero mai le battute pesanti degli alunni che offendono o non rispettano le altre persone. E non permetto che mangino la cicca durante le attività scolastiche, mentre devono chiedere il permesso per bere o mangiare fuori orario ricreazione.
Chiedo anche che non buttino carta o altri rifiuti  per terra e che usino i cestini della differenziata perchè è un modo civile per imparare a crescere  e a vivere moralmente bene in una comunità.
Se si impara a scuola a rispettare gli altri e alcune regole, si vivrà molto meglio anche nella vita privata
Si costruisce molto meglio anche la competenza sociale e si sviluppano le soluzioni costruttive per far fronte ai conflitti e alle difficoltà di relazione con gli altri. Con queste premesse positive, non prevalgono mai le reazioni aggressive o quelle regressive e provocatrici, ma si sviluppano al contrario la competenza emotiva, la capacità empatica di mettersi nei panni degli altri, in particolare delle vittime di violenze e soprusi, e di condividerne le emozioni.

Quando il bullismo è reato


A dicembre ho parlato di bullismo e cyberbullismo in due post del blog. E' un argomento difficile e complesso
Io ne parlo anche in classe quando è necessario
Stamattina per esempio  perchè, purtroppo, un'altra vittima, Carolina, una quattordicenne di Novara, si è suicidata venerdì della scorsa settimana.
E' sempre complicato cercare di far capire agli adolescenti che le  azioni di prepotenza e di prevaricazione dei bulli molto spesso sono anche dei reati, perseguibili dalla legge, e che chi compie quelle azioni può essere denunciato e subire un procedimento penale.
Possono essere dei reati diverse forme di bullismo :
- offendere qualcuno gravemente può essere ingiuria, secondo l'articolo 594 del codice penale;
- dire cose false che offendono la reputazione di qualcuno  può essere diffamazione, art.595;
- minacciare conseguenze ingiuste e dannose può essere minaccia, art.612;
- minacciare un male futuro per ottenere un profitto può essere un'estorsione, art.629;
- inviare sms ripetuti e sgraditi può essere molestia telefonica , art 660;
- rubare gli oggetti altrui costituisce un furto, art 624; se il furto è compiuto con violenza o minaccia nei confronti dell'altro si parla di rapina, art.628;
- chiudere in bagno un compagno può costituire violenza privata, art.610;
- picchiare qualcuno può essere reato di percosse, art.581, e se  le percosse provocano conseguenze gravi si aggiungono le lesioni, art.582;
- costringere qualcuno a compiere o a subire atti sessuali contro la sua volontà può considerarsi violenza sessuale, art.609 bis;
- diffondere contenuti personali e offensivi, come testi, immagini, filmati,attraverso internet o telefoni cellulari costituisce violazione della privacy, secondo la legge 675/1996 sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali
Se il bullo compie dei reati diventa soggetto attivo del reato mentre la vittima diventa parte offesa ed i testimoni persone informate sui fatti.
Se i bulli sono minorenni, come succede troppo spesso, ormai, si prevedono responsabilità da parte di coloro che rispondono per lui, i genitori o gli insegnanti, quando sono a scuola.
A questo punto però sorge spontanea una domanda. E in internet? Ne rispondono i social network che ospitano le pagine dei bulli quando non provvedono a controllare ciò che questi scrivono o diffondono in rete, immagini e video offensivi, e ad oscurarli immediatamente?