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domenica 5 aprile 2020

Sars- covid 19 ed il sito WHO

Sono entrata ieri, con il didle di Google, nel sito dell' Oms dove ho trovato in inglese tutte le indicazioni già incontrate sui giornali italiani online
Ad esse si sono però aggiunti dei video molto interessanti, anche se un po' agghiaccianti, ed utili. Sicuramente da vedere
Coronavirus disease (COVID-19) is an infectious disease caused by a newly discovered coronavirus.
Most people infected with the COVID-19 virus will experience mild to moderate respiratory illness and recover without requiring special treatment.  Older people, and those with underlying medical problems like cardiovascular disease, diabetes, chronic respiratory disease, and cancer are more likely to develop serious illness.
The best way to prevent and slow down transmission is be well informed about the COVID-19 virus, the disease it causes and how it spreads. Protect yourself and others from infection by washing your hands or using an alcohol based rub frequently and not touching your face. 
The COVID-19 virus spreads primarily through droplets of saliva or discharge from the nose when an infected person coughs or sneezes, so it’s important that you also practice respiratory etiquette (for example, by coughing into a flexed elbow).
At this time, there are no specific vaccines or treatments for COVID-19. However, there are many ongoing clinical trials evaluating potential treatments. WHO will continue to provide updated information as soon as clinical findings become available.

Stay aware of the latest information on the COVID-19 outbreak, available on the WHO website and through your national and local public health authority. Most people who become infected experience mild illness and recover, but it can be more severe for others. Take care of your health and protect others by doing the following:
Wash your hands frequently
Regularly and thoroughly clean your hands with an alcohol-based hand rub or wash them with soap and water.
Why? Washing your hands with soap and water or using alcohol-based hand rub kills viruses that may be on your hands.

Maintain social distancing
Maintain at least 1 metre (3 feet) distance between yourself and anyone who is coughing or sneezing.
Why? When someone coughs or sneezes they spray small liquid droplets from their nose or mouth which may contain virus. If you are too close, you can breathe in the droplets, including the COVID-19 virus if the person coughing has the disease.

Avoid touching eyes, nose and mouth
Why? Hands touch many surfaces and can pick up viruses. Once contaminated, hands can transfer the virus to your eyes, nose or mouth. From there, the virus can enter your body and can make you sick.

Practice respiratory hygiene
Make sure you, and the people around you, follow good respiratory hygiene. This means covering your mouth and nose with your bent elbow or tissue when you cough or sneeze. Then dispose of the used tissue immediately.
Why? Droplets spread virus. By following good respiratory hygiene you protect the people around you from viruses such as cold, flu and COVID-19.
If you have fever, cough and difficulty breathing, seek medical care early
Stay home if you feel unwell. If you have a fever, cough and difficulty breathing, seek medical attention and call in advance. Follow the directions of your local health authority.

Why? National and local authorities will have the most up to date information on the situation in your area. Calling in advance will allow your health care provider to quickly direct you to the right health facility. This will also protect you and help prevent spread of viruses and other infections.
Stay informed and follow advice given by your healthcare provider
Stay informed on the latest developments about COVID-19. Follow advice given by your healthcare provider, your national and local public health authority or your employer on how to protect yourself and others from COVID-19.

STIAMO a CASA. Manteniamo le DISTANZE. LAVIAMO sovente le MANI. mettiamo MASCHERINE e GUANTI.
Eviteremo il contagio ed aiuteremo medici, personale ospedaliero e volontari delle ambulanze, oberati di lavoro e sempre a rischio . Ed eviteremo a noi stessi  di rischiare la propria salute e la propria vita...



venerdì 20 gennaio 2017

Il miracolo di Rigopiano

Ieri le immagini della slavina caduta sul Gran Sasso in Abruzzo con la distruzione del bellissimo resort sono state  sconvolgenti. Una devastazione completa e tante vite rimaste sotto  a metri di neve, detriti, alberi. Uomini donne e bambini arrivati fin lassù per passare alcuni giorni di vacanza felici, in mezzo alla neve e ad un paesaggio da sogno.
Oggi pomeriggio ho trovato il tempo per aprire il tablet ed ho letto che erano state trovate vive delle persone, una decina, tra cui quattro bambini.
Un miracolo. 
Spero che i soccorritori, giunti nella notte, sugli sci ed in condizioni proibitive, riescano a salvarli tutti e magari a trovare altri superstiti. 
Un altro piccolo miracolo è stato la fuga dei due cani da pastore abruzzese, nati in albergo, che sono riusciti a scendere a valle.
La natura è tanto spesso incomprensibile ma lo sono anche gli animali.
E sicuramente il destino esiste. Per ognuno di noi, esseri umani, ma anche per gli animali. Quei due splendidi cagnoni bianchi sono salvi ma cosa li ha spinti a fuggire affrontando un percorso impervio nella neve per raggiungere il paese a valle? 
E il destino ha voluto che la bimba che desiderava vedere la neve sia sopravissuta per poter continuare a desiderare tante altre cose future insieme con i suoi genitori ed il fratellino, il primo ad uscire vivo da quella massa incredibile di neve ghiacciata, la tomba purtroppo per altre vite che a valle non torneranno mai più, turisti e lavoratori di quell'albergo da sogno, spazzato via in pochi secondi dalla furia di una natura incredibile ed inimmaginabile 

mercoledì 25 marzo 2015

Poveri Lupi

Ieri pomeriggio ho seguito le notizie e le immagini choccanti di France 24 sull'incidente aereo dell' Airbus di Germanwings 
Il mistero dell'aereo partito da Barcelona e caduto sulle montagne alpine francesi dell'alta Provenza tra Digne e Barcelonnette con 150 persone a bordo, dopo una discesa di quasi 10 minuti, da 38 000 metri ai 2000 metri circa, dove planando si è schiantato e disintegrato completamente, continua a restare insolubile anche oggi 
Ma ecco cosa ho letto in un articolo sulla prima pagina de La Stampa :
" Sulla montagna in cerca dei resti: “Bisogna arrivare prima dei lupi” 
di NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A LE FERNET (FRANCIA)
L’unica strada per il disastro è uno sterrato lungo cinque chilometri. Alla guida di questa Jeep gialla 4x4 c’è Bernard Mollet, il maestro di sci più esperto del paese. Prima di mettere in moto, aveva detto: «Lassù, a quota 1480, sul Col del Mariaud, ci sono solo cascine abbandonate, alpeggi e lupi. I vostri lupi italiani...».... "
Non avevo mai sentito nominare M Mollet ma sinceramente ho provato un certo orrore nel leggere cosa ha dichiarato al cronista italiano il maestro di sci più esperto del paese sui poveri lupi " italiani" che vivono nel vicino parco del Mercantour, tra la Francia del Sud e le Alpi del  Cuneese
I lupi sono tornati sulle Alpi da parecchi anni, ormai, introdotti da progetti ma anche giunti da varie zone europee dopo lunghi vagabondaggi per le montagne europee
I lupi vivono in branchi e  cacciano insieme 
Spesso attaccano i greggi di pecore ed uccidono anche diverse bestie alla volta causando gravi danni ai pastori che vivono d'estate in montagna e che chiedono alle autorità di prendere provvedimenti contro queste " bestie feroci" 
Ma i lupi sono animali diffidenti e, con il rumore degli elicotteri che sorvolano la montagna della tragedia, con gli uomini dei soccorsi che si aggirano lungo i pendii alla ricerca dei pezzi dell'aereo caduto e dei corpi delle persone decedute, con tutte le persone che nella vallata in basso si aggirano rumorosamente, non saranno di certo intenzionati ad avvicinarsi a quei luoghi così frequentati ed ai resti di chi è morto nell'aereo 

Poveri lupi, una volta ancora sono stati tirati in ballo per essere denigrati e diffamati !
Povere bestie, non sono teneri ed innocui cagnolini da salotto, ma sono intelligenti e sanno che non è mai il caso di avvicinarsi a quegli strani esseri a due gambe che si chiamano uomini, così pericolosi e talvolta così stupidi  da fare previsioni totalmente idiote...
In circostanze così tragiche sarebbe stato molto meglio non nominarli proprio, quei lupi,  evitando ulteriore allarmismo ed incertezza all'angoscia profonda che già è scesa su noi tutti nel vedere quelle immagini terribili di piccoli frammenti disintegrati di corpi e di  metalli sparsi per ettari lungo i crinali di una  grande montagna isolata ed impervia !
Al mistero ed al dolore non desideriamo sicuramente veder affiancate anche le sciocchezze e le superstizioni di chi crede che i lupi siano un pericolo, dando la colpa a noi Italiani di averli lasciati liberi anche in Francia....

Le due immagini di questo post sono state trovate in Internet da Erica . Sono splendide e mettono in evidenza la fierezza e la bellezza di questi animali

venerdì 27 dicembre 2013

Cristian è libero

Dopo due mesi di prigione in Russia e più di un mese di libertà su cauzione trascorsa a San Pietroburgo finalmente Cristian potrà tornare a casa! Mio figlio sarà presto libero, e saranno liberi anche gli altri 27 attivisti di Greenpeace e i due giornalisti freelance arrestati in seguito ad un’azione di protesta contro la compagnia Gazprom per la difesa dell'Artico. Il Parlamento russo ha votato l’amnistia anche per il reato di cui erano accusati: il vandalismo.
Voglio ringraziare ancora una volta tutti i firmatari della petizione, donne e uomini liberi che hanno contribuito con il loro sostegno a tenere alta l’attenzione sul destino di mio figlio e dei suoi compagni. Giovani carichi di ideali che mai avrebbero dovuto finire in prigione, accusati di reati assurdi e gravissimi.
Non ho sentito mio figlio per settimane. L’angoscia, la lontananza e il timore che questa storia potesse prolungarsi ed essere dimenticata hanno accompagnato le nostre giornate.
Cristian è solo colpevole di pacifismo, e così tutti gli Arctic 30. Purtroppo però non c'è nessuna amnistia per l'artico che possa proteggere questo fragile ecosistema dalle trivellazioni petrolifere.
Grazie a tutti i firmatari che tanto hanno fatto per riportare a casa Cristian. Crediamo in lui e non vediamo l’ora di riabbracciarlo.
Raffaela Ruggiero 
Questa è la lettera che la signora Ruggiero ha inviato a tutti coloro che hanno firmato, su invito di Greenpeace,  la richiesta di scarcerazione di suo figlio e degli altri attivisti imprigionati in Russia 
Una buona notizia con la speranza che anche l'Artico possa essere salvato dagli interessi economici e dalle speculazioni delle Nazioni confinanti

lunedì 23 settembre 2013

Attivisti di Greenpeace arrestati

La mattina del 18 settembre due attivisti Greenpeace sono stati arrestati mentre protestavano contro le trivellazioni petrolifere sulla Prirazlomnaya, una piattaforma di estrazione della Gazprom nel mare di Pechora, al largo delle coste russe.
Sono stati trattenuti tutta la notte a bordo di un'imbarcazione della Guardia Costiera russa, senza poter chiamare i propri avvocati.
I due attivisti  arrestati sotto la minaccia di pistole e coltelli, sono stati riportati a bordo il giorno dopo: uno di loro ha un braccio rotto.
Il 19 la Guardia costiera russa ha illegalmente abbordato la nave Arctic Sunrise di Greenpeace International, che si trovava in acque internazionali, arrestando altri 25 attivisti, tra cui un italiano.
" Chiediamo che tutti gli attivisti trattenuti vengano immediatamente rilasciati, che la Guardia Costiera abbandoni l'Arctic Sunrise e che vengano interrotte le trivellazioni petrolifere nell'Artico.
E' chiaro che le autorità  russe proteggono gli interessi dei giganti del petrolio. E lo fanno senza scrupoli, minacciando chi protesta pacificamente con idranti, pistole e coltelli. Loro ci hanno chiamato "terroristi", ma i veri criminali sono Shell e Gazprom, che vogliono trivellare un ecosistema delicato come l'Artico. "  da   
http://www.greenpeace.org/italy/it/
Io sono entrata nel sito di Greenpeace ed ho firmato la lettera di protesta da inviare all'ambasciata russa per chiedere la liberazione degli attivisti
Fatelo anche voi  !!!

lunedì 9 settembre 2013

Guinzaglio corto per i cani !

 La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato un’ordinanza del Ministero della Salute che impone alcuni obblighi a partire dal 7 settembre 2013:
 1) il guinzaglio dovrà sempre essere utilizzato nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani. Il guinzaglio non potrà essere più lungo di un metro e mezzo;
 2) la museruola va sempre portata con sé;
 3) è obbligatorio raccogliere le feci.
Il proprietario del cane o chi lo detiene a qualsiasi titolo sarà responsabile penalmente e civilmente dei danni provocati dall’animale.
 
I minori, i delinquenti abituali e i pregiudicati non potranno avere un cane di elevata aggressività. Sono vietati l’addestramento dei cani per esaltarne l’aggressività e la sottoposizione dei cani a doping.
L’ordinanza, che varrà un anno, non vale per i cani delle Forze Armate, delle forze dell’ordine, per quelli delle persone diversamente abili e per quelli utilizzati per la conduzione delle greggi.

Speriamo che queste nuove norme vengano recepite dai padroni dei cani e che siano fatte rispettare
Quante volte ci imbattiamo nella cacca dei cani in centro città ? Quante volte dobbiamo prestare attenzione al vicino di casa che si porta a spasso i suoi cani pericolosi con guinzagli lunghi e senza museruola ?

martedì 25 giugno 2013

Help GreenPeace

Ho ricevuto due newsletter di Greenpeace con la richiesta urgente di firmare due messaggi importanti Io ho firmato subito perché la natura deve essere aiutata a sopravvivere a noi uomini che la stiamo distruggendo
 
" Pochi giorni fa in Friuli è stato seminato mais OGM della Monsanto in due campi. L'autore di questo atto irresponsabile ora sta minacciando di ripetere l'operazione in altre Regioni. C'è solo un modo per fermarlo: chiedere al Ministro della Salute Lorenzin di adottare misure di emergenza in grado di vietare ogni forma di coltivazione di OGM a tutela degli ecosistemi e della nostra agricoltura.
 Se lasciamo che altro mais OGM venga seminato e che le piante crescano, in poco tempo fioriranno e il loro polline si disseminerà sui campi vicini e su un'area ben più vasta, trasportato dal vento e dagli insetti. Stiamo rischiando una forte contaminazione OGM in Italia.
 I Ministri dell'Agricoltura e dell' Ambiente si sono già espressi a favore del blocco di queste coltivazioni. Cosa aspetta il Ministro della Salute?
Entra in azione. Manda subito un messaggio al Ministro Beatrice Lorenzin  "

" Perdono l'orientamento, non hanno più memoria olfattiva, crescono con malformazioni e MUOIONO. Sempre più minacciate dai pesticidi chimici utilizzati nell'agricoltura industriale, le API stanno scomparendo. Queste sostanze chimiche altamente nocive attaccano il loro sistema nervoso centrale attraverso il nettare e il polline delle piante trattate coi pesticidi. È una tragedia che non possiamo permetterci.
 Pomodori, mele, fragole, mandorle e molte altre colture – circa l'84% delle 264 specie coltivate in Europa - sono il frutto dell'impollinazione di insetti come api, bombi e farfalle. Senza impollinatori anche il cibo che mangi scomparirebbe o costerebbe molto più caro per agricoltori e consumatori! È stato stimato che il servizio di impollinazione naturale vale ogni anno circa 265 miliardi di euro.
 Oggi la moria delle api ha raggiunto un livello impressionante: negli ultimi inverni in alcuni Paesi europei è arrivata a colpire il 53% delle colonie.
 I pesticidi più pericolosi sono sette. Si tratta di neonicotinoidi e altre sostanze di proprietà di colossi come Bayer, Syngenta, BASF e altre aziende chimiche. Se vogliamo salvare le api, il primo passo è chiedere e ottenere l'eliminazione di questi pesticidi killer. Prima che sia troppo tardi. Scrivi al Ministro dell'Agricoltura Nunzia De Girolamo."

giovedì 28 marzo 2013

Obama, la Shell e l' Artico

" La Shell ha abbandonato i suoi piani di trivellazione nelle acque artiche dell'Alaska anche per il 2013
La .Shell aveva promesso di applicare i migliori standard di sicurezza per queste trivellazioni ma il fallimento della scorsa estate e una lunga lista di incidenti e di quasi-disastri, sono una chiara indicazione che anche le "migliori" compagnie non possono trivellare offshore, nell'Artico e altrove, in sicurezza.
 Il Presidente Obama e la sua amministrazione hanno dato alle trivellazioni nell'Artico una possibilità e Shell ha dimostrato che queste attività non sono possibili. Cercare di estrarre fino all'ultima goccia di petrolio è insensato: è tempo di abbandonare la nostra dipendenza dalle fonti fossili, di promuovere efficienza energetica ed energie rinnovabili e di occuparci concretamente del riscaldamento globale.
È ora che il Presidente Obama decida di abbandonare completamente l'idea di trivellare nell’Artico e di dichiarare la zona 'off limits' all'industria del petrolio.
Entra in azione anche tu ora e unisciti alla  campagna Greenpeace per proteggere l'Artico. Chiedi al Presidente Obama di vietare le trivellazioni nell'Artico. Per sempre.
Dear President Obama
Shell just announced that it is abandoning its plans to drill in Arctic waters off the coast of Alaska this year.
Shell was supposed to be the best of the best, but the long list of mishaps and near-disasters from the company’s failed attempt to drill in the Arctic last summer is a clear indication even the ‘best’ companies can’t succeed in Arctic drilling.
Mr. President, now is the time for leadership. Arctic drilling got its chance. It’s time we kick our addiction to fossil fuels and invest in clean energy sources like wind and solar.
I am urging you to take the first step toward a clean energy future and declare Arctic drilling ‘off limits’ forever. " 
dal sito di Greenpeace Italia

venerdì 18 maggio 2012

F-35 Joint Strike Fighter

La Corte dei conti statunitense, il Gao, nel rapporto sul programma F-35 Joint Strike Fighter, reso pubblico lo scorso 20 marzo,  ha detto che i nuovi cacciabombardieri , di cui l’Italia vuole comprare 90 unità a un costo di almeno 10 miliardi di euro, sono gravemente difettosi e richiederanno modifiche progettuali che ne faranno lievitare ulteriormente i costi. Dalla lettura del documento del Gao emerge chiaramente che gli Usa, e noi alleati, stiamo gettando miliardi in un pozzo senza fondo per delle macchine che ancora non funzionano perché non collaudate”.
Lo sviluppo dei sistemi che garantiscono la capacità di combattimento del Joint Strike Fighter rimane in ritardo e a rischio: ad oggi – si legge nel documento – solo il 4 percento dei requisiti sono stati verificati (…). I caschi dei piloti con i display integrati si sono rivelati il problema più rischioso (…). Altri problemi ci sono con i radar, con il processore integrato, con gli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione e con le capacità di guerra elettronica” (…). “Lo scorso ottobre i collaudatori hanno denunciato problemi anche con il sistema di visione notturna e con la manovrabilità del velivolo e in generale una scarsa affidabilità
Lo sviluppo del software di bordo, il più complesso mai realizzato, sta prendendo più tempo del previsto e pone rischi tecnici sgnificativi” (…). “La variante del velivolo per le portaerei non si è dimostrata adatta all’imbarco per problemi con l’uncino di coda, richiedendo una riprogettazione” (…). “Vanno ancora fatti i collaudi sul volo a bassa quota, sul funzionamento dei sistemi d’arma e di attacco in picchiata e potrebbero riservare altre sorprese”.
Il rapporto spiega come le modifiche resesi necessarie finora per “rimediare alle deficienze emerse nel corso dei collaudi” abbiano già fatto raddoppiare dal 2001 a oggi il costo complessivo del programma (da 183 a 312 miliardi di euro) e di ogni singolo aereo (da 63 a 127 milioni di euro): ma il peggio, lascia intendere il Gao, deve ancora venire.
Il numero di modifiche al programma rimarrà molto elevato fino al 2019 (…). Con il passaggio alla fase di sviluppo dei software più complessi e delle capacità avanzate, il Jsf presenterà problemi costosi. Con la maggior parte dei collaudi di volo ancora da fare, il programma subirà ancora molte revisioni progettuali e continue modifiche del processo produttivo (…) con prevedibile ulteriore crescita dei costi”.  da  http://www.eilmensile.it/
In questo grave periodo di recessione e di crisi sono proprio necessari 90 nuovi aerei da guerra , poco affidabili a quanto pare???
Per ridurre gli sprechi in Italia bisognerebbe sicuramente  partire dalla riduzione degli armamenti militari ...

martedì 14 febbraio 2012

Eternit. Una Sentenza storica

Ieri si è concluso a Torino il processo Eternit per le vittime di Casale Monferrato, con una sentenza storica : 16 anni di reclusione per i due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, convertitosi all'ecologia e alla filantropia, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, titolari dell'azienda in Italia dal 1966 al suo fallimento 20 anni dopo. L'elenco di vittime della Eternit e dei loro familiari da risarcire è durato oltre tre ore nella lettura del presidente della prima sezione del tribunale di Torino Giuseppe Casalbore. E’ stata una sorta di ultimo omaggio a una comunità e a una città legate da una tragedia tremenda.
 «Un elenco terribile» ma «Si è realizzato un sogno , quello di avere giustizia», ha osservato il pm Raffaele Guariniello che ha condotto l'inchiesta e l'accusa nel dibattimento e che aveva chiesto 20 anni per i due colpevoli, accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per aver provocato, attraverso la lavorazione dell'amianto negli stabilimenti del gruppo, la morte o la malattia di quasi 3000 persone. 
 Il procuratore capo Giancarlo Caselli ha preso spunto dal successo di questa inchiesta per lanciare un nuovo allarme sullo smantellamento dei pool specializzati, voluto dai politici e dalle loro nuove leggi : «Lo dovremo fare entro maggio, spero ci sia tempo per cambiare ancora questa norma».E' infatti grazie ad un pool ben organizzato come quello di Torino che si è potuti arrivare a questa sentenza, unica al mondo per ora e seguita con attenzione anche all'estero, dove vi sono o vi sono state situazioni e problemi simili a causa dell'eternit ( ho scritto recentemente della triste storia di Casale Monferrato anche nell'altro mio blog Omegnaedintorni )
La sentenza ha dichiarato prescritti i reati commessi negli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), ma ha affrontato invece le conseguenze dell'attività Eternit negli altri due impianti, quello di Cavagnolo (Torino) e quello di Casale Monferrato ( Alessandria).
I risarcimenti indicati per le parti civili si aggirano sui 200 milioni complessivi. Tra questi spiccano le provvisionali di 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, i 20 per la Regione Piemonte, i 15 per l'Inail, i 5 per l'Asl di Alessandria, i 4 per il Comune di Cavagnolo, che già aveva accettato l'offerta di Schmidheiny di 2 milioni e che ha creato rammarico al sindaco di Casale Monferrato,  lui pure sul punto di accettare l'offerta del magnate svizzero di 18,3 milioni, ma poi tornato indietro dopo la sollevazione della comunità monferrina. 
Il Sindaco di Casale Demezzi ha dichiarato : «La sentenza esemplare è venuta e di questo siamo soddisfatti; per quanto riguarda la provvisionale avevamo chiesto 30 milioni e ce ne hanno dati 25 che ancora sono però sulla carta. Certo che il caso di Cavagnolo fa pensare: ha ottenuto 2 milioni con la transazione e questa non ha avuto alcuna influenza sul verdetto, perchè gli hanno dato gli altri 4 milioni di provvisionale richiesta»
Polemiche a parte tra sindaci, bisogna ricordare che sono stati risarciti anche i sindacati a vari livelli con indennizzi di 100000 euro, e le associazioni Wwf, con 70 mila euro e Legambiente con 100 mila, le Associazione familiari vittime amianto con 100 mila e le Associazione familiari esposti amianto con altri 100 mila.
Per le vittime e i loro familiari i risarcimenti oscillano sui 30 mila euro medi, cifre basse, ma la sentenza ha comunque soddisfatto in parte i familiari delle vittime, anche se permane in loro il dolore e la tristezza di aver perso così tanti cari.  E purtroppo molti altri ancora sono ammalati e potrebbero morire. Una sentenza dura, secondo i legali dei due imputati, ma per le tante vittime forse fin troppo poco dura, direi
La sentenza è stata pronunciata in un'aula strapiena e per far fronte all'afflusso di almeno mille persone, arrivate con 24 pullman dal resto d'Italia e dall'estero, sono state aperte e dotate di maxi video l'aula accanto a quella del processo e l'aula magna del palazzo di giustizia. La provincia di Torino ha invece messo a disposizione la sua aula convegni.
«Spero che questa sentenza serva anche a noi», ha commentato la brasiliana Fernanda Giannasi, presidente dell'Abrea (Associazione Brasiliana Esposti all'Amianto) perché in Brasile l'amianto si continua a lavorare, così come in molti altri paesi del mondo. 
Ieri erano presenti anche le mamme delle giovani vittime dell'incendio alla Thyssen, che hanno detto che  «Dove c'e' dolore e bisogno di giustizia noi ci siamo», e i familiari delle vittime della strage di Viareggio, che hanno dichiarato piuttosto polemicamente : «Torniamo a casa con il cuore più aperto. Forse portiamo una boccata d'ossigeno alla procura di Lucca»  
 Una delle vittime ancora in vita, un casalese di 76 anni colpito dall'asbestosi dopo aver lavorato otto anni in Eternit, ha parla con un filo di voce, ma è stato deciso: «La sentenza non mi soddisfa, quei due meritavano una condanna più pesante. Io sono vivo, ho la “polvere”  al 16%, ma i miei colleghi e i miei amici di allora sono quasi tutti morti, ne sono rimasti soltanto due». 
E ,Romana Blasotti, la donna diventata il simbolo della lotta all'amianto con cinque familiari uccisi, ha detto : «Avrei voluto piangere oggi, ma non ci riesco».
Grazie quindi a quei magistrati che a Torino hanno ottenuto giustizia per tante vittime innocenti 
Dovrebbero ringraziarli anche quei politici che troppo spesso, in questi ultimi anni, si sono accaniti contro la Magistratura italiana per difendere i loro interessi personali e i loro affari poco chiari o le loro truffe ed i loro scandali
Come non tutti i lavoratori della pubblica amministrazione sono dei fannulloni, così non tutti i magistrati sono dei  " comunisti " da punire con leggi assurde!!!

martedì 10 maggio 2011

SI al REFERENDUM

Dopo il vertice italo-francese a Villa Madama Berlusconi ha detto: "Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo" e ha ammesso che " fare il referendum adesso " avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare  ... "  Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria".
Lo stop del governo al nucleare è dunque l'ennesimo trucco per bloccare il referendum del 12 e del 13 giugno. Una strategia vergognosa e antidemocratica per impedire ai cittadini di votare in modo da imporre di nuovo il nucleare in futuro.
Le Centrali giapponesi e Cernobyl ci hanno insegnato che l'energia nucleare è troppo pericolosa e non ha futuro.
Ritengo pertanto che su un tema tanto importante dobbiamo poterci esprimere con il nostro voto.
Al referendum si deve votare: solo votando il 12 e 13 giugno potremo fermare per sempre i progetti nucleari in Italia.
E tu voterai Sì al referendum? Fai la tua parte Mobilita i tuoi amici, informa la tua famiglia, diventa parte attiva di questa campagna contro il nucleare!
Oggi più che mai votare rappresenta una forma di resistenza civile...
dalle newsletter di Greenpeace , riflessioni di ericablogger

mercoledì 27 aprile 2011

26 aprile 1986 Cernobyl

Il 26 aprile 1986, nel reattore numero 4 della centrale nucleare di Cernobyl, si registra il più grave incidente nucleare della storia. Oggi, a distanza di 25 anni, l'attenzione del mondo si è spostata altrove ma noi non vogliamo dimenticare. E tu che cosa ricordi di Cernobyl?
Sul nuovo sito www.generazionecernobyl.org potrai:
1 scrivere il tuo ricordo di Cernobyl accompagnandolo con una foto;
1 caricare un video messaggio;
1 invitare i tuoi amici a partecipare.
L'obiettivo è ricordare gli effetti che un disastro nucleare può avere sulla vita di tutti noi!
Grazie!
 ( dalla newsletter di Greenpeace )

giovedì 17 marzo 2011

Gli Hibakusa di Hiroshima

Gli ultimi Hibakusa, i superstiti della Bomba atomica giapponese dell'agosto 1945, hanno chiesto la rinuncia al nucleare perchè «E' un'energia disumana»
In un bell'articolo della Stampa di Torino di stamattina ho letto le testimonianze degli ultimi sopravissuti di Hiroshima :
" Hiroshima conosce la forza del nucleare. Prima città al mondo ad essere bombardata con l’atomica, il 6 agosto del 1945, è da allora diventata il simbolo del potere distruttivo di quest’arma. Le fotografie aeree di quei giorni la mostrano appiattita, una manciata di edifici soltanto rimasti ancora in piedi in un vasto, desolato paesaggio di macerie minute come fiammiferi, che si estende da tutti i lati. Ancora oggi, 66 anni dopo, quelle foto così famose lasciano increduli: un solo ordigno, e una devastazione tanto capillare. Da allora, Hiroshima ha saputo ricostruirsi davvero dal nulla, diventando oggi una città molto piacevole, vivace e prospera, con abitanti che uniscono alla proverbiale gentilezza giapponese un fare amichevole, aperto e disponibile.
Certo, avendone avuta la scelta avrebbe volentieri fatto a meno di essere divenuta il simbolo del potere distruttivo della bomba atomica, ma l’Hiroshima odierna sembra aver accettato con grazia la missione che si è data, di adoperarsi per promuovere la pace in ogni modo possibile. Toshiko Tanaka, una bella signora di 73 anni piena di energia e di sorrisi, annuncia subito, appena la si incontra, di essere una hibakusha, una vittima della bomba nucleare. «Avevo 6 anni e dieci mesi. Mi trovavo a 2 chilometri dalla Hall per la promozione industriale (uno dei pochi edifici parzialmente rimasti in piedi, divenuto il famoso Duomo della Bomba-A), e fino a pochi giorni prima abitavo proprio lì vicino. Come molti altri ero stata evacuata. Era una bellissima giornata di sole, e ricordo di aver visto l’aereo passare in cielo. L’ho visto. E ho visto le fiamme scoppiare nella città: poi in un secondo, tutti i miei capelli erano spariti, e avevo le braccia e la schiena ustionate», dice, seria ma con una strana serenità.
«Per noi hibakusha quello che sta succedendo a Fukushima è assolutamente terribile!», esclama: «Dopo la tragedia del terremoto, nessuno poteva immaginare che si sarebbe aggiunto qualcosa di così spaventoso e terribile. Io non sono mai stata per l’energia nucleare, perché è evidente che si tratta di qualcosa di molto, molto pericoloso, e questo che vediamo ora ogni giorno in televisione è un incubo tremendo, davvero tremendo». Scuote la testa, allargando gli occhi, e poi respinge le lacrime dicendo: «Penso alle persone che sono lì vicino, esposte al pericolo delle radiazioni, e ho una paura tremenda per loro». Per Haruko Moritaki, direttrice dell’Alleanza di Hiroshima per l’abolizione delle armi atomiche, la questione è molto semplice: «Dalla nostra umile esperienza di Hiroshima, è ovvio che gli esseri umani non possono convivere con la potenza nucleare», dice.
Anche lei era appena una bambina quando la bomba scoppiò, ma era stata evacuata in campagna, e non riportò nessun danno fisico: «Mio padre, però, Ichiro Moritaki, da molti è stato chiamato il padre del movimento anti-nucleare. Era un insegnante, e insieme ai suoi studenti era stato messo a fare lavoro manuale per l’esercito. Venne colpito in pieno viso da una massa di vetri che si spaccarono appena esplose la bomba, e oltre a molte gravi ferite, perse un occhio. Passò sei mesi in ospedale, poi cominciò a dedicarsi agli altri sopravvissuti, in particolare i tanti bambini che chiamiamo gli ‘’orfani della bomba’’. Sono cresciuta con non so nemmeno io quanti altri bambini! Dopo un po' di titubanza iniziale, quando le forze di occupazione americane cercavano di proporre l’energia nucleare come qualcosa di positivo, di scindere energia nucleare da arma nucleare, mio padre decise di no: questa è una forza troppo pericolosa, non possiamo illuderci di controllarla. Così, noi da Hiroshima chiediamo che non si utilizzi assolutamente nessuna energia nucleare: né armi nucleari, né armi all'uranio impoverito (depleted uranium o du), né energia nucleare», dice Moritaki, trafelata per aver appena finito di scrivere un comunicato stampa su Fukushima, di corsa da un incontro all’altro.
«Quando ho visto quello che stava succedendo ho provato un'ansia terribile, anche perché ci sono così tante centrali nucleari in Giappone! Il mio Paese esporta tecnologia nucleare, da molti anni propone il nucleare come un’energia pulita, ecologica perfino. E’ una follia totale, guarda che incubo si è scatenato, bisogna opporsi in modo molto netto», dice.
E gli attivisti di Hiroshima lo fanno: ieri mercoledì una piccola manifestazione davanti agli uffici della Chugoku Electric City Company, proprio a pochi passi dal Museo del Memoriale della pace e dal Duomo sopravvissuto all’esplosione, chiedeva la sospensione della costruzione di due centrali nucleari nei pressi della città. Organizzata dalla Hiroshima Great Action, composta da alcuni hibakusha, alcuni giovani ecologisti appassionati, e i loro sostenitori, che con un altoparlante si apprestano a un sit-in davanti alla Chugoku cercando di consegnare una lettera. «Lunedì si sono rifiutati di prenderla», spiega Kyoko Taniguchi, «così riproviamo. È lo stesso atteggiamento della Tepco (l’azienda che gestisce la centrale di Fukushima), arroganza totale, non gliene importa nulla. Ma il nucleare non è sicuro, punto e basta, Fukushima ne è la prova.
Certo, il Giappone ha poche fonti di energia: non abbiamo carbone o petrolio, e l’energia nucleare è producibile su spazi relativamente ridotti. Ma quest’incubo, quest’orrore a Fukushima, che non sappiamo nemmeno come proseguirà, ci insegna quali sono i costi del nucleare! Noi siamo di Hiroshima: abbiamo il dovere di essere in prima linea su questo tema, che è semplice: se non siamo in grado di garantire la sicurezza di quello che facciamo, dobbiamo cambiare strada, non possiamo permetterci altro». Tutti a Hiroshima ripetono la stessa cosa: il nucleare, tutto il nucleare, è troppo pericoloso e l’esperienza lo dimostra."

Il dovere di avere Paura

Ho sempre letto con estremo piacere Barbara Spinelli quando scriveva per La stampa Ora che è passata a Repubblica la seguo meno ma è sempre una grande giornalista Ecco cosa ha scritto ieri :
 " Nucleare, il dovere della paura
Barbara Spinelli, la Repubblica 16 marzo 2011
Ci sono momenti così, nella storia degli uomini: dove si reagisce con l'emozione oltre che con la razionalità, perché l'emozione sveglia, incita a stare all'erta...È il caso del Giappone da quando, venerdì, lo tsunami s'è aggiunto al terremoto e non solo ha spazzato case, vite, villaggi, ma ha causato l'esplosione di quattro reattori nucleari a Fukushima.
All'orrore spuntato dal sottosuolo e dal mare s'aggiunge ora una pioggia radioattiva che spinge chi abita presso le centrali a fuggire o barricarsi in casa. Ci sono momenti in cui si apre una fessura nel mondo, e non solo in quello fisico ma in quello mentale, sicché occorre ricorrere ai più diversi espedienti: all'intelligenza razionale, alla discussione pubblica, ma anche alla paura, questa passione giudicata troppo triste per servire da rimedio.
Non a caso, quando sollecita la responsabilità per il futuro della terra, il filosofo Hans Jonas parla di paura euristica...quella che cerca di capire, di scoprire. Che è generatrice di curiosità, prevede il male con apprensione, fa domande, sprona a rettificare quanto pensato e fatto sinora. Jonas evoca addirittura il dovere della paura: "Diventa necessario il "fiuto" di un'euristica della paura che non si limiti a scoprire e raffigurare il nuovo oggetto, ma renda noto il particolare interesse etico chene risulta" (Il principio di responsabilità, Einaudi '90).
Alla luce del principio di responsabilità appaiono completamente inani i governi - come l'italiano, il francese - che screditano questa paura, e in tal modo negano la gravità del momento e l'urgenza di correggere i piani nucleari. Obama e Angela Merkel dicono ben altro: "Non si può fare come se nulla fosse". Non così il ministro dell'energia Eric Besson, o il ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani. Per Besson nulla cambia, neanche le centrali invecchiate come quelle giapponesi: nella conferenza stampa di sabato ha evitato il termine "catastrofe", preferendo il meno allarmante "incidente grave". Stesso atteggiamento in Romani, che ha invitato l'altro ieri a "non farsi prendere dalla paura", senza sapere di che parlava. Non sono i soli: anche i governanti giapponesi hanno a lungo minimizzato, prendendo per buone le assicurazioni dei gestori delle centrali (Tepco, Tokyo Electric Power Corporation). La stessa Tepco che più volte è stata indagata (specie nel 2002-3) per il non rispetto delle norme anti-sismiche.
Apocalisse è vocabolo che s'espande come un virus, dall'inizio del cataclisma. Ma apocalisse è altra cosa, ha legami con la religione: è rivelazione di un piano divino, è l'omega che si ricongiunge all'alfa, è il cerchio terrestre che chiudendosi si schiude all'oltrevita. I colpiti sono innocenti, ma per qualche motivo Dio vuole che la storia terrestre s'esaurisca così, stroncando il libero arbitrio d'ognuno. Per questo conviene dismettere questa parola molto scabrosa, che sigilla gli occhi a quel che accade qui, ora; in terra, in mare. Eventi simili non sono la fine del mondo, pur preludendo forse a essa. Sono piuttosto la fine di un mondo: di certezze, di assiomi cocciutamente coltivati.
In Giappone, per vie misteriose, suscitano ricordi funesti, che hanno radici profondissime nella sua cultura recente. Il collasso delle centrali nucleari rimanda al trauma mai sopito di Hiroshima e Nagasaki, quando Washington diede a Tokyo questa lezione di inaudita violenza. La terra che ti squassa, la solitudine dell'uomo in tanto scompiglio, la natura maligna, la morte nucleare che incombe: nelle teste nipponiche è incubo magari dissimulato ma è sempre lì, in agguato. Lo dicono i volti che ci fissano in queste ore: impietriti, più che impassibili. Lo vediamo nei corpi che d'un tratto s'immobilizzano, come morissero in piedi.
Non è vero che i giapponesi hanno paure più calme, controllate delle nostre. Il loro urlo non è quello di Munch ma è pur sempre urlo. Sappiamo dalla Bibbia quanto possa esser afono l'agnello, e il grido del Giappone è colmo di interrogativi atterriti: perché le autorità hanno permesso che centrali vecchie quarant'anni sopravvivessero? Perché non hanno previsto che anche dal mare poteva venire il mostro? Perché sono così evasive? Perché proprio Tokyo, che ha già vissuto la sventura e se la porta dentro come assillo, s'è fidata della tecnologia, non è corsa in tempo ai ripari?
Ci sono grandi disastri che hanno quest'effetto: di sconvolgere non solo le vite ma vasti castelli di teorie filosofiche ritenute sicure. L'Europa ha conosciuto ore analoghe: accadde nel terremoto di Lisbona, l'1 novembre 1755, e tutte le teorie si scardinarono. Anche quella fu fenditura d'un mondo: fondato sull'euforia tecnologica, sull'ottimismo, religioso o no. La modernità iniziava, e già inciampava. Ventidue anni prima, Alexander Pope aveva scritto un poema intitolato Saggio sull'Uomo. Il verso ricorrente era: "What ever is, is right": tutto quel che esiste è bene. Ma ecco che si apre la crepa di Lisbona, sulla liscia pelle del pensare positivo. Voltaire, Kleist, Kant sono turbati e scoprono che non è più possibile consolarsi con Pope e le teodicee di Leibniz. Non è più possibile dire a se stessi, come Pangloss nel Candide di Voltaire: avanziamo "nel migliore dei mondi possibili".
Cadde anche l'illusione, cara alle chiese, sul dolore salvifico: non esiste una felix culpa, ma un male che ti prende di sorpresa, ingiusto. In presenza del disastro o del crimine sono più opportuni la sapienza di Kleist, le ricerche di Kant sulle origini dei terremoti (Kant è il primo a scoprire la "rabbia del mare"), lo sguardo di Voltaire: "Elementi, animali, umani, tutto è in guerra. Occorre confessarlo: il male è sulla terra". Ansioso di conforto, Rousseau scrisse incongruenze, in una lettera a Voltaire del 1756: "Non sempre una morte prematura è un male reale (...). Di tanti uomini schiacciati sotto le rovine di Lisbona, parecchi senza dubbio hanno evitato disgrazie più grandi, e (...) non è detto che uno solo di quegli sventurati abbia sofferto più che se, seguendo il corso naturale delle cose, avesse dovuto attendere in lunghe angosce la morte che lo ha colto invece di sorpresa". Ma anch'egli pone domande che solo l'emozione accende: non è stata edificata male Lisbona, con le sue case alte 6-7 piani? Non è l'uomo il colpevole, più della natura? Candide soffre il terremoto e conclude: "Bisogna coltivare (meglio) il proprio giardino", dunque la terra, perché questo tocca all'uomo. All'uomo descritto da Kant dopo il 1755: "legno storto", "mai più grande dell'uomo".
Il Giappone non ha alle spalle i settecenteschi ottimismi europei. Dopo Hiroshima si è risollevato con non poche rimozioni, ma con traumi indelebili. Cinema e letteratura narrano questi traumi, e una paura niente affatto calma. Su queste ramificazioni del pessimismo s'è rovesciato lo tsunami, e Jonas aiuta più di Voltaire. I giapponesi sapevano già che "il male è sulla terra", e quel che può soccorrerli è la paura che scoperchia, che scopre. La stessa paura che affiora da decenni, sotto forma di fantasmi, nel suo cinema, nella sua letteratura. In questi giorni guardi la tv, e sembra di vedere la città su cui s'abbatte l'indicibile cataclisma raccontato nel film Kairo, di Kiyoshi Kurosawa: strade e autobus vuoti, fughe verso il nulla, e in cielo, a distanza ravvicinata, un immenso aereo-avvoltoio (nell'Apocalisse griderebbe: "guai! guai!") che vola verso lo schianto.
Rivedere Kairo fa capire lo squasso mentale nipponico e anche il nostro. Il Giappone ha dietro di sé un'epoca che è stata chiamata Decennio perduto, fra il 1991 e il 2000, e s'è poi prolungata in Decenni perduti. Il film di Kurosawa risale a quegli anni (2001) e non è cinema dell'orrore ma - all'ombra dello tsunami - visione iperrealistica. Kairo vuol dire circuito: ma è un cerchio senza alfa e omega. Il fenomeno narrato da Kurosawa è quello di intere generazioni che si barricano in casa fino a divenire ombre davanti ai computer (le statistiche parlano di almeno un milione di drop-out). Il fenomeno si chiama Hikikomori: è un ritrarsi, confinarsi nella solitudine. Nasce da insicurezze esasperate dalla crisi, dal futuro amputato. Sulle pareti delle case, nel film, si stagliano informi ombre color carbone. Gridano "Aiutami!", nel momento in cui i giovani morenti lasciano in eredità quest'effigie di sé.
È la silhouette annerita dell'uomo accanto alla scala che apparve impressa su un muro di Hiroshima nel '45. L'incubo si stende sull'uomo, spaventandolo incessantemente. Viene da lontano, va lontano. Solo spaventandoci unisce il passato al presente; e ci tiene svegli, forse.  "

domenica 23 gennaio 2011

Nucleare ? No, grazie !

Ultimamente sulle pagine del quotidiano che leggo abitualmente è comparsa spesso un'intera pagina pubblicitaria dedicata ad un forum dove si può esprimere un'opinione personale in merito al nucleare in Italia
Non sono mai stata favorevole al nucleare e l'ho sempre considerato pericoloso. Sono stata estremamente felice di leggere, nella newsletter di Greenpeace, che  in Svizzera, a due passi da dove vivo, ci sono tre centrali che devono chiudere e che , prima di farne di nuove, ci sarà un referendum perchè la maggioranza dei Cantoni è contraria al nucleare. Ricordo bene il referendum di molti anni fa che proibì l'uso delle centrali nucleari in Italia.Peccato che sia ripartita di nuovo la campagna in favore delle centrali nucleari che il governo attuale sostiene e favorisce
E' un vero peccato in quanto " L’energia nucleare è 'un problema senza soluzione' perché:

*produce scorie radioattive e non esiste ancora nessun sistema per gestirle in sicurezza;
*costa troppo: un affare per pochi e un bidone per tutti;
*non dà indipendenza né sicurezza energetica: l’Uranio è una risorsa che entro qualche decennio sarà esaurita;
*le centrali sono degli obiettivi “sensibili” per il terrorismo e non esistono sistemi di protezione in caso di incidenti aerei. " ( da http://www.greenpeace.it/stopnucleare/ )

mercoledì 19 gennaio 2011

Il taglia leggi

Il Ministro per la semplificazione Roberto Calderoli ha cancellato una legge del 1962 che puniva le adulterazioni alimentari, la legge 263 del 1962  «Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari»  . Il pm Raffaele Guariniello a Torino ha bloccato le sue inchieste sulle «mozzarelle blu» ed ha sospeso la procedura verso il rinvio a giudizio per due casi scoperti a Torino di messa in commercio di pesce adulterato.  
Il pm Guariniello aveva continuato a indagare sulle "mozzarelle blu" ed episodi analoghi grazie ad una sentenza della Cassazione, depositata il 31 marzo 2010, che analizzando l’intreccio delle norme stabiliva che la 263/62 restava in vigore fino a dicembre scorso. Il termine però è scaduto e , anche se la legge venisse riesumata, i processi si concluderanno con delle assoluzioni in base al principio che devono essere applicate le norme più favorevoli agli imputati. 
In tempi di uova e maiali alla diossina tedesca, la legge abrogata del '62 ci mancava ...

lunedì 31 maggio 2010

Word No Tobacco Day

" Si celebra oggi la giornata mondiale contro il fumo. Il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è "Gender and tobacco with an emphasis on marketing to women", - le strategie di marketing del tabacco rivolte alle donne- Secondo l'OMS  il tabacco uccide 5 milioni di persone l'anno e tra queste 1,5 milioni di donne.
L'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) conferma questi dati  soprattutto il particolare che, nei decessi a causa di melanoma al polmone, siano proprio le donne ad aver fatto registrare un aumento del 1,5%, rispetto ad una diminuzione del 2% da parte dei maschi. La Giornata Mondiale senza Tabacco 2010 richiama l’attenzione sugli effetti nocivi del marketing del tabacco rivolto alle donne e in particolare alle ragazze giovani.
 Infatti un dato preoccupante riguarda, in modo particolare, le ragazze giovanissime, che fumano come e forse più dei maschi. Per gli uomini diminuiranno in futuro  le malattie causate dal fumo, come il tumore ai polmoni, mentre per le donne ci sarà  un incremento. I giovanissimi non pensano ai rischi derivanti dal tabacco, ma è importante che siano informati circa le elevate possibilità di contrarre il tumore in un'età sempre più giovane, compresa tra i 40 e i 45 anni.
Purtoppo in assenza di un'azione urgente per contrastare le attuali tendenze, il consumo di tabacco potrebbe uccidere fino a 8 milioni di persone entro il 2030, tra le quali 2,5 milioni di donne.
L'OMS riferisce anche un altro dato preoccupante, circa i paesi in via di sviluppo, nei quali si registrerà un'epidemia, senza virus, di malattie legate al fumo nella maggioranza della popolazione, giovane e adulta, considerando che il 60% di essa fuma.
Controllare la diffusione epidemica del tabacco tra le donne è una parte importante di una strategia globale di controllo del tabacco. Questa giornata vuole essere un importante momento di riflessione circa l'impatto nocivo del fumo sulla salute, che è la prima causa di morte e malattie nella nostra società."
Sono da sempre allergica al fumo e per anni, sul posto di lavoro, ho sofferto degli effetti nocivi delle sigarette fumate dai colleghi e colleghe. Con la legge antifumo finalmente noi allergici abbiamo ripreso a vivere bene
Ma ogni giorno, soprattutto al mattino, quando incontro le giovanissime mie ex alunne che vanno a scuola con una sigaretta in mano, mi chiedo perchè nelle loro famiglie non impediscono loro di fumare . Si rovinano la salute solo per sembrare grandi e quel loro vizio tanto di moda le accompagnerà a lungo nel corso della loro vita e non sempre senza conseguenze
Sarebbe veramente importante che si  proibisse ai tabaccai  di vendere ai minori, maschi o femmine che siano, le sigarette perchè sicuramente sono una importante fonte di guadagno e di lucro ma anche un grave danno per tanti ragazzi e ragazze che non sanno dire no al fumo!

domenica 9 maggio 2010

Earth Day ?

" Lo scorso 20 aprile nel Golfo del Messico, è esplosa e poi affondata la piattaforma Deepwater Horizon. L’incidente, oltre a uccidere undici persone, ha rilasciato in mare una quantità imprecisata di petrolio, causando in pochi giorni una catastrofe ambientale. Grossi pericoli corrono le sei specie di balene presenti nell'area, il tonno rosso e le quattro specie di tartarughe marine che in questo periodo si riproducono nel Golfo del Messico." dalla stampa online
Un'altra catastrofe provocata dall'uomo e dalla sua avventatezza si è abbattuta sulla natura in una delle parti più belle al mondo.Le trivelle dell’uomo, che eruttavano petrolio, violando il bellissimo mare messicano, si sono spezzate ed ora l'oro nero con la sua untuosa marea sta seminando inquinamento, distruzione e morte lungo le coste americane, in quel meraviglioso paradiso naturale che è il delta del Mississippi.
Stanno morendo i delfini, i pellicani, gli alligatori, le tartarughe, e le genti che vivono lungo la sua riva sono state private delle loro risorse ittiche e turistiche e si disperano per questa nuova immane catastrofe che la mano  dell’uomo, per avidità incoscienza e presunzione tecnologica, ha provocato, facendo danni oltre ogni limite.
E che dire dell'ultima dichiarazione dei proprietari della piattaforma, i signori del petrolio, che hanno " promesso" di pagare i danni del disastro, qualunque cifra essa sia ?
Basterà mai un mucchio di soldi sporchi di olio nero e puzzolente a porre rimedio al danno ecologico fatto a quelle terre ed alla morte di tutte quelle povere bestie, una ferita insanabile a cui non si potrà mai porre rimedio ? e che non è ancora terminata perchè la stupidità umana ha fatto un altro disastro, a quanto pare, mettendo un copricapo ai pozzi, un copricapo che non solo non ha fermato la fuoriuscita del petrolio ma che probabilmente creerà altri problemi notevoli per levarlo da dove è stato buttato ...
Perchè invece di dedicare un giorno alla Terra, non proviamo tutti quanti assieme a salvare veramente questo nostro mondo ormai inquinato e calpestato dall'ingordigia dalla stoltaggine e dall' ignoranza degli uomini?
Perchè non proviamo tutti quanti a fermare questo scempio che , se continua così, lascerà ben poco di bello e di pulito alle nostre generazioni future ?
Nel ventiquattresimo anniversario del disastro di Cernobyl, assisitiamo impotenti ad un altrettanto grave disastro Ma quando finirà mai tutto ciò?

domenica 18 aprile 2010

Eyjafjallajkull ci ha messi in ginocchio !

" Gli effetti delle ceneri del vulcano islandese Eyjafjallajkull, dopo aver chiuso i cieli d'Europa, si fanno sentire anche in Italia dove numerosi sono stati i disagi che hanno colpito migliaia di viaggiatori. L'Enac ha infatti disposto di estendere l'interdizione al volo in tutto il Nord fino alle otto di lunedì mattina. Insieme agli scali chiusi, o trasformati in bivacco, nell'occhio del ciclone anche le stazioni delle principali città italiane, dove i treni sono stati presi d'assalto. Una situazione che ha fatto lanciare un grido d'allarme al ministro dei Trasporti, Altero Matteoli: mettersi in viaggio   solo per effettive necessità." da La Stampa To
Nel mondo della globalizzazione e della super tecnologia dove tutto e tutti  si muovono in modo frenetico e convulso, senza un attimo di tregua, sembra quasi incredibile che l'eruzione improvvisa di questo bellissimo  vulcano dal nome impronunciabile, nella lontana ed affascinante terra dei ghiacci d'Islanda, abbia sparso in pochi giorni per l'intera Europa una massa di nuvole e ceneri che hanno messo in ginocchio l'Europa intera
Grazie a questo sconvolgimento di madre natura, quella natura che noi non consideriamo mai, ma che esiste e che, ogni tanto, capricciosa e biricchina o crudele e malefica, si fa sentire forte e (pre)potente nelle nostre vite, ieri sono stati bloccati ben " 17.000 voli sui 22.000" che al sabato attraversano abitualmente i cieli d'Europa. La quota di cancellazioni è  al 73% ormai ma non si sa  ancora come finirà perchè nessuno è a conoscenza di quando quel magnifico vulcano incandescente terminerà di eruttare ingenti masse di ceneri e di sostanze nocive. Sono notevoli anche i disagi sulle rotte transatlantiche e nelle tratte verso l'Asia
Senza aerei  si stanno fermando non solo i viaggi vacanzieri dei fine settimana, ma anche attività politiche - Berlusconi domani non andrà in Germania per un incontro con la Merkel ed Obama oggi non parteciperà ai funerali del presidente polacco morto nel disastro aereo in Russia per esempio -, del  lavoro e del quotidiano passaggio di merci da un paese all'altro. Ho letto che sono già stati segnalati possibili problemi nell'approvvigionamento di alimenti deperibili in Inghilterra, dove molta  frutta e  verdura fresca viene importata per via aerea,   ma penso che ci saranno sicuramente anche altri paesi  che si troveranno nelle stesse difficoltà e, se il disagio attuale continuerà, potrebbero esserci conseguenze ancora più gravi

Questa crisi improvvisa probabilmente ha permesso ai cieli d'Europa di disinquinarsi per qualche giorno dai gas tossici dei troppi aerei che li attraversano, ma cosa succederà se quelle ceneri scenderanno giù, portate a terra da venti o piogge locali,?
Su tutti i giornali e nei Tg hanno detto che non sono pericolose per la salute e che le Alpi hanno bloccato in parte la loro intensità, ma sarà vero? O faremo la stessa fine di Cernobil ?
Mi è rimasto impresso, indelebile, nella memoria quel 26 aprile 1986 quando scoppiò il reattore nella centrale nucleare di Cernobil con la drammatica fuoriuscita di sostanze radioattive. In Italia nessuno disse nulla per alcuni giorni e poi anche quando la notizia fece il giro del mondo si cercò di minimizzarne la pericolosità dicendo che tutto, o quasi, andava bene; bastava prendere qualche precauzione, tipo non mangiare verdure fresche o bere latte appena munto!
In effetti  inizialmente i venti da Sud-Est avevano portato la maggior parte dei radionuclidi verso la Scandinavia, ma poi una rotazione delle correnti da Nord-Est spinse la pericolosa nube fin sul Nord Italia, dove giunse il 1° maggio. E le Alpi non fermarono un bel nulla...

Troppo spesso viviamo in funzione di noi stessi e del nostro ego individualista, pensando a soddisfare i nostri piaceri ed i notri interessi, senza preoccuparci minimamente del domani ... Eyjafjallajkull non  ha solo messo in ginocchio l'economia dei voli charter e tutti gli europei in giro per il caro Vecchio continente, ma potrebbe anche mettere in pericolo la nostra salute e le nostre stesse vite e ci tiene in pugno, tutti quanti, con la sua imprevedibile pericolosità  Eyjafjallajkull ha veramente rimesso in gioco tutte le nostre sicurezze di uomini del XXI° secolo, impareggiabili padroni- consumatori - sfruttatori impietosi del pianeta che ci ospita e senza paura, silente e solitario, continua a farsi gli affari suoi, come ogni vulcano eruttivo che si rispetti !
Altro che Bin Laden o Al Quaeda e tutti gli altri terroristucoli o dittatorelli del mondo, che ad ogni piè spinto ricattano il resto dell'umanità con minacce ed attentati strabilianti e spettacolari da far rizzare i capelli, con stragi e morti a go-go, qua e là, nei luoghi più imprevedibili e lontani o famosi e conosciuti ...

mercoledì 20 gennaio 2010

GreenPeace contro il nucleare di Enel

Sul "Colosseo Quadrato" di Roma gli attivisti di GreenPeace hanno srotolato un banner con la scritta "Stop alla follia nucleare, Stop Nuclear Madness".
Di fronte a loro, nel palazzo di Confindustria, è in corso l'incontro in cui Enel cerca di presentare il nucleare come un ottimo investimento per le imprese italiane. Ma quello che Enel non dice, lo dicono EDF, STUK, Citigroup, AREVA.
"Secondo Enel, il nucleare è un business che per i due terzi è riservato alle imprese italiane.
In realtà - a parte le norme sugli appalti di queste dimensioni che prevedono delle gare internazionali - gli impianti EPR proposti da Enel sono un affare solo per il costruttore francese a corto di ordinazioni. ...
Enel cerca di imbonire le imprese italiane promettendo che il 70% degli investimenti per la costruzione di quattro reattori nucleari EPR sarà nella parte non nucleare (dunque non coperta da brevetti francesi) per un controvalore di circa 12 miliardi di euro.
Secondo le informazioni pubblicate dall'azienda elettrica francese EDF - alleata di Enel nel riportare il nucleare in Italia - risulta, invece, che gli investimenti nelle parti non convenzionali degli impianti EPR, ovvero le uniche che potrebbero riguardare le imprese italiane, non superano il 40% degli investimenti totali.
In un recente studio sul mercato inglese del novembre 2009, Citigroup, leader mondiale nei servizi finanziari, evidenzia che i rischi di costruzione, finanziari e operativi, sono eccessivi per gli investitori privati.

Enel, nonostante l'elevato debito netto pari a 54 miliardi di euro, dichiara di essere pronta a sostenere un costo per quattro reattori EPR tra i 16 e i 18 miliardi di euro, cioè tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro a reattore.
In un rapporto di novembre 2009 Citigroup afferma, invece, che i costi sono tra i 5 e i 6 miliardi di euro a reattore, con "l'alta probabilità che per i nuovi reattori saranno più alti di quelli previsti" e "i tempi di costruzione meno prevedibili in anticipo".

Ad oggi sono solo due gli EPR in costruzione nel mondo, uno in Francia e uno in Finlandia.
In Finlandia, finora sono in costruzione solo le parti non nucleari (promesse alle imprese finlandesi) ed è un colosso francese – il gruppo Bougeys – che sta facendo la parte del leone.
E la fa pure male, visto che ci sono stati due clamorosi blocchi dei lavori a causa delle saldature effettuate al di sotto degli standard di sicurezza: lo stop dell'agenzia finlandese di controllo, STUK, è arrivato nell'agosto del 2008 e ancora lo scorso ottobre.
Mentre Enel presenta i reattori EPR come un ottimo investimento, Areva, che gli EPR li costruisce, sta valutando se mettere sul mercato dei reattori meno sofisticati e più economici degli EPR, dopo aver perso un'importante commessa negli Emirati Arabi Uniti a favore di una sua rivale sudcoreana.
La propaganda di Enel sul nucleare continua, ma l'esperienza degli unici due EPR in costruzione in Finlandia e in Francia ha già ampiamente dimostrato che per questo tipo di impianti ritardi, problemi nella sicurezza e costi fuori controllo non sono un rischio ma una regola."
fonte sito di Green peace
Ho votato contro il nucleare nel referendum di molti anni fa e continuo ad essere contraria alle centrali nucleari
Queste notizie di denuncia mi lasciano sempre più sconvolta
Possibile che per interessi e speculazioni varie , dobbiamo mettere a rischio ambientale il nostro paese e coinvolgere la salute dei cittadini con scelte opinabili e molto discutibili????