martedì 14 febbraio 2012

Eternit. Una Sentenza storica

Ieri si è concluso a Torino il processo Eternit per le vittime di Casale Monferrato, con una sentenza storica : 16 anni di reclusione per i due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, convertitosi all'ecologia e alla filantropia, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, titolari dell'azienda in Italia dal 1966 al suo fallimento 20 anni dopo. L'elenco di vittime della Eternit e dei loro familiari da risarcire è durato oltre tre ore nella lettura del presidente della prima sezione del tribunale di Torino Giuseppe Casalbore. E’ stata una sorta di ultimo omaggio a una comunità e a una città legate da una tragedia tremenda.
 «Un elenco terribile» ma «Si è realizzato un sogno , quello di avere giustizia», ha osservato il pm Raffaele Guariniello che ha condotto l'inchiesta e l'accusa nel dibattimento e che aveva chiesto 20 anni per i due colpevoli, accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per aver provocato, attraverso la lavorazione dell'amianto negli stabilimenti del gruppo, la morte o la malattia di quasi 3000 persone. 
 Il procuratore capo Giancarlo Caselli ha preso spunto dal successo di questa inchiesta per lanciare un nuovo allarme sullo smantellamento dei pool specializzati, voluto dai politici e dalle loro nuove leggi : «Lo dovremo fare entro maggio, spero ci sia tempo per cambiare ancora questa norma».E' infatti grazie ad un pool ben organizzato come quello di Torino che si è potuti arrivare a questa sentenza, unica al mondo per ora e seguita con attenzione anche all'estero, dove vi sono o vi sono state situazioni e problemi simili a causa dell'eternit ( ho scritto recentemente della triste storia di Casale Monferrato anche nell'altro mio blog Omegnaedintorni )
La sentenza ha dichiarato prescritti i reati commessi negli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), ma ha affrontato invece le conseguenze dell'attività Eternit negli altri due impianti, quello di Cavagnolo (Torino) e quello di Casale Monferrato ( Alessandria).
I risarcimenti indicati per le parti civili si aggirano sui 200 milioni complessivi. Tra questi spiccano le provvisionali di 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, i 20 per la Regione Piemonte, i 15 per l'Inail, i 5 per l'Asl di Alessandria, i 4 per il Comune di Cavagnolo, che già aveva accettato l'offerta di Schmidheiny di 2 milioni e che ha creato rammarico al sindaco di Casale Monferrato,  lui pure sul punto di accettare l'offerta del magnate svizzero di 18,3 milioni, ma poi tornato indietro dopo la sollevazione della comunità monferrina. 
Il Sindaco di Casale Demezzi ha dichiarato : «La sentenza esemplare è venuta e di questo siamo soddisfatti; per quanto riguarda la provvisionale avevamo chiesto 30 milioni e ce ne hanno dati 25 che ancora sono però sulla carta. Certo che il caso di Cavagnolo fa pensare: ha ottenuto 2 milioni con la transazione e questa non ha avuto alcuna influenza sul verdetto, perchè gli hanno dato gli altri 4 milioni di provvisionale richiesta»
Polemiche a parte tra sindaci, bisogna ricordare che sono stati risarciti anche i sindacati a vari livelli con indennizzi di 100000 euro, e le associazioni Wwf, con 70 mila euro e Legambiente con 100 mila, le Associazione familiari vittime amianto con 100 mila e le Associazione familiari esposti amianto con altri 100 mila.
Per le vittime e i loro familiari i risarcimenti oscillano sui 30 mila euro medi, cifre basse, ma la sentenza ha comunque soddisfatto in parte i familiari delle vittime, anche se permane in loro il dolore e la tristezza di aver perso così tanti cari.  E purtroppo molti altri ancora sono ammalati e potrebbero morire. Una sentenza dura, secondo i legali dei due imputati, ma per le tante vittime forse fin troppo poco dura, direi
La sentenza è stata pronunciata in un'aula strapiena e per far fronte all'afflusso di almeno mille persone, arrivate con 24 pullman dal resto d'Italia e dall'estero, sono state aperte e dotate di maxi video l'aula accanto a quella del processo e l'aula magna del palazzo di giustizia. La provincia di Torino ha invece messo a disposizione la sua aula convegni.
«Spero che questa sentenza serva anche a noi», ha commentato la brasiliana Fernanda Giannasi, presidente dell'Abrea (Associazione Brasiliana Esposti all'Amianto) perché in Brasile l'amianto si continua a lavorare, così come in molti altri paesi del mondo. 
Ieri erano presenti anche le mamme delle giovani vittime dell'incendio alla Thyssen, che hanno detto che  «Dove c'e' dolore e bisogno di giustizia noi ci siamo», e i familiari delle vittime della strage di Viareggio, che hanno dichiarato piuttosto polemicamente : «Torniamo a casa con il cuore più aperto. Forse portiamo una boccata d'ossigeno alla procura di Lucca»  
 Una delle vittime ancora in vita, un casalese di 76 anni colpito dall'asbestosi dopo aver lavorato otto anni in Eternit, ha parla con un filo di voce, ma è stato deciso: «La sentenza non mi soddisfa, quei due meritavano una condanna più pesante. Io sono vivo, ho la “polvere”  al 16%, ma i miei colleghi e i miei amici di allora sono quasi tutti morti, ne sono rimasti soltanto due». 
E ,Romana Blasotti, la donna diventata il simbolo della lotta all'amianto con cinque familiari uccisi, ha detto : «Avrei voluto piangere oggi, ma non ci riesco».
Grazie quindi a quei magistrati che a Torino hanno ottenuto giustizia per tante vittime innocenti 
Dovrebbero ringraziarli anche quei politici che troppo spesso, in questi ultimi anni, si sono accaniti contro la Magistratura italiana per difendere i loro interessi personali e i loro affari poco chiari o le loro truffe ed i loro scandali
Come non tutti i lavoratori della pubblica amministrazione sono dei fannulloni, così non tutti i magistrati sono dei  " comunisti " da punire con leggi assurde!!!

1 commento:

Blogaventura ha detto...

Una sentenza importante. Una vergogna questa gente che si è arricchita a scapito della salute altrui. Un caro saluto, Fabio