mercoledì 27 aprile 2011

Emergency a Misurata

Dal 10 aprile 2011 i medici e gli infermieri di Emergency sono l'unico team internazionale che opera a Misurata, la città che da quasi due mesi è sotto assedio e dove si registra il più alto numero di feriti della guerra libica.
Da una settimana stiamo assistendo a un crescente massacro di civili per l'intensificarsi dei combattimenti sempre più vicini alla zona in cui si trova l'ospedale Hikmat, presso il quale lavoriamo. La situazione è di estremo pericolo anche per il nostro personale sanitario che rischia di non potere più essere in grado di assistere i feriti.
Nella sola giornata del 16 aprile oltre 70 feriti sono arrivati in ospedale, colpiti dalle bombe o dai proiettili dei cecchini appostati nelle vicinanze. Quindici persone sono arrivate già morte al pronto soccorso, tra questi 6 bambini colpiti alla testa da fucili di precisione.
Emergency ricorda che la "protezione dei civili e delle zone densamente popolate" è stata indicata come priorità nella Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU n.1973 del 17 marzo 2011. Ciononostante, ancora oggi nella città di Misurata non esiste alcuna forma di protezione per la popolazione.
Emergency ribadisce il proprio ruolo neutrale e puramente umanitario nel conflitto in corso, e conferma la propria disponibilità, ove necessario, a inviare team chirurgici per la cura dei feriti anche nelle zone sotto controllo governativo, come già comunicato in forma ufficiale alle autorità libiche dall'inizio del conflitto.
Emergency chiede pertanto con urgenza a tutte le parti coinvolte nel conflitto di negoziare un immediato cessate il fuoco, di rispettare la neutralità e l'inviolabilità degli ospedali e di aprire un corridoio umanitario a Misurata per garantire la possibilità di curare i civili in modo tempestivo e in condizioni di sicurezza.
21 aprile 2011  newsletter di Emergency
Il personale di Emergency ha dovuto lasciare l'ospedale di Misurata
La città martire della Libia è di nuovo sottoposta al fuoco incessante dei cecchini di Gheddafi che combattono casa  per casa, strada per strada, uccidendo cittadini inermi, e non hanno avuto nessuna pietà neppure per gli uomini che lavoravano in ospedale, minacciando la loro vita ...

26 aprile 1986 Cernobyl

Il 26 aprile 1986, nel reattore numero 4 della centrale nucleare di Cernobyl, si registra il più grave incidente nucleare della storia. Oggi, a distanza di 25 anni, l'attenzione del mondo si è spostata altrove ma noi non vogliamo dimenticare. E tu che cosa ricordi di Cernobyl?
Sul nuovo sito www.generazionecernobyl.org potrai:
1 scrivere il tuo ricordo di Cernobyl accompagnandolo con una foto;
1 caricare un video messaggio;
1 invitare i tuoi amici a partecipare.
L'obiettivo è ricordare gli effetti che un disastro nucleare può avere sulla vita di tutti noi!
Grazie!
 ( dalla newsletter di Greenpeace )

martedì 12 aprile 2011

Processo Breve

 " Il giorno in cui passerà la legge sul processo breve – e potrebbe essere il prossimo mercoledì – sarà un lutto cittadino, per noi aquilani e per tutti quei genitori che da tutta Italia avevano mandato i loro figlio a “studiare a L’Aquila, non a morirvi”. Nella notte del 6 aprile 2009 il sisma che ha colpito L'Aquila ha portato via 309 persone, la più piccola, Giorgia, avrebbe dovuto venire alla luce proprio quel giorno. Tra le vittime otto ragazzi che vivevano nella Casa dello Studente, stabile che risultava fortemente compromesso e destinato a subire seri danni in caso di sisma, secondo uno studio commissionato dalla Protezione Civile Abruzzo ad una società della stessa Regione, appena qualche anno prima. Così è stato. Quelle vite potevano essere salvate se si fosse agito secondo le regole; quelle vite ed altre ancora, a L'Aquila, come in numerosi altri “altrove”.Quelle vite ci sono state strappate dalla illegalità.
E il dolore, il lutto, la devastazione hanno sconvolto per sempre l'esistenza dei sopravvissuti.
A ciò oggi va aggiunto il ddl sul processo breve. Esso rappresenterebbe una mannaia sui crolli assassini dell'Aquila (Casa dello Studente, Convitto Nazionale e numerosi edifici privati che hanno sepolto madri, padri, figli e decine e decine di studenti), un'amnistia generalizzata per gli infortuni mortali avvenuti sul posto di lavoro, per i morti di amianto, di uranio, di frane, di alluvioni, per le vittime di Viareggio martoriate dalle ustioni e per molti reati contabili e societari.
Per opporci a questo scempio e rivendicare il diritto alla giustizia per i nostri morti, per poter ricucire strappi dolorosi che necessitano del filo migliore, quello fatto di memoria e di legalità, saremo mercoledì mattina davanti a Montecitorio con i nostri striscioni e le foto dei nostri cari, per dire forte “basta morti di illegalità”.
Chiediamo agli aquilani di essere con noi, chiediamo ai parlamentari abruzzesi del centrodestra di riflettere, prima di votare una norma indecente che priverà della giustizia i morti e i vivi.
Antonietta Centofanti, a nome e per conto di "Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente", "AVUS – Associazione Vittime Universitarie Sisma", "Familiari Vittime Convitto Nazionale" . Testimonianza rilasciata al direttore del sito di articolo 21 Stefano Corradino
Quel mercoledì di cui parla la signora Centofanti sarà domani Per salvarne uno, il solito, in Parlamento i politici della maggioranza voteranno sì ad una legge destinata ad umiliare migliaia di persone che stanno aspettando giustizia, anche tutti coloro che hanno perso i loro cari per il cinismo e per l'incuria di chi, per l'ingordigia di far soldi, non ha esitato a risparmiare sulle condizioni di sicurezza...
Domani, anche domani, dovremo assistere ad un'altra vergognosa giornata di scelte politiche ad personam in cui gli interessi dei cittadini saranno messi da parte per salvaguardare gli interessi del solito Berlusconi ...
Una vergogna che non dovrebbe lasciare indifferenti tutti coloro che credono ancora nella giustizia di una nazione democratica, come dovrebbe essere l'Italia