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martedì 13 gennaio 2015

Arianna Szörényi testimone della Shoah italiana

Anche quest'anno a fine gennaio in Italia si ricorderanno le vittime dell'Olocausto 
Peer la Giornata della Memoria  venerdí 23 gennaio 2015 presso la Sala EXPO a Trezzano sul Naviglio (Milano), in Via Vittorio Veneto 30, sarà presente  Arianna  Szörényi , reduce dell'olocausto italiano, di origine ebraica ed autrice di  Una bambina ad Auschwitz  ed Mursia, le memorie sulla sua esperienza di sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz 

Arianna Szörényi è nata il 18 aprile 1933 a Fiume  da Adolfo Szörényi e Vittoria Pick di origine ebraica.  
Il padre ungherese lavorava come contabile nelle banca italo-ungherese della città di Fiume, dove aveva conosciuto la moglie, impiegata nella stessa banca. I due si sposarono nel 1917. 
Dal loro matrimonio nacquero otto figli: Edith (1917), Stella (1919), Daisy (1921), Alessandro (1923), Carlo (1925), Rosalia (1927), Lea (1929) e Arianna (1933). 
Nel 1935 tutti i figli vennero battezzati con rito cattolico. Edith, la sorella più grande, sposò un ufficiale italiano e andò a vivere a San Daniele del Friuli. 
Ed è proprio in questa cittadina che tutta la famiglia Szörényi scelse di trasferirsi nell'ottobre  1943 per sfuggire ai bombardamenti che colpirono Fiume e alle persecuzioni razziali. 
Traditi da un delatore, il 16 giugno 1944 tutti i Szörényi furono prelevati e portati prima ad Udine e poi a Trieste alla Risiera di San Sabba.

Arianna trascorre sei giorni nel campo di sterminio triestino condividendo la prigionia con due altri coetanei che come lei sopravviveranno al campo di Auschwitz, Luigi Ferri e Loredana Tisminieszky
Il 21 giugno 1944 la famiglia Szörényi è deportata ad Auschwitz-Birkenau. 
All'arrivo il padre e i due fratelli vengono separati dalle donne. 
Arianna ha soli 11 anni ma all'inizio viene aggregata alle donne con il numero di matricola 89219. Verso la fine di settembre una selezione più accurata la destina al "Kinderblock", la baracca dei bambini, separandola anche dalla madre e dalla sorelle. Arianna le vedrà attraverso la rete che separa i blocchi e un'ultima volta,da lontano, riuscendo a far avere loro un biglietto grazie all'aiuto di Luigi Ferri che era impiegato al campo come portaordini dell'infermeria.
Nel dicembre 1944 con l'avvicinarsi del fronte, cominciò l'evacuazione dal campo. 
Arianna è inserita con un gruppo di prigionieri nella "marcia della morte" che li conduce al campo di Ravensbrück e  successivamente a Bergen-Belsen, dove viene liberata dagli alleati il 15 aprile 1945, devastata nel fisico: è malata di tifo petecchiale, con un principio di TBC, ha i piedi congelati e i polmoni colpiti dalla pleurite. 
Dei  776 bambini ebrei italiani di età inferiore ai 14 anni deportati a Auschwitz, Arianna è tra i soli 25 sopravvissuti.  
L'anno successivo, dopo essere stata curata, torna a S. Daniele del Friuli dalla sorella Edith. 
Dai campi di sterminio è tornato vivo solo il fratello Alessandro, liberato a Buchenwald il 5 maggio 1945. 
Dopo un anno trascorso con la sorella, per studiare Arianna entra in un orfanotrofio dalle suore. Ottenuto il diploma, si trasferisce a Milano.
Nel dopoguerra scrive un diario accurato della sua esperienza, pubblicato  nella sua interezza solo nel 2014. 
Fatta eccezione per Luigi Ferri , che rilascia la sua testimonianza all'indomani stesso della Liberazione da Auschwitz di fronte ad una commissione d'inchiesta a Cracovia, Arianna è stata la prima bambina deportata dall'Italia a testimoniare in età adulta. 
Ha cominciato a rilasciare interviste già negli anni '70 con un articolo comparso sull'Unita' dell'11 marzo 1976, in occasione del processo per i crimini alla Risiera di San Sabba. 
Da allora si è resa disponibile a raccontare con frequenza la sua esperienza. 
La sua testimonianza è stata raccolta nel 1986 da Teodoro Morgani  nel libro Quarant'anni dopo, Carucci, Roma; nel 1994 da Mimma Paulesu Quercioli  ne L'erba non cresceva ad Auschwitz, Mursia, Milano, e   nel 1997 da Lidia Beccaria Rolfi e Bruno Maida  nel libro I nazisti contro i bambini, Giuntina, Firenze.
Nel 2009 la voce di Arianna Szörényi è stata inclusa nel progetto di raccolta dei "racconti di chi è sopravvissuto", una ricerca condotta tra il 1995 e il 2008 da Marcello Pezzetti per conto del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea che ha portato alla raccolta delle testimonianze di quasi tutti i sopravvissuti italiani dai campi di concentramento allora ancora viventi 
Il 18 febbraio 2014, Arianna ha presentato il suo diario nel libro  Una bambina ad Auschwitz che racconta nei dettagli la storia della sua deportazione, con interventi della storica Liliana Picciotto del CDEC e dello scrittore Dario Venegoni dell' ANED. Era presente anche la sua amica  Goti Herskovits Bauer, anche lei deportata a soli quattordici anni nel Campo di concentramento di Auschwitz

Per non dimenticare che cosa è stato il nazismo ed il fascismo del xx° Secolo !

sabato 6 marzo 2010

Leggi razziali e Fascismo

Sono trascorsi più di 70 anni dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia.
Sempre più spesso si fa un uso pubblico distorto, che isola i provvedimenti del 1938 dal fascismo nel suo insieme e relativizza i caratteri strutturalmente violenti e illiberali di quel regime e le sue aspirazioni totalitarie.
Non aiuta ad una maggiore consapevolezza anche il successo pubblicistico di un’insistito anti-antifascismo teso ad affermare l’idea che in Italia il razzismo non fu un fenomeno radicato, ma il frutto tardivo dell’opportunismo di Mussolini e che le leggi razziali vennero applicate all’acqua di rose.
Solo la prospettiva storica può illuminare il volto oscuro di tanti stereotipi del tempo presente e aiutare a capire meglio il nostro paese.
di Francesco Cassata «La difesa della razza». Politica, ideologia e immagine del razzismo fascista , Einaudi, pp. XVI-413, e34 .
Cassata ricostruisce una storia mai raccontata , quella del periodico fascista "La difesa della razza", fondato a Roma nell’agosto 1938, che cessò le pubblicazioni nel giugno 1943.
Il saggio è la storia di un progetto culturale e dell’intellettuale che lo p
romosse, il siciliano Telesio Interlandi, giornalista la cui avventura attrasse anche Sciascia e la compagnia di "antisemiti di penna" da lui riunita, di cui Cassata ricostruisce con notevole finezza la parabola: i rapporti con l’università, le tensioni con il Vaticano, le rivalità interne al regime, le formidabili ascese, le ambizioni frustrate, l’indefessa fedeltà al duce, arbitro e giudice delle loro fortune.
Il legame diretto tra Interlandi e Mussolini garantì alla rivista il sostegno istituzionale del MinCulPop, quello economico delle principali banche e un’ampia diffusione, favorita dal costo contenuto, dall’accattivante veste grafica e da una tiratura di lancio di 140.000 copie.
"La difesa della razza" non nacque dall’esigenza contingente dell’alleanza con Hitler, bensì fu il prodotto di una lunga incubazione, nata dall’antisemitismo europeo di stampo irrazionalista e rivitalizzò atteggiamenti presenti in una parte non minoritaria della tradizione cattolica italiana.
Fra questi intellettuali, il razzismo, l’antidemocraticità, il disprezzo anti borghese furono scelte profondamente vissute, insieme con l’odio verso l’ebreo visibile, ma soprattutto nei confronti di quello invisibile: "quell’animale estraneo, che è ospite occasionale del paese italiano. È l’ebreo, è il mezzo ebreo, è il discendente di accoppiamenti occasionali fra italiani e stranieri, è il nazionalizzato di fresco, è il meticcio".

Nel saggio si approfondiscono le diverse correnti in cui si articolò il razzismo fascista, che rende impossibile ogni forma di indulgenza per la versione biologica di Interlandi e dei seguaci Almirante, Landra, Lelj, Sottochiesa, per quella nazionalista di Acerbo e di Pende e per quella esoterica-tradizionalista di Evola e Preziosi.
Secondo Cassata, quando si passa dal livello politico a quello ideologico, la contrapposizione si attenua e prevale un "sincretismo" che costituisce la summa di tutto il razzismo fascista: "la biologia si culturalizza e la cultura si biologizza".
Tra le pagine più interessanti, ci sono quelle in cui si analizzano le modalità con cui era orchestrata la rubrica della posta: un coro di voci anonime, dal professore di scuola al "liceale avanguardista", fino alla "giovane impiegata" che chiedeva l’applicazione di un "bracciale giallo" per gli ebrei, plurisecolare pratica cromatica che i ghetti della Controriforma avevano reso familiare: "Ciò è molto importante perché il governo fascista, eliminando gli ebrei dall’esercito, dalla scuola e dagli impieghi pubblici, ci difende soltanto in parte da questi parassiti" e dunque come riconoscerli e tenerli lontani?

giovedì 19 marzo 2009

Lotta alla Mafia

L'associazione di don Ciotti Libera ha organizzato per domani a Casal di Principe e per sabato a Napoli i cortei in memoria delle vittime della mafia.
Don Ciotti ha scritto una bellissima prefazione per il volume di Antonella Mascali Lotta civile, ed. Chiarelettere, 12 storie esemplari raccontate da chi le ha vissute sulla propria pelle.

La prefazione intera è molto lunga; io ho trovato uno stralcio che mi è piaciuto molto per la sua importanza e profondità in un articolo del quotidiano La Stampa :

" Il 31 marzo 1984 Viviana Matrangola aveva solo dieci anni. Sua sorella Sabrina, quindici.
Quella notte la loro madre, Renata Fonte, assessore alla cultura di Nardò, vicino a Lecce, venne trucidata davanti al portone di casa. Stava rientrando da una seduta del consiglio comunale dove si era battuta contro i progetti della speculazione edilizia.
Racconta Viviana che Renata, dotata di alte sensibilità poetiche e artistiche oltre che civili, era divenuta rappresentante di un movimento che denunciava la presenza di metodi mafiosi a Nardò e nella zona mentre tutti ancora pensavano al Salento come all’isola felice. Si era messa a capo del comitato di salvaguardia di Porto Selvaggio denunciando il progetto di speculazione edilizia non solo in consiglio comunale ma anche in radio e in televisione. È la battaglia che le costerà la vita .
Difendere i beni comuni, amare la propria terra, servire la propria città può dunque portare a sacrificare la vita quando il connubio tra affari e politica si fa troppo stretto e inconfessabile.
È la storia di tante vittime. Ma la vicenda di Renata ha forse una particolarità e drammaticità ulteriori:
«Aveva trentatré anni quando ce l’hanno portata via», ricorda Sabrina. Anche una donna giovane, competente e appassionata può allora fare paura alla criminalità e agli interessi mafiosi.
Questo, di fronte alla crisi di legalità e allo strapotere della criminalità organizzata e della corruzione politica deve farci riflettere e anche rincuorarci: quello che quotidianamente come cittadini, associazioni, parrocchie, scuole, gruppi di impegno sociale, familiari di vittime riusciamo a costruire nel territorio, in termini di testimonianze, di attività educative e culturali, di costruzione di reti solidali e di percorsi di inclusione sociale ha in sé una forza e una capacità di trasformazione che la mafia avverte e teme.
Ciò che a noi può sembrare poco e debole, in realtà è capace di incidere nel profondo, nelle coscienze individuali ma anche nelle politiche più generali. [...]
Le mafie sono composte da uomini che scelgono il male e la violenza, che si assumono la terribile responsabilità di atti infami e irrimediabili suggeriti da una sottocultura criminale che considera la vita umana una preda da ghermire o un insignificante ostacolo da travolgere per raggiungere i propri obiettivi di potere e di interesse. Come disse il giudice Rocco Chinnici – straziato davanti a casa con un’autobomba il 29 luglio 1983, assieme a due carabinieri di scorta e al portinaio dello stabile – la mafia non è solo un’organizzazione contro la legge, è un’associazione che delinque contro l’umanità. È una forma di terrorismo, priva di ogni onore o giustificazione.
Anche il poliziotto Roberto Antiochia era «nel posto sbagliato nel momento sbagliato»: poteva essere al mare con la sua fidanzata Cristina, invece aveva scelto di fare da scorta volontaria al suo capo, Ninni Cassarà, nel mirino di Cosa nostra. Era il 6 agosto 1985, Roberto aveva solo ventitré anni.
Venne ucciso a raffiche di kalashnikov assieme a Cassarà, il commissario che poco tempo prima aveva lucidamente profetizzato: «Prima o poi finiscono ammazzati tutti gli investigatori che fanno sul serio».
Così è stato per lui, per Roberto, per il commissario Beppe Montana, trucidato poco prima di loro.
Così è stato per centinaia di altri poliziotti, carabinieri, magistrati, giornalisti, semplici cittadini che si sono trovati, per propria scelta, per rigore morale e per impegno civile, «nel posto sbagliato nel momento sbagliato», all’appuntamento con la morte."
Un appuntamento talvolta facilitato da un contrasto alle mafie a corrente alternata, segnato da errori e omissioni, da superficialità e da ritardi, se non da connivenze. Come denunciò Saveria Antiochia, madre di Roberto, che ne raccolse il testimone con grande passione e determinazione: «Mio figlio è morto per la squadra mobile di Palermo, per la sua squadra mobile. È morto nel volontario, disperato tentativo di dare al suo superiore e amico Cassarà un po’ di quella protezione che altri avrebbero dovuto dargli, in ben altra proporzione, sapendo quanto fosse preziosa la sua opera e in quale tremendo pericolo fosse la sua vita».
Parole nette, che possono apparire aspre e che invece esprimono non solo uno stato d’animo ma una precisa considerazione politica. Amara, ma non infondata. Si tratta di una considerazione ricorrente in chi ha avuto i propri cari stroncati dalla mano mafiosa
. "

venerdì 11 aprile 2008

Storie e leggende del VCO

Alcuni anni fa una delle mie classi partecipò alla creazione di un bellissimo libro con racconti e leggende del VCO, il Verbano Cusio Ossola, intitolato Il Basilisco ed i suoi amici
Nell'altro mio blog Non solo Libri parlerò nei prossimi giorni del basilisco, del twergi, delle streghe e di altre storie magiche e strabilianti
Se vi interessano passate anche di lì !
Un augurio di un felice fine settimana
erica

domenica 20 gennaio 2008

L'amore a quattro mani


"Così breve é il nostro Cammino
in questo sogno.
Il mondo di una rosa.
Ma noi lo rendiamo Immenso
Con soste di lunghi dolci baci
Sulle foglie aperte."
XV sec.a.C.


Cogli questo piccolo fiore
e prendilo.
Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.
Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda,
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano
e coglilo.
Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l'ora dell'offerta.
Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
finché c'è tempo
e coglilo.
R. Tagore


A San Valentino uscirà il film Parlami d'amore, tratto dal libro omonimo scritto da Carla Vangelista,53 anni, e Silvio Muccino, 25. E' la storia di un amore che pare impossibile ma che invece si rivela possibilissimo tra una donna di una quarantina d'anni, colta, ricca, sposata bene, e un ragazzo di vent'anni, sballato e ribelle, cresciuto in una comunità per drogati dove è stato abbandonato dai genitori, che è convinto di amare senza rimedio una coetanea viziata e distratta.
Una storia cinematografica ma anche nella vita di tutti i giorni è sempre più frequente ormai che donne adulte si innamorano di uomini più giovani di loro
Succedeva anche una volta, ma tutto restava nel più assoluto segreto ed erano poche eccezioni rispetto alla norma.
Come Sibilla Aleramo, per esempio. A 18 anni mi regalarono il suo Diario, un tomo spesso e complesso, che raccontava la sua storia d'amore di donna già molto matura ed in là con gli anni, come si soleva dire allora, con un giovanissimo poeta. Pagine e pagine segrete da lei scritte per anni, la passione x quest'uomo, le sue crisi di gelosia, l'ossessione x un amore che la trascurava e la tradiva, la paura di perderlo, le sue scenate, le lacrime, i pentimenti, gli abbandoni e poi il ritornare di nuovo insieme, con i dubbi, le ansie, le gioie di un amore difficile e complesso, ma mai sopito
Ricordo ancora quanto fece scandalo la storia d'amore tra l' ormai anziana attrice di teatro Paola Borboni, che da giovane era stata una bellissima donna, una delle prime o forse la prima a spogliarsi sulla scena, in un'epoca puritana, bacchettona ed ipocrita di inizio 900, e Bruno Vilar, originario di Gravellona Toce, una cittadina del VCO, più giovane di lei di molti anni. Le pagine dei nostri giornali locali scrissero fiumi di inchiostro sulla loro storia e guadagnarono come mai avevano guadagnato, soprattutto quando i due si sposarono, ma anche dopo, quando la loro storia d'amore finì tragicamente xchè lui morì in un incidente d'auto
Tutti quelli che avevano malignato che Villaraggia ( questo era il suo vero cognome) l'avesse sposata solo x i soldi, rimsero con un palmo di naso alla notizia della scomparsa improvvisa del giovane marito e al dolore infinito e sconsolato di lei
E poi ci sono state altre storie d'amore, da Franca Valeri alla De Sio, che ha avuto una storia lunga e importante con un uomo di oltre dieci anni più giovane, un grande amore finito all'improvviso xchè lui l'ha lasciata, fino alla Lollobrigida con un aitante, ricco bello e misterioso, giovin spagnolo!
Ma ultimamente tante donne adulte, quelle comuni che non appartengono al mondo dello spettacolo, si innamorano di uomini molto più giovani
Secondo me, questo sicuramente succede perchè la nostra società è ormai molto più libera dal provincialismo, dai pregiudizi, da un modo di pensare ristretto, borghese e perbenista
Oggi le donne vanno a lavorare, sono indipendenti, sono libere di scegliere la vita che vogliono fare senza troppi impedimenti e costrizioni; si sono riprese anni di vita che erano sempre stati loro tolti , xchè tanto spesso fino a pochi anni fa una donna di 40 anni veniva considerata vecchia, x esempio, mentre attualmente una quarantenne è ancora decisamente giovane, bella, attraente !
X secoli gli uomini anche anziani hanno sposato ragazze giovanissime e nessuno ha mai detto nulla, anzi!, ma una donna era già zitella prima dei venticinque-trent'anni e le si negava in pratica il diritto all'amore dopo quell'età
Mi sono sempre chiesta chi abbia stabilito x secoli che la vita sessuale, amorosa, professionale di una donna dovesse essere tanto più breve di quella di un uomo
Ma in effetti e' più facile o più difficile vivere con un uomo più giovane ? e che cosa unisce due persone di età così "lontana" oltre all 'amore, quel sentimento che accomuna un uomo ed una donna tanto spesso così diversi anche quando hanno la stessa età?
Una intesa amichevole, il carattere, quel feeling che nasce da una simpatia immediata e reciproca, da idee simili, dall'intelligenza, dalla cultura, dal modo di rapportarsi e di essere di lei o di lui, dal rispetto, dalla sensibilità, dalla tolleranza reciproca?
Io penso che se ci si innamora di un uomo molto più giovane si rischia molto di più di essere lasciate, ma penso anche che una unione così insolita può anche rivelarsi molto più solida di un'unione "normale" in qualche caso
L'amore è un momento magico ma talvolta è proprio solo un momento, un momento di passione e di follia, e quando finisce restano la sofferenza ed il dolore, e non c'è età x sentirsi sole inutili vecchie ed abbandonate, se il tuo lui ti lascia, soprattutto se ti lascia x una molto più giovane
Come non c'è età x sentirsi stanche, annoiate e sprecate con un partner coetaneo, nevrotico, afflitto dal lavoro, distratto e tremendamente prevedibile!
" L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere, l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé.Allora non è più trascinato, ma trascina." Herman Hesse

mercoledì 26 dicembre 2007

Amara ? No, realista !!!

Franca mi ha scritto nei commenti del post Gli inverni del cuore che sono stata amara
Può darsi, ma se si é ascoltato un TG nel giorno di Natale o oggi , Santo Stefano, beh, come si faceva ad essere ottimisti e positivi?
Non sto a fare la lista ma c'è stato un ben triste finale al rapimento di una giovane donna x finire, dopo tante tragedie e disgrazie, pochi minuti fa, addirittura con l'annuncio di un omicidio, probabilmente di mafia...


Io ho spento tutto e mi sono letta il primo libro di Andrea Pinketts , Il Conto dell'ultima cena, con quel divertente dissacrante ed ironico personaggio che si chiama Lazzaro Sant'Andrea che, come Gesù e John Beluschi, ha trentatré anni e... dopo essersi addormentato su una panchina, essere stato aggredito da 4 giovani idioti ed aver visto la Madonna, ne combina di tutti i colori. Un giallo sui generis che mi ha fatto ridere e sorridere per un po' di ore

Oggi ho lavorato con photoshop per preparare le immagini da inserire in una nuova pagina del mio sito I Mesi dell'Anno , un lavoro piacevole e rilassante, come il provare la mia nuova Digitale, il regalo che mi sono fatta a Natale, perchè mi serviva una macchina fotografica con lo stabilizzatore ottico
E' piccola nera e bellissima ed ha pure il grandangolo oltre ad uno zoom comme il faut
Un piccolo gioiello che sicuramente mi darà tante soddisfazioni, meno male...


E domani sarà un altro giorno , nella speranza che il mondo non salti x aria xchè io ho ancora tante tantissime altre cose da fare !!!
Come tutti voi, immagino ....


un saluto ed un kiss erica
la foto qui sopra è nata il 9 dicembre scorso mentre andavo in Svizzera in gita, a Gruyère: attraversando il passo del Simpione nevicava a più non posso e scendendo verso Briga c'era la neve gelata. Io ho fotografato a ricordo i miei piedini con gli scarponi . Bella, vero?

martedì 9 ottobre 2007

Weekend ...

Dopo una settimana lunga e faticosa con un ginocchio, il destro, quello sano!, che mi faceva sentire le stelle dall'altra domenica (era da agosto che non mi faceva più tanto male, quando avevo fatto qualcosa che non andava in giardino ed ero stata ferma per alcuni giorni ), venerdì scorso sono andata in ospedale a prenotare per una radiografia prima di andare a scuola
L'impiegata che conosco bene perchè ha abitato qui di fronte a casa mia per alcuni anni mi ha detto che si poteva già fare in mattinata, una notizia incredibile, veramente fantastica !!!
Sono infatti tornata a mezzogiorno meno un quarto e in dieci minuti sono passata in radiologia, dove una nuova macchina molto bella comoda e computerizzata ti fotografa prima in piedi e poi, dopo essersi alzata da sola ed essersi girata, ti riprende da stesa, e sono tornata a casa
Sembra quasi incredibile, vero?, ma con tanta mala sanità, qui da noi invece c'è un ospedale efficiente pulito e tanto comodo
Nel pomeriggio sono stata a riposare sulla sdraio al sole sul balcone, un sole ancora bello caldo, ed ho iniziato a leggere l'ultimo libro di Ken Follet , Mondo senza fine, oltre 1300 pagine di una storia affascinante di 4 giovani la cui vita da adulti si intersecherà spesso e correrà su binari paralleli che li porterà a scelte molto diverse, alcune felici e positive, altre dolorose o crudeli ed infelici
Sabato sono stata ferma e non sono uscita. Ho iniziato dei nuovi lavori natalizi, ho cercato del materiale per il laboratorio che farò a scuola, anche quest'anno al mercoledì pomeriggio, ma con la mia collega di matematica che è bravissima a far usare la carta che verrà abbinata alle mie stoffe ed al pannolenci
Avremo 22 alunni nel primo quadrimestre e speriamo che abbiano delle buone potenzialità manuali
Ho poi continuato a leggere Follet ed ho proseguito a lungo nel mondo lontano della metà del trecento, un mondo affascinante interessante e diverso, dove i vizi e le virtù si sovrappongono in una scacchiera complessa avvincente
Un libro bellissimo, ancora più bello dei Pilastri della Terra, di cui è il seguito, con le avventure dei discendenti di quei protagonisti, duecento anni dopo. Un libro unico che mi è piaciuto moltissimo
Domenica pomeriggio invece sono andata ad Assago a vedere il musical di Cocciante, Giulietta e Romeo
Avevo visto a Torino Notre Dame de Paris, che era decisamente bello, ma mi è piaciuto tantissimo anche questo
Belle le scene e i costumi, molto belli e bravi i cantanti- ballerini, giovani ed affascinati, con delle voci meravigliose
Sono state quasi 3 ore molto belle e alla fine è stato ancora più emozionante veder uscire sul palcoscenico, tutto in bianco, Riccardo Cocciante, che ha ringraziato chi ha lavoarto nello spettacolo e noi, pubblico, che eravamo lì
Mi è sempre piaciuto questo cantante dalla voce particolare, fortissima, che ora vive in Francia e parla con una punta di accento francese e vederlo lì, dal vivo, è stata una vera sorpresa
Un weekend finito nel modo migliore e sicuramente da non dimenticare !!!

sabato 22 settembre 2007

La Signora dell'Arte della Morte

Oggi pomeriggio mi sono presa una pausa di riposo. Niente test d'ingresso da finire di correggere, niente siepe in giardino da terminare di risistemare. E' stata una settimana faticosa e giovedì sera sono stata punta da un'ape che era entrata in casa per sbaglio: un incidente di percorso decisamente spiacevole ed imprevedibile perchè adesso mi ritrovo con una gamba gonfia, che fa male e pizzica. La bestiola è morta, naturalmente, ma io avrei preferito non essere la sua vittima.
Ho passato un paio d'ore seduta al sole sul balcone, un bel sole caldo di metà settembre, delizioso sulla pelle, che abbronza ancora ma senza dare fastidio, a leggere un bel libro giallo di Arianna Franklin La Signora dellArte della Morte ed Piemme
Ho trovato il libro in cartoleria l'altro giorno e sono stata subito attirata dal titolo e dalla copertina, con un corvo su di uno sfondo rosso dai bordi neri sfumati.
E' un buon giallo che si legge con estremo piacere e tutto d'un fiato. Il personaggio principale, che sicuramente avrà altre nuove avventure in altri volumi futuri, è una donna, Adelia, un medico legale formatosi all' università di Salerno, esperta nello studio dell'anatomia, che nel 1171 si reca a Cambridge su invito del Re inglese, Enrico II Plantageneto, con il fido eunuco moro a guardia del corpo ed un agente segreto ebreo, per scoprire chi è l'assassino di 4 bambini scomparsi nel giro dell'anno precedente
Una storia ricca di colpi di scena, complessa e anche tragica, ma molto interessante che permette di conoscere una parte di storia vera che si intreccia con la narrazione e la fantasia dell'autrice.
Adelia scioglierà il bandolo della matassa, un bandolo molto intricato di superstizioni e ferocia, legati ad un assassino che ha partecipato alle Crociate, e che uccide senza pietà, ad una monaca e alla sua badessa dalla scarsa moralità, alla comunità di ebrei usati come caprio espiatorio e naturalmente a una chiesa con molte pecche.
Adelia incontra nuovi amici, una vita molto diversa da quella a cui era abituata nel Regno di Sicilia e anche un grande amore ma resta un personaggio anomalo e sicuramente molto moderno e unico nel suo genere
E adesso mentre vi sto scrivendo vedo contemporaneamente le immagini, su Raisportsat, dei mondiali di ginnastica ritmica da Patrasso dove la nostra squadra di 5 ginnaste è attualmente seconda perchè ha svolto un esercizio fantastico e perfetto con i cerchi e le clavette
Non c'è solo il calcio in Italia, per fortuna, ed è bello poter seguire anche questi sportivi o sportive che sono veramente bravi/e anche senza guadagnare miliardi ....
buona domenica erica

martedì 18 settembre 2007

Iraqui freedom

Stamattina sono uscita da scuola alle 11 e mezza passate e sono andata a fare due commissioni veloci. Sono anche passata in cartolibreria ed ho acquistato l'ultimo libro di Nicholas Sparks Ricordati di guardare la luna ed Frassinelli
E' una storia d'amore il cui protagonista è un soldato americano, che passa dalle missioni di peacekeeping in Kossovo al deserto iracheno e a Bagdad, all'inizio della missione Iraqui Freedom
Di questa guerra crudele e violenta vi sono solo poche pagine nel libro e la storia del protagonista scivola via veloce, ma noi ancora ne sentiamo parlare e ancora leggiamo notizie terribili ogni giorno .
Nel weekend per esempio sono state almeno 200 le persone arrestate dalla polizia di Washington durante la manifestazione di protesta contro la guerra in Iraq, che ha richiamato migliaia di persone.
Alcuni dimostranti sono stati arrestati senza opporre resistenza dopo aver cercato di superare una barriera nei pressi del Campidoglio, mentre altri si sono scontrati con gli agenti dopo essere stati respinti con larghi scudi neri e spray chimici.
I manifestanti hanno risposto lanciando i cartelli esposti durante il corteo e urlando «vergogna». Partiti dalla Casa Bianca, i dimostranti sono arrivati alla sede del congresso americano al grido di «Cosa vogliamo? Il ritiro delle truppe. Quando? Ora».
La dimostrazione contro il conflitto è stata organizzata da "Answer Coalition" e altri gruppi e ha visto la partecipazione di famiglie, studenti, veterani di guerra e genitori dei soldati uccisi.
«Stiamo occupando un popolo che non ci vuole lì - ha detto all’Associated press un militare rientrato dall’Iraq, Justin Cliburn, 25 anni - siamo qui per dimostrare che non è un gruppo di vecchi hippies degli anni sessanta ad essere contro la guerra».
«Sono stato un anno e mezzo ad Abu Ghraib e a Fallujah, fino al luglio 2006 - gli ha fatto eco Phil Aliff, 21 anni - mi era stato detto che la nostra missione era quella di aiutare a stabilizzare il paese. Ma sul posto non si ricostruiva nulla e la popolazione ce l’aveva con noi».
Diana Santoriello ha perso il figlio Niel in Iraq, il 13 agosto 2004: «Sono qua per chiedere al congresso di smetterla di finanziare questo conflitto. Sono terrorizzata all’idea che possa iniziare un’altra guerra contro l’Iran».
La donna mostrava la fotografia del figlio: «Me l’hanno ucciso. Aveva 25 anni».
I manifestanti non hanno risparmiato critiche ai democratici, oggi maggioranza al congresso, accusandoli di «inerzia» di fronte alla guerra.
«I democratici ci hanno deluso - ha dichiarato Richard Gold, 62 anni, arrivato dallo Stato della Pennsylvania per la manifestazione - non hanno fatto abbastanza per fermare i finanziamenti al conflitto». «Sono abbastanza vecchio per ricordarmi la guerra del Vietnam e il fatto che le truppe non furono ritirate in tempo. Occorre trarre lezioni dal passato».
Bush in effetti ha annunciato il ritiro di 5.700 uomini entro dicembre perchè in Iraq le truppe Usa starebbero vincendo la guerra contro i terroristi ed Al Quaeda, ma, attualmente, la vittoria è un risultato molto modesto: è stato fatto un accordo nella provincia di Anbar tra militari Usa e capi tribù sunniti che hanno rotto con Al Qaeda.
La provincia rappresenta meno del 5 per cento della popolazione e giovedì scorso è stato ucciso il capo tribù che aveva negoziato con gli Usa, lo sceicco Abdul Sattar Buzaigh al-Rishawi.

Questa guerra, nata nel 2001, quando Bush e Condoleezza Rice dissero che con Saddam si rischiava il «fungo atomico» ed accusarono il dittatore di aver aiutato i terroristi che attaccarono le Torri di New York l'11 settembre, in effetti iniziò molto prima, negli Anni Ottanta, quando gli americani armarono gli islamisti radicali in Pakistan per combattere e sconfiggere i sovietici in Afghanistan.
I famigerati terroristi che da sei anni minacciano l’Occidente erano i più osannati alleati dei governi Usa, fino all’11 settembre. A loro andarono soldi, elogi, millenaristi manuali islamici pubblicati in America.
Reagan paragonò i mujahiddin afghani ai Padri Fondatori americani.
Abbiamo visto poi cosa è successo in Afganistan e continuiamo a vederlo, come vediamo la guerra civile ed i massacri dell' Iraq
Bush persiste nella sua politica di guerre preventive ed il 28 agosto 2007 ha insistito, a proposito dell’ Iran, di un «olocausto nucleare» e starebbe preparando un nuovo attacco contro le nuove centrali irachene.
Cosa ci sta preparando per il futuro quest'uomo a capo di una superpotenza padrona del mondo ?
Un'altra terrificante guerra che sconvolgerà una parte del mondo già così sconvolta ?
Ogni opinione contraria è definita anti-patriottica,in America: ma l’autocritica della stampa è molto forte in Usa mentre è assente in Europa ed in Italia
E più nessuno si ricorda dell' Iraq, più nessuno manifesta contro questa guerra che vede ogni giorno morti civili, attentati e stragi terrificanti
Che ha distrutto un equilibrio molto precario, ma comunque stabile tra i vari gruppi civili e religiosi, sunniti sciti cristiani curdi ...
Chi volesse anche riscoprire la storia di questi ultimi 30 anni dell'Afganistan, un paese lacerato da guerre e lotte civili sanguinose, dovrebbe leggere i libri di Khaled Hosseini, Il Cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli , ed Piemme
2 libri molto belli, due storie tragiche raccontate in modo toccante ed indimenticabile

sabato 18 agosto 2007

Gli ultimi libri letti

Mi è sempre piaciuto leggere, fin da piccola, ed ho la casa sommersa dai libri. Quando resto un paio di giorni senza leggere neppure poche pagine di un libro, mi manca qualcosa... Sono ormai libro- dipendente. Ho la passione per i libri gialli e per i thriller, ma mi è sempre piaciuto tantissimo anche leggere i libri di storia e le storie romanzate ambientate in periodi storici passati
In queste ultime settimane di vacanza ho avuto la fortuna di trovare in libreria e in edicola dei libri molto interessanti.
Il più bello è senza dubbio Il profumo delle notti sul Nilo ( in edizione inglese si intitolava The Map of Love) di Ahdaf Soueif ed Piemme Pocket
L'autrice è nata al Cairo e cresciuta tra l'Egitto e la Gran Bretagna. E' una giornalista.
Il romanzo è ricco di flash back tra la fine degli anni '90 e i primi del '900, tra l'Egitto attuale e New York, tra l'Egitto sotto il dominio degli Inglesi colonizzatori e l'Inghilterra.
Non so se sia una storia autobiografica in parte e se alcune delle donne protagoniste del racconto di inizii secolo siano veramente esistite, se siano state le nonne o la nonna dell'autrice del testo, ma sicuramente è una lettura affascinante per le storie d'amore dei protagonisti recenti e passati e per la storia del secolo scorso, con una carrellata di avvenimenti e di episodi estremamente interessanti, in particolare la nascita degli odi tra arabi ed ebrei, che acquistarono le terre in Palestina, e gli errori vistosi degli Inglesi nei rapporti con l'Egitto, ma anche con i Sionisti .
Tutto inizia con un baule riportato al Cairo, che contiene lettere gionali e diari di tanti anni fa, appartenuti a due donne coraggiose e amiche, le cui storie si incrociano e verrano recuperate dalle loro nipoti, Isabel ed Amal, cugine ma tanto diverse e lontane.
Un libro che ho letto con estrema attenzione,in pochissimi giorni perchè era troppo bello per centellinarlo con il contagocce di poche pagine per sera !
Gli altri due sono molto diversi ma ugualmente piacevoli
La notte del Gladiatore di Gordon Russell ( un nome fittizio per due scrittori italiani molto bravi ) ed Piemme, è un romanzo storico con le avventure di un eroe, Valerio, un gallico, diventato Orpheus il gladiatore in circostanze particolari che vive a Roma durante l'impero di Vespasiano. E' scritto molto bene ed è lineare nelle avventure del personaggio e della storia antica, ben descritta in tanti particolari
Anche Il Signore di Troia di David Gemmel , ed Piemme Pocket, narra la storia della città di Troia, del Re Priamo, dei suoi figli, degli amici e dei nemici, ma sicuramente non è la stessa storia che abbiamo imparato noi a scuola ... Curioso sentir parlare Odisseo, il grande Ulisse, qui ormai vecchio, che viaggia per mare sulla Penelope, una vecchia barca un po' malmessa, e tutti lo adorano per i suoi racconti buffi...
O di Elicaone, il principe di Dardania, che salpa sulla Xanto, una nuova nave grande ed avveniristica, che tutti chiamano la nave della morte perchè hanno paura che affondi subito, visto quanto è strana e gigantesca sul mare. Elicaone è anche chiamato Enea e si innamora di Andromaca, la futura sposa del suo migliore amico Ettore,il figlio primogenito di Priamo, il re di Troia. la città dai tetti d'oro, uomo volgare, cattivo, crudele e donnaiolo, anche se sempre innamorato di Ecuba, l'unica sua moglie !
E poi c'è il crudele e vendicativo Agamennone, re dei Micenei e tanti altri personaggi per tante vicende curiose....
Anche questa storia era troppo interessante per leggerla piano piano: me la sono gustata in 4 giorni, leggendo fino a tardi, al mattino di buon'ora e nel primo pomeriggio, un vero tuffo in 478 pagine fantastiche !

giovedì 28 giugno 2007

Le indagini di...

Oggi tutti parlano del discorso di Walter Veltroni, tenuto ieri a Torino al Lingotto. Un fatto senz'altro importante che rilancia nel mondo della politica un uomo "giovane", ha 52 anni come me, e con le idee chiare sul futuro, tanto diverso probabilmente dai vari "soliti" politici che purtroppo compaiono sempre in Tv, di destra o di sinistra, che siano, compresi Parisi, Bindi, Bersani e &, che ahimé già vogliono salire anche loro sullo scalino più alto del nuovo PD !!!
Beh, io personalmente devo ancora leggermi con attenzione il lungo discorso di Veltroni e rifletterci sopra un bel po', ma sicuramente vorrei tanto che fossero i giovani, quelli ancora più giovani, molto più giovani, che cominciassero ad avere finalmente la possibilità di fare politica ...
Solo così forse ci sarebbe la possibilità di snellire e rinverdire quei rapporti sempre più lontani tra noi cittadini ed i politici di professione


E quindi questa sera parlerò di libri, solo libri, e x essere più precisa, di indagini e di omicidi con donne investigatrici !!!
Domenica sera è terminata anche la prima serie di episodi di Provaci ancora prof!, le simpatiche indagini del commissario di polizia Gaetano Berardi ( Paolo Conticini , classe 1969 ! ) con l'aiuto, spesso un po' intrigante, della prof Camilla Baudino, l'amore non corrisposto del bel commissario in questione. Il personaggio di Camilla è liberamente tratto dai libri di Margherita Oggero, l'ex prof torinese che ormai si dedica a tempo pieno ai gialli della sua prof appassionata di omicidi
Ma in questi ultimissimi giorni di scuola, ho ritrovato anche il tempo x leggere di più e mi sono gustata con vero piacere La Morte negli Occhi di Terry Persons ed Sperling & Kupfer
E' il primo libro di un nuovo personaggio femminile, Bernadette Saint Clare, agente FBI con la particolarità di avere poteri inquietanti e molto speciali. Riesce infatti a vedere con gli occhi dell'assassino, toccando degli oggetti usati da chi uccide.
E' un libro ben scritto, anche piacevole in alcuni momenti, e spicca, sulla storia vera e propria, questa donna con x le sue capacità paranormali che si ritrova isolata dai suoi colleghi maschi che non la capiscono e la temono. Simpaticissimo il suo incontro con il proprietario dello stabile dove va a vivere, ed il suo buffo cane, nel suo attico quasi privo di mobili. Gli incontri con questo bellissimo uomo affascinante diventeranno abitudine ed anche qualcosa di più, ma ...
ma non voglio togliere la sorpresa di un finale veramente originale e la scoperta che quest'uomo con cui Bernadette si è trovata così bene è .... sssssssshhh , non vi svelerò il suo mistero, statene certi !
Ho anche letto Subito dopo mezzanotte di Jonathan Kellerman ed Sperling
Ho letto tutti i libri di Kellerman con lo psicologo Delaware ed il suo amico poliziotto ma questo ha come protagonista una donna, Petra Connor, che sicuramente ha tutta la stoffa x piacere anche lei a lungo. Le sue storie si svolgono a Los Angeles ed è con l'intelligenza ed un pizzico di fortuna che riesce a trovare l'assassino di 4 giovani uccisi fuori da un locale notturno famoso.
Molto diversa dal personaggio Delaware, ma intensa e carica di interesse con tutta la suspence necessaria x piacere molto. Un buon libro, da leggere tutto d'un fiato, fino in fondo...
E da domani sarò a casa. Già con tante altre letture pronte pronte x essere assaporate in pace e tranquillità. Buona notte e... sogni d'oro a tutti e a tutte voi che mi leggete con assiduità erica

martedì 12 giugno 2007

Letture

In queste ultime settimane ho letto meno del solito e le mie letture sono state decisamente varie.
Mi è piaciuto moltissimo il libro, in edizione francese originale, di Jeanne Bourin " La Dame de Beauté". Questa scrittrice francese, di cui avevo già letto anni fa La Chambres des Dames, una bellissima storia medievale, ci porta con questo suo romanzo nella vita di Agnès Sorel, la prima amante reale riconosciuta ufficialmente, ricoperta di titoli e di beni materiali. Accompagnatrice di Isabella di Lorena, duchessa d'Anjou, Agnès ha 21 anni quando incontra a Tolosa Carlo VII re di Francia, di 40 anni. Questa bellezza bionda, colta raffinata, piena di gioia di vivere e di fede, medievale e moderna nello stesso tempo, farà innamorare profondamente quest'uomo cupo, inquieto, sfortunato, che deve sempre vivere in costante ansia x i pericoli ed i nemici che lo circondano. Con lei si trasformerà completamente e diventerà un uomo allegro, sicuro, felice... Il libro termina con la morte di questa bellissima donna, che, dopo aver dato alla luce la terza figlia del suo re amante, neanche trentenne viene colpita da un'infezione post parto e se ne va lasciando solo il suo grande amore ma anche alcuni giovani nobili, uno in particolare, perdutamente innamorati di lei
Le mie memorie della storia francese sono vaste ma non ricordo altro di questo re e mi sono ripromessa , appena avrò un momentino di tempo, di fare una breve ricerca sul resto della sua vita, quando e come è morto e se dopo Agnès ha ritrovato un'altra donna da amare con la stessa profonda intensità con cui ha amato lei. Anche se, come ci racconta il libro, ha avuto dei figli anche dalla regina sua moglie nello stesso periodo in cui Agnès era incinta delle sue !!! ...
Poi ho letto il libro autobiografico di Ilona Staller "Per amore e per Forza"
Era stata ospite di Corrado Augias nella sua trasmissione di Rai3 e mi aveva incuriosita xchè naturalmente noi tutti la conosciamo come Cicciolina, la pornodiva diventata onorevole radicale del Parlamento italiano parecchi anni fa, creando scandalo e scalpore notevoli
Un libro interessante, la storia di questa ragazza ungherese, povera ma bellissima, - le foto del libro sono splendide e da giovanissima era veramente bella - che viene in Italia x caso dopo aver lavorato x i servizi segreti del suo paese, che incontra Schicchi e che inizierà ad essere famosa come diva di film pornografici. Ilona parla di quei tempi, della sua amicizia con Moana Pozzi, l'altra bellissima ragazza pornodiva, del suo incontro con lo scultore americano, che la sposa, e si serve della sua fama e notorietà x diventare ricco e conosciuto, e che le creerà tanti problemi e disavventure xchè le rapisce il figlio e cerca in tutti i modi di non lasciarglielo più vedere
Una donna sicuramente particolare, dolce ed ingenua, x certi versi, ma decisamente amareggiata xchè si rende conto di essere sempre stata sfruttata dagli uomini x la sua bellezza. Lei ha dato loro amore ed affetto, quell'amore e quell'affetto che le erano mancati nella sua infanzia dove la figura dominante della madre non era certo dolce e tenera, ed in cambio ne ha ricevuto ben poco!
E' un libro un po' strano ma è un libro x tutti, senza volgarità o altro, e alla fine mi è restata una certa amarezza ed un pochino di tristezza x questa donna tanto diversa x modo di vivere e di pensare dal mio mondo, a cui la natura ha regalato una bellezza sfolgorante, la notorierà, i soldi, ma anche parecchia infelicità
Completamente diverso è invece il libro di Ayaan Hirsi Ali "Infedele". Questa ragazza nata in Somalia, ma rifugiata in Kenia con la madre il fratello la sorella e la nonna x motivi politici durante la dittatura di Siad Barre, vive una vita di miseria xchè il padre oppositore del regime li abbandonerà e si ricostruirà un'altra famiglia, la terza, con un'altra moglie ed un'altra figlia, ma soprattutto xchè lei subirà violenze e soprusi dalla stessa madre e dal dramma di essere mussulmana.
Ayaan ci racconta tutta la sua vita, ci spiega con grande accuratezza come a poco a poco passa dall'integralismo mussulmano alla convinzione che è sbagliato ed ingiusto x le donne essere considerate inferiori e l'essere trattate troppo spesso peggio degli animali. Ayaan arriverà nel 1992 in Europa e si rifugerà in Olanda, dove trova aiuto e comprensione e una vita diversa. Ma il suo impegno e la sua denuncia contro i trattamenti disumani delle donne mussulmane anche nella nostra libera civiltà la portano a conoscere Teo Van Gogh con cui creerà un filmato di 10 minuti. E naturalmente la vendetta integralista che colpirà a morte il regista olandese e che obbligherà questa bella donna coraggiosa ad una vita nascosta e protetta. Mi è piaciuto molto questo libro xchè Ayaan nel suo raccontare la sua vita spiega bene come sono i pensieri religiosi mussulmani e, attraverso il suo riflettere, giunge a mettere a confronto le diversità tra il nostro credo cristiano, che ci permette il libero arbitrio, e la concezione fatalista mussulmana. Due mondi completamente diversi, un abisso tra loro. Ayaan spiega anche, e molto bene, chi sono gli integralisti che odiano il nostro mondo occidentale e la loro pericolosità
Adesso smetto di scrivere xchè è iniziato un bel temporale e quindi devo chiudere il portatile, ma ho già pronto un nuovo libro. Senza libri la vita sarebbe proprio noiosa e monotona !
un saluto erica

venerdì 11 maggio 2007

Un brindisi con Antonio

L' amico blogger de la Stampa Antonio Cracas ci invita a brindare assieme a lui e all’editore Falzea negli spazi dello stand K 117 della Fiera Internazionale del libro di Torino. L’appuntamento è domani 12 maggio alle 19 e 30 per festeggiare insieme con lui, in anteprima, l’uscita del suo romanzo intitolato Raìshja, di cui si può già leggere l’interessantissima trama cliccando su

Tanti AUGURI ad Antonio e buona lettura !

domenica 22 aprile 2007

Frammenti di memoria ... la Resistenza

Arrivando dal centro di Omegna, si prende via De Angeli e si arriva al ponte sul fiume Strona, che scende dalla valle omonima. una valle molto bella con la stretta strada che sale curvando lungo il fiume a raggiungere i vari paesi su su fino a Forno, l'ultimo prima delle montagne e dei sentieri alpini che hanno visto passare, x due lunghi anni e due inverni freddi e nevosi, il '43-44 ed il '44-45, i partigiani combattenti ed i fascisti ed i tedeschi che rastrellavano tutta la zona, confinante con l'Ossola e la Svizzera e con la Valsesia.
Nella primavera 1994 insegnavo francese in Valle e ho collaborato ad una ricerca dei ragazzi di seconda e terza media di Valstrona, da cui nacque poi un piccolo libretto curato editorialmente dal Comune e con il patrocinio della Regione Piemonte. Le foto erano di Carlo Pessina, un fotografo molto noto qui in zona.Il titolo era I Luoghi della resistenza in Valle Strona e la maggior parte delle testimonianze era stata raccolta dagli alunni nei paesi.
I testimoni erano le donne e gli uomini che avevano assistito agli avvenimenti, agli eccidi ed alle stragi dei Fascisti ed alle aggressioni, ai pestaggi o alle morti di alcune donne che avevano protetto i partigiani, spesso i mariti o i figli che erano saliti in montagna.
In questa piccola valle, conosciuta attualmente da pochi appassionati di montagna, splendida e solare, gli episodi atroci furono molti, troppi in effetti.
Io ho tradotto dal dialetto locale le voci ed i racconti registrati ed ho scritto a computer gli episodi più significativi.
In queste storie di tanti anni fa ci sono i nomi dei 6 giovani della valle e della pianura, che morirono fucilati a Strona il 27 giugno '44, senza conforto religioso, dopo essere stati presi in un'imboscata e condotti a Omegna, x essere interrogati e poi condannati a morte e riportati su in paese su un camion, i 9 giovani che, feriti o ammalati, furono accolti nella casa del parroco don Giulio Zolla, ma vennero barbaramente assassinati a Forno il 9 maggio '44 dai militi della Muti, giunti da Fobello con il sottotenente De Filippi.
Veramente toccanti le parole del parroco Zolla, scritte x non dimenticare quei sanguinosi momenti di barbarie e ferocia a cui dovette assistere e le parole del fascista che gli ordinò di tenere i cadaveri dei morti, finiti tutti con un colpo in testa, lì sul posto fino alla sera x farli poi portare al cimitero dagli uomini che sarebbero rientrati dal lavoro!
Alcuni testimoni partigiani che hanno raccontato episodi di guerra e di fughe che hanno permesso loro di sopravvivere, seppur feriti, li ho conosciuti anch'io molti anni dopo quelle vicende, come Sabatino Meloni o Pippo Coppo, comandanti di brigate partigiane, che vivevano qui a Crusinallo, Bortolo Consoli, che era amico dei miei genitori e veniva spesso a casa mia e nelle scuole a parlare con gli alunni, o Bruno Rutto e suo fratello, che lavorava con mia mamma, e ricordo pure il dottor Balconi, di Omegna, che in qualità di medico fu di grande aiuto x tutti quelli che avevano bisogno e che andò spesso a prendere i morti abbandonati.
Alcuni dei nomi di quei giovani li avevo già sentiti nominare da mia mamma, come Nandino Bariselli e Giovanni Sozzi, suoi compagni di classe, uccisi a Chesio il 9 maggio ' 44 da una compagnia di militi fascisti della Tagliamento, dopo essere stati presi insieme con altri 3 della loro pattuglia e crudelmente torturati, o Alberto Realini, cognato di una sua collega d'ufficio, ucciso il 14 aprile 1945 all'Alpe Cardello, qui sopra Crusinallo.
Realini e i suoi due compagni, probabilmente traditi dalla spiata di una di qui e caduti in un'imboscata, si difesero strenuamente ma furono sfigurati dalle molte ferite e uccisi da un colpo di pistola sparato a bruciapelo. I fascisti scesero poi a piedi giù dall' Alpe Colla e arrivarono qui dietro a casa mia. Erano i fascisti del presidio di Omegna, che si trovava all'interno e delle scuole e degli uffici della ferriera Cobianchi, la ditta dove mia mamma era impiegata, al comando del quale vi era il tenente Finestra. Quando arrivarono a fondovalle, in casa di mia nonna c'erano solo lei, mia zia e mia mamma, che dovettero uscire e chiedere loro se avevano bisogno xchè uno era portato a braccia su di un asse. Il capo disse che il soldato era solo ferito ma che andava tutto bene, x mia mamma invece era già morto!
Da Omegna i fascisti se ne andarono il 24 aprile 1945, con un accordo con i capi partigiani, che li lasciarono liberi di scendere verso Gravellona e verso il lago Maggiore, Baveno, Stresa, Arona ed il fiume Ticino.
Mia mamma incontrò i primi partigiani scesi a valle proprio qui in fondo alla strada, seduti su un sasso che fumavano...
Ma la Valle Strona non festeggiò la partenza dei fascisti e dei tedeschi xchè ancora stava piangendo la morte di tanti giovani e di Giustina Peretti, giovane donna incinta di diversi mesi, che fu trovata in casa, a Forno, con la figlioletta e uccisa il 25 marzo 1945 da una raffica di mitra.
Quel giorno i militi della brigata Ravenna stavano cercando un partigiano ferito e le loro nefandezze in paese furono notevoli : minacciarono di morte il parrocco Zolla, bruciarono diverse case della piccola frazione di Otra, rastrellarono gli abitanti ed uccisero prima Giustina, dopo averla schernita e beffeggiata, e poi Calogero Calleri, un giovane operaio siciliano che lavorava nelle miniere di Campello. Calogero subì sevizie e torture e fu fucilato alle porte del paese.
Di loro e di tutti gli altri martiri della Resistenza restano lapidi, monumenti, murales e cippi a ricordo. A tutte le donne della valle, che hanno rischiato più volte la vita x autare i resistenti, è stato eretto all'Alpe Quaggione un monumento in memoria.
Noi ricordiamo sempre il 25 aprile come il giorno della Liberazione, ma qualche volta io mi chiedo se ne valeva la pena, rischiare la pelle e lasciarcela x un paese che ben raramente ricorda i loro sacrifici e le loro vite date con tanto coraggio in nome della libertà ...
Tanto sangue versato x chi ? x che cosa?

* Bortolo Consoli fu x anni il presidente dei partigiani locali sopravvissuti e scrisse parole di fuoco quando l'ex tenente Finestra, il comandante fascista del presidio di Omegna, dove morirono tanti partigiani e civili nei due anni della resistenza nelle azioni dai lui comandate, fu eletto sindaco di Latina!

sabato 17 febbraio 2007

Guido Rossa

Guido Rossa fu assassinato dalle BR il 24 gennaio 1979 a Genova.
Era un operaio sindacalista dell'Italsider, un uomo coraggioso, che aveva denunciato Francesco Berardi, uno dei postini delle brigate rosse all'interno della fabbrica in cui lavorava.
Nel libro Guido Rossa, mio padre, ed BUR, sua figlia Sabina ricostruisce dopo quasi trent'anni la storia di suo padre e quell'omicidio che avrebbe lasciato un segno profondo nella lotta al terrorismo brigatista.
Dopo anni di rimozione e di omertà, la ricerca accurata di Sabina Rossa, le sue indagini ed il suo coraggio hanno fatto affiorare verità e segreti di un'epoca tragica e dolorosa.
Questo libro è una lettura estremamente importante x chi vuole approfondire la conoscenza degli anni di piombo. Gli incontri di Sabina, alla ricerca della figura del padre, ucciso quando lei aveva 16 anni, e dei perchè della sua morte con ex brigatisti, da Guagliardo che gambizzò Rossa nell'agguato, a Curcio, Franceschini e Nicolotti, compagni di partito ed operai, magistrati carabinieri e forze dell'ordine sono una testimonianza unica e speciale x il valore storico ed umano che esse rappresentano.
In questo suo percorso di approfondimento Sabina incontra persone le cui testimonianze permettono di ricostruire la storia del nostro paese, in particolare dal 1964 al 1979, e la tragedia di quegli anni in cui " venne portato un attacco eversivo di estrema gravità alle istituzioni democratiche e alla libertà, che provocò forti tensioni e problemi... Gli anni dei tentativi di colpo di Stato del generale Di Lorenzo, di Valerio Borghese, delle stragi fasciste con la mattanza nelle banche sui treni e nelle piazze. Gli anni delle trame piduiste e del piombo delle brigate rosse, con un numero impressionante di morti e di feriti "
Al termine del suo percorso Sabina scoprirà alcune verità a lungo taciute, in particolare la presenza di una quarta persona al momento dell'agguato, quando Dura, l'assassino, amico di Moretti, ritornò indietro x sparare al cuore di Guido Rossa, e di cui nessuno mai aveva detto nulla,o il ruolo segreto avuto da suo padre all'interno del Pci, in quella sorta di Intelligence riservata, impiegata inizialmente x fronteggiare il pericolo di un colpo di stato della destra e passata poi a impedire l'espandersi delle BR.
Anche in questo libro ci si chiede se valeva veramente la pena di sacrificarsi e di sacrificare la vita x uno Stato che tanto spesso si è dimostrato ingeneroso nei confronti di chi lo ha servito fedelmente o addirittura ha protetto i segreti dei carnefici.
Nei racconti e nelle ricostruzioni di Sabina Rossa vi sono spesso parole inquietanti sulle connivenze e sulle complicità degli apparati dello Stato, sul doppio fondo e sui legami esteri delle BR, in particolare con l' Hyperion di Parigi, sull'atteggiamento ambiguo della vigilanza Italsider, sulla paura di chi era a livello medio- alto nell'azienda e sentiva la minaccia delle attività di controllo de Guido, sulle simpatie di queste categorie non operaie per le attività sovversive dei terroristi,con l'imput di ucciderlo partito addirittura dal cuore della fabbrica.
Molte domande restano ancora senza risposta ma molto è riuscita ad ottenere questa coraggiosa donna x arrivare alla verità
Grande e tenace come suo padre, la cui lungimiranza il coraggio e la coerenza con se stesso, con i suoi principi e con i suoi ideali ha fatto sì che lui non si tirò indietro, lui non scappò, lui non ebbe paura. Affrontò la morte, una morte preannunciata e "voluta"!, con consapevolezza
Anche Sabina si è chiesta come me lo sono chiesta spesso anch'io chi ha veramente tirato le fila, chi ha usato e strumentalizzato quella generazione di giovani, di sinistra, ma non solo, armandoli e mandandoli allo sbaraglio in una guerra folle senza speranza.
Alcune sue scoperte sono veramente sensazionali e lasciano senza fiato.Un libro da leggere x saperne di più, x non dimenticare tante mortie assurde, tante vittime innocenti, tante vite spezzate, comprese quelle dei tanti giovani rovinati dall'ideologia, da poteri occulti, da una distorta idea di rivoluzione politica e sociale, finiti in carcere o latitanti o morti ammazzati da ex compagni di lotta, nell'indifferenza dei secondini.
Ne valeva la pena? Ne valeva veramente la pena che tanti miei coetanei abbiano rovinato la loro, e la nostra ,gioventù con la strada sbagliata della violenza e del terrorismo ? ne valeva la pena di finire x anni ed anni in prigione, assassini e carnefici e complici di oscure trame ? Si renderanno conto, dopo tanti anni , di essere stati delle pedine, di essere stati usati, di aver buttato via i loro anni migliori x nulla? Ne valeva la pena ?

venerdì 16 febbraio 2007

I Silenzi degli Innocenti

Oggi pomeriggio ho letto tutto d'un fiato un libro appena acquistato, I silenzi degli Innocenti di Giovanni Fasanella e Antonella Grippo ed BUR.
Un libro sugli anni di piombo con 18 testimonianze delle vittime del terrorismo rosso o nero in Italia, dai rapiti o gambizzati delle Br o dei gruppi armati proletari ai superstiti delle stragi fasciste dell'Italicus e di Piazza della Loggia di Brescia, dai parenti dei poliziotti e delle vittime, in primis Bologna, ai figli dei morti "politici", da Aldo Moro al giornalista Tobagi, dal maresciallo Berardi di Torino al magistrato di Genova Francesco Coco, e a quelli degli " innocenti", come Lino Sabbadin .
Un libro con tante voci e tanti diversi modi di affrontare la morte violenta, il dolore, la salvezza miracolosa o l'incubo di una strage devastante, ma un solo, unico filo conduttore: il silenzio e l'obblio imposto alle vittime ed ai loro familiari, la memoria di chi ha vissuto quegli orrori, il senso di abbandono da parte dello Stato, uno Stato talvolta ambiguo e sospetto, se non complice, di quel lungo periodo volutamente dimenticato.
In questi ultimi anni si è dato un grande spazio ai carnefici di quegli anni, ai protagonisti negativi, usciti dal carcere o neppure mai entrati, agli assassini protetti dai " cattivi maestri" che li avevano indottrinati e gli avevano messo in mano un'arma, ancora presenti ma ben nascosti. I mass media intervistano ex terroristi," nuovi eroi di cartapesta, nuove star del firmamento televisivo, che scrivono libri e pontificano", ma nascondono segreti e verità e misteri mai risolti.Molti di loro non hanno mai chiesto perdono, non si sono mai pentiti dei morti e delle stragi impunite, del sangue versato senza pietà alcuna.
I silenzi delle vittime e degli innocenti, che con grande compostezza e dignità non cercano commiserazione, benefici o privilegi, sono ancora più assordanti nella loro ricerca di giustizia e verità, di chiarezza e di informazioni vere.
Loro chiedono allo Stato l'abolizione del segreto di stato, la declassificazione dei documenti delle indagini e dei processi di quasi vent'anni di lotta armata e di attentati e stragi , dal 1969 al 1987.
Loro vogliono trovare una risposta ai tanti xchè ancora insoluti, al di là di quei muri di gomma innalzati dalle istituzioni, che impediscono di fare nomi, di indicare tutte le responsabilità dei terroristi e dei loro mandanti, anche stranieri.
Solo la verità può aiutare queste persone a seguire la via della memoria e del perdono e della riconciliazione con i propri carnefici, ma l' immaturità di uno stato democratico che rimuove e dimentica e non sa fare i conti con la propria storia, errori e stragi e guerra civile del dopo 68 compresa, non aiuta quel processo di crescita fondamentale x venire fuori dall'illegalità e dalle scorrettezze di una cultura e di un mal costume molto negativi.
Alcuni dei testimoni delle interviste evidenziano soprattutto il fatto che non si è mai fatta chiarezza xchè molti terroristi erano figli di una borghesia che ha protetto se stessa ed il suo futuro.
Una tesi senz'altro interessante x un libro che in ogni pagina fa riflettere e apre nuovi orizzonti su quegli anni di piombo x me tanto spesso incomprensibili.
E' stato con estrema commozione che ho letto i ricordi dei chi era a Bologna quel 2 agosto 1980 e nella lista dei morti della strage alla stazione ho ritrovato il nome del mio vicino di casa, che anche lui era x caso su quel treno della morte.
Altri nomi di morti o feriti mi hanno riportata agli anni 70, ai miei anni universitari di Torino ed al terrore sparso in tante parti della città da quei ragazzi della mia età, il cui odio e la cui follia, ben strumentalizzati da " cattivi maestri", ha reso triste la mia gioventù e quella di una intera generazione.
Alcuni di loro sono ora addirittura al governo, ma io mi chiedo sempre come possano convivere così tranquillamente con il sangue versato dalle loro vittime in nome di una causa assurda e vergognosa e completamente inutile.
E come possano ancora coprire i loro mandanti e le loro bugie !

domenica 7 gennaio 2007

Salindé

Nella lingua soninké significa " poter pregare - purificate x accedere alla preghiera "Così iniziano le pagine di un libro, Mutilata Vittima di un rito crudele di Khadi Cairo editore, che ho letto recentemente. Un libro di 180 pagine circa, un libro difficile x l'argomento trattato, x la vita triste di questa donna senegalese che si racconta con grande coraggio e tanta sofferenza, xchè è stata vittima del salindé, il rituale dell'escissione, un " sopruso", così lo definisce Khady, che ha tenuto, e tiene ancora, le donne africane legate ad un rituale choccante ed estremamente doloroso e pericoloso, che non ha nulla a che vedere con la religione.
Khady rievoca nelle sue pagine il ricordo del giorno in cui le nonne della famiglia sottoposero lei, che aveva 7 anni, e le cuginette al terribile rito di escindere la parte intima della loro sessualità femminile, affidato ad una "esperta" di professione, il dolore, lo choc, il pianto e le urla terribili, sue e delle altre bambine. Racconta la sua vita successiva, il suo calvario dovuto a quella mutilazione intima, che le impedirà x sempre il piacere di amare, il suo essere obbligata a sposare a soli 13 anni un cugino, che la porterà in Francia a soli 14 anni, e la maltratterà, la picchierà e la metterà in cinta più volte, con grave rischio x lei al momento di partorire, impedendole troppo spesso di condurre una vita normale e felice. Grazie all'aiuto di alcuni vicini di casa francesi e ad alcune associazioni militanti di donne, Khady, può tornare a scuola e riesce ad avere un lavoro sicuro, che le permette di divorziare e di vivere con i propri figli, lontano da quell'uomo violento analfabeta e superstizioso e dalla sua nuova moglie, giovanissima intrigante ed infelice.
Khady, nata in Senegal nel 1959,è attualmente presidente di EURONET, réseau européen de lutte contre les mutilations génitales féminines de Bruxelles, ha parlato alla Commissione x i Diritti Umani di Ginevra e all'Onu. Lei è riuscita a crearsi una vita diversa, libera dalla volontà di dominare degli uomini, dalle tradizioni e dalle superstizioni di un mondo, con costanza e grande coraggio. Sovente nelle pagine di questo suo libro sottolinea che, nonostante tutto, lei ha avuto la grande fortuna di essere comunque nata in una famiglia, mussulmana, che riteneva la scuola ed il saper leggere e scrivere essenziale. Perchè il suo essere andata a scuola è stato un grande vantaggio ed uno stimolo quando si è ritrovata sola ed in difficoltà in terra europea. Grazie alla sua " cultura" ha potuto liberarsi di un giogo pesante ed aiutare le altre donne africane nelle sue stesse condizioni che vivevano a Parigi.
Non è stato facile leggere questo libro, la sua storia e certe descrizioni violente ed agghiaccianti, ma il problema che affronta è un problema di cui spesso non si sa nulla o non se ne parla, che ancora oggi esiste ed è ben radicato nel mondo. Infatti ogni anno ancora 2 milioni di bambine sono sottoposte ad infibulazione e ben 140-150 milioni di donne al mondo hanno subito questa mutilazione. Un incubo x le donne ed un grave pericolo x la loro salute fisica e x la loro dignità morale, x loro come persone che come esseri umani hanno dei diritti fondamentali.
In una trentina di Paesi africani, in particolare Egitto, Mali, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, questa pratica non è stata abolita. Io mi sono chiesta leggendo questa storia se altre bambine, nate qui da noi, in Italia, ancora oggi subiscano queste mutilazioni, nonostante le leggi lo proibiscano, proprio come le prime figlie di Khady subirono pure loro l'escissione in Francia, x una barbara convinzione, che si tramanda di generazione in generazione, di mantenimento della purezza e della verginità delle ragazze e della fedeltà delle spose. E se succede, chi ne è responsabile e chi ne è complice ?

martedì 26 dicembre 2006

Regali di natale

Come ogni anno mi sono regalata dei libri, quelli che mi piacciono e che nessuno mi regala mai xchè sanno che leggo tantissimo e non sanno bene, in effetti , cosa regalarmi
Ho trovato gli ultimi romanzi di Carol o' Connor e di Elizabeth Peters e me li sono letta subito, senza aspettare un minuto di più
La O'Connor è una giallista che mi è piaciuta fin dal suo primo romanzo , Susan a faccia in giù nella neve, e che ha continuato nel tempo a piacermi sempre di più
Come una bambola di stracci è il nono volume da lei scritto ed ancora una volta la protagonista della storia è Mallory, la giovane e bellissima detective bionda, esperta di computer, ma dal grilletto facile, che ci porta in giro x New York alla ricerca del colpevole di un assassinio
Anche in questa storia ci sono Riker, il suo amico poliziotto col vizio del bere, e Charles, l'amico ricco e innamorato di lei che non osa mai dichiararle il suo amore, e come sempre c'è l'ombra di Markovitz, il poliziotto che l'aveva salvata dalla strada e l'aveva adottata...
Non svelerò il finale, veramente a sorpresa questa volta, ma spero che le sue avventure continuino ,,,e che anche altri come me la leggano e si divertano con questa straordinaria ragazza anomala!
E. Peters invece è un'archeologa di professione, come la protagonista dei suoi romanzi gialli, Amelia Peabody, una fantastica giovane donna eccezionale che vive tra Londra e l'Egitto delle piramidi e delle scoperte archeologiche, ai tempi della Regina Vittoria, e che porta a termine le sue avventure con l'aiuto di un marito innamorato ma geloso e di uno stravagante ed intelligentissimo figlioletto con la passione x la nitroglicerina e gli esperimenti sui cadaveri mummificati
Indagine nel museo Egizio si svolge interamente a Londra e i colpi di scena si susseguono continui improvvisi e ripetuti, con un ritmo serrato ed avvincente, che attira il lettore e non lo lascia più fino all'ultima pagina
Gli appassionati di Agata Christie dovrebbero leggersi anche la Peters:il suo stile è veramente unico ed indimenticabile e le sue storie molto originali !

domenica 3 dicembre 2006

Una vita in Prima Linea

Alcune domeniche fa, nella mezz'ora di Rai3, la giornalista Lucia Annunziata intervisto' Sergio Segio, il capo di Prima Linea, che ha scritto un libro Una vita in Prima Linea, della Rizzoli.
PL come le BR e' appartenuta agli anni di piombo, a quegli anni di attentati ed assassinii di una lotta cruenta di sinistra contro la destra e le istituzioni corrotte, che porto' morte e sangue, cosi' come morte e sangue erano stati versati in precedenza dalle stragi di matrice fascista e golpista, con la complicita' di servizi segreti deviati, in banche, piazze o treni, stragi che restarono sempre impunite .
Alla fine degli anni settanta studiavo a Torino a Palazzo Nuovo e alcuni di quei terribili momenti sfiorarono anche me, che ero lontana da ogni gruppo politico e desideravo solo terminare in fretta x tornare a casa a lavorare a tempo pieno ed essere totalmente libera economicamente
Ricordo ancora la tensione di quei giorni, le uccisioni che colpivano il cuore della citta' e la bloccavano x ore, la guerriglia che scoppiava improvvisa nel grande atrio dell'universita' e sconvolgeva e feriva anche noi che non c'entravamo nulla, gli scioperi e le occupazioni che ci impedivano di frequentare e di dare gli esami, il gelo di un pomeriggio di marzo in cui sotto ai portici di via Po non c'era in giro un'anima e poi le lezioni sospese xche' avevano rapito Moro, e poi la sua morte e tante altre morti ancora...
E un giorno al ritorno da Palazzo Nuovo, la mia amica, che studiava spagnolo, ed io abbiamo camminato sotto ai portici di via Po, come facevamo spesso, x dare un'occhiata alle vetrine dei negozi, dove non entravamo xche' troppo care x le nostre tasche, ma tanto belle da vedere, abbiamo sentito delle grida e improvvisi ci sono passati vicino, sfiorandoci, dei ragazzi della nostra eta' con degli zainetti e un fazzoletto sul viso che correvano in mezzo alla strada e lungo il marciapiede
Scendevano da Piazza Castello e urlavano come impazziti andando verso la Piazza ed il Po'
E' stato un attimo, una frazione di secondi e non abbiamo capito cosa stava succedendo, poi arrivate in piazza Castello abbiamo visto le vetrate d'angolo dell'allora Bar Motta completamente spaccate e ridotte a pezzettini ...
Siamo ritornate a casa, in pensione, perplesse e frastornate xche' avevamo sfiorato qualcosa di violento e di brutto che non ci apparteneva, che era completamente fuori e lontano dalla nostra vita semplice e ben scandita dall'ordine e dal tran tran di un quotidiano normale e pacifico
E la paura che ci ha preso il giorno dopo quando la Tv ed i giornali hanno diffuso la notizia di una fine assurda, quella di un nostro coetaneo che era morto bruciato nell'attentato ad un bar ritenuto di destra e colpito dalle molotov, contenute in quei tascapane che ci avevano sfiorato e che correvano follli insieme ai loro folli possessori, pochi minuti prima di essere lanciate ...
Non ho mai capito completamente quegli anni, non ho mai capito xche' si e' arrivati a quella guerra assurda e mi sono spesso chiesta chi ne avesse le responsabilita', chi avesse spinto tanti giovani della mia eta' a entrare nella sovversione e nella lotta armata e nella clandestinita', che cosa avesse portato a quell'escalation di morti e di sangue, anche il sangue di vittime innocenti capitate x caso nel momento sbagliato, come in quella strada di periferia di Torino dove il sangue di un ragazzo, che tornava da scuola e fu colpito da una pallottola durante un agguato alla polizia, rimase a lungo sul bordo del marciapiede, una macchia non cancellabile ...
Ho acquistato il libro di Sergio Segio e l'ho letto in pochissimi giorni
Un tuffo nel passato, un tuffo in una storia che allora non e' stata la mia storia xche' ero lontana anni luce dalla militanza politica,di destra o di sinistra, e di altro ancora, ma una storia che mi ha sfiorata di persona o coinvolta nel pianto x chi se ne e' andato vittima della strage di Bologna...
Un libro molto interessante e x le vicende umane di chi lo ha scritto ma soprattutto x la sua precisa e ben documentata storia di Pl, nata dall'autonomia, in contrapposizione con le BR, nate dai vecchi apparati comunisti
Nomi, date, episodi che man mano che leggevo mi tornavano alla mente, dopo tanti anni, anche l'episodio di via Po' a Torino che mi aveva provocato parecchia angoscia xche' il destino mi aveva fatto sfiorare gli assassini armati del bar, e altre storie, altre vicende, altre testimonianze che non conoscevo assolutamente
In questo libro ci sono tanti anni del nostro passato, dal dopoguerra al '68, gli anni settanta e ottanta, le lotte operaie,gli errori di Togliatti e la sua amnistia che libero' gli assassini fascisti, a migliaia, i politici, i magistrati, che ancora sono presenti e dominanti sulla scena attuale, i padroni delle fabbriche, e lo sfruttamento delle catene di montaggio, la corruzione dello Stato, la P2, le cariche e le botte delle forze dell'ordine, le torture e le brutalita' nelle caserme e nelle carceri, le carceri, i pentiti e i delatori, il vecchio PC, l'autonomia, le ideologie, la violenza, il giustizialismo ...
Un libro da leggere e su cui riflettere, xche' vi sono delle verita' scomode che sono state rimosse e cancellate, ma che comunque sono a monte della nascita di quella lotta armata che non era di pochi, come spesso ci e' stato voluto far credere, ma che ha coinvolto oltre un milione di persone, come risulta da alcuni documenti ben precisi !
In questo suo racconto personale e privato ma anche e soprattutto storico di un passato pubblico cosi' eclatante e distruttivo, l'uomo che narra, e non il terrorista che ha ucciso, ma di cui ha scontato una lunga pena, si e' reso conto di aver sbagliato e se ne pente
Molto profonde alcune sue pagine e riflessioni sulla dissociazione e sull'aver capito di avere sbagliato , in particolare sul pentimento di aver ucciso i magistrati Alessandrini e Galli, che non erano i nemici della causa portata avanti da PL, ma ben altro...
E con il senno di poi ..., sono parole che ritornano spesso in questa storia
E il passato che non passa... " quel passato x me e' come un'ombra, che mi cammina sempre accanto. Non ci si puo' separare dalla propria ombra...."
Con queste sue parole bellissime, vi invito a leggere Una vita in Prima Linea
Anch'io come lui ( che ha piu' o meno la mia eta', se non e' addirittura mio coscritto ) non credo nel perdono, ma nella giustizia
E tanto troppo spesso, ancora oggi, la giustizia viene deviata manipolata e trasformata dall'ipocrisia, dall'indifferenza, dalla ragion di stato, con i suoi armadi della vergogna ben pieni e ben sigillati !
Auguro a quest'uomo di ritrovare la pace e di vivere una vita di pace, dopo tanti anni di dolore e di brutalita', vittima anche lui come troppi altri di un sistema e di ideologie fasulle e sbagliate, che li ha usati e poi abbandonati al loro triste destino, senza pieta' alcuna