Guido Rossa fu assassinato dalle BR il 24 gennaio 1979 a Genova.
Era un operaio sindacalista dell'Italsider, un uomo coraggioso, che aveva denunciato Francesco Berardi, uno dei postini delle brigate rosse all'interno della fabbrica in cui lavorava.
Nel libro Guido Rossa, mio padre, ed BUR, sua figlia Sabina ricostruisce dopo quasi trent'anni la storia di suo padre e quell'omicidio che avrebbe lasciato un segno profondo nella lotta al terrorismo brigatista.
Dopo anni di rimozione e di omertà, la ricerca accurata di Sabina Rossa, le sue indagini ed il suo coraggio hanno fatto affiorare verità e segreti di un'epoca tragica e dolorosa.
Questo libro è una lettura estremamente importante x chi vuole approfondire la conoscenza degli anni di piombo. Gli incontri di Sabina, alla ricerca della figura del padre, ucciso quando lei aveva 16 anni, e dei perchè della sua morte con ex brigatisti, da Guagliardo che gambizzò Rossa nell'agguato, a Curcio, Franceschini e Nicolotti, compagni di partito ed operai, magistrati carabinieri e forze dell'ordine sono una testimonianza unica e speciale x il valore storico ed umano che esse rappresentano.
In questo suo percorso di approfondimento Sabina incontra persone le cui testimonianze permettono di ricostruire la storia del nostro paese, in particolare dal 1964 al 1979, e la tragedia di quegli anni in cui " venne portato un attacco eversivo di estrema gravità alle istituzioni democratiche e alla libertà, che provocò forti tensioni e problemi... Gli anni dei tentativi di colpo di Stato del generale Di Lorenzo, di Valerio Borghese, delle stragi fasciste con la mattanza nelle banche sui treni e nelle piazze. Gli anni delle trame piduiste e del piombo delle brigate rosse, con un numero impressionante di morti e di feriti "
Al termine del suo percorso Sabina scoprirà alcune verità a lungo taciute, in particolare la presenza di una quarta persona al momento dell'agguato, quando Dura, l'assassino, amico di Moretti, ritornò indietro x sparare al cuore di Guido Rossa, e di cui nessuno mai aveva detto nulla,o il ruolo segreto avuto da suo padre all'interno del Pci, in quella sorta di Intelligence riservata, impiegata inizialmente x fronteggiare il pericolo di un colpo di stato della destra e passata poi a impedire l'espandersi delle BR.
Anche in questo libro ci si chiede se valeva veramente la pena di sacrificarsi e di sacrificare la vita x uno Stato che tanto spesso si è dimostrato ingeneroso nei confronti di chi lo ha servito fedelmente o addirittura ha protetto i segreti dei carnefici.
Nei racconti e nelle ricostruzioni di Sabina Rossa vi sono spesso parole inquietanti sulle connivenze e sulle complicità degli apparati dello Stato, sul doppio fondo e sui legami esteri delle BR, in particolare con l' Hyperion di Parigi, sull'atteggiamento ambiguo della vigilanza Italsider, sulla paura di chi era a livello medio- alto nell'azienda e sentiva la minaccia delle attività di controllo de Guido, sulle simpatie di queste categorie non operaie per le attività sovversive dei terroristi,con l'imput di ucciderlo partito addirittura dal cuore della fabbrica.
Molte domande restano ancora senza risposta ma molto è riuscita ad ottenere questa coraggiosa donna x arrivare alla verità
Grande e tenace come suo padre, la cui lungimiranza il coraggio e la coerenza con se stesso, con i suoi principi e con i suoi ideali ha fatto sì che lui non si tirò indietro, lui non scappò, lui non ebbe paura. Affrontò la morte, una morte preannunciata e "voluta"!, con consapevolezza
Anche Sabina si è chiesta come me lo sono chiesta spesso anch'io chi ha veramente tirato le fila, chi ha usato e strumentalizzato quella generazione di giovani, di sinistra, ma non solo, armandoli e mandandoli allo sbaraglio in una guerra folle senza speranza.
Alcune sue scoperte sono veramente sensazionali e lasciano senza fiato.Un libro da leggere x saperne di più, x non dimenticare tante mortie assurde, tante vittime innocenti, tante vite spezzate, comprese quelle dei tanti giovani rovinati dall'ideologia, da poteri occulti, da una distorta idea di rivoluzione politica e sociale, finiti in carcere o latitanti o morti ammazzati da ex compagni di lotta, nell'indifferenza dei secondini.
Ne valeva la pena? Ne valeva veramente la pena che tanti miei coetanei abbiano rovinato la loro, e la nostra ,gioventù con la strada sbagliata della violenza e del terrorismo ? ne valeva la pena di finire x anni ed anni in prigione, assassini e carnefici e complici di oscure trame ? Si renderanno conto, dopo tanti anni , di essere stati delle pedine, di essere stati usati, di aver buttato via i loro anni migliori x nulla? Ne valeva la pena ?
1 commento:
Il terrorismo brigatista ha fatto solo danno alla sinistra e per questo è giusto chiedersi, chi veramente tira le fila di questo movimento che riemerge, ora, in tempi in cui il governo di centro- sinistra si appresta a trattare tematiche di fondamentale importanza per la classe lavoratrice. Guido Rossa è un grande: io penso sempre molto a lui. Grazie Erica per averlo ricordato.
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