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domenica 20 gennaio 2008

America , in mostra a Brescia

Ieri mattina sono partita alle 7 con il solito ed ormai super collaudato gruppo dell'Uni3 (università della terza età) di Omegna e sono andata a Brescia a vedere la mostra America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo al Museo di Santa Giulia. Una bellissima mostra che mi è piaciuta tantissimo e che mi sono goduta per ben due ore andando di quadro in quadro, mentre ascoltavo le spiegazioni della guida, in cuffia, senza molte persone intorno, come succede di solito nei musei di solito. Una mostra molto vasta con cento anni di pittura che vanno dal sogno romantico e dell’Arcadia di Doughty e Cole di inizio Ottocento fino ai famosi ritratti di Sargent del primo decennio del Novecento.
Mi sono piaciuti molto i quadri dei pittori della Hudson River School, che descrivono i paesaggi ancora incontaminati del territorio americano, ma anche quelli di alcuni loro viaggi nell'America del Sud. Ma ancora di più mi ha attirato la scoperta dei territori dell’Ovest, con i racconti di vita su indiani e cowboy, con i manufatti dei pellerossa tutti ricamati di perline, veramente magnifici, circa 80 oggetti, dai vestiti alle borse ai mocassini ai gioielli alle preziose selle istoriate ai copricapo, dei nativi americani, dalle bambole dei bambini alle sacche da portare a cavallo fino ai porta pugnale e fucile. E mi sono piaciuti veramente molto i quadri di un pittore autodidatta che visse a lungo con le tribù indiane e dipinse i capi Indiani, le giovani ed i bambini, lascindoci delle testimonianze uniche di come erano e di come vivevano. Nella sala dedicata a Buffalo Bill abbiamo potuto vedere la sua celebre Colt con il fucile Winchester, la sella che usava nei suoi spettacoli, le due giacche più famose, i suoi stivali e la famosissima diligenza che venne utilizzata dal 1903 nelle tournée europee.Il colonnello Cody venne anche in Italia con il suo celebre circo in cui lavoravano anche gli Indiani, ma se fu lui a farli conoscere nel mondo, non si può neppure dimenticare che partecipò come militare alle guerre contro gli Indiani, che ne uccise molti ma soprattutto che divenne celebre per aver ammazzato oltre 4000 bisonti. Un massacro di uomini ed animali che sconvolse per sempre il mondo dei nativi americani, un genocidio che portò all'estinzione molte delle tribù indiane e ridusse in una condizione di miseria e schiavitù nelle riserve gli ultimi superstiti. Molto significativo ed intenso il quadro Lo sciamano, dove si può vedere il ritratto di questo uomo così potente nella vita indiana, fermo e stanco, con tutti i suoi attrezzi ammucchiati insieme in un angolo, perchè non gli servono più, perchè ormai gli Indiani se ne sono andati ed anche lui se ne andrà, ucciso dall'uomo bianco, dalla fame, dalle malattie, dalla distruzione di una civiltà che amava la natura ed il territorio e la rispettava e la salvaguardava per le generazioni future, ma che la brutalità di noi bianchi distrusse per sempre. Questi pittori ci mostrano nei primi quadri la forza e la potenza della natura sull'uomo, una natura a cui l'uomo è asservito, così piccolo e fragile che quasi non si vede, ma poi a poco a poco si arriva al dominio dell'uomo sulla natura e sul suo potere anche distruttivo, in molti casi
La pittura impressionista e la grande ritrattistica dell’ultima parte del secolo, con dei quadri molto belli, ci ha portato al termine di una lunga carrellata di oltre 450 opere
Mi sono piaciuti tanti quadri, per lo più sconosciuti, ma quello che sarei rimasta a guardare per ore è questo Orchidee e colibrì di Martin Johnson Heade. Un piccolo capolavoro a olio di incredibile bellezza.( Ho trovato la foto in un sito molto interessante dedicato alle orchidee ). Ed il più bello è senz'altro Le cascate del Niagara di Church; si può ammirare la bellezza del quadro aprendo il sito linead'ombra , con le immagini dei quadri degli artisti più importanti e le tematiche della mostra. Al termine del giro, siamo andati a mangiare al self service e poi siamo ripartiti per un pomeriggio in Francia Corta, terra di vti e di ulivi !

lunedì 24 settembre 2007

Zubin Metha

" Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” Bertold Brecht
Non ho mai amato gli eroi e non sono mai stata fanatica. Neanche da giovane avevo un idolo speciale del cinema, dello sport o della canzone. Amavo la musica, lo sport ed il cinema, oltre a leggere, ma non ho mai seguito le mode ed i modelli imposti dalla pubblicità.
Ricordo i miei anni passati a Torino ai tempi dell'Università quando spesso nei dintorni di Palazzo Nuovo, dove c'è la Facoltà di lingue straniere, vedevo per strada personaggi famosi del cinema o del teatro e della tv, che andavano negli studi televisivi di via Verdi, lì vicino, e non mi veniva mai neppure in mente di chiedere loro un autografo!
Ho visto da vicino vicino Giorgio Albertazzi che stava scendendo da una macchina con autista o Paolo Ferrari che allora era famosissimo per il suo personaggio dell'uomo in ammollo della pubblicità dei detersivi e Micaela Esdra, che recitava spesso in teatro. Erano gli Anni '70 e sono ormai passati 30 anni
Ma anche se sono cambiate tante cose e sicuramente sono molto cambiata io, e non solo fisicamente, non ho perso l'abitudine di non essere fanatica.
Ieri per esempio sono andata a Milano con il solito gruppo dell'Università della terza età di Omegna, che frequento da tanto tempo ormai, per assistere alle 11 di mattina alla prova finale di un concerto della Scala di Milano diretto da Zubin Metha
E' stato molto bello ed emozionante sentir suonare l' 8a sinfonia di Schubert, l'Incompiuta, ed una delle sinfonie di Anton Bruckner dall'orchestra della Scala con la direzione calma e pacata di Metha, un grande, il più grande direttore dei nostri tempi.
Due ore scarse di musica sublime e l 'occasione di vedere dalla vicinanza della platea quest'uomo che ho molto apprezzato in passato in occasioni televisive, come i concerti di Capodanno da Vienna.
Sicuramente un grande genio, ma anche un uomo non tanto giovane, non tanto alto, pacato e tranquillo, in pantaloni scuri e con una maglietta semplice semplice di lanetta grigia
Il suo grande carisma lo si sentiva nel modo di dirigere, sicuramente, ma era anche un uomo, affabile e gentile, con i musicisti e con il pubblico che lo ha applaudito con molto entusiasmo ....
La mia giornata a Milano è continuata poi nel pomeriggio alla Pinacoteca di Brera, dove io ero già stata altre volte in passato, e lì ho potuto rivedere alcuni splendidi meravigliosi quadri che sempre mi lasciano senza parole e senza fiato per la loro bellezza e per la loro intensità
E' veramente un grande dono di madre natura saper dipingere, ma nascere artisti come un Caravaggio, un Bramante, un Mantegna, un Raffaello o un Tiziano ... è veramente il più grande dono che la natura abbia potuto dare a questi uomini
E una volta ancora ho potuto ammirare il Bacio di Hayez, che mi è sempre piaciuto tantissimo fin dai tempi in cui studiavo Storia dell'Arte alle Superiori
Sono arrivata a casa alle 7 di sera soddisfatta e piacevolmente stanca di essermi divertita moltissimo
Una domenica da riporre nel cassetto dei ricordi che non svaniscono mai !
Oggi invece i TG hanno dato la notizia della liberazione dei due soldati italiani sequestrati in Afganistan ma anche del loro ferimento
Un altro spiacevole e grave episodio di guerra
Auguriamoci che queste due giovani vite non diventino altri due eroi da piangere
Una preghiera per la loro salvezza, perchè sventurata è la terra che ha bisogno di eroi. Morti !!!

sabato 27 gennaio 2007

Domenica scorsa...

Domenica scorsa sono andata a Milano con il gruppo di storia locale e di canto corale dell'Università della terza età di Omegna, sempre vario ed eterogeneo e sempre ben organizzato da Martina e da Lino. Con loro sono anni ormai che faccio delle bellissime gite culturali in Italia ed all'estero e ogni volta torno a casa contenta e soddisfatta. Siamo partiti alle 8 e 30. C'era una nebbiolina leggera sul lago Maggiore e le isole si intravedevano nella foschia. In un'oretta e poco più il pulmann ci ha portati nel cuore di Milano, in via Verdi, proprio dietro alla Scala, dove siamo andati in platea ad ascoltare la prova generale del concerto della sera.
Sono state due ore splendide xchè assistere alle prove di un concerto significa ascoltare la stessa musica del concerto con in più la visione del maestro che dirige facendo provare e riprovare, suggerendo ciò che si deve fare ai vari strumenti x avere un suono migliore, con qualche battuta spiritosa qua e là o qualche richiamo in più ai violini, agli ottoni, ai contrabbassi ... Se nel concerto si ascolta solo musica sublime, nelle prove si ascolta musica sublime con il contatto diretto di quello che avviene prima di un concerto, della preparazione finale: è bello vedere gli artisti nel loro privato, chi ha la giacca ma è abbinata a dei pantaloni di velluto rosso, chi si toglie il pullover xchè è troppo caldo, chi prende nota dei suggerimenti del direttore sullo spartito musicale, chi sbadiglia, chi arriva in ritardo, chi chiacchiera a bassa voce con il vicino xchè non è il suo turno di suonare...
Mi è piaciuto molto il direttore Daniele Gatti ed il suo modo di dirigere, preciso ed accurato in tutti i particolari ma calmo e gentile, e mi sono piaciuti ancor di più due delle tre composizioni suonate, la sinfonia n 4 in la maggiore op 90 "Italiana" di Felix Mendellson- Bartholdi e la Sinfonia n 1 in do minore opera 68 di Johannes Brahms, due veri gioielli preziosi.
Ascoltare la musica classica è sempre stata una mia grande passione e in questo concerto dal vivo con l' anteprima di grandi artisti quali sono i musicisti della Scala ho ritrovato il fascino di un altro mondo, un mondo di note suoni e melodie che trasportano il corpo e lo spirito sulle ali di un piacere raffinato e speciale.
Poi dopo un breve spuntino e una visita veloce all duomo di Milano, tutto ripulito ai lati, magnifici nel loro roseo marmo di Candoglia, la cava ancora funzionante qui nella provincia del VCO, ma brutto sulla facciata principale con quei brutti pannelli pubblicitari e quelle specie di maenette grigie che lo circondano in basso là dove i poliziotti in servizio antiterrorismo controllano le borse di chi entra in chiesa, segno dei tempi attuali dove ormai si convive con queste restrizioni senza neppure pensare che sono un impedimento alla libertà individuale di ognuno di noi, anche di chi va a spasso, ci siamo spostati a Villa Reale.
Villa Reale, dimora classica ricca di storia nel centro di Milano, bombardata durante la seconda guerra mondiale dagli alleati, è diventata il museo dell'Ottocento con il nome di Villa Belgioioso Bonaparte.Un museo ricco di oltre duemila dipinti, settecento sculture e alcune collezioni splendide, in un palazzo magnificamente restaurato negli interni e nel giardino all'inglese, con sale e saloni dai soffitti e dai muri ricchi di intonaci, stucchi in rilievo, marmi e specchiere pregevoli e di splendida originalità. Il palazzo è un gioiello di architettura neoclassica ed appartenne al casato del conte Ludovico Barbiano di Belgioioso ma la storia del palazzo e le opere d'arte contenute nel museo sono ampiamente documentate nel bellissimo sito del comune di Milano,
dove basta cliccare sull'immagine del palazzo x trovare gli archivi, le planimetrie delle sale, le opere e gli artisti con ampie biografie e preziose immagini e note tecniche dei loro lavori.
In un'ora e mezza di visita guidata ho visto quadri e sculture splendide, alcune sconosciute, altre note x averle studiate sui libri di storia dell'arte o x averle incontrate sulle pagine di riviste specializzate, una carellata ampia e completa di tutto l' 800, da Appiani a Mosé Bianchi a Pelizza da Volpedo, da Hayez a Medardo Rosso, da Segantini a Fattori a Lega.Tra i tanti capolavori di tanti artisti famosi mi è piaciuto moltissimo un ritratto, molto vivo e moderno, di Francesco Hayez, l'Angelo della Vita di Giovanni Segantini e la Cleopatra di Mosé Bianchi, e le sculture, una più interessante dell'altra.

Un tuffo nel mondo della musica e dell'arte, una giornata diversa unica e speciale, di cui conserverò a lungo il ricordo nella memoria ed in alcune cartoline di quadri, deliziosamente lasciate in omaggio dal museo su un lungo tavolo a chi iniziava il giro delle sale al piano terra !!!

venerdì 5 gennaio 2007

La Moka Bialetti

Le vacanze stanno x terminare ed anche il mio tempo x leggere tutto il giornale sta andando agli sgoccioli xchè quando riprenderò il lavoro, darò solo un'occhiata veloce e mi soffermerò solo su determinate notizie. Ieri invece mi sono letta ben bene anche le pagine dell'economia e lì ho trovato una notizia veramente curiosa e piacevole. Dopo 70 anni la ditta Bialetti reinventa la caffettiera, quella famosa Moka Express con la pubblicità dell'omino coi baffi nato nel 1952 x Carosello. L'articolo dice che, con la collaborazione della Illy Café e 1,4 milioni di euro investiti in anni di studio ed investimenti in ricerca, la Bialetti è riuscita a creare una nuova caffettiera, Cuor di Moka, in grado di estrarre dal caffè la parte migliore, eliminando gli acidi e i grassi bruciati nella fase finale del procedimento di preparazione del caffè.
La caffettiera Bialetti è nata qui a Crusinallo, la frazione più grande di Omegna, la bella cittadina sul Lago d'Orta, nel VCO - Verbano Cusio Ossola -, dove vivo da sempre. La ditta Bialetti iniziò nel 1918 quando Alfonso, che era tornato dall'emigrazione in Francia, dove aveva imparato la fusione a conchiglia, fondò una piccola ditta. Nel 1933 nacque la caffettiera moka, che diventò famosa nei primi anni sessanta con la pubblicità di Carosello. L'omino con i baffi fu un'idea di Renato Bialetti, il figlio di Alfonso, e del pubblicista Aldo Beldì. La ditta Bialetti si allargò e divenne un grande edificio nuovissimo, in via IV Novembre,davanti al fiume Strona, e tuttora esistente, ma ormai occupato da negozi e uffici vari, compreso il Centro Territoriale x l'Impiego, dopo la vendita della ditta nel 1987 al gruppo Faema e nel 1993 a Francesco Ranzoni della Rondine. Se si va a visitare il Forum di Omegna, che ospita il museo del casalingo, xchè è qui a Crusinallo che vi sono le grandi industrie famose, Lagostina, Alessi, Piazza, con la Girmi di Cireggio e la Calderoni di Casale C.C.,si possono vedere le prime Bialetti con il manico in legno, uguali identiche a quelle attuali, con il manico in bachelite, di cui sono stati venduti ben 270 milioni di esemplari in tutto il mondo in 74 anni.
Per tanti anni la Bialetti diede lavoro a centinaia di operai ed impiegati del posto e x anni è stato possibile vedere Renato, con i suoi baffoni, come l'omino della moka, tanto famosa, girare x la città in macchina. Era coscritto di mio papà, classe 1922, e spesso con lui partecipò alle cene dei coscritti, come una persona comune, amante della buona tavola e della cacciagione, in particolare, e non come un industriale ricco e famoso. Purtroppo nel brutto periodo degli anni di piombo se ne andò a vivere via, in Svizzera, forse.
Nel 1980, il 2 agosto, nell'attentato alla stazione di Bologna, morì il mio ex vicino di casa, il papà di uno dei ragazzi con cui sono cresciuta, che era il direttore amministrativo della Ditta Bialetti . Uno choc ed una mancanza tremenda x noi che lo conoscevamo tanto bene, ma sicuramente anche una ben grave perdita x la fabbrica della moka, a cui aveva dato tanto in intelligenza e capacità!
Con la partenza di Renato, poi, se ne è andato anche un simbolo del made in Italy di quei tempi
Un augurio quindi alla nuova creazione e la speranza che abbia altrettanto successo della cara tradizionale vecchia moka, che x tanti anni ci ha accompagnato fedelmente!

lunedì 13 novembre 2006

Un museo molto speciale

Oggi pomeriggio sono tornata da scuola alle 5 e dopo aver bevuto una tazza calda e profumata di una tisana alla frutta, rigenerante dopo due ore passate in una classe troppo calda a parlare con gli alunni di terza, sono salita in mansarda a stampare alcune pagine di un sito molto speciale, il sito di un museo francese di Mulhouse che ospita una ricca collezione di stoffe ed altri oggetti e macchinari francesi e stranieri ed e' unico al mondo

Il Museo si chiama Musee de l' Impression sur Etoffe ed e' visibile in internet a questo link www.musee-impression.com

Vi sono delle bellissime immagini nella Collection ma anche nelle news e nelle Espoxitions temporaires e nella sezione musee si trova la storia di questo museo creato nel 1833 e ingrandito nel 1955, quando cambio' sede e divenne, con doni acquisti ed altro, un' enorme testimonianza storica, sociale, industriale e della moda di tanti secoli di produzione, creazione e disegni di stoffe, ma anche di libri documenti macchinari campioni stili e modi di stampare le stoffe, di renderle preziose, raffinate e splendide

A me piace tantissimo lavorare con le stoffe, tagliarle, trasformarle in abiti, in pupazzi, in bambole, cucirle a mano e sentirle tra le dita, calde, fredde, leggere, pesanti, preziose, delicate, fini, di seta, di lana, di cotone, di lino, di juta, miste ...

E dopo la ricerca in internet ho preparato un riassunto di due paginette che porteremo in questo affascinante museo il 26 di novembre noi dell'Uni 3 di Storia locale di Omegna, quando avremo la grande fortuna di poter visitare il museo durante un weekend a Colmar ed a Mulhouse

eh si' xche' quest'anno andro' anche alla gita di due giorni dei mercatini in Alsazia, che saltavo da parecchi anni ormai, proprio xche' in programma c'era la citta' delle stoffe !!!

e a proposito di stoffe, ora vado a mettere nel sito l'ultima mia creazione in stoffa e pile, Clara la renna !!!


ciao a presto erica