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domenica 14 febbraio 2016

Ipocrisia e compromessi

La nostra cecità e la nostra ipocrisia sono il frutto dei troppi compromessi che abbiamo accettato in nome del realismo e degli imperativi della geopolitica. 

di Pierluigi Battista, da il Corriere della Sera 7 febbraio 2016 

Che al Cairo spadroneggiassero gli squadroni della morte, gli egiziani non hanno purtroppo dovuto aspettare il martirio di Giulio Regeni per saperlo. I ciechi eravamo noi, con la nostra accondiscendenza per un regime oppressivo e dispotico, ma che tutti sentiamo come un argine al fanatismo jihadista dei Fratelli Musulmani. È la contraddizione dell’Occidente: non rompere i rapporti con le tirannie per scongiurare il pericolo maggiore incarnato dall’Isis. Perciò facciamo finta di non vedere le torture nelle segrete del Cairo. Ignoriamo gli impiccati che nelle grandi piazze di Teheran pendono dalle gru, solo perché erano dissidenti, o omosessuali. Non vogliamo capire che gli ultimi disperati in fuga da Aleppo in Siria scappano dagli orrori provocati da Assad, stavolta. Mettiamo il velo sulle nostre ipocrisie e sulle nostre convenienze. E ci risvegliamo solo quando a essere colpiti siamo direttamente noi.

Questa cecità è il frutto dei troppi compromessi che, in nome del realismo e degli imperativi della geopolitica, sono stati in questo drammatico frangente storico, il terreno di cedimento sui valori della democrazia, della libertà, del rispetto dei diritti umani fondamentali. Abbiamo liquidato come fisime da «anime belle», debolezze idealistiche che non tengono minimamente conto delle rudi leggi dell’economia e della politica internazionale, le preoccupazioni sulla terrificante ferocia di chi è nostro «alleato» nella battaglia contro i decapitatori schiavisti del Califfato.

Ogni tanto ci risvegliamo. Certo, quaranta esecuzioni esibite in Arabia Saudita sono veramente un orrore indigeribile, specialmente all’inizio dell’anno, ma per non più di 24 ore di indignazione. Certo, 17 miliardi sono una cifra sufficiente per occultare la repressione che regna in Iran, ma che vergogna, almeno per un giorno. Certo, fa impressione la spaventosa quantità di morti ammazzati, oltre 250 mila in pochi anni, da parte delle truppe di Assad, spalleggiato da un altro campione democratico come Putin. Ma vuoi mettere il realismo della necessità? Vuoi mettere quanto sia più importante della democrazia e dei diritti umani violati la guerra globale contro il Califfo? Vuoi mettere il «male principale» contri questi mali «secondari» di cui in fondo fanno le spese solo loro, non noi?

Qualche volta, però, l’orrore arriva a colpire anche noi. Un nostro ragazzo, un ricercatore curioso e intelligente come Giulio Regeni viene trucidato in circostanze ancora non del tutto chiarite e siamo colpiti da uno choc, costretti a vedere ciò che volevamo nascondere. Travolti dall’orrore. Feriti dalla truculenza che speravamo non macchiasse la nostra algida indifferenza verso le tante vittime di una repressione che miete vittime ogni giorno. Era imbarazzante ammettere che il regime non fondamentalista che oggi è al potere al Cairo sia il frutto di un colpo di Stato: forse provvidenziale, ma pur sempre un colpo di Stato. Che gli squadroni della morte sono in piena funzione in Egitto. Che la tortura è pratica diffusa come ai tempi di Mubarak, forse anche di più. Che migliaia e migliaia di Fratelli Musulmani, i nostri nemici più sanguinari, come negarlo?, sono stati condannati a morte con processi farsa, senza che un fiato si sollevasse da chi nel mondo occidentale si oppone con ammirevole coraggio contro la pena capitale.

Cercavamo di non dire che il dissenso non è tollerato al Cairo. Che la democrazia non è stata esportata in Egitto. E allora, non si può far altro che sostenere questo regime? Basta saperlo. L’importante però, per una questione di pudore, è non indignarsi solo nei giorni comandati, solo quando a essere vittima è un italiano di cui andiamo giustamente orgogliosi. Altrimenti sembra che quando la mannaia si abbatte sugli «arabi», allora è meglio tacere. Che fine ingloriosa, per la retorica dei valori universali e dei diritti fondamentali.

Quei regimi sono oppressivi e liberticidi, sempre, anche quando voltiamo la testa dall’altra parte. Ascoltate quello che dicono gli scrittori iraniani, sul giro di vite repressivo che accompagna anche le «aperture» della nuova dirigenza moderata. Ascoltate le donne di Teheran: l’oppressione di genere è e resta feroce, anche quando l’Europa non sembra volersene accorgere e si appresta a fare cospicui affari sull’onda dell’accordo che mette fine alle sanzioni contro l’Iran. Non è cambiato molto: siamo noi che abbiamo cambiato punto di vista e abbiamo deciso che per tenere e bada il mostro del Califfato bisogna rinnegare tutto ciò che è stato detto negli anni precedenti.

E le immagini di questi giorni dell’esodo da Aleppo? Quelle colonne di profughi si allontanano dall’orrore dei bombardamenti, non dell’Isis bensì dei grandi protettori del regime di Assad. Quando arriveranno qui, dopo peripezie, annegamenti, un’odissea terribile che ci commuoverà per qualche ora come è accaduto con l’immagine del piccolo Aylan, la cui famiglia disperata era in fuga contemporaneamente dall’Isis e dalla dittatura di Damasco, non avremo chiaro esattamente la rotta di chi scappa. Non vorremo capire bene che stavolta sono i nostri alleati . Siamo sopraffatti dalla potenza delle immagini del dolore e della sofferenza ma non possiamo dedurne che a causare questo dolore e questa sofferenza sono i nostri alleati, gli alleati degli alleati, gli amici degli amici.

Ecco la grande ipocrisia in cui si dibatte l’Occidente, l’Europa politicamente inesistente e verbosa, gli Stati Uniti ondivaghi e impotenti. Ecco il dilemma atroce di cui siamo prigionieri: reagire con forza ai soprusi di regimi in cui si può morire nei modi in cui è stato ucciso Giulio, tenere alta la bandiera dei diritti umani fondamentali, oppure tacere, minimizzare, accettare la convivenza coatta con regimi oppressivi nel nome della battaglia comune al Male assoluto rappresentato dal Califfato. Ma allora l’indignazione è meglio ripiegarla. Per dignità. Per non far finta di credere all’intangibilità di valori che ignoriamo tutte le volte che ci conviene. Cioè quasi sempre."

Un articolo bellissimo che ha espresso al meglio quello che io troppo spesso, ultimamente, penso quando sfoglio le pagine del quotidiano, che grondano di notizie orribili di morti e di stragi 


mercoledì 25 marzo 2015

Poveri Lupi

Ieri pomeriggio ho seguito le notizie e le immagini choccanti di France 24 sull'incidente aereo dell' Airbus di Germanwings 
Il mistero dell'aereo partito da Barcelona e caduto sulle montagne alpine francesi dell'alta Provenza tra Digne e Barcelonnette con 150 persone a bordo, dopo una discesa di quasi 10 minuti, da 38 000 metri ai 2000 metri circa, dove planando si è schiantato e disintegrato completamente, continua a restare insolubile anche oggi 
Ma ecco cosa ho letto in un articolo sulla prima pagina de La Stampa :
" Sulla montagna in cerca dei resti: “Bisogna arrivare prima dei lupi” 
di NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A LE FERNET (FRANCIA)
L’unica strada per il disastro è uno sterrato lungo cinque chilometri. Alla guida di questa Jeep gialla 4x4 c’è Bernard Mollet, il maestro di sci più esperto del paese. Prima di mettere in moto, aveva detto: «Lassù, a quota 1480, sul Col del Mariaud, ci sono solo cascine abbandonate, alpeggi e lupi. I vostri lupi italiani...».... "
Non avevo mai sentito nominare M Mollet ma sinceramente ho provato un certo orrore nel leggere cosa ha dichiarato al cronista italiano il maestro di sci più esperto del paese sui poveri lupi " italiani" che vivono nel vicino parco del Mercantour, tra la Francia del Sud e le Alpi del  Cuneese
I lupi sono tornati sulle Alpi da parecchi anni, ormai, introdotti da progetti ma anche giunti da varie zone europee dopo lunghi vagabondaggi per le montagne europee
I lupi vivono in branchi e  cacciano insieme 
Spesso attaccano i greggi di pecore ed uccidono anche diverse bestie alla volta causando gravi danni ai pastori che vivono d'estate in montagna e che chiedono alle autorità di prendere provvedimenti contro queste " bestie feroci" 
Ma i lupi sono animali diffidenti e, con il rumore degli elicotteri che sorvolano la montagna della tragedia, con gli uomini dei soccorsi che si aggirano lungo i pendii alla ricerca dei pezzi dell'aereo caduto e dei corpi delle persone decedute, con tutte le persone che nella vallata in basso si aggirano rumorosamente, non saranno di certo intenzionati ad avvicinarsi a quei luoghi così frequentati ed ai resti di chi è morto nell'aereo 

Poveri lupi, una volta ancora sono stati tirati in ballo per essere denigrati e diffamati !
Povere bestie, non sono teneri ed innocui cagnolini da salotto, ma sono intelligenti e sanno che non è mai il caso di avvicinarsi a quegli strani esseri a due gambe che si chiamano uomini, così pericolosi e talvolta così stupidi  da fare previsioni totalmente idiote...
In circostanze così tragiche sarebbe stato molto meglio non nominarli proprio, quei lupi,  evitando ulteriore allarmismo ed incertezza all'angoscia profonda che già è scesa su noi tutti nel vedere quelle immagini terribili di piccoli frammenti disintegrati di corpi e di  metalli sparsi per ettari lungo i crinali di una  grande montagna isolata ed impervia !
Al mistero ed al dolore non desideriamo sicuramente veder affiancate anche le sciocchezze e le superstizioni di chi crede che i lupi siano un pericolo, dando la colpa a noi Italiani di averli lasciati liberi anche in Francia....

Le due immagini di questo post sono state trovate in Internet da Erica . Sono splendide e mettono in evidenza la fierezza e la bellezza di questi animali

lunedì 15 dicembre 2014

Don Ciotti al Parlamento europeo

In occasione della Giornata Mondiale contro la corruzione don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele e ispiratore della  campagna Riparte il futuro, ha presentato al Parlamento europeo l’agenda di priorità per l’Europa contro la corruzione il crimine organizzato.
  “Mi stupisco di chi si stupisce di quello che è accaduto a Roma- ha dichiarato don Luigi Ciotti facendo riferimento all'inchiesta Mafia Capitale- Ho stima e riconoscenza per la magistratura e le forze investigative: i magistrati hanno fatto qualcosa di fondamentale aggiungendo al problema della corruzione l’aggravante mafiosa”. 
“La procura di Roma ha inserito il 416 bis che individua nel nostro Paese i reati di stampo mafioso. Per concretizzare il reato non è necessario il controllo del territorio attraverso la violenza bruta, sparando e minacciando. Questa non è una mafia con la lupara”, dice il presidente di Libera. “La corruzione sottrae denaro che potrebbe essere investito per dare dignità alle persone. Il problema non è solo chi fa il male ma quanti guardano e lasciano passare. È una società che ruba a se stessa”. 
“C’è bisogno  che l’Europa imprima quella marcia in più e l’Italia deve riflettere fortemente su tutto questo. Non è stata la stessa Banca d’Italia a parlare di corrotti che siedono regolarmente nei consigli di amministrazione di enti pubblici? Speravamo di avere superato tutto questo. La storia ci dice che può esistere una politica senza mafie ma che non possono esistere mafie senza il concorso della politica”. 
“Già 20 anni fa siamo venuti in Europa a portare dei contenuti e alcuni di loro sono stati recepiti dalle direttive europee  Questi 20 anni sono testimoni di un 'noi': anche se la strada non è semplice ed è in salita siamo testimoni che dei passi definitivi sono stati fatti”. 
“Solo 5 dei 28 Stati Membri dell’Ue hanno una normativa completa sulla corruzione”
E tutelano i whistleblower. 
“Siamo in Europa per sollecitare con rispetto e forza l’Unione”. 
Sono  sei i punti dell’agenda di Libera per colpire il crimine organizzato e il sistema di potere su cui si basa: una normativa europea sui beni confiscati, il 21 marzo come Giornata Europea in memoria delle vittime di mafia, i crimini ambientali, la figura del procuratore pubblico europeo, il riciclaggio. E la proposta per l’Europa di Riparte il futuro, la campagna di Libera e Gruppo Abele contro la corruzione: una direttiva sulla tutela dei whistleblower”,  coloro che decidono di denunciare gli episodi di corruzione a cui si trovano ad assistere sul luogo di lavoro. 

lunedì 8 dicembre 2014

Petizione per Michael Brown


Pass the Michael Brown, Jr. Law to begin equipping police with body cameras
Michael Brown Sr. and Lesley McSpadden

When our unarmed son Michael Brown, Jr. was killed by a Ferguson police officer, our lives were forever changed. We are devastated and profoundly disappointed that the killer of our child will not face the consequence of his actions. 
Many questions remain about what happened leading up to the moment when our son was shot. But had Officer Darren Wilson been wearing a body camera, which are being worn by more and more police departments around the country, there would be no questions.
President Obama recently announced a plan to provide $263 million in federal funding for body cameras and training for local police departments. And if Congress approves this program, it would provide enough money to buy around 50,000 cameras for police officers. We understand that this plan wouldn't equip all police officers, but it is one proposed solution that can help end police brutality in our communities.
We want to work to make a difference and prevent what happened to Michael from happening to others. We're asking Congress to pass the Michael Brown, Jr. Law by approving this plan.
Police departments are already using on-body cameras with amazing success. In the first year after the Rialto Police Department in California adopted the cameras in 2012, the number of complaints filed against officers fell by 88 percent compared with the last year. More importantly, the use of force by officers fell by almost 60 percent.
This is a plan that we believe is a positive step for our country to begin to heal. It's a common sense measure that will save lives, and protect both civilians and police. Join with us in our campaign to ensure that every police officer working the streets in this country wears a body camera.
Let's come together to help move our country forward. Let's make a difference

Per firmare la petizione andate qui 

Lettera a
U.S. House of Representatives
U.S. Senate

Police brutality is not a Democrat or Republican issue, it’s not ‘black’ or ‘white’ issue, it’s a wrong and right issue. With claims of police brutality and excessive force at an all-time high, we must have the capability to monitor the activity of law enforcement. Equipping police officers with body cameras is a common sense measure that will save lives, and protect both civilians and police. It has been shown that the presence of body cameras on police helps reduce claims of excessive force and brutality, lowering the need for costly litigation. We join with Lesley McSpadden and Michael Brown, Sr. in asking that you pass the Michael Brown, Jr. Law to begin equipping law enforcement with body cameras.

domenica 8 giugno 2014

D Day

Il 6 giugno 1944 iniziava lo sbarco alleato in Normandia.  !30 mila uomini , inglesi canadesi ed americani, arrivarono davanti alle coste francesi e combatterono contro i soldati tedeschi per liberare l'Europa  dal Nazismo
Venerdì , 70 anni dopo, migliaia di veterani sono tornati su quelle spiagge normanne teatro della più grande operazione militare mai compiuta prima, l’Overlod,  dove  videro tanti loro giovani compagni morire sotto il fuoco nemico E con loro gli unici due capi di Stato ancora viventi fra i 20 capi di Stato che erano sulle spiagge, pressoché coetanei, che ad ogni incontro si soffermano sempre a rievocare insieme quella lontana stagione sulle cui ceneri nacque la nuova Europa della democrazia : Elisabetta II di Windsor,  a quell’epoca appena diciottenne ma che si era già fatta i nove bombardamenti nazisti   subiti da Buckingham Palace, e  Giorgio Napolitano, allora non ancora diciannovenne che già aveva subìto i durissimi bombardamenti alleati nella sua Napoli e che nel giugno del ’44 stava facendo  la sua prima esperienza lavorativa nell’American Red Cross .  

«I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno...», scandì ripetutamente Radio Londra l’1 giugno del 1944 avvertendo in codice la resistenza francese che il tempo per lo sbarco degli alleati in Normandia s’era fatto breve.  
«Mi feriscono il cuore con languore monotono..» proseguì il 5, coi versi successivi della stessa «Poesia d’autunno» di Verlaine, annunciando che il D-Day era giunto, e omettendo la strofa successiva e pericolosamente significativa, «l’ora è suonata».
Il 4 giugno gli Alleati erano arrivati anche a Roma accolti da liberatori dalla popolazione ma la guerra in Italia del nord continuò per altri lunghi sanguinosi mesi fino al 25 aprile 1945
Il presidente italiano, invitato personalmente alle cerimonie  per il settantesimo anniversario dal presidente francese Hollande , ha ritenuto tale invito, giunto per la prima volta  dal tavolo dei vincitori della seconda guerra mondiale, un onore 
Di quell’ invito Napolitano ne ha dato pubblica notizia  nel discorso per la Liberazione nel quale ha rimarcato che la Resistenza fu «un grande moto civile ed ideale» contro il nazismo, grazie al quale l’Italia passò « dall’ umiliazione alla riscossa», giungendo poi alla libertà e alla democrazia. 
L' invito è stato accettato «in nome di un popolo che aveva rotto nel 1943 con il fascismo e con l’asservimento alla Germania hitleriana, e in nome delle nostre nuove forze armate ,che allora già combattevano in Italia insieme alle forze anglo-americane». Ricordando poi anche che «due giorni prima dello sbarco in Normandia, il 4 giugno del 1944, le forze alleate erano già entrate a Roma come liberatrici anche grazie all’eroico contributo della Resistenza romana».  
L’onore tributato dall’Italia alle celebrazioni trova nelle parole di Napolitano la corrispondenza e l’orgoglio del riconoscimento di quei valori italiani sui quali è  fondata la nostra Costituzione 
Una giornata  storica molto importante,  per l'Italia, soprattutto, perché  il nostro paese 70 anni fa con Mussolini stava dalla parte sbagliata, quella del nazifascismo sconfitto!...

giovedì 6 marzo 2014

La canzoncina a Renzi

«Facciamo un salto, battiam le mani, ti salutiamo tutti insieme, presidente Renzi. Siamo felici e ti gridiamo: da oggi in poi, ovunque vai, tu non scordarti di noi, dei nostri sogni, delle speranze, che ti affidiamo con fiducia...»
Questo è l'inizio della canzoncina cantata ieri in coro dagli alunni della scuola Raiti di Siracusa al presidente del Consiglio durante la sua visita nell’istituto.  
Forse non come Mussolini e i figli della lupa, come ha detto Beppe Grillo nel suo blog, ma sicuramente «la canzone dei bambini per Renzi è una pagina indegna», un episodio «sconcertante ed offensivo verso i bambini e le loro famiglie, verso la Costituzione e, suo malgrado, verso il presidente del Consiglio» come ha detto la deputata Anna Ascani del PD
Questi pietosi bagni di folla del mercoledì presso le scuole italiane servono solo all' ego egocentrico di Matteo Matteo, secondo me, e non per il bene della Scuola italiana
Se voleva fare la rivoluzione e cambiare radicalmente la scuola, beh, non è certo questo il modo, caro Matteo Matteo
Gli insegnanti e gli alunni italiani svolgono progetti e programmi di ben altro livello da una canzoncina con i saltini ed i battimani e le urla e le grida ad un Presidente del Consiglio che chiede a dei bambini delle primarie quanti usano Twitter
Come se twitter ed i suoi cinguettii fosse il top 
Povera Italia, che brutta fine ha fatto ...

Mi chiedo anche e perchè i Tg ed i giornali non abbiano mostrato invece le contestazioni avvenute fuori dalla scuola, come era già successo anche mercoledì scorso su al nord
Censura di stampo fascista, come direbbe il solito Grillo, o solo censura PD per non far sfigurare Renzi e le sue trovate geniali ?
E quanto costano a noi cittadini queste sue sortite settimanali o i suoi viaggi della domenica in Tunisia insieme col fido Delrio ?
Quanto mi mancano la discrezione e il buon gusto di Letta !!!

domenica 2 febbraio 2014

Caccia alle streghe

Gli amministratori della bacheca Facebook di Grillo hanno condiviso un video ironico su un ipotetico viaggio in auto con la presidente della Camera Laura Boldrini,  che i parlamentari grillini hanno pesantemente attaccato per aver utilizzato la “ghigliottina” durante il dibattito sul decreto Imu-Bankitalia. Ma la domanda “cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?” è diventata l’opportunità per svariati utenti di mettere in mostra i loro peggiori istinti: insulti, minacce, parole retrive, con particolare predilezione per le offese sessiste che rimandano a violenze, stupri, prostituzione. 
Laura Boldrini, presidente della Camera, ha detto che : “Insulti e volgarità istigano alla violenza”
 “Gli insulti e le volgarità non possono in alcun modo fare parte del dibattito politico e non danno nessuna risposta concreta ai problemi dei cittadini. Piuttosto servono a istigare alla violenza e a minare le basi della nostra democrazia”.
Su Facebook la signora Boldrini ha ringraziato ” tutti per il sostegno contro gli insulti e le minacce che mi sono state rivolte in rete e la mia solidarietà a chi, come me, in queste ore, è vittima degli stessi attacchi: il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il giornalista Corrado Augias, colpevoli di avere mosso critiche al Movimento 5 Stelle“.
Anche contro Corrado Augias ci sono stati attacchi pesanti  E un suo libro , “Inchiesta su Maria”, è stato dato alle fiamme in un camino da un utente che poi ha pubblicato la foto   su Facebook.  
Il primo a reagire alle violenze verbali contro la Boldrini è stato il leader di Sel Nichi Vendola: “Mai arrivati ad un livello di degrado così basso. Ora incitazione a stupro simbolico. E poi Grillo non dovrebbe parlare di automobili”.
A intervenire successivamente  è stato anche il presidente del Senato Piero Grasso : “ Ho appena parlato con la presidente Boldrini per esprimerle la mia vicinanza e il mio sdegno per le offese volgari e sessiste che sta ricevendo in queste ore”. “Guardo con preoccupazione al clima di questi giorni che ha visto il Capo dello Stato e la presidente Boldrini vittime di insulti e accuse senza fondamento: il dissenso, il cui esercizio è regolato e garantito dalla nostra Costituzione, è un elemento fondamentale del processo democratico ma quando si trasforma in un irresponsabile attacco alle istituzioni e agli organi costituzionali si mettono in discussione i fondamenti della nostra democrazia”. “Chiunque approfitti della situazione critica del Paese per fomentare gli animi, cercando tornaconti elettorali, forse sottovaluta quanto sia pericoloso alimentare la rabbia dei cittadini in un momento già così difficile: spero quindi che tutte le forze politiche  abbiano la capacità di chiudere immediatamente questa parentesi indecorosa, assumano atteggiamenti più responsabili e tornino ad occuparsi seriamente di risolvere i problemi del nostro Paese”.
Al fianco della Boldrini anche  3 senatrici del Pd Isabella De Monte, Rosa Maria Di Giorgi e Nadia Ginetti: “ Beppe Grillo vuole il ritorno della caccia alle streghe   Il suo medioevo punta a colpire in modo particolare le donne. Le offese da trivio alla presidente della Camera Laura Boldrini, alla quale va la nostra solidarietà, sono vomitevoli”. “In pochi giorni è venuta fuori una quantità di maschilismo frustato  che rende perfettamente l’idea della cultura oscurantista di Grillo. Resta da capire come facciano le tante colleghe del M5S a sopportare una tale deriva”
Per la responsabile Riforme del Pd Maria Elena Boschi l’escalation di aggressività di queste ore, con un connotato violento che è stato prontamente denunciato da un gruppo di nostre parlamentari, insultate da un collega del M5S, è un segnale di allarme per le donne di questo Paese e per le istituzioni democratiche che dovrebbero essere luogo di confronto anche aspro, ma mai di mortificazione, di attacchi personali, di sopraffazione”.
 Il vicepresidente della Camera Simone Baldelli (Forza Ital ia)  ha affermato che“L’aggressione inquietante e volgare dei grillini alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, è un vero e proprio boomerang  i cui effetti a livello politico sono inevitabilmente destinati a colpire e a squalificare gli autori”.
Per il sindaco di Roma Ignazio Marinogli insulti alla presidente della Camera che sarebbero da condannare di per sé in quanto attacco becero, volgare e sessista, sono esponenzialmente più gravi in quanto si rivolgono a chi rappresenta un’ istituzione democratica, anzi, la terza carica dello Stato. E’ evidente che ormai ci troviamo in una condizione di vera e propria emergenza democratica. Per questo auspico che tutte le persone perbene di questo Paese, e sono la maggioranza, si stringano attorno alle nostre istituzioni "
E' inquietante quello che è successo nei giorni scorsi in Parlamento ma ciò che sta succedendo nel mondo del web lo è molto di più
La violenza  più becera  che si scatena contro persone come la Boldrini o Augias , che ho seguito per anni  in TV su Rai 3 quando parlava di libri e di autori di libri , un uomo squisito, colto, intelligente e culturalmente molto preparato, fanno paura 
Dove andremo a finire se continuiamo così ? I libri li bruciavano i nazisti ma questi episodi recenti puzzano di fascismo belle e buono
E le minacce sessiste fanno tornare indietro ai tempi bui della storia, a quando le donne erano vittime  che dovevano subire in silenzio una società  maschilista brutale e violenta
Grillo e i grillini sono molto peggio di Bossi e dei laghisti di qualche anno fa, quelli del celodurismo tanto per intenderci, ma i tanti che li hanno votati convinti di far cambiare le cose in positivo non si rendono conto di aver dato la fiducia a persone simili ? Non ne sono disgustati ? 

domenica 19 gennaio 2014

Addio PD

Il giorno dopo l’incontro con Silvio Berlusconi, Renzi dichiara: “Accordo alla luce del sole”
«Di fronte a Silvio Berlusconi nella sede del Pd da dirigente mi sono un po’ vergognato».
Durissime le parole di Stefano Fassina, il viceministro all’Economia dimissionario, intervistato da Maria Latella a “L’intervista” su Sky Tg24.
 Il colloquio con il Cavaliere del segretario Matteo Renzi «è stato un errore che non andava fatto. Il Senato ha votato dopo una sentenza passata in giudicato per l’interdizione politica. Difficile spiegare perché lo abbiamo votato poi lo ribattezziamo per la terza volta a padre costituente».
 «Da ieri pomeriggio le legge è un po’ meno uguale per tutti», ha proseguito, oppure all’epoca del voto in Senato «Renzi doveva dire, per real politik, che siccome è stato votato da milioni di italiani la legge per lui non vale».
Fassina ha poi lanciato la proposta di interpellare la base del partito: «Renzi non ha la maggioranza dei voti degli iscritti del partito e quindi, come prevede lo statuto, sarebbe possibile consultare la base, gli iscritti, anche per via telematica, rapidamente, per sapere cosa pensi della legge elettorale. Si può fare».
 L’ex viceministro ha poi chiarito: «Non farò alcuna scissione. Resto e credo nel partito come sempre. Lavoreremo perché certe posizioni possano farsi sentire ed esprimere la loro forza nel Pd».
da La Stampa To
Io non sono una iscritta del PD, anche se ho votato per il PD in questi ultimi anni, anche di malavoglia in qualche caso
Ma a questo punto dico proprio Addio, PD !!!
Le trovate di Renzi non mi sono mai piaciute ma questo suo incontro con Berlusconi non è una pagliacciata
E' invece un grave atto di non responsabilità del segretario del PD che ha incontrato una persona condannata dalla magistratura e giudicata dal Parlamento che ha votato la sua decadenza da senatore
Se il PD continua su questa strada permettendo ad un incosciente di prendere simili decisioni , non finiremo certo bene
E l' Italia non ha di certo bisogno di un altro buffone
Bastano quelli che c'erano ...

mercoledì 15 gennaio 2014

Qui Quo Qua

Stamattina sul quotidiano La Stampa ho letto l'inizio della lettera che Renzi, il nuovo segretario del Pd , ha scritto al giornale  Lo si può trovare anche online cliccando qui
Non mi è mai piaciuto Renzi e ultimamente mi irrita notevolmente vederlo e sentirlo parlare
Parla troppo , ed esibisce con presunzione le sue trovate e pensate varie
Anche in questa sua lettera non si può far a meno di notare quanto si prende sul serio e quanto si crede un genio
Ma il giornalista Ricolfi è stato fantastico quando ha paragonato  la segreteria Renzi ai nipotini di Paperino, Qui Quo e Qua
I tre piccoli paperi sono tre pesti che fanno impazzire lo zio Paperino ed anche lo zio Paperone
Speriamo che qualcuno blocchi Renzi perché con le sue trovate e il suo logorroico parlare in continuazione sta provocando disastri e malumori vari sia all'interno del suo partito sia nei partiti della coalizione al governo
Letta è una persona piacevole ma con questo ciclone  alla Pierino la Peste dovrebbe stare attento perché i pierini scombussolano e sconvolgono e distruggono , ma sapranno mai costruire qualcosa ?

venerdì 27 dicembre 2013

Cristian è libero

Dopo due mesi di prigione in Russia e più di un mese di libertà su cauzione trascorsa a San Pietroburgo finalmente Cristian potrà tornare a casa! Mio figlio sarà presto libero, e saranno liberi anche gli altri 27 attivisti di Greenpeace e i due giornalisti freelance arrestati in seguito ad un’azione di protesta contro la compagnia Gazprom per la difesa dell'Artico. Il Parlamento russo ha votato l’amnistia anche per il reato di cui erano accusati: il vandalismo.
Voglio ringraziare ancora una volta tutti i firmatari della petizione, donne e uomini liberi che hanno contribuito con il loro sostegno a tenere alta l’attenzione sul destino di mio figlio e dei suoi compagni. Giovani carichi di ideali che mai avrebbero dovuto finire in prigione, accusati di reati assurdi e gravissimi.
Non ho sentito mio figlio per settimane. L’angoscia, la lontananza e il timore che questa storia potesse prolungarsi ed essere dimenticata hanno accompagnato le nostre giornate.
Cristian è solo colpevole di pacifismo, e così tutti gli Arctic 30. Purtroppo però non c'è nessuna amnistia per l'artico che possa proteggere questo fragile ecosistema dalle trivellazioni petrolifere.
Grazie a tutti i firmatari che tanto hanno fatto per riportare a casa Cristian. Crediamo in lui e non vediamo l’ora di riabbracciarlo.
Raffaela Ruggiero 
Questa è la lettera che la signora Ruggiero ha inviato a tutti coloro che hanno firmato, su invito di Greenpeace,  la richiesta di scarcerazione di suo figlio e degli altri attivisti imprigionati in Russia 
Una buona notizia con la speranza che anche l'Artico possa essere salvato dagli interessi economici e dalle speculazioni delle Nazioni confinanti

lunedì 9 dicembre 2013

Maria Novella Oppo

 " Gli insulti pesantissimi a Maria Novella Oppo, la giornalista dell’Unità linciata mediaticamente dai fan di Beppe Grillo dopo che quest’ultimo ne aveva pubblicato la foto sui propri blog e profilo Facebook, additandola a nemica del Movimento, sono diventati il canovaccio di un filmato di solidarietà alla cronista che sta spopolando in rete. 
Una decina di giornalisti sono stati ripresi mentre, senza alcun commento, leggono le aggressioni verbali, molto spesso a sfondo sessista, rivolte alla Oppo. Ne citiamo le più morbide: «Che racchia. Pure raccomandata e sostenuta dai fondi pubblici. Sedia elettrica subito!», scrive Tiziano Caliendo. «E’ più bella che intelligente», gli fa eco Gianluca Castaldini copiando una vecchia battuta di Berlusconi su Rosi Bindi, preso a modello anche da un altro commentatore che la definisce con la stessa formula irripetibile usata dal cavaliere per la cancelliera Angela Merkel. 
«Abbiamo stampato 40 pagine di insulti, fra i circa tremila che erano stati postati sul blog di Grillo e la sua pagina Facebook – spiega Stefano Aurighi, autore del video insieme a Davide Lombardi e Paolo Tomassone, che insieme formano le Officine Tolau -. Poi, via Facebook, abbiamo lanciato un appello ai giornalisti e abbiamo chiesto loro di leggerli davanti alla telecamera, perché ci sembrava una risposta adatta alla gravità di quanto era successo, e stamattina abbiamo messo online il filmato».  "da La Stampa To
Trovo veramente vergognoso che si prenda di mira una persona e che la si riempia di insulti e minacce via web
Avere opinioni differenti è una cosa , usare metodi fascisti è un altro
Quando si tornerà anche all'olio di ricino ed alle bastonate ?

Vitaly Klitschko

" Un milione di persone sono scese in piazza a Kiev ieri, in una nuova sfida  a Viktor Yanukovich. Scaduti i due giorni di ultimatum che l’opposizione ucraina aveva lasciato al potere per indire nuove elezioni, il Maidan Nezalezhnosti ieri si è riempito, ed anche espanso: i manifestanti stanno accerchiando con barricate il quartiere governativo di fronte alla piazza, promettendo un assedio a oltranza. 
Un gruppo nazionalista ha compiuto il gesto simbolico di rovesciare e fare a pezzi la statua di Lenin sul boulevard Shevchenko. E la figlia di Yulia Timoshenko, Evghenia, ha letto dal palco il piano d’azione proposto da sua madre dal carcere: «Restare in piazza fino alle dimissioni di Yanukovich, un accordo di associazione con l’Ue con lui non è possibile». La residenza del capo di Stato fuori dalla capitale ieri è stata circondata dalla polizia, dopo che i manifestanti hanno promesso di portare l’assedio anche laggiù, se non verrà licenziato il governo e arrestato il ministro dell’Interno, responsabile del violento sgombero di 10 giorni fa. 
L’iniziativa sembra ormai passata alla piazza, visitata in questi giorni  dalle star del rock agli emissari delle diplomazie europee   all’ex presidente georgiano Mikhail Saakashvili che ha commosso la folla parlando, memore degli studi a Kiev, in ucraino. 
Yanukovich sta cercando un compromesso difficile. Due giorni fa ha avuto un incontro-lampo con Vladimir Putin, e ieri, dopo un’ennesima telefonata con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, Bruxelles ha annunciato l’invio a Kiev dell’Alta rappresentante per la politica estera dei 28, Catherine Ashton, per una mediazione. Barroso ha ripetuto che l’Ue è pronta a firmare l’accordo di associazione con Kiev, ma uno dei mediatori europei, l’ex presidente polacco Alexandr Kwasniewski, ieri ha criticato Bruxelles per aver sottovalutato l’aggressività di Putin e non essere venuta incontro a Yanukovich. Intanto Yanukovich ha promesso a Barroso che la soluzione va cercata «solo nel dialogo». Ormai è evidente che la piazza non si svuoterà, anche perché i suoi leader si rendono conto che è lì che si decide il loro futuro.
Soprattutto quello di Vitaly Klitschko, che ieri ha piantato i paletti della tendopoli sul Maidan. Timoshenko è in carcere e il leader della sua Batkivshina Arseny Yatseniuk in carisma non può competere con il campione mondiale dei pesi massimi che con i suoi 2,01 metri e la faccia da supereroe affronta le teste di cuoio. A 42 anni Klitschko, insieme al fratello Vladimir, è la gloria nazionale: 45 vittorie su 47 incontri di cui 41 con ko.  " da La Stampa To
   Klitschko ha ottenuto il 14% del Parlamento con il suo Udar (Movimento democratico ucraino per le riforme e nel triumvirato dei leader del Maidan si pone al centro, più sociale di Batkivshina e più moderato dei nazionalisti di Svoboda. Attualmente ha uno stabile 20% e  gode di consensi anche nell’Est ucraino, il feudo di Yanukovich tradizionalmente filorusso.
Il pugile non è un nazionalista, ma la storia della sua famiglia riassume tutte le tragedie ucraine: il nonno paterno fu mandato al confino, la nonna ebrea si è salvata nascondendosi per anni nella cantina di casa, gli altri familiari sono morti nell’Olocausto, nell’Holodomor, la carestia degli Anni 30 organizzata da Stalin, e nelle repressioni dei contadini degli Anni 20.  Risiede da anni in Germania e in Ucraina fa soltanto tanta beneficenza per aiutare asili e scuole. e campagne contro la corruzione   

Joachim Gauck

" Il presidente della Repubblica tedesco, Joachim Gauck, non andrà alle Olimpiadi invernali di Sochi, a febbraio dell’anno prossimo. Ex pastore luterano originario del Meclemburgo, il presidente tedesco è cresciuto nella Germania est in una famiglia anticomunista – il padre è stato rinchiuso per anni in un gulag in Siberia - ed stato per decenni spiato dalla Stasi; nei giorni caldi della rivoluzione dell’89 che portò alla caduta del Muro di Berlino, partecipò attivamente all’opposizione al regime di Honecker.
Markus Loning, responsabile per i diritti umani del governo tedesco, ha elogiato la sua decisione: «un gesto meraviglioso in supporto a tutti i cittadini russi che si battono per la libertà di opinione, per la democrazia e i diritti umani».
Gli ha fatto eco Claudia Roth, dei Verdi, che ha parlato di una «posizione forte» e di un «segnale incoraggiante».  "
Non tutti seguono le sirene di Putin e dei suoi scambi commerciali ed economici , per fortuna
Io non seguirò i giochi invernali in Russia per solidarietà nei confronti delle persone imprigionate o perseguitate in Russia per le loro scelte politiche o sessuali

venerdì 6 dicembre 2013

Il mestiere più vecchio del mondo

Gli antichi Romani dicevano O Tempore O Mores !
Non solo allora ma fin dai tempi antichi il meretricio era già di moda ed era motivo di discussioni di denuncia e di condanna, anche se poi molto spesso i moralisti del momento usavano andare, pure loro, a pagamento, con le " donnine allegre "
In Italia negli anni cinquanta del '900 la senatrice Merlin fece chiudere con una legge parlamentare le case chiuse, e fu così che noi che eravamo nati / nate  nel frattempo passammo il resto della vita a vedere quelle povere sfortunate donne di strada fare il loro mestiere lungo i bordi delle vie, al freddo, ma con un fuocherello acceso lì accanto, di notte e di giorno !
Povere disgraziate, abbiamo sempre pensato
Sfruttate maltrattate e usate fino allo sfinimento da protettori senza scrupoli e senza pietà, specialmente le africane e le giovanissime dell'Est Europa
Ma il mercato non ha mai sofferto nessuna crisi, grazie a tutti quegli  uomini che sono sempre stati, e sempre saranno, disponibili a passare del tempo a pagamento in loro compagnia ... e ne abusano senza mai porsi problema alcuno Pure loro
 
La riforma sanitaria del presidente Obama invece, che negli Usa ha trovato  un gruppo di entusiaste sostenitrici ,le prostitute legali delle case di tolleranza  del Nevada, ha scatenato subito la   propaganda feroce dei Repubblicani contro la legge  
Ma le opinioni delle prostitute, raccolte dalla televisione Cbs, che è andata a sentirle nel famoso  Moonlight Bunny Ranch, uno dei più noti bordelli legali del Nevada, sono motivo di riflessione seria
Taylor Lee ha spiegato che «facendo questa professione, non ci offrono esattamente le polizze sanitarie di gruppo».   In effetti le compagnie assicurative si tengono ben alla larga dal settore. Il problema, però, è che anche le prostitute sono esseri umani, con corpi che si ammalano: «E’ dura - ha denunciato Taylor - perché io ho una patologia preesistente, e quindi tutti mi rifiutano. Perciò sostengo davvero Obamacare, e sono molto contenta che sia in vigore». 

In Francia c'è stato il Primo sì del Parlamento  d'Oltralpe al disegno di legge sulla prostituzione: le proteste di piazza delle lucciole e l’opposizione di una parte dell’opinione pubblica, a destra come a sinistra, di uomini e di donne, senza distinzioni , non hanno convinto i deputati che, 268 contro 138, hanno approvato il testo che vuole sradicare il fenomeno del sesso a pagamento, penalizzando i clienti con multe a partire da 1.500 euro.  La bozza di legge, promossa dal partito socialista con il sostegno convinto del ministro per i Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, passerà all’esame del Senato ad inizio 2014.
Alla Camera tutti i partiti hanno lasciato libertà di voto ai propri deputati: i socialisti e il Fronte di sinistra hanno votato in maggioranza a favore, contro si sono schierati soprattutto radicali e Verdi, mentre il fronte del centro-destra con l’Ump (Unione per un movimento popolare) e Udi (Unione dei democratici e indipendenti) sono risultati divisi.
Oltre alle multe per i clienti, il disegno di legge prevede l’istituzione di un fondo per proteggere le vittime della prostituzione. Una parte importante della legge è  quella dedicata alle prostitute straniere che si impegnano ad abbandonare l’attività in cambio di un permesso di soggiorno di sei mesi.   Fino ad ora in Francia il sesso a pagamento era legale ma ne era vietato lo sfruttamento e la prostituzione minorile, così come l' "adescamento passivo "  ( legge di Nicolas Sarkozy - 2003 ). In caso di approvazione anche da parte del Senato, Parigi si allineerà alla Svezia e alla Norvegia, paesi all’avanguardia nella lotta alla prostituzione.
Ma questa  proposta di legge ha innescato un acceso dibattito in Francia  e le prostitute sono scese sul piede di guerra per la paura di perdere  clienti, dopo  il provvedimento, ed hanno puntato  il dito anche contro l’ulteriore precarizzazione delle loro condizioni di lavoro. «Siamo unanimi nel ritenere che la criminalizzazione dei clienti non farà sparire la prostituzione ma accentuerà l’insicurezza delle prostitute costringendole ulteriormente alla clandestinità», ha commentato un collettivo di associazioni contrarie alla normativa.
A fianco delle lucciole si sono schierati i firmatari del manifesto dei «343 bastardi» che, contro la penalizzazione dei clienti, all’inizio di novembre avevano rivendicano il diritto al sesso a pagamento tra adulti consenzienti.
Tra  loro vi sono pure esponenti del mondo della cultura e dei media, come il giornalista Frederic Beigbeder, il regista teatrale Nicolas Bedos e Richard Malka, avvocato di Dominique Strauss-Kahn. La petizione richiamava alla memoria il «manifesto delle 343 puttane» pubblicato nel 1971 sul Nouvel Observateur, con il quale le firmatarie ammettevano di aver avuto un aborto, esponendosi così alle conseguenze penali.
Quella presa di posizione contribuì notevolmente all’apertura di un dibattito pubblico sull’aborto, allora illegale, che si concretizzò nella legge Simone Veil del 1974, che rese possibile l’interruzione di gravidanza.
E' altrettanto forte invece il sostegno alla legge da parte delle femministe, come Anne Zelensky che a novembre  si era scagliata contro il nuovo manifesto dei bastardi, puntando il dito contro «il perverso gioco di prestigio dove la libertà è messa al servizio della difesa di una schiavitù di fatto».
 Con l’approvazione alla Camera, le associazioni contro il sesso a pagamento hanno salutato la «svolta storica», auspicando un’identica presa di posizione contro la «violenza prostituzionale» anche da parte del Senato.

E noi, che facciamo in Italia ? Continueremo ancora, nei secoli dei secoli a venire , a vedere quelle povere disgraziate lungo i bordi delle strade a contrattare il prezzo di una prestazione con i clienti delle auto ? 
Il Parlamento italiano è impegolato in ben altre beghe in questo periodo , dal Porcellum al Mattarellum, dalla disoccupazione in eccesso alle tasse sulla prima casa - la paghiamo, non la paghiamo, la pagheremo o non la pagheremo , questo è il dilemma - , da Renzi Berlusconi e Grillo che piantano casino ad oltranza a .... vattelapesca !
Ma i Parlamentariattuali  hanno pensato mai al mestiere più antico del mondo e alla difesa e protezione delle donne che lo praticano ? Creeranno pure loro prima o poi una nuova legge che colpisca i clienti e li induca a ridurre il mercato del sesso a pagamento ?

Nelson Rolihlahla Mandela

Nelson Rolihlahla Mandela 
 Madiba  nome all'interno del clan di appartenenza,  etnia Xhosa
Mvezo, 18 luglio 1918 – Johannesburg, 5 dicembre 2013
premio Nobel per la pace nel 1993 insieme al suo predecessore Frederik Willem de Klerk
 
"Il Sudafrica  e il mondo intero piangono Mandela,  un’icona del Novecento per la sua lotta contro l’apartheid. I funerali solenni si celebreranno domenica 15 dicembre a Qunu, il villaggio della sua famiglia. Il 10 è fissata la commemorazione nazionale nello stadio di calcio di Johannesburg.
I familiari si sono già riuniti per la prima cerimonia tradizionale, chiamata “chiusura degli occhi”, durante la quale hanno “parlato” con Mandela, così come con i suoi antenati, per spiegare loro cosa avviene in ogni fase di passaggio dalla vita all’aldilà. Dopo questa cerimonia, il corpo dell’ex presidente sudafricano è stato trasferito nell’obitorio di un ospedale militare di Pretoria. 
Tra il sesto e l’ottavo giorno dopo la sua morte, il corpo di Mandela sarà esposto per tre giorni nella sede del governo a Pretoria, lo stesso dove il 10 maggio  1994 giurò da primo presidente del Sudafrica del post-apartheid. Il primo giorno potranno rendergli omaggio leader e personalità, mentre nei due giorni successivi si metteranno in fila i comuni cittadini. Nel nono giorno dopo la sua morte, venerdì prossimo, un aereo militare con a bordo la salma di Mandela decollerà alla volta di Mthatha, città principale della Provincia orientale del Capo, dove si trova Qunu, il villaggio in cui Madiba nacque  e dove trascorse gli anni della sua infanzia. È qui che i militari passeranno alla sua famiglia la responsabilità dei resti dell’ex presidente sudafricano ed è qui che, al tramonto, i leader dell’African national congress (Anc) ed i parenti si riuniranno per una veglia di preghiera privata. Infine, sabato prossimo i funerali di Stato - cui sono attesi decine di leader stranieri, tra cui il presidente degli Stati Uniti Barack Obama - che si svolgeranno sotto un’enorme tenda allestita sulle colline dove Mandela giocava da bambino, e la sepoltura, a mezzogiorno, in un’area appositamente predisposta per lui e dove sono già sepolti alcuni suoi famigliari.  " da La Stampa online
Anch'io piango quest'uomo di cui ogni anno parlo ai miei alunni di terza perché è stato un grande uomo: un uomo che, dopo 27 anni passati nelle prigioni del regime segregazionista sudafricano bianco,  non ha mai pronunciato una volta la parola vendetta.
I suoi ultimi mesi lo hanno visto per ben quattro volte ricoverato in ospedale  a causa di infezioni polmonari, conseguenze della tubercolosi contratta nei lunghi anni di prigione a Robben Island, e intorno a lui si sono scatenate le liti sconcertanti dei suoi familiari
Ma il suo sorriso resterà sempre nei nostri cuori  Ha sconfitto l' apartheid di Botha, l’ultimo razzista bianco in Sudafrica ma ha sempre rifiutato di essere un’icona:   ’Mi si considera un santo: io non lo sono, non lo sono mai stato anche se si fa riferimento alla definizione più concreta secondo cui un santo è un peccatore che cerca di rendersi migliore…’’.
E' stato un figlio di capi che portava, a piedi scalzi le pecore al pascolo , l’avvocato senza paura che sfidava i signori dell’apartheid e diventava militante dell' ANC nel 1942 e due anni dopo il fondatore dell'associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu e Oliver Tambo ; il murato vivo di Robben Island, matricola 46664, nella tomba per i condannati all'ergastolo da cui non c’era scampo.  Mandela ha conosciuto la solitudine del prigioniero e la solitudine dell’uomo di successo , ma ha saputo perdonare ed ha insegnato a perdonare
E' stato il primo Presidente del Sudafrica  dopo l' apartheid  ma si è ritirato a vita privata dopo il primo mandato
Un Grande Grande Grande Uomo ....
 

sabato 30 novembre 2013

Coiln Russel libero!

"I miei diritti umani sono stati violati in modo ingiusto. Non ho fatto niente di male. Non capisco le ragioni per cui sono stato arrestato. Ho trascorso due mesi difficili in carcere, senza motivo. Non ho commesso nessun crimine. Ringrazio il mondo intero che si sta battendo per la nostra causa. Siete delle belle persone" - Colin Russell
 
Colin Russel  è uno degli Artic 30, i 30 attivisti di Greenpeace arrestati a settembre in Russia per aver protestato contro le piattaforme petrolifere russe nell'Artico A differenza degli altri attivisti è ancora in carcere senza motivazioni specifiche
Ecco il messaggio di sua moglie a chi, come me, aveva firmato per la loro liberazione a settembre :
" "Sono passati 71 giorni di preoccupazione e ansia per me e per nostra figlia Maddie. Tutto questo solo perché Colin e altre 29 persone sono state così coraggiose da dire alle compagnie petrolifere come Shell e Gazprom di fermare la distruzione dell'Artico."
Queste sono le parole di Chrissie, la moglie di Colin Russell: l'unico degli Arctic30 a dover affrontare altri tre mesi in una prigione russa. A 29 dei 30 attivisti coinvolti è stata concessa la libertà su cauzione dopo due lunghi mesi di carcere, ma non a Colin. E ancora non è stata fornita una motivazione ufficiale "


Io ho firmato una nuova petizione  di Greenpeace al Ministro Australiano
Se volete   firmate anche voi  l’appello, chiedendo al Primo Ministro Australiano di intervenire per liberare Colin 
Basta cliccare qui

e se volete saperne di più sugli Artic 30 e sullo sfruttamento e la distruzione delle risorse nell'Artico da parte delle multinazionale andate a vedere l'ultimissimo video di Greenpeace  qui

Artic 30 Cristian D’Alessandro libero

Nei giorni scorsi il Presidente della Russia Vladimir Putin è stato in Italia, prima a Roma dove ha incontrato il Santo Padre Papa Bergoglio e il Presidente della Repubblica Napolitano, e a Trieste per scambi economici con l'Italia
Pochi giorni prima uno dei 30 attivisti di Greenpeace, arrestati dai Russi ed imprigionati, prima per terrorismo e poi per vandalismo, l'italiano Cristian D’Alessandro era stato liberato su cauzione, con l'obbligo di non lasciare il suolo russo
A settembre io avevo firmato nel sito di Greenpeace per il suo arresto ingiusto in acque internazionali
 
Ecco la lettera che sua madre ha inviato a tutti noi che abbiamo sostenuto suo figlio :
" ... anche mio figlio, Cristian D’Alessandro, è stato rilasciato su cauzione dal centro di detenzione SIZO1 a San Pietroburgo. La libertà su cauzione è stata concessa dietro il pagamento di una cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro. La cauzione è stata pagata con i fondi di Greenpeace International.
Come madre questo è di grande conforto per me, e rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini per cui lui e i suoi compagni sono accusati. Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un’immagine di speranza che tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi, anche se non sappiamo ancora quando tornerà a casa.
Ringrazio il Ministero degli Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per il loro prezioso aiuto. Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso l’australiano Colin a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano dal carcere. Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di vandalismo, crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse ingiuste e anche l’ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria famiglia.
Io e mio marito non vediamo l’ora di poter parlare con nostro figlio. "
 
Sicuramente sono importanti anche gli interessi commerciali e Putin è il perno per far cessare quella sanguinosa e devastante guerra civile in Siria, in quanto è sostenitore di Assad ( e come non poteva non esserlo ! ) , ma io spero che Papa Francesco ed i nostri governanti non dimentichino che Putin non è certo un democratico e che in Russia i diritti civili di tutti, gay compresi, non esistono !
Una delle Pussy Riot condannata è "sparita" in  un carcere della Siberia , tanto per fare un esempio ....

mercoledì 27 novembre 2013

17 e 43

"  Silvio Berlusconi non è più senatore della Repubblica. Ma alle 17 .43, mentre il Senato vota la sua decadenza tra donne di Forza Italia in nero come segno di lutto e grillini in festa, il Cavaliere da via del Plebiscito mette in chiaro che lui no, non esce di scena. «Resterò in campo», assicura ai fedelissimi (pochi)che in piazza sfidano la tramontana. «Mi batterò anche fuori dal Parlamento come altri leader. Come Grillo e Renzi...», spiega.  " da La Stampa TO
Oggi pomeriggio mentre stavo correggendo delle verifiche ho acceso la Tv ed ho fatto zapping tra diversi canali  . Ovunque c'erano speciali dal Parlamento o dalla piazza dove Berlusconi parlava dal palco
L'apoteosi di una farsa che continua da mesi e che, secondo me, non finirà  tanto presto
Purtroppo !
E se non bastasse Berlusconi, ecco che anche Renzi apre bocca ogni due secondi e Grillo non è da meno....
Ma non hanno null'altro da fare ???
Il Finish di Renzi dovremmo  dirlo noi A loro E magari aggiungerci anche un bel Sciò .... che non ne possiamo più di questi affabulatori, urlatori , venditori di fumo che gridano gridano ma pensano solo ed esclusivamente a loro ed ai loro interessi ...

mercoledì 20 novembre 2013

Un bacio e tante polemiche

Durante una manifestazione NoTav in Val di Susa sabato scorso una giovane donna è andata a baciare il casco di un poliziotto
Una foto pubblicata su La Stampa di Torino che è stata interpretata in  modi diversi e che ha fatto discutere molto
Ecco cosa ha pubblicato il quotidiano torinese due giorni dopo : "  Quello scatto che ha fatto il giro delle redazioni e anche dei siti del movimento si è portato dietro un mare di polemiche. "
" Il poliziotto al centro di un intenso interesse mediatico e protagonista involontario dei social network è un ragazzo siciliano di 25 anni, da pochi mesi a Torino. Fa parte del V Reparto Mobile "
" Si chiama Nina De Chiffre, vive a Milano, ha 20 anni, studia e lavora. È lei la manifestante No Tav che sabato pomeriggio, durante il corteo in val di Susa, è stata fotografata mentre baciava il casco di un poliziotto in tenuta antisommossa. «Ci sono due cose che vorrei subito chiarire – puntualizza lo giovane attivista, militante del collettivo meneghino Remake -. Quella foto non è stata assolutamente organizzata ad arte, come molti hanno insinuato. Il fotografo ha solamente avuto fortuna. Ma soprattutto: il mio intento non era quello di lanciare un messaggio di pace alle forze dell’ordine. Al contrario: volevo ridicolizzare i poliziotti. Volevo metterli in imbarazzo: volevo prenderli in giro. Direi che ci sono riuscita». 
Come è avvenuto l’episodio? 
«È molto semplice. Stavamo marciando in corteo, quando improvvisamente ci siamo trovati di fronte questo schieramento di polizia. Gli agenti in tenuta antisommossa, per regolamento, non possono reagire ad alcuno stimolo proveniente dai manifestanti. Così mi sono avvicinata con la mani in alto. Ho visto un giovane agente – avrà avuto 20 anni – e ho iniziato a provocarlo. Prima gli ho leccato il casco, poi gliel’ho baciato. Infine ho infilato le mie dita nelle sue labbra, ma in quel momento è intervenuto un suo superiore che mi ha allontanato».
«...  ho pensato a Marta, una ragazza No Tav di Pisa che a luglio di quest’anno è stata picchiata e molestata dalle forze dell’ordine durante uno scontro in val di Susa. Intendo dire: molestata sessualmente, da uomini in divisa. Perciò ho voluto provocare quel giovane agente: è stato il mio modo di reagire a ciò che è successo a Marta. Ho utilizzato due sole armi: l’ironia e il grottesco ...».
La " guerra " NOTAV è anche questo Purtroppo i nostri governanti continuano a ritenere la Tav importante e fondamentale A chi come me la ritiene invece inutile e dispendiosa farebbe invece un enorme immenso piacere sapere che tutti quei soldi stanziati per la Tav  potrebbero essere usati altrove, nelle scuole per esempio o là dove l'ambiente viene stravolto da devastazioni  di cicloni e tornadi  sempre più frequenti !!!

mercoledì 6 novembre 2013

Demenziale

E' da mesi che evito di leggere sul quotidiano le dichiarazioni ripetute e ripetitive del solito Berlusconi che si ritiene vittima prescelta della magistratura e dei comunisti!
Ma questa sera non ho potuto evitare di ascoltare il TG e sono inorridita quando ho sentito ciò che aveva dichiarato a Bruno Vespa per il suo nuovo ultimo libro : " «I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso»
Ha  perfettamente ragione il  presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, quando ha detto che  è  "Un paragone «non solo inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa» "
Come può paragonare i suoi ricchi  figlioli  viziati e privilegiati ai figli del popolo ebraico deportati, bruciati ed uccisi nei campi di sterminio a migliaia, senza pietà alcuna ? Ma non ha null'altro da fare se non rompere in continuazione e blaterare idiozie di tutti i tipi?  Sa almeno cosa sono stati i ghetti degli ebrei e i campi di sterminio dove li hanno annientati a milioni ?
Ricordo, tra le poche cose che mio padre, ex IMI schiavo di Hitler,  raccontò sui suoi due anni  passati nei campi di concentramento  nazisti, in Polonia ed in Germania, di un posto ( sarà stato Torgau, sottocampo di Flossemburg ? ) dove al di là del reticolato vedeva dei prigionieri non militari con delle casacche a righe e una stella gialla
 Lui allora non sapeva chi fossero e non comunicò mai con loro ma ricordava il loro stato miserevole, molto peggiore di come era quello degli Imi che avevano sempre rifiutato di firmare per la Repubblica di Salò
E' una vergogna che si possa permettere ad una persona condannata in un processo democratico e regolare che continui ad inveire contro chi cerca di mantenere in Italia un minimo di regole e di valori, abitualmente calpestati da persone che non hanno scrupoli e che hanno governato il paese portandolo sull'orlo del baratro, ma soprattutto che non si sia messo in galera chi siede ancora impunemente in Senato con la sua condanna, ed ha la faccia tosta di considerarsi una vittima
La legge dovrebbe essere uguale per tutti ma solo i poveri disgraziati finiscono in galera e vivono l'inferno di carceri superaffollate, indegne di una nazione civile e moderna , a quanto pare !!!