" Un milione di persone sono scese in piazza a Kiev ieri, in una nuova sfida a Viktor Yanukovich. Scaduti i due giorni di ultimatum che l’opposizione ucraina aveva lasciato al potere per indire nuove elezioni, il Maidan Nezalezhnosti ieri si è riempito, ed anche espanso: i manifestanti stanno accerchiando con barricate il quartiere governativo di fronte alla piazza, promettendo un assedio a oltranza.
Un gruppo nazionalista ha compiuto il gesto simbolico di rovesciare e fare a pezzi la statua di Lenin sul boulevard Shevchenko. E la figlia di Yulia Timoshenko, Evghenia, ha letto dal palco il piano d’azione proposto da sua madre dal carcere: «Restare in piazza fino alle dimissioni di Yanukovich, un accordo di associazione con l’Ue con lui non è possibile». La residenza del capo di Stato fuori dalla capitale ieri è stata circondata dalla polizia, dopo che i manifestanti hanno promesso di portare l’assedio anche laggiù, se non verrà licenziato il governo e arrestato il ministro dell’Interno, responsabile del violento sgombero di 10 giorni fa.
L’iniziativa sembra ormai passata alla piazza, visitata in questi giorni dalle star del rock agli emissari delle diplomazie europee all’ex presidente georgiano Mikhail Saakashvili che ha commosso la folla parlando, memore degli studi a Kiev, in ucraino.
Yanukovich sta cercando un compromesso difficile. Due giorni fa ha avuto un incontro-lampo con Vladimir Putin, e ieri, dopo un’ennesima telefonata con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, Bruxelles ha annunciato l’invio a Kiev dell’Alta rappresentante per la politica estera dei 28, Catherine Ashton, per una mediazione. Barroso ha ripetuto che l’Ue è pronta a firmare l’accordo di associazione con Kiev, ma uno dei mediatori europei, l’ex presidente polacco Alexandr Kwasniewski, ieri ha criticato Bruxelles per aver sottovalutato l’aggressività di Putin e non essere venuta incontro a Yanukovich. Intanto Yanukovich ha promesso a Barroso che la soluzione va cercata «solo nel dialogo». Ormai è evidente che la piazza non si svuoterà, anche perché i suoi leader si rendono conto che è lì che si decide il loro futuro.
Soprattutto quello di Vitaly Klitschko, che ieri ha piantato i paletti della tendopoli sul Maidan. Timoshenko è in carcere e il leader della sua Batkivshina Arseny Yatseniuk in carisma non può competere con il campione mondiale dei pesi massimi che con i suoi 2,01 metri e la faccia da supereroe affronta le teste di cuoio. A 42 anni Klitschko, insieme al fratello Vladimir, è la gloria nazionale: 45 vittorie su 47 incontri di cui 41 con ko. " da La Stampa To
Klitschko ha ottenuto il 14% del Parlamento con il suo Udar (Movimento democratico ucraino per le riforme e nel triumvirato dei leader del Maidan si pone al centro, più sociale di Batkivshina e più moderato dei nazionalisti di Svoboda. Attualmente ha uno stabile 20% e gode di consensi anche nell’Est ucraino, il feudo di Yanukovich tradizionalmente filorusso.
Il pugile non è un nazionalista, ma la storia della sua famiglia riassume tutte le tragedie ucraine: il nonno paterno fu mandato al confino, la nonna ebrea si è salvata nascondendosi per anni nella cantina di casa, gli altri familiari sono morti nell’Olocausto, nell’Holodomor, la carestia degli Anni 30 organizzata da Stalin, e nelle repressioni dei contadini degli Anni 20. Risiede da anni in Germania e in Ucraina fa soltanto tanta beneficenza per aiutare asili e scuole. e campagne contro la corruzione
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