venerdì 31 luglio 2009

Dialetti a scuola e continuità didattica

" ... Le polemiche erano nate in commissione Cultura della Camera con la proposta di un test di dialetto per insegnanti da parte di Paola Goisis della Lega nord come emendamento al testo di riforma proposto dal presidente della stessa commissione Cultura, Valentina Aprea.
Il ministro Gelmini non rifiuta in toto la proposta avanzata dalla Lega e che tante polemiche ha suscitato ma ridimensiona la polemica:
«Credo sia logico avere delle sfumature diverse ma le posizioni di Pdl e Lega non sono inconciliabili. Sui giornali è nata una polemica distante dalla realtà. La maggioranza ha già assunto delle decisioni importanti sulla scuola. E non c’è alcuna distanza tra Pdl e Lega».
Ma sono gli stessi esponenti della Lega, con il capogruppo Roberto Cota, che fanno un mezzo passo indietro.
Il capogruppo alla Camera Cota precisa che «il presunto esame di dialetto è una bufala. La proposta è quella di fare dei test preselettivi per consentire l’accesso agli albi regionali degli insegnanti, albi previsti proprio dalla proposta di legge in discussione».
«Nel testo dell’emendamento - osserva l'esponente del Carroccio - la questione del dialetto non compare nemmeno».
Mariastella Gelmini vede il lato positivo e osserva che «è una proposta sulla quale si può assolutamente ragionare».
Il ministro dell’Istruzione, assicura che «non c’è su questo tema alcuna conflittualità tra Lega e Pdl. È una polemica distante dalla realtà», perchè la Lega «ha sollevato un problema importante come quello della continità didattica, cioè del dovere della scuola di garantire la presenza degli stessi professori per tutto l’anno scolastico e possibilmente per il biennio».
«Esprimo solidarietà al governo - aveva intanto ironizzato il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione - perchè i giornali non lo capiscono mai. Forse se il governo parlasse in italiano invece che in dialetto ci sarebbero meno fraintendimenti».
Secca bocciatura di tutta la vicenda invece da parte del Pd. «Adesso basta - sbotta Beppe Fioroni, responsabile Educazione del Pd. Forse il ministro Gelmini non ha chiaro che qui non sono in gioco i rapporti fra Pdl e Lega ma la difesa della serietà della scuola. Le sue dichiarazioni sono troppo evasive: non faccia il "Sor Tentenna", intervenga con chiarezza e non cercando di conciliare l’impossibile». " da La Stampa To
Mi sono chiesta come avrebbe fatto la Lega a far fare l'esame dialetto agli insegnanti. Solo qui dove vivo di dialetti ce ne sono tanti, cambiano da un paese all'altro, e in pochi chilometri ( vedi Omegna - Verbania o Omegna - Borgomanero, tanto per fare due esempi ) sono molto diversi tra loro Poveri insegnanti non locali se avessero dovuto imparare i nostri dialetti !!!
Trovo invece molto più sensato il discorso sulla continuità didattica, tanto importante per i ragazzi
Ma con la riforma di quest'anno ed i tanti tagli agli insegnanti, quanti saranno quelli di ruolo che perderanno il posto, e la continuità didattica, e dovranno cambiare scuola e classi ed alunni?
Ci ha pensato la nostra ministra ?
Perchè non ci sarà più solo il discorso degli insegnanti precari che dal Sud ogni anno si trasferiscono numerosi al nord, e poi appena possono se ne tornano a casa, naturalmente, con avvicendamenti vari, che creano caos e disagio, ma anche quello degli insegnanti del nord che non avranno più il loro posto fisso a pochi passi da casa diventerà un problema, e non certo un problema di dialetto... bufala o non bufala, che sia quella lanciata dalla Lega
La scuola quella con la S maiuscola non c'è proprio più ormai ma non è certo colpa degli insegnanti se il caos regna sempre più sovrano e se lo sconcerto si allarga a macchia d'olio ad ogni nuova proposta politica, di qualunque partito sia, al governo o all'opposizione a seconda dei casi...

martedì 28 luglio 2009

Una saggia decisione del Tar del Lazio

Stamattina ho letto questo articolo, che non posso che condividere come insegnante :
" ... al contrario di quanto stabilito dal Miur, che alcuni mesi fa aveva decretato il blocco per cinque o sei anni delle liste dei libri di testo, da settembre ogni nuovo docente assegnato ad una classe avrà la facoltà - «seppure motivatamente e per provate esigenze» - di cambiare il libro di testo adottato dal collega al termine dell’anno scolastico precedente.
La nuova interpretazione del Tar del Lazio ha definitivamente confermato il parere già espresso nel maggio scorso, attraverso una sospensiva, e dichiarato illegittima una parte della circolare ministeriale sull’adozione dei libri di testo.
L’intervento del Tar è stato reso necessario dal ricorso presentato di un gruppo di insegnanti che contestavano la circolare nel punto in cui stabiliva, con l’anno scolastico 2009/2010, che «l’assegnazione di altro docente nella classe, a decorrere dal 1 settembre 2009, non consente in alcun modo una diversa scelta di libri di testo già effettuata».
Il Tar Lazio ha giudicato illegittima la decisione di impedire «che un docente trasferito o sopraggiunto per cessazione di altro docente possa scegliere il libro di testo, dovendo piuttosto adeguarsi per i successivi cinque anni alle scelte effettuate dal predecessore o che altre gravi esigenze, opportunamente motivate, possano dar luogo al cambio del libro di testo durante il quinquennio».
La decisione del Tar ha voluto mantenere attiva l’autonomia dei docenti nello sviluppare i programmi didattici sulla base di situazioni contingenti. " da La Stampa To

Oro rosa

Domenica sono iniziate le gare di nuoto ai mondiali di Roma Io preferisco decisamente i tuffi e mi piacciono molto di più il cronista ed il tecnico che raccontano le gare dal trampolino o dalla piattaforma, ma questa sera non mi sono persa la gara dei 1500 stile libero femminili
C'era Alessia Filippi, simpatica, sorridente e trascinante, che con grande abilità, ha trionfato in 15’44"93, nuovo record della manifestazione, vincendo una medaglia d'oro ben meritata
Ad eccezione di Cleri, le medaglie per l'Italia sono tutte rosa
Un bravissime dunque a queste bellissime e fantastiche ragazze che ci trasmettono tante emozioni con i loro risultati strepitosi ...

giovedì 23 luglio 2009

Medaglie al femminile

In questi giorni di vacanza estiva sto seguendo con estremo piacere ed interesse i Campionati Mondiali di nuoto di Roma
Oggi è stato fantastico vedere Beatrice Adelizzi vincere la medaglia di bronzo nella finale del solo libero nel nuoto sincronizzato
Il bronzo della Adelizzi regala la prima medaglia mondiale all’Italia del sincro, una vittoria veramente storica.
E' la terza medaglia azzurra dopo gli altri due bronzi conquistati da Tania Cagnotto nei tuffi e da Martina Grimaldi nella 10 km di fondo.
Dopo diversi quarti posti, le medaglie sono arrivate da tre donne
E sicuramente ne arriveranno altre dalle ragazze del nuoto nei prossimi giorni
In una società dove le donne sono ancora troppo poche nei posti di comando, dall'economia alla politica, in particolare, finalmente alcune giovani donne affascinanti stanno battendo gli uomini nel mondo del nuoto...!!!

mercoledì 15 luglio 2009

La pensione a 61 anni?

" Oggi il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha dichiarato che dal 2015 l’età pensionabile sarà legata all’aspettativa di vita.
Il ministro ha tenuto a precisare che si tratta di una «sorta di una piccola finestra mobile, sostanzialmente impercettibile per le persone».
La nuova norma potrebbe essere inserita nello stesso emendamento che il governo presenterà nelle prossime ore sull’aumento dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego.
Le donne del pubblico impiego saranno equiparate agli uomini nel 2018 per quanto riguarda l’età pensionabile di vecchiaia.
E, in particolare, a partire già dal 2010, inizierà l’aumento dell’età pensionabile di vecchiaia di un anno ogni due anni.
Questo sarà il contenuto dell’emendamento che il governo presenterà «nelle prossime ore» al decreto anti-crisi.
In sostanza a partire dal 2010 le donne del pubblico impiego andranno in pensione a 61 anni e nel 2018 si raggiungerà l’equiparazione dell’età pensionabile di vecchiaia con gli uomini." da La Stampa To
Alla fine di giugno nell'ultimo collegio docenti ho salutato le colleghe giovani precarie che a settembre potrebbero non trovare più un lavoro per i tagli apportati quest'anno nella scuola
Saluti più tristi del solito che mi hanno lasciato una notevole amarezza per il loro futuro così incerto
Una di loro in particolare, la più giovane, ha detto una cosa che da tanto tempo penso anch'io: " Come faremo ad arrivare alla pensione se ci tagliano i posti di lavoro e se obbligano voi colleghe più anziane a lavorare fino a 65 anni, bloccando così il cambio generazionale nella scuola? "
Io sarò obbligata ad andare in pensione ben oltre i 60 anni se passerà questa piccola finestra mobile
Io lascerei volentieri il mio posto di lavoro ad una giovane collega anche prima dei 60 perchè avrei tante altre cose da fare nei miei anni futuri e pensionabili, ben diverse e meno stressanti di un lavoro di concetto e di rapporti obbligati con alunni preadolescenti sempre più complessi e difficili ...
Io non ho proprio nessuna voglia di essere equiparata con gli uomini !!!
Ho combattuto tutta la vita per la mia indipendenza personale ma proprio per questo vorrei continuare ad essere libera di poter arrivare alla mia agognata pensione a 60 anni !!!!!!!!

Notizie di un giorno d'estate

La lettura delle ultime notizie de La Stampa.it stasera mi hanno fatto riflettere un bel po'
" Le norme contenute nel ddl di riforma del processo penale, messo a punto dal Guardasigilli Alfano, relative al rapporto tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, «non sfuggono a dubbi di costituzionalità» con riguardo sia all’art. 109 (in base al quale «l’Autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria»), sia all’art. 112 (che sancisce il principio di obbligatorietà dell’azione penale).
Lo rileva la Sesta commissione del Csm nel parere sul ddl, attualmente al vaglio della Commissione Giustizia del Senato, che domani sarà portato in plenum. Alla luce di alcune sentenze della Corte costituzionale, Palazzo dei Marescialli osserva che «la distinzione operata dall’art. 3, comma 1, lett. b, del disegno di legge tra sezioni di polizia giudiziaria e servizi di polizia giudiziaria appare difficilmente compatibile con l’assetto costituzionale nella parte in cui pone solo le prime ’alla dipendenzà dell’autorità giudiziaria, stabilendo per i secondi che agiscano ’sotto la direzione dell’autorità giudiziarià, ma non alle sue dipendenze».
Si tratta, secondo il Csm, di «una diversificazione che non solo sembra contrastare con l’ampia dizione dell’art. 109 Cost. ma, soprattutto, risulta in contrasto con l’obiettivo di rendere maggiormente efficace l’azione investigativa che, nella prassi, è prevalentemente affidata ai servizi di polizia giudiziaria (notoriamente forniti di maggiori risorse umane e materiali)». Tale diversificazione, si legge ancora nel parere, «indebolendo il rapporto di subordinazione funzionale della polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero, si traduce in una sottrazione alla magistratura dei mezzi necessari per compiere le indagini e per concluderle celermente, finendo così per incidere negativamente sull’obbligatorietà dell’azione penale»."
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato il ddl sicurezza non senza esprimere «perplessità e preoccupazioni» per molte norme contenute nel provvedimento.
Napolitano, spiega un nota del Quirinale, ha ritenuto «di non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un più efficace contrasto - anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico - delle diverse forme di criminalità organizzata». Detto questo, però, «suscita peraltro perplessità e preoccupazioni - si legge nella nota - l’insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell’iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità; in particolare si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente».
«Su tali criticità - conclude la nota - il presidente Napolitano ha ritenuto pertanto di richiamare l’attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri dell’interno e della giustizia per le iniziative che riterranno di assumere, anche alla luce dei problemi che può comportare l’applicazione del provvedimento in alcune sue parti. La lettera, ampiamente argomentata, è stata inviata, per conoscenza, anche ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati».
Non so cosa succederà in futuro ma come cittadina provo tante perplessità a leggere i due articoli precedenti e mi chiedo: " Ma se il Presidente della Repubblica, persona saggia e responsabile, aveva così tanti dubbi sul ddl sicurezza, perchè ha comunque firmato?"
" Poteva non firmare?? e chiedere al Parlamento di risistemare quelle specifiche disposizioni di dubbia coerenza ecc ecc ??? "
E il Parlamento ascolterà il Presidente o continuerà il suo iter fino alla promulgazione di un ddl dubbio e non sempre coerente con il sistema penale vigente?

martedì 7 luglio 2009

Una firma contro le leggi razziali

Questa sera sto scrivendo dal PC fisso perchè il mio adorato e comodissimo portatile è andato a farsi un ...lifting estivo
Sono entrata nella rivista online di MicroMega pochi minuti fa a leggere questa petizione scritta da illustri personaggi italiani:
"Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono
Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state però conosciute in tempo. In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio "

Sono tantissime le persone comuni che hanno firmato questo importante documento di denuncia. Ho sottoscritto anch'io e spero che lo facciate anche voi che mi state leggendo...


sabato 4 luglio 2009

No dal Molin Yes,we can







" Circa diecimila persone hanno partecipato, nel pomeriggio, al corteo contro l'ampliamento della base militare di Vicenza. Una manifestazione che ha visto un solo momento di tensione tra alcune decine di ragazzi e le forze dell'ordine. Dapprima sono volati sassi, lacrimogeni e qualche manganellata. Poi il corteo ha ripreso la sua marcia, con in testa le donne del presidio e lo striscione "No Dal Molin, yes we can", con disegnata la basilica palladiana.
La tensione è esplosa dopo la richiesta, da parte dei partecipanti al corteo, di sfilare senza la presenza delle forze dell'ordine lungo il percorso.
"Non aspettiamo di essere a contatto diretto con loro, non vogliamo rischiare. Devono rimanere all'interno dell'area del Dal Molin come era previsto. Le strade della città sono nostre, abbiamo diritto di percorrerle liberamente", dice il leader del comitato 'No Dal Molin' Cinzia Bottene.
Alcuni manifestanti si sono così attestati su un ponte, sul corso d'acqua che circonda la base.
Il contatto tra i carabinieri si è verificato quando questi ultimi hanno attraversato il ponte. Per difendersi, i manifestanti hanno utilizzato scudi di plexiglass e fumogeni.
In breve tempo l'aria della zona è diventata irrespirabile per il lancio di lacrimogeni. A quel punto il corteo si è fermato, per poi ripartire più tardi.
... una delegazione di abruzzesi ha partecipato alla manifestazione di Vicenza. Sul cartellone che indicava le prenotazioni per il viaggio, sistemato all'interno del presidio, erano indicate 34 persone.
Alcuni manifestanti in partenza da Padova e diretti a Vicenza sono stati fermati dalla polizia.
Da quanto si apprende sono state sequestrati alcuni sacchetti contenti biglie di ferro e bulloni. Un giovane è stato fermato e portato in questura.
"E' in atto una vergognosa militarizzazione della città con il chiaro obiettivo, da parte del governo, di creare tensione e non far partecipare i vicentini alla manifestazione" denuncia il leader dei Disobbedienti del nordest, Luca Casarini. " da Repubblica.it
le foto sono state pubblicate da La Stampa.it

venerdì 3 luglio 2009

No Dal Molin

"Domani, a quattro giorni dal G8, Vicenza vivrà quelle che diversi collettivi "no global" hanno definito «le prove generali» delle proteste contro il meeting internazionale dell’Aquila: nella città dove ha sede la base militare statunitense ’Dal Molin’ della 173esima Brigata Aerotrasportata, nel giorno in cui gli Usa festeggiano l’Indipendence Day si svolgerà una manifestazione nazionale organizzata dal movimento locale antagonista ’No Dal Molin’ che con diverse altre associazioni manifestà contro gli Stati Uniti e contro il governo italiano che ha dato in concessione l’area."
Inizia così un articolo de la Stampa di Torino
Ma quello che è interessante sapere è che i collettivi vicentini hanno scritto una bellissima lettera ad Obama per invitarlo a Vicenza
in questa lettera si scopre anche che una loro rappresentanza è stata alcuni mesi fa negli Usa, invitata dal Congresso di Washington, proprio per affrontare il problema sorto qui in Italia in questa città del nord est
«Dear presidente Obama vieni a Vicenza per vedere con i tuoi occhi come state calpestando democrazia e ambiente per fare una nuova base di guerrà».
«Noi cittadini di Vicenza abbiamo ascoltato il suo discorso della vittoria di Chicago lo scorso 4 novembre nel quale ha riportato le parole di Abramo Lincoln: "un governo del popolo, dal popolo e per il popolo" e ha continuato dicendo "io vi ascoltero", soprattutto quando saremo in disaccordo Proprio per questo le chiediamo di ascoltarci».
«Tra pochi giorni - prosegue la lettera - lei verrà in Italia per il meeting del G8 e in quell’occasione la invitiamo a visitare Vicenza, la nostra città. Vicenza ospita dal 1955 vari siti militari USA, tra i quali la base di Camp Ederle: oggi a Vicenza è chiesto un nuovo eccessivo sacrificio, la costruzione di una seconda base sul nostro territorio, in mezzo alle abitazioni civili e ad un solo miglio dal centro storico cittadino».
«Una rappresentanza di cittadini decisi a bloccare la costruzione della nuova base ha anche testimoniato ufficialmente lo scorso 23 aprile di fronte alla Commissione Appropriations Military Construction And Veterans Affairs (Presidente Edwards) del Congresso degli Stati Uniti esponendo le fondate preoccupazioni e le ragioni di dissenso».
«Noi come lei siamo partiti dai quartieri e abbiamo costruito una comunità che lavora per il cambiamento. Non si tratta di antiamericanismo, come spesso è rappresentato il nostro movimento Le nostre profonde preoccupazioni sono più che mai motivate, per questo le sottoponiamo alcune domande: negli Stati Uniti sarebbe possibile costruire una base militare ad un miglio dal centro storico di una città patrimonio mondiale dell’Unesco? negli Stati Uniti sarebbe possibile fare questo senza ascoltare i cittadini e andando contro il volere della popolazione locale che in occasione di una recente consultazione si è espressa contraria al 95% ? negli Stati Uniti sarebbe possibile la costruzione di una base militare su un terreno sovrastante una delle più importanti falde acquifere del continente, quale è quella di Vicenza, vitale per la popolazione, col serio rischio di comprometterla e in violazione di importanti normative europee? Vicenza, da sempre città a forte vocazione di pace, è destinata a divenire sede della più importante base USA in Europa, sede di Africom e funzionale alla strategia della guerra preventiva, ideata e perseguita dalla Amministrazione Bush, che si è dimostrata sinora fallimentare».
«Con che diritto ci impone tutto questo? Se le parole scritte nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti hanno valore concreto e se lei, come noi, crede in valori quali democrazia, rispetto, legalità, trasparenza, sappia che tutto questo a Vicenza è negato. Non si assuma la responsabilità di una scelta così sbagliata. Fermi questo progetto. Venga a Vicenza per rendersi conto della situazione e per capire se continuare la realizzazione di questo folle progetto».Tratto da
Il Gazzettino giovedì 2 luglio 2009

Omegna e dintorni


Ho scritto per un anno e mezzo anche il blog Non solo Libri ! in un'altra piattaforma

E' stata un'esperienza interessante ma preferisco molto di più usare blogspot.com e così oggi pomeriggio, in un caldo pomeriggio assolato, ho aperto un nuovo blog
Si chiama Omegna e dintorni e spero che avrà lunga vita come Pensieri in Libertà, ed altrettanto successo di visite


buon week end erica