La lettura delle ultime notizie de La Stampa.it stasera mi hanno fatto riflettere un bel po'
" Le norme contenute nel ddl di riforma del processo penale, messo a punto dal Guardasigilli Alfano, relative al rapporto tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, «non sfuggono a dubbi di costituzionalità» con riguardo sia all’art. 109 (in base al quale «l’Autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria»), sia all’art. 112 (che sancisce il principio di obbligatorietà dell’azione penale).
Lo rileva la Sesta commissione del Csm nel parere sul ddl, attualmente al vaglio della Commissione Giustizia del Senato, che domani sarà portato in plenum. Alla luce di alcune sentenze della Corte costituzionale, Palazzo dei Marescialli osserva che «la distinzione operata dall’art. 3, comma 1, lett. b, del disegno di legge tra sezioni di polizia giudiziaria e servizi di polizia giudiziaria appare difficilmente compatibile con l’assetto costituzionale nella parte in cui pone solo le prime ’alla dipendenzà dell’autorità giudiziaria, stabilendo per i secondi che agiscano ’sotto la direzione dell’autorità giudiziarià, ma non alle sue dipendenze».
Si tratta, secondo il Csm, di «una diversificazione che non solo sembra contrastare con l’ampia dizione dell’art. 109 Cost. ma, soprattutto, risulta in contrasto con l’obiettivo di rendere maggiormente efficace l’azione investigativa che, nella prassi, è prevalentemente affidata ai servizi di polizia giudiziaria (notoriamente forniti di maggiori risorse umane e materiali)». Tale diversificazione, si legge ancora nel parere, «indebolendo il rapporto di subordinazione funzionale della polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero, si traduce in una sottrazione alla magistratura dei mezzi necessari per compiere le indagini e per concluderle celermente, finendo così per incidere negativamente sull’obbligatorietà dell’azione penale»."
Lo rileva la Sesta commissione del Csm nel parere sul ddl, attualmente al vaglio della Commissione Giustizia del Senato, che domani sarà portato in plenum. Alla luce di alcune sentenze della Corte costituzionale, Palazzo dei Marescialli osserva che «la distinzione operata dall’art. 3, comma 1, lett. b, del disegno di legge tra sezioni di polizia giudiziaria e servizi di polizia giudiziaria appare difficilmente compatibile con l’assetto costituzionale nella parte in cui pone solo le prime ’alla dipendenzà dell’autorità giudiziaria, stabilendo per i secondi che agiscano ’sotto la direzione dell’autorità giudiziarià, ma non alle sue dipendenze».
Si tratta, secondo il Csm, di «una diversificazione che non solo sembra contrastare con l’ampia dizione dell’art. 109 Cost. ma, soprattutto, risulta in contrasto con l’obiettivo di rendere maggiormente efficace l’azione investigativa che, nella prassi, è prevalentemente affidata ai servizi di polizia giudiziaria (notoriamente forniti di maggiori risorse umane e materiali)». Tale diversificazione, si legge ancora nel parere, «indebolendo il rapporto di subordinazione funzionale della polizia giudiziaria rispetto al pubblico ministero, si traduce in una sottrazione alla magistratura dei mezzi necessari per compiere le indagini e per concluderle celermente, finendo così per incidere negativamente sull’obbligatorietà dell’azione penale»."
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato il ddl sicurezza non senza esprimere «perplessità e preoccupazioni» per molte norme contenute nel provvedimento.
Napolitano, spiega un nota del Quirinale, ha ritenuto «di non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un più efficace contrasto - anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico - delle diverse forme di criminalità organizzata». Detto questo, però, «suscita peraltro perplessità e preoccupazioni - si legge nella nota - l’insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell’iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità; in particolare si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente».
«Su tali criticità - conclude la nota - il presidente Napolitano ha ritenuto pertanto di richiamare l’attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri dell’interno e della giustizia per le iniziative che riterranno di assumere, anche alla luce dei problemi che può comportare l’applicazione del provvedimento in alcune sue parti. La lettera, ampiamente argomentata, è stata inviata, per conoscenza, anche ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati».
Napolitano, spiega un nota del Quirinale, ha ritenuto «di non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme, ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un più efficace contrasto - anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel sistema economico - delle diverse forme di criminalità organizzata». Detto questo, però, «suscita peraltro perplessità e preoccupazioni - si legge nella nota - l’insieme del provvedimento che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell’iter parlamentare, risulta ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche delle quali prive dei necessari requisiti di organicità e sistematicità; in particolare si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi generali dell’ordinamento e del sistema penale vigente».
«Su tali criticità - conclude la nota - il presidente Napolitano ha ritenuto pertanto di richiamare l’attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri dell’interno e della giustizia per le iniziative che riterranno di assumere, anche alla luce dei problemi che può comportare l’applicazione del provvedimento in alcune sue parti. La lettera, ampiamente argomentata, è stata inviata, per conoscenza, anche ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati».
Non so cosa succederà in futuro ma come cittadina provo tante perplessità a leggere i due articoli precedenti e mi chiedo: " Ma se il Presidente della Repubblica, persona saggia e responsabile, aveva così tanti dubbi sul ddl sicurezza, perchè ha comunque firmato?"
" Poteva non firmare?? e chiedere al Parlamento di risistemare quelle specifiche disposizioni di dubbia coerenza ecc ecc ??? "
E il Parlamento ascolterà il Presidente o continuerà il suo iter fino alla promulgazione di un ddl dubbio e non sempre coerente con il sistema penale vigente?
Nessun commento:
Posta un commento