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martedì 12 maggio 2020

La Mamma di Silvia Romano

Sono due giorni  che il coronavirus è  finito  in secondo piano perché su tutti i giornali e in TV impazzano le polemiche per la liberazione di Silvia Romano, la giovane cooperante milanese rimasta prigioniera della jiad islamica in Somalia per ben 18 mesi, dopo un rapimento che anche allora provocò polemiche, insulti e quant'altro sui social 
La giovane e  stata liberata con il pagamento  di un riscatto, e già questo è  stato motivo di ire funesta,  ma quello che ha scatenato l'ira  di dio, come si suol dire, è  il fatto che è  tornata vestita come una musulmana ( dopo tutto quel tempo non poteva essere diversamente, no ) e che ha candidamente dichiarato di essersi convertita alla religione  di Maometto e di chiamarsi adesso Aisha, come la terza moglie del suddetto.
Dopo  insulti minacce di morte lettere  e chi più  ne ha più  ne metta, Silvia Romano si è  recata dal capo dell'antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili 
Lei ha dichiarato di essere serena, ma la madre, assillata dai giornalisti mentre era uscita un attimo da casa,  ha detto solo una cosa, la stessa che ho pensato io quando ho visto la foto della giovane tutta intabarrata in quel lungo pastrano verde che le ricopriva anche il capo : " Chiunque finisce in quei posti li,  si converte",
Donna saggia, la mamma di Silvia. E posso immaginare l'angoscia di questa famiglia che per mesi non ha avuto notizie della ragazza e poi al suo ritorno si sono ritrovati in mezzo a questa bagarre da circo equestre del solito branco di affezionati insultatori sputa sentenze che devono sempre dire la loro su tutto e su tutti, spargendo veleno e cattiverie a iosa.
La loro felicità  per aver potuto riabbracciare Silvia è  stata sporcata da tutto  quello  che è  successo nelle ore successive  al suo ritorno in Italia.
Sicuramente anche su di lei calerà  l'oblio di stampa e giornali e i frequentatori dei social avranno altre vittime da prendere di mira, ma un'esperienza  simile non è  da augurare a nessuno, ne a chi è  andata sicuramente  in Africa piena di gioia e di speranza convinta di fare del bene ai piccoli del posto, insegnando loro quello che lei aveva appreso in un paese europeo culturalmente avanzato, e che si è  ritrovata nelle mani di fanatici religiosi che non hanno scrupoli di nessun tipo, uomini che in nome di una religione uccidono e sottomettono senza pietà  interi territori occupandoli con le armi e la violenza. Ne tanto meno la famiglia di chi è  stato rapito per tanti mesi, un tempo infinito per chi ha atteso con ansia notizie senza sapere se era ancora viva o se era stata uccisa senza pietà .
Ricordo il rapimento di Giuliana Sgrena,  la giornalista la cui famiglia vive ancora qui in Ossola, e la sua liberazione traumatica in Iraq. Una donna adulta ed esperta tornata provata il cui viso pieno di angoscia e di disperazione non impedí ai soliti di creare un caos di polemiche a non finire. 
La brillante operazione di quella volta fini  nel sangue, mentre questa è stata un successo per il capo di Governo Conte e per Di Maio , che si sono recati entrambi a riceverla all'aeroporto.  
Forse col senno di poi sarà  venuto loro in mente che forse era meglio farla rientrare in sordina, con un silenzio forse ipocrita, ma sicuramente  rassicurante  per lei e per la sua famiglia?
Io penso spesso a padre Dall'Oglio,  scomparso da anni in quel calderone infernale che era  la Siria in guerra, anche lui rapito mentre si dedicava al benessere di chi era in difficoltà,  e di cui non si è  mai più  saputo nulla.
Mentre Quirico, il giornalista di guerra de La Stampa, entrato clandestinamente in Siria,  fu preso e passato di banda in banda fino alla liberazione.  Un uomo fortunato che però  in quell'occasione rischiò  parecchio e subi parecchio. Vide cose inimmaginabili e quando tornò  dichiarò  in una lunga intervista al giornale torinese, per il quale ancora oggi lavora come reporter di guerra, il suo odio per quegli assassini e farabutti che usano la religione mussulmana come scudo per commettere crimini e nefandezze indescrivibili
Questa volta invece ciò  che più  ha scatenato le menti dei soliti è  stato  il fatto che la giovane  Silvia Romano è  tornata  sorridente, apparentemente felice, ben vestita e per nulla sciupata o terrorizzata.
E allora apriti cielo, impiccatela,  arrestatela e tutto il resto del repertorio  becero di un certo mondo di  internet e dintorni
Oggi pomeriggio  io ho accolto il messaggio di Amnesty International  Italia ed ho inviato un breve pensiero a Silvia. Le ho augurato di ritrovare la pace e la tranquillità con la sua famiglia e con chi le vuole bene
E spero il più  presto  possibile perché  non sarà  di certo facile e semplice per lei dimenticare ciò  che le è  successo in Africa, comunque sia andata.
A quell'età si è  ancora giovani e se non si ha un carattere forte, da guerriere,  in un modo o nell'altro si soccombe e si subisce tutto pur di non impazzire, umiliate e calpestate dall'odio di uomini che ci odiano a morte
Perché  siamo europei e cattolici
A questo forse dovrebbero pensare tutti quelli che si sono scagliati contro Silvia e dovrebbero pure riflettere sul fatto che noi europei siamo stati vittime negli ultimi anni  di attacchi terroristici a casa nostra. In Francia, in Inghilterra, in Belgio ....fino al devastante attacco delle Torri gemelle a New York nell'ormai lontano 2001. Menti bacate che ci odiano ed odiano il nostro modo di vivere, odiano noi donne libere intelligenti e non succubi, odiano la nostra religione, ben più  antica della loro, ma con tante analogie , da alcune feste a tanti versetti del Corano, dove si ritrovano pensieri positivi come nella Bibbia di Cristiani ed Ebrei 
 F

lunedì 23 gennaio 2017

Speranza

"La speranza è  l'ultima  a morire ".
 Quante volte abbiamo sentito queste parole.
Oggi a Rigopiano hanno fatto  un buco in un muro e dalla stanza caldaie hanno estratto, vivi, tre bellissimi batuffoli di pelo bianco, i cuccioli dei due pastori abruzzesi che erano fuggiti dopo la slavina ed erano scesi giù in una frazione del paese, sani e salvi.
I cuccioli stanno bene.
 C'è da augurarsi che, nonostante i giorni passino, i soccorritori riescano a trovare vive anche altre persone disperse.
Magari i genitori  di uno dei due bimbi salvati insieme con la piccola che voleva i suoi biscotti preferiti. L' altro purtroppo quando tornerà a casa non vi troverà più ne la mamma  ne il papà.  Sono stati uccisi dalla slavina  che si è abbattuta sull'hotel. 
Un destino crudele ma purtroppo in una disgrazia  simile è stato già  un miracolo che alcuni si siano salvati, sotto choc sicuramente ma illesi.

mercoledì 25 marzo 2015

Poveri Lupi

Ieri pomeriggio ho seguito le notizie e le immagini choccanti di France 24 sull'incidente aereo dell' Airbus di Germanwings 
Il mistero dell'aereo partito da Barcelona e caduto sulle montagne alpine francesi dell'alta Provenza tra Digne e Barcelonnette con 150 persone a bordo, dopo una discesa di quasi 10 minuti, da 38 000 metri ai 2000 metri circa, dove planando si è schiantato e disintegrato completamente, continua a restare insolubile anche oggi 
Ma ecco cosa ho letto in un articolo sulla prima pagina de La Stampa :
" Sulla montagna in cerca dei resti: “Bisogna arrivare prima dei lupi” 
di NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A LE FERNET (FRANCIA)
L’unica strada per il disastro è uno sterrato lungo cinque chilometri. Alla guida di questa Jeep gialla 4x4 c’è Bernard Mollet, il maestro di sci più esperto del paese. Prima di mettere in moto, aveva detto: «Lassù, a quota 1480, sul Col del Mariaud, ci sono solo cascine abbandonate, alpeggi e lupi. I vostri lupi italiani...».... "
Non avevo mai sentito nominare M Mollet ma sinceramente ho provato un certo orrore nel leggere cosa ha dichiarato al cronista italiano il maestro di sci più esperto del paese sui poveri lupi " italiani" che vivono nel vicino parco del Mercantour, tra la Francia del Sud e le Alpi del  Cuneese
I lupi sono tornati sulle Alpi da parecchi anni, ormai, introdotti da progetti ma anche giunti da varie zone europee dopo lunghi vagabondaggi per le montagne europee
I lupi vivono in branchi e  cacciano insieme 
Spesso attaccano i greggi di pecore ed uccidono anche diverse bestie alla volta causando gravi danni ai pastori che vivono d'estate in montagna e che chiedono alle autorità di prendere provvedimenti contro queste " bestie feroci" 
Ma i lupi sono animali diffidenti e, con il rumore degli elicotteri che sorvolano la montagna della tragedia, con gli uomini dei soccorsi che si aggirano lungo i pendii alla ricerca dei pezzi dell'aereo caduto e dei corpi delle persone decedute, con tutte le persone che nella vallata in basso si aggirano rumorosamente, non saranno di certo intenzionati ad avvicinarsi a quei luoghi così frequentati ed ai resti di chi è morto nell'aereo 

Poveri lupi, una volta ancora sono stati tirati in ballo per essere denigrati e diffamati !
Povere bestie, non sono teneri ed innocui cagnolini da salotto, ma sono intelligenti e sanno che non è mai il caso di avvicinarsi a quegli strani esseri a due gambe che si chiamano uomini, così pericolosi e talvolta così stupidi  da fare previsioni totalmente idiote...
In circostanze così tragiche sarebbe stato molto meglio non nominarli proprio, quei lupi,  evitando ulteriore allarmismo ed incertezza all'angoscia profonda che già è scesa su noi tutti nel vedere quelle immagini terribili di piccoli frammenti disintegrati di corpi e di  metalli sparsi per ettari lungo i crinali di una  grande montagna isolata ed impervia !
Al mistero ed al dolore non desideriamo sicuramente veder affiancate anche le sciocchezze e le superstizioni di chi crede che i lupi siano un pericolo, dando la colpa a noi Italiani di averli lasciati liberi anche in Francia....

Le due immagini di questo post sono state trovate in Internet da Erica . Sono splendide e mettono in evidenza la fierezza e la bellezza di questi animali

lunedì 15 dicembre 2014

Reato di autoriciclaggio

È stato votato al Senato il reato di autoriciclaggio, recependo in toto e senza modifiche il testo approvato alla Camera e posto all’interno del pacchetto sul rientro di capitali.

" L’autoriciclaggio è   legge, ma non risolve quei rischi d’interpretazione segnalati da esperti di settore e da Riparte il futuro che ha raccolto 50 mila firme per chiederne la riforma.
È certamente una buona novità perché si colma un vuoto del codice penale - ha spiegto Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera - ma si è persa l’occasione di dotare il nostro Paese di una norma chiara e semplice, in linea con le indicazioni contenute nelle direttive europee. Abbiamo invece un lungo articolo che presenta il rischio di equivoci e di problemi di interpretazione, che potranno compromettere l’azione penale”.
Restano diversi dubbi sulla formulazione del neonato 648 ter. Uno dei nodi più preoccupanti è il concetto di “godimento personale” delle somme accumulate illegalmente, approdato definitivamente. Non sarebbero quindi punibili le condotte per cui il denaro, beni o altre utilità vengano destinate “alla mera utilizzazione” o al già detto “godimento personale”. È difficile capire che cosa significhi e per cosa dovrebbero essere  impiegati.
 Alla luce della formulazione votata, non è ancora chiaro quali saranno le condotte per cui l’autoriciclaggio si applicherà, e quali rimarranno fuori. Ci sono infatti due aggettivi che descrivono il dettaglio sulle attività necessarie a trasferire fondi con l’autoriciclaggio, che devono appunto essere “imprenditoriali” e “speculative”, ma non si capisce se servono a dettagliare i tipi di azione o a circoscriverli solamente all’interno dei due vaghi aggettivi. Dall’elenco delle attività rischierebbe di rimaner fuori il caso per cui ci si compra una lussuosa casa (uso personale) ma dopo aver fatto circolare il denaro su fondi di copertura.
E ancora: i tre verbi, “impiegare, sostituire e trasferire”, che raccontano come concretamente si autoriciclano i proventi criminali, sono intesi come tutti contemporaneamente necessari e dimostrabili per applicare la norma?
Inoltre, anche l’espressione “ostacolare concretamente” contenuta nel testo, usata per descrivere l’azione di nascondere la provenienza dei proventi del reato, pare superflua e rischia persino di essere d’inciampo. Non è infatti chiaro cosa si vuole dire con “concretamente”, quasi che si possa nascondere il frutto di un illecito “astrattamente”.
Un problema si pone anche sulle pene: quando l’autoriciclaggio si applica a quei reati “presupposto”, che hanno prodotto i soldi sporchi da ripulire, punibili con una pena sotto a 5 anni (e quindi la maggior parte dei reati di corruzione) non sarà consentito lo strumento delle intercettazioni, fondamentali per contrastare questo tipo di reato.
In sintesi: sarà dura per un giudice distinguere condotte così di dettaglio, senza vedere compromessa la sua attività e senza contare su adeguati strumenti investigativi.
Se si considera poi che questo testo è stato inserito all’interno di una discussa legge sul rientro di capitali, che per molti aspetti assomiglia di fatto a un condono fiscale, sebbene versioni diverse compaiano in disegni di legge tutt’ora in discussione in Parlamento, risulta fin trioppo evidente come il quadro non sia dei migliori.
“Nel balletto attorno alla legge, tirata a volte come una coperta troppo corta da diversi lati - ha concluso Fontana- non è stata ascoltata fino in fondo la voce, raccolta da Libera e rilanciata attraverso Riparte il futuro, di chi ogni giorno si spende per combattere la criminalità economica. Ora il testo è alla prova dei fatti. Speriamo che ci sia la volontà politica di migliorarlo e modificarlo quanto prima”.
Ho trovato in internet questo articolo molto interessante che vale la pena di leggere !

venerdì 6 dicembre 2013

Il mestiere più vecchio del mondo

Gli antichi Romani dicevano O Tempore O Mores !
Non solo allora ma fin dai tempi antichi il meretricio era già di moda ed era motivo di discussioni di denuncia e di condanna, anche se poi molto spesso i moralisti del momento usavano andare, pure loro, a pagamento, con le " donnine allegre "
In Italia negli anni cinquanta del '900 la senatrice Merlin fece chiudere con una legge parlamentare le case chiuse, e fu così che noi che eravamo nati / nate  nel frattempo passammo il resto della vita a vedere quelle povere sfortunate donne di strada fare il loro mestiere lungo i bordi delle vie, al freddo, ma con un fuocherello acceso lì accanto, di notte e di giorno !
Povere disgraziate, abbiamo sempre pensato
Sfruttate maltrattate e usate fino allo sfinimento da protettori senza scrupoli e senza pietà, specialmente le africane e le giovanissime dell'Est Europa
Ma il mercato non ha mai sofferto nessuna crisi, grazie a tutti quegli  uomini che sono sempre stati, e sempre saranno, disponibili a passare del tempo a pagamento in loro compagnia ... e ne abusano senza mai porsi problema alcuno Pure loro
 
La riforma sanitaria del presidente Obama invece, che negli Usa ha trovato  un gruppo di entusiaste sostenitrici ,le prostitute legali delle case di tolleranza  del Nevada, ha scatenato subito la   propaganda feroce dei Repubblicani contro la legge  
Ma le opinioni delle prostitute, raccolte dalla televisione Cbs, che è andata a sentirle nel famoso  Moonlight Bunny Ranch, uno dei più noti bordelli legali del Nevada, sono motivo di riflessione seria
Taylor Lee ha spiegato che «facendo questa professione, non ci offrono esattamente le polizze sanitarie di gruppo».   In effetti le compagnie assicurative si tengono ben alla larga dal settore. Il problema, però, è che anche le prostitute sono esseri umani, con corpi che si ammalano: «E’ dura - ha denunciato Taylor - perché io ho una patologia preesistente, e quindi tutti mi rifiutano. Perciò sostengo davvero Obamacare, e sono molto contenta che sia in vigore». 

In Francia c'è stato il Primo sì del Parlamento  d'Oltralpe al disegno di legge sulla prostituzione: le proteste di piazza delle lucciole e l’opposizione di una parte dell’opinione pubblica, a destra come a sinistra, di uomini e di donne, senza distinzioni , non hanno convinto i deputati che, 268 contro 138, hanno approvato il testo che vuole sradicare il fenomeno del sesso a pagamento, penalizzando i clienti con multe a partire da 1.500 euro.  La bozza di legge, promossa dal partito socialista con il sostegno convinto del ministro per i Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, passerà all’esame del Senato ad inizio 2014.
Alla Camera tutti i partiti hanno lasciato libertà di voto ai propri deputati: i socialisti e il Fronte di sinistra hanno votato in maggioranza a favore, contro si sono schierati soprattutto radicali e Verdi, mentre il fronte del centro-destra con l’Ump (Unione per un movimento popolare) e Udi (Unione dei democratici e indipendenti) sono risultati divisi.
Oltre alle multe per i clienti, il disegno di legge prevede l’istituzione di un fondo per proteggere le vittime della prostituzione. Una parte importante della legge è  quella dedicata alle prostitute straniere che si impegnano ad abbandonare l’attività in cambio di un permesso di soggiorno di sei mesi.   Fino ad ora in Francia il sesso a pagamento era legale ma ne era vietato lo sfruttamento e la prostituzione minorile, così come l' "adescamento passivo "  ( legge di Nicolas Sarkozy - 2003 ). In caso di approvazione anche da parte del Senato, Parigi si allineerà alla Svezia e alla Norvegia, paesi all’avanguardia nella lotta alla prostituzione.
Ma questa  proposta di legge ha innescato un acceso dibattito in Francia  e le prostitute sono scese sul piede di guerra per la paura di perdere  clienti, dopo  il provvedimento, ed hanno puntato  il dito anche contro l’ulteriore precarizzazione delle loro condizioni di lavoro. «Siamo unanimi nel ritenere che la criminalizzazione dei clienti non farà sparire la prostituzione ma accentuerà l’insicurezza delle prostitute costringendole ulteriormente alla clandestinità», ha commentato un collettivo di associazioni contrarie alla normativa.
A fianco delle lucciole si sono schierati i firmatari del manifesto dei «343 bastardi» che, contro la penalizzazione dei clienti, all’inizio di novembre avevano rivendicano il diritto al sesso a pagamento tra adulti consenzienti.
Tra  loro vi sono pure esponenti del mondo della cultura e dei media, come il giornalista Frederic Beigbeder, il regista teatrale Nicolas Bedos e Richard Malka, avvocato di Dominique Strauss-Kahn. La petizione richiamava alla memoria il «manifesto delle 343 puttane» pubblicato nel 1971 sul Nouvel Observateur, con il quale le firmatarie ammettevano di aver avuto un aborto, esponendosi così alle conseguenze penali.
Quella presa di posizione contribuì notevolmente all’apertura di un dibattito pubblico sull’aborto, allora illegale, che si concretizzò nella legge Simone Veil del 1974, che rese possibile l’interruzione di gravidanza.
E' altrettanto forte invece il sostegno alla legge da parte delle femministe, come Anne Zelensky che a novembre  si era scagliata contro il nuovo manifesto dei bastardi, puntando il dito contro «il perverso gioco di prestigio dove la libertà è messa al servizio della difesa di una schiavitù di fatto».
 Con l’approvazione alla Camera, le associazioni contro il sesso a pagamento hanno salutato la «svolta storica», auspicando un’identica presa di posizione contro la «violenza prostituzionale» anche da parte del Senato.

E noi, che facciamo in Italia ? Continueremo ancora, nei secoli dei secoli a venire , a vedere quelle povere disgraziate lungo i bordi delle strade a contrattare il prezzo di una prestazione con i clienti delle auto ? 
Il Parlamento italiano è impegolato in ben altre beghe in questo periodo , dal Porcellum al Mattarellum, dalla disoccupazione in eccesso alle tasse sulla prima casa - la paghiamo, non la paghiamo, la pagheremo o non la pagheremo , questo è il dilemma - , da Renzi Berlusconi e Grillo che piantano casino ad oltranza a .... vattelapesca !
Ma i Parlamentariattuali  hanno pensato mai al mestiere più antico del mondo e alla difesa e protezione delle donne che lo praticano ? Creeranno pure loro prima o poi una nuova legge che colpisca i clienti e li induca a ridurre il mercato del sesso a pagamento ?

domenica 21 aprile 2013

La marcia su Roma di Grillo

Se la decisione di Napolitano di accettare un nuovo mandato è stata vista con sollievo all'estero, in particolare negli Usa, perché, anche se non è  un nuovo punto di partenza che prima o poi l’Italia dovrà tentare, è almeno un argine al collasso e una base per rimettersi in moto verso il futuro, in Italia
la reazione di Beppe Grillo è stata a dir poco furiosa e decisamente pericolosa , visto che a mobilitarsi al suo richiamo sono stati Forza Nuova, Rifondazione Comunista e Casa Pound, che si riversati in piazza davanti a Montecitorio:
«È in atto un colpo di Stato. È necessaria una mobilitazione popolare davanti a Montecitorio. Dobbiamo essere milioni». 
Le sue parole in merito alla marcia su Roma e all'adunata davanti a Montecitorio hanno costretto i presidenti delle Camere e persino Vendola, che con Sel aveva votato il candidato proposto dai 5 Stelle, a prendere una  posizione immediata di critica e Stefano Rodotà, candidato alla presidenza del M5S e motivo della indignazione dei grillini, ha subito smentito l'ex comico genovese: «Sono contrario a qualsiasi marcia su Roma».
Il professore non voleva di certo passare per il leader di una rivolta dalle conseguenze imprevedibili.
I presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, hanno invece scritto in una nota congiunta: «Napolitano è il presidente di tutti  Parlare di golpe è infamante». 
Dario Franceschini del PD ha sottolineato che : «Questa Marcia su Roma è una cosa che non va sottovalutata È una cosa preparata».
Silvio Berlusconi, che aveva passato il pomeriggio in Parlamento a raccontare barzellette ai suoi parlamentari, ha invece usato l’ironia: «Adesso anche la comica marcia su Roma di Grillo e del suo fascismo buffo».
 
Nessuno di noi è contento di vedere i politici continuare a litigare come bambini viziati , in particolare quelli del PD che con le loro assurdità e le loro correnti egoistiche hanno affondato persone come Marini e Prodi, del tutto incapaci di giungere ad un accordo concreto per superare le difficoltà del momento, ma  Grillo sta esagerando con le sue urla e le sue parole di provocazione sobillatrice
E non è con le adunate di lontana memoria, quelle tanto care ai fascisti ( la storia ci ha insegnato che le adunate sono molto pericolose e vanno a finire male di solito, vedi Hitler e Mussolini tanto per non dimenticare ! ), che si deve esprimere il proprio dissenso urlante
Ci sono altri modi per sconfiggere la casta, in Parlamento soprattutto. E non ritengo che Rodotà, anche se è una persona seria e preparata , avrebbe potuto essere il presidente di tutti
Chissà quanti sono stati poi effettivamente i voti  raccolti in rete da Rodotà , visto che Grillo non ha mai pubblicato i dati delle sue quirinarie continuamente sbandierate ad ogni piè spinto?
Io per esempio avrei decisamente preferito Gustavo Zagrebelsky a lui
Nuove riforme come l'elezione del presidente fatta dai cittadini avrebbero sicuramente evitato tutto questo caos e non avremmo dovuto assistere alle pagliacciate di troppi politici, nani ballerine pescivendole lavandaie nostalgici franchi tiratori traditori e chi più ne ha più ne metta....

giovedì 28 marzo 2013

Beati

I nuovi beati di papa Francesco furono vittime del fanatismo del Novecento: due erano  italiani, uno ucciso da due partigiani, l'altro per aver difeso i partigiani, gli altri erano sacerdoti morti nella furia della guerra civile spagnola o durante la guerra fredda
" Rifiutò di togliersi l'abito talare perché, disse, "questa ricorda che io appartengo a Gesù". E così lo   uccisero: "Sarà un prete di meno domani", dissero tra loro i suoi aguzzini. ... Rolando Rivi era un ragazzino di quattordici anni,  quel 13 aprile 1945. Con l'unica colpa di essere un seminarista in mezzo a un delirio di fanatismo che  travolse la mente di due partigiani rossi, nel cuore dell'Emilia. Tredici giorni prima, quei tempi di sangue avevano segnato la fine di un'altra persona, il biblista domenicano Giuseppe Girotti, originario di Alba. Spirò a Dachau, in Germania, nel campo di concentramento nazista dove era stato rinchiuso a causa della sua attività antifascista e dell'aiuto dato agli ebrei perseguitati.
...  Oggi il pontefice ha approvato il fascicolo presentato dalla Congregazione per le cause dei santi, riconoscendo che Rolando e padre Giuseppe furono due martiri a causa della fede.  Questo, di fatto, spalanca il cammino verso la gloria degli altari senza attendere la procedura per il riconoscimento di eventuali miracoli.
Ma insieme alle loro vicende, Bergoglio ha sottoscritto che si trattò di morte "in odium fidei" anche per altri sessanta cattolici, tutti trucidati negli estremismi del secolo scorso. La maggior parte di loro fu travolta dalla guerra civile spagnola. È il caso del vescovo Jaén Emanuele Basulto Jiménez e di altre decine di sacerdoti e religiosi. Tra di essi, Giuseppe Massimo Moro Briz con altri 4 compagni della diocesi di Avila; Gioacchino Jovaní Marín e altri 14, della Società dei sacerdoti operai diocesani; Andrea da Palazuelo  insieme ad altri 31 confratelli cappuccini. Tutti uccisi tra il 1936 e il 1938 durante la guerra civile per non aver abiurato al loro ruolo durante le violente persecuzione contro la Chiesa anche innescate da posizioni filo franchiste di alcuni rappresentanti dei vertici ecclesiastici.
Altri due consacrati cattolici  sono stati ritenuti martiri dei regimi dell'Est negli anni della guerra fredda. Si tratta di Stefano Sándor, salesiano laico, ucciso in odio alla fede a Budapest l'8 giugno 1953, e Vladimiro Ghika, sacerdote diocesano, nato in Turchia e morto a Bucarest il 16 maggio 1954. Anche per loro - come per la religiosa tedesca Maria Teresa Bonzel (al secolo: Regina Cristina Guglielmina), fondatrice delle Povere Suore Francescane dell'Adorazione Perpetua di Olpe - restano ora da fissare solo le date della cerimonie di beatificazione.  " da Repubblica.it

Napolitano e Gauck a Sant'Anna

Domenica scorsa è stata una giornata storica molto importante per Sant'Anna di Stazzema, la cittadina dell'alta Versilia, che nel 1944 fu uno dei luoghi degli eccidi nazifascisti in Italia. I presidenti di Italia e Germania, Giorgio  Napolitano e Joachim Gauck, si sono incontrati  in questo luogo simbolo degli orrori nazisti, come Marzabotto e Boves, per non dimenticare e per rafforzare un percorso di pace tra i due Paesi 
Sant'Anna di Stazzema fu teatro dell'eccidio del 12 agosto 1944 in cui 560 civili, fra cui molte donne e bambini, furono fucilati a sangue freddo dall'esercito tedesco e questo viaggio ufficiale dei due Capi di Stato nasce sia dalle tre visite che una delegazione di Stazzema ha ottenuto al Quirinale, l'ultima lo scorso gennaio, che dai rapporti di amicizia e di collaborazione allacciati con la Germania, con Rolf Fliss, sindaco di Essen, e Martin Schulz, presidente del parlamento europeo venuto a Sant’Anna il 12 agosto 2012 dopo aver ricevuto una delegazione di superstiti nel suo studio di Bruxelles.
 
Dal sito " quirinale.it" il discorso del Presidente della Repubblica italiana, alla sua ultima uscita ufficiale prima del termine del suo mandato di sette anni :
 
Caro Sindaco, caro Enrico Pieri, uomini e donne di Sant'Anna di Stazzema, pensavo questo poco fa: si possono leggere libri, si possono leggere ricostruzioni attente, documentate, puntuali della strage di Sant'Anna di Stazzema, si possono leggere relazioni importanti - a cui è giusto riconoscere quel che va riconosciuto - di storici italiani e tedeschi, ma bisogna venire qui, e bisogna anche inerpicarsi lassù, fino all'Ossario, fino al monumento accanto al quale abbiamo deposto la nostra lapide, comune in tutte e due le lingue, per toccare con mano, per sentire che cosa siano state l'assurdità e la ferocia - senza uno straccio di giustificazione, senza uno straccio di pretesto - che si abbatterono sulla popolazione inerme di questo piccolo borgo sperduto, che non era una fortezza da espugnare: era soltanto un grumo di umanità che mai avrebbe dovuto essere oggetto di una simile feroce distruzione.
Sono molto contento che sia qui, con me, il Presidente Gauck. Vedete, io non ho nessun merito per la sua visita: ho fatto solo da postino, perché quando un mese fa sono andato a Berlino, ho pensato di consegnargli la lettera di Enrico Pieri, ed è stata sufficiente quella perché Gauck decidesse con assoluta determinazione di venire a Sant'Anna di Stazzema. Direi che da quel giorno, pur sapendo che avevo molti problemi per la situazione in Italia, è stato tenace nel chiedermi l'intesa sul momento, sulla data in cui venire insieme qui.
Ci siamo facilmente messi d'accordo e ci troviamo ora l'uno accanto all'altro. Ed è di grandissimo significato ed importanza, caro Presidente Gauck, che lei sia qui, lei che anche nelle condizioni di una Germania divisa, e sfidando la repressione poliziesca, è stato tenace assertore di ideali di libertà, di mobilitazione e di partecipazione civica, lei che è oggi Presidente della Repubblica Federale, simbolo dell'unità in cui la Germania si è ricomposta su una comune base democratica e costituzionale, e che è, insieme, simbolo e protagonista dei principi di unità e solidarietà in cui si riconosce l'Europa.
Vedete, l'Europa unita l'abbiamo costruita insieme in questi sessant'anni, e la costruzione è ancora ben lontana dall'essere terminata. L'abbiamo costruita insieme facendola risorgere una prima volta dalle rovine della guerra conclusasi nel 1945 e una seconda volta dopo l'89, dalle aberrazioni della guerra fredda, dall'autoritarismo e dalla sovranità limitata nelle regioni dell'Est tedesco e nei paesi dell'Europa Centro-Orientale.
E vorrei dire che tra le pietre con cui abbiamo costruito questa Europa unita, c'è la pietra della memoria. Ne costituisce uno dei fondamenti, la pietra di una memoria che non può essere rimossa, di una memoria consapevole degli errori e degli orrori di tutte le guerre del novecento e, soprattutto, delle guerre di aggressione scatenate tra il 1939 e il 1940-41 dalla Germania nazista e dall'Italia fascista.
Ora, carissimi amici di Sant'Anna di Stazzema, voi che avete resistito alla furia di quella terribile strage, che siete sopravvissuti, che avete coltivato la memoria, voi che avete combattuto per la libertà, voi lo sapete bene, e io lo voglio ripetere, come noi italiani siamo fieri della straordinaria prova di volontà appassionata ed eroica di riscatto che offrimmo fra il settembre del 1943 e l'aprile del 1945 con la Resistenza, con il movimento partigiano, con l'esercito di Liberazione: la prova che offrimmo anche tra queste cime, anche in queste valli nelle condizioni più difficili, sfidando quello che purtroppo venne a scatenarsi contro il popolo di Sant'Anna di Stazzema. Siamo di ciò orgogliosi e fieri ma non dimentichiamo i misfatti del fascismo, le vergogne e la catastrofe in cui il fascismo trascinò l'Italia. Non lo dimentichiamo, non lo cancelliamo solo perché siamo riusciti a liberarcene in modo straordinario con la Resistenza.
Ma come mai noi accettammo che il popolo italiano potesse essere identificato col fascismo, così mai abbiamo accettato che il popolo tedesco potesse essere identificato col nazismo. Mai abbiamo dimenticato che cosa è stata la grande cultura tedesca di cui si sono nutrite le scuole italiane, l'intellettualità italiana; mai abbiamo dimenticato come quella grande cultura tedesca rappresenti uno dei fondamenti della civiltà europea.
La verità è che ci tocca farci entrambi carico delle responsabilità delle generazioni che ci hanno preceduto. Così come se ne fece carico Willy Brandt che combatté contro il nazismo da tedesco, ma che da Cancelliere della Germania Federale si inginocchiò dinanzi al monumento delle vittime del ghetto di Varsavia.
Ebbene, noi dobbiamo fare questo, e per quel che riguarda l'Italia lo abbiamo fatto anche noi proprio in questi anni nel rapporto con paesi dei Balcani contro cui il fascismo italiano scatenò una tremenda guerra di aggressione e in cui, poi, anche gli italiani che vivevano in quelle terre pagarono le conseguenze di ritorsioni sempre fatali in così drammatiche, terribili circostanze.
Ebbene, noi abbiamo trovato, caro amico Gauck, la via della riconciliazione con la Croazia, con la Slovenia, con i popoli dei Balcani, siamo riusciti e stiamo riuscendo a fare del mare Adriatico di nuovo un mare di pace e di collaborazione. Non dimentichiamo le nostre responsabilità storiche, ma guardiamo avanti. Guardiamo avanti onorando innanzitutto il terribile sacrificio delle vittime, e mai si potrà dire tutto il merito di coloro che coltivano l'omaggio a queste vittime ; guardiamo avanti coltivando e trasmettendo la memoria storica come patrimonio comune.
Ha detto delle cose molto belle il Presidente Gauck or ora, sul concetto di colpa, sul problema del come si può anche vedere condannata moralmente e storicamente la colpa di regimi infami. Io vorrei a mia volta dire che questa memoria, questo omaggio collettivo è anch'esso un'alta forma di giustizia, anche più alta di quella che talvolta non si riesce a trovare nei tribunali. Per quanto possiamo rammaricarcene, addolorarcene, per quanto possiamo deplorare che non si riesca ad avere giustizia nei tribunali, siamo certi che questo nostro omaggio, questa nostra memoria è un'alta forma di giustizia per quello che voi avete sofferto. Ed è la condanna più pesante di ogni altra per coloro che portano la colpa di quelle sofferenze.
Soprattutto guardiamo avanti. Ci incontriamo oggi in un autentico spirito di fraternità europea. Questa non è una parola vacua, questo è il frutto di straordinari sforzi, di esperienze durissime, contraddittorie, di tanti alti e bassi e tenaci rilanci.
Caro Enrico Pieri, tu hai ragione di essere così rammaricato, perfino triste, preoccupato, ti prego - ma non mi pare che tu lo sia - non pessimista. E' vero, sarebbe veramente inaudito che noi lasciassimo dissolvere il patrimonio di unità, solidarietà e fraternità che abbiamo costruito in Europa. Credo che i nostri Paesi, l'Italia e la Germania, i nostri governi, le nostre persone non lasceranno dilapidare questo straordinario patrimonio, ma porteranno avanti l'impegno per la costruzione europea.
Vi ringrazio tutti. E voglio dire semplicemente: caro Presidente Gauck, io sto per concludere il mandato di sette anni di Presidente della Repubblica, questo è probabilmente l'ultimo atto pubblico ufficiale che compio, e sono felice che sia questo; porterò come memoria preziosa e come lascito del mio settennato l'esempio che lei mi dà di nobiltà d'animo e di amicizia. 

I pensieri di Papa Bergoglio

Domenica scorsa era la Domenica delle Palme. Ho seguito in diretta Tv la messa celebrata dal nuovo papa Francesco, padre Bergoglio, ed ho potuto assistere al bagno di folla presente in Piazza san Pietro E' stato impressionante vedere le migliaia di persone acclamare il papa mentre viaggiava sulla jeep scoperta, il suo sorriso, i suoi saluti, i suoi baci ai tanti bambini che gli sono stati passati, le parole affettuose al non vedente e ai disabili
Mi è piaciuto tantissimo ciò che ha detto durante l'omelia , in particolare:
"Dio non sceglie il più forte, il più valoroso, sceglie l’ultimo, colui che nessuno aveva considerato. Ciò che conta non è la potenza". "E' la potenza di Dio che affronta il male del mondo, il peccato che sfigura il volto dell’uomo: Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dio".

"Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all’umanità! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione". Gesù sulla croce "sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione".
 "... noi tutti possiamo vincere il male che c’è in noi e nel mondo: con Cristo, con il Bene".  ... "ci sentiamo deboli, inadeguati, incapaci, ma Dio non cerca mezzi potenti: è con la croce che ha vinto il male". ... "non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l’ingiustizia, contro i tuoi peccati". ..., "non dobbiamo mai abituarci al male". Con Cristo "possiamo trasformare noi stessi e il mondo".
Dobbiamo "portare la vittoria della Croce di Cristo a tutti e dappertutto; portare questo amore grande di Dio". Il Signore "chiede a tutti noi di non avere paura di uscire da noi stessi, di andare verso gli altri". Dunque "impariamo a guardare in alto verso Dio, ma anche in basso verso gli altri, verso gli ultimi".  ...  "la croce di Cristo abbracciata con amore non porta alla tristezza, ma alla gioia". 
 

Monti vs Terzi per i 2 Marò

Il caso dei due marinai italiani accusati di aver ucciso dei pescatori indiani scambiati per pirati è diventata una brutta storia sempre più complessa ed intricata. Dopo essere stati rimandati in India, dove rischiano la pena di morte, e dopo le polemiche delle ultime settimane, con una grave crisi diplomatica tra India e Italia, il ministro degli esteri italiano Terzi ha dato le dimissioni
A tal proposito ho trovato per caso sul quotidiano online La Stampa di Torino l'articolo di una giornalista veramente molto interessante riguardante i rapporti tra Monti e Terzi e come Terzi è diventato ministro nel governo Monti :
" Marò, in Aula l’ira di Monti su Terzi “Presto vedrete i suoi veri obiettivi”
La lunga “guerra fredda” fra il diplomatico e il Professore
Il premier Monti ieri alla Camera. Da martedì è anche ministro degli Esteri ad interim
  ...   Quando Giorgio Napolitano e Mario Monti devono comporre il governo tecnico, alla casella «Farnesina» c’è il nome di Giuliano Amato. Gianni Letta ha fatto di propria volontà un passo indietro, e il nome di Amato non è stato fatto dal Pd. Ma squilla un telefono, è Angelino Alfano che dice di sentire il Pdl «sottorappresentato». Fa il nome di Giulio Terzi di Sant’Agata. È l’ambasciatore italiano a Washington, come dire il numero uno delle feluche nel mondo. E Alfano viene accontentato, del resto il dossier Europa è caldissimo, Monti intende seguirlo personalmente: meglio un ambasciatore elevato al rango di ministro, che un uomo politico del calibro di Amato. 
Ma quel rapporto Monti-Terzi che parte in discesa si svilupperà tutto in salita. Fin nei dettagli: il ministro vive quasi come un vulnus alla propria visibilità che Monti proibisca a lui - come a tutto il governo - di imbarcare gratis i giornalisti al seguito (e si rifarà con gli imprenditori). Il ministro, si dice alla Farnesina, vive anche male che i suoi vice - Staffan De Mistura e Marta Dassù che ha un radicato rapporto con Giorgio Napolitano - diano interviste, fosse anche solo radiofoniche. Il primo guaio è il traccheggiamento burocratico tutto in difesa di Mario Vattani, il console nazi-rock in Giappone, figlio di quell’Umberto del quale Terzi è stato collaboratore, giovanissimo, nel suo primo importante incarico. Una vicenda gestita malissimo, e subìta da Monti che quando va in visita ufficiale a Tokyo cancella la tradizionale puntata a Osaka proprio perché lì dovrebbe essere ricevuto da Vattani jr, che ha inneggiato al fascismo cantando a Casa Pound. 
Quando scoppia il caso marò l’incidente tra i due diventa clamoroso e inevitabile. «Terzi non si è consultato né con palazzo Chigi né col Quirinale» raccontò all’epoca un’alta fonte diplomatica, rimproverando al ministro di non aver portato subito il caso in Europa, lasciando l’Italia a gestire da sola - isolata - la spinosa faccenda. Il caso marò si produce, è bene ricordarlo, perché durante il governo Berlusconi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa s’impunta contro il collega della Farnesina, Franco Frattini, che sconsigliava vivamente di imbarcare militari nelle missioni anti-pirateria, con l’ottimo argomento (come poi si è purtroppo visto) che se fosse accaduto qualcosa sarebbe stato coinvolto tutto lo Stato italiano. Monti e poi anche Napolitano avocano il caso, lo supervisionano. Ma la supervisione non basta. Mentre i rapporti con Monti si deteriorano grazie anche allo scontro inedito e inaudito che dilaga sui giornali tra il ministro e il suo segretario generale, Gianni Massolo (che verrà sostituito, ma con un nome sgradito a Terzi) la «carenza informativa» da parte del ministro verso il titolare di indirizzo dell’azione di governo, e il garante e rappresentante dell’unità nazionale anche in politica estera - ovvero Monti e Napolitano - cresce clamorosamente sul caso della posizione italiana nel voto all’Onu per il riconoscimento della Palestina come entità statuale. Il ministro tenta lo sgambetto, cercando di allineare l’Italia sul «no» - e isolandola in Europa - dribblando Palazzo Chigi, Quirinale e Parlamento. Monti acciuffa la questione all’ultimo minuto, e riallinea l’Italia con l’Europa. Terzi viene attaccato duramente dalla sua stessa parte politica, il Pdl e An, ai quali aveva dato differenti garanzie: da ambasciatore, aveva costruito il viaggio dello sdoganamento di Fini in Israele. Il disastro sul caso marò, e il vergognoso voltafaccia in Parlamento rispetto al governo di cui è stato ministro degli Esteri, indebolendolo fortemente, è storia di questi ultimi giorni. E basterà ricordare che la decisione di tenere i marò in Italia è stata presa dal governo sulla base di «carenze informative», per non dir di peggio, da parte dello stesso ministro. "

Che la casta politica e certi partiti abbiano spadroneggiato per anni e continuino a farlo ancora mettendo i loro protetti in posti chiave ovunque è una delle peggiori abitudini italiane. Ma ancora una volta uno scandalo politico mette in pericolo degli uomini, i due marò, che sono stati mandati allo sbaraglio  E noi Italiani facciamo la figura degli idioti, se non peggio ...
Vergognoso, come sempre. Non resta che indignarci, una volta ancora !!!

mercoledì 27 febbraio 2013

La fine dell'IDV

Dopo i risultati elelttorali , tra tsunami grillini e sorprese berlusconiane, tra risalite dell'uno e discese dell'altro, tra governabilità ed ingovernabilità, e tutto quanto succederà in futuro, un futuro politico difficile ed oscuro, che a me personalmente mette ansia, sono rimasta decisamente colpita dal fatto che un partito, l ' IDV di  Di Pietro, sia letteralmente sparito, imploso grazie alle scelte errate di chi lo ha creato e poi diretto per anni con grinta e notevole aggressività.
Leggendo qua e là nelle notizie politiche del quotidiano La Stampa, ho trovato un'intervista molto interessante ad un politico, ex Idv, Nello Formisano, che parla del suicidio politico di Tonino Di Pietro quando ha deciso di correre con Ingroia
Formisano, appena eletto onorevole del Centro democratico, quattro mesi fa aveva previsto la catastrofe che lunedì pomeriggio ha travolto il partito di Di Pietro. Lui se ne era andato  insieme con il  collega pugliese Pino Pisicchio  e con l’ex portavoce Massimo Donadi  ed aveva trovato un accordo con i centristi di Bruno Tabacci. 
 L'ex dipietrista ha detto al giornalista che  « La linea politica di Tonino era completamente sbagliata. Se penso che l’Idv oggi, se si fosse alleata con Bersani, avrebbe 40 deputati e 20 senatori, mi viene da mettermi le mani nei capelli. Quello che ha fatto Di Pietro è inspiegabile: è come se qualche entità esterna nel ’92 gli avesse suggerito di lasciare la toga e oggi gli avesse detto di fare lo stesso con la politica». 
 « Dopo l’attacco a Napolitano e a Bersani io e Donadi gli ripetemmo fino allo sfinimento che stava facendo un errore clamoroso. Inseguire Grillo era inutile: la gente avrebbe votato l’originale. Con due ex comunisti come Bersani e Vendola come alleati, Di Pietro avrebbe dovuto interpretare l’anima cristiano-cattolica del centro-sinistra. Lo spazio politico era enorme. Rincorrere i massimalisti per farne un duplicato non è mai una strategia vincente». 
«Ha sbagliato i calcoli. Grillo è furbo e dopo le vicende di bassa cucina che hanno toccato Di Pietro s’è guardato bene di sporcarsi l’immagine».
« ....ormai è troppo tardi mandargli un messaggio. L’Idv non esiste più e credo che anche le sue dimissioni da presidente siano tardive. Solo un miracolo potrebbe far resuscitare un partito che oggi conta solo qualche consigliere in Veneto e in Molise».
 
Il Centro democratico  è alleato di Bersani. Formisano consiglia al leader della  coalizione di centrosinistra nei confronti del Movimento 5 Stelle   «La strada del dialogo. Continuo a pensare che con l’ingresso dei Cinque Stelle la qualità politica del nostro Paese migliorerà. Imporranno serietà e saranno un faro etico, proprio come fu l’Idv qualche anno fa. Spero che a livello nazionale si trovi un accordo sul modello siciliano. Il momento è critico e sono sicuro che alla fine i Cinque Stelle voteranno la fiducia al Senato». 
Speriamo che l'onorevole ed il suo ottimismo abbiano ragione alla fine perchè io non sono altrettanto sicura che Grillo aiuterà il paese a venire fuori dalla crisi e dalle incertezze di questi giorni

giovedì 1 novembre 2012

Halloween

"Una festicciola tra amici a Roma per celebrare la notte di Halloween finisce in tragedia. Un giovane statunitense, che studia nella Capitale, ha aggredito con un coltello i due coetanei che erano con lui. Il più grave, colpito da almeno 25 coltellate, ha un polmone perforato e si trova all'ospedale San Giovanni in gravissime condizioni. La seconda vittima non è in pericolo di vita. A Firenze crolla una scalinata, 10 giovani feriti
Calca a Madrid e spari a Los Angeles. Tre giovani sono morte e altre tre versano in gravissime condizioni -tutte tra i 18 e i 25 anni- perché travolte dalla calca durante una festa in un locale nella capitale spagnola. Almeno quattro persone sono rimaste ferite invece in una sparatoria avvenuta nel campus della University of Southern California di Los Angeles " dalle news di Libero.it
 
Una volta si festeggiava il Carnevale. Era bello uscire in maschera con i vicini di casa e bussare alle porte di amici parenti e conoscenti vari di tutto il quartiere e dintorni per ricevere in dono caramelle e cioccolatini. Era divertente anche tirarsi i coriandoli e le stelle filanti e andare alle festicciole o alle feste ufficiali e alle sfilate con i carri. Poi anni dopo è arrivata la moda delle bombolette spray e dei manganelli che venivano riempiti di sabbia. C'erano ragazzi che ne approfittavano per picchiare e per fare male, un modo come un altro per scaricare la loro stupidità e la loro violenza.
E il carnevale diventò uno schifo ....
Ed ora, in pochi anni, è venuta di moda anche qui in Italia la notte di Halloween, una tradizione tipicamente anglosassone, soprattutto americana, che ha creato un nuovo business con la vendita di  costumi e maschere e quant'altro è possibile in fantasmi, streghe, streghine, zucche, scheletri ...
E naturalmente anche qui da noi si è arrivati alla violenza eccessiva, con un accoltellamento, e alla disgrazia di una scalinata crollata per il troppo peso e per la folla eccessiva
Gli eccessi nascono sempre quando ci sono situazioni incontrollate di massa. Con la confusione ed il caos, spesso uniti all'uso smodato di alcoolici o altro,  non si controllano più i  freni inibitori  e la violenza esplode.
Speriamo che tra qualche anno finisca anche questa moda che non ha nulla a che fare con la nostra cultura e che si ritorni al ricordo dei morti il 2 di novembre con le preghiere e le visite ai cimiteri. Oggi è Ognissanti. A voi che mi leggete un saluto ed un pensiero di pace 

martedì 29 maggio 2012

venerdì 18 maggio 2012

F-35 Joint Strike Fighter

La Corte dei conti statunitense, il Gao, nel rapporto sul programma F-35 Joint Strike Fighter, reso pubblico lo scorso 20 marzo,  ha detto che i nuovi cacciabombardieri , di cui l’Italia vuole comprare 90 unità a un costo di almeno 10 miliardi di euro, sono gravemente difettosi e richiederanno modifiche progettuali che ne faranno lievitare ulteriormente i costi. Dalla lettura del documento del Gao emerge chiaramente che gli Usa, e noi alleati, stiamo gettando miliardi in un pozzo senza fondo per delle macchine che ancora non funzionano perché non collaudate”.
Lo sviluppo dei sistemi che garantiscono la capacità di combattimento del Joint Strike Fighter rimane in ritardo e a rischio: ad oggi – si legge nel documento – solo il 4 percento dei requisiti sono stati verificati (…). I caschi dei piloti con i display integrati si sono rivelati il problema più rischioso (…). Altri problemi ci sono con i radar, con il processore integrato, con gli equipaggiamenti di comunicazione e navigazione e con le capacità di guerra elettronica” (…). “Lo scorso ottobre i collaudatori hanno denunciato problemi anche con il sistema di visione notturna e con la manovrabilità del velivolo e in generale una scarsa affidabilità
Lo sviluppo del software di bordo, il più complesso mai realizzato, sta prendendo più tempo del previsto e pone rischi tecnici sgnificativi” (…). “La variante del velivolo per le portaerei non si è dimostrata adatta all’imbarco per problemi con l’uncino di coda, richiedendo una riprogettazione” (…). “Vanno ancora fatti i collaudi sul volo a bassa quota, sul funzionamento dei sistemi d’arma e di attacco in picchiata e potrebbero riservare altre sorprese”.
Il rapporto spiega come le modifiche resesi necessarie finora per “rimediare alle deficienze emerse nel corso dei collaudi” abbiano già fatto raddoppiare dal 2001 a oggi il costo complessivo del programma (da 183 a 312 miliardi di euro) e di ogni singolo aereo (da 63 a 127 milioni di euro): ma il peggio, lascia intendere il Gao, deve ancora venire.
Il numero di modifiche al programma rimarrà molto elevato fino al 2019 (…). Con il passaggio alla fase di sviluppo dei software più complessi e delle capacità avanzate, il Jsf presenterà problemi costosi. Con la maggior parte dei collaudi di volo ancora da fare, il programma subirà ancora molte revisioni progettuali e continue modifiche del processo produttivo (…) con prevedibile ulteriore crescita dei costi”.  da  http://www.eilmensile.it/
In questo grave periodo di recessione e di crisi sono proprio necessari 90 nuovi aerei da guerra , poco affidabili a quanto pare???
Per ridurre gli sprechi in Italia bisognerebbe sicuramente  partire dalla riduzione degli armamenti militari ...

lunedì 23 aprile 2012

“La linea rossa di Sarajevo”

Un concerto con 11.541 sedie vuote è stato organizzato nel viale Marshala Tita, la via principale di Sarajevo,  per ricordare le persone morte durante l'assedio della città negli anni dal 1992 al 1995. L'avvenimento ha avuto  luogo nel giorno del ventesimo anniversario dell'inizio dei combattimenti.

L'assedio di Sarajevo è stato il più lungo assedio nella storia bellica moderna, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, che ha visto scontrarsi, durante la guerra di Bosnia, le forze del governo bosniaco, che aveva dichiarato l'indipendenza dalla Jugoslavia, contro l'Armata Popolare Jugoslava (JNA) e le forze serbo-bosniache (VRS), che volevano distruggere il nuovo  stato indipendente della Bosnia-Erzegovina e  creare la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina.
Durante l'assedio le vittime furono più di 12.000 e i feriti oltre 50.000, l'85% dei quali tra i civili.

Il 2 maggio 1992 Sarajevo fu completamente isolata dalle forze serbo-bosniache. Le principali strade che conducevano in città furono bloccate, così come anche i rifornimenti di viveri e medicine, mentre i servizi come l'acqua, l'elettricità e il riscaldamento furono tagliati. Dopo il fallimento dei tentativi iniziali di assaltare la città con le colonne corazzate della JNA, le forze di assedio cannoneggiarono Sarajevo da almeno duecento bunker situati nelle montagne.

Nella seconda metà del 1992 e nella prima metà del 1993 l'assedio raggiunse il suo apice per la violenza dei combattimenti e le gravi atrocità, con i bombardamenti di artiglieria che continuavano a colpire i difensori. Gran parte delle principali posizioni militari e le riserve di armi all'interno della città erano sotto il controllo dei Serbi, che impedivano i rifornimenti ai difensori. I Serbi erano ovunque in città e per aiutare la popolazione assediata, l'aeroporto di Sarajevo fu aperto agli aerei delle Nazioni Unite alla fine del giugno 1992. La sopravvivenza della città da allora dipese in larga parte  dai rifornimenti ONU.
Il Tunnel di Sarajevo, principale via per aggirare l'embargo internazionale di armi e per rifornire di munizioni i combattenti, venne completato a metà del 1993 e permise anche alla popolazione di scappare 

Dopo il massacro di Markale, il 5 febbraio 1994, in cui morirono 68 civili e 200 furono feriti, l'ONU impose un ultimatum alle forze serbe affinché ritirassero le armi pesanti  
 
Nel 1995, dopo un secondo massacro di Markale, nel quale persero la vita 37 persone e 90 restarono ferite, ed  un raid effettuato dai serbi contro un sito di raccolta delle armi dell'ONU, i jet della NATO attaccarono i depositi di munizioni  serbi ed altri obiettivi militari strategici.
 Gli scontri sul campo aumentarono di intensità, con l'intervento di forze armate bosniache e croate

 Il "cessate il fuoco" fu raggiunto nell'ottobre 1995  e  l'Accordo di Dayton,  siglato nel  1995, ristabilì la pace. Seguì un periodo di stabilizzazione e di ritorno alla normalità; il governo bosniaco    dichiarò la fine dell'assedio di Sarajevo il 29 febbraio 1996.

Una guerra terribile a due passi da casa nostra, con  orrori mai dimenticati come la pulizia etnica che le forze serbe condussero nelle parti della città di Sarajevo da loro occupate durante l'assedio  e gli stupri di massa.  Durante la guerra infatti  le forze serbe violentarono sistematicamente donne bosniache musulmane dopo che erano state separate dagli uomini.
Nel 2001 il Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia (ICTY) dell'Aja condannò Dragoljub Kunarac, Radomir Kovac e Zoran Vukovic per questo reato così disgustoso ma i  campi di concentramento con il filo spinato e le fosse comuni tornarono purtroppo con la guerra voluta da Miloševic e inizialmente nessuno fece nulla per impedire una simile tragedia 

martedì 14 febbraio 2012

Eternit. Una Sentenza storica

Ieri si è concluso a Torino il processo Eternit per le vittime di Casale Monferrato, con una sentenza storica : 16 anni di reclusione per i due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, convertitosi all'ecologia e alla filantropia, e il barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, titolari dell'azienda in Italia dal 1966 al suo fallimento 20 anni dopo. L'elenco di vittime della Eternit e dei loro familiari da risarcire è durato oltre tre ore nella lettura del presidente della prima sezione del tribunale di Torino Giuseppe Casalbore. E’ stata una sorta di ultimo omaggio a una comunità e a una città legate da una tragedia tremenda.
 «Un elenco terribile» ma «Si è realizzato un sogno , quello di avere giustizia», ha osservato il pm Raffaele Guariniello che ha condotto l'inchiesta e l'accusa nel dibattimento e che aveva chiesto 20 anni per i due colpevoli, accusati di disastro doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per aver provocato, attraverso la lavorazione dell'amianto negli stabilimenti del gruppo, la morte o la malattia di quasi 3000 persone. 
 Il procuratore capo Giancarlo Caselli ha preso spunto dal successo di questa inchiesta per lanciare un nuovo allarme sullo smantellamento dei pool specializzati, voluto dai politici e dalle loro nuove leggi : «Lo dovremo fare entro maggio, spero ci sia tempo per cambiare ancora questa norma».E' infatti grazie ad un pool ben organizzato come quello di Torino che si è potuti arrivare a questa sentenza, unica al mondo per ora e seguita con attenzione anche all'estero, dove vi sono o vi sono state situazioni e problemi simili a causa dell'eternit ( ho scritto recentemente della triste storia di Casale Monferrato anche nell'altro mio blog Omegnaedintorni )
La sentenza ha dichiarato prescritti i reati commessi negli stabilimenti di Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli), ma ha affrontato invece le conseguenze dell'attività Eternit negli altri due impianti, quello di Cavagnolo (Torino) e quello di Casale Monferrato ( Alessandria).
I risarcimenti indicati per le parti civili si aggirano sui 200 milioni complessivi. Tra questi spiccano le provvisionali di 25 milioni per il comune di Casale Monferrato, i 20 per la Regione Piemonte, i 15 per l'Inail, i 5 per l'Asl di Alessandria, i 4 per il Comune di Cavagnolo, che già aveva accettato l'offerta di Schmidheiny di 2 milioni e che ha creato rammarico al sindaco di Casale Monferrato,  lui pure sul punto di accettare l'offerta del magnate svizzero di 18,3 milioni, ma poi tornato indietro dopo la sollevazione della comunità monferrina. 
Il Sindaco di Casale Demezzi ha dichiarato : «La sentenza esemplare è venuta e di questo siamo soddisfatti; per quanto riguarda la provvisionale avevamo chiesto 30 milioni e ce ne hanno dati 25 che ancora sono però sulla carta. Certo che il caso di Cavagnolo fa pensare: ha ottenuto 2 milioni con la transazione e questa non ha avuto alcuna influenza sul verdetto, perchè gli hanno dato gli altri 4 milioni di provvisionale richiesta»
Polemiche a parte tra sindaci, bisogna ricordare che sono stati risarciti anche i sindacati a vari livelli con indennizzi di 100000 euro, e le associazioni Wwf, con 70 mila euro e Legambiente con 100 mila, le Associazione familiari vittime amianto con 100 mila e le Associazione familiari esposti amianto con altri 100 mila.
Per le vittime e i loro familiari i risarcimenti oscillano sui 30 mila euro medi, cifre basse, ma la sentenza ha comunque soddisfatto in parte i familiari delle vittime, anche se permane in loro il dolore e la tristezza di aver perso così tanti cari.  E purtroppo molti altri ancora sono ammalati e potrebbero morire. Una sentenza dura, secondo i legali dei due imputati, ma per le tante vittime forse fin troppo poco dura, direi
La sentenza è stata pronunciata in un'aula strapiena e per far fronte all'afflusso di almeno mille persone, arrivate con 24 pullman dal resto d'Italia e dall'estero, sono state aperte e dotate di maxi video l'aula accanto a quella del processo e l'aula magna del palazzo di giustizia. La provincia di Torino ha invece messo a disposizione la sua aula convegni.
«Spero che questa sentenza serva anche a noi», ha commentato la brasiliana Fernanda Giannasi, presidente dell'Abrea (Associazione Brasiliana Esposti all'Amianto) perché in Brasile l'amianto si continua a lavorare, così come in molti altri paesi del mondo. 
Ieri erano presenti anche le mamme delle giovani vittime dell'incendio alla Thyssen, che hanno detto che  «Dove c'e' dolore e bisogno di giustizia noi ci siamo», e i familiari delle vittime della strage di Viareggio, che hanno dichiarato piuttosto polemicamente : «Torniamo a casa con il cuore più aperto. Forse portiamo una boccata d'ossigeno alla procura di Lucca»  
 Una delle vittime ancora in vita, un casalese di 76 anni colpito dall'asbestosi dopo aver lavorato otto anni in Eternit, ha parla con un filo di voce, ma è stato deciso: «La sentenza non mi soddisfa, quei due meritavano una condanna più pesante. Io sono vivo, ho la “polvere”  al 16%, ma i miei colleghi e i miei amici di allora sono quasi tutti morti, ne sono rimasti soltanto due». 
E ,Romana Blasotti, la donna diventata il simbolo della lotta all'amianto con cinque familiari uccisi, ha detto : «Avrei voluto piangere oggi, ma non ci riesco».
Grazie quindi a quei magistrati che a Torino hanno ottenuto giustizia per tante vittime innocenti 
Dovrebbero ringraziarli anche quei politici che troppo spesso, in questi ultimi anni, si sono accaniti contro la Magistratura italiana per difendere i loro interessi personali e i loro affari poco chiari o le loro truffe ed i loro scandali
Come non tutti i lavoratori della pubblica amministrazione sono dei fannulloni, così non tutti i magistrati sono dei  " comunisti " da punire con leggi assurde!!!

lunedì 12 dicembre 2011

La Casta

" ... in molte Regioni governate da noi il vitalizio è già stato abolito. Sia ben chiaro: si tratta di un intervento che non è a costo zero per tante persone, perché molti una volta finito il mandato si troveranno in una condizione non molto diversa da quella dei lavoratori messi oggi in mobilità che non possono arrivare alla pensione. Persone che ha fatto politica da sempre e non hanno una professione, altri che hanno dovuto trascurare il loro lavoro, politici che una volta tornati a casa dovranno vivere con lo stipendio della moglie. ... per molti di loro non stiamo parlando del superfluo, ma dell’essenziale della vita. Poi devo ricordare che l’indennità dei deputati non è più indicizzata dal 2001, da quando era presidente Casini. Mentre in questa legislatura, dall’inizio del 2008, abbiamo tolto 500 euro dalla diaria, 500 dal rimborso del cosiddetto rapporto con gli elettori e altri 500 dall’indennità. Il totale fa 1500 euro al mese. Dovuti».
«...  Dobbiamo ancora dare. Però attenzione perché se dovessimo adeguarci alla media europea, per effetto dei compensi ai collaboratori che in Europa sono più alti, noi costeremmo di più».
....
«E’ iniziato un percorso che porta alla delegittimazione della politica ma soprattutto del Parlamento. Ed in tutto questo ci vedo un pericolo per la democrazia del Paese, perché ogni volta che è stata attaccata la vita parlamentare c’è sempre stato un affievolimento delle garanzie democratiche. Ma se fossimo percepiti utili alla vita del paese probabilmente l’opinione pubblica non sarebbe così insofferente per le nostre indennità».
«Bisogna cambiare la legge elettorale, ridurre il numero dei parlamentari, e poi introdurre regole che ci difendano dagli Scilipoti e dalle compravendite dei deputati, dagli strani modi con cui una persona viene candidata. Insomma bisogna fare il possibile per ristabilire la dignità dell’istituzione, perché avanti di questo passo non cambia se lo sbocco è una dittatura populista o l’affermazione di una tecnocrazia». dall'intervista pubblicata oggi su La Stampa To a Rosy Bindi  PD
Non sono così ottimista come l'onorevole del PD Rosy Bindi sulle abolizioni dei privilegi della casta politica italiana in tempi brevi così come non credo che si possano paragonare certi politici ai comuni lavoratori che perdono il posto   
I privilegi della classe politica attuale ci sono e come tali saranno difficili da togliere in tempi brevissimi visto quanto i parlamentari sono affezionati ai loro stipendi e pensioni, non certo da operai. La nuova manovra salva Italia del governo Monti non è granch' è equa e si affida pure lei alla " generosità ed al buon cuore" dei soliti che hanno sempre pagato le tasse
La lotta all'evasione, la tassazione dei redditi elevati, la riduzione delle spese militari, la riduzione dei Parlamentari stessi, sono delle belle parole che come tali riempiono la bocca di tutti quelli che ci governano, anche i tecnici di nuova nomina, ma nulla cambia mai sotto il sole ed il cielo del bel paese. Pagano i pensionati, pagano i lavoratori dipendenti, pagano i ceti medi e bassi Come sempre E solo loro
Sono perfettamente d'accordo invece con l'onorevole Bindi sul fatto che si debba cambiare la legge elettorale, il porcellum del leghista Calderoli, ma anche che sia estremamente importante che si facciano delle leggi che salvaguardino il parlamento da quei politici che continuano a cambiare partito Quelli che vengono eletti con un partito che poi lasciano per passare al gruppo misto, per passare ad un altro partito di tendenza completamente opposta al primo e poi magari di passare anche ad un  terzo, con lauti pagamenti per la felice scelta !!!
Si dovrebbe far sì, per esempio,  che un onorevole che è stato eletto in un partito resti in quel partito per tutto il tempo della sua nomina; nel caso decida invece di uscire dal partito, deve essergli impedito di restare in Parlamento Deve dimettersi, lasciare il posto ad un altro e tornarsene a casa. In questo modo non avremmo i vari Scilipoti di turno e non saremmo arrivati ad un governo Monti, che per salvare l'Italia dalla catastrofe ci affossa con tasse, Ici Imu e quant'altro ci sia, da fare pagare ai soliti poveri tapini che già tirano la cinghia per arrivare a fine mese
E Berlusconi, invece di dire le sue solite cretinate tipo " gli Italiani sono tutti benestanti ", farebbe meglio a togliere i veti che impone al nuovo governo e a pagare le tasse anche per le sue emittenti televisive, che ora sono gratis 
Come Bossi, che inneggia alla  secessione della Padania e alle nuove monete padane, perché " l'euro è kaput", dovrebbe ritirarsi in silenzio in un bel eremo cisalpino " in cima ai bric " a meditare ; con i suoi tira e molla con il Pdl, per mesi e mesi la Lega non ha fatto altro che fare casino e non combinare nulla, contribuendo ampiamente ad aumentare il deficit italiano, quello che ora dobbiamo pagare noi naturalmente, e a portare l'Italia sull'orlo del baratro economico
Se si vergognassero tutti quanti almeno, invece di continuare a blaterare idiozie da tutti i salotti politici esistenti in  Rai e nelle Tv private, saremmo tanto felici di non vederli più, i signori della casta politica italiana E la democrazia migliorerebbe alquanto ....

domenica 11 dicembre 2011

Piazza Tienanmen

Nel giugno 1989, l’esercito cinese aprì il fuoco sui dimostranti, facendo un numero ancora imprecisato di vittime, un bagno di sangue spaventoso, durante le proteste di piazza Tienanmen, a Pechino.
Ricordo ancora bene le sconvolgenti immagini di violenza trasmesse dai telegiornali dell'epoca, in particolare il coraggio del giovane uomo che a braccia aperte sfidava il carro armato che gli stava andando contro...
Più nessuno ormai ricorda piazza Tienanmen, più nessuno ne parla; la Cina è diventata la grande potenza che domina l'economia mondiale e in Cina tante industrie italiane hanno trasferito le loro fabbriche, sacrificando i lavoratori italiani, perchè là si paga meno la manodopera, perchè là non ci sono gli stessi diritti sindacali che proteggono i lavoratori ( anche se attualmente l'ad  della Fiat Marchionne sta  imponendo anche qui a  sindacati e lavoratori dell'auto regole nuove,  modello Pomigliano !...) 
E dalla Cina si acquistano prodotti di tutti i tipi, a volte perfino pericolosi per le sostanze inquinanti con cui sono fabbricati. Una cino-dipendenza economica veramente eccessiva a volte, soprattutto se si dimentica quanto siano limitati i diritti umani dei cittadini che vivono in quel paese.
Ma che cos'è attualmente piazza Tienanmen per i Cinesi ?
In Cina " è il tabù più grande che esista, una data che non può essere menzionata sul Web, che viene pronunciata a proprio rischio e pericolo, che porta, ogni anno, la capitale e il Paese intero ad uno stato di allerta casomai qualcuno volesse dire a voce alta che Pechino non dimentica. Così, le più audaci forme di protesta sono talmente oscure ed intricate da essere rebus per iniziati, un linguaggio in codice comprensibile solo ad alcuni dissidenti e accaniti «netizen» su Internet, e alle forze dell’ordine." ( da La Stampa online To)
Solo Hong Kong, l’ex-colonia britannica tornata nel 1997 sotto la sovranità cinese ma che, grazie alla formula «Un Paese Due Sistemi» continua a godere di significative libertà politiche, ricorda ancora piazza Tienanmen. 
" Qui, dove un milione di persone scesero nel giugno 1989 al Parco Vittoria per denunciare la decisione di sparare contro la folla, ogni anno viene tenuta una commovente veglia a lume di candela, durante la quale vengono cantate le canzoni di ventidue anni fa, ricordati i morti, e chiesta giustizia e democrazia in nome loro e di tutti quelli che si battono per le riforme politiche in Cina. Fra i più famosi  il premio Nobel Liu Xiaobo, incarcerato, e l’artista Ai Weiwei, scomparso dopo l’arresto.
Quest’anno, le Madri di Tienanmen, un gruppo di familiari delle vittime del 4 giugno 1989, in una lettera aperta hanno rivelato al mondo di essere state contattate da alcuni agenti che volevano sondare la possibilità di offrire loro un pagamento, in cambio della sospensione del loro movimento per la memoria dei loro cari. Gli agenti hanno ricevuto un rifiuto oltraggiato, e le madri hanno anche specificato che, quest’anno, dopo che Pechino si è lasciata spaventare dai richiami online per organizzare delle «proteste dei gelsomini» come quelle che scuotono il Medio Oriente, e mentre si intensifica nel Partito comunista l’appostarsi strategico in preparazione delle nomine alle massime cariche politiche nell’ottobre del prossimo anno, «la situazione è la peggiore dal 4 giugno 1989. Il silenzio regna in tutto il Paese». " 
Un silenzio assordante anche nel resto del mondo perché, in nome del Dio denaro, è più importante fare affari economici con la Cina  e dimenticare quanto sia dispotico il regime "comunista" che la governa ....

lo Stato di New York e i matrimoni gay

Dopo il Massachusetts, il Connecticut, l' Iowa, il New Hampshire, il Vermont e il Distretto di Columbia, il Senato di Albany, capitale dello Stato di New York, ha legalizzato i matrimoni gay, con 33 voti a favore e 29 contrari, il 25 luglio 2011, ribaltando il No di due anni fa. 
Andrew Cuomo, governatore dello Stato dal 1 gennaio 2011, per conquistare alla causa l’opinione pubblica, ha puntato sul sentimento libertario dell’America progressista e tutrice dei diritti umani, l’America della Rivoluzione, l’America della Dichiarazione d’Indipendenza, che il 4 luglio 1776, a Filadelfia, proclamava il diritto alla “ricerca della felicità”, e ne faceva il collante dell’emancipazione di individui e popoli.
Seguendo quella Dichiarazione, che riemerge sempre potente nella coscienza americana per affrontare e vincere le grandi battaglie contro discriminazioni e razzismo, New York ha legalizzato il Marriage Equality Act. 
Andrew Cuomo ha rievocato il solidarismo delle libertà attraverso una campagna d’informazione che ha messo a nudo ipocrisie perbeniste omofobe e connivenze della cattiva coscienza politica che le alimenta. Una campagna capillare che ha potuto contare sulle generosissime erogazioni di magnati della finanza repubblicana come Paul Singer, che ha un figlio dichiaratamente omosessuale, e che ha creato grandi turbamenti tra i parlamentari repubblicani, spezzando atavici pregiudizi e legami clericali. 
Come è accaduto al senatore cattolico Mark J. Grisanti della città di Buffalo, contea di Erie, che ha votato per i matrimoni gay e che ha così spiegato il suo cambiamento di giudizio: «Ho letto numerosi documenti e fatto studi indipendenti. La posta in gioco era alta e ho sentito tutto il peso di dover prendere davanti a tutti una decisione informata. Sono giunto così a ritenere che tutti i newyorchesi debbano avere gli stessi diritti. In qualità di avvocato ho analizzato la legislazione e ho concluso che non si possono prevedere deroghe determinate da veti di istituzioni religiose. Non posso negare a una persona, a un essere umano, a un contribuente, a un lavoratore, a nessuno della mia città e di tutto lo Stato di New York di avere gli stessi diritti che io ho con mia moglie».
Una presa di coscienza democratica dunque, che viene prima del Partito e della Chiesa, e che è un formidabile appello a riflettere sul concetto stesso di appartenenza nella cittadinanza democratica: intransigente su pariteticità e reciprocità di diritti e doveri. Perché è qui la pratica democratica, il fulcro della democrazia americana, che non fa sconti su quel fondamentale diritto umano alla ricerca della felicità che è un tutt’uno con vita e libertà, come  la Dichiarazione del 1776 proclamava.
L’alleanza a favore dei matrimoni gay  si è strutturata nello Stato della Grande Mela anche tra il suo governatore, Andrew Cuomo, e il suo sindaco, Michael Bloomberg. 
Democratico e cattolico il primo, Repubblicano ed ebreo il secondo; storie e culture personali diverse, che si sono incontrate sul terreno comune del pluralismo democratico per dare il loro apporto istituzionale di governanti al diritto dei gay alla felicità. 
« È arrivato il momento di consentire a milioni di uomini e donne di diventare pienamente membri della famiglia americana, dobbiamo continuare il cammino iniziato dai nostri padri fondatori. Oggi la maggioranza degli americani è a favore del matrimonio gay e sempre di più le persone giovani tendono a vedere il matrimonio gay come negli anni Sessanta si vedevano i diritti civili»  26 maggio 2011 Università Cooper Union di Manhattan, dichiarazione di Bloomberg   in risposta a quanti pensavano che bastassero le già previste “unioni civili”,  
Libertà e uguaglianza   non posso essere a mezzo servizio    «Questo voto oggi manda un messaggio al paese. Questa è la strada da seguire, è un trionfo storico per eguaglianza e libertà. New York è sempre stata leader nei movimenti che si battono per ampliare libertà ed eguaglianza alle persone a cui è stata negata piena cittadinanza nella famiglia americana. Nell'accogliere tutte le persone, non importa da dove provengano, quale fede o filosofia professino, o chi amino, New York è diventata la più forte città dinamica del mondo. E oggi siamo più forti di quanto non lo fossimo ieri». Governatore Cuomo , dopo la vittoria dei sì
Libertà giustizia uguaglianza sono i valori fondativi dell’emancipazione umana, il richiamo ai diritti umani voluti dai Padri fondatori, l' impegno a rendere tutto questo realtà, e il dovere dei governanti a trovare le soluzioni legislative per garantire ai cittadini quella «sicurezza e felicità» sancita già a Filadelfia.
E' questo il patto tra Bloomberg e Cuomo, che sulla strada della giustizia e della libertà hanno fatto dialogare anche il miglior ebraismo del primo: impegno a costruire il paradiso in terra, col miglior cristianesimo del secondo: la carità che è comprensione e assunzione della prospettiva dell’altro. 
Democratici e repubblicani uniti  perché la libertà è un bene comune. Perché quella statua della Libertà che svetta all'entrata del porto di New York resti la fiaccola che vuole ancora illuminare ciascuno nella ricerca della propria emancipazione e autodeterminazione da conquistare anche attraverso la serenità affettiva di un progetto di vita matrimoniale. 
La patria della libertà, che spesso proprio l’accesso alla reciprocità delle libertà ha tradito, ha rimesso il valore della libertà come centro della sua storia, nonostante le reprimende del vescovo Timothy Michael Donal, presidente della Conferenza Episcopale Usa, che vorrebbe che i principi del catechismo cattolico, considerati eterni e assoluti, fossero legge statale. Secondo la chiesa curiale, il matrimonio fondato sull'unione tra un uomo e una donna per tutta la vita è una «verità senza tempo», «una verità innegabile», «una pietra angolare». 
Ma negli States la separazione tra Stato e Chiesa è una cosa seria, come ben  sanno i suoi cittadini e i suoi governanti...

martedì 6 dicembre 2011

Dimentichiamoli !

In questi ultimi giorni sul quotidiano e nei telegiornali in Tv si è di nuovo parlato di Erika e Omar, i due giovani fidanzati assassini che una decina di anni fa furono condannati per un efferato omicidio che sconvolse l'Italia intera. Avevano sedici anni circa quando nel febbraio del 2001 uccisero senza pietà a Novi Ligure la madre ed il fratellino di lei e cercarono di nascondere quell'orrore tremendo e barbaro da loro commesso accusando degli inesistenti albanesi.
Lui è libero già da un anno, più o meno, e lei ha appena lasciato la comunità Exodus di Lonato, nel bresciano.
I media naturalmente si sono di nuovo buttati a pesce sui due facendo a gara nell'intervistarli e nel parlarne a iosa
Non sono stati, e non sono, certo due persone da prendere ad esempio per ciò che hanno fatto; probabilmente saranno cambiati ma non vedo perché li si debba mettere di nuovo al centro dell'attenzione come delle star.  
Lasciamoli in pace. Dimentichiamoli, completamente, e speriamo solamente che si siano ravveduti ed abbiano capito la gravità del loro gesto insensato ed immotivato provando rimorso e vergogna perenni ...
Hanno ucciso togliendo la vita a due esseri umani innocenti, ed è questo che loro non dovrebbero mai dimenticare, visto quanto sia stata mite la loro condanna in effetti ( la Graneris, l'altra giovane piemontese che uccise la nonna restò in carcere molti più anni, se ben ricordo ).
Come non dovrebbero mai dimenticarlo giornali e Tv !!! 
Possiamo provare pietà per loro ma niente altro e sinceramente non ci interessano proprio per nulla  ...