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martedì 12 maggio 2020

La Mamma di Silvia Romano

Sono due giorni  che il coronavirus è  finito  in secondo piano perché su tutti i giornali e in TV impazzano le polemiche per la liberazione di Silvia Romano, la giovane cooperante milanese rimasta prigioniera della jiad islamica in Somalia per ben 18 mesi, dopo un rapimento che anche allora provocò polemiche, insulti e quant'altro sui social 
La giovane e  stata liberata con il pagamento  di un riscatto, e già questo è  stato motivo di ire funesta,  ma quello che ha scatenato l'ira  di dio, come si suol dire, è  il fatto che è  tornata vestita come una musulmana ( dopo tutto quel tempo non poteva essere diversamente, no ) e che ha candidamente dichiarato di essersi convertita alla religione  di Maometto e di chiamarsi adesso Aisha, come la terza moglie del suddetto.
Dopo  insulti minacce di morte lettere  e chi più  ne ha più  ne metta, Silvia Romano si è  recata dal capo dell'antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili 
Lei ha dichiarato di essere serena, ma la madre, assillata dai giornalisti mentre era uscita un attimo da casa,  ha detto solo una cosa, la stessa che ho pensato io quando ho visto la foto della giovane tutta intabarrata in quel lungo pastrano verde che le ricopriva anche il capo : " Chiunque finisce in quei posti li,  si converte",
Donna saggia, la mamma di Silvia. E posso immaginare l'angoscia di questa famiglia che per mesi non ha avuto notizie della ragazza e poi al suo ritorno si sono ritrovati in mezzo a questa bagarre da circo equestre del solito branco di affezionati insultatori sputa sentenze che devono sempre dire la loro su tutto e su tutti, spargendo veleno e cattiverie a iosa.
La loro felicità  per aver potuto riabbracciare Silvia è  stata sporcata da tutto  quello  che è  successo nelle ore successive  al suo ritorno in Italia.
Sicuramente anche su di lei calerà  l'oblio di stampa e giornali e i frequentatori dei social avranno altre vittime da prendere di mira, ma un'esperienza  simile non è  da augurare a nessuno, ne a chi è  andata sicuramente  in Africa piena di gioia e di speranza convinta di fare del bene ai piccoli del posto, insegnando loro quello che lei aveva appreso in un paese europeo culturalmente avanzato, e che si è  ritrovata nelle mani di fanatici religiosi che non hanno scrupoli di nessun tipo, uomini che in nome di una religione uccidono e sottomettono senza pietà  interi territori occupandoli con le armi e la violenza. Ne tanto meno la famiglia di chi è  stato rapito per tanti mesi, un tempo infinito per chi ha atteso con ansia notizie senza sapere se era ancora viva o se era stata uccisa senza pietà .
Ricordo il rapimento di Giuliana Sgrena,  la giornalista la cui famiglia vive ancora qui in Ossola, e la sua liberazione traumatica in Iraq. Una donna adulta ed esperta tornata provata il cui viso pieno di angoscia e di disperazione non impedí ai soliti di creare un caos di polemiche a non finire. 
La brillante operazione di quella volta fini  nel sangue, mentre questa è stata un successo per il capo di Governo Conte e per Di Maio , che si sono recati entrambi a riceverla all'aeroporto.  
Forse col senno di poi sarà  venuto loro in mente che forse era meglio farla rientrare in sordina, con un silenzio forse ipocrita, ma sicuramente  rassicurante  per lei e per la sua famiglia?
Io penso spesso a padre Dall'Oglio,  scomparso da anni in quel calderone infernale che era  la Siria in guerra, anche lui rapito mentre si dedicava al benessere di chi era in difficoltà,  e di cui non si è  mai più  saputo nulla.
Mentre Quirico, il giornalista di guerra de La Stampa, entrato clandestinamente in Siria,  fu preso e passato di banda in banda fino alla liberazione.  Un uomo fortunato che però  in quell'occasione rischiò  parecchio e subi parecchio. Vide cose inimmaginabili e quando tornò  dichiarò  in una lunga intervista al giornale torinese, per il quale ancora oggi lavora come reporter di guerra, il suo odio per quegli assassini e farabutti che usano la religione mussulmana come scudo per commettere crimini e nefandezze indescrivibili
Questa volta invece ciò  che più  ha scatenato le menti dei soliti è  stato  il fatto che la giovane  Silvia Romano è  tornata  sorridente, apparentemente felice, ben vestita e per nulla sciupata o terrorizzata.
E allora apriti cielo, impiccatela,  arrestatela e tutto il resto del repertorio  becero di un certo mondo di  internet e dintorni
Oggi pomeriggio  io ho accolto il messaggio di Amnesty International  Italia ed ho inviato un breve pensiero a Silvia. Le ho augurato di ritrovare la pace e la tranquillità con la sua famiglia e con chi le vuole bene
E spero il più  presto  possibile perché  non sarà  di certo facile e semplice per lei dimenticare ciò  che le è  successo in Africa, comunque sia andata.
A quell'età si è  ancora giovani e se non si ha un carattere forte, da guerriere,  in un modo o nell'altro si soccombe e si subisce tutto pur di non impazzire, umiliate e calpestate dall'odio di uomini che ci odiano a morte
Perché  siamo europei e cattolici
A questo forse dovrebbero pensare tutti quelli che si sono scagliati contro Silvia e dovrebbero pure riflettere sul fatto che noi europei siamo stati vittime negli ultimi anni  di attacchi terroristici a casa nostra. In Francia, in Inghilterra, in Belgio ....fino al devastante attacco delle Torri gemelle a New York nell'ormai lontano 2001. Menti bacate che ci odiano ed odiano il nostro modo di vivere, odiano noi donne libere intelligenti e non succubi, odiano la nostra religione, ben più  antica della loro, ma con tante analogie , da alcune feste a tanti versetti del Corano, dove si ritrovano pensieri positivi come nella Bibbia di Cristiani ed Ebrei 
 F

martedì 10 dicembre 2013

United Nations Human Rights Prize

Sono stati annunciati i vincitori del riconoscimento conferito dalle Nazioni Unite a chi si è distinto nella difesa dei diritti umani , lo United Nations Human Rights Prize. Questi i prescelti: Biram Dah Abeid, Hiljmnijeta Apuk, Liisa Kauppinen, Khadija Ryadi, la Corte Suprema messicana e Malala Yousafzai.
Il premio è stato istituito nel 1966  e conferito per la prima volta il 10 dicembre 1968, in occasione del 20esimo anniversario della Dicharazione universale dei diritti umani, proclamato poi "Giornata internazionale dei diritti umani". Le successive premiazioni sono avvenute a intervalli di cinque anni, e tra i vincitori del passato spiccano Amnesty International, Jimmy Carter, Martin Luther King, Nelson Mandela ed Eleanor Roosevelt. 
La cerimonia per la consegna del premio si è tenuta oggi martedì 10 dicembre nel quartier generale dell'Onu a New York -- nella giornata dei diritti umani ( Human Rights Day)
 
Malala Yousafzai è diventata  un simbolo per i diritti delle giovani donne di tutto il mondo.  Attivista per l'istruzione e i diritti delle donne, dopo essere sopravvissuta al tentato assassinio nell'ottobre 2012, Malala ha dimostrato ancora più coraggio e impegno, riprendendosi e continuando a parlare a nome dei diritti delle ragazze e delle donne del globo.

sabato 30 novembre 2013

Artic 30 Cristian D’Alessandro libero

Nei giorni scorsi il Presidente della Russia Vladimir Putin è stato in Italia, prima a Roma dove ha incontrato il Santo Padre Papa Bergoglio e il Presidente della Repubblica Napolitano, e a Trieste per scambi economici con l'Italia
Pochi giorni prima uno dei 30 attivisti di Greenpeace, arrestati dai Russi ed imprigionati, prima per terrorismo e poi per vandalismo, l'italiano Cristian D’Alessandro era stato liberato su cauzione, con l'obbligo di non lasciare il suolo russo
A settembre io avevo firmato nel sito di Greenpeace per il suo arresto ingiusto in acque internazionali
 
Ecco la lettera che sua madre ha inviato a tutti noi che abbiamo sostenuto suo figlio :
" ... anche mio figlio, Cristian D’Alessandro, è stato rilasciato su cauzione dal centro di detenzione SIZO1 a San Pietroburgo. La libertà su cauzione è stata concessa dietro il pagamento di una cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro. La cauzione è stata pagata con i fondi di Greenpeace International.
Come madre questo è di grande conforto per me, e rappresenta un primo passo importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei crimini per cui lui e i suoi compagni sono accusati. Vedere finalmente Cristian uscire dal centro di detenzione è un’immagine di speranza che tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi, anche se non sappiamo ancora quando tornerà a casa.
Ringrazio il Ministero degli Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per il loro prezioso aiuto. Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso l’australiano Colin a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano dal carcere. Siamo sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di vandalismo, crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse ingiuste e anche l’ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria famiglia.
Io e mio marito non vediamo l’ora di poter parlare con nostro figlio. "
 
Sicuramente sono importanti anche gli interessi commerciali e Putin è il perno per far cessare quella sanguinosa e devastante guerra civile in Siria, in quanto è sostenitore di Assad ( e come non poteva non esserlo ! ) , ma io spero che Papa Francesco ed i nostri governanti non dimentichino che Putin non è certo un democratico e che in Russia i diritti civili di tutti, gay compresi, non esistono !
Una delle Pussy Riot condannata è "sparita" in  un carcere della Siberia , tanto per fare un esempio ....

lunedì 26 agosto 2013

La Cassazione e il dl sul femminicidio

In questa estate, dove il tormentone peggiore è stato il solito Berlusconi, che condannato non vuole arrendersi al fatto che la legge è uguale per tutti,   la  Cassazione, in una relazione illustrativa sulla nuova  legge sul femminicidio, ha dichiarato che " il decreto segna importanti passi avanti, «prevedendo inedite misure precautelari e meccanismi di tutela della persona offesa» e introducendo come «più rilevante novità» la irrevocabilità della querela. Ma sotto alcuni profili andrebbe rafforzato, in particolare per quanto riguarda il reato di atti persecutori, lo stalking, e le ricadute sui minori, su cui il testo non adotta la stessa «decisione» mostrata per la violenza sessuale."
La Suprema Corte segnala infatti che " suscita «qualche perplessità» il fatto che il testo non abbia previsto un’aggravante per il reato di atti persecutori commessi in presenza di minori analoga a quella predisposta per i maltrattamenti commessi alla presenza di minori di 18 anni. Per quest’ultimo caso, ossia per la cosiddetta «violenza assistita», il testo stabilisce infatti l’aumento di un terzo della pena, soppesando quindi «il complesso di ricadute di tipo comportamentale, psicologico, fisico, sociale e cognitivo, nel breve e lungo termine, sui minori costretti ad assistere ad episodi di violenza domestica e soprattutto a quelli di cui è vittima la madre». «Qualche perplessità invece   potrebbe suscitare la mancata previsione di analoga aggravante con riguardo al reato di atti persecutori, che presenta ugualmente natura abituale e la cui consumazione può dunque obbligare  minori ad assistere a comportamenti parimenti pericolosi per il loro corretto sviluppo psicologico».

Troppo spesso, e anche in questi ultimi mesi purtroppo è successo , le vittime innocenti dei femminicidi sono i figli delle donne uccise, che in molti casi devono assistere alla morte violenta delle madri
Bambini e bambine anche piccoli che restano soli nel dolore e nella disperazione. Spesso sono affidati a famiglie estranee e i loro drammi si svolgono lontano dai riflettori della cronaca quotidiana

sabato 23 febbraio 2013

Il primo tweet di Pistorius libero

" Thank-you to every person that has prayed for both families, Osca
Grazie a tutti coloro che hanno pregato per le due famiglie, Osca ''
.
 Oscar Pistorius. con la firma  "Osca"  ha inviato il primo  twitt  dall'account del fratello maggiore Carl, dopo il suo rilascio su cauzione, ieri.
Il giudice Desmond Nair ha infatti disposto la libertà su cauzione per  Pistorius non ravvisando alcun rischio di fuga.  La decisione è stata accolta in aula da un coro di «yes» da parte dei sostenitori dell'atleta, che sono veramente tanti, anche nel resto del mondo . Basta entrare nel suo sito ufficiale e leggere i tantissimi messaggi inviati e le preghiere per lui e per la sua famiglia per rendersene conto
La famiglia, che gli è stata sempre vicina in questi giorni, ha pregato  al termine della sentenza e poi lo ha portato via ( nella foto web qui sopra è in macchina con la sorella Aimee ) mentre fuori dal palazzo di giustizia scoppiava il caos delle proteste dei manifestanti anti Pistorius e nei network riprendevano le polemiche contro la  scelta di lasciarlo libero, seppure con determinati obblighi, come il ritiro del passaporto, l'obbligo di recarsi due volte a settimana  in commissariato, non  avvicinarsi a un aeroporto internazionale, non tornare sulla scena del delitto, non incontrare testimoni e   non consumare alcolici
Il giudice ha fissato la cauzione di Pistorius ad un milione di rand sudafricani, circa 85 mila euro : un decimo della somma è stata versata in contanti, il resto in garanzia.
«Voglio che Oscar si riprenda e trascorra un giorno normale. Cercheremo di non aver nessun contatto con i media, di prendere un giorno di riposo»
.«La famiglia vuole soltanto trascorrere un po' di tempo insieme»
Arnold Pistorius, zio dell'atleta, e da qualche giorno suo portavoce, ha fatto questa dichiarazione alla stampa, prima di lasciare il tribunale. Nella casa dello zio paterno, il campione paralimpico ha tracorso la prima notte dopo oltre una settimana di carcere 
Nessun rischio di fuga in Italia per Oscar  dunque, come ha stabilito la corte di Pretoria, che ha deciso di lasciarlo uscire dal carcere dietro pagamento di una cauzione. Alcuni giorni fa l'accusa aveva proprio fatto l’ipotesi che l’atleta, accusato dell’omicidio a colpi di pistola della fidanzata , potesse fuggire qui da noi  ed era stata questa  la motivazione principale per cui gli era stato negato il rilascio.
Ma perchè l'Italia ?
Perchè l'atleta ha passato diverso tempo in Italia negli anni scorsi
Andrea Giannini è stato per un paio d’anni l’allenatore dell’atleta sudafricano a Vigevano e si è chiesto ( come me lo sono chiesto anch'io , in effetti ) perché nessuno del suo entourage sudafricano  in questi mesi si è accorto di quello che gli stava veramente succedendo
«L’ Oscar Pistorius che ho visto nelle immagini di questi giorni non è la stessa persona che ho conosciuto io. Mi è sembrato completamente diverso da com’era fino a due anni fa»
«Il ragazzo con cui ho avuto a che fare io era solare, sincero, disponibile,  invece quello che si vede ora appare differente».
Perché nessuno del suo entourage in questi mesi si è accorto di quello che gli stava succedendo? «L’omicidio sembra essere l’esito di un malessere più profondo, che deve pur aver dato qualche segnale in precedenza. E’ possibile che nessuno abbia capito che c’era qualcosa che non andava
Forse qualcuno ha preferito usarlo, come simbolo di uno sport che vince, che lotta e ce la fa, nonostante l’handicap, senza fare attenzione all’uomo, al suo disagio che cresceva.?».

Andrea Giannini, 36 anni, è stato l’allenatore di Oscar Pistorius a Vigevano dall’aprile   2008 al giugno   2009, dove il giovane campione fu accolto dall’affetto di molti, correndo  con Giusy Versace, la sprinter 35enne diversamente abile, che scende in pista con il suo stesso tipo di protesi, dopo che in un incidente stradale nel 2005 perse entrambe le gambe Da un paio d’anni  i contatti ed i  rapporti tra Giannini e Pistorius si erano interrotti, ma il campione ha sempre continuato a mantenere  forti legami con l’Italia ed anche l’anno scorso si è allenato a Gemona nel Friuli e a Grosseto, nei centri sportivi che si trovano nelle due città
 In Italia si è sempre sentito ben accolto. Amava il clima e il cibo  e l’ospitalità della gente.
Dal 2011 Pistorius aveva iniziato ad allenarsi stabilmente in Friuli, insieme ad altri atleti sudafricani: il 19 luglio 2011  a Lignano Sabbiadoro ha corso i 400 metri in 45"07 realizzando il minimo A valido per la partecipazione ai Mondiali di Daegu 2011, dove ha poi vinto la medaglia d’argento nella staffetta 4 x 400 metri e ottenuto il pass per prendere parte ai Giochi olimpici di Londra 2012.
E' veramente triste però che  le uniche dichiarazioni uscite di questi ultimi giorni su di lui sono state solo  quelle dell'allenatore Giannini e del giornalista della Gazzetta dello Sport, Gianni Merlo. Gli altri che lo hanno conosciuto bene  sono tutti spariti, a quanto pare, e il silenzio è sceso come un manto nero e profondo.
 
Il processo inizierà ai primi di giugno e solo allora, forse, si saprà cosa è veramente successo ad Oscar. Io spero che la sua famiglia gli resti sempre vicina e che lo aiuti ad affrontare nel modo migliore  l'immane tragedia che gli è piombata sulle spalle la notte di quel maledetto 14 febbraio, con tutto il clamore che si è scatenato intorno a lui
 Quell'uomo giovane, " solare, sincero, disponibile  ",  di soli 26 anni avrà sicuramente bisogno in futuro di tanto aiuto e di tante preghiere.  Non è facile perdonare chi ha ucciso ma non si può abbandonare chi ha bisogno di aiuto. Perchè , nonostante i soldi ed avvocati potenti, dovrà prima o poi  scontare la sua pena in carcere E  saranno mesi ed anni tristi ed infelici quelli che verranno per questo giovane uomo e per questo atleta famoso che si è distrutto con le sue stesse mani
Forse, come aveva dichiarato a dicembre ad un giornale sudafricano, non aveva avuto fortuna con le donne e non ha mai incontrato quella giusta, ma di certo l'ultima bellissima bionda di cui si era innamorato è stata il catalizzatore per portarlo alla follia ed all' omicidio di san Valentino
Sarebbe stato meglio una mora poco appariscente per evitare gelosie e spari, allora  ???
 Il destino è già tracciato e aspetta ognuno di noi , purtroppo, senza se e senza ma ...
 
  Oscar , all my prayers  are with you and your family during this tragic and very difficult time.
ericablogger
 
PS domenica 24 febbraio :  La famiglia Pistorius ha smentito l’invio del “cinguettio” affermando che l’account Twitter è stato «piratato». Loro sono molto «sensibili su Reeva, la sua famiglia e su questo tragico avvenimento», ha riferito Lunice Johnston, un portavoce di Pistorius. Il tweet, postato sull’account di Carl Pistorius, fratello dell’atleta, è stato cancellato immediatamente.



martedì 8 gennaio 2013

Regole ed educazione morale

Il bullismo rimanda all'educazione morale e alla definizione delle regole che devono governare la vita a scuola e in classe.
 In una società democratica, queste regole devono essere tali da consentire ad ognuno la massima espressione di sè senza prevaricare gli altri, come invece avviene in maniera sistematica negli atti di bullismo. Alla base di esse ci deve essere sempre un atteggiamento di rispetto per gli altri, che va costantemente educato e corretto, se necessario.
Gli interventi di prevenzione del bullismo devono sempre trovare la loro collocazione all'interno dell'educazione morale.
E' molto importante che vengano sempre concordate e stabilite delle regole di convivenza in classe e a scuola, che impegnino tutti al rispetto.
Queste regole devono essere autorevoli, non autoritarie e non permissive: devono riguardare gli aspetti essenziali della convivenza e devono essere fatte rispettare. Sempre.
Poche regole sensate che se vengono violate fanno subire delle sanzioni previste e conosciute da tutti, che aiutano a responsabilizzare e a rendere consapevoli della propria condotta e, di conseguenza, a riparare il danno inflitto, mettendo in atto successivamente dei comportamenti attivi e responsabili che dimostrino che si vuole cambiare
Le autoassoluzioni e il non riconoscere i propri atteggiamenti molesti e ripetuti sono  gravi meccanismi di disimpegno morale
Ma anche il non rispettare costantemente le regole fondamentali stabilite in classe sono un sintomo iniziale già grave di  mancanza di rispetto
Quando sono in classe faccio sempre notare che alcune regole stabilite devono essere sempre rispettate e che  se ciò non avviene, dopo alcuni richiami, si può essere sanzionati.
Non è importante solo avere sempre il materiale necessario, i compiti svolti ed aver studiato bene la mia materia; è altrettanto fondamentale imparare a rispettare i compagni e l'insegnante.
Gli alunni di prima media, ma anche quelli di seconda e terza, devono imparare a non interrompere un compagno o l'insegnante quando sta parlando, non devono fare commenti negativi o cattivi sugli altri che sono in classe con loro. Non tollero mai le battute pesanti degli alunni che offendono o non rispettano le altre persone. E non permetto che mangino la cicca durante le attività scolastiche, mentre devono chiedere il permesso per bere o mangiare fuori orario ricreazione.
Chiedo anche che non buttino carta o altri rifiuti  per terra e che usino i cestini della differenziata perchè è un modo civile per imparare a crescere  e a vivere moralmente bene in una comunità.
Se si impara a scuola a rispettare gli altri e alcune regole, si vivrà molto meglio anche nella vita privata
Si costruisce molto meglio anche la competenza sociale e si sviluppano le soluzioni costruttive per far fronte ai conflitti e alle difficoltà di relazione con gli altri. Con queste premesse positive, non prevalgono mai le reazioni aggressive o quelle regressive e provocatrici, ma si sviluppano al contrario la competenza emotiva, la capacità empatica di mettersi nei panni degli altri, in particolare delle vittime di violenze e soprusi, e di condividerne le emozioni.

Quando il bullismo è reato


A dicembre ho parlato di bullismo e cyberbullismo in due post del blog. E' un argomento difficile e complesso
Io ne parlo anche in classe quando è necessario
Stamattina per esempio  perchè, purtroppo, un'altra vittima, Carolina, una quattordicenne di Novara, si è suicidata venerdì della scorsa settimana.
E' sempre complicato cercare di far capire agli adolescenti che le  azioni di prepotenza e di prevaricazione dei bulli molto spesso sono anche dei reati, perseguibili dalla legge, e che chi compie quelle azioni può essere denunciato e subire un procedimento penale.
Possono essere dei reati diverse forme di bullismo :
- offendere qualcuno gravemente può essere ingiuria, secondo l'articolo 594 del codice penale;
- dire cose false che offendono la reputazione di qualcuno  può essere diffamazione, art.595;
- minacciare conseguenze ingiuste e dannose può essere minaccia, art.612;
- minacciare un male futuro per ottenere un profitto può essere un'estorsione, art.629;
- inviare sms ripetuti e sgraditi può essere molestia telefonica , art 660;
- rubare gli oggetti altrui costituisce un furto, art 624; se il furto è compiuto con violenza o minaccia nei confronti dell'altro si parla di rapina, art.628;
- chiudere in bagno un compagno può costituire violenza privata, art.610;
- picchiare qualcuno può essere reato di percosse, art.581, e se  le percosse provocano conseguenze gravi si aggiungono le lesioni, art.582;
- costringere qualcuno a compiere o a subire atti sessuali contro la sua volontà può considerarsi violenza sessuale, art.609 bis;
- diffondere contenuti personali e offensivi, come testi, immagini, filmati,attraverso internet o telefoni cellulari costituisce violazione della privacy, secondo la legge 675/1996 sulla tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali
Se il bullo compie dei reati diventa soggetto attivo del reato mentre la vittima diventa parte offesa ed i testimoni persone informate sui fatti.
Se i bulli sono minorenni, come succede troppo spesso, ormai, si prevedono responsabilità da parte di coloro che rispondono per lui, i genitori o gli insegnanti, quando sono a scuola.
A questo punto però sorge spontanea una domanda. E in internet? Ne rispondono i social network che ospitano le pagine dei bulli quando non provvedono a controllare ciò che questi scrivono o diffondono in rete, immagini e video offensivi, e ad oscurarli immediatamente?

sabato 1 dicembre 2012

Bullismo

"Bullying" è la parole inglese che  indica sia un insieme di comportamenti   ripetuti da qualcuno  che fa o dice cose per avere potere su   un'altra persona o per  dominarla, il "persecutore", sia i comportamenti della "vittima", ponendo al centro dell'attenzione la relazione nel suo insieme.
Il bullismo è un fenomeno sempre più vasto e grave ed è diffuso in tutto il mondo ma ancora sottovalutato
Troppo spesso il bullismo non viene infatti riconosciuto  come tale perché è confuso con i normali conflitti fra coetanei o coetanee.
In tanti anni di insegnamento mi è più volte capitato di avere in classe dei bulli e, in qualche caso, delle bulle, e di vedere quali conseguenze hanno avuto  i comportamenti di questi " carnefici" sulle vittime
Quando un bambino/a o un ragazzo/a è oggetto di prepotenze da parte di un altro bambino/a o ragazzo/a o da un gruppo di coetane/e o di ragazzi più grandi, che dicono e fanno cose spiacevoli, prepotenze volute intenzionali e ripetute, che impediscono alla vittima di difendersi, si deve parlare di bullismo.
Le vittime inizialmente vengono prese in giro con cattiveria, ricevono brutte parole e insulti o colpi, spintoni, calci, pugni, minacce; spesso ricevono anche bigliettini con parolacce. Il bullo le isola e racconta storie non vere su di loro in modo che anche gli altri compagni o compagne non rivolgano più la parola al o alla " colpevole". Spesso alle vittime vengono fatti " Scherzi" ( così li definiscono i bulli) molto pesanti, come il danneggiamento dei loro abiti o dei loro materiali scolastici, o il furto delle loro proprietà, o vengono   obbligati a fare cose che non vogliono fare. E la persecuzione  raggiunge il suo culmine quando viene richiesto loro del denaro o prestazioni sessuali. Le molestie sessuali sono forse le peggiori ma tutte le prepotenze sono deleterie per la vittima di bullismo.
I momenti peggiori in cui la vittima del bullo subisce le sue umiliazioni e le sue prepotenze verbali o fisiche a scuola sono in genere il cambio dell'ora, l'intervallo, la mensa, gli spostamenti in corridoio, le uscite ai servizi, le ore di fisica in palestra, ma vi possono essere dei seri problemi anche davanti a scuola o sullo scuolabus.
Quando succede fuori da scuola, al di fuori del controllo dell'insegnante, le vittime sono maggiormente in balia del bullo o dei bulli.
Se la vittima non trova il coraggio di parlarne con un adulto, o se gli altri compagni e compagne non capiscono la gravità di ciò che sta succedendo e anch'essi stanno zitti, la persecuzione si aggrava sempre di più
Spesso i bambini ma anche gli adolescenti non ne parlano perchè si vergognano, perchè sono stati minacciati ed hanno paura, perchè temono di non essere creduti o capiti o perchè non sono stati ascoltati e sono convinti che non serve a niente dirlo
E' estremamente importante che, alle richieste di aiuto di una vittima, gli adulti non rispondano mai nei seguenti  modi perchè accrescono e aggravano  la solitudine e il senso di impotenza di chi subisce prepotenze e umiliazioni varie : arraggiati!; è una faccenda che devi risolvere da solo perchè sei grande; succede a tutti e non si può fare niente; ribellati e fai il prepotente anche tu; se ti è successo è colpa tua e te lo sei meritato / te le sei andate a cercare; sono solo ragazzate senza importanza !
E' molto importante parlarne in classe e far sì che i compagni e le compagne spettatori di atti di bullismo ne parlino e non si schierino dalla parte dei bulli. I loro silenzi, la loro indifferenza  o la loro omertà complice fanno perdurare il fenomeno, mentre la loro riprovazione e le loro azioni di denuncia fanno modificare in modo rilevante gli atteggiamenti negativi e coercitivi dei prepotenti sulla debolezza della vittima
Bisogna sempre osservare con estrema attenzione le dinamiche  che intercorrono all'interno del gruppo classe ed intervenire subito quando si notano atteggiamenti prevaricatori da parte di alunni o alunne su compagni in difficoltà, insicuri o fragili o con disabilità o diversi per cultura e religione ...
E bisogna sempre prestare la massima attenzione a non confondere la vittima, che da passiva è finalmente riuscita a reagire per difendersi, con il persecutore o la persecutrice
Il bullismo dunque non è un problema solo per la vittima ma coinvolge anche quanti sanno che questi comportamenti avvengono (nella scuola o in altri contesti come lo spogliatoio di un campo di calcio, di basket, di volley o l'oratorio ...) e coloro che vi assistono, soprattutto per il clima di tensione e di insicurezza che si instaura.
Se i comportamenti prepotenti non vengono sminuiti o impediti possono avere un effetto devastante sulla vittima.
Se i bambini compiono atti di bullismo senza essere ostacolati attraverso un processo educativo è molto probabile che cresceranno abituandosi a compiere prepotenze e da grandi potrebbero anche picchiare il partner ed i propri figli.
Con il crescere dell'etá si ha di solito una diminuzione della frequenza degli atti di bullismo, ma quando questi persistono sono un chiaro indice di  disagio individuale stabile da parte del molestatore, che potrebbe a sua volta subire violenze da  adulti con cui vive o frequenta.
 I bulli persistenti sono a rischio di problematiche antisociali e devianti, mentre  le vittime rischiano quadri patologici di depressione  e di disistima .acute, che li possono spingere alla disperazione estrema e ad atti di autolesionismo gravi

Cyber bullismo

" Il bullismo è un fenomeno sociale complesso in continua evoluzione.
Negli ultimi anni, in seguito allo sviluppo delle tecnologie, ha assunto nuove forme e oggi si parla di cyberbullismo, inteso come forma di prevaricazione perpetrata attraverso i nuovi mezzi di comunicazione
In particolare telefonate o invio di SMS e MMS con testi o immagini volgari, offensivi o minacciosi; diffusione di informazioni private su un’altra persona, anche pubblicando filmati e foto su Internet; calunnie diffuse tramite mail, chat o blog.
Questa tipologia emergente di bullismo implica l’assenza di una relazione e di un contatto diretto tra la vittima e il bullo, che in molti casi riesce a mantenere l’anonimato. Per la vittima, inoltre, è più difficile sottrarsi alla prepotenza, anche perchè a volte non sa di essere “presa di mira” Infatti proprio il minore controllo, la possibilitá di attuare le prepotenze in qualsiasi momento del giorno e della notte, colpendo più persone in meno tempo e usufruendo di “diverse identitá”, rende questo problema molto complesso da affrontare e per alcuni aspetti affine ad altre problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie. "

Il cyberbullo agisce con crudeltá utilizzando Internet o il telefono cellulare.
Sono diverse le condotte del cyberbullo
Può inviare messaggi violenti e volgari per provocare vere e proprie ”battaglie” verbali online o inviare ripetutamente messaggi offensivi e volgari   o messaggi di minaccia (cyberstalking)
Spesso parla male di qualcuno online o invia o pubblica maldicenze per compromettere le amicizie o la reputazione di qualcuno
 E' molto grave quando si sostituisce a qualcuno online, clonandone l’account o utilizzandone il nickname ed invia messaggi che danneggiano la reputazione o espongono a pericolo la vittima ; o riesce a far escludere la vittima da una comunitá online - blog, chat, gaming, lista di amici –  fino a carpire segreti o informazioni della vittima e a divulgarli online 
 
Il computer è entrato a far parte delle vite dei bambini e dei ragazzi giovani e giovanissimi con una facilità che, solo pochi anni fa, non era neppure concepibile perché Internet è affascinante, ricco di colori, immagini, suoni e animazioni. Internet con Facebook e altri Social Network è per loro il mondo vero, uno specchio della realtà attraverso la quale si può vivere una vita interessante, fare amicizie, comunicare. senza problemi di timidezza, di insicurezza di non stima di sé ecc, che sono tipici dell'età e che emergono nei rapporti a tu per tu, ma Internet nasconde tante insidie e tanti pericoli.
E' pertanto importante che le famiglie non lascino mai soli i loro figli davanti ad un computer, per ore e ore spesso, senza spiegare loro, prima di quei viaggi online, quali possano essere i rischi a cui potrebbero andare in onda
Da vecchia blogger con parecchi anni di esperienza in Internet ho imparato ad essere cauta . Non amo facebook e non lo uso mai; preferisco scrivere i blog, ma comunicare online solo con i blogger conosciuti da tempo, sicuri e affidabili E non accetto più i commentatori sconosciuti ineducati o provocatori che offendono me o chi mi ha inviato commenti personali . Il rispetto è fondamentale
Gli adolescenti dovrebbero sapere che può essere molto pericoloso dare informazioni personali a degli sconosciuti, così come è altrettanto pericoloso inviare foto  di se stessi o accettare incontri se non si è sicuri dell'interlocutore
In internet è facile non dire la verità ed inventarsi e le persone possono facilmente non essere quelle che sono
Se si hanno dei dubbi su strane email o su strani incontri in internet è sempre meglio parlare con degli adulti sicuri, famiglia o insegnanti o  le forze dell'ordine, come i simpatici poliziotti che abbiamo conosciuto a scuola
Meglio diffidare ma non incorrere in qualche guaio serio rende migliore la frequentazione di  Internet 

Morire a 15 anni per cyberbullismo

" Deriso su Facebook si uccide a 15 anni  ; la Procura di Roma apre un’inchiesta
 Su Facebook era apparsa una pagina che derideva il ragazzo, che si è tolto la vita ieri a Roma
Additato come gay, tra le ipotesi dei pm c’è l’istigazione al suicidio
In rete l’ira e il dolore degli amici: «L’ha ammazzato l’ignoranza» "
Questa è una di quelle notizie che lasciano l'amarezza nel cuore e la rabbia addosso perchè la vita è sempre importante a qualunque età, ma a quindici è un dono bellissimo che dovrebbere essere vissuta con gioia e serenità senza ansie, angosce o problemi
Purtroppo invece a questo mondo ci sono degli idioti che non hanno nulla da fare se non rovinare la vita agli altri o perseguitarli fino a spingerli al suicidio
Questo ragazzo non ha retto al peso delle offese e delle molestie di esseri disgustosi e senza scrupoli che in  rete lo avevano preso di mira, ma sono tanti i giovanissimi che subiscono i soprusi e le persecuzioni di coetanei, e coetanee, bulli o cyberbulli, ignoranti, violenti, cattivi, senza vergogna e senza scrupoli   
Quando Su La Stampa online ho letto i titoli dell'articolo sopracitato mi sono chiesta perchè in un mondo evoluto e apparentemente civile ci siano ancora persone simili che si divertono torturando gli altri con provocazioni  spinte all'eccesso, per fare del male a chi non ha i mezzi per difendersi

Una recente ricerca commissionata da Microsoft e svolta in 25 paesi in tutto il mondo ha presentato  lo spaccato del cyber bullismo dal punto di vista dei ragazzi intervistati, di età compresa tra gli 8 e i 17 anni.
Per quanto riguarda l’Italia, il 28% dei ragazzi è stato vittima di atti di bullismo online, il 9% in meno dalle media registrata dagli altri paesi, grazie anche al supporto della famiglia, che parla dei rischi a cui Internet espone e insegna i corretti comportamenti da tenere online. Nel nostro paese, è alta la media di conoscenza del fenomeno (69% contro il 57% del resto del mondo) e di preoccupazione (62% contro il 54%) che ha come risultato una minore percentuale di vittime (28%) e responsabili di bullismo (16% rispetto al 24% mondiale).
 Questi dati possono rassicurare, sicuramente, ma sono ancora troppi i persecutori e ancora di più lo sono le vittime, quasi il doppio dei cyberbulli, in Italia

domenica 20 maggio 2012

Melissa e le sue compagne

" Melissa Bassi aveva 16 anni ed era di Mesagne  Ieri mattina, alle sette e cinquanta, si è trovata vicino alle tre bombole di gas, tenute insieme da un innesco comune,  proprio nel momento in cui sono esplose squarciando l’aria del polo scolastico di Brindisi, nascoste da mani assassine dietro ad  un cartellone pubblicitario poco lontano dall’istituto per i servizi sociali, la moda e il turismo Francesca Laura Morvillo-Falcone. Tre esplosioni a distanza brevissima l’una dall’altra che hanno lasciato sulla strada otto ragazze, tutte  appena scese dal pullman di linea che ogni mattina le portava a scuola dai paesi della provincia verso gli istituti di via Aldo Moro e dintorni. Melissa muore pochi minuti dopo al pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Brindisi.Veronica Capodieci, di 15 anni, che è poco lontano da Melissa, viene colpita in pieno anche lei ma  si spera che possa salvarsi. Meno grave è sua sorella Vanessa, di 19 anni. Le due ragazze sono figlie di un imprenditore che alcuni anni fa ha collaborato con l’associazione Libera lavorando ad uno scavo su un terreno sequestrato ad un boss della Sacra Corona Unita. 
Azzurra Camarda, di 17 anni, e Sabrina Ribezzi, di 18 anni, sono state ricoverate al centro grandi ustionati del Perrino dove i medici non sciolgono la prognosi perché sono preoccupati dalle infezioni che potrebbero aggravare il quadro clinico.Sono rimaste ferite anche le studentesse  Anna Lopertuso, di 20 anni, Selene Greco, di 16 anni e Alessandra Gigliola, di 20 anni. 
 Gli inquirenti hanno cominciato a visionare i video di sorveglianza intorno alla scuola. In uno in particolare ci sarebbero elementi giudicati «molto utili» per identificare gli autori dell’attentato. Nella notte, poi, gli investigatori hanno lungamente ascoltato in Questura un ex militare esperto di esplosivi ed elettronica e i suoi familiari avrebbero una rivendita di bombole di gas. Non è trapelato, però, nulla sulla sua posizione...
L’attentato davanti alla scuola potrebbe essere stata la risposta ad un’operazione di polizia chiamata «Die Hard» che il 9 maggio ha portato in carcere 16 esponenti della mafia locale. L’aria a Mesagne e dintorni era pesante già da una decina di giorni. Da quando ignoti hanno incendiato l’auto di Fabio Marini, il presidente dell’associazione antiracket di Mesagne. Resta il dolore. Tre giorni di lutto cittadino voluti dal nuovo sindaco Mimmo Consales."

  «Mi diceva sempre che voleva fare l’Università»...«era così solare... stamattina mi ha avvertito un amico, ho provato a chiamarla, ma non mi rispondeva più...» Queste parole commoventi e strazianti di Mario, il ragazzo di Melissa,  racchiudono tutto il dramma della tragedia di ieri mattina a Brindisi. Un attentato assurdo ed inconcepibile, una strage che ha colpito delle ragazze giovanissime che stavano andando a scuola
 «Hanno colpito il simbolo dell’innocenza, della voglia di progresso, un presidio della legalità», ha detto, con gli occhi umid,i il sindaco di Mesagne
Oggi da Mesagne partirà la Carovana della Legalità di Libera e Don Ciotti . Che la paura e l'omertà vengano sconfitte e che tutti coloro che sanno, parlino I colpevoli devono essere presi e condannati perchè la loro follia ha ucciso e ferito delle giovani innocenti, la parte bella ed intelligente della gioventù, che sognava di studiare, di frequentare l'università, di svolgere un lavoro serio, onesto ed importante...
Di loro sono rimasti gli zaini, i libri ed i quaderni a svolazzare in terra, abbandonati, a pochi passi dalla loro scuola dove ogni giorno andavano sorridenti e felici

lunedì 31 gennaio 2011

Ferito in guerra

Da 9 giorni all'ospedale Niguarda di Milano,  al secondo piano della terapia intensiva del reparto di Neurorianimazione,  è ricoverato, in prognosi riservata, il caporale degli alpini ferito il 18 gennaio scorso in Afghanistan Luca Barisonzi, 20 anni, che rischia la paralisi.
Lui si è salvato, ma come vivrà per il resto della vita ?
La sua famiglia ha incontrato i vertici dell'esercito  La mamma di Luca, Clelia Novella, ha rilasciato delle interviste ad alcuni giornali ed ha detto : «L'esercito ci è vicino, è solidale. Mi chiedo però se sarà così anche dopo, una volta passata l'emotività dei morti in Afghanistan. Ci sono state promesse tante cose, noi ci crediamo, abbiamo fiducia». ... «A volte mi chiedo se mio figlio avesse avuto la stessa attenzione. Intendo dire: se Luca Sanna non fosse morto avremmo avuto tutta questa solidarietà? E durerà anche a riflettori spenti?». Di sicuro «siamo fieri di lui» per «sentirgli ripetere ora, con un filo di voce e da un letto di ospedale: ho fatto il mio dovere, dovevo andare per la pace».
Tra un mese i medici valuteranno i danni riportati al midollo spinale raggiunto dalle schegge di uno dei due proiettili esplosi nell'agguato. Per il momento Luca è paralizzato dalle spalle in giù ed ha un polmone perforato dall'unico proiettile che lo ha colpito al torace. Luca non è più in pericolo di vita ma la situazione è comunque critica ed il recupero sarà lento e graduale.
Luca ha fatto il suo dovere di soldato ed è giusto che tutti noi dobbiamo aiutarlo. Non dimenticandoci di lui, dei suoi commilitoni che sono morti e di quelli che ancora stanno in terra afgana a combattere per un paese straniero che è in guerra, una guerra dura e cruenta, e che rischiano ogni giorno
Una guerra che nulla ha a che fare con la missione di pace che i nostri soldati avrebbero dovuto svolgere ...
Per i suoi vent'anni e per la sua vita da salvare in quel letto d'ospedale, una preghiera ed un pensiero di pace e di solidarietà a lui ed alla sua famiglia che soffre Con tutto il mio affetto, e spero anche con quello di voi che mi state leggendo in questo momento !

lunedì 31 maggio 2010

Word No Tobacco Day

" Si celebra oggi la giornata mondiale contro il fumo. Il tema scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è "Gender and tobacco with an emphasis on marketing to women", - le strategie di marketing del tabacco rivolte alle donne- Secondo l'OMS  il tabacco uccide 5 milioni di persone l'anno e tra queste 1,5 milioni di donne.
L'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) conferma questi dati  soprattutto il particolare che, nei decessi a causa di melanoma al polmone, siano proprio le donne ad aver fatto registrare un aumento del 1,5%, rispetto ad una diminuzione del 2% da parte dei maschi. La Giornata Mondiale senza Tabacco 2010 richiama l’attenzione sugli effetti nocivi del marketing del tabacco rivolto alle donne e in particolare alle ragazze giovani.
 Infatti un dato preoccupante riguarda, in modo particolare, le ragazze giovanissime, che fumano come e forse più dei maschi. Per gli uomini diminuiranno in futuro  le malattie causate dal fumo, come il tumore ai polmoni, mentre per le donne ci sarà  un incremento. I giovanissimi non pensano ai rischi derivanti dal tabacco, ma è importante che siano informati circa le elevate possibilità di contrarre il tumore in un'età sempre più giovane, compresa tra i 40 e i 45 anni.
Purtoppo in assenza di un'azione urgente per contrastare le attuali tendenze, il consumo di tabacco potrebbe uccidere fino a 8 milioni di persone entro il 2030, tra le quali 2,5 milioni di donne.
L'OMS riferisce anche un altro dato preoccupante, circa i paesi in via di sviluppo, nei quali si registrerà un'epidemia, senza virus, di malattie legate al fumo nella maggioranza della popolazione, giovane e adulta, considerando che il 60% di essa fuma.
Controllare la diffusione epidemica del tabacco tra le donne è una parte importante di una strategia globale di controllo del tabacco. Questa giornata vuole essere un importante momento di riflessione circa l'impatto nocivo del fumo sulla salute, che è la prima causa di morte e malattie nella nostra società."
Sono da sempre allergica al fumo e per anni, sul posto di lavoro, ho sofferto degli effetti nocivi delle sigarette fumate dai colleghi e colleghe. Con la legge antifumo finalmente noi allergici abbiamo ripreso a vivere bene
Ma ogni giorno, soprattutto al mattino, quando incontro le giovanissime mie ex alunne che vanno a scuola con una sigaretta in mano, mi chiedo perchè nelle loro famiglie non impediscono loro di fumare . Si rovinano la salute solo per sembrare grandi e quel loro vizio tanto di moda le accompagnerà a lungo nel corso della loro vita e non sempre senza conseguenze
Sarebbe veramente importante che si  proibisse ai tabaccai  di vendere ai minori, maschi o femmine che siano, le sigarette perchè sicuramente sono una importante fonte di guadagno e di lucro ma anche un grave danno per tanti ragazzi e ragazze che non sanno dire no al fumo!

domenica 18 aprile 2010

sentenza n. 13897 Sì a Epiteti e Rimproveri in famiglia

"La sesta sezione penale di Cassazione con la sentenza n. 13897 ha accolto il ricorso di un padre sulle misure cautelari e, disponendo un nuovo esame sul punto davanti al Tribunale di Bologna, ha evidenziato che anche in base alle testimonianze offerte da un vicino di casa si attesta soltanto che i bambini in casa venissero sgridati e rimproverati, secondo atteggiamenti sicuramente poco apprezzabili come strumento educativo ma tuttavia generalmente ricorrenti nei rapporti famigliari."
" Non è un atteggiamento educativo, ma può accadere nei rapporti famigliari che un genitore appelli con qualche insulto o parolaccia il proprio figlio a causa della sua intemperanza. In questo caso la misura cautelare del divieto di dimora nella casa famigliare nei confronti del genitore appare davvero esagerata.

Sulla base di queste premesse i giudici ermellini hanno annullato la misura inflitta ad un papà romagnolo 49enne dal Tribunale di Bologna per aver dato spesso dei “deficienti” ai propri bambini. In effetti sembra che il padre talvolta prendesse a parolacce i figli perchè «incoercibili» e iperattivi, disturbo questo peraltro confermato. "da La Stampa To
Non so se sarà una sentenza che farà discutere ma di certo è una sentenza che ha interessato la stampa, che l'ha pubblicata. Molti ragazzi sono attualmente troppo «incoercibili» ed iperattivi anche a scuola e non è mai facile riuscire a gestirli e ad avere un normale rapporto di civile convivenza con loro.
Mi chiedo sovente quali possano essere stati i motivi o le cause che hanno provocato simili comportamenti
Mi chiedo ancora più sovente come si potrebbe o si può fare a "conquistare" questi ragazzi e ragazze fino ad ottenere da loro altri modi di comportamento, più tranquilli, più civili, più rispettosi nei confronti degli altri, che li aiutino anche in quel lungo periodo di costruzione di se stessi che è la preadolescenza e la adolescenza stessa e li rendano più sicuri, più felici e più responsabili
Quando però non ottengo nulla o quasi nulla da loro, o ben poco dai loro genitori, perchè non tutti si interessano dei loro figli, e lo si nota purtroppo, mi sembra veramente di essere un don chisciotte che sta combattendo con i mulini a vento
Una misura cautelare del divieto di dimora nella casa famigliare nei confronti del genitore sarà stata sicuramente esagerata ma in alcuni casi bisognerebbe proprio obbligare dei genitori, o troppo buonisti e permissivi o esageratamente restrittivi e punitivi,  a seguire dei corsi educativi che insegnino loro a dare una buona e giusta educazione ai propri figli !

mercoledì 24 febbraio 2010

Condanna per video di bullismo

" Il primo processo, anche in campo internazionale, ai responsabili di un provider di internet per la pubblicazione di contenuti sul web si è concluso oggi a Milano con la condanna di tre dirigenti del più famoso motore di ricerca al mondo, Google.
Una sentenza, quella del Tribunale italiano, che ha ricevuto critiche dell’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, il quale ha spiegato che gli Usa sono rimasti «negativamente colpiti dalla odierna decisione», perchè «il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie».
Il giudice monocratico della quarta sezione penale, Oscar Magi, ha condannato i tre dirigenti di Google a 6 mesi, con la sospensione condizionale della pena, per violazione delle privacy, assolvendoli invece dal reato di diffamazione. Assolto un quarto dirigente che era accusato solo di diffamazione.
Per il colosso americano del web, finito oggi nel mirino anche dell’antitrust europeo che ha aperto un’indagine per capire se utilizzi pratiche anticoncorrenziali, la decisione del Tribunale di Milano, che ha già diviso gli esperti tra pro e contro e scatenato la reazione di alcuni blogger, è «un attacco alla libertà della rete e noi faremo appello».
Per i pm, invece, è una sentenza che «tutela la dignità delle persone».
Al centro del processo, c’era un video che mostrava un ragazzino disabile insultato e picchiato da alcuni compagni di scuola di un istituto tecnico di Torino.
Il filmato venne realizzato dagli studenti nel maggio 2006 e da loro caricato su Google Video l’8 settembre, dove rimase, cliccatissimo nella sezione “video più divertenti”, per circa due mesi, fino al 7 novembre, prima di essere rimosso dal provider statunitense.
I quattro studenti sono stati condannati nel dicembre 2007 a 10 mesi di messa alla prova dal Tribunale dei minorenni di Torino.
Soddisfazione di Guido Camera, legale dell’associazione Vividown, costituita parte civile nel processo (nel video in questione veniva derisa e insultata dagli studenti mentre vessavano il disabile). «Quello che a noi interessava - ha spiegato Camera - era l’affermazione della responsabilità penale dei dirigenti di Google, e questa è stata riconosciuta dal giudice». La finalità dell’associazione, infatti, ha aggiunto l’avvocato, «è sociale ed educativa, ed è stato importante che con questo processo si sia presa una posizione ferma a tutela della privacy delle persone, che vale per Obama come per un ragazzino disabile». da La Stampa To

Questa sentenza farà sicuramente discutere ma come educatore non posso che apprezzarla
Il web ed internet sono utili ed importanti per moltissime iniziative ed attività ma in questo caso penso che chi da' la possibilità a tutti di pubblicare video debba anche cercare di controllare, pur rispettando la libertà dei singoli, che si rispettino tutte le persone
In particolare i disabili o chi ha problemi di diversità
il bullismo è una grave forma di incivile convivenza con gli altri e deve essere combattutto in tutti i modi possibili, ovunque e comunque, perchè può fare gravi danni nelle vittime che subiscono soprusi e persecuzione
In nome della libertà, troppo spesso si permettono gravi episodi di inciviltà e di barbarie nei confroni di chi non è in grado di difendersi e di difendere la propria dignità di individuo
La sensibilità è personale ma chi non ne ha e abusa della propria forza e della propria violenza, fisica o verbale che sia, deve essere fermato
Mi spiace per gli Americani , ma la sentenza del tribunale italiano non è nè ingiusta nè strana
Trovo invece insensato che si permetta di pubblicare migliaia di video senza un minimo di controllo
La rete è vasta ma non tutti in rete usano il buon senso purtroppo ....

martedì 23 febbraio 2010

Basta con ' sto principe !!!

Domenica sera Luciana Litizzetto, a Che tempo che fa, ha fatto una divertente parodia della regina del Burlesque, la ballerina americana che si è spogliata la prima sera del festival di Sanremo. E naturalmente, a modo suo, con la sua solita verve dissacrante, ha parlato anche lei del Principe Savoia che ha cantato a Sanremo
Oggi pomeriggio nel contenitore di Rai 1 con Sposini hanno parlato per oltre un'ora del principe e di tutte le sue virtù o non virtù
Una sviolinata disgustosa !!!
Ma possibile che con tutti i problemi che ci sono in questo momento in Italia si debbano sprecare ore ed ore di servizio pubblico a parlare di questo tizio?
Ma perchè non lo mandiamo in miniera a lavorare, il principino erede di casa Savoia, accidenti ?
Oggi aprendo le pagine del quotidiano sono inorridita quando ho letto di quel giovane piccolo industriale che si è suicidato perchè non aveva più i soldi per pagare gli operai
Uno onesto che si è tolto la vita, mentre tanti altri sono stati inquisiti per corruzione, truffe, furti di tutti i tipi e qualcuno è pure fuggito all'estero!
Che mondo , che schifo ...
e poi almeno una buona notizia
" È stato oscurato il gruppo su Facebook «Deridiamo i bambini Down» che ieri contava pare circa 800 "iscritti" e che esponeva un bimbo che aveva le caratteristiche della malattia, e sulla cui fronte era scritto «scemo».
Sul sito ora oscurato si leggeva: «È così difficile da accettare questa malattia... perchè dovremmo convivere con questi ingnobili creature (...) io ho trovato la soluzione: consiste nell’usare questi esseri come bersagli, mobili o fissi, nei poligoni di tiro al bersaglio».
Follia pura e deviata di pochi , ma facilmente influenzabile su menti fragili e deboli, che insozza la rete
Chissà perchè ogni tanto questi dementi vengono fatti conoscere al pubblico, così poi anche qualcun altro, più deficiente di loro, finirà con l'imitarli ?
Io ho pubblicato nell'altro mio blog, Omegna e dintorni, i pensieri di alcuni miei alunni di 12-13 anni che hanno seguito il Laboratorio di Volontariato del primo quadrimestre
Sono riflessioni semplici ma pulite e piacevoli, belle da leggere e significative perchè almeno loro sono ancora sani Una speranza per un futuro non ancora troppo bacato da questa società sempre più squallida, insensibile ed individualista ...

mercoledì 10 febbraio 2010

Safer Internet Day

Ieri era il Safer Internet Day , la giornata europea per la sicurezza in Rete organizzata da InSafe, la rete europea di cooperazione per la promozione dell’uso sicuro di Internet, costituita e cofinanziata dalla Commissione europea, con il patrocinio del Ministro della Gioventù, in collaborazione con Polizia Postale e delle Comunicazioni e Save The Children.

Una ricerca condotta da Microsoft in 11 paesi europei, Italia compresa, su 14mila utenti, sia genitori sia minori, ha stabilito che " il 79% dei teenagers europei ha almeno una pagina personale su un social network" e che " il 43% ritiene sia pienamente sicuro postare e condividere informazioni personali attraverso i social media, al punto da inserire online anche dati e riferimenti particolarmente sensibili
In Italia il 26% dei ragazzi condivide il proprio indirizzo di casa, il 56% indica il nome della propria scuola, il 76% si scambia foto e video anche di amici e il 59% l’indirizzo di posta elettronica o di instant messaging.
Anche solo una di queste informazioni, condivisa senza attenzione nel Web, può permettere ad eventuali malintenzionati di aprire un fronte pericoloso di contatto.
... quasi due terzi dei teenager europei (63%) sono stati contattati online da sconosciuti, una percentuale che sale al 73% in Italia, la più alta tra i diversi paesi.
... più del 46% dei ragazzi spesso, spinto dalla curiosità, risponde a persone non fidate.
Nonostante queste evidenze, il 59% dei genitori si dichiara sereno sulla navigazione in rete dei propri ragazzi, convinto che sappiano adottare tutte le precauzioni per proteggere e condividere responsabilmente le informazioni online.
... ben il 40% dei genitori italiani non ne controlla i movimenti online o i post pubblicati. Percentuale che cresce se vista attraverso le risposte dei più giovani: per il 66% dei teenager europei, infatti, i propri genitori non fanno nulla per limitare o controllare il loro utilizzo di Internet. Così è anche per il 55% dei ragazzi italiani, mentre solo 1 su 10 ha un sistema di parental control installato sul proprio computer (12%) o utilizza Internet in soggiorno anzichè nella propria camera da letto (15%).
La presunta «tranquillità» dei genitori nasce anche dalla convinzione di saperne abbastanza o molto di computer e Web ( il 77% del campione in Italia), ma anche in questo caso i giovani la pensano diversamente e, solo il 56% dei figli, ritiene di avere mamma o papà sufficientemente competenti sulle nuove tecnologie."
I risultati dell’indagine confermano quindi l’urgenza di continuare ad investire nella sensibilizzazione sull’uso sicuro di Internet non solo tra le nuove generazioni ma anche verso genitori, insegnanti e tutti coloro che dovrebbero saper guidare e proteggere i ragazzi anche nel nuovo mondo virtuale." da La Stampa To
Stamattina ho accennato ai miei alunni di terza media alla giornata di ieri ed al messaggio in Tv "Posta con la testa " -Think B4 U post!- Quasi nessuno di loro lo aveva visto o vi aveva fatto caso.
Quando ho spiegato qual era il significato di questa pubblicità anomala, alcuni di loro, candidamente, mi hanno detto che sono stati contattati in passato da persone adulte malintenzionate ed uno di loro ha aggiunto che ha dovuto cancellare completamente la sua pagina personale in netlog , o un network simile, per il continuo spamming o stalking online, se preferite, da parte di adulti sconosciuti !!!
Mi è venuta la pelle d'oca a sentirli parlare dei rischi che hanno corso come se fossero fatti banali di tutti i giorni
Ma e i loro genitori ? ne avranno parlato con loro? si preoccuperanno di controllarli qualche volta?
Ma chi protegge i nostri minori, se nessuno in famiglia pensa ai danni che possono subire navigando in rete ?

venerdì 31 luglio 2009

Dialetti a scuola e continuità didattica

" ... Le polemiche erano nate in commissione Cultura della Camera con la proposta di un test di dialetto per insegnanti da parte di Paola Goisis della Lega nord come emendamento al testo di riforma proposto dal presidente della stessa commissione Cultura, Valentina Aprea.
Il ministro Gelmini non rifiuta in toto la proposta avanzata dalla Lega e che tante polemiche ha suscitato ma ridimensiona la polemica:
«Credo sia logico avere delle sfumature diverse ma le posizioni di Pdl e Lega non sono inconciliabili. Sui giornali è nata una polemica distante dalla realtà. La maggioranza ha già assunto delle decisioni importanti sulla scuola. E non c’è alcuna distanza tra Pdl e Lega».
Ma sono gli stessi esponenti della Lega, con il capogruppo Roberto Cota, che fanno un mezzo passo indietro.
Il capogruppo alla Camera Cota precisa che «il presunto esame di dialetto è una bufala. La proposta è quella di fare dei test preselettivi per consentire l’accesso agli albi regionali degli insegnanti, albi previsti proprio dalla proposta di legge in discussione».
«Nel testo dell’emendamento - osserva l'esponente del Carroccio - la questione del dialetto non compare nemmeno».
Mariastella Gelmini vede il lato positivo e osserva che «è una proposta sulla quale si può assolutamente ragionare».
Il ministro dell’Istruzione, assicura che «non c’è su questo tema alcuna conflittualità tra Lega e Pdl. È una polemica distante dalla realtà», perchè la Lega «ha sollevato un problema importante come quello della continità didattica, cioè del dovere della scuola di garantire la presenza degli stessi professori per tutto l’anno scolastico e possibilmente per il biennio».
«Esprimo solidarietà al governo - aveva intanto ironizzato il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione - perchè i giornali non lo capiscono mai. Forse se il governo parlasse in italiano invece che in dialetto ci sarebbero meno fraintendimenti».
Secca bocciatura di tutta la vicenda invece da parte del Pd. «Adesso basta - sbotta Beppe Fioroni, responsabile Educazione del Pd. Forse il ministro Gelmini non ha chiaro che qui non sono in gioco i rapporti fra Pdl e Lega ma la difesa della serietà della scuola. Le sue dichiarazioni sono troppo evasive: non faccia il "Sor Tentenna", intervenga con chiarezza e non cercando di conciliare l’impossibile». " da La Stampa To
Mi sono chiesta come avrebbe fatto la Lega a far fare l'esame dialetto agli insegnanti. Solo qui dove vivo di dialetti ce ne sono tanti, cambiano da un paese all'altro, e in pochi chilometri ( vedi Omegna - Verbania o Omegna - Borgomanero, tanto per fare due esempi ) sono molto diversi tra loro Poveri insegnanti non locali se avessero dovuto imparare i nostri dialetti !!!
Trovo invece molto più sensato il discorso sulla continuità didattica, tanto importante per i ragazzi
Ma con la riforma di quest'anno ed i tanti tagli agli insegnanti, quanti saranno quelli di ruolo che perderanno il posto, e la continuità didattica, e dovranno cambiare scuola e classi ed alunni?
Ci ha pensato la nostra ministra ?
Perchè non ci sarà più solo il discorso degli insegnanti precari che dal Sud ogni anno si trasferiscono numerosi al nord, e poi appena possono se ne tornano a casa, naturalmente, con avvicendamenti vari, che creano caos e disagio, ma anche quello degli insegnanti del nord che non avranno più il loro posto fisso a pochi passi da casa diventerà un problema, e non certo un problema di dialetto... bufala o non bufala, che sia quella lanciata dalla Lega
La scuola quella con la S maiuscola non c'è proprio più ormai ma non è certo colpa degli insegnanti se il caos regna sempre più sovrano e se lo sconcerto si allarga a macchia d'olio ad ogni nuova proposta politica, di qualunque partito sia, al governo o all'opposizione a seconda dei casi...

martedì 2 giugno 2009

Perle di Riciclo

Alcuni degli oggetti creati con materiale di riciclo dagli alunni del Laboratorio pomeridiano (vedi post precedente ) sono veramente molto belli Io li ho fotografati da vicino e ve li mostro nella loro semplicità così speciale


Io differenzio e riciclo...e tu ?

" Giovedì scorso si è tenuta all'Auditorium del Forum di Omegna la serata divulgativa di presentazione del Progetto " Io differenzio e riciclo...e tu? ", realizzato nel corso di questo anno scolastico dalle classi 2A, 2D, 2E, 2G della Scuola Media Statale F.M.Beltrami di Omegna con le docenti di Matematica e Scienze, professoresse C..., R..., S...e V.... Sono intervenute alla serata l'assessore comunale Maria Giulia Comazzi, Raffaela Piloni, in rappresentanza della Comunità Montana Cusio-Mottarone e la dottoressa Erra dell'Assessorato provinciale Ambiente ed un folto pubblico di genitori e cittadini.
Il progetto, con il contributo dell'Assessorato provinciale e regionale dell'Ambiente, ha coinvolto per diversi mesi gli alunni delle quattro classi, le loro famiglie e gli enti che operano nel VCO nel campo dello sviluppo sostenibile.
Il tema del Progetto, " I rifiuti e la loro gestione nel VCO", si è proposto di sensibilizzare gli alunni coinvolti e le loro famiglie sulla tematica dei rifiuti e sulla possibilità di ridurne la produzione con la raccolta differenziata ed il riciclaggio, al fine di formare negli alunni una coscienza ecologica ed un comportamento presente e futuro compatibile con l'ambiente di vita.
Le informazioni, le immagini e tutti i dati, raccolti dagli alunni durante le lezioni in classe con le insegnanti e con gli esperti dell'Osservatorio sui Rifiuti e del Con.Ser.VCO e nelle visite guidate al museo A come Ambiente di Torino, al Termoutilizzatore di Mergozzo ed all'Impianto di recupero per materiali inerti e scarti vegetali di Santino, sono stati analizzati, rielaborati e sintetizzati in un CD, in cartelloni e in tesine cartacee presentati alla serata.
Gli alunni hanno illustrato ai presenti la proiezione finale del Progetto leggendo a turno gli obbiettivi del Progetto stesso - lo sviluppo del senso di responsabilità nei confronti dell'ambiente, la comprensione delle relazioni tra natura ed attività antropiche, la conoscenza delle diverse tipologie di rifiuto, la comprensione dell'importanza della raccolta differenziata e del riciclaggio, la conoscenza delle tecniche di smaltimento dei rifiuti - ed i contenuti, in particolare il concetto e le tipologie di rifiuto, la diminuzione di spesa consapevole, il riutilizzo ed il recupero, la normativa in materia di rifiuti, la raccolta differenziata a livello provinciale regionale e nazionale, le tecniche di riciclaggio, le discariche controllate, la termoutilizzazione ed il compostaggio.
Sono stati esposti al pubblico anche alcuni degli oggetti ornamentali e dei giocattoli creati con materiali di riciclo - carta e cartone, plastica, vetro, stoffe, lane, perline, bottoni, palline , lampadine ed altro - dagli alunni ed alunne che hanno partecipato, nei due quadrimestri scolastici, al laboratorio manuale " Io differenzio e riciclo... e tu? ", del mercoledì pomeriggio, gestito dalle docenti V... e R... G....
Il pubblico, che ha gremito numeroso la sala del Forum, ha apprezzato ed applaudito con molto calore il complesso lavoro svolto dai ragazzi "

E' stato molto bello essere lì al Forum giovedì sera con i miei alunni ed il pubblico e le autorità locali che hanno apprezzato molto il laboratorio manuale creativo che la mia collega del corso E ed io abbiamo gestito per tutto l'anno scolastico nelle ore pomeridiane del mercoledì. I lavori sono splendidi ma hanno richiesto una lunga preparazione, tante ore extra da parte nostra, non retribuite, e tanta fatica ad insegnare ai ragazzi ed alle ragazze a creare con forbici, colle e materiali tanto inusuali per loro

Anche questo è insegnare a scuola. Un modo diverso ma tanto utile per dare agli alunni la possibilità di entrare nel mondo degli adulti con una maggiore maturità e preparazione, non solo libresca ... Peccato che l'altra sera i rappresentanti dei giornali locali non si siano fatti vedere al Forum, neppure uno !!! Le foto qui sopra sono mie e per fortuna che ho avuto la geniale idea di portare la digitale quella sera ... erica