giovedì 28 marzo 2013

Beati

I nuovi beati di papa Francesco furono vittime del fanatismo del Novecento: due erano  italiani, uno ucciso da due partigiani, l'altro per aver difeso i partigiani, gli altri erano sacerdoti morti nella furia della guerra civile spagnola o durante la guerra fredda
" Rifiutò di togliersi l'abito talare perché, disse, "questa ricorda che io appartengo a Gesù". E così lo   uccisero: "Sarà un prete di meno domani", dissero tra loro i suoi aguzzini. ... Rolando Rivi era un ragazzino di quattordici anni,  quel 13 aprile 1945. Con l'unica colpa di essere un seminarista in mezzo a un delirio di fanatismo che  travolse la mente di due partigiani rossi, nel cuore dell'Emilia. Tredici giorni prima, quei tempi di sangue avevano segnato la fine di un'altra persona, il biblista domenicano Giuseppe Girotti, originario di Alba. Spirò a Dachau, in Germania, nel campo di concentramento nazista dove era stato rinchiuso a causa della sua attività antifascista e dell'aiuto dato agli ebrei perseguitati.
...  Oggi il pontefice ha approvato il fascicolo presentato dalla Congregazione per le cause dei santi, riconoscendo che Rolando e padre Giuseppe furono due martiri a causa della fede.  Questo, di fatto, spalanca il cammino verso la gloria degli altari senza attendere la procedura per il riconoscimento di eventuali miracoli.
Ma insieme alle loro vicende, Bergoglio ha sottoscritto che si trattò di morte "in odium fidei" anche per altri sessanta cattolici, tutti trucidati negli estremismi del secolo scorso. La maggior parte di loro fu travolta dalla guerra civile spagnola. È il caso del vescovo Jaén Emanuele Basulto Jiménez e di altre decine di sacerdoti e religiosi. Tra di essi, Giuseppe Massimo Moro Briz con altri 4 compagni della diocesi di Avila; Gioacchino Jovaní Marín e altri 14, della Società dei sacerdoti operai diocesani; Andrea da Palazuelo  insieme ad altri 31 confratelli cappuccini. Tutti uccisi tra il 1936 e il 1938 durante la guerra civile per non aver abiurato al loro ruolo durante le violente persecuzione contro la Chiesa anche innescate da posizioni filo franchiste di alcuni rappresentanti dei vertici ecclesiastici.
Altri due consacrati cattolici  sono stati ritenuti martiri dei regimi dell'Est negli anni della guerra fredda. Si tratta di Stefano Sándor, salesiano laico, ucciso in odio alla fede a Budapest l'8 giugno 1953, e Vladimiro Ghika, sacerdote diocesano, nato in Turchia e morto a Bucarest il 16 maggio 1954. Anche per loro - come per la religiosa tedesca Maria Teresa Bonzel (al secolo: Regina Cristina Guglielmina), fondatrice delle Povere Suore Francescane dell'Adorazione Perpetua di Olpe - restano ora da fissare solo le date della cerimonie di beatificazione.  " da Repubblica.it

1 commento:

Artemisia ha detto...

Serena Pasqua anche a te, Erica!