domenica 21 aprile 2013

Napolitano Bis

Ieri pomeriggio, alla sesta votazione, dopo quasi tre giorni di insuccessi e caos politico, è stato rieletto presidente della Repubblica italiana, con 738 voti, Giorgio Napolitano 
Le sue prime parole dopo l'elezione sono state:  «Auspico fortemente  che tutti sappiano onorare i propri doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni repubblicane: Dobbiamo guardare tutti, come io ho cercato di fare in queste ore, alla situazione difficile del paese, ai problemi dell’Italia e degli italiani, al ruolo internazionale del nostro Paese».  
Ha dichiarato anche di non potersi «sottrarre a un’assunzione di responsabilità verso la Nazione», ma al contempo ha ammonito: «Confido che corrisponda un’analoga collettiva assunzione di responsabilità».
Lunedì giurerà e pronuncerà il discorso di insediamento di fronte al Parlamento in seduta comune.
 
«Ammiro la sua decisione di servire di nuovo il popolo italiano come presidente» ha detto Barack Obama in una nota. Negli ultimi sette anni  il Quirinale è stato il vero punto di riferimento della Casa Bianca,  non solo per la corrispondenza protocollare delle cariche. Napolitano disponeva della certezza di un mandato settennale, a differenza dei capi del governo che andavano e venivano e dava garanzie di responsabilità, interna ed internazionale, con la sua propensione per la serietà fiscale, le riforme, l’Europa e l’ancoraggio atlantico del paese. Nelle ultime settimane l’Italia è stata sull’orlo del baratro ma ora fa un passo indietro dalla catastrofe completa e totale.
La Cei, alla rielezione di Giorgio Napolitano, si è espressa così : « Nel farLe sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della responsabilità che l'incarico conferitoLe porta con sé, specialmente in quest'ora della storia. Le esprimiamo di cuore le nostre felicitazioni nel momento in cui Lei, avendo dato la Sua esemplare disponibilità da molti richiesta, è stato confermato Capo dello Stato»
«Nel farLe sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della responsabilità che l'incarico conferitoLe porta con sé, specialmente in quest'ora della storia. Sono, infatti, molteplici gli elementi che sembrano oggi indebolire il riconoscimento del senso della comune appartenenza», prosegue.
Nel messaggio si ricorda che «la gente e le famiglie vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una crisi più profonda e generale; essa tocca le radici stesse dell'uomo. È crisi sociale ed è crisi politica, che emerge in contrapposizioni radicali, nella scarsa partecipazione e nella fatica a raggiungere consenso». «Tutto ciò fa di questo un tempo di scelte impegnative, che richiedono la consapevolezza e la capacità di cogliere le risorse e le reali opportunità per sviluppare una rapida e incisiva ripresa  Del resto, la misura dell'autentica politica si riconosce nella sua capacità di interpretare la società e di ragionare in termini di sviluppo storico e non all'insegna della contingenza, restituendo priorità alla riflessione pacata, al confronto, alla mediazione alta; nell'affrontare seriamente quanto ha a che fare con la vita quotidiana della nostra gente». La risposta migliore «alla stanchezza e alla disillusione passa dal rispetto della democrazia e, quindi, dalla fedeltà ai principi della Costituzione, che ha il suo cardine nella centralità della persona e impegna a garantire a tutti lavoro, speranza e dignità».
La Cei ricorda anche che «l'esperienza cristiana ha sempre avuto una dimensione e una valenza pubblica», e che all'uomo «è diretto il servizio della Chiesa come quello dello Stato, nella piena distinzione e autonomia, nonché nella reciproca e leale collaborazione per il bene dell'intero Paese».
« Il nostro cordiale augurio è che, sotto la Sua rinnovata Presidenza, il Paese possa crescere nell'autentico progresso, in una stagione di effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo quello di servire il bene comune». «Le siamo vicini con la nostra preghiera  confermando il leale e generoso contributo della Chiesa che vive nell'amata Italia».
L'Osservatore Romano il quotidiano della Santa Sede ha accolto l'accordo sulla rielezione di Napolitano così : «È ancora una volta Giorgio Napolitano la vera risorsa della Repubblica, quella necessaria per tirare fuori l'Italia da una crisi politica e istituzionale senza precedenti che ora dopo ora si stava sempre più complicando».  
«Il nodo che è apparso a un tratto quasi irrisolvibile sembra dunque finalmente sciolto soltanto grazie alla disponibilità di Napolitano, il quale ha accettato di tornare sulla sua decisione di non ricandidarsi dopo la richiesta quasi unanime delle forze politiche» . «Ma a dimostrazione del clima difficile che sta caratterizzando la vita politica italiana basti tener conto della notizia, fatta trapelare dal Pd, secondo la quale, al fine di evitare il ripetersi del sabotaggio da parte dei franchi tiratori, i voti espressi dal partito al sesto scrutinio  saranno riconoscibili». «Sarebbe infatti catastrofico per la credibilità anche delle stesse istituzioni, come del resto la nota del Quirinale fa capire, se, dopo aver richiamato in campo l'attuale capo dello Stato, le forze politiche ne bocciassero la candidatura nel segreto dell'urna».

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