sabato 24 febbraio 2007

Maurice Papon

Il 17 febbraio è morto a 96 anni in una clinica di Pontault-Combault, nella regione Seine-et-Marne, presso Parigi, Maurice Papon, il simbolo dei crimini contro gli ebrei della Francia di Vichy, l' 'unico alto funzionario francese ad essere stato condannato per complicità in crimini contro l'umanità e per aver collaborato con il regime nazista. Avrebbe dovuto essere ancora in prigione per la condanna a dieci anni di reclusione del 1998. Ma tre anni dopo l'arresto nel 1999,nel 2002, era stato liberato a causa delle sue precarie condizioni di salute. Una decisione che scatenò infinite polemiche in Francia. La corte d'Assise lo aveva condannato perché, in quanto segretario generale della prefettura di Bordeaux, organizzò il rastrellamento di circa 1.690 ebrei, 225 i bambini, poi avviati ai campi di sterminio nazisti in Germania, tra il 42 e il 44.
Una storia emblematica, la sua.
Nato nel 1910 entrò nel Ministero degli Interni nel 1935, dopo studi di Diritto.A partire dal maggio 1942 fino al 1944, come segretario generale alla prefettura della Gironda, ebbe l'incarico dei trasporti e l'Ufficio delle questioni ebraiche.
Al momento della Liberazione riuscì a farsi riconoscere come resistente e divenne uno dei vincitori a fianco del generale De Gaulle, che nel 1958 lo fece nominare questore di Parigi, dopo essere stato prefetto di Corsica dal 1947 al 1949, e successivamente in Algeria. Fu prefetto di polizia nella capitale x ben 9 anni. Nell'ottobre 1961, mentre infuriava la protesta delle colonie francesi, Papon ordinò la repressione degli algerini del fronte di liberazione nazionale. In 200 furono uccisi e gettati nella Senna e vi fu il dramma del metro Charonne con altri 9 morti. La carriera di Papon fu immediata: prima fu eletto deputato RPR e poi, nel 1978, ministro del bilancio del governo Valery Giscard d'Estaing.
Fino al 1981 quando un settimanale satirico, Le Canard enchaîné, ritrovò e pubblicò i documenti che provavano i suoi crimini e la collaborazione con i nazisti. Occorsero 16 anni di procedure x farlo pervenire davanti alla giustizia l'8 ottobre 1997. Il 2 aprile 1988, al termine del più lungo processo della storia della giustizia francese, e dopo una seduta di deliberazione di 19 ore, la Corte d'Assise della gironda lo condannò a 10 anni di reclusione criminale e alla privazione dei diritti civili per complicità in crimini contro l'umanità.
Nella sua opera "Vichy et les Juifs", Michaël Mardrus osserva: " Le problème de ces fonctionnaires était de maintenir une continuité du service public,en bons techniciens... Il n’était pas nécessaire d’être antisémite pour faire fonctionner une machine anti-juive." - trad. di erica: Il problema di questi funzionari era di mantenere una continuità del servizio pubblico, da buoni tecnici...Non era necessario essere antisemiti per far funzionare una macchina anti-ebrea -.
Nel corso del suo processo Papon affermò che dare le dimissioni significava disertare e che se non avesse obbedito agli ordini sarebbe stato rimpiazzato da qualcuno ben peggiore.
Nel 1999 fuggì in Svizzera x non costituirsi e finire in prigione. Il suo avvocato depositò un ricorso davanti alla Corte Europea dei diritti dell'uomo ma nello stesso giorno Papon du arrestato ed estradato nella prigione di Fresnes e quindi alla Santé.
Diverse domande di grazia furono rifiutate e il 13 ottobre 2004 il tribunale correzionale di Melun condannò Maurice Papon al pagamento di 2500 euro di multa x porto illegale della Legion d'Onore, in quanto l'insegna di commendatore della Legion d'onore gli era stata ufficialmente ritirata, con decreto presidenziale, il 18 novembre 1999 xchè persona condannata x crimini.
Gli archivi completi di quel famoso processo, unico e speciale, durato sei mesi possono essere letti, in francese, nel sito del giornale Sud Ouest, la cui redazione tenne un resoconto quotidiano sullo svolgimento del processo Papon : http://abonnes.sudouest.com/papon/
Le parti civili nel processo furono 35 singoli individui e 14 associazioni:
* Maurice-David Matisson, Jean-Marie Matisson, Yves Matisson, Esther Fogiel, Juliette Drai veuve Benzazon, Simon Haddad, Michel Slitinsky, David Slitinsky, Solange Senamaud veuve Torres, Reine Pariente épouse Salomon, Marie-Christine Mouyal épouse Etcheberry, de Bordeaux, Claude Michel Leon (Pessac), Alain Mouyal (Blanquefort), Jean Matisson (Paris), Ghislaine Griff épouse Levy (Reims), André Papo (Meurthe-et-Moselle), Jean-Jacques Grumberg, Pierre Grumberg, Nicole Grumberg (Yvelines), Jeanine Sztajner épouse Pinot, Hélène Sztajner épouse Girardot (Reims), David Stopnicki, Jean-Claude Stopnicki (Paris), Thérèse Stopnicki (Mulhouse), Jackie Alisvaks (Rhône), Eliane Alisvaks épouse Dommange (Hauts de Seine), Jean- Philippe Husetowski (Paris), Yvonne Elbaz épouse Cohen (Paris), René Jacob (Moselle), Armand Benifla (Hauts-de-Seine), Céline Stalkoski épouse Najman (Paris), Arlette Stalkoski épouse Epelbaum (Paris), René Panaras (Pau), Hersz Libra ch (Paris), Samuel Schinazi (Paris). Ils sont assistés par Me Gérard Boulanger, Michel Touzet et Arno Klarsfeld.
* MRAP (Mouvement contre le racisme et pour l'amitié entre les peuples), la LICRA (Ligue internationale contre le racisme et l'antisémitisme), la Ligue française pour la défense des droits de l'homme et du citoyen, l'Association cultuelle israélite de la Gironde, l'Association nationale des anciens combattants de la Résistance, la FNDIRP (Fédération nationale des déportés et internés résistants et patriotes), le Consistoire central-Union des communautés juives de France, l'association B'Nai B'Rith de France, l'Association des fils et filles de déportés juifs de France, SOS racisme, l'Association indépendante nationale des anciens déportés internés juifs et leurs familles, l'Amicale des déportés d'Auschwitz et des camps de Haute-Silésie, l'Association des anciens déportés juifs de France, internés et familles de disparus, la Fédération des sociétés juives de France et l'Union des étudiants juifs de France.
"Lorsque Maurice Papon aura été jugé pour les crimes qu'il a commis, je pourrai revenir dans le monde. A l'âge de 15 ans, quand j'ai dû porter l'étoile jaune, ce signe distinctif sur la poitrine, j'ai été rejeté dans l'immonde ",- Quando M.P: sarà stato giudicato x i crimini commessi,io potrò ritornare nel mondo. All'età di 15 anni, quando ho dovuto portare la stella gialla, questo segno di distinzione sul petto, sono stato gettato nell'immondo - confidava Maurice-David Matisson, la prima vittima ad aver testimoniato l' 8 dicembre 1981, con sua madre Jacqueline, deceduta durante il processo, suo figlio maggiore Jean-Marie e sua cugina, Esther Fogiel. Maurice-David Matisson aveva perso sua sorella e sua nonna. Dopo oltre cinquanta anni, Esther Fogiel portava nel suo sguardo triste il dolore dei suoi genitori, del suo fratellino di 5 anni, di sua nonna, degli zii e zie, dei cugini et cugine deportati prima a Drancy e poi ad Auschwitz.
Tutta la famiglia Matisson, Fogiel, Husetowski e Alisvaks, originaria di Riga in Lettonia e arrivata nel 1910 in Francia, il paese della libertà, dei diritti dell'uomo e della Rivoluzione, come diceva sempre il padre di Maurice-David, che aveva combattutto x la Francia nella guerra 14-18 . Nel 1991, Maurice-David Matisson ha scritto con Jean-Paul Abribat " Psychanalyse de la collaboration ", le syndrôme de Bordeaux 1940-1945, éditions Hommes et Perspectives.
Michel Slitinsky , 71 anni, che era sfuggito al rastrellamento del 19 ottobre 1942, e che fu il primo a denunciare la responsabilità dell'anziano segretario generale della prefettura della Gironde nell'arresto e nella deportazione dei 1 690 ebrei bordolesi tra il luglio 1942 e il maggio 1944, ha ricordato che i giovani che portavano la stella gialla avevano supplicato le autorità della Resistenza che avevano lasciato passare le autorità di Vichy tra le maglie della rete. " Aujourd'hui, c'est la démonstration que l'obstination de notre combat et de notre courage a été essentielle dans ce que nous venons de vivre. "- Oggi è la dimostrazione che l'ostinazione della nostra lotta e del nostro coraggio è stata essenziale -
" Notre bataille a été dure et longue ", - la nostra battaglia è stata dura e lunga- aveva confermato Me Gérard Boulanger, che aveva reso omaggio a Michel Slitinsky et Maurice-David Matisson per aver " su convaincre leurs proches que le devoir de vérité était sacré ". - saputo convincere i loro parenti ed amici che il dovere di verità era sacro-
Michel era una volta un giovane ebreo che sentiva parlare solo ucraino e yiddish nella bottega paterna del vecchio quartiere Mériadeck, a Bordeaux... cosa che non gli impediva d'essere particolarmente dotato in francese e d'essere generalemente tra i 6 primi alla scuola pubblica Saint-Bruno...
Sfuggito ai pogroms zaristi del 1912, Abraham Slitinsky, suo padre, capì immediatamente la gravità della situazione fin dalle prime misure antiebraiche de Vichy a Bordeaux. Il 5 gennaio 41, lo obbligarono a chiudere definitivamente le tende del suo negozio. Poco dopo, Michel si vide proibito l'accesso alla piscina Giudaica. La logica del genocidio era in cammino anche sul bordo stesso della Garonne.
Abraham, organizzatore nato e leader di uomini come lo sarà ben presto Michel, tentò di prevenire la minaccia moltiplicando i contatti in seno alla stessa communità ebraica che l'occupante e i suoi legami locali cercavano di dividere.
Dall' alto dei suoi 15 anni, in alcuni mesi, Michel scoprì gli aspetti più cupi e quelli più luminosi della natura umana. Suo padre pensava ad una fuga dall'altro lato della linea di demarcazione così vicina. Ma non aveva abbastanza soldi per pagare i "passeurs" e aveva paura soprattutto ad affidarsi a degli sconosciuti.
" On a beaucoup parlé de la solidarité juive... A l'époque, je n'ai pas vu les riches aider les plus pauvres... Ce qu'aurait tant souhaité mon père ! ", - Si è molto parlato - della solidarietà ebraica...All'epoca, non ho visto i ricchi aiutare i più poveri... Cosa che avrebbe tanto aiutato mio padre - afferma oggi quest'uomo libero, che non si sente di nessuna parte e non ha paura di dire ciò che è veramente stato.
La lucidità. Ma anche l'azione. Dal 1940, Michel e la sua banda di amici, molti dei quali non sono ebrei, mettono la loro energia dove possono. Confezionano e posano delle affiches che denunciano la collaborazione in piena Bordeaux, prendono d'assalto o cavi elettrici dei tramways che riportano i Tedeschi verso i loro quartieri...
Fatti d'armi da adolescenti che portarono presto Michel verso il maquis, la Resistenza francese, una volta che arrivò il tempo della fuga
Ma è nel 1945 che avviene il fatto più importante. Ferito in Alsazia, Michel è in convalescenza nella Bordeaux liberata, presso la madre e la sorella sfuggite alla deportazione. Un mattino, sua sorella Alice esce e incontra i due poliziotti bordelesi che,3 anni prima, erano andati in casa a toglierle dal letto. Abraham, il padre, non era mai ritornato.
Michel si precipita in strada, fotografa mentalmente i due visi,trova ben presto i loro nomi e li denuncia. Ignorando tutto di diritto, si dimentica di costituirsi parte civile. Dovrà aspettare lunghi anni prima di sapere che tutto era stato insabbiato.
Ma, molto presto, scoprirà che la memoria delle vittime è stata calpestata dalla nuova Repubblica . Anche l'immagine del suo " idolo ", de Gaulle, scompare alla vista dei collaboratori che inquinano l'atmosfera della Liberazione.
Alla fine della guerra, Michel seppe che doveva ormai contare su se stesso e sui suoi simili : gli umili, i senza-gradi, i disinteressati, i " cittadini "... Mentre cambierà più volte lavoro, si sposerà ed avrà una famiglia, passerà il suo tempo
Da un archivio all'altro, da una conferenza all'altra, svilupperà i suoi dossiers e la sua rete d'informazioni attraverso i confini internazionali. Fino ad arrivare al nome di Papon, di cui si occuperà x sempre...
" Au début, je recevais des lettres où on me disait : "Il faut pardonner, il a tel âge." Maintenant, on me dit : "Bravo, félicitations, c'est très bien" ", ha testimoniato Juliette Benzazon, che ha perso 16 membri della sua famiglia
" Maurice Papon, dès sa prise de fonction, aurait acquis la conviction que l'arrestation, la séquestration et la déportation de juifs vers l'Est les conduisaient inéluctablement à la mort (...), même s'il a pu demeurer dans l'ignorance des conditions exactes de leurs souffrances ultimes et des moyens techniques utilisés pour leur donner la mort ". " Nous rentrons dans un système de victimisation ", ont également prévenu les avocats des parties civiles : " Le bourreau va tenter de se transformer en victime ". " Nous n'allons pas davantage laisser s'installer une réalité fictive entre la mémoire résistante et la mémoire juive. Maurice Papon n'était pas un résistant. Il n'y a pas un résistant qui ait déporté des juifs. " " Ce procès doit également être éducatif. Il faut que la jeunesse sache ce qui s'est passé pendant cette période afin que plus jamais cela ne se reproduise ", espère le grand rabbin Claude Maman.
Dopo l'annucio della morte di Papon Michel Slitinsky, che ha oggi 82 anni, si è dispiaciuto che anche altri collaborazionisti non siano stati processati ."Si Papon a été poursuivi, souligne-t-il, on a laissé 44 autres haut fonctionnaires selon les archives allemandes qui ont fait le même travail que lui et ont été de fidèles collaborateurs des Allemands".
"Moi, j'aurais souhaité qu'il y ait d'autres Slitinsky pour les poursuivre dans les autres villes de France", a-t-il dit.
La storia spesso ci ha mostrato come i grandi crimini siano rimasti impuniti. Maurice Papon, che non ha mai avuto il minimo rimorso, neppure x quei 225 bambini che avrebbe potuto salvare, dimenticando la lista dei loro nomi in un cassetto, è stato condannato, grazie al coraggio e alla perseveranza di Michel Slitinsky, che ha creduto in se stesso e nella giustizia degli uomini, ma è vissuto sempre protetto, anche dalla solitudine delle sue vittime, che non hanno mai dimenticato e non hanno mai perdonato il loro carnefice, xchè mai lui ha chiesto loro perdono !

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post Erica. E' incredibile come qualcuno possa rimanere impunito per tanto tempo dopo aver fatto quello che ha fato, ma è anche incredibile la perseveranza di chi vuole vermante giustizia. E' forse questo di cui oggi si manca: la perseveranza. Ciao e buona notte Un abbraccio Giulia

Anonimo ha detto...

Purtoppo dopo la caduta del nazismo i maggiori gerararchi,nazisti,rimasero impuniti.Chi fuggì in america latina e in siria,chi rimase in germania o nei paesi occupati.Solo i pesci piccoli furono condannati.Pensa solo all'italia e di tutti i crimini di guerra commessi chi fu giudicato e condannato?Mussolini e un'altro generale ucciso in puglia dagli inglesi,ora mi sfuggie il nome.Ciao e buona domenica.

Anonimo ha detto...

Cara Erica,
Ero a Lisbonne quando è morto Papon e ho saputo della sua morte al mio ritorno in Francia.
per tutti i Francesi che hanno sofferto dell'impunità di questo tremendo criminale e che non hanno il piacere di leggerti vorrei ringraziarti per il tuo "articolo" molto preciso, dettagliato.
Ci mostgri che la solidarietà del cuore è una realtà.
Amichevolmente
Jacques

ericablogger ha detto...

grazie Jacques
ricordo che nel periodo del processo ero stata in Francia dai miei cugini e se ne parlava molto , di quel processo e di quell'uomo
un criminale che aveva continuato a seguire la ragion di stato, come un buon servitore che si rispetti !!!
che vergogna x tutti noi e x lo stato francese, che come quello italiano se li è tenuti ben coperti e protetto, gli assassini ed i criminali
ciao erica
bella , Lisbona, una città splendida

pasticcio_cavour ha detto...

La storia,è piena di persone impunite per i loro misfatti!
Diario di un esattore
leggetelo,con mille difetti è il piccolo racconto di una persona in cerca di giustizia che non c'è!

ericablogger ha detto...

io ti ho letto e spero che tutto si risolva prestissimo x te !