domenica 3 dicembre 2006

Una vita in Prima Linea

Alcune domeniche fa, nella mezz'ora di Rai3, la giornalista Lucia Annunziata intervisto' Sergio Segio, il capo di Prima Linea, che ha scritto un libro Una vita in Prima Linea, della Rizzoli.
PL come le BR e' appartenuta agli anni di piombo, a quegli anni di attentati ed assassinii di una lotta cruenta di sinistra contro la destra e le istituzioni corrotte, che porto' morte e sangue, cosi' come morte e sangue erano stati versati in precedenza dalle stragi di matrice fascista e golpista, con la complicita' di servizi segreti deviati, in banche, piazze o treni, stragi che restarono sempre impunite .
Alla fine degli anni settanta studiavo a Torino a Palazzo Nuovo e alcuni di quei terribili momenti sfiorarono anche me, che ero lontana da ogni gruppo politico e desideravo solo terminare in fretta x tornare a casa a lavorare a tempo pieno ed essere totalmente libera economicamente
Ricordo ancora la tensione di quei giorni, le uccisioni che colpivano il cuore della citta' e la bloccavano x ore, la guerriglia che scoppiava improvvisa nel grande atrio dell'universita' e sconvolgeva e feriva anche noi che non c'entravamo nulla, gli scioperi e le occupazioni che ci impedivano di frequentare e di dare gli esami, il gelo di un pomeriggio di marzo in cui sotto ai portici di via Po non c'era in giro un'anima e poi le lezioni sospese xche' avevano rapito Moro, e poi la sua morte e tante altre morti ancora...
E un giorno al ritorno da Palazzo Nuovo, la mia amica, che studiava spagnolo, ed io abbiamo camminato sotto ai portici di via Po, come facevamo spesso, x dare un'occhiata alle vetrine dei negozi, dove non entravamo xche' troppo care x le nostre tasche, ma tanto belle da vedere, abbiamo sentito delle grida e improvvisi ci sono passati vicino, sfiorandoci, dei ragazzi della nostra eta' con degli zainetti e un fazzoletto sul viso che correvano in mezzo alla strada e lungo il marciapiede
Scendevano da Piazza Castello e urlavano come impazziti andando verso la Piazza ed il Po'
E' stato un attimo, una frazione di secondi e non abbiamo capito cosa stava succedendo, poi arrivate in piazza Castello abbiamo visto le vetrate d'angolo dell'allora Bar Motta completamente spaccate e ridotte a pezzettini ...
Siamo ritornate a casa, in pensione, perplesse e frastornate xche' avevamo sfiorato qualcosa di violento e di brutto che non ci apparteneva, che era completamente fuori e lontano dalla nostra vita semplice e ben scandita dall'ordine e dal tran tran di un quotidiano normale e pacifico
E la paura che ci ha preso il giorno dopo quando la Tv ed i giornali hanno diffuso la notizia di una fine assurda, quella di un nostro coetaneo che era morto bruciato nell'attentato ad un bar ritenuto di destra e colpito dalle molotov, contenute in quei tascapane che ci avevano sfiorato e che correvano follli insieme ai loro folli possessori, pochi minuti prima di essere lanciate ...
Non ho mai capito completamente quegli anni, non ho mai capito xche' si e' arrivati a quella guerra assurda e mi sono spesso chiesta chi ne avesse le responsabilita', chi avesse spinto tanti giovani della mia eta' a entrare nella sovversione e nella lotta armata e nella clandestinita', che cosa avesse portato a quell'escalation di morti e di sangue, anche il sangue di vittime innocenti capitate x caso nel momento sbagliato, come in quella strada di periferia di Torino dove il sangue di un ragazzo, che tornava da scuola e fu colpito da una pallottola durante un agguato alla polizia, rimase a lungo sul bordo del marciapiede, una macchia non cancellabile ...
Ho acquistato il libro di Sergio Segio e l'ho letto in pochissimi giorni
Un tuffo nel passato, un tuffo in una storia che allora non e' stata la mia storia xche' ero lontana anni luce dalla militanza politica,di destra o di sinistra, e di altro ancora, ma una storia che mi ha sfiorata di persona o coinvolta nel pianto x chi se ne e' andato vittima della strage di Bologna...
Un libro molto interessante e x le vicende umane di chi lo ha scritto ma soprattutto x la sua precisa e ben documentata storia di Pl, nata dall'autonomia, in contrapposizione con le BR, nate dai vecchi apparati comunisti
Nomi, date, episodi che man mano che leggevo mi tornavano alla mente, dopo tanti anni, anche l'episodio di via Po' a Torino che mi aveva provocato parecchia angoscia xche' il destino mi aveva fatto sfiorare gli assassini armati del bar, e altre storie, altre vicende, altre testimonianze che non conoscevo assolutamente
In questo libro ci sono tanti anni del nostro passato, dal dopoguerra al '68, gli anni settanta e ottanta, le lotte operaie,gli errori di Togliatti e la sua amnistia che libero' gli assassini fascisti, a migliaia, i politici, i magistrati, che ancora sono presenti e dominanti sulla scena attuale, i padroni delle fabbriche, e lo sfruttamento delle catene di montaggio, la corruzione dello Stato, la P2, le cariche e le botte delle forze dell'ordine, le torture e le brutalita' nelle caserme e nelle carceri, le carceri, i pentiti e i delatori, il vecchio PC, l'autonomia, le ideologie, la violenza, il giustizialismo ...
Un libro da leggere e su cui riflettere, xche' vi sono delle verita' scomode che sono state rimosse e cancellate, ma che comunque sono a monte della nascita di quella lotta armata che non era di pochi, come spesso ci e' stato voluto far credere, ma che ha coinvolto oltre un milione di persone, come risulta da alcuni documenti ben precisi !
In questo suo racconto personale e privato ma anche e soprattutto storico di un passato pubblico cosi' eclatante e distruttivo, l'uomo che narra, e non il terrorista che ha ucciso, ma di cui ha scontato una lunga pena, si e' reso conto di aver sbagliato e se ne pente
Molto profonde alcune sue pagine e riflessioni sulla dissociazione e sull'aver capito di avere sbagliato , in particolare sul pentimento di aver ucciso i magistrati Alessandrini e Galli, che non erano i nemici della causa portata avanti da PL, ma ben altro...
E con il senno di poi ..., sono parole che ritornano spesso in questa storia
E il passato che non passa... " quel passato x me e' come un'ombra, che mi cammina sempre accanto. Non ci si puo' separare dalla propria ombra...."
Con queste sue parole bellissime, vi invito a leggere Una vita in Prima Linea
Anch'io come lui ( che ha piu' o meno la mia eta', se non e' addirittura mio coscritto ) non credo nel perdono, ma nella giustizia
E tanto troppo spesso, ancora oggi, la giustizia viene deviata manipolata e trasformata dall'ipocrisia, dall'indifferenza, dalla ragion di stato, con i suoi armadi della vergogna ben pieni e ben sigillati !
Auguro a quest'uomo di ritrovare la pace e di vivere una vita di pace, dopo tanti anni di dolore e di brutalita', vittima anche lui come troppi altri di un sistema e di ideologie fasulle e sbagliate, che li ha usati e poi abbandonati al loro triste destino, senza pieta' alcuna

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tranquillo.. quest'uomo vive bene. Vive con obbiettivita' e serenita'! É un giusto