sabato 1 dicembre 2012

ANPI e Casa Pound

Diversi anni fa,  pubblicai anche in un post del blog  le vicissitudini di mio padre nei due lunghi anni passati nei campi di concentramento nazisti Ne avevo parlato in una pagina dei Pensieri del mio sito e non era stato facile: avevo raccolto i  documenti in suo possesso, avevo svolto una ricerca in internet sui lager dove era stato ed avevo accennato ad una parte di quelle sue vicende personali di cui aveva sempre parlato poco e con tanta fatica perchè dimenticare era impossibile, ma era necessario per poter vivere, per rinchiudere gli orrori e gli incubi nell' angolo più  nascosto della mente  e dimenticarli il più a lungo. Qualche tempo dopo ricevetti una email da una persona che mi chiese di poter raccontare nel blog anche le vicende che suo padre aveva messo per iscritto prima di morire. Anche lui era un IMI, un internato militare italiano nei lager nazisti Sono stati mgliaia i soldati internati e tanti sono morti per fame stenti botte violenze di cui per anni nessuno parlò o volle scriverne Loro avevano detto sempre NO al fascismo ed alla Repubblica di Salò e non avevano mai firmato ed erano rimasti a soffrire nei lager. Ogni IMI sopravissuto aveva una storia diversa da raccontare, una testimonianza importante da raccontare, ma al loro ritorno nessuno volle ascoltarli e troppo spesso furono anche considerati dei traditori che erano stati in Germania, e allora non parlarono più, per molti anni
Quella persona si chiamava Daniela ed io le pubblicai subito la storia di suo padre
Da allora Daniela ed io siamo rimaste in contatto e ogni tanto lei mi invia delle mail. Sempre interessanti e sempre importanti per me, che pur non essendo iscritta a nessuna associazione, porto sempre nelle pagine dei due miei blog il ricordo di chi è stato vittima del Fascismo e del Nazismo
Perchè non si può dimenticare
Daniela invece è diventata la Presidente della Sezione ANPI di Trezzano sul Naviglio, Milano, intitolata alla partigiana Vera Nardini, ed è molto attiva
Grazie a Lei molto spesso io metto a disposizione dei lettori dei miei blog notizie che non hanno avuto visibilità nei quotidiani nazionali Un Grazie molto sentito a Daniela
 
L' ANPI  / associazione nazionale partigiani di Italia / ha una rivista periodica che si può trovare anche in internet  nel sito www.anpi.it  Ma l’ANPI è anche su www.anpi.it/facebookwww.anpi.it/twitter , per chi volesse saperne di più
Nell' ultima uscita, il n. 55 – 27 novembre/4 dicembre 2012, un articolo mi ha molto interessata perchè anch'io mi sono posta le stesse domande e riflessioni dopo aver visto le immagini inquietanti nei TG
" Il corteo di Casa Pound a Roma: come si può definire una “vittoria della democrazia” veder sfilare per Roma coloro che si richiamano ad un passato che non può essere motivo di esaltazione ed anzi deve considerarsi estraneo ai valori conclamati dalla nostra Costituzione?
Sabato scorso ci sono state, a Roma, diverse manifestazioni di studenti, di docenti, di antifascisti; e c’è stato anche un corteo (autorizzato, con limitazioni di percorso) di Casa Pound.
Tutto si è svolto senza incidenti; e grande è stata la soddisfazione di tutti noi, così come grandi erano state le preoccupazioni della vigilia, giustificate da recenti episodi.
Ma ciò che mi colpisce particolarmente è la dichiarazione del Ministro degli interni, “Oggi ha vinto la democrazia”. Io capisco la soddisfazione, ma che sia stata una vittoria della democrazia, c’è da dubitarne.
E’ vero che le manifestazioni e i cortei per la scuola, cui hanno partecipato studenti, professori, sindacati ed altri movimenti, sono andate bene, forse anche perché la polizia si è mostrata meno pronta ad intervenire con la forza, anche quando non era necessaria e quando, soprattutto, non avrebbe dovuto trovare spazio una ingiustificata violenza. E’ vero che il presidio antifascista organizzato dall’ANPI di Roma e da altre associazioni, per protestare contro le manifestazioni di Casa Pound, si è svolto serenamente e senza incidenti.
Ma è vero anche che abbiamo dovuto subire la sfilata per Roma (per fortuna, solo fino a Ponte Milvio) di Casa Pound, di cui sono ben note le “esibizioni” di forza recenti. Ed è vero ancora che costoro si definiscono “i fascisti del terzo millennio” e che un loro capo, intervistato dai giornali, ha detto di richiamarsi alla “filosofia di Mussolini”. Quale sia stata, questa filosofia, lo sappiamo bene; così come ne conosciamo i dolorosissimi, tragici, effetti.
E’ dunque, davvero, una “vittoria della democrazia” veder sfilare per Roma coloro che si richiamano ad un passato che non può essere motivo di esaltazione ed anzi deve considerarsi estraneo ai valori conclamati dalla nostra Costituzione?
Ed è conciliabile con la democrazia il fatto che si autorizzino cortei del genere, con quei richiami e quelle caratteristiche, mentre l’organo supremo della nostra giustizia, la Corte di Cassazione, considera reato il fatto di esporre simboli fascisti e di fare il saluto romano? Io credo di no ed anzi penso che ci sia una contraddizione stridente, che in uno Stato democratico non dovrebbe verificarsi.
Ci dicono che anche in Grecia ci sono state e ci sono manifestazioni del genere e che un gruppo manifestamente fascista (Alba Dorata) è riuscito ad entrare addirittura in Parlamento (col voto di una parte di cittadini, è vero, ma anche col “passo dell’oca”, di infausta memoria). A prescindere dal fatto che un Paese libero e democratico non dovrebbe ispirarsi alle esperienze peggiori di altri Paesi, il fatto è che la Grecia è un Paese allo sbando, per tante ragioni, ma soprattutto per la gravissima crisi economica che lo colpisce e l’inutile rigore di una parte dell’Europa, chiaramente cieca di fronte agli insegnamenti della storia.
Come sempre, gli estremisti di destra escono allo scoperto, in periodi di crisi; e questo è accaduto anche in Grecia, ma non si tratta di un nobile esempio da imitare. Semmai, dobbiamo esser vicini ad un popolo che soffre una crisi che non ha determinato e non essere troppo comprensivi con aperte manifestazioni fasciste di chi vuole approfittare della crisi.
Ancora una volta, la richiesta che rivolgiamo a questo Governo e che rivolgeremo al Governo che gli succederà, è di chiarire da che parte sta, se da quella dei valori costituzionali, antifascisti e democratici, o da quella degli indifferenti, che non conoscono quanto male può nascere da questi rigurgiti del passato e non sanno ragionare se non in termini di ordine pubblico. E’ possibile che un Governo democratico si limiti a rallegrarsi perché non è successo niente, non considerando la
contraddizione di cui ho parlato e la necessità di uscirne? In fondo, a Roma, cosa si è fatto?
Si è limitato il percorso del corteo per evitare incidenti e scontri; cioè ci si è preoccupati dell’ordine pubblico. Ma davvero l’ordine costituzionale è un valore di secondo livello, di cui non c’è motivo di preoccuparsi? Davvero il valore dell’antifascismo è separabile da quello della democrazia?Sono questi silenzi o, peggio, queste cattive interpretazioni della realtà che ci preoccupano e ci inducono ad impegnarci di più; perché è chiaro che non riusciremo ad aver quel successo definitivo, in questa materia, che un Paese nato dalla Resistenza merita e rivendica a buon diritto, fino a quando non saremo riusciti ad ottenere che le strutture dello Stato (tutte, al centro e in periferia) si adeguino convintamente al dovere di rispetto e di attuazione piena di tutti i valori costituzionali, compresi quelli che si identificano in un antifascismo non di maniera, ma aderente alla nostra storia ed alla nostra Costituzione.
   "

Nessun commento: