mercoledì 2 ottobre 2013

La democrazia del M5 Stelle

Oggi ho seguito una parte del lungo dibattito a palazzo Madama dove i senatori hanno espresso il loro consenso o dissenso al Governo Letta Alcune ed alcuni di loro si sono espressi con toni alterati e con parole pesanti non certo opportuni ed adeguati ad uno dei luoghi istituzionali che rappresentano il parlamento italiano
Non ho però assistito in diretta al triste spettacolo del gruppo 5 Stelle di Grillo che ha minacciato ed insultato una dei loro dissidenti che si è dichiarata favorevole a sostenere il Governo Letta
«Mentre dichiaravo il mio voto di fiducia a Letta, pur con tutte le mie riserve, ho sentito un gran vociare e ho visto il senatore Castaldi venire verso di me e puntarmi il dito contro. Poi non ho capito più niente...». Paola De Pin, ex Movimento 5 Stelle passata al Gruppo misto ha tremato tenendo tra le mani il foglio del suo discorso, ha pianto, ha ricevuto insulti dai suoi ex colleghi pentastellati («Venduta», «Sei come Scilipoti», «Hai preferito il Palazzo al Movimento»). Ma, più di tutto, si è sfogata. «Mi sono liberata dopo mesi di violenze verbali nei miei confronti. E anche oggi ho avuto la dimostrazione che il Movimento ha fallito, non ammette il dissenso». «Contro chi la pensa diversamente usa il “metodo Boffo” alla stregua degli altri partiti».
«Andare per la quarta volta al voto con l’attuale sistema sarebbe una irresponsabilità senza precedenti», ha detto la De Pin nel suo intervento in Aula, contestando “i vertici” del movimento di Grillo che «con la scusa della fedeltà a un pezzo di carta hanno tradito gli elettori che chiedevano un cambiamento». Subito è stata bagarre. «Non esci di qui – le avrebbe gridato il senatore grillino Gianluca Castaldi – ti devi dimettere». E lei è esplosa a piangere. In sua difesa si sono schierati i vicini senatori del Pd e poi lo stesso Letta le ha espresso parole di «vicinanza». Il presidente dell’Aula Grasso valuterà eventuali provvedimenti. 
«Sono contenta della solidarietà, ma ribadisco che il mio è stato un voto travagliato. È quello che mi chiedeva la gente al supermercato: nessuno voleva tornare al voto già a novembre», racconta la De Pin raggiunta telefonicamente, dopo una riunione pomeridiana della commissione straordinaria per la promozione dei diritti umani di cui è segretaria. «Continuo nel mio lavoro da senatrice - spiega ancora -. Sono contro alla linea dello scontro totale professata da Grillo da quando è entrato in Parlamento. Perché non ha ottenuto niente». Ed è proprio dai giorni delle consultazioni che, secondo la De Pin, è cambiato tutto. «Il principio per cui uno vale uno è saltato. Bisogna seguire la linea dettata dai leader. Ma io l’ho contestata e sono stata oggetto di minacce da parte di David Borrelli, il braccio destro di Grillo in Veneto, che ho querelato». 
 «Appena ho espresso i miei parerei contrari alla linea sono stata oggetto di insulti, mail, telefonate che minacciavano me e i miei famigliari», dice la 49enne madre di due bimbi. Poi la rottura. Datata giugno e in solidarietà ad Adele Gambaro, la senatrice espulsa con rigoroso voto on line. E via di polemiche sulla diaria: «Ho già versato 6 mila euro in beneficenza. E così continuerò a fare con tutti i soldi che non spendo per ragioni di servizio», racconta. Ma aggiunge: «Certo, ora vivo a Roma e ho due collaboratori..». Il suo futuro politico? «Non lo so, per ora ho fondato un’associazione di promozione sociale anche con altri fuoriusciti dal Movimento». Il nome è  : “Stelle Cadenti”.  da La Stampa To
Se questa è la democrazia dei  5Stelle , alla larga ...

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