mercoledì 28 gennaio 2009

La memoria di un IMI

Ieri, 27 gennaio, era il 64° anniversario della liberazione di Auschwitz. il campo di sterminio nazista. Era il Giorno della Memoria per ricordare i milioni di morti ebrei, vittime della Shoah, l'Olocausto
La pagina locale del quotidiano La Stampa - VCO - ha pubblicato un'intervista a Mario Paracchini, presidente provinciale e vicepresidente nazionale dell'Anei, Associazione nazionale ex internati
Ho conosciuto questo signore di 86 anni, che come mio papà è stato un IMI, un internato militare nei campi di concentramento nazisti, dopo l'8 settembre 43, alcuni anni fa ad un convegno qui a Omegna
Nell'intervista ha ricordato i suoi due anni passati nei campi e l'orrore della ferocia nazista
" Ancora oggi mi sveglio, di notte, e mi vedo davanti il doberman nero con cui il capobaracca ci svegliava ogni mattina alle 5. E ho di nuovo paura.
I giovani devono sapere quanto è successo per imparare ad amare davvero la pace e soprattutto ad avere rispetto per le altre persone, di qualsiasi nazionalità e religione.
Era questo che imparavi nei campi, dove eri circondato da persone diverse. Le SS cercavano di toglierci l'identità con un numero e dopo un po' cominciavi a pensare di non essere più niente. Mi ripetevo ogni giorno chi ero, ma per loro ero solo 143 903
La violenza fa parte dell'uomo soprattutto nel fanatismo
Non dimentichiamoci che le SS sul cinturone avevano scritto Dio è con noi. La nostra generazione ha pagato sulla nostra pelle per chi gridava in piazza Viva la guerra, i giovani di oggi devono gridare Viva la pace
Il pericolo purtroppo c'è ancora : ho visto i campi di concentramento di Sarajevo e non erano molto diversi dai nostri. C'è ancora tanto odio nel mondo e le uniche armi per combatterlo sono la libertà e la democrazia
Quelli che sostengono che i lager non sono mai esistiti vadano ad Auschwitz, ascoltino le migliaia di persone che sono state rinchiuse nei campi di prigionia
Poi vediamo se qualcuno ha ancora il coraggio di negare quanto è successo
Quando sono tornato a casa pesavo 36 chili, ero pieno di piaghe e volevo solo dimenticare.
E' stato così per tutti, non volevamo parlarne neanche in casa. E neanche lo Stato voleva ricordare
Poi abbiamo capito che la gente doveva sapere e abbiamo capito che la gente doveva sapere e abbiamo cominciato ad andare nelle scuole
Ora ci chiamano ovunque, ci danno le medaglie, ma siamo rimasti in pochi e c'è troppa gente che vuole ancora rivalutare il passato
Toccherà ai giovani portare avanti la memoria "
Io sono vissuta per 48 anni con un Imi sopravvissuto ai campi di concentramento tedeschi
Quando era rientrato in Italia nel settembre 45 pesava più o meno 40 chili
Aveva 21 anni e pesava più di ottanta chili quando i nazisti lo presero al confine tra l'Albania e la Yugoslavia e lo caricarono su un carro bestiame per mandarlo nelle miniere in Polonia e poi in Slesia nel settembre 43
Due lunghi anni, due anni terribili di sofferenze fame paura ed orrori
Due anni le cui cicatrici nel fisico e nella psiche sono rimaste per sempre, fino agli ultimi giorni di vita, quando, gravemente ammalato, teneva le gambe tirate su nel letto
E rispondeva che non poteva allungarle perchè " non c'era abbastanza spazio" nella baracca ...
Un ritorno a quegli anni, i migliori anni da giovane adulto, passati nei lager tedeschi in schiavitù
Tutto quello che sta succedendo in questi ultimi tempi, compreso il ritorno nella Chiesa cattolica di un prete lefevriano che ha il coraggio di dire che i lager non sono mai esistiti, mi fa star male e da' il voltastomaco...
Mio papà aveva i segni delle schegge sulle gambe, colpite durante un bombardamento alle baracche di legno dove li avevano rinchiusi, ed i segni dei morsi del cane lupo, usato dai nazisti per riprenderli, al polso sinistro
Quando ho letto le testimonianze di Auschwitz e dgli altri campi ho ritrovato quello che lui aveva detto nelle poche occasioni in cui aveva ricordato quei tempi di prigionia
Il suo commilitone che appena arrivato nel lager aveva provato ad arrampicarsi sui fili spinati per fuggire ed era stato falciato dalle mitragliatrici dei soldati tedeschi di guardia sulle torrette, lascindoli tutti attoniti per l'orrore e l'ncredulità...
Il suo polso ferito e slogato che era stato avvolto in un pezzo di carta igienica con il consiglio del medico, od infermiere italiano, di non stare lì in infermeria perchè era un luogo pericoloso, il posto dove si faceva selezione...
Gli ebrei con le loro casacche a righe che lui vedeva nel lager vicino ad uno dei tanti sottocampi dove era stato alloggiato...
Ed i repubblichini di Salò che passavano a chiedere tanto spesso di firmare per il Fascio e per tornare a casa in Italia ma lui e tanti tantissimi altri avevano sempre rifiutato e avevano subito i trattamenti brutali degli aguzzini ...
e poi il ritorno a casa e il non essere creduti, l'incapacità degli altri di immaginare e di accettare quello che loro raccontavano, l'incredibile e una verità così tremenda da essere inaccettabile
e qualcuno che li ha addirittura accusati di essere stati a lavorare in Germania di loro spontanea volontà e lì ha accusati di essere traditori e fascisti !!!...
e loro non hanno detto più niente!!!!

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