In un articolo, veramente molto interessante, che ho letto recentemente, si metteva in evidenza che le più recenti ricerche di psicologia cognitiva hanno rivelato l’impatto di strutture mentali e processi non consci sull’esperienza cosciente, sui pensieri e sulle azioni dell’individuo.
L’intuizione - la percezione improvvisa di una situazione, di una relazione, la nascita di un’idea - l’umorismo, la creatività, i pensieri ed i comportamenti automatici, seguono percorsi mentali non facilmente riconoscibili.
“L’intuizione è un corto-circuito cognitivo e richiama conoscenze remote, che non entrano nella routine ma che sono, piuttosto, tracce sopite, appena al di sopra o al di sotto dell’orizzonte della vita mentale”.
Ma quanto è grande l’inconscio?
“Il termine inconscio può indicare fenomeni di natura diversa, opposta ed associata".
Freud e Lacan, eccellenti neurologi, sarebbero stati felici di sentire ciò che oggi la neuropsicologia della memoria ha scoperto: ben lontano dal contraddire le teorie psicoanalitiche, sembrerebbe invece completarle.
Un’impronta sensoriale creata da un avvenimento esterno può fissare nel cervello una traccia - una memoria- priva di ricordi - l'inconscio cognitivo -, e allo stesso tempo un ricordo può rimanere inconscio non quando è dimenticato, bensì quando l’individuo non riesce a gestirlo - l'inconscio psicoanalitico - scrive il neuro-psichiatra e psicoanalista Boris Cyrulnik nel saggio “Di carne e d’anima” (Frassinelli, 2007).
Che cos'è l’apprendimento inconscio?
L’espressione “inconscio cognitivo” risale al 1987 quando alcuni neurofisiologi cominciarono a studiare il potere di persuasione occulta dei messaggi subliminali (ricerche pubblicate da John K. Kihlstrom con il titolo “The cognitive unconscious” su Science, Vol. 237, 18 settembre 1987).
Gli esperimenti su soggetti con deficit neurologici rivelarono che l’inconscio cognitivo si basa su impronte di natura biologica.
Si apprende senza saperlo e le tracce non coscienti influenzano in modo quasi automatico e a nostra insaputa i pensieri ed i comportamenti.
Anche il lampo di genio che conduce gli studiosi verso la soluzione di un problema potrebbe essere spiegato con la mediazione dell’inconscio cognitivo.
Quali sono le caratteristiche dell’intuizione?
Le ricerche di Daniel Kahneman, Premio Nobel per l’economia nel 2002, sui processi decisionali umani, hanno permesso di approfondire le caratteristiche dell’intuizione, che è una risposta rapida, automatica, associativa, implicita, spesso permeata di affettività.
Alla base dei processi intuitivi agirebbero fondamentalmente due procedimenti mentali: il primo utilizza un approccio euristico, una sorta di scorciatoia mentale che economizza le risorse cognitive da utilizzare.
Anche se rapida e spesso efficace, la via euristica può però indurre l’individuo ad effettuare e rinforzare tutta una serie di distorsioni cognitive.
Davanti ad una situazione nuova, un’altra operazione mentale veloce ed economica consiste nell’affidarsi a dei collegamenti mentali, le “associazioni apprese” nell’esperienza passata, trasferendole al caso presente.
Un laboratorio virtuale per studiare le associazioni mentali, il “Project Implicit”, è un laboratorio che raccoglie ricercatori delle università di Harvard, Washington e Virginia, ed è focalizzato allo studio delle associazioni implicite che influenzano il comportamento sociale, come i pregiudizi di cui siamo spesso inconsapevoli.
Gli esperimenti sono condotti attraverso un test di associazione implicita disponibile in varie lingue, compreso l’italiano, sul sito web del progetto. Se la mente implicita e quella esplicita lavorano tanto spesso in sinergia nel produrre un’intuizione, talvolta divergono invece, in modo significativo, nell’elaborare giudizi su fatti e persone !
1 commento:
interessante progetto. Ma quale è questo sito?
ciao marina
PS complimenti anche per ...Quinto!
Posta un commento