venerdì 7 marzo 2008

L'anno che verrà - Auguri

Domani tutte le donne festeggeranno la giornata della donna.
Io vorrei festeggiare l'8 marzo in modo un pochino diverso dal solito
Vorrei fare gli auguri ad una donna speciale, la mia mamma
Il 27 marzo arriverà a 84 primavere ed io spero che per tanti altri anni a venire continuerà ad essere quella che ancora è: una donna intelligente, forte e caparbia, che ha sempre affontato la vita con coraggio, non lasciandosi mai abbattere dai dispiaceri e dalle tristezze
E' stata una moglie ed una madre sempre presente, anche quando lavorava,comprensiva diplomatica e democratica, ma mai permissiva, ed ha sempre seguito mio papà senza mai lasciarlo un attimo negli ultimi anni in cui la malattia e la sofferenza lo avevavno obbligato a lunghi periodi di degenza in ospedale.
Instancabile, non si ferma mai un momento, neppure adesso che comincia ad avere qualche problema alle ginocchia e la pressione che sale troppo ad ogni minima emozione, perchè se si fermasse, come dice sempre, sarebbe la fine!
Siamo sempre state molto diverse per carattere, perchè io assomigliavo molto di più a mio papà, per certi versi, o a mia nonna materna, per altri, ma siamo sempre state molto unite, e adesso più che mai
Il tempo passa e ce ne resta sempre meno, ma cerco il più possibile di passarne tanto con lei per esserle di aiuto e per avere la sua compagnia ed il suo affetto
Vorrei che tutte le altre donne potessero gioire di un amore così profondo come quello che ha sempre legato me a mia mamma
Quella mamma così interessante che ogni tanto mi parla della sua gioventù e di ciò che ha fatto ai tempi della guerra
Recentemente, quando è venuta con me per sentire Marini che commemorava il capitano Beltrami e gli altri partigiani morti nella battaglia di Megolo, si è emozionata tantissimo perchè ha detto che ormai in quelle manifestazioni lì non c'erano più i suoi amici partigiani, il Burtùl, il Dario e quelli che aveva aiutato e curato in ospedale quando erano stati feriti dai fascisti o dai tedeschi
Sono tutti morti ormai!
Lei aveva seguito i corsi per la mobilitazione civile ed aveva il diploma da assistente sanitaria durante la guerra. Era una volontaria, che non aveva nulla a che fare con il fascismo.
Quel fascismo che suo nonno materno non avrebbe mai approvato, essendosi sempre dichiarato fervente socialista convinto. Un socialista con 14 figli ed il desiderio di essere seppellito con un funerale civile, donando ai partecipanti un sigaro ed un garofano rosso in suo ricordo.
Un desiderio che restò tale perchè la figlia, la mia amata nonna, religiosa e cocciuta come lui, lo seppellì con un bel funerale cattolico, chè non voleva scandali in famiglia!
Anche mio nonno, il papà di mia mamma, quel nonno che era stato in Francia ed in Germania a lavorare da giovane, che parlava bene francese e tedesco e cantava ancora meglio, suonando la chitarra, estroso ed originale, ma gran lavoratore, era sempre stato tiepido nei confronti del fascismo. Con la sua voce bellissima ed il suo carattere estroverso, era amico di tutti e tutti lo conoscevano, ma evitava di schierarsi ed evitava manifestazioni squadriste e quant'altro di simile...
E' rimasta nei racconti celebri su di lui la storia di quella volta che, chiamato in fabbrica, la ferriera che ora non c'è più, dove era il capo della manutenzione, finì di lavorare che c'era già il coprifuoco e allora due soldati tedeschi del presidio lo accompagnarono a casa
Mia nonna che era agitatissima per la paura che gli succedesse qualcosa, lo sentì arrivare fin dal fondo della strada perchè stava cantando tranquillo e beato con i due tedeschi in...tedesco.
Lei si infuriò moltissimo per la sua incoscienza, lui invece se ne andò a dormire felice come una pasqua, tanto in giro non c'erano partigiani che a vrebbero anche potuto non riconoscerlo.
Mia mamma, come volontaria, invece andava di notte in ospedale a curare i feriti con suor Maddalena; di sopra c'erano i fascisti, di sotto, nelle cantine, c'erano i partigiani
C' era anche don Giuseppe con loro, un sacerdote che fece molto per i partigiani e per la difesa della libertà ad Omegna
Mia mamma lo ricorda spesso nei suoi racconti e ricorda in particolare un episodio tragico per lui.
Mia mamma andava spesso in via De Amicis, dove c'era l'ambulatorio per i bambini, gestito dal dottor Carcuro e dall'ostetrica Ferrari ( attualmente lì c'è un grande condominio )
Un giorno dalla finestra vide nel cortile interno dei tedeschi, che stavano facendo un rastrellamento, ed erano entrati anche lì, chiedere qualcosa a don Giuseppe, che era stato portato là da loro. Mia mamma non poteva sentire ma vedeva il don rispondere di no. E i tedeschi che lo prendevano a calci e pugni e poi lo sbattevano di qua e di là, infuriati.
Una scena sconvolgente che non ha mai dimenticato
Ma Don Giuseppe lei lo ricorda soprattutto perchè la convinse ad andare a Chesio, in Valle Strona, dopo la battaglia di Gravellona ( settembre o ottobre 1944 ), che era stata un vero massacro.
I feriti meno gravi furono trasportati dunque su in valle, dove c'era un ospedaletto, vicino ad una villa abitata da un medico che fu di grande aiuto per i partigiani, ma necessitavano l' assistenza medica e gli aiuti per preparare da mangiare e per pulire
Mia mamma salì a Chesio il mattino, insieme con la sua amica Luisanna, che era in ufficio con lei, sulla macchina della volante rossa dei partigiani di Moscatelli
Quel pomeriggio, alcuni Georgiani, che erano stati con i tedeschi, ma erano scappati, si erano seduti sulla piazzetta di Chesio, con i mitra senza sicura appoggiati al muro della chiesa. Involontariamente ne toccarono uno, che cadde e da cui partì una raffica che ferì alle gambe uno di loro
Nella notte salì anche un altro medico con la sua infermiera ( molti anni dopo fu il mio medico quando ero piccola e poi adolescente) e al mattino presto del giorno dopo, vista la situazione pericolosa in cui si trovavano, fu deciso di portare via i feriti facendo attraversare loro la montagna, il Monte Massone, per poi scendere a Ornavasso, nell' Ossola
Mia mamma tornò giù a Omegna insieme con altre 3 volontarie, con un'altra macchina del gruppo del capitano Rutto
La sua amica Luisanna invece accompagnò i feriti e con loro proseguì poi per le montagne ossolane andando in Svizzera, dove rimase fino alla fine della guerra
A Gravellona Toce, dove abitava, la sua famiglia dovette ospitare in casa un ufficiale nazista, che aveva requisito delle stanze, e per due anni tenne nascosti, nel pollaio, due ebrei, col grave rischio di essere scoperti e fucilati
Io ho conosciuto fin da piccola anche Luisanna e una delle altre volontarie, ma a vederle, loro due e mia mamma, non si sarebbe mai immaginato che in quei tempi lontani, così brutti e pericolosi, loro fossero state così coraggiose
Erano delle tranquille donne di casa e madri di famiglia
A loro e a tutte quelle donne che combattono per la pace e la libertà auguro un felicissimo 8 marzo di gioia e di serenità
Ed un bacione grossissimo a tutte voi che mi leggete...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Erica,
QUESTE sono le donne che dovremmo festeggiare domani insieme a tutte quelle che in tutto il mondo hanno e stanno soffrendo,sono state e sono maltrattate,uccise...
Tanti auguri a te, alla tua mamma e a tutte le Donne nel vero spirito di questa giornata che dovremmo ricordare, noi per prime, non è una "festa"!

Franca ha detto...

Sperando che questa festa, rovinata dal consumismo, possa ritornare al suo originario significato...