domenica 13 luglio 2008

Valentina

Le tristi ombre del passato avevano lasciato un segno nella vita di Valentina. Il trauma di una violenza sessuale avvenuta 6 anni fa, un incubo che l'aveva segnata profondamente, ha spinto la giovane 29enne, che viveva a Torino, a suicidarsi, alcuni giorni fa.
Quell’aggressione lontana e la violenza di due ragazzi della Milano bene che avevano infierito crudelmente su di lei non le avevano impedito di fare denuncia, di sostenere le indagini, sino all’arresto dei responsabili ed al processo. Era sempre stata determinata e coraggiosa, ma cominciava ad avere paura.
Paura, ed anche sconforto e depressione, visto che gli stupratori erano stati condannati in primo grado ed in appello, ma non avevano scontato neppure un giorno di prigione perché incensurati. Il terzo ragazzo, che quella sera era rimasto in auto a fare il palo, non era stato neppure condannato.

I genitori di Valentina, disperati, hanno detto che Valentina era nauseata dai processi
«Gli aguzzini condannati anche in appello non hanno mai fatto un giorno di carcere». «È giusto che la gente sappia cosa vuol dire aver subìto una violenza sessuale . Perché non sono solo lacrime e botte, quello purtroppo è solo l’inizio.
Poi c’è tutto il resto, che è ancora peggio ». "C’è il calvario dei processi per dimostrare che tu sei la vittima e non il carnefice. Per convincere il mondo che non te la sei andata a cercare, anzi. "«Per Valentina, ma anche per noi che le vogliamo bene è stata una tortura.“Mamma sai cos’è che mi sconvolge di più?” mi domandava “È che quei due non mi hanno neanche chiesto scusa, non sembrano pentiti”».
«Pensi che ai suoi aguzzini non augurava neppure il carcere.
“Perché la prigione non li aiuterà a rendersi conto della brutalità che hanno commesso. Hanno bisogno di un percorso interiore per rendersi conto del male che mi hanno fatto”»

E' terribile ed angosciante ciò che è successo e non si può non sentire la disperazione e lo strazio di Valentina, il suo essere sola, completamente distrutta dalla violenza di due bruti senza pietà, nonostante l'amore ed il sostegno della famiglia e degli amici che le sono stati sempre vicini.
Ci sono ferite che non si possono curare, ci sono ferite che uccidono il corpo e la mente di una donna, di tante donne che ogni giorno subiscono violenze ed abusi. A questo, a tutto questo, dovrebbero pensare quei giudizi che non li condannano, quegli avvocati che li difendono, quei bastardi che aggrediscono e stuprano e picchiano le donne, vittime indifese di animali senza scrupoli

1 commento:

Anonimo ha detto...

La condanna ed il carcere non avrebbero sicuramente mai ridato a questa donna la serenità ma almeno ci sarebbe stata una giustizia. Oggi è morta ma non si è suicidata è stata brutalmente assassinata da quei bastardi che oggi andrebbero processati e finalmente condannati all'ergastolo per omicidio volontario aggravato..altro che essere ancora in giro a fare la loro vita come se nulla fosse.
:-(( ernesta