lunedì 17 dicembre 2007

La Corruzione

Anche oggi la morsa del gelo si è fatta sentire e nel pomeriggio sono rimasta in casa al caldo, dei termosifoni e della stufetta a legna della cucina.
Ho letto il giornale e un articolo di Carlo Federico Grosso, nelle opinioni del lunedì della Stampa, ha attirato la mia attenzione
Non parlo mai di certi politici perchè in genere non mi interessano o perchè sono talmente stufa di vederli e di sentirli che non mi viene certo la voglia di commentarli nel blog, ma quello che mi è interessato nell'articolo di Grosso non è stato Berlusconi , ma bensì cosa ha inteso Grosso per corruzione
" Poiché non conosco gli atti del processo di Napoli, non sono in grado di valutare se Berlusconi abbia o no commesso corruzione o istigazione alla corruzione di uno o più senatori. Posso peraltro affermare che, in astratto, la corruzione consiste nel dare o promettere denaro o altra utilità a un pubblico ufficiale perché compia un atto di ufficio o un atto contrario ai doveri di ufficio.
Posso soggiungere che un senatore il quale esprime un voto a favore o contro un governo in carica compie, verosimilmente, un atto del suo ufficio. Posso pertanto concludere che dare o promettere vantaggi privati ad un parlamentare perché voti in un modo piuttosto che in un altro costituisce corruzione o, se l’invito non è accolto, istigazione alla corruzione. L’espressione di voto da parte di un parlamentare è, d’altronde, atto discrezionale. Ciò significa che all’eventuale compravendita di voti si applica la disciplina elaborata in materia di atti discrezionali: se il parlamentare, per effetto della dazione o della promessa di denaro o di altri vantaggi, ha votato diversamente da come avrebbe fatto se non fosse stato corrotto, la sua condotta integra addirittura la forma più grave di corruzione, quella per atti contrari ai doveri di ufficio. Né si può in qualche modo sostenere che l’accettare denaro o altra utilità per esercitare in un modo piuttosto che in un altro la funzione è coperta dall’immunità parlamentare, trattandosi d’ipotesi estranea all’ambito di operatività di tale istituto.
A questo punto, al di là delle polemiche strumentali e degli attacchi alla Procura della Repubblica di Napoli innescati dopo l’esplosione pubblica della questione Berlusconi, non resta che attendere che la magistratura accerti definitivamente con serietà ciò che è realmente accaduto. È oltretutto grande interesse dei cittadini venire a sapere se c’è stata o non c’è stata corruzione o tentata corruzione di senatori, poiché si tratta di una vicenda che coinvolge addirittura il capo del maggior partito d’opposizione. Il tema dell’interesse pubblico alla conoscenza di fatti di questo tipo costituisce d’altronde
un ulteriore nodo di grande rilievo politico e giuridico."
Siamo stati tacciati dal New York Times di depressione ma sinceramente io sono sempre meno depressa, anzi più passa il tempo e più mi rendo conto che la mia pazienza si sta esaurendo
Si sta esaurendo perchè abbiamo superato i limiti della legalità, dell' onestà, della vergogna e della decenza, come si soleva dire una volta!
Ogni giorno abbiamo un nuovo scandalo o scandaletto che allarga sempre di più il divario tra noi cittadini ed il mondo politico, ma non solo quello
Basti pensare alle polemiche che si sono scatenate in Parlamento dopo la decisione del Tar del Lazio di accogliere il ricorso dell’ex comandante della Gdf, Roberto Speciale.
Sicuramente sono stati commessi degli errori dagli uffici che hanno scritto il provvedimento con cui è stato sollevato dall’incarico il generale, ma, come ha dichiarato la capogruppo al Senato del Pd, Anna Finocchiaro, intervenendo al convegno di An «Forum per la nazione» a Chianciano Terme, «Mi piacerebbe un Paese in cui questi errori non si producessero, ma anche un Paese in cui un capo della Guardia di finanza non usi risorse pubbliche per fini personali...»
E Grosso fa anche notare che " quasi tutti i politici sono d’accordo, senza distinzione di colore o di partito, sul fatto che le intercettazioni telefoniche costituiscono un’indebita interferenza nella vita privata e quindi si deve circoscriverle perchè la loro pubblicazione costituisce una violazione della privacy"
Si è perciò, per l'ennesima volta, " tirata in ballo l'dea di porre finalmente un freno alla licenza dilagante dei giornalisti approvando una legge restrittiva in materia di intercettazioni e di loro pubblicazione."
Ma l'attuale legislazione pone dei vincoli di segretezza su determinati atti d’indagine penale e quei vincoli non sono stabiliti nell’interesse dei singoli, ma dell’ordinato esercizio dell’attività giudiziaria, che non può rischiare di essere turbata da fughe di notizie.
La legge prevede, ulteriormente, vincoli di segretezza nell’interesse della riservatezza e della libertà dei soggetti. Anch’essi sono vincoli sacrosanti, che rispondono all’esigenza di non vedere processati in piazza fatti di natura esclusivamente personale.
Anche quei vincoli però devono essere bilanciati con l’esigenza d’informare la gente su circostanze, anche private, che hanno comunque un interesse pubblico.
" In questa prospettiva, maggiore è l’esposizione pubblica di una persona, più elevata diventa la possibilità che le notizie che lo riguardano assumano una dimensione di interesse pubblico, come, quelle che concernono i parlamentari, i ministri, i sindaci, in genere i politici."
E Grosso termina con una riflessione che mi ha aiutata a sciogliere un enigma che mi ero posta più volte in questi giorni sentendo le notizie dei TG sul giornalista di repubblica che aveva scritto l'articolo che ha scatenato l' ennesima bagarre in Parlamento
" Nel complesso si tratta di una buona legislazione, che cerca di contemperare con equilibrio esigenze contrapposte.
Perché allora cambiarla, con il rischio di limitare la libertà di stampa?
Nel caso della ventilata compravendita di senatori da parte di Berlusconi, divulgare la notizia dell’inchiesta prima della caduta del segreto investigativo non era sicuramente consentito; se qualcuno l’ha fatto, ne risponderà, giustamente, davanti al giudice.
Una volta caduto il segreto, pubblicare tale notizia, in tutti i suoi particolari, comprese le intercettazioni, costituiva invece esercizio del sacrosanto diritto/dovere d’informare la gente su vicende di rilievo concernenti un importante personaggio politico.
Guai se, domani, non fosse più possibile farlo, o anche soltanto se farlo dovesse risultare in qualche modo più difficile o rischioso. A tutti noi interessa infatti sapere se Berlusconi, o un altro qualsiasi eletto dal popolo, ha davvero commesso fatti ostituenti illecito penale o comunque accadimento moralmente riprovevole.
Al di là delle possibili iniziative del mondo politico in materia di segreti o quant’altro, c’è un profilo che induce a ottimismo: che un bravo giornalista, quando acquisisce una notizia riscontrata d’interesse pubblico, inevitabilmente la diffonde. Diciamolo forte: è un garanzia per la democrazia
"
La democrazia! una bella parola che, secondo me, sta scomparendo definitivamente qui da noi per lasciare il posto all'indifferenza, al menefreghismo, all'incompetenza, alla corruzione, al disordine più completo, e non solo dei politici o dei pubblici personaggi di alto livello, i cosidetti "papaveri", ma di tutti noi, cittadini sempre meno liberi e sempre meno consapevoli che lo Stato siamo anche noi , con diritti e doveri e libertà e democrazia da difendere il più a lungo possibile !!!

2 commenti:

Artemisia ha detto...

"legalità-onestà-vergogna-decenza" cercasi disperatamente. Ahinoi!

Anonimo ha detto...

Hai raguone la democrazia sembra rimasta una bella parola e di questo siamo responsabili anche noi cittadini che non la difendiamo abbastanza. Ciao, Giulia