In ben 51 Paesi del mondo le esecuzioni capitali sono ancora legge.
Tra questi 11 sono democrazie liberali e in Iran tra i giustiziati vi sono anche i minorenni
In questi ultimi 10 anni la pena di morte è diminuita, ma la sua scomparsa è ancora lontana.
In 27 paesi l’anno scorso i boia hanno lavorato alacremente
Secondo Nessuno tocchi Caino, sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte.
In testa a questa ben poco onorevole graduatoria vi è la Cina, con 5.000 esecuzioni «ufficiali», l’89% del totale nel mondo.
Una cifra enorme e tuttavia ampiamente sottostimata, secondo Nessuno tocchi Caino, Amnesty e altre organizzazioni umanitarie che ritengono vi siano state almeno ottomila esecuzioni, anche se la verità è difficile da dimostrare, perchè nella Repubblica Popolare cinese le condanne a morte non sono catalogate alla voce diritti dell’individuo ma come «segreto di Stato».
Una cifra enorme e tuttavia ampiamente sottostimata, secondo Nessuno tocchi Caino, Amnesty e altre organizzazioni umanitarie che ritengono vi siano state almeno ottomila esecuzioni, anche se la verità è difficile da dimostrare, perchè nella Repubblica Popolare cinese le condanne a morte non sono catalogate alla voce diritti dell’individuo ma come «segreto di Stato».
Un numero che persino a Pechino, in versione preolimpica e quindi buonista, è sembrato non piacevole sul piano internazionale ed ha spinto il governo a promettere di «restringere attentamente la pratica attraverso la legislazione e il sistema legale».
Nessuna abolizione, ma, almeno, la concessione minima di un secondo grado di giudizio: le condanne dovranno essere confermate dalla Corte Suprema e non basterà più il via libera delle corti provinciali.
Per il resto, subito dopo la Cina, e con l’avvertenza che quasi sempre si tratta di numeri ben lontani dalla realtà perché mancano dati ufficiali, c’è l’Iran, con 215 esecuzioni, il Pakistan, con 82; l’Iraq, almeno 65; il Sudan, almeno 65; gli Stati Uniti, 53; l’Arabia Saudita, 39; lo Yemen, 30; il Vietnam, con almeno 14; il Kuwait, con almeno 11; la Somalia, con almeno 7, Singapore, con almeno 5; l’ Egitto, la Giordania, il Bangladesh, il Giappone e la Malaysia, con almeno 4 esecuzioni, la Corea del Nord, il Bahrein, la Bielorussia, l’Indonesia, la Mongolia,con 3; la Siria e l’ Uganda, con 2; il Botswana, con 1; gli Emirati Arabi Uniti e la Guinea Equatoriale, con 1.
Per le modalità dell’esecuzione, vige la più grande varietà, dalla decapitazione alla lapidazione, all’impiccagione, alla sedia elettrica, e troppo spesso purtroppo anche dalle torture all' amputazioni degli arti e alle fustigazioni, praticate in alcuni Paesi dove vige la sharia islamica.
La pena capitale non risparmia, in Iran, ad esempio, i minori.
Una barbarie che deve cessare al più presto , sicuramente !
5 commenti:
Quella che si è impegnata per la moratoria contro la pena di morte è l'Italia che vogliamo, non quella che combatte le guerre di Busch!
Ciao Eric, ho letto il tuo appello, ho lasciato il lavoro ed eccomi qui. Hai fatto il post che avrei scritto anche io!!!
;-)duccio
PS che fai poi, passi a Roma? mi trovi qui. Virtualkis
perfettamente d'accordo con te Franca
niente guerre con Bush !!!
grazie Duccio
eccomi qui, condivido in pieno il tuo post.
è giusto dare eco anche alle belle notizie quando meritano, senza dover essere polemici per forza
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