martedì 30 ottobre 2007

Frammenti di Memoria...

L'altra sera vi ho parlato della mail di Michele Beltrami che mi aveva tanto commossa ma non ho spiegato in effetti chi è Michele Beltrami
Qui a Omegna io insegno nella Scuola Media statale Filippo Maria Beltrami
Il Capitano, eroico comandante partigiano caduto in combattimento il Val d'Ossola con un gruppo di compagni, tra i quali c'era anche il giovanissimo Gaspare Pajetta, nel febbraio del 1944.
Di lui, dei suoi compagni e della battaglia di Megolo ho scritto un post alcuni mesi fa - in storia locale - ed è un personaggio non dimenticato nel passato di una storia ormai lontana
Ancora oggi ci si chiede cosa abbia spinto questo giovane architetto milanese, figlio di buona e agiata famiglia, marito e padre felice, originario di Cireggio di Omegna, a mettersi alla testa di uno dei primi gruppi di resistenza attivo sui monti che separano il lago d'Orta dalla Val d'Ossola.
Ancora oggi ci si interroga sul perché abbia accettato quel combattimento impari che fu fatale a lui e ai suoi più fidati compagni di lotta.
"Non si può sempre scappare" diceva a Moscatelli che cercava di convincerlo sulle "tecniche" della guerriglia. Parlava anche di "un più alto e strano senso del dovere" come elemento determinante della sua scelta e delle sue azioni.
"Il Capitano" è anche il libro nel quale sua moglie racconta l'avventura umana e partigiana di questo uomo che si è sacrificato per la libertà della nostra patria
Ho letto il libro tantissimi anni fa, un libricino sottile con una copertina consumata perchè era di mia mamma ed era già stato letto e riletto da lei
E mia mamma mi ha più volte raccontato la storia di mia nonna che andava sempre al mercato al giovedì e un giovedì non era ancora rientrata a mezzogiorno passato quando mia mamma e mio nonno erano tornati dal lavoro
Loro due si erano preoccupati subito moltissimo perchè avevano avuto paura che le fosse successo qualcosa o che avesse fatto qualche brutto incontro...
e invece era arrivata a casa tutta felice perchè al mercato aveva visto il Capitano che era sceso per la prima volta dalla montagna !!!
Ricordi di famiglia e ricordi della nostra storia locale che mi sono tornati in mente l'altra sera ...

7 commenti:

Artemisia ha detto...

La memoria collettiva è un bene prezioso da difendere e conservare con cura.
Un caro saluto,

DS ha detto...

intenso ed emozionanti i tuoi post, complimenti. grazie per il link, ricambio.

Franca ha detto...

La memoria di quei momenti è un bene che si va perdendo perchè stanno cominciando a mancare i testimoni diretti.
Va trasmesso con cura alle nuove generazioni.
Io cerco di farlo con i miei figli anche portandoli a visitare i luoghi dei ricordi.
Quest'anno siamo stati al Museo Cervi di Gattatico (RE) dove la nostra guida è stata un partigiano.
E' stata un'esperienza oltremodo significativa

*marbe* ha detto...

Che bello avere dei ricordi che racchiudono la nostra storia oltre quella di famiglia e tramandarli, facendo in modo che non vadano persi.
Questo compito sta passando piano piano a noi, generazione successiva a chi ha vissuto in prima persona quei momenti.
Un abbraccio, ernesta

Anonimo ha detto...

Bisogna che queste memorie non si disperdano mai... Ciao Erica, un abbraccio Giulia

DS ha detto...

volevo invitarti ad esprimere la tua opinione e quella dei tuoi visitatori riguardo alle domande poste nel mio ultimo intervento. vi aspetto
http://tommids.blogspot.com
tommi

Anonimo ha detto...

Bellissima questa figura di partigiano: è il forte senso di giustizia e solidarietà che muove questo grande uomo e gli da la forza di "buttare il cuore oltre l'ostacolo" anche a scapito della sua stessa sopravvivenza. Giusto riportare alla memoria di tutti questi esempi. Un abbraccio, Fabio