mercoledì 10 ottobre 2007

Premio Nobel

Nel marasma di quella specie di bollettino di guerra che sono ultimamente le pagine dei quotidiani con notizie sempre più catastrofiche ed angoscianti dai paesi in guerra, Iraq, Afganistan, striscia di Gaza, o dalle dittature di paesi oppressi, Birmania, Darfur, dove in entrambi il genocidio di persone indifese è ormai sistematico, e tanti, troppi altri, e dalla nostra povera Italia, con aggressioni, rapine, furti, violenze, stupri ed omicidi improvvisi ed insensati, una notizia positiva e piacevole è affiorata finalmente e non potevo non ricordarla
Nei giorni scorsi ad Oslo è stato nominato premio nobel per la medicina Mario Capecchi, il pioniere dello sviluppo di topi geneticamente modificati, la cui tecnologia permette non solo di decidere quale gene mutare, ma anche come farlo.
Non avevo mai sentito nominare questo scienziato italiano che vive in America, a Salt Lake City, Utah, ma sono stata subito attirata dalla storia della sua vita.
Capecchi è nato in Italia, a Verona, il 6 ottobre 1937, da madre americana e da padre italiano, ed ha trascorso un' infanzia difficile, povera ed infelice, con la madre Lucie Ramburg, una poetessa che prima dell’inizio della guerra aveva scritto contro il fascismo e a guerra iniziata aveva continuato, anche contro il nazismo perchè odiava l’oppressione, la dittatura, la mancanza di libertà e i suoi versi lo dicevano con grande chiarezza, deportata dalla Gestapo nel lager di Dachau nel 1941
La nonna americana di Capecchi, Lucy Dodd-Ramberg, era una pittrice andata a vivere a Firenze. Il nonno era tedesco .
Il padre invece era un aviatore italiano, abbattuto all’inizio della guerra.
A soli 4 anni e mezzo Mario si ritrovò da solo, per strada. Cercava il cibo e aveva sempre fame. Fino a 9 anni visse per le strade di Bolzano, Verona, Reggio Emilia. Il suo unico pensiero era mangiare, evitare i pericoli e sopravvivere. Era sempre affamato e viveva giorno per giorno, senza sapere se avrebbe mai più rivisto sua madre.
Fu lei a trovarlo in un ospedale di Reggio Emilia il 6 ottobre 1946, il giorno del suo nono compleanno. Un miracolo che lo fece tornare a vivere.
Con l’Italia distrutta, restarono a Verona per un anno e mezzo, ma poi decisero di andare in America, dove c’era uno zio.
Attraversaronoo l’Atlantico ed iniziarono una nuova vita.
Capecchi va a scuola per la prima volta
Studia nell'Ohio e poi ad Harvard dove si laurea in biofisica.
Il suo lavoro si concentra sullo studio dei geni dei topi, in particolare sulle cellule staminali derivate dagli embrioni, grazie alla quali è possibile sviluppare tecnologie potenzialmente capaci di trovare soluzioni alle malattie incurabili che ancora affliggono gli uomini
Una vita interessante che lui considera da sopravvissuto, e a ragione, sicuramente, ma anche affascinante e molto utile
Una storia bella per un uomo che non si è lasciato abbattere dalle vicissitudini della guerra ed ha ottenuto il premio più ambito a coronare una vita di studi e di ricerche

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' bello sapere quando una persona non fortyna riscatta il proprio passato e ce la fa, è una speranza per tutti, ciao Giulia

Franca ha detto...

Speriamo che l'uomo sappia utilizzare in modo appropriato queste scoperte che la scienza ci regala.
Uno strumento di per sè non è nè buono nè cattivo, ma dipende dall'uso che ne viene fatto e l'umanità finora non si è distinta nel bene

Anonimo ha detto...

Ciao Erica: cerco di venire a trovarti ma incontro spessissimp ostacoli di natura tecnica -leggi il collegamento.. Questo poi mi impedisce di seguire i dibattiti sul tuo sito... Il fatto che ci sia riuscito oggi spero sia un buon segno.
Mi e' piaciuto il tuo articolo. La storia per se' e cosi' semplice ma toccante ed anche bella. Inoltre, avevo cercato anch'io informazioni biografiche su Mario Capecchi. Sopratutto mi domandavo come mai aveva lasciato l'Italia proprio in anni in cui tutto era estremamente difficile.
Mi fa molto piacere che le ricerche e sforzi di questi tre scienziati abbiano prodotto risultati. Lavoro, forse lho gia' detto, con persone che hanno limitazioni fisiche, sia a causa di incidenti, oppure a causa di condizioni come la distrofia o le varie sclerosi... E il discorso sugli studi sulle cellule staminale l'ho sentito moltissime volte, direttamente da chi ne avrebbe piu' bisogno. Sotto il Canada ci sono gli USA e le 'assurdita' -criminali in un certo senso- della Destra Politica che deve guadagnarsi i voti della Destra Religiosa... se poi penso che la destra religiosa, e' effettivamente molto molto piccola - ma anche potente e vetriolica nell'esprimere le loro 'verita' che non ammettono dissenso- mi rendo conto del danno e dolore che questi infliggono su tanti altri... In Italia, le interferenze Vaticane son ben note, ripetute -- ma la nostra Laicita' riesce a ribattere abbastanza bene (dovremo pero' fare anche meglio). In questo quadro, arriva la notizia dei risultati ottenuti da questi tre Ricercatori -- e sono notizie che fanno piacere.
In TV Canadese ho poi sentito una breve intervista di Mario Capecchi. L'ho sentito parlare con voce leggera, senza nessuna esagerazione, il piu' "normale" delle persone.... alla domanda su cosa intende fare con il denaro che gli arrivera' con il Premio ha detto, con un sorriso gentile: "Be', di sicuro coglio aiutare i miei figli a competare le scuole " --le Universita' Americane sono notoriamente molto costose !!! Ciao Erica... a risentirci

Anonimo ha detto...

ciao Giulio mi spiace che tu non riesca con i collegamenti ad entrare da me
è molto interessante ciò che dici
sicuramente le staminali sono utili
mio papà era diabetico e se ci fossero state le staminali avrebbe avuto un aiuto per curare la sua malattia e per non morire soffrendo
un saluto erica

Artemisia ha detto...

Una storia così affascinante da sembrare un romanzo. E' confortante sapere che talvolta il talento vince tutte le avversità. Purtroppo non è sempre così.