lunedì 8 settembre 2008

Sono proprio tornati ...

Questo è il post numero 400 di Pensieri in Libertà, i miei pensieri naturalmente che scrivo sempre in libertà e coerenza con le mie idee. Avrei voluto festeggiarlo ma sinceramente questa sera non ho proprio nessuna voglia di festeggiare.
Ieri era il 7 settembre, mio papà era nato il 7 settembre 1922 e il 7 settembre 1943 era arrivato al porto di Brindisi per imbarcarsi su una nave che lo avrebbe riportato in Albania, a Tirana, dopo una licenza passata a casa, in Val di Susa.
Se quel giorno non fosse partito, forse avrebbe potuto evitare la fuga dopo l'8 settembre, quando alcuni comandanti abbandonarono la truppa al loro destino e sparirono, quando cercò con i commilitoni di arrivare in Yugoslavia per unirsi ai partigiani di Tito e di salvarsi la pelle, xchè gli Albanesi li inseguivano e di notte li uccidevano a coltellate, ma finì in mano ai Nazisti che lo caricarono su un carro bestiame e lo mandarono in Polonia. A Bialistock, probabilmente, nelle miniere, e poi più giù, vicino a Gorlitz, e da lì, passando per Dresda, a Torgau e poi più su verso Brema e più su ancora, fino ad un campo vicino al mare, dove lo liberarono i canadesi nel maggio 1945
Tornò a casa nel settembre 45 e nessuno credeva a quello che raccontava, alle vicissitudini degli IMI, alla fame, alle percosse, alla fatica, ai bombardamenti subiti sui treni e nelle baracche, ai cani che li riprendevano, alla crudeltà che distrugge il fisico e lo spirito, alle cicatrici rimaste a testimonianza di un orrore infinito, e a quegli incubi notturni che sempre lo accompagnarono per tutta la vita
Non credevano ai loro racconti e lui non raccontò più, se non in occasioni eccezionali
Ma lui non firmò mai quando durante la lunga prigionia passarono i Repubblichini di Salò a chiedere una firma ai militari per rientrare in Italia e aderire al fascismo
Lui non firmò e visse con tanti altri IMI la prigionia e la guerra in terra tedesca perchè credeva nella libertà e nel rifiuto ad un regime fascista , ad una dittatura che li aveva mandati in guerra a combattere, che li aveva abbandonati, prigionieri di quel regime nazista, di quei campi di lavoro e di sofferenze e violenze indicibili ed indelebili nella memoria e nello spirito
Ieri abbiamo cambiato i fiori, mia mamma ed io, vicino alla sua foto in soggiorno. Lui ci manca ancora ma se ieri e oggi fosse stato qui con noi, sarebbe senz'altro inorridito, come noi due, a sentire certi discorsi fatti da due rappresentanti dell'attuale governo in favore del regime fascista " buonista" e dei combattenti di Salò martiri e viuttime.
A cosa sono valsi quei suoi due anni di prigionia in lager e quelli di tante altre centinaia di migliaia di militari che si sono sacrificati per ridare la libertà e la democrazia ad un 'Italia vittima di una dittatura fascista assassina e guerrafondaia ? vittima di un dittatore (e dei suoi tirapiedi) che non esitò a far assassinare in Italia ed in Francia uomini coraggiosi leali e giusti, che fece uccidere perfino suo genero Ciano ?
Aveva ragione Primo Levi quando diceva in una prefazione ad un suo libro, "Se questo è un uomo" se ben ricordo, che c'era sempre il rischio che con il passare del tempo si sarebbero potuti scordare quegli anni e quegli orrori e le testimonianze dei superstiti all'olocausto e che prima o poi loro sarebbero tornati ....
Loro, i fascisti ed i nazisti ed il loro revisionismo fasullo ed edulcorato di tutto quello che era stato fatto alle vittime ...
Per non dimenticare . Per continuare a mantenere vivo il ricordo dei nostri padri che quell'orrore lo vissero sulla loro pelle e nei loro cuori . Per ristabilire la storia ed i suoi veri accadimenti, continuaimao a parlarne e a scrivere e a ricordare ...
erica

1 commento:

Artemisia ha detto...

Brava! E' importante non dimenticare. Oggi piu' che mai.