lunedì 8 settembre 2008

Grazie , Mina

Tutte le domeniche sul quotidiano La Stampa leggo le opinioni di Mina, la celebre Mina cantante di Cremona, nella sua rubrica Secondo me. Non sempre condivido ciò che scrive, non sempre arrivo fino alla fine delle sue opinioni personali perché non mi interessa l'argomento da lei trattato, ma ieri mi sono riletta ben due volte il suo pensiero sulla scuola
E non ho potuto che affermare un semplicissimo ma fondamentale : "Grazie , Mina ! "
Ecco cosa ha scritto :
" La scuola del fare e disfare
Mina
Per lo meno ameno. Evidentemente, per qualcuno, fare significa disfare. E capita sempre, puntualmente, che ci vada di mezzo la scuola.
Tornare al vecchio per rinnovare. Per lo meno spassoso.
E intanto ci sono migliaia di insegnanti che aspettano di vedere che cosa uscirà dal cappello del prestigiatore.
Se poter continuare a onorare la propria missione, perché in molti casi di missione si tratta, o aspettare fuori dai cancelli che qualcuno ti tiri un tozzo di pane per l’anima e per il corpo.
Esubero, che parola curiosa.
Quando poi gli esuberi diventano 87 mila, la parola si fa tragica.
Ma l’unico angolo di visuale che può rendere meno drammatico il ricorso all’accetta è quello che vede la scuola dalla parte degli alunni e non da quello che considera tutto in chiave esclusivamente economica o di posti di lavoro.
Scanniamoci pure sui numeri, massacriamoci tra le fazioni pedagogiche dei tre o quattro maestri contrapposta a quella del maestro unico, parteggiamo anche per il sottoproletariato intellettuale che dovrà rassegnarsi al fatto che insegnare non è un diritto garantito.
Ma, alla fine, quasi di soppiatto, da qualche parte dovrà sbucare l’idea che l’organizzazione scolastica sia pensata in funzione dello studente e non viceversa.

E che il valore dell’insegnamento dipende, realtà romanzesca, dalla qualità e dalla passione del docente piuttosto che dal numero delle comparse sul palcoscenico dell’aula.
La somma dei provvedimenti parcellizzati che ogni ministro di turno ha inflitto alla scuola, le commissioni di studio con i parrucconi che disquisiscono sulle loro teorie pedagogiche e sulle norme di comportamento, mescolati ai sindacalisti che pensano alla scuola come un ammortizzatore sociale per erogare stipendi, gli innumerevoli tentativi di rianimare un corpo morto, con riforme varate, revocate, rappezzate, richiedono una tregua e un ritorno alla stabilità.

Gli allarmi sull’emergenza educativa in Italia sono ormai un rimbombo generalizzato.
Le analisi, supportate dai dati e dall’evidenza che abbiamo a che fare con giovani allo sbando, sono state ormai cucinate in tutte le salse.
A questo punto si agisca.
Con l’accortezza di evitare protagonismi ministeriali o proclami sindacali di lotta ad oltranza sulla pelle degli studenti.
O, per lo meno, si lasci la possibilità di agire. A quei docenti che non si rassegnano al ruolo dell’impiegato statale, che non hanno bisogno delle pensate di un ministro per sapere come entrare in classe, che sanno ancora guardare negli occhi i ragazzi e, attraverso il cuore e la mente, comunicare la passione per la conoscenza "
Finalmente qualcuno, una donna che non è una specialista della scuola, che non è un mnistro, che non è un tecnico, ha detto in poche righe quello che io penso da mesi
Che ci sono ancora tanti insegnanti che sanno insegnare, che hanno a cuore il loro mestiere, nonostante tutti i tentativi di metterli in difficoltà, anche economicamente, perchè adesso se si ammalano e devono stare a casa, x forza !, avranno una riduzione di stipendio nei primi 10 giorni di assenza, che hanno a cuore il bene dei loro alunni, nonostante la maleducazione , nonostante il bullismo imperante, nonostante le difficoltà sempre maggiori a far studiare giovani demotivati, annoiati, viziati e privi di interessi culturali di ogni tipo
E questi insegnanti ne hanno abbastanza di leggere tutti i giorni sulle pagine dei giornali notizie discordanti, notizie farneticanti, di cambiamenti e di ritorni a 50 anni fa, di tagli e di soppressioni, di decisioni assurde, che non hanno nulla a che fare con la pur minima teoria pedagogica teorizzata da esperti, quelli veri, che poi vengono regolarmente smentite il giorno dopo ....
La scuola è fondamentale in una nazione democratica ed i buoni insegnanti, professionisti consapevoli e professionalmente preparati, sono altrettanto fondamentali
Ma non è con questa girandola di ordini e contrordini che stiamo ricevendo, con questa confusione in cui non si capisce più nulla, che inizieremo con serenità e con professionalità il nuovo anno scolastico !!!!
E noi abbiamo bisogno di certezze , di tranquillità e di sicurezza per poter continuare a scolgere al meglio il nostro non facile mestiere così troppo spesso denigrato e disprezzato da tutti, media , genitori, ministri , politici ...

1 commento:

Artemisia ha detto...

Povera scuola pubblica!
Ribadisco la mia piena solidarieta' a voi insegnanti, caparbiamente motivati e appassionati. Fatevi sentire! Io sono con voi.