domenica 31 agosto 2008

Una mail e la Resistenza

L'altra sera ho ricevuto una mail che si intitolava La resistenza Era una mail molto interessante scritta da un giovane e, dopo avergli chiesto il permesso, pubblico una parte di ciò che mi ha scritto
Io spero che come lui ci saranno altri giovani che "scopriranno" la resistenza e passeranno a leggermi in futuro e a leggere anche i pensieri e le riflessioni di chi mi ha scritto parole così intense.
" Erica,
non so perché, ma ormai sono tre giorni.
Tre giorni nei quali non faccio altro che pensare alla resistenza, ai partigiani, alle montagne dove hanno combattuto.

Passo ore in internet a cercare documenti, foto, video, storie.
Giro in moto per queste zone per rivedere i luoghi dove queste storie sono avvenute.
Improvvisamente, mi rendo conto che sono avvenute veramente qui. Non sono pagine di un libro di storia. Non sono avvenute già in bianco e nero. I protagonisti di queste storie non sapevano come sarebbe finita, e infine… non è impossibile che si ripetano.
Oggi sono arrivato al tuo blog e sento il bisogno di parlarne.

Ho frequentato molto spesso Omegna Alcuni parenti mi hanno parlato spesso della resistenza. Anche i miei genitori mi hanno tramandato il valore dei partigiani e mi hanno indicato da sempre e molto chiaramente chi avesse ragione e chi torto in quegli anni. Una zia faceva la staffetta partigiana...

Ieri per la prima volta sono stato alla casa di Beltrami a Cireggio, al cimitero, a Fondotoce alla casa della resistenza, a Megolo fino al monumento e poi giù nel bosco a toccare con mano quel che resta del castagno dove è morto Beltrami. Ora vorrei andare a Meina, vorrei andare alle scuole di Intra. Domani andrò all’alpe Quaggione e a Forno.

Scrivo questa mail per attenuare il senso di vergogna che ho provato leggendo uno dei tuoi post.
Febbraio 2008. Teatro Sociale di Omegna. Quel giorno sono passato di li. Un sacco di gente, qualche bandiera, gente di una certa età… “ah, sarà qualche commemorazione di partigiani”. Ho continuato a camminare per la mia strada.

Quel giorno non avrei saputo rispondere alla domanda “chi era Beltrami”. Capitano Beltrami mi avrebbe dato qualche indizio, ma nulla di più. Sapevo che i fratelli Di Dio erano partigiani, ma per me restavano principalmente “l’inizio della via che porta a Gravellona”.

Non ricordo cosa avessi da fare quel giorno ma certamente nulla di importante quanto essere li, con voi, accompagnando i miei figli.

Cercherò di rifarmi, non “in futuro”, ma a partire da Quaggione, domani.
Saluti .... "

1 commento:

Artemisia ha detto...

Rassicurante questa lettera. Grazie di averla condivisa con noi.
Personalmente, grazie al suggerimento di un altro blogger, mi sono appena iscritta all'ANPI. Forse non tutti sanno che ora si puo' iscrivere anche chi non e' stato partigiano. Mi sembra un gesto di Resistenza anche questo. Lo consiglio al giovane che ti ha scritto.
Un abbraccio,