domenica 29 marzo 2009

Niente reversibilità se more uxorio !!!

Niente pensione di reversibilità per il convivente more uxorio
In caso di morte di un lavoratore, il convivente more uxorio non avrà diritto alla pensione di reversibilità. Lo ha confermato la Corte Costituzionale, con una decisione - la n. 86 - destinata a far discutere.
La Consulta, respingendo un'eccezione sollevata dal tribunale di Milano che riteneva violati gli articoli 2, 3, 31 e 38 della Carta repubblicana, ha, invece, ribadito "la diversità tra famiglia di fatto e famiglia fondata sul matrimonio, in ragione dei caratteri di stabilità, certezza, reciprocità e corrispettività dei diritti e doveri che nascono soltanto da tale vincolo, individuando le ragioni costituzionali che giustificano un differente trattamento normativo tra i due casi nella circostanza che il rapporto coniugale trova tutela diretta nell’art. 29 della Costituzione".

In materia pensionistica é stato così riconfermato che "la mancata inclusione del convivente more uxorio tra i soggetti beneficiari del trattamento pensionistico di reversibilità trova una sua non irragionevole giustificazione nella circostanza che il suddetto trattamento si collega geneticamente ad un preesistente rapporto giuridico che, nel caso considerato, manca".
Né é ravvisabile un presunto vulnus degli artt. 11 e 117 della Costituzione sotto il profilo del contrasto con i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario (Trattato C.E., Carta dei diritti fondamentali dell’U.E.) e dagli obblighi internazionali (Convenzione sui diritti dell’Infanzia), "dato che detti vincoli ed obblighi non sono individuati in modo preciso".
Io trovo spesso sconcertante queste sentenze della Cassazione ed anche in questo caso non capisco perchè si sottragga a chi è vissuto con una persona, pur non essendo sposati, un diritto di appartenenza all'altro
Quante persone spesso vedove si mettono insieme nell'ultima parte della loro vita per esempio e si danno reciproco affetto sconfiggendo la solitudine e la malattia e la lontananza da figli e nipoti che hanno altro da fare ? Anche questo è more uxorio e l'annulllare con una sentenza il loro amore reciproco non è né giusto né corretto e civile in una società democratica, moderna e laica !

Disperazione e crisi

"Genova, perde il lavoro e si suicida. Su uno dei biglietti l'uomo chiedeva di avvisare il figlio
Tragico gesto di un geometra 54enne. La spiegazione lasciata in due biglietti; dopo avere perso il lavoro si è inoltrato in un bosco della Valbisagno, nell’immediato entroterra di Genova, e si è tolto la vita: si è impiccato in un macchia della località di Bavari, sopraffatto dalla disperazione dopo avere a lungo tentato di trovare una nuova occupazione."
Questo è un breve trafiletto che ho letto oggi pomeriggio nel quotidiano online. Una tragica notizia in un periodo di crisi mondiale profonda e molto preoccupante
Una crisi non solo virtuale e lontana dal nostro vivere quotidiano, ma una crisi ormai ben radicata anche qui in Italia, nonostante l' "ottimismo" e la negazione del problema di certi politici, che hanno un conto in banca ben rifornito e non si rendono conto minimamente di quale sia la disperazione che può attanagliare un uomo che si ritrova sul lastrico, dopo una vita di impegno e di lavoro, e non sa come fare ad andare avanti
Quell'uomo di Genova aveva più o meno la mia età, forse era addirittura mio coscritto, ed il suo uccidersi per la disperazione mi ha messo un'angoscia che non mi so spiegare ma che non posso ignorare
Mi sono chiesta: " E se succedesse a me? E se fossi licenziata perchè ci riduranno gli organici nelle scuole di ogni ordine e grado, che cosa farei? "
Come potrei trovare un altro lavoro in un momento in cui tutti chiudono?
Non lo trovano neppure i giovani, un nuovo lavoro, in questo periodo, figuriamoci se riuscissimo mai a trovarlo noi ultra cinquantenni che abbiamo passato la vita a fare un lavoro solo e ben preciso ???
Pensieri neri che passano, ma che non fuggono via veloci e si dimenticano in fretta
Di loro resta comunque qualche traccia nel profondo della mente e rimane anche una certa ansia che provoca un malessere sconosciuto e vago
Chissà cosa ci riserverà il futuro ? speriamo in bene ... e speriamo che non tocchi a noi
Solo così si può continuare a dormire ancora sonni tranquilli e a non lasciarsi andare alla depressione ed alla disperazione, vista l'indifferenza di chi ci governa, che affronta con egoismo ed incoscienza e con tante belle frasi inutili quello che sta succedendo...

Le Ardeatine - x non dimenticare

Alla cerimonia alle Fosse Ardeatine, per ricordare i Martiri Ardeatini, le 335 vittime, di cui 12 rimaste ignote, uccise dai nazisti, il presidente della Repubblica Napolitano ha detto :
«Bisogna riflettere sulla Storia e sulle sue lezioni, che sono sempre attuali e non possono dimenticarsi Il valore della memoria consiste nell’imparare quello che dicono le generazioni che ci hanno preceduto, nell’imparare ciò che ha insegnato la Storia. È stare attenti a non ripetere gli errori del passato».
Napolitano esorta anche a «ricordare quello che è stato uno dei capitoli più spietati della persecuzione antiebraica e, allo stesso tempo, quello che rimane un capitolo significativo della dura Resistenza contro l’occupazione nazista, a Roma e in Italia».
Il presidente ricorda che «si seppe molto tempo dopo dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, quando Roma venne liberata. Io, in quei giorni, ero a Napoli e ricordo bene i cento bombardamenti sulla mia città».
Parole importanti, le parole del Presidente della repubblica, piene di saggezza, per non dimenticare!
Ma vi sono ancora parti di quel passato che non sono state risolte e che si cerca di far passare nel dimenticatoio, soprattutto il riconoscimento degli Imi
In un articolo molto interessante ed importante del sito dell' A.N.R.P. si affronta il problema della commissione di consolazione per gli Schiavi di Hitler.
Sotto gli auspici dei Ministeri degli Affari esteri di Germania e Italia, sabato 28 marzo 2009, presso la Villa Vigoni a Loveno di Menaggio, si è tenuta la conferenza di presentazione della Commissione mista di storici italo-tedesca che i due governi hanno istituito in occasione del Vertice bilaterale tenutosi a Trieste nel novembre 2008, per approfondire sul passato di guerra italo-tedesco e in particolare sugli Internati Militari Italiani, come contributo alla costruzione di una comune cultura della memoria..
"Il principio della “immunità degli stati” viene messo in discussione dalla Cassazione, almeno in presenza di crimini contro l'umanità, che per la nostra massima Corte “segnano il punto di rottura dell'esercizio tollerabile della sovranità”.
Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, la sentenza della Cassazione mette a rischio “la sicurezza del diritto”, ma non il diritto delle vittime, bensì quello degli stati a non essere molestati a proposito dei loro crimini di guerra.
Il pensiero dominante è per i governanti “tanto prima o poi muoiono tutti” e i contenziosi… saranno risolti brillantemente.
La Germania
, nel ricorrere alla Corte di Giustizia dell'Aia, avverso la sentenza della nostra Cassazione, conta sulla disponibilità dell’Italia. Al ministero degli esteri tedesco sono convinti che, “in linea di principio, il governo italiano la pensa come noi”. I portavoce tedeschi ripetono che i risarcimenti violerebbero ben tre trattati internazionali, con cui l'Italia avrebbe già rinunciato a ulteriori pretese. Questa tesi, che di rimbalzo circola in Italia, è falsa. I trattati si possono ben interpretare in senso opposto.
Se il governo tedesco nega i risarcimenti, è però generosissimo con espressioni di rincrescimento che nulla costano. E siccome il capitolo più vistoso e scandaloso del contendere riguarda l'indennizzo negato pretestuosamente dalla Germania agli internati militari italiani, Steinmeier ha "speso" molte parole contrite sulle loro sofferenze... "
Un passato vergognoso e crudele che gli Imi non hanno mai potuto dimenticare
Loro non ci sono più ormai ma chi per tanti anni è vissuto con loro, con i loro incubi, con le loro sofferenze e con le loro cicatrici, testimonianze di quegli anni di barbarie, non può dimenticare e vedere il passato cancellato così, con così tanta facilità
Le parole non bastano. Ci vuole ben altro per cancellare i campi di concentramento e gli orrori del nazismo ...

giovedì 19 marzo 2009

Soldati a Gaza - testimonianze

La guerra è sempre crudele
La guerra porta abiezione, violenze ed il peggio che ogni uomo con una divisa ha in sè
Dopo gli orrori del XX° secolo, tanti, troppi, in troppe guerre insensate, ora si devono già denunciare gli orrori del XXI°, dall'Iraq a Guantanamo a Gaza...
Il quotidiano israeliano "Haaretz" ha raccolto le testimonianze dei militari che hanno partecipato al conflitto che ha sconvolto la striscia di Gaza
" Una madre palestinese con i suoi due bambini è stata uccisa da un cecchino israeliano per aver capito male l’ordine di un soldato.
Il tragico fatto è stato raccontato in una delle testimonianze di soldati che hanno partecipato ai 22 giorni dell’operazione militare «Piombo fuso» nella Striscia di Gaza, raccolte dal quotidiano israeliano Haaretz. Secondo il giornale, diversi soldati israeliani hanno ucciso civili nell’ambito di «permissive» regole d’ingaggio, distruggendo intenzionalmente i loro beni.
Le testimonianze di diversi soldati di fanteria e piloti da combattimento sono state raccolte durante una discussione fra i partecipanti al corso d’addestramento Yitzhak Rabin dell’accademia di Oranim.
Il capo di una squadra di fanteria ha raccontato che il suo plotone aveva occupato una casa abitata da una famiglia, i cui componenti sono stati chiusi in una stanza.
Successivamente è subentrato un altro plotone, che aveva piazzato un cecchino sul tetto, e dopo qualche giorno è stato deciso di rilasciare i civili.
«Il comandante del plotone -ha raccontato il soldato- ha lasciato andare la famiglia dicendo loro di dirigersi verso destra. Una madre con i suoi due bambini non ha capito ed è andata a sinistra. Il cecchino non era stato avvertito.... ha visto la donna e i bambini che si avvicinavano, verso una linea che nessuno doveva oltrepassare. Ha sparato e alla fine li ha uccisi».

Il testimone ha detto di ritenere che il cecchino non si sia sentito in colpa perchè «per quanto lo riguardava, aveva fatto il suo lavoro secondo gli ordini ricevuti».
«L’atmosfera in generale, da quanto ho capito dai miei uomini con cui ho parlato- ha proseguito- non so come descriverla... le vite dei palestinesi, erano qualcosa di molto, molto meno importante delle vite dei nostri soldati».
Fra gli altri fatti riportati c’è anche l’ordine di un capo compagnia di sparare contro un’anziana donna che si stava avvicinando ad una casa occupata e ucciderla.
Il responsabile del corso Rabin, Danny Zamir, dopo aver udito i racconti dei soldati, ha avvertito i vertici militari dei suoi timori di un «grave fallimento morale» da parte dell’esercito.
In seguito ha avuto un colloquio con il generale Eli Shermeister, responsabile dello sviluppo dei valori morali e nazionali delle truppe, il quale ha deciso d’indagare a fondo sulla vicenda. Un portavoce militare ha dichiarato che vi sarà «una verifica della veridicità dei fatti e un’inchiesta».

Ho letto per anni i libri di testimonianze dai campi di concentramento e di sterminio nazisti e tante, tantissime volte i capi nazisti ed i loro subalterni hanno giustificato la barbarie , le violenze, gli orrori di quel periodo orribile del nostro passato e l'uccisione di milioni di vittime innocenti con la solita frase, che tanto mi inquieta, : " Ho ubbidito agli ordini "
Ora anche i soldati israeliani hanno ucciso perchè " hanno ubbidito agli ordini" e non hanno nessun rimorso, nessuna inquietudine per i loro atti
Anche loro, nipoti di quelle vittime innocenti passati a milioni nei camini dei campi nazisti, si sono macchiati del sangue di vittime innocenti e non hanno provato pietà alcuna
Come si può uccidere così, a sangue freddo, e solo perchè si sono ricevuti degli ordini ???

Modernità ed immobilismo

22 milioni di persone nell' Africa subsahariana, secondo i dati dell’Unaids, hanno l'Aids
« Non si può superare l' Aids con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi»; con questa frase il Papa, conversando con i giornalisti nella tradizionale conferenza stampa sull’aereo che lo ha portato a Yaoundè, ha scatenato una polemica internazionale clamorosa.
Governi di centrodestra, come quello francese guidato da Nicolas Sarkozy, e grandi coalizioni guidate da una democristiana, come Angela Merkel, hanno espresso il loro profondo dissenso.
In tutta Europa si prende posizione contro l'ennesima prova di immobilismo intellettuale e culturale della Chiesa cattolica romana, ma in Italia brilla il silenzio più assoluto, da palazzo Chigi all’opposizione, tutta quanta assieme...!!!.
In due giorni, dal vasto arco dell’opposizione in Parlamento, si è alzata solo una voce. Quella di Livia Turco, una ex comunista cattolica, che ha detto chiaramente come la pensa: «Ad oggi il preservativo è il mezzo migliore per prevenire malattie gravi come l’Aids».
Una volta si moriva di sifilide, ora le nostre generazioni hanno l' incubo dell'Aids, ma quando il Vaticano per voce del Pontefice esprime concetti ed opinioni obsolete e ridicole, la classe politica del nostro paese, sempre così chiacchierona, se ne sta zitta zitta e fa la solita pessima figura nei confronti del resto del mondo
E a proposito di mondo ecco due buone notizie che ho letto oggi:
Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi il loro sostegno alla dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti degli omosessuali: si tratta di una decisione che pone, ancora una volta, la nuova amministrazione di Barack Obama su una strada opposta a quella percorsa dal precedente inquilino della Casa Bianca, George W. Bush.
L’intenzione di Washington di unirsi ai 66 paesi firmatari del documento ispirato dalla Francia è stata annunciata dal portavoce del dipartimento di Stato, Robert Wood. La dichiarazione, che non ha il carattere costrittivo di una risoluzione, era stata presentata lo scorso dicembre dalla Francia e, invocando l’universalità dei diritti dell’uomo, chiede la depenalizzazione mondiale dell’omosessualità.
È composta da 13 punti che mirano ad «assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non possa mai costituire la base per infliggere condanne, in special modo esecuzioni, arresti o detenzioni».
Il testo ha ricevuto 66 voti a favore, tra cui quelli della maggior parte degli Stati europei e sudamericani. Alla risoluzione si erano opposti il Vaticano, diversi paesi islamici, la Cina, la Russia e gli Stati Uniti.

Il Lussemburgo è diventato oggi il terzo paese della Ue a legalizzare l’eutanasia, dopo l’Olanda e il Belgio. Entra oggi in vigore la legge. Secondo il testo, promulgato ieri dal capo di stato, Il Granduca Enrico, e pubblicata oggi sulla gazzetta ufficiale, «la scelta di un medico di rispondere positivamente a una richiesta di eutanasia o di suicidio assistito non è sanzionabile penalmente e non può dar luogo a un’azione civile...».
Adottato in seconda lettura dal parlamento il 18 dicembre, il testo aveva suscitato l’opposizione del granduca, cattolico praticante, che aveva minacciato di dimettersi. Per ovviare alle resistenze del sovrano ed evitare una grave crisi istituzionale, il parlamento aveva quini approvato una modifica costituzione che limita i poteri del sovrano.
Secondo le nuove norme, il Granduca non ha più il potere di convalidare le leggi, ma si limita a promulgarle, senza che tale atto abbia valore di assenso. Nell’Unione europea, solo Olanda e Belgio hanno a certe condizioni legalizzato l’eutanasia dal 2002
Piccolo paese,il Lussemburgo, ma un grande paese, libero e moderno, civile e coraggioso !!!

Lotta alla Mafia

L'associazione di don Ciotti Libera ha organizzato per domani a Casal di Principe e per sabato a Napoli i cortei in memoria delle vittime della mafia.
Don Ciotti ha scritto una bellissima prefazione per il volume di Antonella Mascali Lotta civile, ed. Chiarelettere, 12 storie esemplari raccontate da chi le ha vissute sulla propria pelle.

La prefazione intera è molto lunga; io ho trovato uno stralcio che mi è piaciuto molto per la sua importanza e profondità in un articolo del quotidiano La Stampa :

" Il 31 marzo 1984 Viviana Matrangola aveva solo dieci anni. Sua sorella Sabrina, quindici.
Quella notte la loro madre, Renata Fonte, assessore alla cultura di Nardò, vicino a Lecce, venne trucidata davanti al portone di casa. Stava rientrando da una seduta del consiglio comunale dove si era battuta contro i progetti della speculazione edilizia.
Racconta Viviana che Renata, dotata di alte sensibilità poetiche e artistiche oltre che civili, era divenuta rappresentante di un movimento che denunciava la presenza di metodi mafiosi a Nardò e nella zona mentre tutti ancora pensavano al Salento come all’isola felice. Si era messa a capo del comitato di salvaguardia di Porto Selvaggio denunciando il progetto di speculazione edilizia non solo in consiglio comunale ma anche in radio e in televisione. È la battaglia che le costerà la vita .
Difendere i beni comuni, amare la propria terra, servire la propria città può dunque portare a sacrificare la vita quando il connubio tra affari e politica si fa troppo stretto e inconfessabile.
È la storia di tante vittime. Ma la vicenda di Renata ha forse una particolarità e drammaticità ulteriori:
«Aveva trentatré anni quando ce l’hanno portata via», ricorda Sabrina. Anche una donna giovane, competente e appassionata può allora fare paura alla criminalità e agli interessi mafiosi.
Questo, di fronte alla crisi di legalità e allo strapotere della criminalità organizzata e della corruzione politica deve farci riflettere e anche rincuorarci: quello che quotidianamente come cittadini, associazioni, parrocchie, scuole, gruppi di impegno sociale, familiari di vittime riusciamo a costruire nel territorio, in termini di testimonianze, di attività educative e culturali, di costruzione di reti solidali e di percorsi di inclusione sociale ha in sé una forza e una capacità di trasformazione che la mafia avverte e teme.
Ciò che a noi può sembrare poco e debole, in realtà è capace di incidere nel profondo, nelle coscienze individuali ma anche nelle politiche più generali. [...]
Le mafie sono composte da uomini che scelgono il male e la violenza, che si assumono la terribile responsabilità di atti infami e irrimediabili suggeriti da una sottocultura criminale che considera la vita umana una preda da ghermire o un insignificante ostacolo da travolgere per raggiungere i propri obiettivi di potere e di interesse. Come disse il giudice Rocco Chinnici – straziato davanti a casa con un’autobomba il 29 luglio 1983, assieme a due carabinieri di scorta e al portinaio dello stabile – la mafia non è solo un’organizzazione contro la legge, è un’associazione che delinque contro l’umanità. È una forma di terrorismo, priva di ogni onore o giustificazione.
Anche il poliziotto Roberto Antiochia era «nel posto sbagliato nel momento sbagliato»: poteva essere al mare con la sua fidanzata Cristina, invece aveva scelto di fare da scorta volontaria al suo capo, Ninni Cassarà, nel mirino di Cosa nostra. Era il 6 agosto 1985, Roberto aveva solo ventitré anni.
Venne ucciso a raffiche di kalashnikov assieme a Cassarà, il commissario che poco tempo prima aveva lucidamente profetizzato: «Prima o poi finiscono ammazzati tutti gli investigatori che fanno sul serio».
Così è stato per lui, per Roberto, per il commissario Beppe Montana, trucidato poco prima di loro.
Così è stato per centinaia di altri poliziotti, carabinieri, magistrati, giornalisti, semplici cittadini che si sono trovati, per propria scelta, per rigore morale e per impegno civile, «nel posto sbagliato nel momento sbagliato», all’appuntamento con la morte."
Un appuntamento talvolta facilitato da un contrasto alle mafie a corrente alternata, segnato da errori e omissioni, da superficialità e da ritardi, se non da connivenze. Come denunciò Saveria Antiochia, madre di Roberto, che ne raccolse il testimone con grande passione e determinazione: «Mio figlio è morto per la squadra mobile di Palermo, per la sua squadra mobile. È morto nel volontario, disperato tentativo di dare al suo superiore e amico Cassarà un po’ di quella protezione che altri avrebbero dovuto dargli, in ben altra proporzione, sapendo quanto fosse preziosa la sua opera e in quale tremendo pericolo fosse la sua vita».
Parole nette, che possono apparire aspre e che invece esprimono non solo uno stato d’animo ma una precisa considerazione politica. Amara, ma non infondata. Si tratta di una considerazione ricorrente in chi ha avuto i propri cari stroncati dalla mano mafiosa
. "

domenica 15 marzo 2009

La Bandiera della Pace

Ancora troppo spesso le pagine dei quotidiani o le notizie dei Tg in Tv ci parlano di guerre e di immagini sconvolgenti di violenza e di morti innocenti tra la popolazione di paesi che non sanno cosa sia la Pace
Su uno dei balconi di casa mia sventola da anni, una bandiera di vari colori con la scritta Pace,una delle poche rimaste, ormai
La bandiera originale della Pace è quella dove al centro, al posto della attuale scritta "PACE", vi era impressa la colomba bianca, quale messaggio universale di fratellanza.
La colomba bianca è opera di Pablo Picasso.
Negli anni del dopoguerra, fino alla fine degli anni cinquanta, era un simbolo che non poteva essere issato a sventolare su un edificio e chi lo faceva era perseguibile a norma di legge.
Il drappo fece la sua comparsa in Italia nella prima marcia della Pace, il 24 settembre 1961.
Ispirato dalla bandiera dei pacifisti anglosassoni che nel 1958, guidati dal filosofo Bertrand Russel, marciarono ad Aldermaston in una protesta antinucleare, Aldo Capitini fece cucire, in tutta fretta, da alcune amiche perugine, delle strisce colorate da portare alla marcia.
La prima bandiera della Pace è attualmente conservata a Collevalenza, vicino a Todi, dal dott. Lanfranco Mencaroni, amico, compagno di carcere e collaboratore del filosofo pacifista Aldo Capitini, che ideò la Marcia per la Pace Perugia-Assisi.
Nel racconto del diluvio universale, tratto dalla Bibbia, Antico Testamento, Dio pose l'arcobaleno come sigillo della sua alleanza con gli uomini e con la natura, promettendo che non ci sarebbe mai più stato un altro diluvio universale.
L'arcobaleno è diventato così il simbolo della Pace tra terra e cielo e, per estensione, tra tutti gli uomini.
I colori dell'arcobaleno sono anche utilizzati come segno della "convivialità delle differenze" per la loro caratteristica fisica di restituire la luce bianca, se fatti roteare velocemente.
E la medesima definizione di simbolo di Pace attribuito alla bandiera può già trovare la sua spiegazione nella parola greca syn-ballo che significa "mettere insieme", proprio come fa l'arcobaleno che mette insieme tutto e tutti.
Va inoltre ricordato che questi cinque colori, appaiono anche nella " bandiera delle razze " (Flag of Race), dell'associazione per i diritti civili fondata dal leader democratico nero, reverendo Jesse Jackson.
La bandiera della Pace è stata usata diffusamente a partire dagli anni '80 nelle marce per la Pace e in tutte le manifestazioni italiane, nonché nelle iniziative di Pace di volontari italiani all'estero, a Sarajevo, in Iraq, in Kosovo, nella Repubblica Democratica del Congo.
A partire dal settembre 2002 la bandiera della Pace è stata oggetto della campagna "Pace da tutti i balconi" che ha portato centinaia di migliaia di persone in Italia ad esporre la bandiera dal davanzale o dal balcone di casa per dire "no" al concetto di guerra preventiva e d alla guerra in Iraq.

Emergency

Mi sono presa una vacanza sabbatica da internet, proprio nella settimana in cui si festeggiavano i 10 anni del web ( il 13 marzo per la precisione).
Apro sempre il Pc di sera ma in quest'ultimo periodo la sera vedevo la Tv o leggevo o me ne andavo a dormire presto perchè ero stanca morta: l'arrivo della bella stagione, dei pomeriggi più caldi e più lunghi mi hanno riportata in giardino dove i tanti lavori faticosi da fare mi hanno ridato energia e voglia di aria aperta, ma anche una stanchezza notturna notevole.
Sono tante le cose successe, politiche economiche sociali culturali, di cui avrei potuto parlare qui nel blog, ma ormai sono passate e preferisco parlare di Emercency e del volontariato
Lunedì scorso i miei alunni di terza media hanno incontrato i volontari locali di Emergency, che come tutti gli anni sono venuti a parlare dell'associazione fondata da Gino Strada che opera in tutti i paesi poveri, dove le guerre hanno provocato gravi danni alle popolazioni locali
Sono state due ore e mezzo molto interessanti ed intense con le immagini e le spiegazioni di chi ha spiegato ai ragazzi cosa fa Emergency nel mondo. Tutti i mei alunni, anche quelli che di solito non sono interessati a nulla e creano problemi di comportamento in classe, sono stati coinvolti ed hanno ascoltato con estrema attenzione
Un diverso modo di fare " lezione" che sicuramente è molto utile e che aiuta i nostri giovanissimi alunni ad "uscire" dal loro mondo per conoscere anche gli altri, le persone che dedicano la loro vita agli altri, ai poveri, agli ammalati, alle vittime della guerra...ma anche le persone disabili, come il gruppo del GSh Sempione di Villadossola, i disabili che fanno sport ed hanno partecipato a manifestazioni locali ma anche alle Olimpiadi, molto conosciuti e molto amati dai ragazzi che sono sempre felicissimi di incontrarli a scuola ed in palestra, una volta all'anno
Emergency è ormai conoscuta da tutti , ma chi volesse saperne di più su gino Strada ed i medici che con lui lavorano gratis negli ospedali sparsi per il mondo, può cercare il sito Emergency.it in Internet
Lo scorso venerdi' 6 marzo EMERGENCY ha inaugurato il nuovo Centro pediatrico a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Il Centro offre assistenza sanitaria ai bambini fino a 14 anni, programmi di immunizzazione e attivita' di educazione igienico-sanitaria.
Il centro e' attrezzato inoltre con un ambulatorio cardiologico dove, nel corso di missioni periodiche, il personale internazionale specializzato di Emergency effettuera' lo screening dei pazienti cardiopatici da trasferire, gratuitamente, a Khartoum per gli interventi di cardiochirurgia.
Successivamente all'intervento, i pazienti potranno sottoporsi ai controlli post-operatori direttamente presso il centro sanitario a Bangui e riceveranno gratuitamente i farmaci necessari.
In attesa dell'avvio ufficiale delle attivita', la scorsa settimana i medici di Emergency hanno iniziato a visitare una media di 40 bambini al giorno.

domenica 1 marzo 2009

Cani pericolosi senza regolamentazione

Passando tra le pagine de La stampa on line ho trovato un articolo de La Zampa.it, che mi ha veramente preoccupata
" ... da un mese in Italia non c’è alcuna regolamentazione sui cani pericolosi, e teoricamente anche un pitbull potrebbe girare nei parchi e nelle strade della città senza museruola o guinzaglio di sorta.
Lo denuncia il movimento dei genitori (Moige): è scaduta il 28 gennaio la precedente ordinanza firmata dal ministro Turco, che rinnovava quella emanata da Sirchia sei anni fa, contenente una «black list» dei cani più pericolosi per i quali si prescriveva l’obbligo di guinzaglio e museruola.
La nuova ordinanza, annunciata dal sottosegretario alla Salute Francesca Martini, non è ancora pronta, e da un mese si assiste a una pericolosa «vacatio legis», che rende non perseguibili i proprietari di cani che non mettono la museruola e il guinzaglio al loro pitbull.
Pericoloso soprattutto per i bambini: «È una situazione allucinante - denuncia Maria Rita Munizzi, presidente del Moige - perchè la tutela della salute pubblica deve essere la priorità del governo, e invece si lascia che per lunghi periodi non ci sia una regolamentazione su un tema così rischioso».

In ogni caso, fa notare Munizzi, l’ordinanza annunciata dalla Martini «non sarebbe efficace»: «non si può eliminare la lista dei cani pericolosi come vuole fare il sottosegretario, ci sono dei cani la cui pericolosità è indiscutibile. Il Moige addirittura aveva proposto l’estinzione dei cani più aggressivi, come i pitbull e i rottweiler, creati in laboratorio proprio con un’aggressività congenita. Il patentino per i possessori di cani va bene, ma non basta».
Finchè non ci sarà una nuova ordinanza, soprattutto i più piccoli saranno a rischio: «I bambini creano un effetto lepre, il cane li vede correre e li insegue, a volte li morde: ma se il cane è grande, il morso può avere effetti devastanti. Basta vedere gli ultimi, drammatici casi di aggressioni ai bambini da parte dei cani. Chiediamo solo - è l’appello del Moige - che il buon senso prevalga sull’ideologia»."
Speriamo vivamente che si faccia qualcosa al rigurado e che vengano presi tutti i provvedimenti del caso perchè questo è un problema serio e molto molto preoccupante e pericoloso !!!

Privacy ed Internet

Alcuni giorni fa sono passata a visitare un blog molto interessante, Vita di un Io, ed ho trovato un bellissimo post che affrontava un problema molto attuale, il successo di Facebook e simili e la morte lenta dei blog : I social network stanno ammazzando i Blog?
Ciò che mi ha maggiormente colpita era il paragone tra Facebook ed un blog, il primo inteso come una piazza publica ed il secondo come un luogo privato ed intimo, la propria casa personale
Io non ho accettato gli inviti ricevuti in questi ultimi mesi da altri blogger e conoscenti che hanno aperto pagine in Facebook perchè preferisco scrivere un blog e mantenere la mia privacy personale
Ecco quindi il mio commento personale al blogger di Vita di un Io : " ericablogger- post molto interressante, in Italia le mode cambiano sempre molto velocemente e l’ultima moda è naturalmente facebook; trovo facebook e simili molto supeficiali, o come tu dici trovarsi in piazza, mentre per me un blog è casa propria, e culturalmente molto più valido; a casa tua puoi scegliere e rendere l’ambiente migliore; io amo l’intimità di casa, ricevere gli ospiti, senza gossip o superficialità, meglio pochi commenti ma un bel blog di qualità con un po’ di privacy; tra l’altro non metterei mai le mie foto o il mio cognome in pubblico e in facebook tutto ciò che si inserisce è di proprietà di facebook:poco libero ed antidemocratico, direi "
Oggi un lungo ed interessantissimo editoriale di un giornalista de La Stampa, Luca Ricolfi, se ben ricordo, affronta proprio il tema della privacy personale e di Internet, spesso antitesi negativa del nostro vivere quotidiano
Ecco alcuni punti che mi hanno maggiormente interessata :
" Ragazza inglese, assunta da pochi mesi come impiegata presso una ditta privata che si occupa di rapporti con l’Asia, ha ricevuto una lettera di licenziamento con una motivazione inconsueta: aver screditato l’azienda parlandone male su Facebook, il sito Internet di «socializzazione» più di moda del momento
Chi incappa in un incidente del genere sembra non rendersi conto del lato oscuro della società della comunicazione.
Siamo abituati a pensare che l’interconnessione universale sia un pasto gratis, una meravigliosa possibilità regalata a tutti di poter trasmettere e ricevere informazioni, conoscere persone, operare a distanza.
E invece essa è anche una cosa diversa, che richiederà molto tempo ancora per essere pienamente compresa nei suoi effetti.
Oggi, con il trionfo di Internet e delle telecomunicazioni, siamo ancora meno preparati a capire tutti gli effetti della rivoluzione tecnologica in atto, specialmente quelli inquietanti.
L’altra faccia dell’interconnessione globale, quella che i cantori delle virtù della rete non vedono, è la distruzione della privacy.
Perché la società della comunicazione distrugge la privacy?
Una ragione ovvia, visibile a occhio nudo, è che tutti i nostri comportamenti sono diventati «tracciabili».
Qualsiasi cosa facciamo - telefonare, usare una carta di credito, entrare in un negozio video-sorvegliato, compilare un modulo di acquisto, collegarsi a Internet, usare un personal computer - depositiamo tracce informatiche indelebili del nostro passaggio, per non parlare delle tracce biologiche che continuamente lasciamo sugli oggetti, le persone, gli ambienti, e che l’analisi del Dna rende utilizzabili a fini di identificazione.
Qualsiasi cosa facciamo può essere ripresa da un telefonino, di cui manco ci accorgiamo.
Qualsiasi cosa diciamo può essere catturata da un registratore, a nostra insaputa.
Qualsiasi immagine o voce ci abbiano carpito, può tranquillamente finire su YouTube, o essere riprodotta, diffusa, venduta nei circuiti più impensabili.

Ma c’è una ragione più profonda che mina la privacy, e quella ragione siamo noi stessi, o meglio i nostri comportamenti quotidiani.
Nel giro di pochissimi decenni la nostra privacy ha subito l’onda d’urto del nostro esibizionismo. Proprio mentre da ogni parte veniva proclamato il diritto alla riservatezza, fino al punto da considerare invasiva la pubblicazione dei voti finali sui tabelloni scolastici, l’evoluzione del costume procedeva in direzione diametralmente opposta.
Il proprio privato, per quanto insignificante o addirittura riprovevole, viene continuamente e rumorosamente spiattellato all’attenzione di tutti, in treno come in aereo, al bar come al ristorante, in televisione come su Internet.
Il sentimento del pudore si è ritirato come un ghiacciaio attaccato dal riscaldamento globale.
Il «lei» sta soccombendo al «tu», nonostante le resistenze di alcuni...
Lo spazio della nostra privacy si sta consumando, ma noi non siamo nella condizione di accorgercene. Non solo perché siamo inebriati dalla libertà che la rete ci promette.
Ma perché confessarci, esporci, mostrarci ci piace.
E quindi confondiamo spazio privato e spazio pubblico.
Non ci rendiamo conto che la privacy, il diritto alla privacy, è tante cose insieme.
Diritto a non rivelare tutto di noi. Diritto a non far sapere a tutti quel che facciamo sapere a pochi. Ma anche diritto a non sapere i fatti altrui.
A non interagire con tutti.
A non essere invasi.
Insomma, diritto a una distanza che, con il passare del tempo, sta diventando il bene più raro. "
Io amo comunicare. Ma amo scegliere con chi comunicare. E amo anche la privacy
Per cui non posso che essere pienamente d'accordo con il giornalista e la sua analisi accurata sui pericoli di Internet
E quindi continuerò a scrivere un blog, come ho sempre fatto in questi ultimi 6 o 7 anni ( ho iniziato quando i blog in Italia non erano ancora di moda ), anche se rimarrò una dei pochi "dinosauri" fuori moda, leggendo altri blogger che mi piacciono tanto, e comunicherò con amici e conoscenti in privato, via email o sms o telefono, ma soprattutto dal vivo, perchè preferisco parlare con gli altri guardandoli negli occhi...
Non c'è nulla di meglio di una bella chiacchierata non virtuale che ti aiuta a capire gli altri da vicino e a stabilire con loro un solido rapporto di amicizia !!!