Ho rivisto questa sera al telegiornale quelle tremende immagini dell'attentato al magistrato Paolo Borsellino del 19 luglio 1992 in Via D’Amelio a Palermo. La macchina saltata per aria, completamente distrutta, e la gente lì intorno attonita.
Come attoniti lo siamo stati tutti noi che amavamo quest'uomo che combatteva con coraggio contro la mafia e contro chi cercava di distruggere le leggi democratiche del nostro stato.
Dopo Falcone, ucciso in un precedente attentato insieme con la moglie, a Capaci, anche Borsellino lasciò la vita per aver cercato di riportare ordine là dove c'era solo connivenza e omertà, anche negli apparati dello stato, a quanto pare.
Ecco cosa riporta oggi il quotidiano di Torino La Stampa :
" I magistrati della Procura di Caltanissetta che coordinano l’inchiesta sull’uccisione del procuratore Paolo Borsellino e degli agenti della scorta, hanno acquisito una decina di giorni addietro a Palermo le ultime «carte» utili all’indagine sulla strage di Via D’Amelio del 19 luglio 1992 . A prelevarle negli uffici del Procura di Palermo sono stati personalmente il "reggente" l’ufficio inquirente di Caltanissetta, il procuratore aggiunto Renato di Natale, ed il sostituto Rocco Liguori."
I documenti acquisti dai magistrati riguardano il telecomando usato per far brillare l’auto imbottita di esplosivo che in via Mariano D’Amelio a Palermo provocò la strage. Di alcuni telecomandi simili a quelli usati per uccidere Borsellino nel 1992, rinvenuti in un casolare a disposizione di Giovanni Brusca nelle campagne di San Giuseppe Jato, si era già parlato il 18 aprile scorso nel corso di un vertice alla Dna, convocato dal Procuratore nazionale Pietro Grasso, e al quale presero parte Magistrati di Palermo, Caltanissetta e Catania. Due esperti in intercettazioni, consulenti della Procura Etnea, sono indagati a Caltanissetta per associazione mafiosa e concorso in strage perché sospettati di aver fornito i telecomandi. Nell’inchiesta relativa alla fornitura di telecomandi sarebbe anche coinvolto un imprenditore palermitano.
Nel corso di quel vertice romano si era discusso anche di una pista d’indagine che vedrebbe il coinvolgimento di «ambienti non mafiosi» nella strage di via D’Amelio. Adesso nell’inchiesta dei magistrati di Caltanissetta, che da tempo hanno concluso quella sulla scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino subito dopo la strage e devono ancora decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio di un ufficiale dei carabinieri indagato per false dichiarazioni al Pm, si torna a parlare dell’ombra dei servizi segreti deviati dietro la strage. La notizia della riapertura dell’indagine su servizi segreti deviati, che non ha trovato conferma da parte del procuratore Di Natale, ma neanche smentita, si potrebbe far risalire ad alcuni mesi fa. All’attenzione dei Pm di Caltanissetta ci sarebbe anche la presenza insolita di un poliziotto sul luogo della strage poco dopo l’esplosione dell’autobomba, agente che era stato trasferito da tempo a Firenze perché intercettato mentre rivelava alcune notizie relative ad indagini su un traffico di droga
Sembra la storia di un poliziesco da leggere tutto d'un fiato, ma purtroppo è come sempre realtà. Una realtà amara e tragica, che arriva a poco a poco, nel corso degli anni, e dopo tanti anni, a scoprire carte nascoste e carte sporche di un'Italia che tanto ha subito con deviazioni e porcherie varie, con stragi, omicidi, morti innocenti e " non colpevoli", che hanno lasciato una lunga linghissima scia di sangue e lutti e dolore nei parenti delle vittime, negli amici e in tutti noi che sempre abbiamo creduto, ed ancora crediamo, nella democrazia, nella giustizia e nella libertà di uno Stato non deviato !!!
2 commenti:
Davvero inquietante!
Erica, forse saprai gia' che lunedi' 23 alle 21 su RAI3 andra' in onda un documentario dal titolo "In un altro paese" che parla di Falcone e Borsellino. Lo consigliava l'altra sera Riccardo Iacona. Penso che sara' interessante.
Ciao,
sì,ho sentito le pubblicità a rai3 e spero di riuscire a vederlo
un saluto
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