26 aprile 1986 Tchernobyl Ucraina massimo punteggio Ines, 7
15 luglio 2007 Khasiwazaki-Kariva, Giappone, la più grande centrale atomica del mondo, investita dalle violente scosse del duplice movimento tellurico di magnitudo 6,8, che ha investito il nord-ovest del Paese provocando almeno nove morti e oltre un migliaio di feriti
Ora è allarme radioattività perchè nell’impianto si era sviluppato un incendio, innescatosi in un trasformatore, e la società gerente ’Tokyo Electric Power-Tepcò ha ammesso la fuoriuscita in mare di circa 1.200 litri di acqua radioattiva nonchè la dispersione nell’atmosfera di una limitata quantità di sostanze fissili, quali cobalto-60, iodio-129 e cromo-51, precisando però che quanto accaduto era da considerarsi «non preoccupante» per l’ambiente.
La tesi era stata avallata dal dicastero del Commercio, che però a meno di 24 ore di distanza ha ordinato alla ’Tepcò di far cessare completamente nella centrale ogni attività, del resto già sospesa per i danni subiti dai tre generatori. Il provvedimento è stato notificato personalmente dal ministro, Akira Amari, al presidente della compagnia, Tsunehisa Katsumata, come reso noto da un portavoce di quest’ultimo.
Si sta anche cercando di appurare che cosa ne sia stato di un centinaio di fusti contenenti scorie nucleari a basso livello di radioattività, i quali, sempre all’interno della struttura di Khasiwazaki-Kariva, sarebbero stati fatti cadere dai rispettivi siti di stoccaggio dal susseguirsi delle onde sismiche. I bidoni si sono rovesciati e un imprecisato numero di essi sono rimasti scoperchiati. Sono in corso controlli per individuare eventuali fughe di radiazioni, e le relative conseguenze.
Le autorità, a livello tanto locale quanto centrale, hanno aspramente criticato la compagnia per il ritardo e l’incompletezza con cui i suoi dirigenti hanno divulgato i danni subiti dalla super-centrale, dalla capacità di 8.212 megawatt e munita di sette reattori.
Ancora una volta un danno nucleare notevole ai danni dell'uomo e dell'ambiente
Qui in Italia si ritorna spesso a parlare di nucleare e di ripristino di centrali che potrebbero produrre energia elettrica, come le troppo numerose centrali francesi
Ma in Italia per fortuna con la vittoria dei NO al referendum dell'8-9 novembre 1987 è dal 1988 che le centrali nucleari di Trino Vercellese in Piemonte, Garigliano e Latina furono definitivamente chiuse mentre quella di Caorso, già ultimata, non entrò mai in funzione e quella di Montalto di Castro, pronta al 70%, fu riconvertita in impianto a gas
Sono sempre stata contraria al nucleare e ricordo che tanti anni fa, con una collega di matematica, andai a Ispra, al Centro sperimentale , e provai una vera angoscia quando ci fecero entrare nella sala
del reattore. Ci assicurarono che non c'era nessun pericolo di radiazione alcuna ma chissà perchè io rimasi veramente scettica, anche quando ci spiegarono come funzionava il sistema dell'acqua pesante!!!
E l'angoscia mi rimase e divenne enorme dopo Tchernobyl perchè nell'orto i rapanelli raccolti a giugno luglio, dopo le poigge nucleari, erano nero-viola all'interno, mentre le insalate quell'anno e l'anno successivo crebbero a dismisura...
Ma dal 1952 ad oggi è impressionante la catena di incidenti nucleari "top secret"
Ricordo di aver letto parecchi anni fa un libro in inglese di Greenpeace su questi incidenti e fu decisamente una lettura sconvolgente
Mancano dati e classifiche ufficiali su conseguenze e vittime e, sembra assurdo, quelle di Chernobyl sono ferme a 30, ma tutta l'Europa fu investita dalla nube tossica e ben 336 000 persone furono evacuate dalla zona dopo l' esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare ucraina.
Gli incidenti nelle centrali nucleari sono classificati secondo una scala da 0 (guasto) a 7 (incidente molto grave), nota come INES (International Nuclear Event Scale). In teoria è uno strumento utile, nella pratica un po’ meno perché spesso è difficile ottenere informazioni esatte sull’accaduto e in molti casi scatta il segreto militare a coprire il tutto di una coltre di silenzio. Nei fatti quindi, c’ è molto si dice ma poche certezze. In più alcuni paesi, come in passato l’Unione Sovietica, hanno sminuito sistematicamente e continuano a minimizzare ogni problema per tutelare la propria immagine politica. A tutt’ oggi, secondo i dati russi, il disastro di Chernobyl ha causato 33 vittime, perché si calcolano solamente quelle morte nell’imminenza dello scoppio. Questo è un problema aperto ed estensibile a tutti i vari allarmi nucleari: le modalità e i limiti del conteggio delle vittime, in considerazione del fatto che alcuni componenti radioattivi restano dannosi per centinaia, o migliaia, di anni.
Gli incidenti più noti, quelli su cui si hanno dati più o meno ufficiali, sono una manciata
Nel 1957 un bidone di rifiuti radioattivi prende fuoco ed esplode nella centrale di Kyshtym, in Unione Sovietica, contaminando migliaia di Kmq di terreno ed esponendo alle radiazioni 270 mila persone. Ne vengono evacuate dall’area 10 mila. Ufficialmente non ci sono vittime. La scala Ines è 6. Sempre nel 1957, a Sellafeld,in Gran Bretagna, un incendio nel reattore dove si produce plutonio per scopi militari genera una nube radioattiva imponente che attraversa tutta l’ Europa. I morti per gli effetti della radioattività (malattie, leucemie, tumori) sono stimati in 300. Scala Ines: 5.
Stessa gravità di un’altra celebre fuga radioattiva quella di Three Mile Island, negli Usa, nel 1969, quando il surriscaldamento del reattore provocò la parziale fusione del nucleo, rilasciando nell'atmosfera gas radioattivi pari a 15000 terabequerel (TBq). Vennero evacuate 3.500 persone.
Il 26 aprile 1986 è la data dell’incidente più noto, l’unico ad avere il massimo punteggio Ines, 7, quello di Chernobyl. Il surriscaldamento in una delle quattro torri che componevano l’impianto, vetusto persino per i laschi standard sovietici, provocò la fusione del nucleo del reattore e l'esplosione del vapore radioattivo. Stavolta arrivano nell’atmosfera ben 12.000.000 TBq . Una trentina di persone muoiono immediatamente, altre 2.500 nel periodo successivo per malattie varie, ma non esistono dati ufficiali e univoci sui decessi complessivi collegati all’evento. Di fatto l’intera Europa fu esposta alla nube radioattiva e per milioni di persone aumentò, non si sa fino a che punto, il rischio di contrarre tumori e leucemia.
Il Giappone, che di incidenti nucleari minori ha una ricca tradizione, entra nella classifica nel 1999 ,scala Ines, con Tokaimura, dove uno scoppio in una fabbrica di combustibile nucleare attiva una reazione a catena incontrollata. Muoiono tre persone, ma altre 400 sono esposte alle radiazioni. Altre fonti ricordano anche una serie di incidenti minori già a partire dal 1952, quando a Chalk River, in Canada, la parziale fusione del nucleo di un reattore accumula enormi quantità di acqua radioattiva negli impianti.
Il dato allarmante e comune a quasi tutti gli episodi è che sembrano legati a incuria, cattiva manutenzione, o ignoranza delle norme di sicurezza, requisiti indispensabili per maneggiare l’energia nucleare !!!