lunedì 15 giugno 2009

Servono cento giorni...

Mentre il Presidente del Consiglio è partito per Washington e l'incontro con Obama ( incrociamo le dita sperando che non racconti troppe barzellette e battute sconvenienti, imbarazzanti come al solito...!) il quotidiano riporta l'ultimo discorso della leader degli industriali Emma Marcegaglia, dal palco del convegno dei Giovani di Confindustria
«Servono cento giorni di azioni mirate e forti che permettano alle nostre imprese di avere una svolta» perchè «la situazione è difficile, c’è il rischio di perdere un pezzo del nostro sistema produttivo», con «aziende che rischiano di morire». Fare presto e «fare bene» perchè «gli esami di riparazione sono finiti». Bisogna dare il via a «cento giorni di concretezza»
La Marcegaglia, tra le priorità che devono impegnare l’esecutivo, ha citato il pagamento di almeno una parte dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese, ha rilanciato la proposta avanzata dalla presidente dei Giovani Federica Guidi per una "Tremonti ter" che aiuti le imprese a fare investimenti e ha detto che occorre aprire subito tutti i cantieri perchè quelli già avviati «sono pochi» e bisogna dire basta alla «cultura dei veti».
Ha quindi auspicato che il mondo del credito non lasci sole le aziende sane perchè «c’è il rischio che queste aziende muoiano. Va fatto un pressing forte perchè le banche facciano il loro mestiere e non lascino sole le imprese. Troppe aziende si vedono ritirare i fidi e non riescono a finanziare gli investimenti».
Nell’invocare riforme strutturali, la presidente degli industriali ha invitato il governo a «darsi almeno una scadenza». E che dal G8 delle finanze in corso a Lecce «possano uscire regole comuni» poichè «è opportuno cambiare le regole per evitare una nuova crisi finanziaria».
No a qualsiasi idea di un ritorno dello Stato nell’economia perchè «la crisi non è stata creata certo dalla libera impresa e dal libero mercato».
Sul fronte europeo, la Marcegaglia ha invitato gli europarlamentari a non ripetere «lo scempio del passato» quando 37 su 72 deputati sono tornati in Italia «magari anche per piccole cose» tradendo così il mandato degli elettori.
« Bisogna avere serietà »
Un auspicio che vale anche per il dibattito politico interno che «deve tornare a temi consoni per un paese come il nostro, a temi vicini ai problemi di cittadini e imprese. Vogliamo una politica che si ritrovi sui grandi temi fondamentali per la coesione sociale. È importante che il paese la ritrovi, non dobbiamo farci del male, ma unirci e fare in modo che le beghe interne non abbiano impatto» anche in relazione alle vicende internazionali.
«Il nostro è un paese serio e responsabile», «dalla crisi possiamo uscire, ripartire, colmare il gap che ci divide dagli altri paesi». Ma «dobbiamo impegnarci seriamente» visto che il tempo a disposizione stringe.
Non mi è mai piaciuta granch'è, questa imprenditrice rampante; preferivo di gran lunga Draghi
Ma in questo marasma politico, dove i politici al governo litigano e si preoccupano più dei loro interessi privati che di quelli di noi cittadini, una donna che chiede serietà e morale deve essere seguita
E auguriamci che almeno lei mantenga ciò che ha detto... Almeno lei !!!

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