lunedì 2 giugno 2008

Ahmadinejad e il vertice Fao di Roma

Dal 3 al 5 giugno, arriveranno a Roma, a Palazzo Chigi, sede della Fao, 191 capi di Stato per il biennale vertice sulla «Sicurezza alimentare». Tra questi vi sarà il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad
Nei giorni scorsi si era ipotizzato addirittura di una sua visita in Vaticano e di incontri con il nostro governo, ma proprio alla vigilia della sua partecipazione al vertice Fao di Roma, Ahmadinejad è tornato a sostenere che Israele verrà presto cancellato dalle carte geografiche e che il «potere satanico» americano rischia la distruzione.
Parlando infatti ad una platea di dignitari stranieri riuniti a Teheran per il diciannovesimo anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini, avvenuta nel 1989, il leader ultranazionalista iraniano ha dichiarato:
«Dovreste sapere che il regime criminale e terrorista sionista che ha all’attivo 60 anni di furti, aggressioni e crimini è arrivato alla fine e presto scomparirà dalle mappe», ( fonte agenzia ufficiale Irna).
Soltanto ieri, Ahmadinejad aveva usato toni concilianti in due messaggi inviati al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in occasione della Festa della Repubblica, con la speranza che «le relazioni tra Teheran e Roma ricevano un ulteriore impulso sulla base delle posizioni storiche comuni tra le due capitali».
Questo richiamo alla tradizione di buone relazioni fra Italia e Iran era stato ripreso anche dal portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Mohammad Ali Hosseini, che sempre ieri aveva annunciato la disponibilità del suo presidente ad incontri bilaterali, se le autorità di governo italiano lo avessero richiesto.
Ma subito dopo, il ministro degli Esteri Manucher Mottaki aveva frapposto un ostacolo insormontabile a qualsiasi riunione italo-iraniana a margine del summit sull’Alimentazione, ricordando che «se ogni musulmano versasse un bicchiere d’acqua, Israele scomparirebbe annegato» e riprendendo la vecchia definizione di Khomeini del «regime sionista nemico dell’umanità».
Sembra quindi ormai del tutto da escludere un meeting di Berlusconi con il capo della repubblica islamica e molto improbabile un faccia a faccia fra i responsabili delle diplomazie, dopo che il Vaticano ha fatto sapere, che «il Santo Padre non riceverà nessun capo di Stato straniero» nei giorni del vertice e, di conseguenza, neppure il leader iraniano.
Sugli Usa, oggi Ahmadinejad ha previsto anche che l’era del declino e della distruzione del suo «potere satanico» sia ormai avviata e che: «La campanella del conto alla rovescia sulla distruzione dell’impero del potere e della ricchezza ha iniziato a suonare».
Nel frattempo la Germania ha detto un bel no all’ingresso dell’Italia nel "5+1", il gruppo di Paesi incaricato dei negoziati con l’Iran sul suo dossier nucleare.
La posizione del governo tedesco è stata spiegata da un portavoce del ministero degli Esteri di Berlino: «Il governo tedesco non vede alcuna necessità di fare dei cambiamenti nel formato negoziale», ed il portavoce della cancelliera Angela Merkel ha sottolineato che «i negoziati con Teheran si svolgono in stretto coordinamento con gli altri Paesi dell’Unione Europea».
Del "5+1" fanno parte Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Cina e Francia, i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, più la Germania.

Visto come la pensano gli altri stati europei, Francia e Germania, soprattutto, sarebbe veramente molto importante che questa visita a Roma del leader fondamentalista Ahmadinejad diventasse l'occasione per chiarire qual è il ruolo della politica estera italiana sul tema dei diritti umani
La capacità di unire la politica degli interessi nazionali con una pressione realistica per l’allargamento degli spazi di diritto e di libertà, dove arriva il raggio della propria influenza, sarebbe il metodo giusto da usare anche in Italia, a partire proprio dal caso iraniano.
Perché la prima visita di Ahmadinejad in un paese europeo è la visita del personaggio più lugubre del fondamentalismo diventato regime.
Il regime della repressione violenta e sistematica dei diritti civili, politici, sessuali e sindacali.
Il regime della negazione della Shoah e del diritto all’esistenza di Israele e dell’ingerenza a tutto campo nei fragili equilibri mediorientali, dal Libano alla Palestina all’Afghanistan.
Il regime di una minaccia militare nucleare camuffata dietro il velo di un programma civile che rifiuta i vincoli della trasparenza e nel quale ancora pochi giorni fa le Nazioni Unite hanno riconosciuto i segni di una «intenzionale assenza di cooperazione» con la comunità internazionale.
Negli ultimi anni l’Italia ha fatto attenuare la pressione internazionale sull’Iran, rallentando l’adozione di sanzioni nel timore che potesse esserne danneggiato il nostro interscambio commerciale con Teheran. Ma altri Paesi europei che intrattengono con l’Iran rapporti economici non meno rilevanti dei nostri, come la Germania, per esempio, non hanno mostrato le stesse cautele.
Al contrario, proprio l’entità degli interessi economici è stata fatta pesare sul piatto delle trattative con il regime di Ahmadinejad, distinguendo l’obiettivo dell’integrazione commerciale iraniana da quello della vigilanza sul tema dei diritti umani e del potenziale di minaccia globale che quel regime continua ad accumulare.
Impariamo quindi dai Tedeschi ma anche dai Francesi a mettere qualche bel puntino sulle i, come si suol dire, e a puntare di più i piedi per far capire a questo signore, ma non solo a lui, che i diritti umani sono fondamentali in una democrazia
E se non ci sono, allora la democrazia si può benissimo chiamare regime dittatoriale!

5 commenti:

marina ha detto...

E regime è, secondo me.
Ma ogni volta che Ahmadinejad può dire al suo popolo "siamo stati discriminati, esclusi, ecc" il suo regime si rafforza.
Egli crea ad arte nemici esterni per isolare l'opposizione interna.Di Israele non gliene frega niente, ma la usa a fini interni. E riuscirà a creare un sentimento antisraeliano in quel paese.
Questo mi preoccupa più di tutto.
marina

Osvaldo Contenti ha detto...

Ciao Erica, questo post è bellissimo sia per la chiarezza che per la completezza dei suoi contenuti e per la chiusa sulla quale concordo perfettamente. Personalmente, poi, non riesco a non rabbrividire leggendo le dichiarazioni di Ahmadinejad, perché somigliano terribilmente a certi farneticanti proclami hitleriani che poi portarono a sterminii indicibili. Tale analogia mi procura sgomento e orrore per l'eventualità di un orribile ricorso storico.
Osvaldo

giovanna ha detto...

ciao Erica,
leggendoti sono ancora più felice della tua visita...
Ho potuto legere questo ottimo articolo.
Mi associo alle tue e di chi ha già commentato, considerazioni.
Sì... le dichiarazioni di Ahmadinejad suscitano indignazione e sono preoccupanti. L'Italia dovrebbe prendere posizioni decise nei confronti di tale personaggio e in tema di diritti umani.
ciao erica,
tornerò a leggerti, con più calma...
g.

ericablogger ha detto...

grazie giovanna di essere passata
a presto

Renata ha detto...

Sei stata molto gentile a passare da me, ti ringrazio. Dalla mia breve visita noto il tuo impegno, il tuo documentato approccio con gli argomenti importanti che ci coinvolgono tutti. Chi, come me, comincia a risentire della stanchezza del vivere, guarda a persone come te con tanta speranza. Un abbraccio grato.