domenica 22 aprile 2007

Frammenti di memoria ... la Resistenza

Arrivando dal centro di Omegna, si prende via De Angeli e si arriva al ponte sul fiume Strona, che scende dalla valle omonima. una valle molto bella con la stretta strada che sale curvando lungo il fiume a raggiungere i vari paesi su su fino a Forno, l'ultimo prima delle montagne e dei sentieri alpini che hanno visto passare, x due lunghi anni e due inverni freddi e nevosi, il '43-44 ed il '44-45, i partigiani combattenti ed i fascisti ed i tedeschi che rastrellavano tutta la zona, confinante con l'Ossola e la Svizzera e con la Valsesia.
Nella primavera 1994 insegnavo francese in Valle e ho collaborato ad una ricerca dei ragazzi di seconda e terza media di Valstrona, da cui nacque poi un piccolo libretto curato editorialmente dal Comune e con il patrocinio della Regione Piemonte. Le foto erano di Carlo Pessina, un fotografo molto noto qui in zona.Il titolo era I Luoghi della resistenza in Valle Strona e la maggior parte delle testimonianze era stata raccolta dagli alunni nei paesi.
I testimoni erano le donne e gli uomini che avevano assistito agli avvenimenti, agli eccidi ed alle stragi dei Fascisti ed alle aggressioni, ai pestaggi o alle morti di alcune donne che avevano protetto i partigiani, spesso i mariti o i figli che erano saliti in montagna.
In questa piccola valle, conosciuta attualmente da pochi appassionati di montagna, splendida e solare, gli episodi atroci furono molti, troppi in effetti.
Io ho tradotto dal dialetto locale le voci ed i racconti registrati ed ho scritto a computer gli episodi più significativi.
In queste storie di tanti anni fa ci sono i nomi dei 6 giovani della valle e della pianura, che morirono fucilati a Strona il 27 giugno '44, senza conforto religioso, dopo essere stati presi in un'imboscata e condotti a Omegna, x essere interrogati e poi condannati a morte e riportati su in paese su un camion, i 9 giovani che, feriti o ammalati, furono accolti nella casa del parroco don Giulio Zolla, ma vennero barbaramente assassinati a Forno il 9 maggio '44 dai militi della Muti, giunti da Fobello con il sottotenente De Filippi.
Veramente toccanti le parole del parroco Zolla, scritte x non dimenticare quei sanguinosi momenti di barbarie e ferocia a cui dovette assistere e le parole del fascista che gli ordinò di tenere i cadaveri dei morti, finiti tutti con un colpo in testa, lì sul posto fino alla sera x farli poi portare al cimitero dagli uomini che sarebbero rientrati dal lavoro!
Alcuni testimoni partigiani che hanno raccontato episodi di guerra e di fughe che hanno permesso loro di sopravvivere, seppur feriti, li ho conosciuti anch'io molti anni dopo quelle vicende, come Sabatino Meloni o Pippo Coppo, comandanti di brigate partigiane, che vivevano qui a Crusinallo, Bortolo Consoli, che era amico dei miei genitori e veniva spesso a casa mia e nelle scuole a parlare con gli alunni, o Bruno Rutto e suo fratello, che lavorava con mia mamma, e ricordo pure il dottor Balconi, di Omegna, che in qualità di medico fu di grande aiuto x tutti quelli che avevano bisogno e che andò spesso a prendere i morti abbandonati.
Alcuni dei nomi di quei giovani li avevo già sentiti nominare da mia mamma, come Nandino Bariselli e Giovanni Sozzi, suoi compagni di classe, uccisi a Chesio il 9 maggio ' 44 da una compagnia di militi fascisti della Tagliamento, dopo essere stati presi insieme con altri 3 della loro pattuglia e crudelmente torturati, o Alberto Realini, cognato di una sua collega d'ufficio, ucciso il 14 aprile 1945 all'Alpe Cardello, qui sopra Crusinallo.
Realini e i suoi due compagni, probabilmente traditi dalla spiata di una di qui e caduti in un'imboscata, si difesero strenuamente ma furono sfigurati dalle molte ferite e uccisi da un colpo di pistola sparato a bruciapelo. I fascisti scesero poi a piedi giù dall' Alpe Colla e arrivarono qui dietro a casa mia. Erano i fascisti del presidio di Omegna, che si trovava all'interno e delle scuole e degli uffici della ferriera Cobianchi, la ditta dove mia mamma era impiegata, al comando del quale vi era il tenente Finestra. Quando arrivarono a fondovalle, in casa di mia nonna c'erano solo lei, mia zia e mia mamma, che dovettero uscire e chiedere loro se avevano bisogno xchè uno era portato a braccia su di un asse. Il capo disse che il soldato era solo ferito ma che andava tutto bene, x mia mamma invece era già morto!
Da Omegna i fascisti se ne andarono il 24 aprile 1945, con un accordo con i capi partigiani, che li lasciarono liberi di scendere verso Gravellona e verso il lago Maggiore, Baveno, Stresa, Arona ed il fiume Ticino.
Mia mamma incontrò i primi partigiani scesi a valle proprio qui in fondo alla strada, seduti su un sasso che fumavano...
Ma la Valle Strona non festeggiò la partenza dei fascisti e dei tedeschi xchè ancora stava piangendo la morte di tanti giovani e di Giustina Peretti, giovane donna incinta di diversi mesi, che fu trovata in casa, a Forno, con la figlioletta e uccisa il 25 marzo 1945 da una raffica di mitra.
Quel giorno i militi della brigata Ravenna stavano cercando un partigiano ferito e le loro nefandezze in paese furono notevoli : minacciarono di morte il parrocco Zolla, bruciarono diverse case della piccola frazione di Otra, rastrellarono gli abitanti ed uccisero prima Giustina, dopo averla schernita e beffeggiata, e poi Calogero Calleri, un giovane operaio siciliano che lavorava nelle miniere di Campello. Calogero subì sevizie e torture e fu fucilato alle porte del paese.
Di loro e di tutti gli altri martiri della Resistenza restano lapidi, monumenti, murales e cippi a ricordo. A tutte le donne della valle, che hanno rischiato più volte la vita x autare i resistenti, è stato eretto all'Alpe Quaggione un monumento in memoria.
Noi ricordiamo sempre il 25 aprile come il giorno della Liberazione, ma qualche volta io mi chiedo se ne valeva la pena, rischiare la pelle e lasciarcela x un paese che ben raramente ricorda i loro sacrifici e le loro vite date con tanto coraggio in nome della libertà ...
Tanto sangue versato x chi ? x che cosa?

* Bortolo Consoli fu x anni il presidente dei partigiani locali sopravvissuti e scrisse parole di fuoco quando l'ex tenente Finestra, il comandante fascista del presidio di Omegna, dove morirono tanti partigiani e civili nei due anni della resistenza nelle azioni dai lui comandate, fu eletto sindaco di Latina!

10 commenti:

Anonimo ha detto...

fai bene a riproporre il tema della memoria...

Artemisia ha detto...

Brava, Erica, fai in modo che i ragazzi di oggi sappiano su cosa si basa la liberta' di cui godono.
Io sono grata alla mia maestra elementare che insisteva molto sul tema della Resistenza.
In questo periodo di revisionismo bisogna invece mettere i puntini sulle i e fugare ogni ambiguita' su chi stava dalla parte della ragione e chi del torto!

Anonimo ha detto...

Bello tutto quello che hai scritto, ne vale la pena sempre, altrimenti... No, noi ci siamo e segniamo il territorio anche noi. Ciao Giulia

Anonimo ha detto...

Ciao Erica, non sono d'accordo con la tua conclusione pessimistica. E non solo perché la Resistenza ci ha regalato la democrazia, ma anche perché in moltissime località italiane è ben vivo il ricordo e il tramandare le storie di quei nostri coraggiosi connazionali.
Osvaldo :)

Anonimo ha detto...

Ciao, ho letto il tuo articolo con piacere!:)

Anonimo ha detto...

Il ricordo della Resistenza ci deve aiutare a difendere i valori della Costituzione troppo spesso messi in discussione. Qualche anno fa, dirigendomi in auto verso il Sempione, ho pensato molto alla guerra di Liberazione e ai partigiani che su quelle montagne hanno sacrificato per noi la loro vita. Un caro saluto, Fabio.

Anonimo ha detto...

Erica,
molto belle le storie che hai raccolto e raccontato.
Devo dire che il tuo finale mi ha spiazzato.
Ne è valsa la pena, comunque semplicemente perchè era giusto. Per riscattare un intero paese.

"viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir
"

saluti
cinghios

Anonimo ha detto...

Cosa dire ti hanno già sommerto di complimenti un saluto

ericablogger ha detto...

il mio finale nasce da una profonda riflessione nata parecchi anni fa quando ebbi modo di discutere con Bortolo Consoli riguardo alla vicenda del tenente Finestra, che aveva comandato i Fascisti della zona ed organizzato rappresaglie e applicato la brutalità e la violenza anche negli interrogatori, ma dopo tutto ciò era stato eletto sindaco di Latina negli anni 80 o inizi 90
Consoli aveva scritto ovunque x reclamare ma nessuno fece un bel nulla
E attualmente in Valle Strona quando ci sono le elezioni , i partiti che prendono il maggior numero di voti sono la Lega e AN!!!
Ne valeva la pena, allora?

Anonimo ha detto...

Scusa, ma cosa si sarebbe dovuto fare? Invalidare forse le elezioni di Latina?! O fare una legge "ad personam" che togliesse i diritti civili (fra i quali ti ricordo che è annoverato anche il diritto di fare politica e quindi di essere eletto sindaco) solo ed esclusivamente a Finestra?!?!Non mi sembra che Finestra dopo la guerra sia stato processato per crimini di guerra, semplicemente perché non ne aveva commessi, e anche se fosse stato processato e condannato, una volta espiata la pena sarebbe tornato a essere un cittadino come tutti gli altri e quindi passibile di elezione a sindaco! Del resto democrazia vuol dire anche questo, pertanto non capisco proprio su quali basi tu (e Consoli) ti indigni tanto! E poi ognuno è libero di votare per chi vuole: se in Valle Strona votano Lega o AN non vedo che ci sia di male... del resto c'è chi vota Bertinotti o Diliberto nonostante i crimini commessi da Stalin e nessuno si indigna...

Ciao

Guido