Questo è il post numero 600. Sono proprio tanti ormai e per festeggiare la mia costanza nell'aver mantenuto vivo così a lungo nel tempo il mio blog qui voglio ricordare le donne di Srebrenica
L' 11 di ogni mese le donne di Srebrenica hanno manifestato in piazza, portando le fotografie e i nomi ricamati dei loro congiunti. Per 13 anni hanno protestato chiedendo l'arresto di Radovan Karadzic.
Il 22 luglio 2008 l' ex presidente serbo bosniaco accusato di crimini contro l'umanità è stato catturato dalle autorità di Belgrado.
«Finalmente giustizia è stata fatta», fu il primo commento di Kada Hotic, una delle rappresentanti dell' associazione della madri di Srebrenica.
Ieri, 31 marzo 2010, oltre a condannare i fatti di Srebrenica, l' Assemblea nazionale di Belgrado ha espresso «le condoglianze e le scuse alle famiglie delle vittime perché tutto non è stato fatto per impedire la tragedia». Un'altra vittoria per le migliaia di donne che hanno perso i loro familiari.
A 15 anni dal massacro di Srebrenica, il parlamento serbo ha finalmente adottato una risoluzione di condanna di una delle peggiori atrocità della guerra in Bosnia, rendendo omaggio alle sue 8 mila vittime e scusandosi per non avere fatto abbastanza per impedirlo.
Nel testo la parola "genocidio" non c'è perchè è il frutto di un compromesso che riflette le divisioni esistenti ancora in Serbia su un passato recente su cui gravano ombre, rancori e odio. La Dichiarazione su Srebrenica è stata infatti votata soltanto da democratici e socialisti, partiti filo-occidentali intenzionati a fare il possibile per portare finalmente la Serbia nell’Unione Europea.
Nel luglio 1995, poco prima della fine di un sanguinoso conflitto che da tre anni stava dilaniando la Bosnia multi-etnica, 8 mila musulmani furono trucidati dalle truppe della Republika Srpska al comando del generale Ratko Mladic, ancora ricercato per genocidio e crimini di guerra dal Tribunale internazionale dell’Aja per la ex Jugoslavia. Nel documento si afferma che il Parlamento serbo «condanna nel modo più severo» l’eccidio e esprime «profonde condoglianze e scuse per le famiglie delle vittime in quanto non è stato abbastanza per prevenire la tragedia».
Nella risoluzione, il parlamento ribadisce anche la sua disponibilità a una piena collaborazione con il Tribunale penale del’Aja, che chiede da tempo a Belgrado di cooperare per l’arresto e l’estradizione di Mladic, il ricercato "numero uno" del Tpi.
La giustizia a volte è troppo lenta ma qualche volta la coscienza degli uomini è più forte dei crimini commessi dalla barbarie assassina dei criminali di guerra
8 commenti:
grazie per il tuo lavoro tenace di informazione
Auguri!
marina
grazie a te marina, che ogni giorno ci dai una nuova notizia sempre estremamente interessante
Ciao Erica, sono una neofita dei blog. Oggi ho deciso di leggerne uno e ho scelto il tuo, interessante. Davvero un mondo virtuale! ciao
grazie
Giulia
Complimenti per la tua perseveranza, Erica.
Continua così!
Un caro saluto,
Artemisia
cara neofita dei blog spero che il mio mondo virtuale continuerà a piacerti e che nel tuo prossimo commento anche tu metta il tuo nome
E' bello conoscersi e riconoscersi ...
un caro saluto a te ma anche a Giulia ed artemisia
c'è purtroppo nell'animo umano una tendenza a voler rimuovere i fatti spiacevoli, a voler dimenticare; naturalmente a livello personale e psicologico questo ha un senso, come quando ci colpisce un lutto e dobbiamo gestirlo, superarlo, continuare a vivere; però questo umano sentimento è molto pericoloso laddove si insinua nella condanna collettiva, sociale, politica, laddove cioè è bene che il diritto, la giustizia, la forza positiva delle istituzioni giuste deve essere implacabile (nel senso letterale = non si può placare), altrimenti le vittime sono vittime due volte; comunque, non mollare mai è giusto, anche se non è così facile, appunto per l'istinto umano di rimuovere ciò che fa orrore
grazie diego per il tuo commento , purtroppo troppo spesso per superficialità indifferenza o come dici tu orrore non si fa nulla e le vittime subiscono un altro abuso ancora più grave della loro morte: essere completamente dimenticati da tutti
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