mercoledì 8 aprile 2009

Una firma per la democrazia, un fiore per la libertà

Ricevo dall' amico Michele questa mail, che diffondo molto volentieri

Una firma per la democrazia, un fiore per la libertà
Istituto Storico Resistenza "Piero Fornara" - NOVARA


Questo Istituto aderisce all'iniziativa promossa dal Coordinamento delle Associazioni Resistenza, Deportazione, Internamento Militare e Perseguitati Politici del Piemonte, denominata "Una firma per la democrazia, un fiore per la libertà" che si propone un raccolta di firme per contrastare il Progetto di Legge n. 1360 che istituisce l'Ordine del Tricolore e di fatto intende equiparare tutti i combattenti della Seconda Guerra Mondiale, parificando chi ha combattuto per la libertà e la democrazia e chi ha servito il regime nazifascista.

Chi volesse aderire firmando on line può farlo attraverso il sito www.no1360.it che è stato appositamente creato
Chi volesse saperne di più, le iniziative in corso e dove è possibile firmare, può contattare uno di questi numeri attivi in ogni capoluogo di Provincia del Piemonte
Torino - 011/521.16.79 Asti - 0141/35.33.08 Alessandria - 0131/44.38.61 Cuneo 0171/60.36.36 Novara 347/22.17.941 Verbano-Cusio-Ossola 0323/58.68.02 Biella-Vercelli 0163/52.005


In allegato l'o.d.g. n. 1175 votato dal Consiglio Regionale del Piemonte

Netta contrarietà del Consiglio regionale del Piemonte per il vitalizio a tutti gli ex combattenti


Torino, 11 febbraio 2009
È stato approvato a larga maggioranza dal Consiglio regionale del Piemonte, nella seduta del 10 febbraio, un ordine del giorno che esprime netta contrarietà alla proposta di legge in Parlamento n. 1360 "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento del trattamento pensionistico di guerra". Tale proposta prevede espressamente, all'articolo 2, l'equiparazione, ai fini del conferimento dell'onorificenza dell'istituendo Ordine del Tricolore e della concessione del conseguente assegno vitalizio di 200 euro annui, tra partigiani e prigionieri nei campi di concentramento da un lato e combattenti nell'esercito della Repubblica Sociale Italiana dall'altro.
L'odg è stato sottoscritto da numerosi consiglieri di maggioranza e opposizione, primo firmatario il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Placido, delegato al Comitato Resistenza e Costituzione. In Aula sono intervenuti, oltre a Placido, i consiglieri Giampiero Leo (Fi), che si è espresso a favore, e Gian Luca Vignale (An), che ha annunciato l'astensione del suo gruppo.
L'odg si conclude invitando "tutte le forze sociali e politiche, l'associazionismo, le istituzioni culturali, gli Istituti storici della Resistenza, le associazioni dei partigiani, dei deportati, degli internati militari e dei perseguitati politici, la società civile piemontese tutta ad una mobilitazione capillare sul territorio in difesa dei valori della Resistenza, della libertà, della democrazia e a tutela della memoria storica".
Di seguito il testo del documento approvato.
"Il Consiglio regionale del Piemonte, Vista la proposta di legge n. 1360 recante "Istituzione dell'Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra", attualmente all'esame della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati; Rilevato che tale proposta prevede espressamente, all'articolo 2, l'equiparazione, ai fini del conferimento dell'onorificenza dell'istituendo Ordine del Tricolore e della concessione del conseguente assegno vitalizio di € 200,00 annui, tra partigiani e prigionieri nei campi di concentramento da un lato e combattenti nell'esercito della Repubblica Sociale Italiana dall'altro;
Considerato che il Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, riunitosi appositamente, su richiesta dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, in seduta plenaria il 4 febbraio ultimo scorso, ha giudicato grave e inaccettabile sia dal punto di vista storico e morale sia da quello giuridico tale equiparazione;
Preso altresì atto che il Comitato ha assunto unanimemente la decisione di intraprendere, a partire dal Piemonte, regione che reca ancora tra le sue montagne e nelle sue città i segni profondi ed i ricordi indelebili della lotta di Liberazione e dei crimini nazifascisti, una serie di iniziative pubbliche volte a sensibilizzare i soggetti istituzionali, le forze politiche e sociali, gli enti territoriali e l'opinione pubblica al fine di evitare che il legislatore nazionale approvi una norma vissuta come una profonda ferita alla coscienza civile e democratica del nostro Paese;
Ricordato che a seguito di tale riunione il Comitato ha indirizzato una missiva a tutti i parlamentari eletti in Piemonte, ai componenti della Commissione Difesa della Camera, ai Presidenti di Senato e Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Repubblica rivolgendo loro un invito affinché, nel rispetto del ruolo istituzionale di ciascuno e delle prerogative del Parlamento, adottino le iniziative necessarie per evitare che tale proposta divenga legge della Repubblica Italiana; che la costruzione di una memoria storica nazionale condivisa non possa basarsi su ingiuste equiparazioni tra chi ha combattuto, è stato imprigionato, deportato o ha dato la vita per la libertà e la democrazia e chi ha difeso il regime fascista e il nazismo;
Auspicando che, al di là delle legittime e naturali differenze di schieramento, sia possibile ricostituire attorno ai valori della Resistenza lo straordinario scenario di unità tra le forze politiche democratiche che permise la conduzione vittoriosa della lotta di liberazione, la stesura della Costituzione e la nascita della nostra Repubblica; Esprime la più netta contrarietà alla proposta di legge in questione; Invita le forze sociali e politiche, l'associazionismo, le istituzioni culturali, gli Istituti storici della Resistenza, le associazioni dei partigiani, dei deportati, degli internati militari e dei perseguitati politici, la società civile piemontese tutta ad una mobilitazione capillare sul territorio in difesa dei valori della Resistenza, della libertà, della democrazia e a tutela della memoria storica;
Sollecita i Consigli provinciali e comunali del Piemonte a voler discutere e approvare il presente Ordine del Giorno, impegnando il Presidente del Consiglio regionale alla trasmissione del medesimo a tutte le Assemblee elettive della regione; Sostiene la pubblica sottoscrizione di un appello rivolto al Parlamento per chiedere che non venga approvata la proposta di legge n. 1360".

1 commento:

Fabio ha detto...

Ho appena aderito anch'io alla petizione. Tanti auguri per una serena Pasqua a te e ai tuoi cari, Fabio