Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è tornato a ribadire con parole forti il valore delle Festa della liberazione legata a quello della Costituzione.
Di fronte ai rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma, e delle associazioni partigiane, ha ricordato che «i messaggio, l’eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’Italia, vive nella Costituzione, carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale»
Di fronte ai rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma, e delle associazioni partigiane, ha ricordato che «i messaggio, l’eredità spirituale e morale della Resistenza, della lotta per la liberazione d’Italia, vive nella Costituzione, carta fondante della Repubblica, pietra angolare del nostro agire comune e della nostra rinnovata identità nazionale»
«Nella Costituzione possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una diversa memoria ed esperienza personale o per giudizi acquisiti» ; «il nostro ricordo, il nostro omaggio a tanto sacrificio, si unisce all’impegno a non ripetere gli errori del passato».
C’è bisogno però anche di una «realistica presa d’atto delle conseguenze che l’arbitrio e l’oppressione conosciute con la dittatura fascista e l’occupazione nazista producono sempre ineluttabilmente».
Nei giorni scorsi il Presidente Napolitano aveva aperto i lavori della Biennale Democrazia con un’appassionata ed appassionante lezione tenutasi dal palco del teatro Regio a Torino.
Rivolgendosi ai tanti “ragazzi e ragazze” presenti, il Presidente era ritornato con la memoria al 1943, epoca in cui aveva la stessa età che hanno ora parecchi fra quei giovani ascoltatori presenti e al momento in cui, tramite la radio, lo raggiunse la notizia della caduta di Mussolini.
L’aneddoto è stato il punto di partenza di una testimonianza intensa dell’immediato senso di liberazione, ma anche della drammatica situazione in cui versava la popolazione italiana, e di come si unì nella resistenza e nella mobilitazione per la libertà: «Così rinacque la democrazia in Italia».
«La Costituzione Repubblicana non è una specie di residuato bellico», ha poi affermato con forza Napolitano, soffermandosi con precisione su un’attenta spiegazione dell’importanza e del significato della nostra Carta, «legge fondamentale» nata in anni di grande fervore intellettuale e non soltanto “carta dei valori”, che mai dovrebbe essere sottovalutata nella sua importanza.
«Rispettare la Costituzione è espressione altamente impegnativa (…). Ogni espressione della sovranità popolare, ogni potere delle istituzioni rappresentative riconosce la supremazia della Costituzione, rispetta i limiti che essa gli pone», ha ricordato il Presidente, che ha anche evidenziato l’attualità di una carta «che nacque guardando avanti e lontano»
Una Costituzione che è di tutti, non soltanto della generazione che l’ha vista nascere, non soltanto di una parte politica, che «seppe, partendo da esperienze democratiche di cui scongiurare ogni possibile riprodursi, dare fondamenta solide e prospettive di lunga durata al nuovo edificio dell’Italia democratica (…). Prospettive affidate ad uno sforzo sapiente (…) per tenere aperte le porte del nuovo edificio alle imprevedibili evoluzioni e istanze del futuro. I valori dell’antifascismo e la resistenza non restarono mai chiusi in una semplice logica di rifiuto e di contrasto, sprigionarono sempre impulsi positivi e propositivi e poterono tradursi in principi e inviti condivisibili anche da parte di chi fosse rimasto estraneo ad antifascismo e resistenza. Perciò il 25 aprile non è festa di una parte sola».
Napolitano si è rivolto espressamente ai giovani, per concludere la sua lezione:
Napolitano si è rivolto espressamente ai giovani, per concludere la sua lezione:
«Sappiamo quali orizzonti nuovi la Costituzione abbia aperto per il nostro paese, orizzonti di libertà e di uguaglianza, di modernizzazione e di solidarietà, ma la condizione per coltivare queste potenzialità (…) è in un impegno che attraversi la società (…), uomini e donne di ogni generazione (…). Parlo di un rilancio indispensabile del senso civico, della dedizione all’interesse generale, della partecipazione diffusa a forme di vita sociale e di attività politica. Parlo di uno scatto culturale e morale».
Il Presidente della Repubblica si è dunque rivolto al ruolo fondamentale dei giovani che prenderanno in mano il futuro del nostro Paese.
Una generazione che ha ancora la fortuna di poter ascoltare le parole, sagge e attuali, di un Presidente che, come i nostri padri, più o meno suoi coetanei, ha visto nascere la Repubblica dopo gli anni bui e terribili della dittatura che l’aveva drammaticamente preceduta.
Una fortuna da non sottovalutare ma anche una responsabilità.
La responsabilità di portare avanti un messaggio di libertà e di democrazia nate quel lontano 25 aprile di 64 anni fa senza lasciarsi fuorviare, senza lasciarsi ingannare, mai, dai falsi narratori di una storia che non è mai stata vera e sincera !!!
5 commenti:
;-) duccio
PS cosa aggiungere!!!
sciaooo erik
ciao erica ti ringrazio per le risposte ma vorrei chiarire 2 cose , ho scoperto il blog in questione su un blog di ricamo e ci sono andata di corsa il giorno 7 per via dei 1000 morti, mia figlia, amici e colleghi erano là dalle 5.30 di quel mattino e sapevo grosso modo come stavano le cose . ci sono tornata nei giorni seguenti ed ho notato che sputava veleno verso tutti (non mi riferisco ai politici perchè non mi interessa , ci sto tanto avvelenata io figurati), parlava di soccorritori di sinistra(?) i mille morti(?) gli sfollati di serie a e b(?), il pc, la telecamera, il telefonino, il sindaco ed altri responsabili del sisma (?) , eravamo fuori da ogni logica, allora mi sono spulciata un pò il suo blog (del resto è pubblico! e là mi sono fatta un'idea!)mi sono permessa educatamente di farle notare che nonostante la situazione fosse gravissima ma non stavano così le cose che lei sosteneva ferma la drammaticità della situazione e mi sembrava una carognata nei confronti di chi ha lasciato famiglia e lavoro per andare là a prestare soccorso (ci saranno pure i furbi tra i soccorritori ma i più sono gente per bene), gente senza colore politico nè credo religioso, si è permessa di offendermi, a quel punto le avrei dovuto scrivere una lista interminabile di maleparole, ma poi ho pensato: primo mi metto al suo livello, secondo io mi confronto con chi conosco, non ho bisogno di un blog come unico posto dove avere rapporti umani (e lei secondo me li ha solo là ma non per il pensiero politico ma per l'arroganza e la cattiveria che nutre verso il prossimo) , ha parole tenere solo verso chi la osanna... ma per favore. forse io e te non ci incontreremo mai (chi lo sa forse si)ma ti assicuro che chi sta vivendo quel dramma ha dignità. ma parlare in quel modo dimostra la bassezza dell'animo che si innalza solo coi soldi. amici e conoscenti hanno perso tutto, sono feriti e qualcuno ha subito un lutto, sono monoreddito hanno solo le mutande , ma ti farei vedere che dignità, non vanno a chiedere in cri aiuti perchè si vergognano, ci sto andando io per loro, gli aquilani dovranno vegliare sul futuro . scusami per lo sfogo e il voler chiarire la questione, sicuramente se mi capitasse di incontrarla mi dispiace ma le volterei le spalle non per le parole che ha usato contro di me (figurati) ma per la profonda ingratitudine di cui si nutre. baci rossella
Grazie per l'augurio del 25 Aprile, seppur in ritardo ricambio convintamente.
Ciao Erica, grazie per la visita e per il commento!
Grazie soprattutto per avermi dato la possibilità di conoscere il tuo blog. Meno male che esistono ancora delle teste pensanti in questo mondo!
A presto, Rosa
grazie Rosa ! s presto erica
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