mercoledì 3 dicembre 2008

Italia crocevia del traffico illegale di uccelli

Il meeting delle Agenzie governative europee di novembre a Bruxelles ha denunciato il ruolo dell'Italia nella caccia illegale di uccelli a scopo alimentare.

Il problema della caccia illegale di uccelli europei a scopo alimentare che si verifica nell’Unione Europea è stato sollevato durante la COM45, al meeting di Bruxelles delle agenzie governative europee che regolano il commercio di specie selvatiche nella regione. Organizzazioni criminali uccidono uccelli selvatici nel Sudest Asiatico e nell’Europa Centrale, contrabbandando le carcasse nel nord Italia e a Malta, dove sono vendute come prelibatezze nei ristoranti.
Molte specie sono protette dall'Unione Europea e da legislazioni nazionali.
Tra queste vi sono specie in declino come la tortora europea (Streptopelia turtur), la quaglia comune (Coturnix coturnix) e l’ortolano (Emberiza hortulana).
La maggior parte sono uccisi con tecniche di caccia vietate, come l’utilizzo di sottili reti trasparenti e richiami acustici per attirarle in trappola.

“L’entità del problema desta notevole preoccupazione per la conservazione, ma fino ad oggi ha ricevuto scarsa attenzione”, ha sostenuto Dorottya Papp, Programme Officer dell’ufficio TRAFFIC Europe’s Central Eastern Project.
La maggior parte degli uccelli catturati illegalmente in Europa sono passeri, come fringuelli e pispole, che sono protette da trattati internazionali, leggi europee e nazionali, in particolare dalla Direttiva Europea sugli uccelli.
Secondo una ricerca del TRAFFIC, il network di WWF che monitora il commercio di specie selvatiche, centinaia di migliaia di uccelli vengono uccisi illegalmente ed esportati in un’industria che guadagna circa 10 milioni di euro l’anno.
Nel 2003, la corte italiana ha scoperto che due agenzie di turismo hanno contribuito a contrabbandare in Italia più di 2 milioni di uccelli, uccisi in Serbia negli ultimi sei anni.
Durante l’operazione “Balkan Birds” del Corpo Forestale dello Stato, a novembre 2001, è stato sequestrato un rimorchio con 12 tonnellate di uccelli congelati: 120.700 esemplari appartenenti a 83 specie diverse, di cui 68 vietate e 33 rare. Recentemente, l’epicentro della caccia illegale si è spostato dall’Ungheria alla Bulgaria, alla Serbia e al Montenegro, anche in paesi come la Bosnia e l’Erzegovina, la Repubblica Iugoslava della Macedonia, l’Albania e la Croazia.
Mentre i principali paesi di transito sono la Slovenia, la Croazia e l’Ungheria, dai quali gli uccelli vengono esportati in Italia e a Malta.
“Il grave coinvolgimento dell’Italia nel commercio illegale dall’Europa dell’Est di uccelli protetti è innegabile” dice Massimiliano Rocco, responsabile del Programma Traffic & Timber Trade del WWF Italia. “Il governo italiano deve cooperare con altre agenzie ed autorità nazionali per porre fine a questo commercio illecito, incrementando le attività delle forze dell’ordine. È necessario che le autorità italiane promuovano una campagna d’informazione in collaborazione con le organizzazioni di caccia, per rendere consapevoli i cacciatori dell’esistenza delle leggi nazionali vigenti negli altri paesi e delle possibili sanzioni nelle quali potrebbero incorrere violando tali leggi”.

TRAFFIC sollecita le autorità italiane e maltesi ad aumentare la consapevolezza di questo commercio illegale tra i consumatori, gli ufficiali giudiziari e dell’enforcement, e del suo impatto sulle popolazioni selvatiche” sostiene Dorottya Papp “Una migliore cooperazione e scambio d’informazione tra gli ufficiali dell’enforcement in tutta Europa, è cruciale per combattere il commercio illegale di uccelli selvatici, includendo informazioni sulle tecniche e i metodi usati dai cacciatori per nascondere i loro carichi”.

I canali di scambio d’informazioni attualmente esistenti sono l’Interpol’s Ecomessage, il Customs Risk Information Forms e il database EU-TWIX, il database di scambio d’informazioni sulle specie selvatiche dell’Unione Europea. La brochure del TRAFFIC, per sollevare il problema della caccia illegale con le autorità di enforcement dell’Unione Europea e dei paesi vicini, è stata presentata alla COM45. La produzione è stata finanziata dal Ministero dell’Agricoltura tedesco
da wwf.it

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