sabato 5 dicembre 2009

Missione Afghanistan

Con il già programmato invio di 200 istruttori militari, il nostro contingente militare salirà a 4mila uomini, diventando il quarto più grande schierato in Afghanistan dopo quelli statunitense (100mila), britannico (9.500) e tedesco (4.400), scavalcando canadesi (2.800) e francesi (3.100).
Le truppe da mandare in Afghanistan verranno recuperate in gran parte dal Kosovo, forse qualcuna anche dal Libano.
Anche i soldi necessari per finanziare l’escalation italiana in Afghanistan arriverranno dal disimpegno militare su altri fronti, senza quindi comportare ulteriori aggravi di spesa.
I mille uomini in più verranno impiegati in combattimento:
“A Herat sono schierati tre Battle Group: prevediamo di portarli a quattro, in modo da permettere una svolta radicale nell’attività operativa”, consentendo alle truppe italiane di “bonificare una zona e poi di presidiarla in modo da impedire agli insorti di riconquistarla”.
da PeaceReporter, che ha ripercorso le tappe del progressivo coinvolgimento italiano nella guerra in Afghanistan.

I soldati attualmente schierati in Afghanistan sono 2.800 - ne sono autorizzati al massimo di 3.227, quota raggiunta nei mesi scorsi con l'invio delle truppe di rinforzo temporaneo per le elezioni, poi ritirate)
I Militari caduti in missione dal 2001 sono 22 , di cui 14 in azione e 8 in incidenti o per malattie
Il costo della missione dal 2001 è di oltre 2,5 miliardi di euro ed è in costante aumento: oltre 500 milioni nel 2009 contro una media di 300 milioni nei primi anni .
Gli Usa di Obama si trovano oggi nella stessa situazione in cui si trovava l’Urss di Gorbaciov nel 1985
Appena salito al potere, il presidente della superpotenza mondiale si ritrova a dover gestire la grana dell'Afghanistan. Dopo anni di occupazione militare, la guerra sta andando male e la guerriglia afgana sta vincendo.
I generali chiedono rinforzi, sostenendo che i centomila soldati sul campo non bastano per tener testa ai ribelli: per evitare la sconfitta ci vogliono decine di migliaia di uomini in più.
A peggiorare le situazione c'è un presidente afgano che è diventato corrotto, inaffidabile, debole e incompetente, e che vive barricato nel suo palazzo.
C'è bisogno di un governo locale più forte, in grado di gestire da solo la sicurezza nel paese così da consentire, nel giro di alcuni anni, il ritiro delle truppe straniere.
Questa è la situazione che sta vivendo il presidente Obama oggi, nel 2009. Ma è anche quella che visse il presidente Gorbaciov nel 1985.
Dal numero delle truppe schierate al presidente afgano inaffidabile, che all'epoca non si chiamava Karzai ma Karmal, che nel 1986 venne rimpiazzato con Najibullah, mentre a Karzai è stata data un'altra chance per mancanza di alternative, tutto è uguale.
Come Obama, Gorbaciov concesse i rinforzi chiesti dai suoi generali e allo stesso tempo iniziò a pianificare un'exit strategy.
Il ritiro dell'Armata Rossa dall'Afghanistan iniziò nel 1988, tre anni dopo l'insediamento di Gorbaciov. Le truppe Usa, invece, non se ne andaranno dall'Afghanistan prima del 2014-2015.

Gorbaciov ha sconsigliato a Obama di mandare più truppe, invitandolo a non ripetere gli errori commessi in Afghanistan dai sovietici e di accelerare il ritiro.
Obama invece ha deciso di dare ascolto ai suoi generali e ai ‘falchi' del Pentagono, sicuri di riuscire a capovolgere le sorti della guerra anche confidando sul fatto che i talebani di oggi sono più deboli dei mujaheddin di ieri perché dietro di loro non c'è una potenza militare e non godono del pieno sostegno della popolazione.
A parte il fatto che i talebani ricevono dall'estero ingenti finanziamenti e armi di ultima generazione , provenienti da pachistani, arabi, iraniani, cinesi e russi, il sostegno della popolazione afgana se lo stanno progressivamente guadagnando proprio grazie al protrarsi dell'occupazione straniera.
Altro che "nuova strategia". "Non siamo ancora come negli anni '80, quando la popolazione era in maggioranza con noi ribelli", ha dichiarato tempo fa Farooq Wardak, ex comandante mujaheddin oggi ministro dell'Istruzione del governo Karzai. "Ma ho paura che se le cose vanno avanti così, presto avverrà lo stesso".Appena insediatosi Obama aveva promesso una "nuova strategia" per l'Afghanistan basta su più ricostruzione, più aiuti alla popolazione, più democrazia. Invece ha scelto di continuare a sostenere un regime corrotto e illegittimo e di proseguire sulla strada dell'escalation militare. Più truppe, più guerra, più vittime civili, più sofferenze per la popolazione non faranno che accrescere l'odio verso gli stranieri e la popolarità dei talebani.

2 commenti:

marina ha detto...

Nuova strategia! questi ci coglionano!
marina
scusa l'espressione

ericablogger ha detto...

grazie Marina per il commento
vedo che ora funziona tutto bene e puoi postare
ogni tanto il web e le mail sono un mistero , vero ?
ti scuso l'espressione perchè non ce n'è un'altra per esprimersi
hai perfettamente ragione che è una nuova strategia con tante scuse per continuare una guerra vecchia
finiremo invischiati in un casino tipo Vietnam di lontana memoria ???
un caro saluto erica